Formicola. L’Implosione dell’Impero. Dal Comunismo al Radicalismo di Massa.

18 Luglio 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, l’avvocato Giovanni Formicola offre alla vostra attenzione questo ricordo di un evento importante di quasi un secolo fa. Buona lettura.

§§§

La fine per implosione dell’impero socialcomunista sovietico ha spinto – ma forse sarebbe meglio dire costretto – una parte cospicua del movimento comunista a riciclarsi come radicalismo di massa.

La via verso l’uomo nuovo sembra così passare più dai laboratori in cui vengono sperimentate le biotecnologie e il dominio artificiale sulla filiazione, che da nuovi stampi sociali costruiti secondo il disegno dell’ideologia. Guide del cambiamento sembrano essere più i bio-ingegneri, che gl’ingegneri sociali. Inoltre, alla vecchia «morale rivoluzionaria», si preferisce sostituire la nuova (anti)morale sessuale della liberazione degl’istinti, che legittima ogni opzione in quanto espressione di auto-determinazione. Questa, alla fine, consiste proprio in una pseudo-libertà, che si vuole totale, emancipata da ogni verità e realtà, anzi, contraria ad ogni verità e realtà, rifiutate, con maggiore o minore consapevolezza, in quanto prigione in cui si vorrebbe costringere «l’auto-coscienza umana come deità suprema» (K. Marx). È un processo dissolutorio, travestito da liberatorio, che travolge anche il dato di natura dell’identità maschio-femmina, superomisticamente rideterminata secondo libito e libido. La famiglia viene soffocata – non per inedia, ma per bulimia dei suoi modelli –, in nome della libera affettività che lo stato deve riconoscere e legittimare, e gli stessi venerabili nomi di padre e madre vengono cancellati. La vita viene posta nella totale disponibilità dell’individuo, che sia la madre prima della nascita, che sia lui stesso, o chi gli vuol bene, dopo la nascita.

Quel che importa è rilevare che il «salto» è stato tutt’altro che brusco: tra la terza (quella storicamente, ma non filosoficamente, propriamente socialcomunista, cioè socio-economica), e la quarta Rivoluzione (quella culturale-antropologica), il marxismo, ideologia del comunismo e della Rivoluzione, ha costruito un solido ponte, che è anche una sicura via di fuga dai propri storici fallimenti sociali, economici e politici, oltre che una sorta di direzione obbligata.

In Messico e in Spagna negli anni 1920 e1930, almeno in parte, questo scenario radicale e quartorivoluzionario si è manifestato ante litteram, quasi un prototipo operativo e dottrinale. Il tipico odio rivoluzionario e comunista nei confronti di Dio si è fin da subito tradotto in odio implacabile nei confronti della Chiesa e del cristianesimo, percepiti dal comunismo come la perfetta e vera incarnazione della religione e della religiosità umana – per definizione quel che impedisce l’auto-divinizzazione della creatura, che è invece il suo autentico scopo e movente. E tra i tanti episodi di questa guerra rivoluzionaria contro la Chiesa e ogni sopravvivenza di una civilizzazione cristiana nel XX secolo, che involge anche la dimensione antropologico-familiare, quelli messicano e spagnolo appaiono i più emblematici ed istruttivi, anche perché furono caratterizzati da una forte resistenza e reazione, persino vincenti, da parte del popolo cristiano e delle sue guide e autorità, soprattutto, ma non solo, civili.

Quei popoli, forse senza averne né la piena consapevolezza né l’intenzione, contribuirono a dare una diversa curvatura non solo alla propria storia – si può dire, quasi con certezza, che senza la loro reazione il culto cattolico si sarebbe praticamente estinto nelle rispettive nazioni –, ma a quella universale, dimostrandone la non irreversibilità. Essi – perciò imperdonabili – difesero la fede efermarono l’avanzata comunista nel XX secolo, ritardandone quando non arrestandone l’espansione, rispettivamente nelle Americhe e nell’Europa occidentale, non senza conseguenze sia sull’elaborazione di nuove linee operative rivoluzionarie, sia sulle successive dinamiche geo-politiche.

