Quando la cultura dominante si mangia quella cattolica. Porfiri.

9 Agosto 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il M° Aurelio Porfiri offre alla vostra attenzione questa riflessione su un recente fatto di cronaca che ha avuto per protagonisti un sacerdote napoletano e il Pontefice regnante. Buona lettura. Approfitto dell’occasione per dirvi che il sito funziona a singhiozzo, spesso non risponde e presenta altre anomalie. A settembre ci saranno importanti cambiamenti, resistiamo…

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Quando la cultura dominante si mangia quella cattolica

Ha fatto scalpore la notizia della telefonata di papa Francesco al parroco napoletano don Michele Madonna. Vediamo come racconta l’Ansa l’episodio: “La telefonata è avvenuta giovedì 4 agosto, ma don Michele – attivissimo sui social – non ha voluto finora raccontare in pubblico l’episodio, trapelato oggi dalla ristretta cerchia di collaboratori che ne sono venuti a conoscenza. Il Papa ha conversato con il parroco, chiedendogli dettagli sulle sue attività – che nei mesi scorsi hanno avuto ampia eco sui media, non solo cattolici – e raccomandandogli di tenerlo informato anche in futuro sul suo lavoro. Don Michele Madonna, nato nel 1974, è diventato sacerdote a 30 anni. Figlio del proprietario di una discoteca, fino a 23 anni ha fatto il dj e ora rivolge ai giovani e ai ‘lontani’ molte iniziative pastorali fuori dagli schemi tradizionali, come le confessioni svolte lungo le strade del quartiere, proprio per andare incontro a coloro che non frequentano abitualmente la chiesa. Il suo territorio è popoloso e difficile: nel rione di Montesanto, il mese scorso, ha fatto scalpore l’episodio della 12enne sfregiata al volto dall’ex fidanzatino di 16 anni”. Tra le iniziative fuori dagli schemi c’è stata anche quella del “rave cristiano”, con giovani che ballavano fino all’alba su musica cristiana remixata nello stile della disco music, alternata a momenti di preghiera.

Ora, cos’è un rave? Sono degli incontri liberi caratterizzati da musica incalzante e percussiva su cui si danza per ore e ora con il contorno di alcool e droghe. È una tipica manifestazione in cui si scatena il lato dionisiaco della musica, quel richiamo ad un modo primitivo, ancestrale e selvaggio che non penso possa mai conciliarsi con l’annuncio cristiano. Non tutto è cristianizzabile e non vale l’argomento che attira i giovani. Pure i film porno attirano gente, assisteremo un giorno a proposte di porno cristiano? Su Il Mattino don Michele ha rilasciato un’intervista in cui, quando interrogato sull’uso del rave che in apparenza (e non solo) è così lontano dalla Chiesa ha detto: “Ho voluto trovare una parola accattivante, anche perché la parola “rave” significa delirio. Ovviamente non si può accostare alla religione, ma è un modo per attirare i giovani che non frequentano la Chiesa. Voglio presentargli una persona che può davvero colorare la loro vita, dandogli quella felicità che i giovani stanno cercando ma troppo spesso nella maniera sbagliata. Questa persona per me è Gesù Cristo”.

Non sembra molto confuso? Prima dice che non si può avvicinare alla religione, che la parola significa delirio ma poi passando sopra tutto questo dice che voleva trovare un modo per attirare i giovani. Ma se sa che non si può avvicinare alla religione perché l’ha fatto? Senza contare che gli effetti di questa musica non sono solo il divertimento, ma un’eccitazione quasi orgiastica che nulla ha a che fare con il Cristianesimo. Nella stessa intervista, chiesto di cosa pensasse il suo arcivescovo Battaglia ha detto: “Mi ha dato il suo ok. È arrivato un messaggio da parte del moderatore della Curia a tutti i parroci della Diocesi informandoli dell’evento. Sarà presente anche il responsabile della Pastorale giovanile della Diocesi che ha invitato tanti giovani a partecipare. Stiamo camminando con un sol cuore e una sola voce”. Ora, non credo servano commenti.

