Gay Pride. A Milano Due Opportunità di Riparazione.
28 Giugno 2022
Marco Tosatti
Cari amici, riceviamo e ben volentieri pubblichiamo queste informazioni relative al Gay Pride di Milano, e alle ben probabili offese esplicite alla religione che potranno avvenire, sull’esempio di altri “Pride” nelle settimane passate. Buona lettura.
§§§
A Milano due opportunità di riparazione
Nell’ultima settimana di giugno – per i cattolici il mese dedicato al Sacratissimo Cuore – a Milano è in pieno svolgimento il cosiddetto “pride week”, un ricchissimo calendario di iniziative di promozione dell’orgoglio contro natura (concerti, rassegne cinematografiche e teatrali, mostre a tema, presentazioni, conferenze…).
L’iniziativa è stata inaugurata ufficialmente il 16 giugno con la presentazione a Palazzo Marino da parte dei rappresentanti delle realtà promotrici: Arcigay e Coordinamento Arcobaleno (14 associazioni lgbt), sotto l’egida del comune di Milano.
I 17 giorni di celebrazioni culmineranno il 2 luglio con la consueta grande sfilata, quella carnevalata blasfema, ormai fin troppo tristemente nota per soffermarci a parlarne.
Piuttosto voglio far conoscere due iniziative di riparazione che si svolgeranno il giorno antecedente e successivo.
Si tratta del pellegrinaggio notturno organizzato dal Capitolo lombardo della Confraternita di Santiago, che si metterà in cammino il 1 luglio alle 22 dalla Chiesa di Santa Maria Rossa in Crescenzago per arrivare alle 7 in Duomo, con diverse tappe di preghiera lungo il percorso. Per maggiori informazioni si può scrivere a: capitololombardo@gmail.com.
Domenica 3 luglio alle 20:30, invece, in piazza del Duomo alcuni fedeli pregheranno il Rosario di riparazione.
Sono due occasioni privilegiate per rendere un atto pubblico di riparazione, come pubblica è l’offesa contro “quanto abbiamo di più caro nel cristianesimo… Cristo stesso”, come afferma Vladimir Sergeevic Soloviev per bocca dello starets Giovanni nel racconto dell’anticristo (https://messa-innsbruck.onweb.it/it/download/il-racconto-dellanticristo_5d934b45567e3.pdf).
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Tag: GAY PRIDE, riparazione
Categoria: Generale
Aggiungo qui a quanto ho risposto a
IN SINTESI
30 Giugno 2022 alle 07:56
circa la manipolazione ed il moktheròs.
Il moktheròs inoltre aveva ben presente il mito di Eros, non quello da cui deriva “erotismo”, ma quello con la eta greca iniziale H, che gli studiosi come G. Gentile traducono in italiano come Er.
Questo mito era caratteristico della Panfilia e della sua vicina Cilicia in cui a Tarso nacque Paolo che per cultura certamente non lo ignorava. Impossibile o quasi.
Ebbene questo Hros/Er non è altro che un soldato morto in battaglia che dopo 14 giorni ( eresia Quattordecimani?) viene ritrovato cadavere ma ancora incorrotto e viene quindi, come culto vuole, posto sulla pira e dato fuoco.
Ma… improvvisamente risorge e si mette a raccontare di un Giudizio, di un Inferno e di un Paradiso.
Ecco i quattro nuovissimi 1) MORTE 2) GIUDIZIO 3) INFERNO 4) PARADISO.
( Memorare novissima tua et in aeternum non peccabis )
Paolo di Tarso le conosceva già queste cose, ma lui esplicitamente non le ha dette perché convintissimo della sua recita giudaica da cristiano (non gesuano) come testimonia chiaramente Epitteto, aspettava sicuro di salire direttamente da vivente coi viventi cristiani, precedenza ai già estinti, sulla nube, al suono della fatidica tromba, col MARANATHA!
Poi è tutta una manipolazione…. sempre ed ancora umana.
Non faccio altro che confermare Nietzsche, circa la mano umana, quel Nietzsche citato anche da Bergoglio papa nella sua prima enciclica.
Ah! È dal Vaticano che in Atti degli Apostoli si danno più errori del numero delle parole che compongono l’opera. Il testo in mia biblioteca tra gli “exquisiti”.
Nunc adeamus Bibliothecam non illam multis instructam libris sed exquisitis.
Avevo deciso di non rispondere, ma… ha mai letto il cap. 3 del libro della Sapienza? Ecco: ” Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherà.
2 Agli occhi degli stolti parve che morissero;
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
3 la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
4 Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza è piena di immortalità.
5 Per una breve pena riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati
e li ha trovati degni di sé:
6 li ha saggiati come oro nel crogiuolo
e li ha graditi come un olocausto.
7 Nel giorno del loro giudizio risplenderanno;
come scintille nella stoppia, correranno qua e là.
8 Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro.
9 Quanti confidano in lui comprenderanno la verità;
coloro che gli sono fedeli
vivranno presso di lui nell’amore,
perché grazia e misericordia
sono riservate ai suoi eletti.
10 Ma gli empi per i loro pensieri riceveranno il castigo,
essi che han disprezzato il giusto
e si son ribellati al Signore”. Sicuramente mi risponderà che è un libro non presente nel canone ebraico. Tuttavia preesistente a S. Paolo, che sicuramente conosceva perché in lingua greca e, chissà se non riconosciuto canonico anche dagli apostoli e dai promissimi cristiani, come difatti lo è stato dopo Iamnia. Che l’apostolo delle genti possaver usato figure o esempi tratti dalla cultura greca, vedi ad es. l’unità del Corpo e delle membra (Menenio Agrippa), per meglio esporre la dottrina cristiana è un fatto, quanto ad essersi ispirato alla cultura greca per inventare il cristianesimo è una grande BUFALA. Lei parla dei novissimi come se Gesù Cristo non avesse già parlato di morte, giudizio, inferno e paradiso. Paolo era un fariseo e come tale credeva nell’immortalita” dell’anima. Lasci perdere Epitteto che nasce negli ultimi anni di vita di S. Paolo, e legga invece bene le Sacre Scritture dalle quale può trarne tanto beneficio. Et de hoc satis. Dio la benedica
Caro DON PIETRO PAOLO, lasci stare il libro e la sua preesistenza o meno a Pietro o Paolo. E quant’altro. La prego.
Tu mi hai toccato il cuore ( cito a memoria ) quasi eco:
Iustorum animae in manu Dei sunt
Et non tanget illas tormentum malitiae.
Visi sunt autem oculis insipientium mori
Illi autem sunt in pace.
Mi ricorda quando il padre eremita camaldolese don Giacomo del Rio mi chiese se ero stato io a scriverle e farne un quadretto che avevo appeso in un cimitero di un loro famoso eremo!
Posseggo ancora tre foto del 1948 di un funerale di un loro eremita avvolto nel mantello bianco che viene inumato così senza cassa.
Ma la loro Pace veniva dal Dio o dalla simbiosi con la Natura che è quella realtà a cui si riferiva il card. Tettamanzi quando mi diceva ” finché non ritorniamo al Tutto che è Dio”?.
Comunque grazie. Meister Eckart diceva che nessuno ama tanto Dio come chi lo pensa continuamente. E nessuno veramente lo ama se lo ama per l’interesse egocentrico della propria personale salvezza. Ancora grazie, ma lasci stare i libri opera delle mani dell’uomo. Oggi Dio usa il computer perché da sempre conosce il linguaggio della sua mente. Il linguaggio della Natura, la numerazione binaria base due. Domani userà quello quantistico! E poi chissà?
@STILOBATE
Plaudo ai suoi ottimi interventi che qui ho seguito con molto interesse, apprendendo, con gusto, anche diverse cose lontane – per scelta – dai miei abituali orizzonti di pensiero.
In particolare ho apprezzato il commento delle 12.30 di ieri che, con ogni evidenza, mi pare, temo non sia stato compreso rettamente. Un peccato. Forse solo una mia fugace impressione.
Ma al di là di una chiara nonchè feconda esposizione, concettuale o nozionistica che sia, quando non entrambe; è infine il buon esempio – in primis di retta intenzione, e poi semmai di correttezza e di certa virtù (volenti o nolenti, tutto trapela!) – che resta ad edificare e spronare ciascheduno che si lasci da esso interpellare. Io sono fra questi. E oggi la ringrazio.
@ROLANDO
In questa tornata, mi ha ispirato tante cose che vorrei dirle (persino di fare un salto al Teresianum)!
Mi trattengo, per ora.
Avverto l’ostacolo sempre presente tra noi: uomo “psichico” vs uomo “pneumatico”. Sintetizzando imprecisamente. E per suo sommo disgusto.;-)
Alla prossima, carissimo, sottolineando che pur non essendo concordi su nulla (MAI, hahaha), la “veracità” – nel bene e nel male – vince sempre sull’ipocrisia, nelle sue molteplici e sempre deplorevoli forme. Semplicemente perchè dà più di una possibilità, mentre la seconda non lascia scampo…
La sua brutale schiettezza, dunque, una freccia al suo arco: miri a Quel Cuore, però, senza far tutto da sè…
Vorrà almeno (ri)provarci? Con tutte le possibilità e conoscenze che ha, poi?
Con la speranza si ponga maggiormente in umile ascolto. Io con lei!
Saluto!
Concordo sulla corsa sincera, umile, semplice, disinibita, disinteressata alla semplicissima “verità” senza maiuscole ( Oh se potessi dire cose accadute in ambito…. Bocca mia statti zitta, non cascare nel tranello della superbia, tradisci la sincerità della ricerca che dev’essere umile, semplice e sempre sottoposta alla prova della falsità!).
Quanto all’arco è come la vita, ma dà la morte. Bìos/ Biòs.
Sono stanco, sono molto vecchio. Il sole è origine di vita ma anche di morte.
Apprezzo.
Vedrà, Rolando, che a poco a poco gli aforismi dell’Oscuro di Efeso li citeremo tutti. Che meraviglia!
Grazie Occhi Aperti, grazie Stilobate, grazie tutti. Lo dico sinceramente in un moto di commozione suscitato anche dalle contemporanee note gregoriane del gloria in excelsis della missa de Angelis che mi arrivano da una fonte in altra stanza. Ho avvertito una forte emozione, ma ho sentito il Dio dirmi: forza, non sono qui. Come accadde ad Elia.
Gentile Occhi Aperti, sono io a ringraziare Lei per le sue cortesi parole e soprattutto per le sue sempre attente riflessioni: “attente” non soltanto ai contenuti espressi dai suoi interlocutori (virtù già in sé molto rara di questi tempi, in cui pochi sanno leggere con cura e intendere con profondità le parole in cui s’imbattono), ma anche alla persona dei suoi interlocutori, cioè alla dimensione umana dei singoli commentatori che intervengono qui. *** Nella divergenza di opinioni, a volte anche marcata, talora persino aspra, il rispetto per le persone, per il loro percorso, il loro vissuto, il loro carattere, la loro condizione – tutti aspetti che attraverso i commenti di un blog non è possibile conoscere, se non molto approssimativamente – nella divergenza di opinioni, dicevo, non dovremmo mai dimenticare il rispetto reciproco (fatti salvi i sacrosanti “diritti di goliardia”). È questa, a me sembra, una delle più belle manifestazioni della comunanza o, se si preferisce, della comunione, che ci salda gli uni agli altri, anche se spesso non ce ne avvediamo. Certo a tutti non si può piacere, né a tutti si può compiacere, ma se ci si conduce con sincerità, il più delle volte ci si riesce a intendere almeno con chi è sincero. Non è questione di identità di vedute, ma di pura e semplice (semplice, non facile) empatia. *** Da interventi come i Suoi o come quelli di Rolando, che in questo post trovo si sia speso molto, imparo sempre qualcosa, ed è un piacere constatare che nell’odierno deserto di cultura e sensibilità c’è ancora chi sa, pur a suo modo, nutrire e compartire l’una e l’altra, cultura e sensibilità. Credo che tali persone, preziosissime, siano più numerose di quanto solitamente si immagini e sono certo che ve ne siano molte anche tra coloro che leggono queste pagine ma per le più varie ragioni preferiscono non intervenire. *** Ognuno di noi, specie se ha un bel tratto di vita alle spalle, porta con sé, oltre al suo patrimonio di esperienze e conoscenze, il suo gravame di ferite e cicatrici, il suo piccolo o grande mosaico di speranze, fragili o rigogliose. E nonostante gli anni, quando considero tutto questo provo sempre un misterioso senso di stupore e meraviglia. E di infinita gratitudine.
Grazie anche a te. Il Dio benedica e salvi tutti così come ho appreso da bambino a memoria senza riflettere. “Dio ha cura delle cose create e le conserva e le dirige TUTTE verso il proprio fine con sapienza, scienza e bontà infinite”.
“Non è questione di identità di vedute”.
Propongo di incorniciare codesta verità all’ingresso dell’arena!
Perchè questo è assolutamente un punto nevralgico…
Ed apre, peraltro, un tema complesso.
E’ stato un piacere, Stilobate!
Una buona serata a tutti!
A proposito del salto al Teresianum…….
“Se fossi stata prete, avrei studiato a fondo l’ebraico e il greco così da conoscere il pensiero divino come Dio si degnò di esprimerlo nel nostro linguaggio umano”.
Sono parole di santa Teresa di Lisieux che il gesuita Max Zerwick riporta in apertura del suo lavoro “Analysis philologica Novi Testamenti graeci (1953)”.
Ma perché Teresa del Bambin Gesù scrive “Se fossi stata prete”? Strano!
Perché non ha scritto: “Se avessi voluto farmi prete”?
Perché come donna, femmina, per di più consacrata, non poteva volere quello che invece un maschio poteva?
Forse perché di Natura diversa?
E se avesse studiato “a fondo”, come scrive, “per conoscere il pensiero divino” , sarebbe oggi santa?
Pesanti interrogativi sulla stupidità umana riguardo le ” convenzioni ” stesse su Dio. Su quello che Dio vuole, perché una cosa è volere da maschio e altra cosa volere da femmina.
Può per Natura una donna essere sacerdotessa: la stessa Storia archeologica e culturale ampiamente lo documenta. Altrimenti vorrebbe dire che neppure Dio può essere femmina e se non può essere femmina allora, secondo sua natura, non può essere neanche maschio e quindi non può volere né con cervello maschile né con quello femminile.
Ma cosa più importante e concreta, il suo presunto pensiero non può essere egualmente recepito nella condizione umana.
@ROLANDO
A proposito del… “come accadde ad Elia”.
Essendo di fede carmelitana, carissimo, ho pensato a lungo al suo accenno ad Elia come lei, evidentemente, al mio accenno al Teresianum (lascio sia Dio ad ispirarle il perchè del mio non riflettuto suggerimento).
Ora, il suo argomentare intorno a Santa Teresina meriterebbe dibattito, per quanto possibile, ma oggi non sono nelle migliori condizioni per scrivere e, come è buona tradizione tra noi, – hahaha – le rispondo in altra lingua:-). E parlando d’altro. Malamente ma con cuore e per un fine. Non me ne voglia!
Nonostante questo e nonostante tra noi regni Babele, dicevo, mi pare però di notare qualcosa di diverso.
Qualcosa per cui provo gratitudine, al di là dell’esito, dell’impressione o di qualunque ostacolo a frapporsi. Tanto che ho salvato in word alcune sue brevi esternazioni, il che ha dell’incredibile, se non fosse che credo profondamente in quello che le dissi a proposito della veracità…
Ad ogni modo, volevo solo banalmente dirle, e senza pretesa alcuna, che il Primo libro dei Re é per me estremamente rivelativo.
Lo medito da parecchio e più il tempo passa più mi pare di comprenderlo, con tutti i miei limiti, vedendolo contestualizzato al presente.
Quell’ acqua versata più volte sull’ olocausto ho imparato ad amarla nel tempo presente, in me e in ciascuno. E se così non fosse, non sarei qui a tentare di scriverle, probabilmente.
Di quei 450 sacerdoti di Baal e di quei 400 sacerdoti di Aser mi pare persino di averne apprese le fattezze (oggi come oggi non è certo difficile!); ma a Dio bastò Elia… Mi dico.
Elia sul Monte Carmelo.
Elia come il vero sacerdote di oggi, come il vero fedele, come quei settemila che non piegarono le ginocchia ai Baal…
Ma la vittoria sul monte prescelto per il combattimento – non a caso il Carmelo! – scatena ancor di più i nemici, scatena le Gezabele dei nostri tempi perché dietro ai vari Acab c’è inevitabilmente un demonio tentatore e accanito: questo però non serve che alla causa di Dio, come ben si comprende, dall’acqua più volte gettata per impedire il sacrificio!
Non praevalebunt! Eccome se ci credo…
Nella fragilità, nella paura, nel terribile scoramento di Elia, Dio manda allora la realtà di un angelo che conforta, nutre e vivifica e il cammino prosegue, dal Carmelo all’ Oreb!!
L’Angelo…un intermediario…un messaggero…un mediatore…
Elia, ora, è sull’Oreb. Tutt’altro monte…
Perché dal Carmelo all’Oreb, se non perché é attraverso la Madre di Dio e attraverso dure prove purificatrici che possiamo meglio giungere a Dio?
Il senso della Quaresima…il momento della Trasfigurazione…Quanti agganci. Quanti puntini da unire…
E se si cercherà – sacerdoti in primis – la voce di Dio nei venti impetuosi e gagliardi di nuove dottrine giammai la si udrà!
E se cercheremo la prova di Dio nel terremoto dei miracoli e dei carismi e nelle profezie di dubbia origine resteremo ingannati!