Infatti, quanto alla prima conseguenza, la lezione spagnola indusse progressivamente il comunismo a rinunciare nei Paesi di lunga e radicata tradizione cristiana all’attacco frontale e violento, che compatta e spinge alla reazione, e non solo i fedeli, per puntare al coinvolgimento rassicurante nella loro marcia rivoluzionaria d’una dirigenza, ecclesiale e specialmente politica, proditoria – siccome modernista-progressista e democratico-cristiana[1] –, o incline al «cedere per non perdere». In Italia, sulla scia del perseguimento della gramsciana lotta per l’egemonia prima che del potere[2], questo si chiamerà, prima, politica della «mano tesa» (1963)[3], e poi, dopo l’ulteriore lezione cilena, «compromesso storico» (1973)[4].

Quanto alla seconda, basti pensare che cosa avrebbe significato per l’Iberoamerica una Cuba tre decenni prima e circa venti volte più grande, con un Messico compiutamente socialista, una volta estirpate completamente le radici sociali della Chiesa e della religione cristiana. E che cosa avrebbe significato per l’Europa dopo la seconda guerra mondiale essere stretta dalla tenaglia di due «cortine di ferro», con l’Armata Rossa anche a sud dei Pirenei – perché non sarebbe finita diversamente se la Repubblica avesse vinto o se non ci fosse stata insorgenza contro la sua incipiente tirannia[5]. Allora, destino certo della Francia, e quindi a cascata dell’Italia e della Germania Occidentale, sarebbe stato la «Cecoslovacchia», cioè l’ascesa al potere dei comunisti con l’azione combinata sul piano politico del partito dentro le mura, e sul piano psicologico dei carri armati sovietici alle porte.

Mi sembra perciò che gli episodi messicano e spagnolo di resistenza anche armata alla Rivoluzione anti-cristiana, per difendere la fede, la possibilità di viverla integralmente nella libertà, meritino d’essere ripresi e ricordati, sia per restituire onore e verità alla loro storia, troppo spesso vilipesa o dimenticata, che per riconoscerne la valenza esemplare, anche con riferimento all’esistenza e all’operatività nella storia dei nemici di Dio, della fede e di ogni verità, con e senza la maiuscola.

È per questo che, anche questo 18 luglio, ho inteso ricordare con un piccolo «pezzo» l’insorgenza spagnola nel suo giorno anniversario, intrapresa sì dai militari, ma con largo concorso di popolo cattolico, articolato nelle famiglie, nelle sue strutture sociali e culturali, nelle sue organizzazioni e forme politiche, con il coinvolgimento anche di quella parte non dichiaratamente cattolica, ma sollecita del destino della patria, che vedeva gravemente minacciato dal fronte rosso.

Giovanni Formicola

Liberamente tratto dal mio

Difesero la fede, fermarono il comunismo. La Cristiada, Messico 1926-1929. La Cruzada 1936-1939, Cantagalli, Siena 2019

cui mi permetto di rimandare per un possibile primo approfondimento.

 

 

[1] «Il modernismo non ha creato “ordini religiosi” ma un partito politico, la democrazia cristiana» (A. Gramsci, Quaderni del carcere, vol. II, p. 1384), cioè, «modernismo significa politicamente democrazia cristiana» (ibid., p. 1305). Sul modernismo, cfr. San Pio X (1903-1914), Lettera Enciclica Pascendi Dominici gregis. Sugli errori del modernismo, Cantagalli, Siena 2007.

[2] Cfr. il mio Il PCI, Gramsci e la Rivoluzione culturale italiana, in AA.VV., A maggior gloria di Dio, anche sociale. Scritti in onore di Giovanni Cantoni nel suo settantesimo compleanno, Cantagalli, Siena 2008, pp. 85-99.