Vorrei dire che io comprendo l’ansia di aiutare i ragazzi in zone difficili come quella in cui don Michele opera. Tanti sacerdoti si danno da fare per strappare la gioventù ad una vita di violenza. Per questo vanno lodati e sostenuti. Ma certamente si può essere critici sul metodo usato, che invece di mostrargli un’alternativa alle insidie del mondo li confonde su quello che è giusto e quello che è sbagliato. Pure usando canzoni cristiane con testi magari pure edificanti, non si tiene conto del potere della musica che non è neutra. Se tu metti una musica sensuale con le parole di un salmo, la musica agisce di per sé e il testo passa in secondo piano. Oltretutto i testi di questo tipo di musica sono semplicemente dei pretesti per la musica stessa. Ripeto che apprezzo lo zelo di don Michele, ma a me sembra che ci si è incamminati per una strada completamente sbagliata.

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22 commenti

  • Mimma ha detto:

    Enrico, perché mi da i pizzichi?…
    I concetti di apollineo e dionisiaco sono solo ripresi, non inventati da Nietzsche .
    I Greci ne fanno oggetto di speculazione per spiegare le oppost tendenze dell’animo umano e conciliare in un’armonica sintesi i suoi istinti oscuri, la tendenza all’orgia e alla libertà sfrenata, animalesca e primordiale dell’uomo con l’altrettanto urgente desiderio di ordine e di equilibrio psicofisico , necessario sia al benessere individuale sia alla convivenza civile.
    La musica è, secondo loro, dionisiaca, la scultura, per la sua ricerca di precisione e rapporto geometrico, è apollinea.
    Il dionisiaco in realtà proviene da Oriente, transita attraverso i culti orfici e approda ad Atene nel bel.mezzo della nascita della tragedia.
    Qui fa i conti con la diversa spiritualità dei tre grandi tragediografi, i quali propongono in modo diverso i problemi eterni del rapporto tra gli uomini e la divinita,, tra gli uomini e il potere politico, il significato del dolore, la responsabilità individuale del male e il mistero della vita umana tout court.
    Apollo che ricompone il cadavere di Dioniso fatto a pezzi dai titani è il simbolo della vittoria della ragione sull’istinto belluino degli umani.
    Prima dell’avvento di Cristo, il quale è venuto a spiegarci il senso del dolore e a insegnarci la Speranza, la riflessione su dionisiaco e apollineo a me sembra il massimo dello sforzo laico per gettare luce nell’abisso dell animo umano.
    Il cristiano non può che rimanere ammirato, io rimango ammirata e pensosa davanti a questo tentativo e riconosco in quest’ ansia, comune a tutti gli umani , in questa assidua ricerca del Vero del Bello e della composizione degli opposti, l’immagine e somiglianza del Creatore nella sua creatura.
    ” Ovunque il guard’ io giri, immenso Dio, ti vedo/ nell’opre tue t’ammiro, ti riconosco in me !”

    • Enrico Nippo ha detto:

      Sono … pizzicotti affettuosi! 😊

      Condivido il Suo intervento riga per riga. Quindi anche le osservazioni del maestro Porfiri.

      Il mio commento era ironico, ma evidentemente non mi sono espresso adeguatamente in tal senso. Eppure mi è sembrato di esser chiaro:

      “ciò dovrebbe provocare la reazione di quei cattolici il cui assolutismo esclude qualsiasi riferimento “etero”, certamente (a loro dire) satanico”.

      Ovvero. se i riferimenti all'”etero” rispetto al Cattolicesimo li fa il maestro Porfiri (o qualcun altro) nessuno se ne risente, se invece li faccio io come Nippo o come Matto ecco uscire allo scoperto i soliti zelanti araldi della “verità” a darmi del relativista e del massone. 🤠

      Un caro saluto 🌹

    • Stilobate ha detto:

      La ringrazio, Mimma, per la molto opportuna puntualizzazione.

  • Laura ha detto:

    Buongiorno caro maestro Porfiri, il suo pensiero è chiaro, l’unica cosa che non condivido con lei è l’apprezzamento dello zelo di don Madonna perché, ci posso giurare, anche gli spacciatori sono zelanti fino all’eccesso pur di ottenere “fedeli” drogati (come ha affermato lei stesso in altro modo). Voglio dire che, a mio avviso, dal momento che la Verità non è politicamente corretta, don Michele non è apprezzabile, ha sbagliato metodo! Di apprezzabile c’è solo il Santo Zelo, il resto viene dal demonio!

