Ostia sulla Lingua Rifiutata Due Volte a Milano. Ma non Hanno Vergogna?

26 Giugno 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, stavo per chiudere tutte le differenti icone del computer, pensando che per oggi – siamo a domenica pomeriggio – avrei potuto considerare completata la giornata di lavoro, quando leggendo un messaggio su Facebook ho riaperto metaforicamente i lavori e ho deciso di postarlo. È un messaggio che proviene da Milano, pieno di dolore, e di indignazione per quella che appare sempre di più come un’ingiustizia, e una sostanziale stupida ingiustizia, che non trova giustificazione se non nelle paranoie di gente lobotomizzata da due anni di propaganda. Che pena per questa Chiesa, e per questa gente. Preti in primis. Buona lettura.

§§§

 

Buongiorno, sono una docente di religione ex sospesa per rifiuto del vaccino dell’Arcidiocesi di Milano.

Torno ora dalla messa nella Parrocchia di san Benedetto don Orione e sono furente. Mi è stata rifiutata ben due volte la comunione in bocca davanti a tutta la chiesa piena.

La prima volta da un laico che quando distribuisce la comunione mi meraviglio sempre che l’ostia non si sbricioli, e la seconda volta dal parroco in persona, nonostante la decisione dell’Arcivescovo di permettere la comunione in bocca e nonostante ogni volta avessi avuto l’accortezza di mettermi come ultima nella fila.

Dunque, riassumendo, hanno sposato in mondovisione il re di Spagna con non so quanti vescovi pur sapendo che la sua futura (non) moglie era divorziata, hanno costruito dei “percorsi” ufficiali per “ridare la comunione ai divorziati, hanno dato pubblicamente la comunione a Luxuria, Biden e Berlusconi … e l’hanno rifiutata a me, rea di volerla ricevere in modo degno, nonostante l’ordine dell’Arcivescovo.

Caterina

§§§




I PADRONI DEI SOCIAL – E GOOGLE – CERCANO DI FAR TACERE STILUM

CURIAE.

SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

*

Chi desidera sostenere il lavoro di libera informazione, e di libera discussione e confronto costituito da Stilum Curiae, può farlo con una donazione su questo conto, intestato al sottoscritto:

IBAN:

IT79N0200805319000400690898

*

Oppure su PayPal, marco tosatti

*

La causale può essere: Donazione Stilum Curiae



viganò, tosatti,

Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English.

Y este es el enlace al libro en español


STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK

cercate

seguite

Marco Tosatti




SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

*

Chi desidera sostenere il lavoro di libera informazione, e di libera discussione e confronto costituito da Stilum Curiae, può farlo con una donazione su questo conto, intestato al sottoscritto:

IBAN:  IT24J0200805205000400690898

*

Oppure su PayPal, marco tosatti, con questo logo:

*

La causale può essere: Donazione Stilum Curiae




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , ,

Categoria:

69 commenti

  • Simone ha detto:

    Non è molto ma volevo riportare la mia esperienza di oggi , Di seguito la mail di disagio mandata alla parrocchia. Dove addirittura usano ancora i guanti, considerati, senza un’adeguata procedura per toglierli, uno dei peggiori vettori di trasmissione.

    Buonasera
    questo pomeriggio mi sono trovato a partecipare alla santa messa presso Santa Maria al Paradiso a Milano. Al momento della Santa Eucaristia mi sono tenuto in fondo alla fila e ho chiesto di poter ricevere la comunione in bocca. Purtroppo mi è stato negato.
    Sono andato a chiedere spiegazioni e mi è stato detto che non era possibile, perché il vicario generale ha dato specifiche disposizioni.
    Ora, le regole arbitrarie che fate diligentemente rispettare in chiesa ,risalgono grosso modo ad una prima disposizione che la CEI aveva fornito in tempo di pandemia, ma è cosa nota che dal 1 Aprile 2022 e poi ampliato con il successivo del 15 Giugno 2022 sempre la CEI ha chiarito che il fedele può finalmente scegliere se comunicarsi ricevendo Nostro Signore in mano o sulla lingua. Motivo per cui mi chiedo perché in un senso tanta osservanza e nell’altro tanta dimenticanza. Mi pare normale e quanto mai banale fare la semplice considerazione che se ognuno sceglie repentinamente la propria strada, sarà sempre più difficile parlare di unità. Fuori luogo la Vs parrocchia o tutte le altre chiese che si sono volenti o nolenti adeguate?.
    Non perdete molto, ma penso che mi dirigerò volentieri verso chi è più in linea con quell’Una che è parte fondante della fede cattolica.
    Cordiali saluti.

    La grande è unica consolazione, in un tempo decisamente difficile, è che “le porte dell’inferno non prevarranno”.