[3] «Bisogna […] considerare il mondo comunista e il mondo cattolico come un complesso di forze reali […] e studiare se e in qual modo […] siano possibili una comprensione reciproca, un reciproco riconoscimento di valori e quindi una intesa e anche un accordo per raggiungere fini che siano comuni in quanto siano necessari, indispensabili per tutta l’umanità» (Palmiro Togliatti [1893-1964],  Il destino dell’uomo, in Rinascita, 30 marzo 1963, n.13, p. 17, trascrizione del discorso pronunciato a Bergamo il 20-3-1963, detto della «mano tesa»). Cfr. anche «Nel mondo cattolico organizzato e nelle masse cattoliche vi è stato uno spostamento evidente a sinistra al tempo di Papa Giovanni. Ora […] non ci serve a niente la vecchia propaganda ateistica. Lo stesso problema della coscienza religiosa […] e del modo di superarla, deve essere posto in modo diverso che nel passato, se vogliamo avere accesso alle masse cattoliche ed essere compresi da loro. Se no avviene che la nostra “mano tesa” ai cattolici viene intesa come un puro espediente e quasi come un’ipocrisia» (Idem, Il Memoriale di Yalta, in Rinascita, 5 settembre 1964, n. 35).

[4] Sia sulla lezione spagnola, che su quella cilena, e le loro ricadute sulla tattica comunista in Italia, cui corrisponde una lezione nazionale di resistenza, cfr. G. Cantoni, La «lezione italiana». Premesse, manovre e riflessi della politica di «compromesso storico» sulla soglia dell’Italia rossa, Cristianità, Piacenza 1980.

[5] Emblematico è il caso del cosiddetto «oro de Moscú». L’Unione Sovietica vendette a caro prezzo il suo aiuto militare e logistico alla Repubblica. E a garanzia del pagamento della «solidarietà internazionalistica», costrinse il governo rosso a trasferire in URSS le riserve auree della Banca di Spagna. Così il 25 ottobre 1936 – poco più di tre mesi dopo l’Alzamiento –, salparono dal porto di Cartagena alla volta di Odessa quattro navi sovietiche cariche di cinquecento tonnellate di oro, stipate in ottomila casse (cfr. Gabriele Ranzato [un accorto storico, dichiaratamente filo-repubblicano e anti-franchista, il che rende particolarmente attendibili le informazioni e le considerazioni contenute in questa e nelle altre sue opere che utilizzo], La Guerra di Spagna, Giunti, Firenze 1995, p. 109). Naturalmente, l’«oro di Mosca», se la Repubblica avesse trionfato, avrebbe garantito all’URSS non tanto le spese sostenute, bensì un ferreo controllo su di essa. Nel caso invece della santa sconfitta, contribuì a sostenere l’impero del male, e magari a finanziare un po’ di rivoluzioni o di terrorismo comunisti nel mondo. Certo, fu sottratto per sempre al popolo di Spagna. Grazie alla Repubblica.

 

§§§




I PADRONI DEI SOCIAL – E GOOGLE – CERCANO DI FAR TACERE STILUM

CURIAE.

SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

*

Chi desidera sostenere il lavoro di libera informazione, e di libera discussione e confronto costituito da Stilum Curiae, può farlo con una donazione su questo conto, intestato al sottoscritto:

IBAN:

IT79N0200805319000400690898

*

Oppure su PayPal, marco tosatti

*

La causale può essere: Donazione Stilum Curiae



viganò, tosatti,

Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English.

Y este es el enlace al libro en español


STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK

cercate

seguite

Marco Tosatti




SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

*

Chi desidera sostenere il lavoro di libera informazione, e di libera discussione e confronto costituito da Stilum Curiae, può farlo con una donazione su questo conto, intestato al sottoscritto:

IBAN:  IT24J0200805205000400690898

*

Oppure su PayPal, marco tosatti, con questo logo:

*

La causale può essere: Donazione Stilum Curiae




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: ,

Categoria:

7 commenti

  • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

    Se si parla di Storia è un discorso. In cui è sacrosanto andare a guardare sotto tutti i tappeti insanguinati.
    Se si forza la lettura del presente per attualizzare ad ogni costo il passato diventa un’altra cosa.
    Fa caldo, non ho l’aria condizionata e francamente picchiando sul granito le mani cominciano a far male.
    Perciò vado di link e repetita.