  • Pio g. ha detto:

    Chiamiamola con il suo nome: spazzatura teologica e musicale.
    Questa del prete napoletano è majonese cristiana impazzita, che infatti raccoglie il plauso dei suoi superiori sino al Caudillo.
    È come se invece di insegnare al drogato a smettere gli si offrisse “cristianamente” una dose.
    Allucinante!

    • Incompatibilità ha detto:

      Questo è un esempio di incompatibilità. Il contenuto testuale (peraltro banaluccio) del brano è in contraddizione con la natura della musica espressa. E il fatto che alle tastiere ci sia un sacerdote rende la contraddizione ancora più flagrante.

  • massimo trevia ha detto:

    Vidi statuaria fanciulla discinta ballare sinuosamente……ma il rave era “cristiano”……..e allora ella mi parea virginale?”Chi guarda una donna per desiderarla……”fu la parola di Gesù’;e sensibile son,io,alle femminee curve! Oh,bella fanciulla,vediamci fuor di qui…ti offro una buona pizza, magari ti sposero’….. e al rave quindi perche’ ci vo’?A che mi serve,cio’?Ah,gia’ ma e’ “cristiano”!Oh prete un di’ DJ,ci fai oppur…..chi sei?

  • Enrico Nippo ha detto:

    Il maestro Porfiri parla di “lato dionisiaco della musica”, il che implica anche il lato apollineo della medesima.

    Ora, “dionisiaco” e “apollineo” non fanno parte della terminologia cattolica, bensì del linguaggio filosofico di Nietszche, e ciò dovrebbe provocare la reazione di quei cattolici il cui assolutismo esclude qualsiasi riferimento “etero”, certamente (a loro dire) satanico.

    Di più, Apollo e Dioniso sono due figure della religione greca antica, e come tali ormai superate dalla Rivelazione Cristiana.

    • Stilobate ha detto:

      Sono due principî che individuano in modo figurale due manifestazioni dello spirito o, se si preferisce, due categorie metastoriche. *** Ma non tutti, purtroppo, sono in grado di rendersene conto. Come abbiamo visto, in circolazione c’è addirittura chi taccia gli altri di essere massone e/o idolatra solo per un rimando al valore simbolico del Sole (il quale, disse fra gli altri un santo impareggiabile, “de te, Altissimo, porta significatione”). *** Così finisce che dai soliti piagnoni le battute ironiche vengono prese immancabilmente come professioni di empio paganesimo…

  • Mimma ha detto:

    Maestro Porfiri,
    penso semplicemente che Gesù ci ha dato un metodo anche per orientarci in questo marasma: ” Dai frutti li riconoscerete “.
    Torneranno questi giovani ai Sacramenti?
    Nasceranno tra loro vocazioni sacerdotali e religiose?
    Smetteranno di voler cambiare sesso, di drogarsi, di convivere come scimmie, di rubare, di arruolarsi nella camorra…?
    Se sì, avrà avuto ragione il don.
    Altrimenti.
    Beh! Altrimenti dovremo constatare ciò che stiamo constatando del suo capo: che il cattolicesimo é in difficolta respiratoria e che quelli come loro lo stanno intubando.

  • Enrico Nippo ha detto:

    A Roma si dice:

    “chi se fa pecora er lupo se lo magna”.

    Occorrerebbe quindi chiedersi se non sia esagerato con la faccenda delle pecorelle che seguono il Buon Pastore.

    Non che si debba discutere il Vangelo, ma forse un certo malinteso (bimillenario) da parte dei cattolici c’è stato.

  • acido prussico ha detto:

    … la messa “balneare” di don Mattia Bernasconi…
    … i cristian-rave-party partenopei…
    … un Papa che chiude seminari fiorenti…
    … un Papa che “anima” il pro-frocismo di James Martin…
    … un Papa Telefonista interessato alle “iniziative pastorali” cristian-sabba…

    dr. Tosatti,
    non è il suo sito che funziona a singhiozzo…
    L’unico che “singhiozza a dirotto” è…. Gesú.