  • EDOARDO ha detto:

    Vietando la Santa Comunione in bocca la chiesa si è conformata al mondo! I pastori non si sono fidati di Dio ma di uomini che per mesi hanno tirato fuori numeri, teorie e fantomatici vaccini salvo poi essere di nuovo al punto di prima. Gesù nel Vangelo di oggi chiama gli apostoli come “uomini di poca fede”: così lo siamo stati noi e lo siamo tuttora. Abbiamo confidato solo nelle nostre forze salvo poi trovarci in mezzo al guado senza direzione. Se non ritorniamo a Cristo con tutto il cuore per non mettiamo la nostra vita nelle sue mani finiremo dritti nel buio più profondo

  • Elena ha detto:

    Ho letto attentamente tutti i commenti.
    Che tristezza! Un’insipiente è beota accozzaglia di bla-bla-bla in cui si ignorano i circa venti secoli che hanno preceduto il Vaticano II in cui tra le migliaia e migliaia di parole e scritti è stato artatamente (mia convinzione discutibile) introdotto il classico sassolino che ha prodotto questa frana ingestibile e fuori misura per cui ora siamo a “liberi tutti” con l’aggravante di non aver nemmeno chiuso la stalla dopo la fuga dei buoi.
    Tutti i bla-bla-bla hanno seppellito il Dio – Cristo e con Esso l’Umilta`.

  • Maria ha detto:

    No, perché c’ è il Covid. Siete voi ad essere ignoranti e anacronistici.
    Detto da una cristiana che riceve l’ Eucarestia quasi tutti i giorni.
    Smettetela di fare i talebani, nostro Signore non si adonta certo di essere ricevuto in mano, la vera purezza dev’ essere quella del cuore

    • Don Floriano Pellegrini ha detto:

      Questa, che Lei ha osato dire, è una grande fesseria, una delle tante che i poveri cristiani modernisti hanno imparato a ripetere. Talebani? È stato detto anche a me. Ma, scusi, che male c’è a voler ricevere direttamente la Comunione in bocca, sentendosi indegni, in qualche modo, di porsela da sé dopo averla ricevuta sulla mano? Per cosa si diventa, con ciò, dei Talebani? Prima di fare altre Comunioni peccaminose vada perciò a chiedere scusa alla o alle persone che ha offeso.

      • Don Claudio ha detto:

        Io sono stato offeso da chi mi ha definito macellaio perché distribuisco l’eucaristia sulla mano. Sono stato offeso da chi mi ha detto di avere fatto una scelta peccaminosa. Sono stato offeso da quelli che non hanno voluto accettare i vaccini e ora pretendono da me di adeguarmi alle regole che consentirebbero di distribuirla in bocca. Sono stato offeso da chi non considera il mio dolore per la morte di congiunti per COVID. Sono stato offeso da chi mi dice di non essere capace di positiva fiducia. Sono stato offeso da chi si è lamentato all’esplosione dell’infezione che mi fossi adeguato alla decisione di darla in mano per poi vedere la stessa persona con guanti e mascherina anche per semplicemente partecipare alla celebrazione. Sono stato offeso da chi mi ha detto: ma lei che razza di prete è. Sono stato offeso da chi mi ha augurato di morire di COVID. Sono stato offeso da chi pretende che per rispetto della dignità dell’eucaristia si faccia come vuole lui perché la sa lunga di liturgia e pur partecipando frequentemente alla messa non si alza al momento giusto perché non ha ancora capito quando lo deve fare. Sono stato offeso da chi mi ha fatto mal celebrare perché prima della celebrazione si è presentato in sacristia a cercare di imporre il suo punto di vista.
        A volte a persone malate che hanno difficoltà a ricevere l’eucaristia in mano la do tranquillamente in bocca, anche con l’aiuto di chi lo accompagna e lo assiste.
        Le pretese di chi mi ha offeso in tutti questi modi non mi invogliano a cambiare linea, e penso che quando veramente si potrà tornare alla normalità tornerò a dare l’eucaristia in bocca a tutti quelli che lo desiderano, ma farò fatica a farlo a chi è stato in questo tempo offensivo, ripetitivo, assillante, e in fondo anche un po’ stronzo.

    • Francesco ha detto:

      Le parole che lei usa sono intrise di risentimento e solo lei sa il perché. Ho chiesto a diversi sacerdoti di ricevere la Comunione in bocca e mi hanno risposto che non era possibile. La CEi consiglia di dare la Comunione nella mano ( che il fedele dovrebbe poi leccare a causa di frammenti anche microscopici altrimenti commette sacrilegio ) ma non dice che si possa ricevere in bocca. Lei di cosa ha paura, di prendere il COVID? Quando va a fare la spesa o va in altri luoghi chiusi inclusa la Chiesa, indossa sempre la mascherina? Faccia un esame di coscienza e troverà le sue risposte.

