Crepuscolo. Lettere dalla Crisi della Chiesa. Di Aldo Maria Valli e Aurelio Porfiri.
2 Luglio 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra opportuno portare alla vostra attenzione questo libro scritto a due mani da Aldo Maria Valli e Aurelio Porfiri. Qui sotto trovate una breve scheda. Buona lettura.
§§§
Aurelio Porfiri, Aldo Maria Valli
CREPUSCOLO
Lettere dalla crisi della Chiesa
Uno scambio di lettere fra Aurelio Porfiri ed Aldo Maria Valli, già autori insieme di “Sradicati” e “Decadenza”, per parlare della crisi della Chiesa. Questo testo quindi completa la trilogia dei due autori.
Uno scambio sincero, non astioso, in cui i due autori tentano di capire quale possa essere una via di uscita possibile, se ne esiste una.
Aldo Maria Valli dice all’inizio: “Cala il numero delle persone che si recano in chiesa, calano vertiginosamente le vocazioni, diminuiscono coloro che credono nella vita eterna e nella risurrezione. L’abc della fede si sgretola giorno dopo giorno: una crisi profondissima, ben più grave e sostanziale di quella determinata dagli scandali di natura sessuale o economica che hanno per protagonisti uomini di Chiesa. Certi fenomeni, come il “cammino sinodale” tedesco, anziché testimoniare una residua vitalità sono il sussulto di un corpo agonizzante”. Aurelio Porfiri aggiunge poco più avanti: “Io qui non contesto che alcuni sacerdoti possano preferire la Messa di Paolo VI, ma aver instillato il disprezzo per ciò che c’era in precedenza mi è sembrato un colpo da maestro. Se io visitassi una famiglia dove i figli odiano i genitori, direi che quella famiglia è finita. E avendo visto questo atteggiamento ben diffuso nella Chiesa di oggi, ho capito che a viste umane occorre, con Ernst Jünger, “passare al bosco”,
prendere esempio dai claustrali che influiscono sulle cose umane con l’arma della preghiera, mentre intorno vengono giù i calcinacci”.
Un testo in cui si affrontano tanti temi, pubblici e privati, senza remore di aprirsi e di mostrare le proprie debolezze e fragilità.
Un testo di amore alla Chiesa, e che si spera così venga compreso.
Link per il book trailer: https://youtu.be/
Link per l’acquisto: https://www.
§§§
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Tag: crepuscolo, porfiri, valli
Categoria: LIBRI
Insomma il lucus, cioè la “radura” nel bosco, ci dice di quel fondo dell’anima che è, appunto, “rado”, ossia libero dalla compattezza degli elementi che occupano il “bosco”. Sicché nel bosco non può penetrare la luce come invece avviene nella radura.
La radura rimanda, fra l’altro, all’eckhartiano «fondo dell’anima» che
«indica innanzitutto il “luogo” della conoscenza di sé, nel quale scompaiono gli elementi accidentali e troviamo la nostra vera essenza, il nostro vero Sé; ma nello stesso tempo è il “luogo” della scoperta della realtà ultima, che è Dio. Nel pensiero di Eckhart l’essenza dell’anima non è l’inconscio, ma, al contrario, la ragione, il Logos. Scopriamo il «fondo dell’anima» attraverso il distacco — l’operazione, morale e intellettuale insieme, che conduce dall’anima allo spirito, dal determinismo alla libertà: in effetti, il «fondo dell’anima» è lo spirito, sintesi di intelletto e volontà, pienezza dell’umano. L’itinerario verso il “fondo dell’anima” si configura cosí, da un lato, come la piú autentica analisi, capace di penetrare nel profondo del soggetto, scavando attraverso tutti i suoi legami; dall’altro però costituisce il cammino verso l’alto, secondo il precetto della sapienza classica, che ammoniva: «conosci te stesso e conoscerai te stesso e Dio», e in armonia con l’esperienza spirituale cristiana, per cui «Dio mi è piú intimo di quanto io lo sia a me stesso» (marcovannini.it/edizioni).
Interessantissimo anche il motivo della metamorfosi della quercia, che fa pensare alla trasmutazione dell’ “uomo vecchio” in “uomo nuovo” operata dalla Luce.
Matto,
molto bello! Stai battendo ai punti molti maestri di Apologetica.
