Deotto. La Triste Decadenza de Il Giornale di Montanelli. Quantum Mutatur ab Illo…
30 Giugno 2022
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, mi sembra opportuno portare alla vostra attenzione – se non l’aveste già letto – questo articolo di Paolo Deotto, che prende atto della triste trasformazione di quello che è nato come un giornale libero in un pedissequo strumento dell’informazione di regime, al servizio degli interessi politici ed economici dei suoi padroni, in una vertiginosa discesa di qualità e credibilità. Purtroppo è un processo che vale per la maggioranza dei quotidiani, dal Corriere a Repubblica alla Stampa al Messaggero, ma nel Giornale, nato sotto premesse diverse, appare con maggiore limpidezza. Buona mesta lettura.
§§§
Per Il Giornale dissentire dalla linea governativa sulla guerra in Ucraina è “follia”.
Era il 24 giugno 1974 quando nelle edicole uscì il primo numero del Il Giornale, il nuovo quotidiano diretto e fondato da Indro Montanelli. Chi non è più giovane, come il sottoscritto, ricorderà che in quegli anni iniziava quel processo di appiattimento dell’informazione, che avrebbe portato il primo quotidiano d’Italia, Il Corriere della Sera, a divenire portavoce di quel mondo felicemente definito proprio da Montanelli come “radical chic”. La proprietà del Corriere, nella persona della Contessa Giulia Maria Mozzoni Crespi, con il licenziamento del direttore Giovanni Spadolini e la sua sostituzione con Piero Ottone, attuò quella “svolta a sinistra” che spinse Montanelli a lasciare il Corriere, assieme a un gruppo dei più qualificati collaboratori, e a fondare “Il Giornale”, che fu per lunghi anni una voce libera in un panorama giornalistico che si faceva sempre più grigio e uniforme.
I tempi cambiano, cambiano le persone… e oggi, lo scrivo con vero rammarico, dobbiamo constatare giorno per giorno come Il Giornale, sotto la direzione di Augusto Minzolini, sia divenuto un obbediente Organo di Regime.
Lo aveva già dimostrato ampiamente nelle cronache della cosiddetta pandemia e ora lo riconferma nel nuovo argomento su cui bisogna essere tutti d’accordo, disciplinati e nel coro: la guerra in Ucraina.
Sul Giornale.it di oggi abbiamo letto un titolo interessante, a firma di Pasquale Napolitano: “Ultima follia alla Camera: il convegno filo-putiniano” (https://www.ilgiornale.it/news/politica/ultima-follia-camera-convegno-filo-putiniano-2046640.html ).
La partenza è più che chiara: se c’è un “qualcosa” in cui si parli bene – o almeno non malissimo – di Putin, non può essere che una “follia”.
Leggiamo allora l’articolo e apprendiamo che alla Camera dei Deputati si terrà, il 6 luglio, un convegno-dibattito intitolato Guerra e Pace. “Alle 18 tutti precettati”, scrive Napolitano. E già questa è la prima balla, perché ovviamente si tratta di una libera iniziativa degli organizzatori dell’incontro, a cui nessuno è obbligato a partecipare.
E quanto agli organizzatori, Il Giornale ci fa sapere che si tratta dei deputati Granato, Cabras e Costanzo, che hanno espresso, che orrore!, posizioni in contrasto con quelle governative sulla guerra in Ucraina e addirittura, doppio orrore!, posizioni anti-Nato.
Gli organizzatori dell’evento sono anche così sfacciati da dire che: «A oltre quattro mesi dall’inizio dell’operazione speciale militare in Ucraina secondo la versione russa o invasione secondo la speculare versione euroatlantica cominciano a emergere le prime avvisaglie di una frattura all’interno del cosiddetto fronte occidentale che si riflette nelle società civili dei vari paesi europei».
Questo fa fremere di sdegno l’articolista che, turbato, scrive: “E dunque, per i promotori dell’incontro, ospitato in Parlamento, l’invasione russa viene derubricata a ‘speculare versione euroatlantica’”.
Quindi, sintetizzando:
- È difficile comprendere perché il convegno sia necessariamente “filo-putiniano”. Perché mette a confronto due definizioni, quella di “Invasione” e quella di “Operazione speciale militare”?
- O è anche grave dire quello che vediamo tutti, ossia che ci sono fratture nel cosiddetto fronte occidentale?