    • maria ha detto:

      Perché non ha aggiunto la lettera iniziale del suo cognome? O un numero? Siccome c’ero già io con quel nome finiranno per confonderci.

  • Graziano ha detto:

    Gentile Caterina, non entrerò nel merito del suo caso, che mi pare chiaro: lei avrebbe potuto ottenere l’Ostia in bocca. Io stesso, quando ho partecipato ad una S. Messa in rito extraordinario, sono stato ben contento di ricevere l’Eucaristia in bocca e in ginocchio. Siccome questo non mi è sempre stato possibile, anche nel rito ordinario avevo mantenuto l’uso di ricevere l’Ostia sulla lingua. È mia convinzione che sia un gesto di umiltà davanti a Nostro Signore, esprime il concetto che davanti a Lui siamo niente, ma è Lui a darci tutto Sé Stesso!
    Purtroppo è arrivato il COVID e, con la ripresa delle celebrazioni in chiesa, anche il divieto di ricevere il Sacramento come ho sempre amato fare e l’obbligo, ora rimosso, di riceverlo in mano. Ho faticato, ma tanta era la gioia di poter tornare a Messa e di ottenere l’Eucaristia insieme ai fratelli e alle sorelle in Cristo, che ho accettato.
    Ora, io amo e desidero l’Eucaristia, ma non ho più richiesto la Comunione in bocca, anche se la preferisco.
    So che il virus è purtroppo ancora presente, io stesso sono stato contagiato la scorsa settimana e sono ancora in isolamento! Perciò sarebbe per me grave peccato di presunzione pretendere, ogni volta che si assume l’Ostia, un miracolo per essere sicuri di non contrarre contagio; paradossalmente si commetterebbe un peccato proprio quando si compie un atto che richiede di esserne privi! E così, anche per essere coerente con l’umiltà di cui parlavo, non ho più richiesto il Sacramento direttamente in bocca ed ho deciso di attendere la fine dell’epidemia, cosa per la quale prego ogni giorno. Poter ricevere, se in stato di Grazia, l’Eucaristia è un dono così grande che ancora mi meraviglia e non potrà mai diventare motivo di discussione, sia pure su un aspetto importante come quello di cui parliamo. Un saluto fraterno e una preghiera per lei.

    • miserere mei ha detto:

      Se posso permettermi: lei non pretende alcun miracolo da Dio nel ricevere l’ostia in bocca. Il rischio di Covid per questo motivo è zero. La presunzione che rischiamo è solo quella di crederci migliori o peggiori degli altri. Tuttavia con me stesso i conti li devo fare innanzitutto io. Se accetto ciò che non ha senso solo perchè mi viene imposto, può starci o non starci, ma parliamo di imposizione e basta. Lasciamo stare la medicina e i miracoli.

    • Guess who ha detto:

      Riassumendo:
      – da quando c’è il Covid (due anni) prendo la Comunione in mano per evitare di prendere il Covid
      – la settimana scorsa ho preso il Covid
      Conclusione:
      Continuiamo a prendere la Comunione in mano per non rischiare di prendere il Covid.

  • Tonino T ha detto:

    A mio parere servono subto dei “Comitati Parrocchiali” per contrastare gli errori dei consigli pastorali e le decisioni da loro prese senza consultare tutti i parrocchiani.
    Oltre a questo servono dei “Ospitalieri Parrocchiali” in difesa dei fedeli perseguitati, importunati, insultati e molestati, all’interno e all’uscita dalla chiesa.

  • Roberto ha detto:

    Potrò scandalizzare ma questa polemica, a parte il fatto di caricarla del simbolismo tra un cattolicesimo ancora aderente a Cristo ed un cattolicesimo aderente alla mondanità, mi sembra eccessiva.
    Ricordo che quando ero bambino bisognava rispettare un digiuno prima di comunicarsi ( gli ortodossi ancora lo fanno )
    L’Ostia non doveva toccare i denti ( a me si incollava al palato ).
    Precetti di uomini……
    Una cosa che fin da bambino mi ha meravigliato era l’ impossibilità di ricevere la comunione delle due specie.
    Cioè il sacramento dell’eucarestia completo e reale come Cristo lo ha istituito.
    Al solito per gli ortodossi è la normalità.
    In tutta la mia vita per tre volte ho ottenuto questa grazia speciale e ne ho vivissimo ricordo. I motivi di questo ricordo rimangono privati ma sono meravigliosi.

    • Ben detto! ha detto:

      Bravo Roberto, ben detto! La questione delle due specie viene sempre passata sotto silenzio. Ogni volta che la si solleva, i soliti teologhini ci glissano sopra come se fosse una questione marginala o al massimo producono ridicoli argomenti per giustificare lo status quo. La comunione deve tornare a essere sotto le due specie, come è stata istituita da NSGC.