Però ora mi spieghi come concili – nella simbologia- una radura illuminata dalla luce con un tronco di quercia caduta ( eh! il vecchio Pascoli ) in cui la metamorfosi della ” sostanza ” avviene biologicamente e ” sotto-corteccia”, e dove il corpo apparentemente morto dell’albero è in realtà vivo, diversamente da prima ma forse con l’intensità di prima?
Eh … carissima Adriana, tu mi sopravaluti!
Posso risponderti da … Matto:
quel “diversamente” che riferisci alla quercia non più quercia ma sempre quercia (concedimi questo ricorso di sapore zen) è la chiave. Ciò che muore (perché è nato!) costituisce pur sempre la materia del labor e dell’oratio: infatti l’essere umano, anche se non lo sa, è un laboratorio di trasmutazione (siamo qui in odor di alchimia).
Un passo del Vangelo che, per me, è stato ed è “sfruculiante” è quello del famoso chicco di grano che, sì, è nato, ma ha da morire per rinascere come spiga. Però il chicco muore non del tutto, poiché “trasmuta” in spiga, ciò, tra l’altro, indicando come soltanto la vita sia reale e la morte soltanto un passaggio (necessario).
Il chicco muore ma non del tutto perché, come nell’uomo, anche al fondo di esso v’è … la radura ove penetra la Luce trasmutatrice, con una differenza diciamo così “operativa” rispetto all’uomo: nel chicco il processo trasmutativo ha luogo con spontaneità, mentre l’uomo tale spontaneità la deve ritrovare, come si dice, “lasciando la presa”, ovvero lasciando da parte tutto quello che sa. Il chicco non “ragiona”, non “riflette”, non ha una testa piena di informazioni, quindi dalla Luce esso è immediatamente ucciso e risuscitato come spiga.
Mi sono arrabattato nel risponderti. Spero di esserci riuscito almeno un pochino.
Ben detto, siamo sempre li’ : – le varianti infinite dello stesso tema che intrecciano le anime, le vite e i destini degli uomini da sempre – per trovare lo Spirito, Dio , l’ Anima del mondo ecc…, in ogni religione, occorre fare il vuoto, rinunciare alla materia, all’hyle, in fondo a se stessi, solo cosi’ si puo’ aprire lo spazio, il lucus, alla Luce.
Piccola precisazione, ” Dio mi è piú intimo di quanto io lo sia a me stesso” e’ una frase del piu’ grande genio che la provvidenza di Cristo ha mandato sulla terra, sant’ Agostino.
Grazie, Lei riesce sempre a suscitare interesse e riflessioni.
😊
Caro Matto, una puntualizzazione necessaria altrimenti si fa confusione, , il lucus non era il bosco ma la radura del bosco in cui poteva penetrare la luce e quindi lo Spirito.
Aristotele chiama la materia “hyle” , bosco, legname, il luogo dove lo spirito fa piu’ fatica ad entrare.
Singolare e illuminante poi che il Poeta racconti che ” nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva (bosco, Hyle, materia) che la diritta via ( della spiritualita’ ) era smarrira.”… senza conoscere, Dante, il greco !.
Lo spirito santo, Atti, parla a tutti con un linguaggio senza lingua. La lupa, l’avidita’, che poi gli compare conferma che il lupo non e’ la luce ma l’ amore per la materia.
Un caro saluto.
👍
Ma, secondo i commenti del prof. Mathieu, hyle indica la quercia. Ovvero la quercia morta ( per vari motivi ) e che, grazie agli insetti ed altre creature, possiede una sua vita di trasformazione, di metamorfosi che non è manicheisticamente separata dalla vitalità dello spirito.
Interessante Adriana , grazie…. ma sono debitore ad Attilio Mordini per l’interpretazione di hyle come legname , selva, materia….sia per un fatto “estetico”, ogni formulazione del pensiero che non sia bella non e’ “vera”, sia per ragioni filosofiche…. l’interpretazione di Mathieu mi suona di ilozoismo, e questo e’ lontano da Aristotele.
Luca Antonio,
Interpretazione della verità che mi ricorda quanto scrisse Stephen Hawking sulla ” eleganza” ( veritiera ) di certe formulazioni matematiche…eppure la scienza nel suo complesso procede per successive e molteplici esperienze.
Permettimi di nutrire dubbi sull’ilozoismo di Mathieu del quale rammento un suo corso sulla poesia ” angelica ” di R. Maria Rilke.
Quanto ad Aristotele, mi sembra traviante fargli dire quello che non intendeva dire.