E se cercheremo Dio nel fuoco delle opere compiute, dell’ ascetismo fine a se stesso e della vanagloria – che parla sempre con la nostra voce – neppure lì Egli si farà mai trovare!
E ancora, non nei sentimentalismi, non nelle sensazioni, non nelle nostre gocce di intelligenza umana, non nella potenza della cultura, del denaro o di una posizione sociale ma…solo nel sussurro di una brezza leggera!
E che sarà mai questa brezza leggera?
Dio è Umiltà. E l’umiltà soltanto non è che verità…
Per questo l’Eterno Immutabile non sceglie mai ciò che é forte; non è di Suo gusto far scena, non é di suo gradimento l’esibizionismo o il venire in pompa magna. E non sceglie mai i primi. I superbi li guarda da lontano…
Ogni atto di Dio è nella più totale povertà – Kénosis, sempre – e il Suo basso profilo si oppone volutamente a tutto ciò che é eclatante e atteso e applaudito nel mondo, come se volesse essere scorto solo da Chi ha iniziato rettamente a conoscere i lineamenti del Suo volto.
É nella personalità di Dio…
I miracoli sono per chi non crede, in fondo, per chi non conosce Dio!
Ma per chi Lo ama, come Elia, Dio sta in quella brezza leggera…
E Dio non cambia mai. La Sua parola non si modifica in base ai tempi che vive l’uomo. La preghiera non è per piegare Dio a noi ma noi a Dio! Essere esauditi ne è solo la conseguenza…
Si sente esaudito o si è mai sentito esaudito, in tutta sincerità?
Non mi riferisco alle sue tensioni umane o alle sue aspirazioni da uomo, ovviamente. E non domando certo per avere, io, una risposta che non mi deve.
In un’epoca come la nostra, dove tutto fluttua nell’ eresia del relativo, dove domina l’innaturale e si arriva socialmente a canonizzare il vizio con gran “pride” da parata, Dio dovrebbe tornare ad essere per noi quella Immutabile Roccia, quell’assoluta certezza, riconoscendoLo oggi come lo stesso Dio di Elia…
Invece Lo mutiamo a nostro piacimento. Svestendolo della Sua personalità per coprirLo di ridicolo con la nostra empietà deificata! Fino a quando tollererà?
Per questo credo di sentire per me l’estrema validità e l’enorme soccorso dei testi veterotestamentari. Forse non di tutti, ma solo per mio limite ed immaturità.
Gesù davvero non é venuto per abolire ma per dare compimento.
La Salvezza, pertanto, non è a prescindere nè automatica…
Un fraterno saluto.
OCCHI APERTI carissimo, a tratti, leggendo e riflettendo sul tuo scritto, mi sembra di vedermi riflesso nei tuoi occhi aperti e cogliermi riflesso con empatia spontanea.
Grazie.
Riporto questo tuo passo:
“E se si cercherà – sacerdoti in primis – la voce di Dio nei venti impetuosi e gagliardi di nuove dottrine giammai la si udrà!
E se cercheremo la prova di Dio nel terremoto dei miracoli e dei carismi e nelle profezie di dubbia origine resteremo ingannati!
E se cercheremo Dio nel fuoco delle opere compiute, dell’ ascetismo fine a se stesso e della vanagloria – che parla sempre con la nostra voce – neppure lì Egli si farà mai trovare!
E ancora, non nei sentimentalismi, non nelle sensazioni, non nelle nostre gocce di intelligenza umana, non nella potenza della cultura, del denaro o di una posizione sociale ma…solo nel sussurro di una brezza leggera!”
…. che ti avvolge e t’inebria senz’essere imprigionata nel personale pensiero. Come mi è capitato sull’Oreb e sugli Oreb dei momenti di una vita pensante che la brezza divina apre e chiude, chiude ed apre e sempre vivifica nella pace del Suo Volere.
E tutto nel Tempio non costruito da mani d’uomo!
Ti saluto con occhi aperti.
Bello leggere il vostro scambio. Non so perché, ma mi ha fatto tornare alla mente il coro dell'”Elias” in cui di Felix Mendelssohn mette in musica proprio il passo ricordato da Occhi Aperti. Chissà, forse Rolando avrà avuto occasione di ascoltarlo molti anni fa a Milano in Sant’Ambrogio sotto la direzione del maestro Gavazzeni *** Non è forse il numero più memorabile di quel monumentale e splendido oratorio, ma ad ogni modo eccolo qui: https://www.youtube.com/watch?v=8tC3L1LoN8A&ab_channel=CollegiumVocaleGent-Topic *** A voi, al vostro interloquire, ancora un saluto.
Ben trovato, carissimo Stilobate!
Grazie del link – apprezzo molto – e del suo graditissimo saluto!
Contraccambio con un “alla prossima” tornata!
Carissimo Stilobate, Gavazzeni, l’Elias!…. e la sublimità di melodie ineffabili….
La Passione di Matteo di Bach e di Giovanni? E Mozart, l’Ave verum corpus? E l’Et incarnatus est dell’Incompiuta?
E il gregoriano, per il quale Mozart scrisse che avrebbe dato tutta la sua musica per il solo Pater Noster? E quell’Adoro te devote da cui Mozart copia la prima battuta per la sua aria Dove sono i bei momenti? Ti dirò che sono rimasto estasiato anche dalle melodie islamiche nella moschea di Damasco. Buddiste a Giada. Ecc..
Quanta consolante dolcezza! Platone scriveva che il Dio è musica.
Quel che intendevo dire è molto semplice: La invitavo a riflettere se in nome del desiderio di rielasticizzare i tessuti un po’ irrigiditi (a fronte di altri troppo flaccidi) di un certo impianto cattolico e in nome del proposito di favorirne una maggiore permeabilità alla tensione mistica sia il caso di assecondare, appoggiare e sollecitare forme di revisionismo iconoclastico dettate da evidenti, persino dichiarate, ansie omosessualiste. *** Ci pensi bene, perché non è una responsabilità di poco conto, come mi sembra che abbiano perfettamente compreso i non pochi commentatori di questo post dotati di ottimo intuito. *** P.S. Quando decide di fare sul serio, me lo segnali; mi offro sin da ora come kaishaku: la Sua katana non sarà mal servita. Quanto al sake, ma più che volentieri! Lo tenga in serbo per quest’inverno a riscaldamento impoverito 😉
Carissimo,
mi permetta di essere gentilmente rude. Tanto mica siamo mammolette.
Vedo che insiste sul mio presunto (infatti inesistente) appoggio a “forme di revisionismo iconoclastico dettate da evidenti, persino dichiarate, ansie omosessualiste”. Devo dire che ciò mi sorprende non poco.
Non c’è nessun mio intervento – articoli e commenti – da cui risulti esplicitamente o da cui si possa “intuire” ciò. Lei dovrebbe essersi accorto che il mio interesse è al 100% volto verso la Contemplazione e dunque verso la Mistica, ciò che non mi lascia il tempo di farmi invischiare in polemiche e scandalismi … tastieristici che, a mio parere, non portano da nessuna parte.
Oppure, come da vizietto diffusissimo un po’ dovunque, anche su questo blog mi si vuol far dire ciò che non solo non dico ma addirittura non penso, magari perché (anche) come Matto costituisco una spina nel fianco del monolitico corpo ecclesiale? (di cui anche Lei, se non erro, non dice soltanto rose e fiori),
Mi dispiace, ma Lei e gli altri “intuitori” non avete affatto “perfettamente compreso” e state facendo un buco nell’acqua.
Per concludere, è mia buona abitudine di “fare sul serio” sempre e comunque. Potrà sembrarle strano ma è così. Del resto, nemo dat quod non habet, e questo vale per me, per Lei e per tutti.
N’est-ce pas?
P:S: Eh no! Kaishakunin lo faccio io, così la libero dal Suo ego😅. E poi guardi che non è facile tagliare una testa. Bisogna essersi esercitati a lungo tagliando bambù e fasci di paglia. Mi faccia sapere quando è disposto ad aprirsi il ventre, ovviamente con la tecnica prevista.😁
Devo essermi spiegato male: non Le ho inteso attribuirle un avallo consapevole della deriva che Le ho indicato, ma un maldestro avallo involontario, e L’ho perciò invitata a prendere coscienza del rischio che ciò comporta e della responsabilità che in tal modo Ella si assume. *** Dopo di che, se ne può sempre uscire alla napoletana, con l’intramontabile gioco delle tre carte e un bel piattone di fritto mistico. Va bene anche così: tutto dipende da cosa si intende con “serietà”. *** Per il taglio, invece, ci regoleremo così: io Le farò da 介錯人 con l’adamantina Masamune del mio defunto maestro, che fende anche le lastre di basalto: con ciò sarà reciso anche il mio ego, che, come ben sa, non è che il Suo, il nostro, il vostro, il loro. Si tenga pronto.
Concederà che il timbro della “serietà” è un po’ difficile che ce l’abbia soltanto Lei, che tra l’altro non si è affatto spiegato male tanto prima quanto adesso, sicché vorrà perdonarmi se rimando al mittente il “maldestro avallo involontario” che con tanta insistenza continua ad infilare nella mia cassetta postale. Una volta per tutte: il mio ego gigantesco è del tutto consapevole e volontario, e quanto al “maldestro” vale lo stesso discorso sulla “serietà”.
Ma sa una cosa? Il Suo reiterato riferirsi alla katana, con un condimento di termini altisonanti ed ideogrammi, mi ha fatto sorgere una pressante curiosità circa la Sua competenza nel maneggiarla, e che dovrebbe essere almeno pari alla cultura che ne sfoggia, se no di fritto non Le resta che l’aria. Spero che soddisfi la mia curiosità, anche perché il fritto mi risulta un po’ pesante da digerire.
Per la digestione del fritto mistico si prenda tutto il tempo necessario: cucinarlo e servirlo al prossimo è facile, mangiarselo e digerirlo è difficile. *** Le lascio toto corde anche la curiosità sulla personale destrezza del sottoscritto con la 刀 (“katana”), tanto più che con gli 相手 (“aite”) di un certo tipo basta e avanza un 木剣 (“bokken”), se non, come sospetto sia il nostro caso, un 警策 (“keisaku”). *** P.S. Gli ideogrammi, soprattutto nella loro veste classica, sono leggittimati dalla loro bellezza: li accolga come un ornamento, male non fanno.
🤣🤣🤣🤣🤣🤣
Avendo “fatti salvi i sacrosanti diritti di goliardia”, come da Lei affermato con Occhi Aperti, rilevo un Suo sgattaiolare davanti ad una mia precisa curiosità circa la competenza nel maneggiare la sciabola giapponese di cui parla con disinvoltura. E continua a sciorinare termini nipponici inerenti il Budo stando seduto alla tastiera del computer, rimanendosene al sicuro nel mondo delle parole che è l’antitesi del Budo.
Potesse almeno indossare un bogu ed impugnare uno shinai per dimostramelo sul campo in un incontro di kendo, magari al primo sangue. Ma, mi perdoni ancora, mi sa che più in là di ripetere cose scritte/fritte 😂 Lei non vada.
Sempre con bushi no nasake.
Caro Rolando, a mio parere, il suo difetto non è tanto quello di leggere la Bibbia letteralmente, quanto di spiegarla con la sua fantasia, con le sue convinzioni e categorie di pensiero. Fra l’altro, dire che il titulus Crucis riportasse “Gesù nazireo…” anziché ” Gesù Nazareno” , quando Gesù non era nazireo in quanto considerato “beone” ( cfr Lc 7, 34), o confondere ELOHA Jwhw con la divinità cananea Baal Peor, mi sembra veramente troppo. Eloha Jwhw è l’unico Dio. La sua presentazione nella Bibbia come il “Geloso” o come arrabbiato … è dovuta necessariamente a un’ immagine antropomorfe per il nostro comprendonio. Ma come dice Osea: ” Io sono Dio e non uomo” (11, 9). Veda , che lei o altri mi vengano a dire che per gli studi recenti la Nazaret odierna non è la Nazaret del vangelo, o che il sepolcro di Cristo non si trovava nel luogo in cui oggi vanno i pellegrini, o che Gesù non sia nato il 25 dicembre e cosi via, a me poco importa. Ma a un prete, come dovrebbe essere per tutti i cristiani, che gli si presenti tutto un pacchetto di interpretazioni moderne, fra l’altro false e senza fondamento, che scardinano tutto quello sul quale hanno basato la loro fede, proprio questo è inaccattabile (MODERNISMO). Possibile che lei, o il Biglino, o il Mangiaviti, o altri conoscete l’ebraico, o l’aramaico, o il greco dei 70 meglio degli evangelisti, dei padri apostolici, dei padri della Chiesa e, comunque, degli scrittori antichi? I nemici del Cristianesimo, sorti già nell’era apostolica, sono stati confutati abbondantemente. Li vuole fare risuscitare? Aveva ragione l”apostolo: ” Verrà giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie VOGLIE, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole ” (2 Cor 4, 3 -4), e mi pare che il tempo sia questo.
Caro don Pietro Paolo, lasci gli antichi e pensi al momento presente.
Le cose passate son passate ora ci sono le nuove.
Lei non ha mai letto un venerabile codice e frammento papiraceo, né mai scrutata la loro fibra o pelle e riscrittura altrimenti non parlerebbe così. Mi perdoni, ma non mi fido delle sue parole che corrispondono più alla favolistica di mestiere per cui è dovuto pure un lecito guadagno.
C’è stato in questo sito un intervento intelligentissimo di una signora, il cui nome ora non ricordo, che ha scritto semplicemente che anche se Gesù fosse stato un ebreo devoto NZR ciò non limita l’onnipotenza di un Dio che vuol farsi uomo. Tanto di cappello!
Questa sì è una risposta accettabile. Ma è una e solo una: quella della sua grande Fede. Ma non chi scrive le cose che lei scrive per battagliare sul piano della razionalità della scienza storica e scientifica in genere.
Sul piano storico infatti mi è lecito controbattere col le opinioni di un contemporaneo di Gesù a noi pervenute circa le due più grandi empietà per un ebreo e giudeo di quello stesso tempo. E con quello che i codici riportano circa il NZR.
Caro Rolando, mi pare che anche lei fa riferimento al passato citando un frammento (di chi? o di che cosa non lo dice). Certamente, di frammenti se ne contano a bizzeffa, ma lo studioso serio, pur tenendoli in considerazione, non ne costruisce una storia. Tra i frammenti che sono arrivati fino a noi, di Gesù si dice tutto del tutto, soprattutto se questi frammenti sono di origine gnostica. Il cristiano cattolico si attiene al Cristo bibblico ecclesiale e si fa forte dell’esperienza della interrotta Tradizione scritta ed orale che dagli Apostoli arriva fino a noi. La questione del Cristo storico che, dal XVi secolo e soprattutto nel XIX, ha visto impegnati soprattutto i protestanti a distruggere la persona divina di Gesù fino a negarne l’esistenza, è stata brillantemente superata. Recentemente, in ambito cattolico prevenendo le fantasie come quelle sue, papa Benedetto XvI ha scritto Gesù di Nazaret
E tu pensi che io non li abbia letti e non siano catalogati e conservati nella mia personale e nutrita biblioteca? Dà una valida mano a note ipotesi “poco ortodosse”. Non si scandalizzi. Sufficit.
E poi ancora don Pietro Paolo….
Baal Peor è un ELOHIM ed è documentato tale anche fuori dalla bibbia ebraica, che non è il testo più antico in assoluto.
Legga i volumi di Sant’Eusebio di Cesarea bene bene e scoprirà tante tante verità nascoste!
Non per polemica, ma per far chiarezza. Visto che lei ha una biblioteca nutrita sicuramente avrà letto, tuttavia quello che traspare dai suoi scritti riporta la questione in un modo non ortodosso e falsato. Non entrando nella questione del Cristo storico, limitandomi a rispondere alle sue, Baal Peor era la divinità (el o elhoim) del pantheon cananeo e delle popolazioni limitrofe. In Israele non esisteva un pantheon in quanto Jwhw, come lei ha scritto, è un Dio geloso e non tollera altri dei di fronte a Sé (cfr Es. 20, 3). In ogni caso, quand’anche venisse rivelato e considerato un pantheon israelita (enoteismo), Jwhw è il “Dio degli dei” (cfr Salmi), dei che nella tradizione cristiana corrispondono a quelli che popolarmente vengono chiamati angeli. In ogni caso, questi “dei”, o elhoim, o “figli di Dio” (cfr Gb 1, 6 e 2, 1), sono creature soggette al potere del Sommo Dio e devono compiere il suo volere. Anche, gli angeli o spiriti negativi devono compiere il volere di Dio ( chiamato “Jhwh” dopo la rivelazione sinaitica), lo prova il libro di Giobbe ( vedi cit. precedenti). Ora, tutta la storia di Israele è una lotta tra il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe che nella tradizione eloista veniva chiamato ora El Elyon (Dio Altissimo), El Shadday (Dio Onnipotente), El Zebaoth ( Dio degli Eserciti)… e le divinità prima dell’Egitto e poi dei popoli palestinesi. Il fatto che lei usando il suffisso ” el” o “Elhoim” usato sia dagli ebrei per indicare Dio sia dai cananei per le loro divinità, identificandoli, diventa inaccettabile. Per i cristiani le divinità pagane sono autentici demoni. Jhwh con i Baal non ha niente a che vedere e tanto meno Lui può essere identificato con Baal peor , considerato il capo degli dei pagani. La storia di Elia e in generale tutta la storia dell’Israele antico ce lo insegna. Jwhw è il Creatore e Signore del Cielo e della terra, è l’unico Dio, non ce ne sono altri e in una delle Persone Divine, il Verbo o, come si suole chiamare, il Figlio, si è incarnato. Se il Suo nome ((Jwhw) era impronunciabile, Dio incarnandosi e assumendo il nome di Gesù, questo diventa salvezza di quanti lo invocano: “chiunque indicherà il nome del Signore sarà salvato” (Atti). E IL NOME DEL SIGNORE (Adonaj) È GESÙ. Questo è quanto dice S.Pietro riportando un verso del profeta Gioiele (cfr At 2, 21) . Voi novatori state ridando vita agli dei pagani spazzati via dal cristianesimo. Prima Moloc con l’aborto, ora Baal Peor con il mondo gaio. Ma correte quanti volete, ci sarà la battaglia finale e Colui che ha già vinto (Gesù Cristo) , con i suoi eletti, sbaragliera’ per sempre l’esercito infernale e menzognero con i suoi accoliti e lo farà precipitare nel suo luogo naturale
Molto bello e interessante il suo commento, reverendo. Grazie. Fa ottima luce!