  • acido prussico ha detto:

    Domanda di un “talibano” a un “farisaico 2022”.
    Il “dispenser robot” programmato dalla CEI 2020 dove colloca la “ciambellina” a uno che ha la SLA o il Parkinson tremolante?

  • Suor patrizia pasini ha detto:

    Quanti pre-giudizi e non si conoscono le norme vigenti

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      Gentilissima Suor Patrizia, tra le opere di Misericordia Spirituale troviamo l’esortazione ad “insegnare agli ignoranti”. Pertanto se ha notato che “non si conoscono le norme vigenti” la incoraggerei a divulgarle.

      Con molta gratitudine se lo farà, la saluto e ringrazio anticipatamente.

  • Federica ha detto:

    Io mi sono sempre rifiutata di ricevere la S.Eucarestia sulle mani e ho ripetutamente chiesto al sacerdote un inginocchiatoio davanti l’altare per dare la possibilità ,a chi lo volesse,di riceverLo in ginocchio ma la risposta è sempre stata una risata in faccia! Per me Gesù è amore ma è anche il mio unico Re e sono convinta che la forma e la gestualità siano importanti. Ho chiesto al vescovo il perché ancora non si può riceverLo sulla lingua visto che piscine,bar,ristoranti,ecc..non hanno più restrizioni ma lui ha risposto che non ha nessuna intenzione. Io sono stanca di combattere e non ho più voglia neppure di andare alla S.Messa…prego a casa in solitudine e faccio la Comunione spirituale….poi si lamentano che le Chiese sono vuote!!

    • Maria Assunta ha detto:

      Cara Federica, se rinunci ad andare a Messa fai esultare il maligno di gioia…invece continua ad andare a Messa, a ricevere Gesù Eucarestia nelle tue mani considerando quel gesto un privilegio e ringrazia il Signore per quell’incontro pieno di misericordia e tenerezza .
      Maria Assunta

    • Maria Assunta ha detto:

      Cara Federica, se rinunci ad andare a Messa fai esultare il maligno di gioia…continua ad andare a Messa e affida il tuo desiderio al Signore
      Maria Assunta

      • Maria Grazia ha detto:

        Sono d’accordo con Maria Assunta. Sono certa che Satana voglia che molti cristiani seguano l’esempio di Federica: non andare più a Messa, non ricevere più la Comunione perchè il Sacerdote si rifiuta, come da lei richiesto, di porgerle l’Ostia in bocca.
        Secondo Lei, Federica, se il Signore entra in Lei, dopo che ha ricevuto l’Ostia sulla mano, la Comunione perde la sua efficacia sacramentale? L’Eucarestia non contiene più il corpo ed il sangue di Cristo? Si ricordi che nell’ultima cena Gesù ha consegnato il Pane agli apostoli, dicendo ” PRENDETE” e non “APRITE LA BOCCA”. Cerchiamo, tutti insieme, di non far prevalere la “FORMA” sulla “SOSTANZA” : quello che ci dà forza è ricevere, comunque, l’Eucarestia.

  • Francesco ha detto:

    Vai ad avere un incontro con Cristo ed invece di vivere questo momento con gioia pensi a montare una polemica. Non credi che ci sia qualcosa che non va in questo modo di agire. Forse e’ meglio che stai a casa per il momento e aspettare il giorno in cui avrai maturato la voglia di nutrirti di Cristo. Prega.

  • R.S. ha detto:

    Provo a spiegare il mio pensiero a chi di voi è meno sensibile al tema e forse non capisce la sostanza che sta dietro apparenti formalismi e le “fisime di chi ha il pallino”.

    La nostra fede sa che nel Santissimo Sacramento Gesù è realmente presente.
    Lo è sia quando ci disponiamo a ricevere il Sacramento, sia quando sta dentro il tabernacolo.
    La nostra fede sa che Gesù è vero uomo e vero Dio.
    La nostra fede pertanto, al semplice entrare in una chiesa, sa di essere alla Presenza Reale del Signore Dio.

    Non so a voi, ma a me l’idea di essere realmente davanti a Dio, un Dio personale, cambia tante cose.
    Innanzitutto essere alla presenza di qualcuno, chiunque fosse, è tutt’altro dall’essere soli.
    Se poi chi è presente è chi amiamo e ci ama, lo stato d’animo è legato a questo legame forte che unisce.
    Se Chi è presente, amato e amante, è … Dio (!!!) direi che il minimo sindacale della devozione ci sta.
    La devozione è un insieme di modi di dire, di fare, di essere che testimonia un coinvolgimento reale.
    La devozione è tutta intima, interiore e invisibile? Faremmo/diremmo così con la persona che amiamo?

    Se c’è la devozione, cioè se c’è un coinvolgimento spirituale, emotivo, morale e fisico, qualcosa succede.