- O è anche grave, da parte dei promotori del convegno, avere espresso opinioni contrarie alla linea governativa e alla linea della Nato?
- Quindi, dobbiamo dedurre che per Il Giornale il ruolo dei parlamentari è solo quello di ratificare le decisioni governative. Chi dissente, chi discute, va additato al pubblico disprezzo.
E così un Convegno, che non è di apologia né d’una né dell’altra parte in conflitto, si può tranquillamente definire come “Follia”.
Dibattere, discutere, non essere per forza tutti d’accordo con il Pensiero Unico, questo per Il Giornale è “Follia”.
Ma Indro Montanelli non si rivolterà nella tomba?
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Tag: arengario, deotto, giornale
Categoria: Generale
Due articoli recenti di Blondet assolutamente fuori tema.
Chi non ha tempo basta legga l’ultima frase dell’ultima citazione.
https://www.maurizioblondet.it/george-soros-prende-spende-per-i-media-ispanici-votano-per-trump-non-per-biden/
-George Soros è un esperto nell’arte di apportare lentamente ma costantemente cambiamenti alle politiche negli Stati Uniti, perché comprende che il grande cambiamento avviene a livello locale.-
-George Soros opera in modo diverso dalla maggior parte dei donatori politici miliardari. Si concentra principalmente sulle razze e sulla politica locali, cercando di innescare un cambiamento a livello di base, che richiede più tempo ma ha effetti più profondi e duraturi.-
-Quando George Soros investe denaro nel cambiamento locale in America, seguono necessariamente due cose: il successo, dal punto di vista di Soros, e il disastro.-
Nessuna relazione.
https://www.ilgiornale.it/news/politica/quellincontro-palazzo-chigi-soros-e-premier-gentiloni-1392744.html (3 maggio 2017)
https://www.ilgiornale.it/news/politica/spread-rivelazione-monti-soros-mi-chiam-nel-2011-1585779.html (2018, rif. 2011)
https://www.repubblica.it/economia/2022/05/24/news/soros_scrive_a_draghi_sia_leader_di_un_negoziato_europeo_piu_incisivo_sul_gas_russo_prima_del_prossimo_inverno-351082566/ (24 maggio 2022; “Draghi Soros il Giornale” non ha dato risultati)
https://www.maurizioblondet.it/linfluenza-di-bill-gates-sui-media-di-tutto-il-mondo/
-Ad esempio, MintPress cita una collaborazione tra la fondazione e il gruppo mediatico americano ViacomCBS. Secondo vari resoconti dei media, la Gates Foundation ha pagato ViacomCBS per trasmettere informazioni e spot pubblicitari sulla sua programmazione, che include canali come CBS News, MTV, VH1, Nickelodeon e BET. Questa influenza si è estesa fino a includere trame in serie TV popolari come Emergency Room e Law & Order che sono state adeguate nell’interesse della fondazione. Gli script sono stati adattati per includere “contenuti educativi” sulla salute pubblica e la diffusione delle malattie infettive. Inoltre, la fondazione ha finanziato progetti per “promuovere la collaborazione tra esperti medici e scrittori e produttori televisivi”.-
-Vent’anni fa, i giornalisti hanno visto la prima incursione di Bill Gates nella filantropia come un modo per arricchire la sua azienda di software o come un esercizio di pubbliche relazioni per salvare la sua reputazione offuscata dopo gli anni di battaglia antitrust di Microsoft con il Dipartimento di Giustizia. Oggi, la fondazione è per lo più oggetto di profili morbidi ed editoriali luminosi che descrivono in dettaglio il suo buon lavoro. Lo stesso Guardian che vent’anni fa ha accusato Gates di agire per tattiche di pubbliche relazioni ha recentemente soprannominato il fondatore di Microsoft un “santo”.-
Nessunissima.
https://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/gentiloni-incontra-gates-alla-farnesina-8ed1a410-5f46-4f02-b6fa-838ecbb5abf8.html (12 novembre 2014; il linguaggio dei corpi dice tutto)
https://www.nogeoingegneria.com/news/bill-gates-incontra-draghi-monti-e-tedros-a-roma-va-in-scena-il-conflitto-dinteressi-mondiale/ (21 maggio 2021)
https://www.agensir.it/quotidiano/2021/7/19/commissione-europea-bruxelles-bill-gates-incontra-ursula-von-der-leyen-gentiloni-e-kyriakides-per-collaborazioni-su-future-crisi-sanitarie-incubatore-hera-transizione-verde/ (19 luglio 2021)
https://www.ildistillato.it/show_article.php?id=133 (qui e ora)
Appendici facoltative di ricerca, riflessione e incavolamento.
