L’Eucarestia al Centro. Porfiri Ricorda San Pietro Giuliano Eymard.

2 Agosto 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il M° Aurelio Porfiri ci ricorda la vita e l’esperienza di san Pietro Giuliano Eymard, che la Chiesa festeggia il 2 agosto. Buona lettura.

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L’EUCARESTIA AL CENTRO: SAN PIETRO GIULIANO EYMARD (1811-1968)

Negli ultimi decenni molto si è parlato attorno al rispetto che si deve all’Eucarestia. Questo rispetto ci viene ricordato da un santo che la Chiesa ricorda il 2 agosto, san Pietro Giuliano Eymard. Francese di origine, fu ordinato sacerdote nel 1834. Ad un certo punto della sua vita sperimenta una profonda esperienza spirituale legata all’Eucarestia, che lo porterà nel 1856 a fondare la Congregazione del Santissimo Sacramento, conosciuta anche con il nome di Sacramentini. Così viene raccontata la sua esperienza spirituale: “Più decisiva, però, fu la grazia ricevuta nel 1851, mentre pregava davanti alla statua della Vergine Santissima, nel santuario mariano di Fourvière. Ad un certo punto, udì con chiarezza in fondo all’anima, la voce della Madonna, che gli esponeva la necessità di avere una congregazione religiosa destinata ad onorare in modo speciale la Sacra Eucaristia, indicando questa devozione come mezzo per risolvere gli intricati problemi che travolgevano il mondo, rinnovare la vita cristiana e promuovere l’autentica formazione di sacerdoti e laici. Così, chi lo spinse sui sentieri della sua missione eucaristica fu Colei che, più tardi, egli cominciò a venerare sotto il titolo di Madonna del Santissimo Sacramento, modello degli adoratori. Padre Pietro Giuliano lasciò registrate alcune delle meditazioni che in quest’epoca riempivano la sua anima di apostolo: “Ho riflettuto spesso sui rimedi contro questa indifferenza universale, che si impossessa di tanti cattolici in maniera sbalorditiva, e ne trovo uno soltanto: l’Eucaristia, l’amore a Gesù Eucaristico. La perdita della fede proviene dalla perdita dell’amore”. Qualche tempo dopo aggiunse: “È necessario mettersi immediatamente all’opera, salvare le anime con l’Eucaristia, risvegliare la Francia e l’Europa, sommerse nel sonno dell’indifferenza, perché non conoscono il dono di Dio, Gesù, l’Emanuele dell’Eucaristia. È necessario spargere questa scintilla d’amore nelle anime deboli che si ritengono pietose e non lo sono, perché non hanno fissato il centro delle loro vite in Gesù nel tabernacolo”. “Noi non preghiamo che Gesù Cristo, e Gesù Cristo Sacramentato”, diceva, parafrasando la celebre affermazione di San Paolo (cfr. I Cor 1, 23)” (www.it.arautos.org). Questo focus sull’Eucarestia sarà la guida della vita di san Pietro Giuliano Eymard e successivamente della sua Congregazione, che porta avanti questo speciale vocazione anche nella cura dei poveri e attraverso l’apostolato della stampa.

Su La Nuova Bussola Quotidiana, Chiara Chiessi ci dice perché la lezione di questo santo è valida ancora oggi: “Cosa può insegnare un santo del XIX secolo all’uomo di oggi, che vive in una società hi-tech, individualista, razionalista, atea, in cui ormai sembra, come diceva Nietzsche, che “Dio è morto”? Nel periodo in cui il santo stava maturando internamente la decisione di fondare la nuova congregazione, scrisse quanto segue: “Ho spesso riflettuto sui rimedi a questa indifferenza universale, che si impossessa in maniera spaventosa di tanti cattolici, e ne trovo uno solo: l’Eucaristia, l’amore a Gesù eucaristico. La perdita della fede proviene dalla perdita dell’amore” (lettera del 22 ottobre 1851). Queste parole non ci ricordano forse la crisi religiosa che stiamo vivendo soprattutto oggi? Chiese vuote, Comunione imposta in mano, Messe simil-protestanti, conventi chiusi, non pochi sacerdoti e vescovi propagatori di eresie… Quale il rimedio a tutti questi mali? Il nostro santo ce lo indica chiaramente: l’Eucaristia. E allora chiediamoci: il centro della nostra vita è veramente Gesù Eucaristia? Come e con quale disposizione Lo riceviamo nella Comunione? Siamo distratti o veramente pensiamo che stiamo andando a ricevere il Re dei re? Con le nostre Comunioni frequenti, ricevute ovviamente in grazia e con tutte le buone disposizioni, con la nostra vita di preghiera, con le frequenti visite a Gesù nel Tabernacolo, possiamo, nel nostro piccolo, cambiare la società in cui viviamo, ravvivare la fede lì dove è perduta e spargere scintille d’amore nelle anime tiepide. San Pietro Eymard è convinto della forza che possiede l’Eucaristia nel rinnovare l’intera società. A proposito di questo, sappiamo bene come al giorno d’oggi domini il “rispetto umano”, cioè il timore di mostrare in pubblico la nostra fede, per paura di essere screditati agli occhi degli altri. Al contrario, il nostro santo è stato il fautore di pubbliche processioni con il Santissimo Sacramento, ispiratore dei congressi eucaristici, creatore di una rete di apostolato che diffondeva Gesù Eucaristia fino ai quartieri più reietti di Parigi”. Quindi, certamente questo santo può insegnarci ancora tanto e può farci interrogare sul nostro rispetto verso l’Eucarestia, se ci sembra normale assistere a Messe in cui Essa non sia circondata dal senso di adorazione che gli è certamente dovuto.