    Allora torniamo all’incontro con il Signore, alla comunione con Lui, che è lì presente, tra l’altro appena riproposto nel memoriale del sacrificio di croce, presentato come l’Agnello Immolato (il sacerdote lo attesta esplicitamente).

    Chi cerca Dio, se lo cerca non ce l’ha, non l’ha trovato. Lo desidera, lo attende e dunque spera.
    Il desiderio dell’amato ci fa vivere “un’assenza presente”, un’anticipazione dell’essere con Lui.
    L’attesa non è svogliata e indolente, ma pulsa dell’intensità che carica il desiderio e in un certo modo lo purifica.
    In più l’attesa è consolata dalla speranza del suo compimento, nella certezza della fedeltà alla promessa.

    In questo senso siamo tutti proiettati verso l’incontro definitivo con il Signore in Cielo, per la vita eterna.
    Non sfugga che anche Dio attende: e mi chiede dove sei? A che punto sei?

    Qui c’è il grande miracolo del Santissimo Sacramento: se la mia fede è viva e vera, il Signore c’è già.

    Se vacillo c’è poca fede nel mistero del cuore eucaristico e anche poca carità se diventa un tirare la croce in testa agli altri.

    E’ chiaro che l’assente in questa Presenza reale rischio di essere solo io.

    Detto ciò, ricevere l’Ostia (la vittima) richiede un atteggiamento devoto, delicato, innamorato e non spavaldo.

    Solo Dio può donarsi a noi: l’uomo può solo accogliere il dono della sua bontà misericordiosa.

    Prenderci noi qualcosa, alla pari, quando Lui è in croce e noi (da peccatori) c’entriamo con il Suo sangue versato a me un po’ di timor di Dio lo suscita. Mettermi in ginocchio è proprio il minimo. Non comunicarmi da solo, con le mie mani, anche.

    A voi non pare che siano sentimenti delicati e belli?

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      Carissimo R.S., perdoni le mie puntualizzazioni ma, seguendola sempre con molto interesse, le trovo necessarie e, anzi, spererei nell’intervento autorevole di qualche sacerdote di buona volontà a porre l’ultima pietra.

      Dicendo la “nostra fede sa”, che intende? Se allude alla fede cattolica concordo ma se parla di fede personale è salubre riflettere che – come ultimamente sottolineava don Pietro Paolo – regnano sovrane gran confusione e ignoranza!
      Molti “fan da sè” e questo è quanto di più anticattolico, non trova?

      Scrive anche: “… Gesù è realmente presente. Lo è sia quando ci disponiamo a ricevere il Sacramento, sia quando sta dentro il tabernacolo.” Questa verità è incompleta e andrebbe invece sottolineato – a caratteri cubitali – che Gesù è realmente presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità nel Santissimo Sacramento, SEMPRE, a prescindere da come ci disponiamo o da quel che crediamo!
      Di fronte ad un ateo non credente, Gesù Sacramentato è sempre Gesù Sacramentato!

      La Transustanziazione avviene indubitabilmente quando il Sacerdote è stato ordinato secondo le disposizioni della Chiesa e pronuncia correttamente la formula!
      Neppure l’indegnità del ministro può intaccare questo Miracolo, come ben ci ricorda la nostra patrona Santa Caterina da Siena. Men che meno lo potrebbero le pecore nere del gregge…
      La Sua Presenza reale non è da noi che dipende nè tantomeno possiamo dipendere dal nostro “stato d’animo” in questo “legame”, stato d’animo che è mutevole e volubile!
      Il “forte legame”, pertanto, non è mai sancito da sentimentalismi perchè, fondandosi su di essi, poggerebbe sulla sabbiolina e non sulla Roccia.

      Anche un matrimonio, se si fonda esclusivamente sui sentimenti – che oggi percepiamo forti e domani chissà -, è destinato a fallire, come testimoniano numerosissimi divorzi. Non sull’emozione del momento, dunque, ma sull’Amore, che è sostanzialmente sacrificio, ci dovremmo radicare.
      Amare è volere il Bene, non semplicemente volere bene!

      Dice poi che “se c’è la devozione, cioè se c’è un coinvolgimento spirituale, emotivo, morale e fisico, qualcosa succede” e le dico (non io, chiaramente) che non sempre è così.
      Leggendola si sarebbe indotti a credere che chi non prova tale coinvolgimento non è devoto quando invece sappiamo dai santi che l’aridità spirituale è quella porta stretta infinitamente più sicura…

      Pensiamo alla vita di Santa Teresa di Calcutta: dapprima raggiunge la vetta delle “Nozze Mistiche” in cui ode Quella Voce che le dice: “Ho sete!” e poi, nel cinquantennio a seguire, “gusto quanto succhiare un chiodo!” nelle pratiche spirituali e “Notte Oscura” perenne, rischiarata solo da quel sorriso virtuoso che, come fondatrice delle Missionarie della Carità, si imponeva di rivolgere a Dio per nasconderGli la sua continua nostalgia di Sposa!!!
      Consiglierei la lettura di “Sii la mia Luce” per comprendere meglio.