“Radicali Soros” – “Radicali referendum finanziamento pubblico partiti”.
https://twitter.com/cacciaramarri_z/status/1542138347749101572 – https://en-m-wikipedia-org.translate.goog/wiki/Disney_and_LGBT_representation_in_animation?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc (storia di quarant’anni: sono attirati dai bambini come il ferro dalla calamita)
Domanda: ma ‘sti “santi” e i loro consustanziali, di preciso, chi l’ha chiamati sui calli nostri?
anche Berlusconi tiene famiglia (e azienda…). Di questi tempi….
Condivido la linea di fondo dell’articolo.
Due osservazioni, forse un po’ fuori tema:
la definizione “radical chich” mi risulta coniata da Pasolini;
Montanelli è stato un grande giornalista (anche perché scriveva, da toscano, con un italiano forbito ma accessibile e tagliente, non scimmiottava il “basic english” di presunti cosmopoliti di provincia); ma ha anche lui ombre molto significative riguardo l’indipendenza di giudizio:
si unì alla vulgata delle sette sorelle per denigrare Enrico Mattei che, facendo crescere una piccola società ereditata dal fascismo, si permetteva di fare concorrenza alle sette sorelle che costituivano il cartello del petrolio, sconvolgendo equilibri geopolitici ereditati dal colonialismo protestante e dando importanza all’Italia in politica estera, nonostante la sconfitta della II guerra mondiale.
Certo, Montanelli aveva sicuramente ragione nell’individuare nelle “donazioni” di Mattei ai partiti una delle cause della corruzione, ma se la democrazia in Italia era bloccata e non c’era concorrenza in politica non era certo colpa sua o dei partiti di maggioranza; inoltre non è che le sette sorelle e le altri grandi multinazionali non facessero di più e di peggio per supportare cause che nulla avevano a che fare col bene comune.
Senza l’Eni, tanto infangata dal Corrierone e da lui, non ci sarebbe mai stato il miracolo economico italiano: ricordo che durante tale periodo “l’Italietta” di presunta sottocultura “cattolica” vide crescere il PIL del 130% contro il 30% di Francia ed Inghilterra, che disponevano di maggiori ricchezze naturali e colonie.
In gran parte questi gioielli di famiglia sono stati depredati dalle multinazionali angliamericane. Significativamente ci è rimasta l’ENI.
Caro Deotto, forse necessario stupirsi di tali orientamenti ma, a parer mio, ancora più necessario prendere atto del fallimento della cosiddetta seconda repubblica, che ci ha regalato l’ alternanza tra la cd destra e la cd sinistra, nell’ambito però del cosiddetto “pilota automatico” (copyright Draghi), cioè del “vincolo esterno” che, da Maastricht in poi, è diventuo sempre più profondo e pervasivo. Occorre ricordare che sulla scelte chiave degli ultimi anni -dall’adesione all’Euro all’accettazione del lockdown, fino all’inserimento in Costituzione del vincolo ambientale- vi è stata una sostanziale unanimità. Ritengo quindi che occorra ringraziare il lockdown perchè ha svelato la debolezza (per non dire di peggio..) di molti politici, specie, ahimè, di quello che fu “il Polo della Libertà” che ha dimostrato di tutelare assai poco la propria ragione sociale e le libertà presenti in Costituzione.
PS Se avessero descritto quel convegno come “filo italiano” -perchè l’interesse geopolitico dell’Italia è difendere il saldo commerciale positivo che aveva con la Russia e l’interesse degli italiani è quello di convivere con la propria strutturale dipendenza energetica forse l’articolo sarebbe sembrato meno efficace…
Da quel dì che in famiglia non si compra più il Giornale. Scaduto completamente nel più assoluto conformismo. Sullo stesso genere dei “giornali più venduti” , come sottilmente dice Francesco Toscano.
Da due anni più che triste decadenza… ci pare rovinoso schianto!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/