Tuttavia non si può dimenticare, purtroppo, tra i novatori, chi ha posto in essere anche pachamame e madre terra…serpi in seno a…nostra Santa Madre Chiesa! Nonchè chiari dileggi alla Santissima Vergine Maria.
Riesce a immaginare qualcosa di più grave agli occhi del Tre Volte Santo?
Con gratitudine, saluto.
Tutto FALSO ciò che scrive. Perfino la scuola biblica domenicana di Gerusalemme smentisce categoricamente una sua lettura.
Contento lei, io lo sono ancor più nella mia “materiale” certezza. Ma non spieghi queste cose ai bambini: non li addomestichi come insegna San Basilio che pone un principio al principio del Timor di Dio: addomesticare alla paura con ogni mezzo possibile, comprese le proprie convinzioni spacciate per assolute certezze!.
Rolando carissimo,
a parte Stilobate che ho apprezzato moltissimo, è soprattutto lei che tengo a salutare con fraterno affetto e gratitudine. Non credo occorra aggiungere altro. Se non che le resterò vicino nel Santo Rosario, nella preghiera liturgica, nei momenti di Adorazione e…nello Studio…;-)
E’ stato un inaspettato piacere. E una grazia, per me!
P.S. S.S.BXVI scrisse un libro sottovalutato. Si intitola “Escatologia. Morte e vita eterna.” Idealmente glielo pongo tra le mani (pur sapendo come la pensa su Papa Ratzinger, hahaha), con la certezza lo capirà meglio di quanto, forse, non abbia potuto fare io.
Carissimo Occhi Aperti, grazie! Grazie del suggerimento del testo di BXVI. Sulla morte? Quanti testi! Senza la Morte non c’è Vita e senza Vita non c’è Morte. Ubi est Vita victoria tua?
Cui contigit nasci instat et mori. Nessuno ha mai saputo da vivo qual è la vita da morto. Si è morti prima di nascere, cioè di essere cellula-zigote, cioè di essere uno con la morte, così come si è vivi. Ogni nostro SÉ è per sempre da sempre nell’Universo, nel Tutto. La Risurrezione? La realtà perenne nel divenire del Tutto, che è Dio.
Ma che bello spettacolo! Cose già viste e riviste nei secoli. Giustificano il peccato contro natura per sentirsi a posto con la propria coscienza. Se voglio divertirmi con un trans vado e mi diverto con un trans, ma non mi metto a dire a destra e a manca che Gesù Cristo vuole questo perchè mi fa comodo. Quello che penso dei tipi come i Rolandi è bene che non lo esprima. Ma fortunatamente fra non molto tutto ciò sarà solo un lontano ricordo…!Saluti.
Massimiliano
Un conto è fare riparazione per la blasfemia e l’oltraggio, un altro è perder tempo per la parata degli invertiti, a mio diecutibile parere.
E poi ci sarebbe un bel po’ da dire sugli attegiamenti posti in essere.
Qui di non dichiaravo stupida la riparazione in sè, per chiarire
Insomma:
ROLANDO (che ringrazio per la risposta) pone una tema che, a mio parere, non può essere facilmente messo da parte.
Se poi consideriamo anche quanto afferma STILOBATE (che saluto) il 30 giugno ore 2:30 a proposito dell’ebraizzazione del messaggio cristiano, la questione diventa ancor più scottante. Dico scottante, non interessante.
Mi sbaglierò, ma la situazione attuale della Chiesa (che, occorre dire, non è spuntata come un fungo di notte) è assai probabile sia strettamente collegata a quanto espongono i due Amici di sopra e credo che MARIA GRAZIA (buongiorno!) abbia parecchio di cui preoccuparsi dato l’“AZZARDO” della mia proposta a Rolando di scrivere un libro.
Per non dire di DON PIETRO PAOLO (buongiorno anche a Lei) che in quanto sacerdote è incardinato nella struttura di una Chiesa che, pur con tutto il bailamme che la sconvolge, continua a presentarsi con un atteggiamento ed un messaggio, sembrerebbe, del tutto deformato rispetto all’originale.
Effettivamente, mi sto chiedendo da tempo se nell’intenzione di Cristo ci fosse davvero una struttura di fedeli così come è venuta consolidandosi e che ora si sta sgretolando.
Se poi aggiungiamo le frecciate di DAOUDA (buona giornata) che, tra l’altro, considera impostore un papa che la struttura chiesastica ha elevato agli onori degli altari, il quadro è davvero completo.
“Adesso non possiamo fare altro che aiutarci a capire rispettandoci, se non proprio amandoci” dice ROLANDO.
Quindi nessuno ha veramente capito? O chi ha capito, ha capito quel che vuol capire e lo propone come vero?
E’ davvero plausibile una verità sistemizzata secondo i secolari sistematizzatori e predicatori ufficiali e … tutti zitti a testa bassa?
Voglio precisare: in tutto quanto sopra non c’è il minimo di ironia. Anzi.
Caro Enrico Nippo, in primo luogo ricambio il Suo cortese saluto. *** Non so se la questione cui ho accennato un po’ più sotto sia scottante, ma certamente è attuale, e di un’attualità che da qualche decina d’anni in qua si è fatta sempre più diffusa e, direi, quasi prepotente. *** In questo violento impulso a un revisionismo generale fondato su veri o presunti indizi “scientifici” (in ossequio alla fede ormai predominante del nostro tempo) c’è indubbiamente molto di strumentale. In molti casi, a me sembra, l’obiettivo inconfessato è quello di smantellare le costanti sintattiche della fede cristiana per accreditare come lecito ciò che tali costanti hanno tenuto fermo come illecito per secoli e secoli. *** Come avviene in certi scambi d’interlocuzione con i tridentinisti di varia lega (sono certo che Lei mi intende), anche nel confronto con i sostenitori del zurück zu den Jüdischen Wurzeln si viene continuamente richiesti di rispondere a questa o quella domanda, rigorosamente formulata secondo l’impianto categoriale che si sta appunto mettendo in questione. *** Il tema che pone, qui un poco accalorandosi, Rolando (mi dispiacerebbe se si fosse risentito, perché è persona sensibile, garbata e intelligente, oltre che di evidente cultura), costituisce fonte di problema solo per chi ne abbraccia e sottoscrive il campo prospettico. Se ciò comporta l’incomodo di essere considerati vacui blateratori da chi in quel campo invece staziona, nulla possiamo farci: va bene anche così. *** A me basta avere provato a offrire qualche spunto di riflessione, confidando che almeno in qualcuno possa incontrare qualche consonanza/risonanza. *** Ricordo che in altro contesto si era con Lei accennato a Dōgen: ecco, Lei forse pensa che i sūtra di cui il buddismo di Dōgen si servì per il suo percorso verso la luce fossero letteralissime trasposizioni dei sūtra originari e probatissimi del “collegio apostolico” di Gautama? So che non è così. Ecco, provi a inquadrare la faccenda da questa angolatura. *** Cordialmente
Stilobate, la Sua puntualizzazione circa Dogen ed il Buddhismo coglie nel segno. Non potrebbe essere altrimenti.
Ma, come si dice: la legge è uguale per tutti.
Sono certo che Lei si rende conto di come (specialmente) in questa tornata del blog si sia aperta ed allargata una questione che insidia lo statu quo, peraltro messo in discussione, a torto o a ragione, anche dal pontificato attuale.
Il tema delle traduzioni, che concerne ogni Tradizione religiosa e filosofica, per le quali tradurre è un po’ tradire, è venuto fuori prepotentemente (avendovi io già fatto riferimento nel mio ultimo articolo “C’è la Fratellanza nel Padre”).
Non sembra che una traduzione acquisisca senz’altro una indiscutibilità assoluta per il solo fatto di essere stata “ferma” (uso di un Suo termine) per secoli. Del resto anche una qualsiasi menzogna che dura secoli, non per questo diventa indiscutibile.
La “fermezza” di una traduzione comporta una paralisi assoluta delle ricerche, delle scoperte, degli studi, delle riflessioni e di quant’altro potrebbe mettere in dubbio lo statu quo: insomma la censura e l’anatema. E per quanto mi riguarda, non sono affatto convinto che tale metodo possa avere successo. Anzi.
Il nodo, piuttosto, risiede a mio avviso nella trasmissione ORALE , oltre che alla testimonianza VISIVA, di cui un soggetto umano (ispirato quanto si vuole ma pur sempre soggetto umano) è stato protagonista. Soggetto che POI, “ricordando”, ha messo per iscritto nella sua specifica lingua e secondo la sua specifica sensibilità ciò che ha ascoltato e/o visto.
Per non dire delle montagne di “esegesi”, certamente non univoche, che tali testimonianze hanno provocato e continuano a provocare, ed anche queste “giuste” se confermano lo statu quo e “ingiuste” se lo mettono in discussione.
Forse, azzardo un’ipotesi che mi attirerà contumelie a profusione, c’è la PAURA di un cambiamento?
Sottolineo “cambiamento”, che non vuol dire per forza “sovversione”.
Non c’è bisogno che continui a tediarLa …😊
Quando si cominciarono ad applicare i metodi della moderna filologia alle Sacre Scritture gli ambienti religiosi furono attraversati da non poca inquietudine: sarà lecito, ci si chiese, esercitare simili procedimenti sui testi sacri? O bischero d’un Eramso, o icche te ttu fai?! La risposta fu, nel tempo, positiva, e oggi abbiamo per le mani, fra le altre, la bella edizione critica del Nuovo Testamento approntata da Neste-Aland & co. (per lo più protestanti, ma con il contributo di qualche cattolico). E ce ne vengono spunti interessanti. *** Ma la spiritualità è altra cosa. Non è in alcun modo riducibile alla testualità, nemmeno alla sacra testualità, e neppure alla semplice (si fa per dire) trasmissione orale. Ben lo sapeva, per evocare un esempio che Le dovrebbe esser caro, il buddismo indiano, che mise a fuoco la figura del “paccheka/pratyeka” buddha. *** Fo un esempio che, ancora una volta, le sarà familiare: le traduzioni cinesi, tibetane, ecc. dei sūtra buddisti indiani produssero, a volte per errore a volte di proposito, varianti di enorme momento. Non solo: la prassi stessa di inculturazione del buddismo in quelle terre comportò sostanziose modifiche del messaggio di Siddhārtha Gautama Buddha così come ce lo consegna il Canone pāli. Eppure… *** …eppure la plurisecolare tradizione del buddhismo di ambiente sinico ha preservato quei sūtra in quelle specifiche tradizioni, e l’esito è stato, in tutti quei secoli, una lunga catena di “risvegliati”. Tale risultato è stato ottenuto nonostante quelle traduzioni o anche in virtù di quelle traduzioni? Se nonostante, quei sūtra erano non solamente inutili, ma persino d’impaccio (ma non c’è tradizione buddista, per quanto iconoclasta, che neghi l’importanza dei sūtra). Se anche (non dico solo) in virtù di essi, allora la precisione di quelle traduzioni è secondaria, subordinata alla pratica ascetica, all’intuizione mistica, allo studio filosofico, alla cultualità devozionale, ecc., proprio come del tutto secondario è che la proverbiale vecchietta della candelina non capisse una parola di latino e non sapesse che cosa significassero le parole che andava indirizzando alla Padre Eterno. La vecchina sapeva a chi le stava indirizzando e perché, e tanto bastava e avanzava. Lei crede che la vecchina di oggi, cui è stata approntata una traduzione più volte riveduta e corretta di quell’antica preghiera, veda più chiaro e abbia per ciò il cammino spianato verso la santità o magari verso l’ὁμοίωσις θεῷ, l’assimilazione a Dio? Son convinto che no, Lei non lo pensa. Lei sa benissimo che le cose non funzionano così. *** Ora, a me è ben chiaro cosa Lei desidera qui argomentare. E temo che mi sia chiaro anche quali sono i motivi che inducono taluni esegeti a voler resettare l’edificio cattolico/cristiano. Non a ricalibrare, ma proprio a resettare, diremmo a great-resettare: perché costoro non intendono operare aggiustamenti, bensì smantellare il tutto e riedificarlo ex novo. Sovvertirlo, quando non pervertirlo e invertirlo. Opere di “riforma” di questo genere non sono una novità. Ne scaturisce un’altra religione, qualcosa di sostanzialmente diverso dal corpo sul quale sono state condotte, a dispetto di qualche residua tangenza genealogica. *** Il tema è molto delicato e molto spinoso. In ambito cattolico lo abbiamo visto, per esempio, con la riforma della Messa V.O. Il procedimento con cui la messa è stata riformata dopo il Vaticano II è stato di tipo storico-filologico: un gruppo di eruditi biblisti e teologi si è chiuso in una stanza e ha interpretato, emendato, cassato, ecc. con acribia (e acredine) un impianto liturgico plurisecolare, a suo tempo selezionato con criteri totalmente diversi, criteri che possiamo tranquillamente definire tradizionali. Le riforme operate a tavolino nel segno del furor filologico (mi passi l’espressione, ma, mi creda, so di cosa parlo) obbediscono a tutt’altri criteri. Criteri il cui esito, se non ho male inteso, non la convincono granché, visto che la Sua vita liturgica cristiana gravita intorno alla messa di rito antico. *** Un altro buon esempio in ambito cattolico è offerto da una certa deriva tomista, che a un dato punto ha sostanzialmente cercato di “usucapire” il cattolicesimo, di fatto riducendo il cristianesimo a tomismo (in circolazione c’è ancora qualche esemplare superstite di questa tribù, e io sono favorevole alla sua tutela, perché le specie in via di estinzione vanno protette). Anche in quel caso si è trattato di un’operazione traumatica, una imposizione condotta a tavolino (so che qui più d’un commentatore storcerebbe il naso, ma non fa nulla). *** Da quanto sopra scritto Lei avrà già capito: la fissità intesa come insuscettibilità agli aggiustamenti, come sordo, ostinato arroccamento nella torre di ferro di una mitologica tetragonia, è un complesso di sogni destinato a dissiparsi in amari risvegli. Ma la pretesa di introdurre uno tsunami di mutamenti che arrivano a intaccare strutture fondative è un autentico cataclisma, una sciagura. Tanto più quando questa pretesa è animata dal desiderio di lìbito far lìcito in sua legge (e ci siamo capiti, immagino). *** Lei ha in più occasioni evidenziato un’argomentata perplessità, diciamo pure un’avversione, di fronte a chi si ostina a presentare come monolitico ciò che monolitico non è e non può, né avrebbe mai potuto, essere. E come sa, è una posizione che condivido. Ma La invito a non si lasciarsi ingannare dall’elemento: l’acqua, con la sua dolce fluidità e la sua apparente cedevolezza, può dissetare, detergere, aspergere, irrigare, ma può anche spazzare via interi villaggi e stroncare innumerevoli esistenze, come accaduto non troppi anni fa nella costa nordorientale del Giappone. La invito a rivedere le terribili immagini di quanto avvenne sulle coste del Tōhoku l’11 marzo 2011. E poi a farsi una doccia ristoratricve e bersi un bel bicchiere d’acqua fresca. Quindi si domandi con tutta l’onestà e l’acutezza di cui è capace, quale delle due esperienze il Suo endorsement, nel contesto specifico di questa discussione, stia effettivamente avallando. *** Le invio il più cordiale saluto
La ringrazio per il tempo che mi dedica e per il poderoso contenuto delle Sue osservazioni che apprezzo molto. Non essendo sufficientemente padrone del linguaggio scritto e orale, cerco di arrangiarmi nel dare una risposta alla domanda con cui conclude il Suo intervento.
Lei ha proposto l’azzeccatissimo esempio (starei per dire simbolo) dell’acqua che, in sintesi, può piacevolmente vivificare o spiacevolmente distruggere. Sarà d’accordo che la stessa cosa può dirsi del sole, anch’esso vivificatore e distruttore (ci si può prendere una bella abbronzatura come pure una spiacevole ustione), o anche del vento che può dolcemente sollazzarci stando seduti su una panchina magari davanti a un bel panorama oppure distruggere case e abbattere alberi.