      “Chi cerca Dio, se lo cerca non ce l’ha, non l’ha trovato” ma anche questo è vero fino a un certo punto: è Dio che per primo, sempre, cerca e attende noi! Ed è proprio chi già Lo possiede che Lo cerca, ci pensi!
      Per questo vorrei suggerire di non puntare su “sentimenti delicati e belli” ma sulla sostanza, come insegna Gesù in questa parabola che tutti conosciamo (Mt 7,21-29):

      –In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
      Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
      Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande.–

      Per chi avesse voglia di approfondire l’argomento senza ingannarsi su ciò che significa devozione può leggere questo articolo molto utile.

      https://www.corrispondenzaromana.it/si-puo-essere-devoti-e-insieme-cattivi-la-risposta-di-san-francesco-di-sales/

      R.S. le chiedo scusa per la lungaggine del mio commento e, soprattutto, se l’ho fraintesa in qualcosa. Non certo nella sua retta intenzione e nel suo buon cuore, sempre a disposizione per la Buona Causa, noto:-)!

      Un caro saluto in Gesù e Maria!

      • R.S. ha detto:

        Le sono grato per i tanti spunti che condivido volentieri, trovandoli tutti appropriati.

        Lungi da me qualunque deriva soggettiva e non mi sono estranei nemmeno periodi di innegabile aridità che per prima cosa andrebbero riconosciuti e ammessi senza vergogna, comprendendone l’eventualità anche nei fratelli.

        Ribatto solo utilizzando una sua espressione: “ma anche questo è vero fino a un certo punto”.
        Di fronte al mistero di Dio, persino nella grazia di contemplarne una parte o quasi tutto, la Verità è solo Lui, non la mia percezione.

        Cercare di riportarlo in parole, scritte o a voce, disturba il silenzio necessario per rispettarne l’infinita bellezza. E’ come il balbettio nel recitare i versi di un grande poeta. Il poeta e i versi restano grandi, il balbettio è quello che stona.

        Ma ho piacere di leggere gente appassionata e innamorata di Gesù: in fondo è ciò di cui siamo chiamati a fare comunione.

        • OCCHI APERTI! ha detto:

          Provo il medesimo piacere, decisamente amplificato quando mi par di scorgere nel mio prossimo rara virtù di umiltà, la quale non ha bisogno di erudizione (e se c’è tanto meglio ma non è mai la primadonna!) per edificare sempre e contagiare chi la insegue!

          Ringrazio di cuore per lo scambio arricchente e saluto.

  • Guess who ha detto:

    Avvisate il Vicariato. Sul sito Chiesa di Milano ci sono tutti i riferimenti.
    È giusto che sappiano che ci sono preti disobbedienti, visto che ci hanno ripetuto in tutte le salse che l’obbedienza è una delle virtù principali per un cattolico.

    Nel caso decidiate di scrivere, evitate però i toni polemici che non fanno altro che esacerbare gli animi. Ricordiamoci sempre che il nostro interlocutore non è un “nemico”, ma un sacerdote probabilmente stanco come e più di noi di tutte le polemiche che lacerano la Chiesa.

    • Cristina ha detto:

      Stessa cosa a Varese !Qualche sacerdote la da in bocca ,benchè in un primo tempo sorpreso .Con uno ho dovuto discutere e ha preteso di darmi la particola in mano ,come anche con un laico.Dopo gli ho chiesto spiegazioni.Mi ha detto che(malgrado le disposizioni della diocesi) nella zona hanno deciso così .In una qualche riunione con i ministri dell’Eucaristia, che ormai abitualmente sostituiscono alcuni sacerdoti nella distribuzione della Comunione, è stato proibito di dare la Comunione in bocca per motivi “pastorali”?! Bisogna andare a cercare i sacerdoti giusti e non gli obbedienti …

  • Faramir ha detto:

    La comunione direttamente in bocca o sulla mano sono due modalità di assunzione entrambe assolutamente congrue
    Personalmente preferisco la seconda.
    Quando in alcune situazioni, per varie ragioni, ci viene raccomandato, ed a volte anche imposto, di ricevere la particola in bocca, mi adeguo tranquillamente.
    Trovo sciocco e puerile farne una questione di principio.