Le opinioni sono però libere, anche se si fondano sul senso misconosciuto dell’olfatto, senso per fortuna” rivalutato ” anche se scandalosamente nel ” Profumo ” di P. Suskind.
“Permettimi di nutrire dubbi sull’ilozoismo di Mathieu ..”, permesso certamente accordato !, Adriana, visto che mi riferivo alla singola frase e non al suo pensiero complessivo.
Su Aristotele concordo che e’ un prendersi delle licenze poetiche, ma ormai il mondo ormai e’ cosi’, diciamo, “arbitrario” …. e poi se tale licenza possa servire per far giungere ad altri “topos” … ben venga.
Del resto se – legittimamente, la storia della filosofia e’ li’ a conferma – Kant ha fondato la sua filosofia partendo dal piu’ disonesto di tutti i filosofi , Hume, e Nietzche – la cui ombra, come dice egli stesso di se’ , sovrasta i tempi – ha letteralmente “inventato” , ignorando ogni seria filologia, le categorie di apollineo e dionisiaco per sprofondare l’uomo nella materia e proclamare, con la sintesi di Freud, il disagio della civilta’, ….cercare di ricordare che il destino umano e’ “lassu'” sfruttando financo Aristotele, nel gioco inesauribile delle idee, non puo’ essere ritenuto altrettanto legittimo 😉?.
Un caro saluto.
Luca Antonio,
risposta ” corretta ” ( non devozionistica ed inoltre spiritosa ).
Licenza consolatoria per licenza consolatoria, per me Nietzche è soprattutto un grande poeta.
Errata corrige:
Caro Porfiri,
come scrivo da tempo “passare al bosco” è l’unica opzione. Il cd. mondo cattolico è un corpo agonizzante, autoreferenziale e inquietante come il Castello di Kafka.
Tanto per cominciare se non appartieni ai salotti dorati di questo bel mondo (pseudonobili, imbucati alla Rai e mi fermo per carità di patria) non puoi mettere su famiglia. Le mail dei movimenti pro vita, in sé lodevoli, evocano anche pensieri di salotti e nepotismi.
Se invece hai la vocazione meglio trovarti un eremo, perché appena c’è il minimo sentore che aderisci alla fede di sempre ti praticano la rieducazione in stile nordcoreano, che si conclude con trasferimenti in Congo se va bene, altrimenti chitarre a Messa sempre in Congo.
Il “passaggio al bosco” è solo la prima tappa di un cammino, che porterà alla sopravvivenza della Chiesa in a zone remote e arretrate del pianeta (Europa non esclusa) mentre l’intera nomenklatura di conferenze episcopali, movimenti pseudocattolici e residue bolle di potere si scioglierà come neve al sole.
Concludo dedicando noti ma dimenticati versi a personaggi purtroppo autorevoli, che ancora si sperticano a difendere le magnifiche sorti e progressive che stanno annientando la Chiesa:
Con usura non v’è chiesa con affreschi di paradiso
harpes et luz
e l’Annunciazione dell’Angelo
con le aureole sbalzate,
Nessuna chiesa di pietra viva firmata: Adamo me fecit.
Usura soffoca il figlio nel ventre
arresta il giovane drudo,
cede il letto a vecchi decrepiti
si frappone tra i giovani sposi
CONTRO NATURA
Senza dimenticare l’apostata ufficiale di questo bel sito:
“Ad Eleusi han portato puttane”
Caro Porfiri,
Come scrivo da tempo “passare al bosco” è l’unica opzione. Il cd. mondo cattolico è un corpo agonizzante, autorefereziale e inquietante come il Castello di Kafka.
Tanto per cominciare se non appartieni ai salotti dorati di questo bel mondo (pseudonobili, imbucati alla Rai e mi fermo per carità di patria) non puoi mettere su famiglia. Le mail dei movimenti pro vita, in sé lodevoli, evocano anche pensieri di salotti e nepotismi.
Se hai la vocazione meglio trovarti un eremo, perché se c’è il minimo sentore che aderisci alla fede di sempre ti praticano la rieducazione in stile nordcoreano,
che si conclude con trasferimenti in Congo se va bene, altrimenti chitarre a Messa sempre in Congo.
Il “passaggio al bosco” è solo la prima tappa di un cammino, che porterà alla sopravvivenza della Chiesa in a zone remote e arretrate del pianeta (Europa non esclusa) mentre l’intera nomenklatura di conferenze episcopali, movimenti pseudocattolici e residue bolle di potere.
