La Ricezione Eucaristica. Un Sonetto di Gioacchino Belli.
28 Giugno 2022
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, in questi giorni su SC si parla molto di ricezione eucaristica. Mi sembra opportuno portare alla vostra attenzione queste considerazioni del maestro Aurelio Porfiri. Buona lettura.
§§§
La ricezione eucaristica
Sappiamo bene come l’Eucarestia sia il grande Sacramento della nostra fede, a cui dobbiamo una devozione tutta speciale e chiaramente manifestata. Gli atti di devozione verso di essa non sono mai troppi per rendere esplicito il nostro senso di gratitudine.
Importante quindi anche come riceviamo il Santissimo Sacramento. Nella Messa Vetus Ordo si riceve in ginocchio e sulla lingua mentre nel Novus Ordo si sta in piedi e sempre più è invalso l’uso di riceverLa sulle mano.
In un sonetto del 30 marzo 1836, chiamato La pantomìna cristiana, il Belli si rende osservatore di coloro che ricevono la comunione e, con il suo sguardo ironico, ce ne offre un quadro interessante anche da un punto di vista documentaristico:
Quanno er popolo fa la cummuggnone
Er curioso è lo stà in un cantoncino
Esaminanno oggnuno da viscino
Come asterna la propia divozzione.
Questo opre bbocca e cquello fa er bocchino,
Chi sse scazzotta e cchi spreme er limone,
Uno arza la capoccia ar corniscione
E un antro s’inciammella e ffa un inchino.
E cchi spalanca tutt’e ddua le bbraccia:
Chi ffa ttanti d’occhiacci e cchi li serra:
Chi aggriccia er naso e cchi svorta la faccia.
Ggiaculatorie forte e ssotto–vosce,
Basci a la bbalaustra e bbasc’in terra,
Succhi de fiato e ssegni de la crosce.
Insomma, ci presenta un campionario dei più vari, con persone che alzano gli occhi al cielo, recitano giaculatorie, fanno inchini, chiudono gli occhi e via dicendo. Questa descrizione tra il serio e il faceto del Belli ci fa anche riconsiderare i vari modi in cui ci si deve avvicinare al Santo Sacramento dell’Altare. In esso abbiamo Gesù che si offre per noi. Alessandro Maria Tassoni, un’apologeta dei tempi del Belli, in un suo classico Trattato diceva: “In cotesto tempo dunque di perversione venuto al mondo Gesù Cristo si propone d’illuminare l’universo, nè già si restringe al popolo d’Israele per ritrarre quello solo dal male e purificarlo ma volge lo sguardo a tutte le nazioni, e tutte le vuole rigenerate. Stabilisce di abolire il Giudaismo costituendo alla legge scritta la legge di grazia; stabilisce di distruggere il Paganesimo, mostrarne gli errori, rovesciare i tempi degl’idoli, disgombrare le folte tenebre, in cui gli Ebrei e i Gentili erano involti, e mutare in spirituali e santi uomini mondani e carnali, ed esce del suo ritiro per seguire un disegno che niuno fino a quel tempo avea concepito. La sola divina Sapienza può essere capace di fini sì nobili e sì eccelsi. Non è dell’uomo di elevarsi sì alto; Gesù Cristo fino dal primo momento del suo ministero annunzia la sua missione per salvare il mondo, e che il culto del vero Dio non sarebbe più riconcentrato in Gerusalemme, ma sparso e diffuso per tutta la terra. Nella corruzione universale essendo il lume naturale in gran parte spento e la ragione offuscata, egli è che forma un sistema di religione santissimo, unisono, coerente, legato in tutte le sue parti, quanto che i migliori filosofi niuna connessione avevano nelle loro idee, niun accordo nei loro dettami. Qui Dio è proposto come il principio e fine di tutto; la gloria di Dio, la santificazione degli uomini è lo scopo e la meta della religione cristiana”. Nel Santissimo Sacramento noi prima di tutto ci apprestiamo a dare gloria a Dio rendendogli quello che gli è dovuto e in questo modo prepariamo i mezzi per la nostra personale santificazione.
La maniera in cui ci avviciniamo all’Eucarestia anche segnala il modo in cui noi aderiamo a questa suprema visione del Cristianesimo e non banalizziamo un atto che dovrebbe farci tremare i polsi. La descrizione umoristica del Belli ci dice una verità molto seria, che cioè ognuno può cercare modi diversi per manifestare la propria devozione eucaristica, ma che per trovarli vanno appunto cercati e non va dato per scontato questo grande e tremendo mistero.