    • alessandro ds ha detto:

      Invece sinceramente credo che la particolare in bocca si debba dare, ma però chi la distribuisce e chi la riceve devono avere rispetto per gli altri, noi sai quanti bavosi di inzuppano le dita di saliva mentre distribuisci la comunione, anche se stai attento trovi sempre il bavoso che la punta delle dita te la inumidisce o la tocca con la bocca.
      Ma questo a prescindere dal Covid, ricordiamoci che ci sono altre malattie ben più pericolose e devastanti, epatite, HIV, ecc. Ecc. Ci vorrebbe molta più educazione, sia da parte di chi la distribuisce che di chi la riceve.

      • Maria Grazia ha detto:

        ALESSANDRO DS: Condivido in pieno il tuo commento, spesso ho ricevuto in bocca l’Ostia dalle mani bagnate di saliva del Sacerdote. Probabilmente la colpa non è del sacerdote, spesso può essere il fedele che, per sicurezza di non far cadere la particola, oltre a mettere in bocca l’Ostia fa entrare anche le dita del Celebrante …. più in fondo che può!!!
        Ci vuole rispetto anche per la salute degli altri.

  • Marco l'altro ha detto:

    Per me chi vuol ricevere la particola della s.comunione nella mano lo faccia pure ma con la devozione e riverenza dovuta.
    Certamente questo modo si presta a piu passaggi e quindi più a rischio di contaminazione batterica o virale se il motivo è quello della possibile contaminazione virale covid ( il gel non agisce in pochi secondi deve essere spalmato bene tipo asepsi da sala operatoria ma poi al lavaggio si aggiungono i guanti sterili e poi il gel usato in questo modo funziona boh ? ) Sicuramente è stata un’occasione colta al volo per uniformarci alla cena protestante.
    detto questo non può assolutamentea essere negata a chi lo chiede la s.comunione in bocca
    Personalmente ho fatto fatica ad accettarla nella mano.
    è veramente poco igienico se questo è il problema agli occhi della Cei infatti con le mani sudate nell estate rovente impastate di gel e veramente disgustoso ricere N.S. in questa maniera . Mi sembra che questo fu uno dei motivi nella chiesa antica di cambiare il modo di comunicarsi.
    Cmq mi sembra che dal punto di vista del nuovo testamento non ci sono validi motivi per escludere la comunione nella mano .
    Ritengo però la s comunione in bocca la più adatta a ispirare in noi fedeli un senso di riverenza di devozione e di dolce fiducia come una madre che imbocca il suo bambino un uccello il suo pulcino nel nido o un figlio il suo vecchio genitore . L antica e saggia tradizione della chiesa aveva ed ha i suo validi motivi .

  • Domenico ha detto:

    Vivo nel comasco. Mai saputo di messe alternative. Ho partecipato alla messa in diversi posti diversi, tutti rigorosisissimi. C’è anzi la smania a chi aderisce con più precisione alle regole. La mascherina sempre in due o tre a non usarla anche adesso che è libera. Prima della comunione tutti si scambiano il gel come fosse acqua santa. E se il gel fosse qualcos’altro? Non oso pensarlo.

  • Paola Caporali ha detto:

    Situazione identica alla sua, cara collega…in tutto, tranne il fatto che io vivo ad Arezxo. Compreso il duplice rifiuto. Ho scritto alla Diocesi; mi hanno risposto, in sostanza, che il parroco ha fatto bene a fare così.

    • Maria ha detto:

      Ma voi pensate che la vostra lingua sia più gegna della vostra mano.
      La mano vostra non avrà mai ucciso, mai rubato, mai picchiato nessuno…. Ma la lingua quante volte avrà fatto male a chi ci sta vicino… La lingua uccide moltissimo…
      Gesù Eucarestia sa bene dove vuole stare… E poi ha detto: PRENDETE E MANGIATE… no fatevi imboccare e mangiate…
      Ragionate con la testa, con il cuore e abbiate fede..

      • miserere mei ha detto:

        A voler essere precisi, guardi che “prendete” lo abbiamo detto e scritto noi, traducendo a braccio.

        L’originale è RICEVETE.

        Cogliere non è ac-cogliere.

        Prendere non è ap-prendere.

        Non è che chi mette le mani sia un eretico o un poco di buono. Però non pensa che chi le mani non vuole metterle magari non è un ignorante o un integralista insensato e sciocco…

      • Enrico Nippo ha detto:

        Maria,

        credo la Sua osservazione sia da prendere molto sul serio.

        Ci vorrebbe una sapiente catechesi sul pericolo che costituisce la lingua, troppo spesso usata per mazziare o anche peggio.