Concludo dedicando noti ma dimenticati versi a personaggi purtroppo autorevoli, che ancora si sperticano a difendere le magnifiche sorti e progressive che stanno annnientando la Chiesa:
Con usura
non v’è chiesa con affreschi di paradiso
harpes et luz
e l’Annunciazione dell’Angelo
con le aureole sbalzate,
Nessuna chiesa di pietra viva firmata: Adamo me fecit.
Usura soffoca il figlio nel ventre
arresta il giovane drudo,
cede il letto a vecchi decrepiti
si frappone tra i giovani sposi
CONTRO NATURA
Senza dimenticare l’apostata ufficiale di questo bel sito:
Ad Eleusi han portato puttane
<>
In passato – perché suppongo che si avvertisse anche in passato la necessità di fuggire e ritirarsi dal mondo per guardarsi dentro e cercare Dio – avremmo potuto far tutto ciò in qualche imponente e maestoso monastero benedettino, o simili.
Ma oggi…
Rispondevo al Matto.
Un altro (apparente) paradosso della… ”Chiesa de oggi” (mi chiamo Signor Brega non per caso), e spesso rilevato e descritto dal prof. Gnerre, è la spiritualizzazione del Cristianesimo come conseguenza dell’abbandono dell’insegnamento della dottrina morale da parte del clero.
Per la serie: vabbè, fornica pure (ossia, fa’ le tue ”zozzerie”) col corpo, l’importante è che, con l’anima, tu voglia sempre bene a Gesù.
Ma…lukos in greco significa lupo ( Apollo lukos , in Arcadia gli offrivano sacrifici umani.).
Etimo Luce: dalla radice LUK – LUC (da cui LUCUS, BOSCO) splendere […] che spicca nel greco lyc-nos lucerna, lampada, occhio; leikòs splendido, limpido; lyke alba.
C’è uno stretto legame fra Lyke/Luce e Lykos/Lupo. Nella mitologia nordica il lupo fa da tramite con la Luce primordiale. Il Valhalla ha la porta fatta di pelle di lupo. Lykauges è l’aurora o “luce dei lupi”.
In Grecia, Apollo, dio del sole, è il Lykaios, da lykos/lupo. Il lykaion è il bosco in cui sorgeva il suo tempio.
Poi c’è il rovescio della medaglia (attualissimo):
«Cappuccetto Rosso è la luce, l’essere, il bene; il lupo è la tenebra, il non essere , il male, e quindi il principe del caos […] Il senso profondo della fiaba di Cappuccetto Rosso è quello di un momentaneo sopravvento del non essere sull’essere, delle tenebre sulla luce, del male sul bene, simile al sopravvento del lupo Fenris sugli asi nel crepuscolo degli dei per i germanici; e, nella versione dei fratelli Grimm, il cacciatore, che con la sua scure sventra il lupo, è anche figura della redenzione finale e del trionfo del bene e dell’essere» (Attilio Mordini, Dal mito al materialismo).
Ciao. 😉
Ciao,
ti ringrazio…con questo caldo hai fatto il lavoro che non mi sentivo di fare ( e che speravo tu facessi: potere dell’induzione ) :-).
Ora ti passo un’altra informazione su cui meditare e da interpretare: lupo/ cane, Cerbero e non solo…Nella più antica versione di Amleto/ Amlodi, egli si accompagna a un cane nero ( lupo?) che gli farà anche da guida per l’aldilà…non dimentichiamo gli egiziani Anpu/Anubi e Upuaut ossia l'” apritore di vie “.
🙏
Cose dette ridette fino al vomito ma ” satanello ” è sempre seduto saldamente su un water dell’hotel santamarta e pontifica
Questa di Pessoa, poi, è profondissima e stupenda!
“Siediti al sole. Abdica e sii re di te stesso” (da: Una sola moltitudine).
“Prendere esempio dai claustrali che influiscono sulle cose umane con l’arma della preghiera, mentre intorno vengono giù i calcinacci”.👏👏👏👏👏
Ovvero: “passare al bosco” della Contemplazione, del Grande Silenzio. Separarsi metodicamente, ogni giorno, ad orari fissi, da “questo mondo”.
Fare di un angolo della propria casa, una radura nel bosco, un lucus (dall’indogermanico LEUK: luce) ove non giungono le tossiche ombre di “questo mondo”.
Restare muti alla presenza della Presenza.
Insomma una medicina allopatica; “contraria contrariis curantur”.
E’ assai probabile che non vi sia alternativa.