Questo per dire che in natura, della quale l’essere umano è parte integrante, il piacevole e lo spiacevole coesistono, ed è la mente umana che attribuisce l’essere un bene al piacevole e l’essere un male allo spiacevole. L’acqua, il sole e il vento non sono né “buoni” né “cattivi”: semplicemente “sono” e si manifestano come … si manifestano. Quindi ci “dicono” che c’è qualcosa che trascende la loro manifestazione duale, ora vivificante, ora distruttiva, ovvero uno stato superiore alla vita e alla morte che, stando al mio “labor-oratorio” (del resto avallato da non pochi giganti della Mistica) riguarda anche e soprattutto l’uomo, che può almeno tentare di realizzarlo (o ritrovarlo ) in sé. Si tratta di quello stato interiore (ma anche corporeo!) che nel Buddhismo zen, e quindi nell’Arte della Spada giapponese, viene detto Fudoshin: la Mente impeturbabile (forse non del tutto estranea, se non addirittura la medesima, a quella dei nostri Santi).
Parliamo di uno stato di coscienza che trascende le “due esperienze” di cui Lei parla. Non si tratta quindi, per quanto mi riguarda, né di avallare lo statu quo monolitico che non ammette repliche né di auspicare un suo sgretolamento totale, bensì di un convincersi che non c’è soltanto ciò che è scritto e stabilito, e che, anzi, ciò che è scritto e stabilito non è che un’allusione all’Altro. Un’ allusione necessaria ma sempre un’allusione.
Fuori dai denti: il monolite ha da riscoprire ed incentivare la Contemplazione, cioè quell’attività particolarissima, e a mio avviso indispensabile, che permette (sottolineo permette) a coloro che ne sentono l’impellenza, e che forse sono molti di più di quanto non sembri, di “lasciare sulla terra” parole, concetti, discorsi, dogmi, codici e immagini, ovvero l’allusione, la quale, oltretutto, non è detto che non possa trasformarsi in illusione o idolatria. La Contemplazione, ci tengo a sottolineare, è OLTRE la fede e la ragione, NON CONTRO di esse. “Ridiscendo” dalla Contemplazione si ritrovano la fede e la ragione.
M sono dilungato troppo, ma la mia capacità espositiva è quella che è. E me ne scuso.
La saluto molto cordialmente.
Certamente, gentile Enrico Nippo, quella dell’acqua non è che una metafora. Ma l’elemento non è scelto a caso, e Lei, cui non è ignoto il linguaggio dei simboli, non avrà difficoltà a comprendere perché non ho chiamato in causa il soffio del vento o la luce e il calore del sole. *** Il ricorso alla metafora, tuttavia, non intendeva aprire la complessa e affascinante questione della bipolarità che il mondo naturale sembra presentarci: sul tema, che permea di sé intere tradizioni culturali (penso in primis a quella cinese) avremo forse modo di intrattenerci più avanti, se mai se ne presenterà l’occasione; e allora potremo riflettere in modo più approfondito anche su fudōshin e dintorni e magari, per divertirci un po’, anche su come tradurre tale bella espressione, 不動心. *** Provo a formularLe la domanda in altri termini: per Lei è indifferente che l’acqua dilavi e cancelli un’intera costa abitata o invece irrighi un campo o disseti una persona? Se sì, allora non può che esserLe indifferente anche il fatto che un certo modo di intendere il cristianesimo faccia della stesso un monolite dogmatico dominato da rigidissime prescrizioni dottrinali e dal più estremo letteralismo. Così come Le sarà indifferente il fatto che qualcuno si studi d’attaccare alla radice l’edificio cattolico con il proposito, poniamo, di sdoganare l’omoerastia (e al fine di sdoganare la propria omoerastia). *** Nel qual caso la discussione in essere… non ha per Lei alcuna ragion d’essere, se non quella di farci impegnare un po’ di tempo a brancolare più o meno spensieratamente nella proverbiale nera notte in cui tutte le vacche sono nere. *** Ecco, io mi permetto di osservare che le distinzioni, quand’anche insostanziali, nel senso di non indipendenti, non sono affatto insussistenti: sussistono, precisamente, come riflessi interdipendenti di un’unica realtà, che è in esse articolata e che le pone come tutt’altro che indifferenti l’una rispetto all’altra. Ed è il motivo per cui la Sua katana Lei, voglio scommetterci, non la userà per spiccarsi il capo dal tronco, ma per tagliare simbolicamente l’ego. *** Una fragrante tazza di tè d’Uji.
Non si tratta di indifferenza bensì di constatazione della differenza: certo che c’è una differenza fra chi se ne sta su un panfilo gustando aragosta e champagne e chi è ridotto a stare a letto con una paralisi, ma proprio ciò rende utile la constatazione che uno sta godendo e un altro sta soffrendo.
Allo stesso modo constato che c’è un monolite che vuole imporsi col proprio assolutismo ed una reazione (feroce) a tale monolitismo, anch’essa imbevuta d’assolutismo. E tra due assolutismi non può esservi che uno scontro, che tra l’altro si sta mostrando sempre più impari.
Gli assolutismi religiosi, in questo caso quello cattolico, pregiudica un’alleanza religiosa diciamo così planetaria che, a mio parere, potrebbe opporsi con efficacia all’assolutismo dissolutore.
In ogni caso, come già detto, l’elemento universale irrinunciabile è, sempre a mio avviso, la Contemplazione circa la quale non mi dilungo oltre.
La constatazione (non l’indifferenza) stende la sua luce su una situazione in cui non possono esserci né notte né vacche nere.
E a proposito di katana: lo “spiccarsi il capo dal tronco” e “ tagliare simbolicamente l’ego” sono esattissimamente la stessa cosa. Anzi, toglierei quel “simbolicamente” e lo sostituirei con “realmente”. Ma qui siamo sulla soglia di una prassi intrattabile e incomprensibile soltanto a parole.
Grazie per questo scambio.
Un bicchierino di saké?
Quel che intendevo dire è molto semplice: La invitavo a riflettere se in nome del desiderio di rielasticizzare i tessuti un po’ irrigiditi (a fronte di altri troppo flaccidi) di un certo impianto cattolico e in nome del proposito di favorirne una maggiore permeabilità alla tensione mistica sia il caso di assecondare, appoggiare e sollecitare forme di revisionismo iconoclastico dettate da evidenti, persino dichiarate, ansie omosessualiste. *** Ci pensi bene, perché non è una responsabilità di poco conto, come mi sembra che abbiano perfettamente compreso i non pochi commentatori di questo post dotati di ottimo intuito. *** P.S. Quando decide di fare sul serio, me lo segnali; mi offro sin da ora come kaishaku: la Sua katana non sarà mal servita. Quanto al sake, ma più che volentieri! Lo tenga in serbo per quest’inverno a riscaldamento impoverito 😉
Ho letto TUTTO con grande interesse.
Ed il Ruah di Dio continua ad aleggiare sulle acque. In cui siamo tutti annegati. E qualche riflesso della sua “gloria” raggiunge i fondali. E ciò nonostante la diga di separazione.
Sit pax in diebus nostris.
Impostore no. Deleterio si, motivo per cui criticare Francesco mi fa ridere…
Alla fine questo Rolando ha fatto outing. Adesso sappiamo da che parte sta e cosa vuole. Niente di cattolico, tranne la solita nostalgia di tutti gli ex.
Roberto caro. Tu pensi che i cattolici siano cattolici?
Sbagli! Sono autentici ortodossi nella loro “separazione” ed emarginazione degli altri. Proprio come madre bibbia afferma per i goim tutti.
Negazione di ogni universalismo d’amore senza se e senza ma.
Ipocrisia allo stato puro. Paolo docet.
Roberto, “outing” ? Ma va, quanto sei carino!
E pensare che credevo che neppure L’ELOHIM YHWH fosse “onnisciente” sulla base della mia biblica lettura di cotal testo.
Non avendo la possibilità di partecipare ad un rosario di riparazione avevo snobbato questa discussione. E quando ho visto il numero degli interventi mi sono incuriosito e mi sono domandato cosa avesse acceso gli animi.
Ho visto due fazioni, ciascuna delle quali interpreta la Bibbia a suo modo.
È chiaro che se uno è nato e cresciuto in occidente vedrà la questione esattamente come il nostro amato ing.Z. e come Maria Grazia.
Ma mi perseguita il ricordo di un sacerdote ortodosso oggi defunto che, per far lo spiritoso, si permetteva di deridere la Scrittura affermando che alla Scrittura si può far dire quello che si vuole, perfino DIO NON ESISTE.
Ma queste parole vengono dopo la premessa LO STOLTO DICE “Dio non esiste “.
Ora ho fatto una certa esperienza di questo sacerdote e dei suoi cosiddetti seguaci e, negli ultimi tempi, mi sono domandato se la manipolazione dei testi biblici che viene sottoposta alla nostra attenzione da parte di Rolando abbia qualcosa in comune con questi cosiddetti gruppi ortodossi. O forse dovrei dire filo – Dugin ?
IN SINTESI, carissimo.
È tutta una manipolazione con uno scopo preciso: creare una nuova dottrina umana sul mistero di Dio, còlto come l’ INEFFABILE e “conosciuto” come L’IGNOTO. AGNOSTO THEO, che la mente dell’Impostore, secondo il vangelo degli Ebrei, confermato da San Girolamo, ha creduto di svelare, mentre, poveraccio colui che fu definito il “moktheròs”, non arrivava neppure a capire che di IGNOTO c’è solo L’IGNOTO.
Ma non era stupido il cittadino romano di cultura greca che recitava la parte del giudeo, come inequivocabilmente testimonia Epitteto ( che per una parte di vita gli fu sicuramente contemporaneo) nella sue Diatribe. Costui voleva conquistare Roma con una nuova religione di notevole impatto, soprattutto presso gli schiavi, visto che Gesù aveva fatto la loro stessa fine come reazionari al padrone; proprio come Roma che conquistò Atene, ma da questa fu culturalmente conquistata. Per questo la fine di quest’uomo che si sottrasse dalle mani dei Giudei (Atti) che volevano ucciderlo come falso traditore (recepito come vero cristiano da Epitteto, appunto perché recita) si perde nella favola. E poi nessuno può negare che aspettava “in re” una parusia che non si è realizzata, nonostante la sua dura cervice che prima i morti in Cristo (già) poi i viventi, lui compreso, sarebbero saliti sulla nube col MARANATHA. Ma come si fa a raccontare una favola senza usare la materiale/reale semantica dei termini che la veicolano? Ovvio che gli scopi erano politici. Come Storia dimostra con Sant’Eusebio di Cesarea, il più grande falsario – secondo il mio parere – con Costantino , Teodosio e Giustiniano. Quest’ultimo chiude definitivamente ai non cristiani romani la Sedes Sapientiae (Atene universitaria) ed innalza la Santa Sofia, oggi tutta del Profeta di nuovo con grande dolore di Bergoglio. San Giuseppe Vedi: “Tutto nel mondo è burla” ( Falstaff).
Caro DON PIETRO PAOLO, rispondo qui alla tua risposta del 28 giugno 2022 alle 15;54 in seguito ad un mio intervento.
Intanto ti faccio gli auguri di buon onomastico consistenti nel monito di Pietro di resistere forte nella fede perché il diavolo nostro avversario sempre ci circuisce. Oggi infatti è San Pietro. Anche se, forse, prima era la festa del Petreus a Roma pagana, proprio sul colle Vaticano! Un tempietto di pietra bianca in onore di Mitra, chiamato Petreus. Ho detto “forse”. Ma possibile.
Poi ti ringrazio per quello che dici di bello e buono su cui riflettere ed infine, però, devo rispondere a questa tua lapidaria affermazione a me rivolta: “La sua conoscenza del V.T. circa la prostituzione sacra verso Jhwh non trova nessun punto di appoggio sulle Sacre pagine”.
Purtroppo mi duole smentirla categoricamente proprio sulla base del VT e veda poi di giudicare meglio circa la conoscenza del sacro testo così come sta scritto.
1Samuele 2, 22-23: “E Eli fu vecchio assai ed ascoltò tutto ciò che facevano i figli di lui a tutto Israele e che giacevano con le donne serventi alla apertura della tenda del convegno”.
Fatto poi un timido accenno a cosa se ne facesse YHWH delle 32 vergini a Lui riservate e tralasciando altri passi che testimoniano della sacra prostituzione di ambo i sessi compreso quello che esplicitamente proibisce almeno quella sacra maschile, io so, fino a prova contraria, che la radice QDS del termine biblico ebraico Qedesah [= atto di prostituzione] costituisce in uno anche la radice che identifica il termine ebraico “sacro”. Lo stesso verbo nell’AT indica indifferentemente tre tipi di servizio: 1°) servizio di prostituzione sacra 2°) servizio militare 3°) servizio sacerdotale.
Però se tu sai qualcosa di più preciso, io ti dico: loquere Domine quia audit servus tuus. Parla Signore perché il tuo servo ti ascolta. Infine a me la mia capacità di scelta come stabilisce Gn 3, 22. Onestamente non superbamente, proprio perché il cervello che l’ineffabile Iddio ha dato a me non l’ha dato a te e viceversa. E come insegni tu ed il Profeta, ognuno risponde in proprio. Adesso non possiamo fare altro che aiutarci a capire rispettandoci, se non proprio amandoci.
Infatti, un altro perentorio ordine dell’ELOHIM YHWH non riesco a capire: il comando di amarLo. Come è possibile “comandare l’amore”? E che bisogno ne ha Dio, che sarebbe l’Amore stesso? Me lo spieghi? Grazie.
Rolando, la ringrazio per gli auguri. Capisco che ognuno ha il suo cervello e che ognuno può pensare che il suo possa essere più brillante rispetto a quello degli altri. Col mio piccolo, anzi col mio piccolissimo cervello non capisco come il comportamento licenzioso ed “empio” -così come lo chiama lo stesso sommo sacerdote Eli padre dei due sacerdoti spudorati- possa portarsi a prova che in Israele fosse presente e permessa la prostituzione sacra femminile e, addirittura, maschile? Non crede lei che le sue deduzioni siano solo forzature e interpretazioni campate in aria? Per quanto riguarda il comandamento dell’amore, anche il Petrarca diceva che ” l’amore con amor si paga”. L’amore ricerca l’amore. Ora Dio è Amore, ed è esaustivo in Se stesso e non ha bisogno di niente, altrimenti non sarebbe Dio. Dio è Amore in Se’, ma anche l’opera ad extra, la creazione è opera dell’amore, creata per amore e finalizzata all’Amore che è lo stesso Dio. Le creature, nello specifico l’uomo, pur avendo in loro un certo amore, questo non è puro come quello di Dio. Dio ama per natura, per noi non è così. L’amore non deve essere posto nel sentimento , ma nella volontà. E difatti amare è un atto della volontà e spesso richiede uno sforzo. Se poi pensiamo al peccato, non solo l’uomo non è amore per natura, ma anche tutto quello che rispecchiava la sua immagine e somiglianza con Dio è stato compromesso e danneggiato, compreso l’amore primordiale: “è stata la donna che TU mi hai posto accanto”. Ora, se Dio comanda l’uomo ad amare non lo fa perché riceva qualcosa di bisognoso per Lui – Dio, ripeto, non ha bisogno di nulla- ma lo fa perché vuole l’uomo felice e ciò potrà avvenire solo se l’uomo ama Lui e come Lui. Capisco che il tema meriterebbe più spazio e tempo, ma in un blog non è possibile essere esaustivi anche per le tante domande esplicative che l’argomento sicuramente può suscitare. Rivolgendomi a NIPPO, volevo farle notare che il modernismo, qui tante volte evocato malamente, e giustamente condannato da S. Pio X, lo trova realizzato nelle ricerche pseudo- scientifiche di Rolando. La Bibbia non è un libro come gli altri, bisogna leggerla e interpretarla con gli occhi di Cristo e della Chiesa. Le ricerche “scientifiche”, archeologiche, filologiche … ben vengano, ma il buon cristiano mantiene il deposito della fede che gli è stato affidato. Le “novità” che si allineano con lo spirito del mondo, non provengono e non possono provenire da Dio. Questo ci insegna il Vaticano II e il Catechismo della Chiesa.
Bisogna essere chiari all’osso, se possibile, caro don Pietro e Paolo: “permessa” è una cosa, “praticata” in re un’altra. Se fossimo ai tempi di San Domenico di Guzman, a Milano oggi a nessun gay pubblicamente sarebbe “permesso” manifestare l’orgoglio delle loro tendenze fonte, per loro, di piacere in libertà!
Caro Don,
perché taccia di pseudo-scientificità le affermazioni di Rolando? Vuol dire che se le inventa di sana pianta?
Lei afferma che “la Bibbia non è un libro come gli altri, bisogna leggerla e interpretarla con gli occhi di Cristo e della Chiesa”. Quindi, come dicevo sopra, tutti zitti e a testa bassa? Ovvero, in maniera assoluta, indiscutibile, inoppugnabile, gli occhi di Cristo sono quelli della Chiesa e gli occhi della Chiesa sono quelli di Cristo? Si può quindi dire che questi occhi – di Cristo/Chiesa – sono spietatamente intolleranti di fronte a tutto ciò che la mente umana può concepire studiando e riflettendo e che non combacia con quanto vedono tali occhi?
Tra gli occhi di Cristo ed il mondo con tutta la sua complessità si porrebbero come mediatori gli occhi della Chiesa? Ma gli occhi della Chiesa non sono pur sempre occhi umani?
Si deve quindi dire che la facoltà di studiare e soprattutto di riflettere è del tutto errata se non rientra nel “binario” stabilito per autorità (auto-attribuita) della Chiesa?
Non c’è un granello di polvere che debba essere sottoposto al vaglio degli occhi chiesastici?
Ci sarebbe, insomma, un assolutismo che ha da imporsi?
Un cordiale saluto.