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Tag: belli, comunione, porfiri
Categoria: Generale
“E cchi spalanca tutt’e ddua le bbraccia: …
Basci a la bbalaustra e bbasc’in terra,”
Se lo legge qualche tradizionalista doc, con la scusa del “si è sempre fatto così”… e col pretesto delle briciole per terra… e in assenza ormai di balaustre… ne vedremo delle belle.
Il buon Belli:
“La Madonna Tanta Miracolosa”
Oggi, a fforza de gómmiti e de spinte,
Ho ppotuto accostamme ar butteghino
De la Madonna de Sant’Agustino,
Cuella ch’Iddio je le dà ttutte vinte.
Tra ddu’ spajjère de grazzie dipinte
Se ne sta a ssede co Ggesù bbambino,
Co li su’ bbravi orloggi ar borzellino,
E ccatene, e sscioccajje, e anelli e ccinte.
De bbrillanti e dde perle, eh ccià l’apparto:
Tiè vvezzi, tiè smanijji, e ttiè ccollana:
E dde diademi sce n’ha er terzo e ‘r quarto.
Inzomma, accusì rricca e accusì cciana,
Cuella povera Vergine der Parto
Nun è ppiù na Madonna: è na puttana.
Là, suonano a doppio. Si sente,
qua presso, uno struscio di gente,
e suona suona un campanello
sul dolce mezzodì.
Si sente una lauda che sale
tra il fremito delle cicale
per il sentiero, ove il fringuello
cauto via via zittì
E passa un branchetto. . . Son quelli.
Son poveri bimbi in capelli,
poi donne salmeggianti in coro,
O vivo pan del ciel! . . .
È un vecchio che parte; e il paese
gli porta qualcosa che chiese,
cantando sotto il cielo d’oro:
O vivo pan del ciel! . . .
qualcosa che in tanti e tanti anni,
cercando tra gioie ed affanni,
ancora non potè riporre
da portar via con sè.
E gli altri si assidono a mensa,
ma egli ancor cerca, ancor pensa
al niente, al niente che gli occorre,
a un piccolo perchè,
nel piccolo passo, ch’è un volo
di mosca, ch’è un attimo solo. . .
Quel giorno anche per me, campane,
sonate pur così,
quel canto, in quell’ora, s’inalzi,
portatemi, o piccoli scalzi,
portatelo anche a me quel pane,
sul vostro mezzodì.
A leggere taluni articoli e commenti si potrebbe pensare che la Chiesa sia formata da due “ali”, attualmente, anzichè da un Cuore solo….E l’una vuole abbattere l’altra con spirito totalmente antievangelico! La qual cosa addolora profondamente.
Così ci si spacca su cose che competono al Ministero Apostolico, dimenticando quanto conti giungere all’Incontro in grazia di Dio!!!
Ma sembra che ciò non conti più e per taluni vale solo “la frettolosa e rumorosa cena condivisa” e per gli altri un apparente rigore liturgico senza la fondamentale sostanza (che sarà mai questa sostanza???)…Cacio senza maccheroni…
Il Rito – pur importantissimo; e chi non lo sa? – deve essere il vestito della nostra Fede e non della nostra vanagloria! Ed accordarsi al nostro agire nella vita di tutti i giorni, non limitarsi a quell’attimo in Chiesa…
Senza conversione personale nessun rito potrà mai salvarci!
Perchè non parlare del Sacramento della Penitenza, ognitanto?!
Quanti “fanno il bucato” regolarmente e dal medesimo confessore per ricevere il meno indegnamente possibile nostro Signore??? Perchè di questo non si parla mai?
Nel “Tribunale della Misericordia” siam lavati nel Suo Sangue ma questo “bagno” chi lo vuol fare? Il Corpo sì ma il Sangue no???!! E mi si passi la pressapocaggine, giusto per rendere l’idea…
Non siamo messi bene e, anzi, la mefitica palude si estende sempre di più…sotto la più pericolosa apparenza di necessario medicamento…
Per il “popolo di dura cervice”, di questo passo, inevitabile il bagno di sangue, purtroppo. Non siamo pronti…
Sacerdoti, Vescovi e Cardinali di buona volontà e santi costumi dovrebbero rispolverare San Juan de la Cruz per difendersi dagli inganni e istruire le anime. Diceva che “non v’è dimonio che non sopporti qualche cosa pur di salvare il proprio onore”…. Entiendes?
Sapere e pensare Chi si va a ricevere. Ma per tutti non si tratta di un Chi. Per molti si tratta di un pezzetto di pane bianco benedetto e se lo mettono in tasca. Come dar loro torto se Gesù ha detto: mangiatene tutti. Tutti quanti, aggiungo io, che siete a conoscenza di tal rito. D’altronde il pane si mette in una sporta e si mangia quando si ha fame. Il pane è per la vita del mondo; senza pane non vive neppure chi lo produce.