    https://www.marcotosatti.com/2021/10/22/pezzo-grosso-sostenibile-e-linsostenibile-economy-di-francesco/#comment-169872
    L’argomento era il “cattocomunismo” di Bergoglio. “Cattocomunismo”(!): gli straricchi sempre più ricchi che espropriano ceto medio e lavoratori di beni, sangue, mente, anima, figli (“non avrete nulla -avremo tutto Noi- e sarete pure felici”). Con la benedizione del “papa” portinaio di Davos.
    E’ un dato di evidenza che i conformisti/cervelli piatti sono passati con estrema naturalezza dall’egemonia culturale gramsciana a quella global-arcobaleno-woke. E, dall’altra parte, da “il Capo ha sempre ragione” a “gli Usa e il Mercato hanno sempre ragione”. Come non c’è dubbio che le radici antiumane e anticristiane da cui nascono i totalitarismi sono sempre le stesse.
    Entrando nel merito: si può discutere se il comunismo sia stato o meno, ed eventualmente in che misura, la “Lunga Marcia attraverso il deserto per condurre popoli arretrati di secoli fino al distributore della Coca Cola”. Secondo la brillante definizione di chi adesso è in prima fila fra i reggicoda della Nato e del Nuovo Ordine (e probabilmente lo è sempre stato).
    Ma assimilare Marx a Schwab per rievocare i bei tempi di Peppone e don Camillo, della cristianità “integra” in lotta contro l’Impero del Male, non è semplificare: è letteralmente chiamare gli opposti con lo stesso nome (somiglianze? “Prendere” l’utile, fare bottino di guerra e trofeo di tutto, parole, costumi, tattiche belliche, finanche del nome del nemico sconfitto, è pratica che risale alla notte dei tempi; vedi “prussiani” e antenati di Klaus).
    Chi ha un po’ di memoria, di anni e di onestà ricorderà il “prima” e il “dopo” ’89. Ad esempio, come “dopo” pornografia e attacco alla famiglia non hanno più avuto freno né pudore alcuno (cfr. moniti profetici di Giovanni Paolo II sulla mercificazione “babilonica” dell’essere umano intrinseca al capitalismo liberale).

    Non ho voglia di cercare i link sulle condizioni di “lavoro” di Amazon o sul Grande Filantropo che sta diventando uno dei più grandi latifondisti al mondo. Produzione peraltro destinata ai membri del club, mentre a noi untermenschen progetta di far mangiare e bere schifezze fognarie assortite.
    «È in corso una lotta di classe, è vero, ma è la mia classe, la classe ricca, che sta facendo la guerra, e stiamo vincendo» (Warren Buffett).
    Troppo modesto: l’hanno già vinta e stra-vinta. Ci stanno già marchiando e veterinariamente “trattando” più da bestiame che da schiavi; a breve -salvo imprevisti- ci ri-produrranno e selezioneranno come hanno fatto i lord inglesi con i lor cani. O maiali. Come da Manifesto-“profezia” di Huxley.
    Più che dircelo in faccia che devono fare? Cantarcela in musica? I Maneskin sarebbero felicissimi.
    Se questa è “dittatura del proletariato” le caste indo-egiziane erano il non plus ultra della democrazia.

    https://www.marcotosatti.com/2022/05/03/osservatorio-van-thuan-il-comunismo-trionfa-in-usa-e-unione-europa/#comment-187850
    «Green is the new Red»: lo «statalismo climatico» è propedeutico al «socialismo finanziario» e all’abolizione del «supposto neoliberismo». Ergo, Wall Street, Wto e Wef sono la Terza Internazionale rediviva (leggere articolo: non è una caricatura).
    E qui si può chiudere augurando buona e fresca prosecuzione. Tra qualche mese freschissima.

  • Marco ha detto:

    … interpretazione monca di un aspetto essenziale, ossia l’apporto dell’Italia Fascista alla difesa della Civiltà Cattolico-Romana e gli sviluppi italy-oti post 1945, che chiariscono più e meglio il ruolo complementare del comunismo rispetto al Sistema globalista plutocratico massonico… https://bibliotecafascista.org/2022/05/20/in-primis-consapevolezza/

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Più che di radicalismo parleremmo di… progressivo sradicamento!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Mimma ha detto:

    Grazie dott. Formicola.
    Se avessi avuto in giovinezza maestri come Lei, non avrei commesso gli errori che ho commesso.
    Sono settantenne e siciliana.
    Nella giovinezza ho militato a sinistra , pur restando cattolica praticante. Ora mi vergogno di ciò, che riconosco profondamente contraddittorio, e vado chiedendo perdono a Dio e agli uomini, perché solo ora si sono rivelati contemporaneamente il lungo inganno dei Comunisti abilissimi manipolatori di menti e coscienze e la stoltezza dei Cattolici italiani.
    ( Il Maestro ci aveva avvertiti sull’astuzia dei figli delle tenebre e la necessità di imitarli! )
    Era stata una scelta fatta proprio per sentirmi coerente con la mia fede: capisce il dramma ossimorico?
    Da queste parti, la DC era compromessa con le mafie, con Il farisaismo clericale, col nepotismo e il clientelismo più sfrontati. I problemi della gente erano filtrati dalle segreterie. Gli altri alla malora.
    Il Cristianesimo era poco più che un simbolo sulla bandiera.
    Il PC , al confronto, sembrava pulito.
    Scaltramente neutrale nei confronti dei credenti, peraltro molto confusi dal Concilio recente e innovativo, ai quali “tendeva la mano ” , poteva vantare i famosi patti agrari, con il riscatto dei contadini dai soprusi feudali e la divisione delle terre, con il miglioramento, innegabile anche a vista, delle condizioni di vita di tutti gli sfruttati.
    Le gelsominaie di Milazzo, ancora negli anni settanta, lavoravano scalze nel fango della notte.
    Un sindacalista comunista ottenne per loro condizioni più umane e per sé stima e affetto imperituri.
    Lddove la sinistra era debole o assente, il popolo versava in condizioni penose.
    A Messina interi quartieri erano baraccopoli, demolite solo in questi nostri giorni, dove la miseria materiale generava quella morale . Per me adolescente erano un’accusa implacabile al sistema imperante di cui mai avrei voluto essere complice.
    Risultano pertanto imperdonabili per me, a causa di fatti storici come questi, la cecità democristiana e il lassismo autoreferenziale dei chierici. Loro hanno dirottato me e tanti giovani come me, quasi tutti i miei amici e conoscenti, lungo gli anni settanta e ottanta, verso i partiti di sinistra e verso i Radicali. Leggere ora che la Democrazia Cristiana era l’incarnazione del Modernismo dà ragione alle mie intuizioni giovanili ,in quanto conferma le contraddizioni che coglieva sebbene confusamente,in quel periodo.
    Certo non.mi consola, dal momento che ho corso un grande pericolo da cui mi ha liberata il Signore.
    La responsabilità di averci buttato nelle braccia del ‘ 68 é anche della DC.. Eravamo troppo vicini alla fine della guerra per renderci conto di certe verità storiche e nessuno a scuola ce le poteva illustrare. Persino le suore e i preti inneggiavano al Risorgimento quando frequentavo le medie e nessuno osava nominare i massoni padroni di tutto.
    I nostri genitori erano giovani sopravvissuti al gran macello, con negli occhi ancora gli orrori dei bombardamenti e negli orecchi le grida dei moribondi e l’allarme della contraerea.
    Onore a Loro, che han fatto sacrifici per averci dato più che loro non avessero avuto e per averci evitato un’altra guerra.
    Capisco bene Il suo assunto, dott. Formicola e ne condivido le conclusioni : il sacrificio dei Cristiani Spagnoli e Messicani ha preservato tutti noi dall’avanzata dei Sovietici.
    Forse davanti ai carri armati gli italiani avremmo aperto gli occhi e sventato la trappola? Forse non avremmo avuto il più grande partito comunista d’Occidente. Forse… La Storia non ammette i forse e i se.
    Ma oggi, a che punto sono quelle due grandi Nazioni nella Fede? Molti levano come insegna Guernica!
    Non mi pare che si trovino in posizione migliore dell’Italia o della Francia o del resto del mondo.
    Il sacrificio dei Cristeros non ha partorito olro un’era migliore della nostra e duole vedere la degenerazione dei cattolicissimi spagnoli.
    Satana purtroppo imperversa dappertutto con eguale ferocia. Confidiamo solo in Dio.

    • Giovanni Formicola ha detto:

      Gentile Signora Mimma,
      La ringrazio di vero cuore e posso solo dirLe che condivido totalmente quel che Lei scrive.
      Grazie ancora e un caro saluto
      Giovanni Formicola