Guarda che un tuo grande Dottore ha pure detto: EGO VERO EUANGHELION NON CREDEREM NISI ME AUCTORITAS SANCTAE ROMANAE AECCLESIAE COMMOVERE.
Si deve quindi dire che la facoltà di studiare e soprattutto di riflettere è del tutto errata se non rientra nel “binario” stabilito per autorità (auto-attribuita) della Chiesa?
GIÀ DETTO. MA È UN CIRCOLO VIZIOSO. E CAPZIOSO.
Nippo, al di là che io, col mio intervento, non intendevo precludere la ricerca o nuove scoperte, mi dica: quello che gli occhi di Rolando hanno visto, per usare le sue parole, può asserire che sono cose vere e che tanti occhi durante tanti secoli non sono riusciti a vedere neanche lontanamente? Queste persone, non so in nome di che cosa o solo per apparire, si pongono come veri novatori che cercano forzatamente fondamento sulla Parola di Dio, dico SULLA PAROLA DI DIO
“Che tanti occhi durante tanti secoli non sono riusciti a vedere neanche lontanamente?”
Mi viene da piangere per non ridere. Forse non vede bene il don quanti occhi all’interno della Chiesa han da sempre anche visto DIVERSAMENTE.
Senza contare quelli extra Ecclesia, perennemente ciechi!
Ci sono “filoni”, diciamo così, esegetici, che da sempre sono stati in sordina, ma non per questo non meritevoli di attenzione. “Tanti occhi” che hanno visto “durante tanti secoli” non sono TUTTI gli occhi. TANTI occhi vedono ciò che vedono esattamente come ALTRI occhi vedono ciò che vedono.
Non tirerei fuori l’argomento “ispirazione” poiché essa è un’ auto-attribuzione tanto soggettiva quanto istituzionale. Di “ispirati” è piena la terra in ogni suo angolo.
CHI può dire con certezza “quello è ispirato e quello no”? E l’ispirazione agisce soltanto dentro lo statu quo cattolico? Non è questa una pretenziosa auto-attribuzione?
Quindi si tratta di contrasti secolari che qui sulla terra non vedranno mai la fine.
Lei – come altri ferrei cattolici – dovrebbe ammettere esplicitamente che lo statu quo cattolico è ASSOLUTISTA e, ritenendosi depositario della verità assoluta, non ammette alcuna visione differente.
L’assicuro che, almeno da parte mia, prenderei atto di ciò senza farne un dramma. Ma, lo ripeto, questo assolutismo dovrebbe essere gridato ai quattro venti.
Certo, devo dirlo, mi preoccuperei se tale assolutismo tornasse a servirsi di metodi fisici “convincenti” a non mettersi contro il legiferare (assoluto) dell’Istituzione. 😂
pianga o rida pure, ma le corbellerie che lei ha scritto qui non le ho mai ascoltate da uomiini di chiesa.
Matto, me sa che a fa’ l’amico del giaguaro te lo piglierai in saccoccia. Scegliti bene i compagni di viaggio.
Don Pietro Paolo,
non esistono soltanto “gli uomini di chiesa”.
Caro Nippo, scusami se m’intrometto anch’io a proposito di questo tipo di “Assolutismo” sacro che pretende di “illuminare” e “santificare” con la grazia tutta la società laica. Anzi, il termine laica, non si dà nel caso specifico.
Faccio un esempio, la sura XXX, 30 del Corano recita che per Natura (=FITRA) gli umani nascono tutti islamici. Sono le contingenze geografiche e culturali che li rendono infedeli.
E chiaro che ogni concetto di politica che non sia teocratico, ogni religione, soprattutto le tre monolatrie, lo esclude.
Si è pagani prima di diventare cristiani ad esempio. Cioè idolatri. Solo le monolatrie possono dettare valide leggi umane. E con esse evidentemente, la violenza tra di esse o il ritorno ad una delle tre: l’islam, che come ho citato dice che siamo tutti islamici per natura .Se debbo ragionare così è ovvio che non solo non c’è scampo su questa Terra, ma risulta più che onesto e sempre attuale il lamento del pagano Rutilio Namanziano che è costretto a fuggire da Roma, ormai politicamente cristiana, annotando nel De Reditu suo, come la maga Circe trasformò il corpo in maiali, ma occorreva un tal assolutismo religioso-politico cristiano per trasformarne anche la mente. Certo è forte l’annotazione nel bel latino di questo scrittore del basso impero, ma mette in evidenza un grosso problema di schiavitù delle menti e del Potere religioso istituzionale di qualsiasi natura. Confligge con ogni eventuale libera ricerca personale del Dio, di cui si dice che siamo assetati. Ma quanta acqua uno debba bere o meno è affare della sua personale libertà e dignità che nessun credo religioso gli può imporre per natura. E chi si interessa a questi problemi merita rispetto anche per il bene di un progresso razionale in una società contemporanea, che sembra poco dedita alla riflessione e molto di più ad esibire la forza brutale o le bellezze di un corpo nudo invece che una mente assetata di saggezza naturale.
Non devi scusarti di niente.
Qui ci si incontra, si parla, si discute, si litiga educatamente, ci si insulta(va).
Qui si fronteggiano i santi e i diavoli; i probi e i reietti; gli auto- destinati al paradiso e i prenotati (dai paradisiaci), per l’inferno; i veggenti dagli occhi puri ed i ciechi che vanno verso il baratro; il gruppetto di candide pecorelle ed il branco dei lupi dagli occhi infocati e l’alito sulfureo, etc, etc, etc, etc,
Come recita il sapientissimo e forse incompreso detto: “chi la dice cotta e chi la dice cruda”, per cui la verità, già … la “verità”!, parola tremenda, devastatrice, insieme all’altra: “libertà”, chimerica e illusoria.
Non so se esistano parole più pericolose di queste due, e ciò per più di una ragione che non mi va di esporre. 🤩
Forse sarebbe stato meglio se in questa occasione mi fossi firmato come il Matto. 😂😂😂
E poi: “La Bibbia non è un libro come gli altri “. Ma va!? Allora non sono come gli altri quelli che ci credono! Ma a cosa credono nella bibbia. Esattamente quello che la bibbia non dice!
Don Pietro Paolo: Mt2,23! A quando?
Vosa c’entra che il Cristo fosse un nazir od anche la fedeltá all’ebraismo.
Non starai negando la teantropicitá?
Cara Dauda, “Non starai negando la teantropicitá?” . Ma sai leggere l’ AT? L’ELOHIM YHWH è geloso di ogni altra divinità ( ma questo termine da Theiòn greco non ricorre MAI nella bibbia ebraica, così come il termine Theos. A parte l’eretica LXX, definita ” letamaio” dal giudaismo che traduce ELOHIM con theos e plurale e YHWH con Kyrios. Quando Paolo reciterà la parte del giudeo a Kyrios sostituira il DOMINUS, Signore nostro Gesù Cristo e ad ELOHIM il theos / theoi omerici.).
Anzi per Filone alessandrino, base per l’invenzione Paolina dello spirito di YHWH come Persona in una Trias, le DUE MASSIME EMPIETÀ È CHE UN UOMO SI FACCIA DIO IN UNO CON IL DIO CHE SI FA UOMO.
“QUIA CUM HOMO SIS TE DEUM FACIS” evangelico e COPIATO di sana pianta dal documento “LEGATIO” stilato nell’ottobre del 38, a soli due anni dalla morte di Gesù. Prima deve morire il Battista. E quasi sicuramente fu decapitato nel tardo autunno del 34 o in primavera del 35 in Macheronte. C’è una datazione sicura che inchioda alle conseguenze di questo fatto che segue al ripudio di Antipa, della sua legittima moglie. La’ immediata guerra che l’offeso Areta IV sferra nell’estate del 35, inaspettata anche per i romani, per rivendicare l’onore della figlia. Vittoria quindi su Erode, interpretata dal mondo giudaico reazionario come la giusta punizione di YHWH per la decollazione del Battista. Messia per i Mandei tutt’ora!
Con grande approssimazione si deve quindi mettere la morte in croce di Gesù a 43 anni circa nella pasqua del 36. Poi Vitellio riconsegnerà la preziosa veste sacerdotale, custodita nella Torre Antonia, al sommo pontefice.
A 43 anni ? Sì lo dice chiaramente Giovanni nel suo vangelo: “Non hai ancora cinquant’anni ed affermi di aver visto Abramo!?”. Questa è un’indicazione certa dell’età di Gesù!
Non si dice così ad uno che è nella trentina.
Ma ognuno è libero di credere quello che vuole. Anche lo scienziato gay Alan Turing credeva più nella mela di biancaneve che nel puritanesimo finto. Gesù morto non poteva essere inferiore per età ad Alessandro Magno!
La favolistica è ben condita dal Potere per mantenerne la “portata”. Ma anche se sepolta da quattro metri di terra o bruciata nel rogo di libri, pure ben documentato in Atti, come insegna Shakespeare la realtà storica prima o poi fa capolino.
E proprio con l’aiuto delle favole della pretesa verità.
Ma non ci impegno la mia Fede. L’Ineffabile sa.
Se non riesci a cogliere e capire l’Unico Uno Tripersonale cosa vuoi da me. Sul resto si potrebbe anche discutere ma suppore come fai il tradimento della Chiesa è stupido oltre che irrispettoso
Rolando, dove vuole andare a parare?
Caro Rolando,
mi par di capire che propendi per una lettura non di rado diversa da quella ufficiale delle Sacre Scritture. I tuoi interventi, che non sono per niente banali, aprono una prospettiva non propriamente “canonica” riguardo alle Scritture stesse, la qualcosa getta una luce diversa sull’istituzione Chiesa e, per dirla tutta, sul messaggio che essa propone.
Dici, ad esempio: “Ho conosciuto il Padre Virgilio Corbo… Gli scavi a Cafarnao e Gamala…” lasciando intendere, se non erro, che la lettura ufficiale delle Sacre Scritture (per non dire della loro composizione e delle traduzioni) sia una sorta di aggiustamento per far passare un messaggio non solo “addomesticato” ma che non curandosi, o tenendo nascosti, i risultati archeologici e quant’altro.
In tutto ciò sono compresi anche i Padri della Chiesa che, nel positivo e nel negativo, cadono sotto la tua ente investigatrice.
Non scherzo se ti dico che sarei molto curioso di conoscere l’insieme delle tue interpretazioni. Magari raccolte in un apposito libro?
Cosa puoi dirmi in merito?
Che proposta azzardata, ENRICO, stai attento che non si sa come va a finire…..
Caro Nippo, non sei il solo ad esortarmi a scrivere. Materiale ne ho moltissimo, pur scartando le mie personali opinioni. Nel senso che ogni mia conclusione è stata rafforzata da importanti apporti e pareri anche di molti studiosi e ricercatori di Chiesa. Nei miei interventi ho fatto tanti nomi di grandi menti cattoliche compreso il Padre Virgilio Corbo, la cui improvvisa morte mi recò un grande dolore. Attento: non sto insinuando che tutti od anche solo qualcuno condividessero i miei dubbi o le mie ipotesi. No! Sto solo dicendo che proprio parlando con loro trovavo quasi sempre una crepa aperta per l’altra faccia della medaglia. Non sono un mangiapreti, né di quelli tradizionalisti, né di quelli conciliari. Me lo impediscono l’affetto e l’amicizia che mi legano a tanti di loro: uno, carissimo compagno, è addirittura tra gli eleggibili prossimi papabili. Il greco dei codici, nonché il latino ovviamente è la mia personale passione. La biblioteca apostolica uno dei più istruttivi posti di gioventù. So a memoria ancora il suo motto latino! Insomma io sono molto interessato alla figura storica umana del personaggio Gesù. Credere è una cosa; ragionare e “scrutare la storia” un’altra. Il mio cavallo di battaglia che riassume tutto e mi “bombarda” con quel virgiliano “Ab uno disce omnes” è Mt 2,23. Un grande teologo cui citai ciò mi rispose: O si crede o si ragiona. Io la presa come un’autentica canzonetta da parte di uno che usava le armi dell’avversario!
I sacerdoti mi hanno dato tanto. Non si sputa nel piatto dove si mangia. Ogni cervello è unico. Si impara da tutti e da tutto. Ma si è soli nelle proprie convinzioni. Ripeto: dicevo alla mia cara mamma: ma cosa ti dicono i preti quando vai a confessarti? Risposta: ” Caro fiol, lasso che el prete el diga: mi go el me Signor”. E Tettamanzi : ” Finché non ritorniamo al Tutto, che è Dio”. I più bei testamenti sempre stessi e sempre nuovi.
Corrige. Io l’ho presa come un’autentica canzonatura…
Pe’ propendere propende, come no. E poi dove ti va a finire? Immagina! Puoi!
The war on unborn life is far from over in the United States:
https://states.guttmacher.org/policies/ “the following states have taken steps to protect abortion rights: Alaska, California, Colorado, Connecticut, Delaware, Hawaii, Illinois, Maine, Maryland, Massachusetts, Michigan, Minnesota, Montana, Nevada, New Hampshire, New Jersey, New Mexico, New York, North Carolina, Oregon, Rhode Island, Vermont, Virginia, Washington, Washington DC, Wyoming. rosaryoftheunborn.com
https://www.radiospada.org/2020/09/sodoma-distrutta-un-vademecum-necessario/
https://www.ibs.it/sodoma-distrutta-parole-di-santi-libro-vari/e/9788898766468
Ciò che hanno detto I Santi ed I Papi sulla omosessualità.
A proposito: pare che anche la Rai si sia messa a far pubblicità ai gay, almeno così ho letto (dato che non la guardo da anni).
Il canone a questo punto diventa un lusso che un cattolico dovrebbe evitare e bisogna avviare azioni di protesta contro la deriva omosessualista che si sta diffondendo a livello pubblico in modo scandaloso.
Liberi in veritate dovrebbe attivarsi in tal senso.
Matteo 10:14-15
14 E se alcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere da’ vostri piedi. 15 In verità io vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città.
Matteo 11: 23-24
23 E tu, Cafarnao,
sarai forse innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi precipiterai!
Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe!
24 Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!”.
Luca 10:10-12
10 Ma in qualunque città sarete entrati, se non vi ricevono, uscite sulle piazze e dite: 11 Perfino la polvere che dalla vostra città s’è attaccata a’ nostri piedi, noi la scotiamo contro a voi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio s’è avvicinato a voi. 12 Io vi dico che in quel giorno la sorte di Sodoma sarà più tollerabile della sorte di quella città.
Ops…! O come mai caro Rolando Gesù cita Sodoma e Gomorra..? Un refuso…? Rolando Rolando, fai pure ciò che ti piace , ma magari non venirci a raccontare frottole per autogiustificarti!
Saluti. Massimiliano
Saluti.
Gesù cita Sodoma e Gomorra perché è un autentico ebreo della stirpe di David, un autentico reazionario antiromano alla ricerca di reazionari come lui ed il Battista. Nemico acerrimo dei vili collaborazionisti della classe sacerdotale, che comprava la carica di anno in anno, come nel caso di Caifa, il quale aveva deciso di eliminare Gesù come pericoloso per tutto il popolo ebraico e consegnarlo ai Romani come chiaramente documenta il vangelo di Gv.
L’ELOHIM YHWH voleva sapere quanti erano i circoncisi in Sodoma e Gomorra che parteggiavano per lui prima di sferrare l’attacco e Lot da loro in mano le figlie piuttosto di venir meno al volere di YHWH. Non centra per niente il sesso in tutta questa vicenda, né la supposta depravazione sessuale. Centra invece il fatto che questo Signore (=YHWH) non sa di essere ONNISCIENTE e comanda ad Abramo…ecc…ecc…
Gesu viene condannato come malfattore reazionario assieme ad ALTRI DUE, come ben tradisce Luca, e come sempre facevano i Romani con esecuzioni in gruppo per terrorizzare.
Il motivo della condanna è chiaro: GESÙ NAZIREO RE DEI GIUDEI. Ed il significato del termine NAZIREO, oltre che essere confermato dalle innumerevoli raschiature fin dai più antichi ed importanti codici con aggiunte di seconda e terza mano…., È TRADÌTO da Mt 2, 23 ( altre innumerevoli raschiature di codici!!!) che rimanda a profezie inesistenti (il Vercellensis addirittura fa il nome di Isaia! ma anche qui si tradisce qualcosa di molto significatico!) ma a qualcosa di politicamente concreto: NZR. Che ha a che fare con la fedeltà al Patto. Nazareth è inesistente in tutta la bibbia e letteratura ebraica e non, almeno fin oltre il II sec. d.C. Ho conosciuto il Padre Virgilio Corbo… Gli scavi a Cafarnao e Gamala….
Gesù muore chiamando EL, EL MIO ( Salmo 22. Gv ne cita la conclusione) da buon ed autentico figlio del suo popolo che ricorda quanto impone il salmo 78, versetto 35…. e EL ELYON il riscattante….
Aveva ragione il card Ruini quando mi disse o si crede che Gesù è anche Dio o non serve a niente indagare la persona umana concreta! È la ragione della falsità. SERVE ECCOME. COSÌ COME AD ALTRI SERVE (=SI USA) SOLO DIO.
Le sue, Rolando, sono solo farneticazioni e, come tali, non sono da prendere in considerazione. È meglio lasciarli a coloro che vanno alla ricerca di codici nascosti stimolati dal prurito di scoprire fantasiose novità
Da quanto lei scrive non si riesce ad inquadrare la figura di Cristo che vede lei. Per lei Cristo è il figlio di un falegname che ad un certo punto della vita ha deciso di fare il Rabbino impersonando ad arte il Messia previsto dai Profeti, recitando la commedia con tanta coerenza da farsi inchiodare sulla croce, o è veramente il Verbo che si è fatto carne per dare compimento alla Legge e ai Profeti? Io propendo a credere che lei propenda per la prima versione ma mi piacerebbe averne conferma. Grazie.