E la bella poesia del Pascoli: IL VIATICO, qualcuno se la ricorda?
DALLA PADELLA ALLA BRACE …
Oggi sono centinaia i fedeli che scappano dalle chiese moderniste occupate dalla massoneria ecclesiastica che impone loro la profanazione quotidiana del Sacro Corpo di di Dio con l’obbligo della comunione in mano…
E vengono risucchiati da gruppi SCISMATICI pseudo-tradizionalisti, i cui i sacerdoti (non tutti per fortuna), pur avendo PIENA COSCIENZA che Bergoglio è L’IMPOSTORE privo del Munus Petrinum .. con DELIBERATO CONSENSO celebrano la messa tridentina INVALIDA e gravemente ILLECITA in comunione con L’ERETICO vicario di satana Bergoglio, piuttosto che col legittimo vicario di Cristo Benedetto XVI e pretendono pure che Cristo realizzi attraverso loro il miracolo della TRANSUSTANZIAZIONE!
Nonostante sappiano bene che è VERITÀ DI FEDE che nella messa celebrata senza la COMUNIONE COL PAPA (legittimo) non vi può essere COMUNIONE CON CRISTO, NÉ CON LA SUA CHIESA!
Figuriamoci in comunione con l’eretico vicario di satana.
Ma per questi SCISMATICI le ENCICLICHE di papi come GPII o dell’attuale Benedetto XVI, valgono ZERO. 😭
⬇️
Card. Ratzinger 1977👇
◾La SS. Eucarestia può essere <accostata “solo” NELL’UNITÀ con tutta la CHIESA e con la sua “AUTORITÀ”.
🔴 LA COMUNIONE COL PAPA È LA COMUNIONE CON IL TUTTO, SENZA LA QUALE “NON” VI È COMUNIONE CON “CRISTO”❗️❗❗
http://papabenedettoxvitesti.blogspot.com/2009/07/card-ratzinger-1977-la-comunione-con-il.html?m=1
Joseph Ratzinger nel 1998:
Ogni 🔴"VALIDA" CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA esprime questa UNIVERSALE COMUNIONE con “PIETRO” e CON L’INTERA CHIESA, oppure oggettivamente la richiama », come nel caso delle Chiese che non sono in piena comunione con la Sede Apostolica.
https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19981031_primato-successore-pietro_it.html
VERITÀ di FEDE ribadita anche da papa San GPII:
.. poiché « il Romano Pontefice, quale SUCCESSORE DI PIETRO, è il PERPETUO e VISIBILE PRINCIPIO e FONDAMENTO DELL’UNITÀ sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli »,82 LA COMUNIONE CON LUI è UN’ESIGENZA INTRINSECA DELLA CELEBRAZIONE del “SACRIFICIO EUCARISTICO” .
Di qui la GRANDE " “VERITÀ” " espressa in vari modi dalla Liturgia:
🔴« Ogni celebrazionedell’Eucaristia è fatta in UNIONE non solo con il proprio Vescovo ma anche CON IL PAPA, con l’Ordine episcopale, con tutto il clero e con l’intero popolo.
🔴 Ogni “VALIDA” CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA esprime questa universale COMUNIONE CON PIETRO e con l’intera Chiesa…..
https://www.vatican.va/holy_father/special_features/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_20030417_ecclesia_eucharistia_it.html
Trilussa, che era molto più laico si limitò a scriverne uno che sembrerebbe pensato ad hoc per quanto riguarda le ridicole imposizioni di contrasto al coronavirus, che nelle chiese è assurto a dogma di fede, specialmente durante la celebrazione della Santa Messa, nonostante le acquesantiere restino tuttora piene solo di ragnatele.
LA STRUTTA DE MANO
Quella de dà la mano a chicchessia,
nun è certo un’usanza troppo bella:
te pò succede ch’hai da strigne quella
d’un ladro, d’un ruffiano o d’una spia.
Deppiù la mano, asciutta o sudarella,
quann’ha toccato quarche porcheria,
contiè er bacillo d’una malatia,
che t’entra in bocca e va ne le budella.
Invece a salutà romanamente,
ce se guadambia un tanto co l’iggiene,
eppoi nun c’è pericolo de gnente.
Perché la mossa te viè a dì in sostanza:
“Semo amiconi … se volemo bene …
però restamo a debbita distanza”
(Carlo Alberto Salutri, in arte Trilussa)
E.C.
LA STRETTA DI MANO