  • Michele ha detto:

    Lo stesso pretesto del caldo viene usato per giustificare, tra gli altri, l’abbandono del confessionale che favoriva l’avvicinarsi al Sacramento della Riconciliazione di tanti fedeli imbarazzati o con gravi peccati: c’è troppo caldo, non si può starci dentro!

    Passo regolarmente presso un lungo cantiere per la costruzione di una strada a quattro corsie; tanti operai, capocantiere, ingegneri lavorano in mezzo alla polvere sotto il sole cocente già dalla tarda primavera: hanno mai pensato ai sacrifici di tante persone?

  • Rosa Rita La Marca ha detto:

    Da quali segni esteriori comprendiamo chi è veramente gioioso in Cristo? Dal buon umore nonostante gli attacchi, le prove, le croci mondane passeggere.
    Maestro Porfiri: tolga quelle foto tristi e fumeggianti.
    Metta qualcosa di solare e spumeggiante.
    Cristo è risorto ed ha vinto già tutto e tutti.
    Sia lodato Gesù Cristo.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    La notizia non mi ha fatto né caldo né freddo.
    Ormai… sono riposte nel metodo machiavellico, benedetto e caldeggiato, le speranze di successo di una pastorale al passo del “delirio”.
    In atteggiamento di distacco autodifensivo leggerò degli “aggiornamenti” che, sono certa, non resteranno nascosti nel cono d’ombra di un’artificiosa excusatio non petita…

  • Davide Scarano ha detto:

    L’articolo del maestro Porfiri, che al solito, mostra che si può essere chiari ed efficaci nella denuncia pur non ricorrendo alla polemica fine a se stessa, mi fa pensare che, a partire dal Concilio Vaticano II, sono state cambiate le parole per descrivere le cose, cioè la realtà della Chiesa: ciò, alla lunga, ha cambiato la chiesa stessa. Penso ad esempio alla locuzione: “iniziative pastorali”. Ma la Chiesa non è un pastore qualsiasi, essa dovrebbe essere pastore della anime che Gesù Cristo le ha affidato, perciò dovrebbe annunciare Dio anzitutto proclamando il Vangelo ed invitando i fedeli a partecipare ai sacramenti. Osservo ancora che il termine “iniziative pastorali” è figlio di quella forma mentis che ha imposto la sostituzione del termine “spazzino” con l’anodino “operatore ecologico” e, proseguendo “per li rami”, ha favorito la sostituzione della realtà con la sua rappresentazione.
    Un altro tratto su cui riflettere è la creazione di responsabili per “aree di interesse”. Ciò mi fa pensare ad un’organizzazione gerarchica ovvero alle politiche di segmentazione del mercato adottate dal reparto commerciale di un’azienda. Penso allora che se è vero che ciascuno è dotato di propri carismi, è altrettanto vero che Gesù ci inviata ad amare “il prossimo”, quindi forse tutta questa organizzazione sarebbe meglio lasciarla a soggetti che perseguono fini mondani. PS Ieri al termine della Messa ho osservato il celebrante uscire dalla sacrestia in polo grigia. Certo in questi giorni è caldo ed il sacerdote sudava, però se non resiste al caldo e non riesce a dare testimonianza della propria scelta di vita anche con l’abito che indossa, come farà ad affrontare le altre tentazioni che Dio riserva?

    • Corrado ha detto:

      Ma che dice!? Dio non riserva tentazioni: non induce in tentazione, può eventualmente abbandonarci dentro (Padrenostro 2.0)

  • Kp ha detto:

    ? Ma di che parla ?

    • Gianfranco ha detto:

      Domanda azzeccatissima, bravo KP!
      Di questa storiella di avvicinare i giovani proprio non se ne può più.
      Anche S. Filippo Neri e S. Giovanni Bosco avvicinavano i giovani, ma… PER CONVERTIRLI A CRISTO, e quindi alla vita cristiana (“Chi mi ama osserva i miei comandamenti”).
      Dopo questi rave, forse i giovani entreranno in una chiesa a meditare il Misteri della Passione? O non penseranno piuttosto che Cristo, in fondo,… benedice anche i rave?
      Questi loschi figuri, invece di convertire la gioventù mondana alla Chiesa di Cristo, ottengono di convertire la chiesa alla gioventù mondana!