Povero MASSIMILIANO che risposta del ….. cavolo si è ritrovato!!!
Un minestrone senza nè capo nè coda! Gesù che cita Sodoma e Gomorra perchè è della stirpe di Davide…. Gesù reazionario antiromano alla ricerca di reazionari come lui ….HYHW che non sa di essere Onnisciente ……NAZIREO che significa TRADITO e rimanda a profezie inesistenti …. ROLANDO, ci ha preso tutti per deficienti oppure è proprio questa la sua “forma mentis”?
L’ebraizzazione del messaggio cristiano costituisce in sé una refutazione del credo cattolico. Ed è in sé un’operazione contronatura, tesa a ridisegnare, scardinare, sovvertire e “invertire” l’essenza di tale messaggio e il complesso delle sue articolazioni. Essa, che si fa scudo di un fideismo storicistico (a sua volta alimentato con biblismi, filologismi, archeologismi), non mira a emendare singoli tratti della struttura, a rettificarne specifici aspetti, e nemmeno ad ampliarne l’orizzonte, bensì a confutarne l’insieme. L’ebraismo è e resta nemico giurato del cristianesimo in generale, e del cattolicesimo in particolare. *** È opportuno quindi ripetere che i cattolici (e gli ortodossi) non sono né culturalmente né cultualmente ebrei. Nel cristianesimo l’ebraismo dell’A.T. è conservato non solo come trasposto in una chiave che ne muta radicalmente il senso e la natura, ma anche come oltrepassato, come trasceso. I dati storico-folologici o etno-culturali, poi, sono utili, ma secondari. L’elemento primario è quello spirituale, ciò su cui l’intero edificio cristiano è stato innalzato e seguiterà a ergersi, a dispetto di ogni tentativo di reductio ad mores hebraeorum.
“L’ebraizzazione del messaggio cristiano”.
Paolo di Tarso: “uno che essendo di cultura greca e cittadino romano, inganna la gente RECITANDO LA PARTE DEL GIUDEO” scrisse Epitteto tra la fine del primo secolo ed inizio del secondo per identificare il reale cristiano!
Ed i Giudei, onestamente, volevano farlo fuori. Semplice, no?
“Il mio vangelo secondo Gesù Cristo” ha scritto ragionando.
Invece di blaterare e farneticare chissà quali presunte assurdità, c’è qualcuno capace di spendere qualche saggia e documentata risposta a quanto sta scritto nel versetto 23 del secondo capitolo del vangelo di Matteo?
Senza invocare la poesia teologica delle ragioni di fede, perché queste sono tutte personali!
Da bravi tradizionalisti tridentini in nome della prima opera di misericordia spirituale: insegnare agli ignoranti; mi potreste dare una chiara, letteraria, biblica e storica delucidazione?
Non è una presa in giro questa opera di misericordia per persone come voi, salde nella fede, e sicure dell’esattezza storica, fattuale e profetica dei testi base dell’annuncio della buona fede. E per me un ulteriore motivo di riflessione.
Non c’entra la Fede, né quella da togliere, né quella da dare. Essa è Dono di Dio che fa misericordia o la nega a chi VUOLE.
Timido tentativo che … non chiarisce niente!
Da parola.net
“Matteo 2:23
Il versetto dice che Giuseppe, con Gesù, “venne ad abitare in una città detta Nazaret, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli sarebbe stato chiamato Nazareno.” Questa citazione è difficile, perché in realtà non c’è un profeta dell’Antico Testamento che lo dice.
Prima di cercare di spiegare questo fatto, è utile osservare che Matteo introduce questa citazione in un modo diverso, in confronto con le altre citazioni (Mt 1:23, 2:6,15,18). Usa il plurale “dai profeti” invece di “dal profeta”, e omette il verbo “dicendo”, mettendo invece “che”, che può introdurre una citazione diretta (come la C.E.I. traduce questo versetto), ma anche una citazione indiretta, cioè un riassunto invece di esattamente le stesse parole del profeta. Così sembra che Matteo abbia saputo che non era una citazione dall’Antico Testamento.
Notiamo anche che la profezia è adempiuta dal fatto che Gesù andò ad abitare a Nazaret. Così probabilmente dobbiamo capire “Nazareno” come l’aggettivo “di Nazaret”, sebbene ci fosse un’altra parola usata di solita con quel senso (Ναζαρηνός, Nazarēnos come Lu 4:34; 24:19 invece di Ναζωραῖος, Nazōraios come questo versetto). Alcuni propongono che questa parola in Matteo si derivi da una forma aramaica, ma non lo sappiamo. Rimane solo a capire in che senso il fatto che Gesù abitava a Nazaret era un adempimento dell’AT. Sappiamo che Nazaret era una città disprezzata (Gv 1:46, 7:42,52; At 24:5 è probabilmente un insulto). Così, secondo questa teoria, Matteo non voleva dire che un profeta profetizzò che Gesù avrebbe abitato a Nazaret. Piuttosto, dice che i profeti, in generale, preannunciarono che il Messia sarebbe stato disprezzato (per esempio Sal 22:6-8,13; 69:8,20-21; Is 11:1; 49:7; 53:2-3,8; Dan 9:26).
Un’alternativa popolare a questa interpretazione è che Matteo pensava all’adempimento di versetti come Giudici 13:5,7; 16:7, e che Gesù era un nazireo, un secondo Sansone. La difficoltà con questa interpretazione è che è difficile capire in che senso il fatto che Gesù andò a Nazaret era un adempimento di questa profezia”.
Mah …
Anche Paolo che era il caporione pestifero della setta dei Nazirei (Atti) andò ad abitare a Nazaret?
Che senso ha profetizzare che se vengo ad abitare a Roma, acquisto il titolo di romano? Occorre una profezia?
E quale? Visto anche che esistono autorevoli codici che fanno il nome preciso del Profeta: per Esaiam.
E dove la trovi documentata Nazaret nell’AT.?
Perché nel Corano i cristiani sono nominati “i Nazara”?
Indaghiamo invece sui termini e le loro radici ebraiche NZR il nazireo ed il nazireato appartenevano ai votati alla Fedeltà ( emunà, Is).
Pensate che Pilato fosse un tonto dedito a badare ai sogni di una donna?
Pensate che quando gridano: non abbiamo altro re che Cesare, fosse uno slogan del popolino?
Pensate veramente che abbia chiesto a Gesù: sei tu re?usando de bruto questo titolo che neppure lui poteva pronunciare neanche per ironia, lui, proprio lui Pilato caduto in disgrazia di Tiberio dopo la morte di Seiano (31)?
Ma pensate davvero che Gesù Nazireo abbia detto che Pilato non aveva alcun Potere su Gesù se l’Alto per mezzo di Giuda e Caifa non l’avesse consegnato nelle sue mani?
Ma pensate davvero all’incredibile risposta di Gesù a Pilato che ha dell’assurdo e dell’irrazionale: ” SE volessi chiederglielo, il Padre mio mi manderebbe più di 12 legioni di angeli” soldati, quando di stanza nella più vicina Bosra in Siria ce n’erano solo due di romane con gli ausiliari?
Ma l’incredibile resta la motivazione che porta Gesù per chiedere questo “possibile” aiuto ad una Forza superiore: “PER NON ESSERE DATO IN MANO AI GIUDEI”. Ma come? Un re dei Giudei che non vuol saperne del suo popolo e avrebbe ingaggiato una guerra tremenda contro il suo stesso popolo!!! Ma Pilato sarebbe stato d’accordo se non avesse fiutato il tranello di “usare” il loro EL YHWH!
Poi, dato un gran grido, chiama “EL EL MIO” ( primo verso) perché si compia l’opera il cui inizio agli Olivi era fallito nonostante la profezia di Geremia, che prediceva che da questo monte rarebbe cominciato il riscatto di Israele contro i goim.
Ma EL MIO è chiaramente il Padre di Gesù che se lo invoca disperatamente in un ultimo tentativo è perché da buon figlio del suo popolo Israele ricorda quanto recita il salmo 78 al verso 35: ricordava che con il forte grido si chiamava EL YHWH IL RISCATTANTE LORO IN SOCCORSO.
Più tardi subentrò Paolo di Tarso di cultura ellenica e cittadino romano per nascita a recitare la parte del Giudeo, che, come scrive Epitteto, chi recita questa parte è da individuarsi come un autentico cristiano.
Rolando, guardi che nazireo e nazareno non sono la stessa cosa. Nazireo era Sansone, Giovanni il battista e non Gesù, che fu chiamato il Nazareno perché crebbe in questo borgo della Galilea
Dalla piega provocatoria e irriverente mi dissocio totalmente, non condividendo nulla, se non – se vi fosse, e non è detto – un ragionare e analizzare con massima probità intellettuale e sacro rispetto.
Ma riguardo al versetto in questione (Mt 2,23), immagino che se non fosse controverso – come è – il nostro caro Rolando non lo avrebbe proposto da dibattere in “arena”.
Per quel che, poi, potrà valere la nostra personale ricerca…da condividere.
E, a meno che qualcuno non abbia maturato specifiche competenze in tal senso (non limitato alla lingua, s’intende), non si può far altro che riportare la questione spinosa dell’interpretazione linguistica così come la si ritrova affrontata da diversi autori biblici, recenti e meno recenti. Tra tutti segnalo il Poppi.
Venendo a noi, “nazoreo”, dal testo greco, che significa originario di Nazareth, per taluni corrisponde a “nazir” cioè “consacrato”, indicando la totale consacrazione di Gesù al servizio di Dio; per altri invece si riferisce al “germoglio” – neser – della stirpe di Davide, secondo Is 11, 1 (mi si perdonino le traslitterazioni scritte tutte scorrettamente, esteticamente anche inguardabili, mi rendo conto).
Resta il fatto che la connessione linguistica tra Nazareth e Nazareno è vista come problematica dagli esperti.
Si aggiunga che Nazareth non è nominata in alcun testo veterotestamentario e i suoi abitanti erano oggetto di disprezzo per i Giudei (come si evince da Gv 1, 46).
Mi spiace molto ora non aver più altro tempo da dedicare ad approfondire e riportare. Certamente ci sarà chi commenterà con più precisione, pertinenza, profondità e valore un tema tanto bello.
Ad ogni modo, unendo i puntini, a me pare che tutto torni intorno al nostro Redentore…proprio tutto…Anche il “mistero” di questo piccolo versetto. Per fede. Per grazia. Per scelta.
Ci si è comunque molto discostati dal problema di partenza e pertanto riporto un commento di STILOBATE, che con il suo aplomb, resta efficace e pertinente quanto ingiustamente ignorato:
=Rolando, la vedo più attivo del solito sul tema in oggetto, che ho da tempo l’impressione la coinvolga, diciamo così, in molto piuttosto diretto. *** Ma Lei veramente ritiene che le giornate dell’oroglio omoerotico, per di più con i loro sistematici dileggi di quanto noi cattolici abbiamo di più sacro (il Crocifisso, Maria Vergine, ecc.) sia cosa normale e accettabile? *** E Lei veramente ritiene che le pratiche omoerotiche, gli atti contronatura, sian cosa sulla quale il buon Dio e la natura da Lui creata non abbiano nulla da eccepire? *** Sarebbe importante che Lei chiarisse la sua posizione, perché solo in tal modo sarà possibile mettere a fuoco che cosa Lei intende quanto parla di “amore”.=
Christus vincit!
Saluti!
Carissimo Occhi Aperti, sono d’accordo totalmente con lei circa il rispetto verso tutto ciò che riguarda la religione; qualsiasi religione. Nè a Milano nè in nessun altro luogo è atto civile farsi beffa del sacro. Detto ciò anche lei parla di contronatura, cioè un linguaggio filosofico aristotelico: soprannaturale; preternaturale; innaturale; contronatura. È un linguaggio superato senza alcuna valenza scientifica. Non c’è niente di tutto ciò che è possibile e probabile in Natura che sia contro la stessa. Lo zigote fin dall’istante di cellula fecondata è soggetto alla Natura col suo duplice dono di vita con la morte e di morte con la vita.
Per me, non hanno alcuna valenza fisica parole come spirito, anima, e per estensione anche mente, a meno che con mente non s’intenda un processo neurale elettrochimico.
Inoltre tutte le parole contengono una semantica che ne rivela l’origine solo nella Natura reale delle cose tutte così come stanno ed evolvono: uno scambio continuo di massa ed energia. Il resto son favole per bambini come diceva la Caterina Hack. E chi mi dice che il mistero che chiamiamo Dio non sia proprio questo? QUESTO TUTTO, CHE È DIO IN CUI CON CUI PER CUI SIAMO DA SEMPRE.
Molti anni fa, quando il popolo italiano fu chiamato a esprimersi sulla depenalizzazione dell’aborto, misi le mie umili forze al servizio della campagna promossa dal fronte antiabortista. Di quella non facile esperienza il ricordo che più mi è rimasto maggiormente impresso, a parte le immagini dei bimbi uccisi nel grembo e le testimonianze dei medici al riguardo, è la strategia della controparte abortista: per legittimare, propiziare e portare a compimento la loro tragica rivoluzione, usavano come fulcro singoli casi e singole fattispecie, tanto estremi quanto rari. È così, facendo leva su quei singoli casi limite, si è arrivati a togliere la vita ad almeno 6 milioni d’infanti. Tantum *captiositas potuit suadere malorum. *** Ecco, caro Occhi Aperti, ho come l’impressione che in questo frangente (di feste gaie e gaie riletture) non si sia troppo lontani da quei paraggi. E l’esperienza di vita, aggiungerei, mi ha insegnato che dietro le grandi campagne di radicalizzazione, dietro il loro ostentato idealismo, c’e sempre la tirannia di un piccolo calcolo personale.
“più mi è rimasto maggiormente”: al Suo buon cuore la correzione del ridondante refuso.
Rolando carissimo,
apprezzo sinceramente la sua totale mancanza di ipocrisia e maschere – almeno, per quanto mi è dato di vedere, in “arena” – e il suo sempre veemente battito d’ali ho l’ardire di comprenderlo, non di giustificarlo.
Mi pare di intuire che il suo campo di lavoro specifico anzichè favorirla, la appesantisce nel volo e fatica a metabolizzare qualunque posizione lineare. Dal suo punto di vista, evidentemente, grossolana…
Mi chiedo, scardinando sistematicamente ogni architrave della Chiesa – in senso molto ampio -, dove lei possa poi trovare riposo.
A quale Roccia si aggrappa se, quando passa, tutto sgretola per assecondare la sua insoddisfazione? Quale è il suo approdo ultimo? Se stesso? E’ così che lei ha pace?
Non lo credo…
Di lei condivido – anche se non interessa – la medesima riduttiva e parziale opinione espressa convenientemente da Stilobate in un commento che non mi è sfuggito: è persona sensibile, garbata e assai acculturata. Ma, aggiungerei, “azzoppata” dalla sua stessa mente quando indaga secondo la carne e non secondo lo spirito. Sia onesto con se stesso!
Pensando a lei, or ora mi sovviene, quell’attimo di tempo avvenuto tra Gesù e Nicodemo, ritratto dal Vangelo di Giovanni:
**Dicit ad eum Nicodemus: “QUOMODO POTEST HOMO NASCI, CUM SENEX SIT? Numquid potest in ventrem matris suae iterato introire et nasci?” Respondit Iesus: “Amen, amen dico tibi: Nisi quis natus fuerit ex aqua et Spiritu, non potest introire in regnum Dei. QUOD NATUM EST EX CARNE, CARO EST; ET, QUOD NATUM EST EX SPIRITU, SPIRITUS EST. NON MIRERIS QUIA DIXI TIBI: OPORTET VOS NASCI DENUO…**
Riesce a passare oltre senza lasciarsi interpellare da cotanta bellezza e verità?
La mia conversione è giunta in età adulta e pertanto vorrei non si facesse di me l’idea di soggetto “clericalmente ideologizzato”.
Per quel che può valere, le chiederei di non cestinare la voce di validi commentatori – tra cui un sacerdote – che ben più di me han saputo sostenere le ragioni della nostra fede, porgendole una mano e non mordendogliela per partito preso.
Certo, per questo occorre atto di umiltà: mai cosa più difficile fu richiesta all’Uomo!!!:-)
Sulla sodomia, le suggerisco una cruda lettura: il Liber Gomorrhianus di San Pier Damiani. Non le piacerà.
Ma è innegabile che nessuno di noi esisterebbe grazie a questa pratica che, proprio perchè contraddice la Natura (oltre che, primariamente, il Creatore), viene oggi così diffusa con la certezza di un ovvio e “naturalissimo” conseguente depopolamento….Mi fermo a questa banale implicazione.
La Hack, Biglino, Luzzato???? Ma che ci fa in questa brutta compagnia?? “Impara”???
Non idolatri la “validità scientifica” e adori Dio con semplicità, che non è semplicioneria…
Un caro saluto.
@STILOBATE
Carissimo, trovo piacere a leggerla: questa sua testimonianza è preziosa. L’equilibrio con cui la trasmette la avvalora.
Caro Stilobate, non cambiamo le carte in tavola!
TANTUM RELIGIO POTUIT SUADERE MALORUM.
