Arrendersi All’Evidenza. Virus e Vaccino non Agiscono Egualmente. Ecco il Danno…

9 Agosto 2022 Pubblicato da

AAE

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro Arrendersi All’Evidenza offre alla vostra attenzione questo ulteriore studio su alcuni aspetti non secondari – e non privi di rischi – della situazione che stiamo vivendo. Buona lettura. Approfitto dell’occasione per dirvi che il sito funziona a singhiozzo, spesso non risponde e presenta altre anomalie. A settembre ci saranno importanti cambiamenti, resistiamo…

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IL VACCINO E IL VIRUS NON AGISCONO UGUALMENTE: I DANNI DEL SIERO VENGONO DA LÌ  

Pochi giorni fa, grazie all’ospitalità del Dr. Tosatti, sono stati presentati due articoli nel tentativo di descrivere il “meccanismo fine” attraverso il quale il virus e il vaccino interagiscono con l’organismo umano.   

https://www.marcotosatti.com/2022/08/03/arrendersi-allevidenza-spiega-meccanismi-e-componenti-della-tragedia/

https://www.marcotosatti.com/2022/08/04/arrendersi-allevidenza-virus-e-vax-loro-impatto-sulle-vie-metaboliche-interessate/

A beneficio di chi potesse essersi un po’ perso nei molti risvolti propongo qui una sintesi che, rimandando alle precedenti informazioni per riannodare tutti i fili, cerca di fornire il succo e il nocciolo della questione. Ritengo che più persone sapranno distinguere l’approccio narrativo/mitico da quello scientifico della cura del Covid19, più difficilmente gli artefici della narrativa potranno continuare a usare la paura e le minacce per costringere a sottostare a rimedi inefficaci, pericolosi e che mirano ad altro. In più di due anni di diuturna infodemia è un eufemismo definire rare le opportunità di andare oltre il martellante taglio ansiogeno di notizie e commenti.  

Vado subito al dunque. L’interazione tra la proteina spike (S) e i recettori ACE2 presenti sulla membrana di alcune cellule umane, determina (attraverso i sistemi della bradichinina, dell’angiotensina e dell’insulina) una serie di effetti metabolici:

-vasodilatazione arteriolare e aumento della permeabilità capillare

-formazione di micro trombi (interruzione circolo sanguigno)

-diminuzione dell’insulina, maggior insulino-resistenza, aumento della glicemia, chetoacidosi

-aumento della permeabilità cellulare al virus (glicosazione della proteina spike)

-stress ossidativo cellulare

-flogosi, infiammazione, afflusso neutrofili

-edemi a livello alveolare (annegamento)

La proteina S interagisce con i recettori ACE2, sia provenendo dal contagio del Covid19, sia dopo essere stata prodotta dalle nostre cellule per la somministrazione dell’istruzione genica con il siero mRNA.

I recettori ACE2 sono presenti in molti distretti, particolarmente nelle mucose respiratorie anche se gli adulti ne hanno di più di bambini e giovani e le donne più degli uomini (questo spiega in parte la differente pericolosità del virus). Sono poi presenti sull’endotelio dei vasi, nel cuore, nell’intestino, nel pancreas…   

L’interazione della proteina spike, qualunque sia l’origine, con i recettori ACE2 comporta un downgrading (una sotto-regolazione) di tale recettore, con le conseguenze sopra descritte. 

Attenzione: mentre il virus naturale (la cui contagiosità dipende dalla carica virale e dal tempo/tipo di contatto) deve passare attraverso il vaglio della mucosa respiratoria e di quella intestinale (attrezzate da un punto di vista anatomico, biochimico e meccanico per fare la loro parte a difesa dell’organismo) prima di entrare nella cellula e far riprodurre il virus restando nel citoplasma, la proteina spike vaccinale viene prodotta in ogni parte dell’organismo dalle nostre cellule saltando le mucose.  

Mentre il virus naturale viene contrastato nei luoghi e nei tempi consueti (specialmente da un sistema immunitario sano, aiutato da opportune e sollecite terapie, che esistono e sono efficaci), la proteina spike vaccinale porta ogni cellula che produce spike (l’antigene) ad essere un potenziale pericolo che sfianca il sistema immunitario, attraverso un meccanismo sproporzionato per quantità, luogo e tempo.   