In una meditazione del 14 settembre 2008 a Lourdes, Benedetto XVI riflette su alcune parole del nostro santo: “San Pier-Giuliano Eymard ci dice tutto, quando esclama: “La Santa Eucaristia è Gesù Cristo passato, presente e futuro” (Prediche e istruzioni parrocchiali dopo il 1856, 4 – 2,1. Sulla meditazione). Gesù Cristo passato, nella verità storica della sera nel cenacolo, ove ci conduce ogni celebrazione della santa Messa. Gesù Cristo presente, perché Egli ci dice: “Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”. “Questo è”, al presente, qui e ora, come in tutti i “qui e ora” della storia umana. Presenza reale, presenza che supera le nostre povere labbra, i nostri poveri cuori, i nostri poveri pensieri. Presenza offerta ai nostri sguardi come qui, stasera, presso questa grotta ove Maria s’è rivelata come Immacolata Concezione. L’Eucaristia è anche Gesù Cristo futuro, il Gesù Cristo che verrà. Quando contempliamo l’Ostia Santa, il suo Corpo di gloria trasfigurato e risorto, contempliamo ciò che contempleremo nell’eternità, scoprendovi il mondo intero sostenuto dal suo Creatore in ogni istante della sua storia. Ogni volta che ce ne cibiamo, ma anche ogni volta che lo contempliamo, noi l’annunciamo fino a che Egli ritorni: “donec veniat”. Proprio per questo noi lo riceviamo con infinito rispetto”. Insomma, questa ed altre testimonianze ci fanno riconsiderare il nostro rapporto con questo grande Sacramento, che veneremur cernui (Tantum ergo), ci fanno meditare attentamente sul sacrum convivium in quo Christus sumitur (O sacrum convivium), ci fanno affermare con certezza, attraverso san Tommaso d’Aquino che dogma datur christianis, quod in carnem transit panis, et vinum in sanguinem (Lauda Sion).

Insomma, attraverso san Pietro Giuliano Eymard ripensiamo alla nostra fede eucaristica e a come reagire ai tanti travisamenti di cui l’Eucarestia è fatta oggetto.

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4 commenti

  • Luca ha detto:

    L’Eucarestia, cioè Gesù in croce.
    Non i carri armati di Putin.

  • Rosa Rita La Marca ha detto:

    Se fosse possibile aggiungere il tasto modifica, magari potremmo ripulire gli strafalcioni dovuti alla difficoltà di visione nella trascrizione in piccolo. Spiace affaticare la lettura di tutti.

  • Rosa Rita La Marca ha detto:

    Quando si ama Qualcuno, lo si adora, lo si vorrebbe sbranare, per farlo Uno con sè.
    Quanso si ama, piuttosto morire, piuttosto che fare qualunque minimo sbaglio contro l’Amato.
    Quando mi si chiede perchè non voglio più recarmi in luoghi dove si calpesta l’Eucaristi, in senso lato: perchè ogni volta mi ponete davanti lo scempio di Chi sono mi ama da sempre e per davvero, e che io amo. E non posso sopportare la vista del suo maltrattamento.

  • Marco Matteucci ha detto:

    LA MIA GIUSTIZIA ARRIVA PER DIFENDERE QUELLO CHE È MIO
    MESSAGGIO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO | Luz De Maria, Sabato 30 Luglio 2022

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