C’è anche nella Storia umana un sottile senso di incruenta vendetta. Così io leggo l’esposizione di genitali a Milano. Il loro
dio è BAAL PEOR [= Signore dell’esposizione dei genitali] documentato nella Bibbia e di cui la bibbia dice chiaramente che L’ELOHIM YHWH era tanto geloso che gli si infiammavano le narici e gli bruciava la gola. Non sto citando niente di mio ma né più né meno che la lettura letterale della bibbia. Non quella allegorica della fantasia! La bibbia è bella così com’è nella sua materiale realtà storica.
Caro OCCHI Aperti del 1 luglio ore 9.
Lascio tutta a lei la gnosi cristiana secondo Giovanni.
Lascio tutta a lei l’architrave portante e consolante e salvate del Gesù giovannetti, Via, Verità e Vita.
Preferisco quel che la Dittatura ha avanzato di Celso, Porfirio.
Lascio ancora a lei Gv3,5-8 se sa da dove spira il vento!….
OCCHI APERTI carissimo del 1 luglio ore 9;00.
Anch’io credo di capirti. Tu scrivi poi:
“Mi chiedo, scardinando sistematicamente ogni architrave della Chiesa – in senso molto ampio -, dove lei possa poi trovare riposo.”
E “qui” non ti capisco più! Ma credi o non credi che le porte dell’Inferno non prevarranno su essa?
Perché ti preoccupi del mio riposo? Che ne sai tu dove e quando io sono stanco e demoralizzato e quando invece sono in forma?
Sai, non lo so neppure io! Sono le cellule del mio fisico che lo sanno: io stesso credo solo di saperlo! NEKESSITAS.
NO! carissimo non ho trovato riposo nella Chiesa, ma schiavitù! Però sono felice con te che tu l’abbia trovato! Ed in ciò, mi diceva un rabbino, consiste la realtà del Paradiso. Essere felici della felicità del proprio simile!
Ma tu parli anche di architrave che non va scardinata!
“Alzate porte i frontoni vostri e alzatevi portoni di sempre ed entri il re del kavod. Chi questo re del kavod? YHWH forte e prode YHWH prode in battaglia”.
Non c’è architrave che resista al Sansone di turno! Tutto ci chiede questo Dio fuorché il riposo. E se rispettiamo il suo comando facciamo la fine di quei poveri deportati che per non salire di sabato sulle camionette delle SS furono trucidati seduta stante. L’uomo non è stato fatto per il sabato, ma il sabato per l’uomo. Enigmatica profezia in mano al Potere!
Gesù è figlio devoto di un prode guerriero: YHWH uomo di guerra YHWH ( YHWH ish milkamah YHWH). Agostino un romantico che vi trova riposo e scrive: IRREQUIETUM COR NOSTRUM DONEC REQUIESCAT IN TE.
VINCENTI DABO EDERE DE LIGNO VITAE (Ap).Ognuno combatte la propria battaglia con le armi che ha. Una cosa seria? E se fosse una burla? Una in più, una in meno: “Tutto nel mondo è burla” ( Falstaff di G. Verdi, un grande mangiapreti, ma amico del buon Manzoni convertito al cattolicesimo che ha visto la morte di due mogli e di tutti i suoi nove figli prima di riposare per sempre per il quale gli sgorgò dal cuore l’ineffabile melodia di quel ” quarum hodie memoria facimus”). Grazie per la riflessione.
Caro Stilobate del 1 luglio alle 06;02.
Ho presenziato a due incontri di studio cinesi, diversi anni fa, riguardanti la loro legislazione circa la regolazione delle nascite e le sue conseguenze dolorose e squilibrate in quel paese, nel primo incontro.
Nel secondo incontro, il fenomeno della omosessualità. Sono rimasto sospeso nel pensiero nel sentire come l’inclinazione naturale della omosessualità in entrambi i sessi venisse salutata come l’equilibrio più umano alla limitazione delle nascite. Ed ancora adesso, con più ci penso, non trovo argomenti validi da opporre. Concludo con saggezza. Visto quante bambine venivano uccise per le manie (per noi occidentali) di preferire il maschio.
Nei bigini dell’Arcigay dev’esserci anche “l’omosessualità incrementa l’autonomia della flotta” (Horatio Nelson). Mah! Contento Lei… Il fatto è però che contento non pare: non sarebbe qui a scrivere le cose che scrive.
Stilobate carissimo,
[1 Luglio 2022 alle 16:26
Nei bigini dell’Arcigay dev’esserci anche “l’omosessualità incrementa l’autonomia della flotta” (Horatio Nelson). Mah! Contento Lei… Il fatto è però che contento non pare: non sarebbe qui a scrivere le cose che scrive.]
Comunque non rientro nell’incremento nelsoniano. Sono uno scarto.
Ma che centra “contento lei” , quando ho scritto che sono rimasto basito, che mi sono trovato col pensiero sospeso?
Avrei dovuto intervenire con Gesù Via, Verità, Vita?
Ma mi dica: come fa lei a giudicare che io non sono contento?
L’ultima volta che sono entrato in confessionale, quarant’anni fa, il colloquio è terminato con la domanda del confessore: “Ma lei è contento così?”. “Mi sento contento” senza enfasi e con la più grande schiettezza. E non avvenne assoluzione.
Dalle cose che scrivo lei desume, giudica che non sembro contento. Sembrare/essere questo l’enigma!
Ho già citato il pagano Eschilo: “Patendo conoscere”. E non ho trovato in questo esercizio alcuna differenza con la presunta superiorità consolante (?) della conoscenza cristiana cattolica! Anzi ho scritto di un certo qual piacere masochista nei miei interventi, frutto di addomesticamenti clericali subiti. Ma siamo sempre lì con il romantico Agostino: “Cerchiamo come persone che trovano e troviamo come persone che cercano”. La mia grande passione: la lirica. Il mio tempio: la Scala. Sono felice ed in pace col mio Signore che mi spinge istante per istante a conoscere secondo le mie possibilità e doti neurali. Senza mai arrendermi. Usque in finem. Come il vecchio nel “Viatico” del Pascoli; in questa tremenda accecante calura di un Sole bruciante. Pur destinato a collassare anche secondo Gesù.
Ho infatti scritto, caro Rolando, “pare”. La mia è un’impressione, non un giudizio, ci mancherebbe. Se lei è davvero contento, in cuor Suo lo saprà. *** I confessori? Lì c’è un po’ di tutto, come in ogni plica del genere umano. *** Leggo che oltre ai classici greco-latini (spesso scherzo, ma non troppo, dicendo che per me l’A.T. consta di due soli libri: l’Iliade e l’Odissea) abbiamo in comune la passione per la musica lirica. Un’ottima passione (molto meglio di quella per i Biglini, i Luzzati o le Hack, sient’a mme): e questo sì, credo che possa dirsi un giudizio. *** Stia bene. La saluto cordialmente
@ROLANDO
Nei Vangeli c’è una sola lista di peccati. Qui:
Mt 15, 19-20
[19] Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie.
[20] Queste sono le cose che rendono immondo l’uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende immondo l’uomo”.
Ma nel Nuovo Testamento, nell’epistolario Paolino ci sono ben 12 liste di peccati (celeberrima quella di Rm 1,26-32) e vengono menzionati 92 vizi: al primo posto per gravità vengono messi quelli contro la carità, al secondo quelli contro il sesso e non manca la sodomia (già condannata espressamente nell’AT in Gn 18,20).
Tanto per precisare.
Non è una precisazione!. Là sta scritto anche il contrario. E per “Là” intendo dalla prima all’ultima parola scritta dei molteplici canoni biblici fondanti le Istituzioni che li scelgono in un perenne circolo vizioso.
Ovviamente qui non si può dar luogo. È possibile forse solo riassumere tutto, come ha fatto Gesù, quando disse semplificando “in ciò sta la Legge ed I Profeti”.
Oppure il romantico Agostino: Ama et fac quod vis; scandalizzato forse da quel Paolo che attribuisce proprio alla Legge l’esistenza e la consistenza del Peccato.
Però anche Agostino, limitato come tutti, sente il bisogno “per convenienza” personale (Gn3,22) di appoggiarsi ad “una” Autorità pur dichiarando non credibile “il testo” di per sé: “EGO VERO EUANGHELIO NON CREDEREM NISI ME AUCTORITAS SANCTAE ROMANAE ECCLESIAE COMMOVERE”.
@ ROLANDO – Non cerchi di giustificarsi arrampicandosi sui vetri! Quello che ha scritto è blasfemo nei confronti dei testi sacri. Sant’ Agostino non era un romantico come afferma lei ma un Santo che aveva fatto di Dio la sua ragione di vita e nella sua frase “Ama e fa ciò che vuoi” intendeva l’amore nel senso più puro e sublime, ciò che pervade ogni singolo pensiero e azione della vita orientato dalla “Caritas Christi” e non dall’amore sessuale come intende lei!
Per chiudere il cerchio delle sue corbellerie poteva anche dichiarare che la Maddalena era l’amante di Cristo ( chissà perchè se l’è lasciato scappare!). Non interpreti le Scritture con un’ottica malata: lasci il compito a chi ha più competenza di lei! Esca dalla sua mania di protagonismo a tutti i costi: il suo maldestro tentativo di avallare le sue affermazioni con citazioni latine non fanno di lei una persona colta ed autorevole nè tantomeno un cultore dei testi Sacri!
Cara Maria Grazia, che dire?
Beata lei che l’ottica ce l’ha così perfetta da far dire alle parole “ama et fac quod vis” del romantico Agostino, sia quello che io non ho inteso né espresso, sia quello che a perfezionamento del pensiero di Agostino ha invece inteso lei.
Anche se sull’amore sessuale qualcosa di buono, credo, si possa dire a gloria del supposto Creatore.
Quanto al lasciar stare, poi, io ragiono con la mia testa e sulla base delle mie conoscenze esattamente come fa lei ed ogni cervello che qui posta il proprio pensiero e non me lo può impedire con un giudizio parziale e gratuito. Le riconosco tutta la grazia e la saggezza comprendenti la Maddalena che Gesù baciava con la bocca e la saluto col bacio santo.
@ ROLANDO – Le ricordo che per i Cattolici Dio non è “supposto” ma VIVENTE. Per quanto riguarda la modalità con cui Cristo baciava la Maddalena, abbia un po’ di rispetto per il Figlio di Dio e si limiti a quanto ci tramanda il Vangelo. Per il resto faccia come crede: intanto buona parte di noi l’ha già inquadrata bene.
🤣🤣🤣🤣😂😂🤣🤣🤣🤣🤣😂😂🤣🤣🤣….Aoo’! ….Me raccomando è! Se so fiori d’arancio fatecelo sape’ che Ve famo Er regalo!!.
@ STEFANO – Ma guarda un po’ chi ci doveva capitare…….
Stefano meraviglioso, grazie, grazie. I fiori sono l’immagine più bella dell’Amore. E non ostentano nulla di animalesco, eppure t’inebriano di estasianti arcobaleni olezzanti.
Neppure Salomone con tutta la sua sapienza inebriava tanto!
Commosso, eh STEFANO, davanti a tal dantesco verseggiar !!!???
Rolando, perchè scrive canoni al plurale? E’ vero che il canone ebraico e quello protestante differiscono tra loro e da quello cattolico. E’ vero che anche il canone cattolico nel corso dei secoli ha avuto parecchie traversie, ma al momento in cui stiamo parlando di una manifestazione di cattolici contro il Gay Pride, il canone cattolico di riferimento è uno solo ed è quello stabilito in via definitiva (almeno finora) del Concilio di Trento.
Caro STILUMCURIALE EMERITO, io per non sbagliarmi faccio come quella vecchietta che accendeva davanti alla tela della rappresentazione dell’aldilà due candeline e le poneva una in alto ed una in basso per ingraziarsi sia gli angeli che portavano le anime in Paradiso, sia i demoni che le trascinavano all’inferno. Non si sa mai. Anche Gesù in un racconto di Luca insegna a farsi amici da ambo le parti….
Non è paura! È solo umana saggezza! “Tutto nel mondo è burla” (Falstaff di G. Verdi).
Pienamente soddisfatto della pertinente risposta, vero, Amedeo?
Ovviamente la mia era una battuta di spirito, che visto i commenti spesso esilaranti di cotal Rolando mi è venuta spontanea. Tutto qui …E principalmente era diretta a sto signore.😉
Se l’avessi offesa.. beh chiedo venia! Senza ironia stavolta.
Lo so Mariagrazia che io e Lei non andiamo d’accordo.. ci siamo “confrontati” un paio di volte in passato…Lei non le manda a dire…io nemmeno… Vabbè….Anche perché a ben guardare Suoi e altri interventi, su molti aspetti religiosi e morali mi ritrovo in pieno.
Rolando… Mitico!🤣🤣🤣🤣🤣 Ho visto i Suoi interventi anche in altri post dei giorni scorsi… Oh, le posso dare un consiglio?… Cambi il suo nome…si faccia chiamare Arturo d’,ora in avanti!… perche?… Perché se non erro, qualche annetto fa un buffo signore coi baffi che porta codesto nome e che di conognome fa qualcosa come “Sosa”..” Abascal”… o qualcosa del genere…dichiarò che “al tempo di Gesù non esistevano i registratori”…. chissà…Potreste diventare soci e metter su un allegra … e gaya… combriccola😂😂😂😂🤣🤣
Stefano caro, non mi sono per niente offeso! Anzi.
Si dà che spesso non ci si capisce bene bene ed allora, piuttosto di spararle, si sta sulle generiche. Ma si fallisce ugualmente.
Io non credo assolutamente in alcuna dottrina teologica, né in alcuna metafisica. Immaginarsi se credo alla “favola” delle rivelazioni sempre frutto delle fantasie del cervello umano assetato di Potere sul suo simile!!! Ma la poesia è varia e foriera di piacere.
Cosa mi resta allora? Godere della mia limitata libertà e di tutto il piacere possibile preoccupato solo di non fare all’altro ciò che non vorrei facesse a me. Un po’ di attenzione.
I miei interventi in questo sito sono semplicemente DETERMINATI dalla personale miseria umana del condizionamento culturale pretesco in cui sono stato addomesticato e da un certo qual piacere masochista.
O MISERAS HOMINUM MENTIS O PECTORA CAECA!
……………………………………………………. NONNE VIDERE
NIL ALIUD SIBI NATURAM LATRARE, NISI UTQUI
CORPORE SEIUNCTUS DOLOR ABSIT, MENTE FRUATUR
IUCUNDO SENSU CURA SEMOTA METUQUE?
Oh misero pensiero umano, o cuori infelici!
Come è possibile non vedere quanto la Natura abbaia?:
Omeostasi ottimale per il corpo fisico in uno con assenza di preoccupazioni. PIACERE in tutti i sensi possibili sulla bilancia di quella personale umana saggia moderazione provvidenziale che ce li fa godere più intensi ed a lungo possibile.
Nel piacere della mia stupidità mi sono interessato anche alla vicende storiche di questo poema, autentico testo umano di scienza post moderna ante litteram. Profezia dei tempi dei tempi. E conseguentemente ai falò di carta e di carne fatti in nome di una “salvezza eterna”. La vendetta è anche un sottile senso pervasivo ed incruento della Storia.
UNICUIQUE SUUM NON PRAEVALEBUNT.
A Rolà, me sa che te stai a rampica’ su li vetri ‘nsaponati. Guarda che sant’Agostino ha scritto ‘fac’, con la ‘A’, non con la ‘U’, e senza ‘K’ finale. Vor di’ ‘fai’, no ‘f***i’.
Bene, vuol dire che certi esercizi erano noti anche a lui. Ma poi quando il corpo si frustra, l’anima (!) la se giusta.
Ma non è il mio caso!!!! Tutto all’incontrario.
@ Rolando.
Rolando caro!
Guardi che le scuse erano rivolte a Mariagrazia, non a Lei. 😊
Circa il Suo continuare a parlare, riportando anche citazioni latine a supporto delle Sue valide quanto lucidissime argomentazioni🤐… Non perda ulteriore tempo. Per Sua stessa ammissione non crede alla rivelazione. Quindi che ci sta a fare qui? La saluto cordialmente!… E mi saluti tanto anche il suo amico (cardinale presumo) elettore papabile! 😊🤗🤗
In tutto il Vangelo a Gesù non viene messa in bocca alcuna parola sulla sessualità e sul sesso. Quindi il problema, tanto scottante per chi crede di scottarsi, non ha minimamente interessato il messaggio di Gesù; non solo, ma neppure è passato per la mente agli evangelisti che Gli hanno messo in bocca le parole.
Anzi. Non condanna l’Adultera. La manda in pace. E se non abbia più peccato, nessuno lo sa.
Non solo, ma guarisce il giovinetto del Centurione romano e non fa prediche moraleggianti.
In vangeli apocrifi poi, compreso quello di Tommaso, arriva a predire che la femmina diventerà maschio e così non ci sarà più disparità di vedute.
Lasciamo poi stare la bibbia ebraica dove la sacra prostituzione maschile e femminile è documentata anche per l’Elohim Yhwh, “padre mio” secondo l’affermazione del Signor nostro Gesù Cristo.
A proposito di Bibbia…
Spero che non le sia sfuggito che il gheipraid è pura idolatria.
Come ogni mania, compresa la sessomania.
Sull’idolatria la Bibbia non va tanto leggera.
In questi giorni durante la messa si legge il profeta Amos.
Legga le parole di ieri o di oggi: sono molto istruttive.
Amos indubbiamente come profeta era molto scomodo.
Un po’ come il Battista.
Miserere mei, a proposito di Amos!