Il virus naturale penetrato nella cellula resta nel citoplasma, non va nel nucleo, determina una risposta immunitaria completa (umorale e cellulare), una memoria istruita da tutte le parti del virus e poco suscettibile alle varianti virali, localizzata, proporzionata, senza conseguenze negative per altre prerogative immunitarie. Invece la proteina spike vaccinale, conseguenza dell’istruzione mRNA, può andare nel nucleo cellulare, ne è stata dimostrata la possibilità di una retro-trascrizione, produce una risposta anticorpale parziale (solo alla proteina S), molto suscettibile alle varianti (che riguardano proprio la proteina S), diffusa a distretti problematici (es. il cervello), negativa per altre funzioni immunitarie che risultano indebolite (linfociti CD4, l’interferone I …).

Il vaccino, diversamente dal virus, raggiunge anche strutture anatomiche dove il virus non sarebbe arrivato. Inoltre ai problemi dati dalle proprietà infiammogene della proteina spike aggiunge altri fattori negativi per la salute: l’indebolimento del sistema immunitario, la presenza dichiarata di nanolipidi cationici e il dubbio su quella del grafene.  

Dopo la vaccinazione possono aversi effetti avversi immediati o a breve termine in meno di due mesi (situazioni già in bilico, innescate dall’istruzione genica). Poi possono svilupparsi quelli a medio termine, attribuibili anche al sommarsi delle dosi, in tre mesi/un anno (fenomeni autoimmunitari, miocarditi, abbassamento difese immunitarie). E’ già trascorso un tempo sufficiente per iniziare a fare i conti con gli effetti avversi più a lungo termine, dopo un anno e più (il tumore rientra in questa casistica, insieme ai danni neurologici nel sistema nervoso centrale o allo sviluppo di danni epatici). C’è poi l’incognita per i più piccoli, sia quelli vaccinati in tenera età, sia quelli che erano nella pancia delle loro mamme vaccinate.

Non a tutti i vaccinati, grazie a Dio, capiterà necessariamente qualcosa di brutto, ma tutti i vaccinati si sono esposti a un rischio superiore a quello che corrono normalmente anche i non vaccinati. Ad esempio il gene Tp53 è stato chiamato il “guardiano del genoma” per la sua funzione di individuare i danni al DNA e quindi di impedire che il difetto sia replicato.

A mettere a repentaglio l’integrità del DNA è soprattutto lo stress ossidativo cellulare e purtroppo sappiamo che la proteina spike codificata dall’istruzione genica del vaccino mRNA induce questo stato di stress a vari livelli, ben più della semplice infezione virale naturale.

Mettendo insieme allo stress indotto anche la compromissione del meccanismo di difesa costituito dal Tp53 (rilevata dai ricercatori dopo vaccinazione), ci troviamo a camminare di notte in autostrada senza nemmeno un corpetto col catarifrangente…

Paradossalmente il rischio lo corriamo senza quasi alcun beneficio: dai ricercatori di Harvard, questo lavoro

https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMc2206576

spiega che il virus SARS-CoV-2 è talmente mutato che i vaccini a mRNA, sviluppati contro il ceppo originale, ora hanno poco o nessun effetto. Gli scienziati hanno appurato che i titoli anticorpali sono scesi di un fattore di 21 volte, da 5.783 (contro il ceppo di Wuhan) a 275 (contro la sottovariante BA.4 o BA.5 di Omicron). Quindi il vaccino mRNA è essenzialmente inefficace contro le varianti di Omicron attualmente in circolazione.

Confrontando l’immunità acquisita mediate vaccinazione mRNA con quella sviluppata da chi aveva ricevuto naturalmente il contagio, emerge che l’immunità naturale copre l’intero sistema immunitario e fornisce sia una protezione immediata, sia le cellule B e T di memoria per molto tempo non solo verso la proteina S (spike), che è quella che muta maggiormente,  ma anche le altre proteine virali quali il nucleocapside (N) e la proteina dell’involucro (E), rendendo l’immunità naturale meno vulnerabile alla “fuga immunitaria”.

Tutto questo senza deprimere il nostro sistema immunitario.

Mi prudono i polpastrelli se penso a quanti hanno firmato in buona fede un “consenso informato”…   

AAE

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AAE




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