“Se accadrà sventura in città, allora YHWH non avrà fatto?” (Amos 3, 6 come Isaia 45, 7!). Dio unico Principio Assoluto del Bene e del Male.
Preghiamo per esser bene illuminati e capire quanto ogni essere ed ogni umano siano assetati d’Amore.
Congratulazioni MISERERE MEI!!! – Capisco la profondità della Sua commozione nell’aver ottenuto da ROLANDO la risposta pertinente ed esaustiva che si aspettava!!!!
Sì è vero, sull’idolatria la bibbia non va tanto leggera! Tanto che anche le narici di YHWH fumano come quelle del toro e la sua gola brucia di rabbia!!! E dice chiaramente “quale popolo ha i suoi dei (ELOHIM) così vicini come tu hai me!”(Dt). Quindi ne conferma l’esistenza e ne prova perenne gelosia.
Nei dieci COMANDAMENTI sembrerebbe di SI, forse il sesto…
chiedi chiarimenti a bergoglio
Il solito disco rotto di chi vorrebbe far passare la pratica omosessuale come voluta da Dio. Discorso estremamente debole, a difesa di un ipotetica omosessualità che Dio approverebbe. Lascia davvero il tempo che trova.
Ciao Rolando.
Scusa … credo di non aver ben inteso il tuo intervento.
Vuoi dire che va bene così come va e non c’è niente di cui allarmarsi? L’omosex pride a tutto spiano è del tutto normale?
Veramente Gesù perdona l’adultera ma le dice “va e non peccare più”, E se poi l’adultera non l’ha ascoltato sono affari suoi.
Forse il vangelo di Tommaso va inteso in senso, diciamo così, esoterico-androginico, ma qui entriamo in un argomento particolarissimo.
E inoltre l’adultera era una che se la faceva con gli uomini, non con le donne. Piccolo particolare.
C’è un romanzo semplice semplice, adatto a dei fanciulli e delle fanciulle in Fiore.
Il titolo è LA LANCIA DI LONGINO.
Semplicemente il Vangelo viene romanzato. L’adultera e una giovinetta sposa ad un vecchio che commette adulterio con aitante centurione romano dopo aver trascorso del tempo con lui in un rifugio dopo esser stata da lui salvata da briganti per strada…..
Ma forse è meglio leggerlo o regalarlo a ragazzi delle scuole medie.
Enrico Nippo, dico solo quel che so ed interpreto.
I vangeli non parlano di sesso. Il brano dell’Adultera è stato inserito tardi nel testo di Gv, come spiega Agostino nel V secolo “ob vetustatem” ma critico sull’opportunità!
Tardi che cosa significa ? Dopo l’anno 100 , 200, 300 d.C. ? Se ne parla Agostino (354-430 d.C.) al più tardi può essere successo nella prima metà del IV secolo, ma da parte di chi?
Scusami, io non so rispondere. Mi limito a leggere Agostino. SUFFICIT.
Per quello che io so, mi sono interessato molto al 7Q5 che il padre gesuita O.Callagan, scopritore e col quale ho parlato, riferiva a Mc. Grande un francobollo, 20 lettere greche comprese le incomplete, che comunque non documentavano per un Mc come a noi pervenuto perché in base alle regole della sticometria mancava “epi ten ghen”. Tuttavia possono ugualmente suffragare ben una decina di altri testi, come altri hanno poi dimostrato. Sarebbe forse del I sec. Ma il vero problema non è qui. Come mi diceva il papirologo gesuita, che si riteneva perseguitato dai suoi confratelli Gesuiti per questa sua convinzione, il problema vero secondo i suoi confratelli sarebbe stato: che significato poteva tradire la più antica testimonianza di un vangelo cristiano a Qunram prima del 68?
In seguito cadde anche questa questione perché si ha testimonianza che quelle grotte furono frequentate fino all’VIII sec. d. C.
@ ROLANDO – Se si limitasse solo a leggere saremmo tutti più contenti: eviterebbe di trasmettere assurde sciocchezze!
Sublime Maria Grazia, faccio proprio come l’apostolo Paolo che si limita a trasmettere ciò che personalmente ha letto/ascoltato direttamente dal Signore Gesù. Leggo e trasmetto.
Proprio come Paolo, costituito apostolo da Dio Padre stesso, mentre scappava alle spie di Areta IV calandosi in un cesto dalle mura di Damasco, pur non possedendo quelle credenziali stabilite in Atti [= parola di Dio] per occupare il posto di Giuda, il Traditore o la Tredicesima Stella che ha reso possibile “tantum Redemptorem” come declama il Preconio pasquale cristiano. Quanta diabolica superbia in un nulla di assoluta irrilevanza qual sono!!! Quanta insignificanza, quanta!!!
@ ROLANDO – Veramente tra il leggere ed il trasmettere, Lei fa un’altra operazione: interpreta e spesso il suo commento è personale perchè non suffragato da studiosi del settore.
Rolando, che il Signore possa guarire un omosessuale e perdonare una prostitura è un conto, ma avallare da questi fatti atteggiamenti favorevoli all’omosessualita’ da parte di Cristo, mi pare veramente blasfemo e senza alcun fondamento. Il Signore ama il peccatore ma non il peccato. Fra l’altro, l’idea che il servo del centurione fosse un “giovinetto” amante del centurione è recentissima difatti non ne parla nessuno degli antichi scrittori sia ortodossi che eretici, il che è tutto dire. Lo stesso vale per le corbellerie scritte recentemente su Giovanni, il discepolo che Gesù amava. La sua conoscenza del V.T. circa la prostituzione sacra verso Jhwh non trova nessun punto di appoggio sulle Sacre pagine. Anzi, le condanne all’omosessualita’ sono molto esplicite e dure, veda Gn., Es. Dt e altri passi. Il profeta Isaia si lamenta , forse alludendo ai prode delle persone del nostro tempo, che non hanno il pudore e il ritegno di nascondere il peccato di Sodoma (3, 9). È vero che Gesù non parla di questo argomento ma,proprio per questo, perché fargli dire cose che Lui in quanto venuto a non abolire la legge e i profeti non aveva intenzione di cambiare? Che dire di S. Paolo che, pur essendo apostolo, anche se non dei 12, dà una severa condanna a chi pratica l’omosessualità? ( cfr Rm 2, 26-27). E lui il pensiero di Cristo lo conosceva bene ( cfr 1 Cor 6, 16). Per finire: Un conto è la cura pastorale degli omosessuali, che non bisogna condannare o emarginare ( molti vivono questa condizione drammaticamente e la Chiesa come madre li deve aiutare), un conto è ritenere le pratiche omosessuali lecite e innocenti , cosa che ne la Sacra Scrittura ne la Tradizione della Chiesa ha mai dichiarato
E.C.: prode= pride
@DON PIETRO PAOLO
Al di là di tutto, credo di assistere per la prima volta – ma forse è per via del fatto che frequento l’arena da pochi mesi – all’impegno di un sacerdote che si prende la briga del bene di un’anima in questa “arena” virtuale…
Non è questo l’unico suo intervento in tal senso ma oggi vorrei proprio dirle che mi edifica molto questo suo spendersi.
Dio la benedica.
Con gratitudine.
PS: possano altri sacerdoti di buona volontà prendere esempio da lei…qui c’è sempre tanto bisogno di voi…!
@ DON PIETRO PAOLO è un valente “Uomo di Dio” che ha tutta la mia stima e condivisione. Molti, purtroppo, in questo blog, lo osteggiano perchè non si uniforma al “pensiero dei più” ma non per questo si lascia condizionare da “vili insulti” che spesso “hanno poco di cristiano”. I suoi interventi sono sempre tesi ad illuminare , non con considerazioni personali, ma ponendo sempre alla nostra attenzione, in forma semplice e diretta, le indicazioni della Sacra Scrittura e delle disposizioni ecclesiastiche: che Dio lo ricompensi e gli dia la sua Pace.
Don P.P. non potrebbe essere più preciso? Rm2,26-27 tratta delle circoncisione non della sodomia. Mi scusi neh ! era tanto per precisare.
Ha ragione, SC. E., la fretta (non sono un pensionato) e il display troppo piccolo del telefonino sul quale scrivo mi giocano brutti scherzi. La citazione giusta è: Romani 1, 26-27.
Che fare atti di riparazione ai pride degli invertiti sia stupido, comprendo e concordo.
Ma negare che IDDIO non condanni l’inversione è falso, come falso provare a parlare di favoreggiamento per la prostituzione sacra.
I santi martiri non facevano atti di riparazione per societá non dissimili dalla nostra.
Ad ogni modo la stupidaggine che DIO ami il peccatore nonostante il peccato è finzione: DIO ama l’umano ma se persevera lo odia, né più né meno.
Stupido? Perché? Credo che chiedere scusa a Dio – per esempio se sento qualcuno che bestemmia – sia una prassi giusta. Perché stupido?
Daouda, per risponderle mi piace partire da una citazione biblica che amo tanto “Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi,non guardi ai peccati degli uomini,in vista del pentimento. Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l’avessi chiamata all’esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita” (Sap. 11, 23-24). È una citazione del V.T. che nel Nuovo viene sintetizzata magistralmente da Gv nella prima sua lettera al CAP 4, versetto 16: “Dio è Amore”. Purtroppo la parola amore è stata troppo abusata, vedi la frase di S. Agostino citata da Rolando. Ma il suo significato per i cristiani è chiarissimo. Se la natura di Dio è Amore, neanche il peccato è capace di cambiarla. E quindi, Dio ama anche il peccatore, “Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5,8). Dio ama da sempre e per sempre. Nessuno si scandalizzi: memori delle parole di Cristo, amate i vostri nemici (cfr Lc 6, 27), attesto che Dio ama anche il demonio. E non potrebbe essere diversamente, se Dio è Amore, come realmente è, ama e ama sempre. È il demonio che non ama Dio. L’infernale non ama nessuno. Lo stesso inferno, creato per il diavolo e i suoi angeli ( cfr Mt 25,41), è frutto dell’amore di Dio, è lo stato migliore che l’amore di Dio poteva riservare al maligno. Dio quindi ama anche il peccatore, ma non può amare il peccato che è il tutt’altro da Dio e quindi la causa dell’infelicita’ dell’uomo. Il peccato non appartiene a Dio. I mali in cui incappano i peccatori non li manda Dio. Lui fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi. Piuttosto è lo stesso peccato la causa e la forza attrattiva di tutti i mali: “abisso chiama abisso (Sl. 41, 8). Poi, Ci sono peccati e peccati, come ci sono peccati personali e peccati sociali (vedi l’aborto, l’omosessualità, l’eutanasia legalizzati). Tutte queste cose fanno trionfare il male e impediscono che la benedizione di Dio possa portare frutto. L’atto di riparazione non “è stupido”, ma UN ATTO DI AMORE VERSO LA PERSONA OFFESA”, in questo caso Dio offeso nelle sue leggi e ferito dalle ingratitudini delle sue creature tanto amate da Lui. Se il peccato attira sempre più negatività, un atto riparatorio e d’amore lascia fluire meglio le benedizioni del Sommo Amore Creatore. I nostri atti di riparazione, in se stessi valgono poco o niente ( compresi quelli dei santi martiri), ma diventano potenti e meritori solo se uniti al Sacrificio di Cristo, unico e vero atto di riparazione ( “offerto in sacrificio … versato per la remissione dei peccati”) col quale il Signore ha distrutto il peccato del mondo e ha riportato l’umanità tra le braccia paterne di Dio. Un atto d’amore verso Dio, o se si vuole chiamare riparatorio, fatto con retta intenzione e purezza di cuore vale molto di più di tanti atti dissacratori e blasfemi.
Reverendo don Pietro Paolo,
sul fatto che nessuno possa cambiare la natura di Dio non si discute nemmeno.
Ma l’amore di Dio è “in vista del pentimento” nei riguardi del peccatore – pentimento che Satana non ha mai voluto prendere in considerazione (non pronunciò il suo “non serviam”?) – ed è appunto per salvare noi che il Padre sacrifica il Suo Unigenito.
La natura angelica, però, non è la natura umana; e per la conoscenza di Dio che hanno gli angeli a loro non è stata data una seconda opportunità né si è data alcuna redenzione…
Il Dio che è Amore, e indubitabilmente e primariamente Misericordia, è anche – indubitabilmente – Giustizia, senza cui la Misericordia non potrebbe neppure dirsi tale!
Non si può tacerlo, pena diffondere il “misericordismo” tanto in voga e diventarne sedicenti apostoli, con quel che ne consegue: le anime si perdono!
Ora, “attestare” che Dio ama Satana e che ha creato l’Inferno per amore sono affermazioni che confondono i già fin troppo confusi e che non sono riscontrabili né nei Testi Sacri né nei Santi. Forse attinge a qualche Magistero che mi sfugge?
O, più probabile, è una sua personale visione desunta dalla natura di Dio che è Sommo Bene. Ma, essendo sacerdote, la sua esternazione non pesa poco… Per caso, può o vuole riformulare?
E se non fosse farina del suo sacco, le chiederei la gentilezza e carità spirituale di qualche citazione ortodossa a sbugiardarmi e illuminarmi, per sete di Verità. Infatti, non si finisce mai di imparare!
Forse tutto ciò si dà, ora e qui, perché oggi come oggi si ha una certa paura ad associare la parola “castigo” a Dio. Questa la mia impressione ultima. Eppure, che padre sarebbe un padre che non corregge mai il proprio figlio? “Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te.” Dt 8,5
Questo non solo non è odio ma Amore incommensurabile. Tanto incompreso dall’uomo egoista ed egoriferito di questo particolare momento storico.
E comunque chi pratica la Scrutatio, di queste bibliche verità ne trova parecchie. Tutte molto eloquenti…
Ringrazio e saluto!
Caro “Occhi aperti”. Ho voluto liberamente nel mio intervento precedente e del quale lei ha chiesto spiegazione, riportare appositamente un brano del libro della sapienza che riporto di seguito: “Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?”. Ora anche gli spiriti infernali sono creature, anche se Dio non li ha creati malvagi. Il mio intervento voleva non sminuire l’opera nefasta di colui che è e resta il nemico di Dio e degli uomini, che bisogna combattere e che sarà sempre e in eterno nell’inferno. Ci mancherebbe, e me ne guarderei bene. Volevo semplicemente sottolineare che Dio ama tutti ed è Misericordioso con tutti anche quando amministra la sua giustizia. La sua non è una Giustizia vendicativa, nel senso: hai fatto questo, adesso meriti questo! Non è un gendarme e anche quando la Sacra Scrittura lo presenta come giudice, mi piace vederlo e raffigurarlo nell’immagine della luce davanti alla quale le tenebre fuggono (azione attiva) e, nello stesso tempo, sono allontanate (azione passiva) dalla luce. Di certo, All’inferno ci va chi liberamente rifiuta Gesù Cristo e lo combatte. Ora, se Dio è Amore e Misericordia per natura e lo è eternamente per tutti ( eterna è la sua misericordia “). Per gli uomini peccatori che non lo rifiutano la misericordia diventa perdono che riabilita. Per gli angeli ribelli, che non vogliono, non possono e mai vorranno chiedere perdono, la misericordia di Di, che continua ad amare tutte le sue creature, ha creato per loro l’inferno. Intendiamoci bene: 1. l’inferno non è un luogo, ma uno stato anche se, per capire noi poveri mortali, usiamo immagini e figure che lo rappresentano in modo spazio temporale; 2. Non è uno stato di delizie, anzi proprio perché le creature, che sono state create per vedere Dio e possederlo, non potendo soffrono appunto le pene dell’inferno, che sono giustamente chiamate dalla Bibbia la seconda morte. Se ho detto che anche l’inferno è stato creato da Dio per amore, è perché quello è lo stato naturale più idoneo per i dannati e, ripeto, i dannati non cessano di essere creature di Dio. Dio vorrebbe tutte le sue creature eternamente felici, ma per il libero arbitrio concesso, tanti scelgono la via della dannazione. Lo immaginerebbe un diavolo in paradiso? Impossibile, la sua esistenza si estinguerebbe subito, Sarebbe come un cubetto di ghiaccio buttato in una fornace ardente. Il ghiaccio sta bene nel frizer. Le tenebre non possono essere presenti davanti alla luce, ma solo in luogo tenebroso. Ecco perché l’inferno. Spero di essere stato capito. Le mie sono solo personali riflessioni che, credo, non intaccano per niente i dogmi o le definizioni dogmatiche della Chiesa.
La ringrazio per il tempo dedicatomi, don Pietro Paolo.
Rolando, la vedo più attivo del solito sul tema in oggetto, che ho da tempo l’impressione la coinvolga, diciamo così, in molto piuttosto diretto. *** Ma Lei veramente ritiene che le giornate dell’oroglio omoerotico, per di più con i loro sistematici dileggi di quanto noi cattolici abbiamo di più sacro (il Crocifisso, Maria Vergine, ecc.) sia cosa normale e accettabile? *** E Lei veramente ritiene che le pratiche omoerotiche, gli atti contronatura, sian cosa sulla quale il buon Dio e la natura da Lui creata non abbiano nulla da eccepire? *** Sarebbe importante che Lei chiarisse la sua posizione, perché solo in tal modo sarà possibile mettere a fuoco che cosa Lei intende quanto parla di “amore”.
e ….. anche di “bacio santo” rivolto …. a me.
Occidente in sua inarrestabile corsa a capofitto dentro baratro follia… in suo lodevole intento di no discriminare minoranze… ha finito per discriminare… maggioranze!… oramai da tempo ostaggio di ogni vezzo di minuscole particelle di società civile scatenate…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/