      • Stilobate ha detto:

        Le considerazioni della commentatrice Maria, meritano attenzione. Contro il cattivo uso della lingua, intesa come organo della favella, Gesù stesso ha ammonito severamente, e proprio nel contesto di una discussione sulle pratiche tràdite in materia di contaminazione (Mt 15,11). C’è poi la splendida Lettera di Giacomo, che tutti quanti non rileggiamo mai abbastanza. *** Per ciò che attiene al verbo usato nei passi evangelici, esso è λαμβάνω (“lambànō”), vale a dire “prendo” (sia in Mt 26,26 che in Mc 14,22 e in Lc 22,19 lo troviamo all’aoristo imperativo plurale: λάβετε (“làbete”), “prendete”. L’accezione “ricevere” non va esclusa, ma deriva da quel significato essenziale. Così λαμβάνω può per esempio essere usato per “prendere in casa qualcuno”, “ospitare” o per “ricevere qualcosa/qualcuno” di buon grado, dunque “accogliere”. La Vulgata dà, per es. in Matteo, “accipite”, che è appunto “accogliere”, “accettate”, “ricevete”. *** In generale per “ricevere” nel greco antico si usava δέχομαι (“dèchomai”), proprio il verbo che l’evangelista Luca adopera poco prima del passo sulla consacrazione, quando dice di Gesù δεξάμενος ποτήριον (“dexàmenos potèerion”), “avendo [Egli] ricevuto un calice”. *** Ciò detto, è chiaro che nei passi evangelici sull’Ultima Cena il senso di λαμβάνω non è quello di “acchiappate”, “servitevi da soli”, “fate man bassa”, ecc. “Prendere” va inteso come “prendere di buon grado ciò che viene dato”, secondo uno degli usi più comuni e attestati di λαμβάνω. *** Ciò implica un riferimento alla bocca e alla lingua? Gesù ha imboccato gli apostoli e magari è passato con il calice di bocca in bocca da un apostolo all’altro? Chiaro che no. *** Ora, pur essendo il sottoscritto un sostenitore convinto del Vetus Ordo missae e accostandosi all’Eucaristia secondo la modalità tradizionale, ritengo che non vi siano appoggi scritturali per stigmatizzare in quanto tale la comunione sulla mano. Vi possono essere, semmai, altre ragioni, non ultima (anzi, a mio avviso, molto rilevante) quella della prevenzione di possibili profanazioni. *** Però ripeto, le considerazioni della commentatrice Maria non sono affatto peregrine né secondarie e meritano di essere meditate con attenzione. *** Aggiungo infine che i sacerdoti che negano ai fedeli la comunione secondo la modalità tradizionale si comportano in modo indegno dell’abito e del ruolo che rivestono e le autorità ecclesiastiche dovrebbero assumere nei loro riguardi severi e tempestivi provvedimenti.

      • Aurelio ha detto:

        Ancora l’argomento specioso dell’ultima Cena… che non depone affatto a favore della comunione sulla mano, non tanto per la questione del prendete/ricevete, ma soprattutto perché Gesù parla al Collegio Apostolico, ai Vescovi insomma, e nessuno metterebbe in dubbio che i consacrati possano anzi debbano toccare con le mani il Santissimo Sacramento, mentre qui si parla di laici: questione assai diversa.
        Inoltre nell’ultima Cena Gesù intinge un boccone e lo dà a Giuda: secondo voi glielo avrebbe dato sulla mano?

        • Stilobate ha detto:

          @ Aurelio: erano un gruppo di “vescovi”, peraltro, non ancora appieno assistiti dallo Spirito, che riceveranno pienamente più in là, nella Pentecoste. Ed era un gurppo in cui albergava un traditore (il quale diverrà a suo modo un caposcuola, viste le posizioni che si rinvengono in molti collegi episcopali) *** Le Sacre Scritture non sono mai speciose, né lo è il rimando ad esse. Legga bene il passo del boccone intinto e dato all’Iscariota (Gv, 13,26-27). Poi rilegga la narrazione in Marco e Matteo, soprattutto Mt 20,23 (“colui che ha intinto con me la mano nel piatto”). *** Questo non vuol dire che la prassi di ricevere la comunione in bocca sia errata. Ma la sua fondatezza va cercata più nella Tradizione che nella Scrittura. *** E tuttavia torno a dire che le considerazioni suesposte nel commento di Maria non son cosa da lasciare cadere alla leggera, benché la stessa Maria sbagli a tacciar di “talebano” chi (come peraltro il sottoscritto) considera la ricezione dell’eucarestia secondo la forma cattolica latina tradizionale la modalità migliore, più rispettosa, probata e fondata. Con l’altra modalità l’abuso è dietro l’angolo, e lo stiamo vedendo in lungo e in largo. *** La saluto cordialmente.

          • Aurelio ha detto:

            @Stilobate
            Grazie del commento equilibrato, che però non mi convince.
            L’argomento forte che proponevo, quello del “collegio episcopale” non si può accantonare con sofismi sulla non-ancora-realizzata discesa dello Spirito Santo, perché ad essi viene proprio in quel momento ordinato di “fare questo” (mentre lo stesso non viene detto a Maria Santissima Immacolata, che si suppone fosse nei pressi), e neppure l’indegnità di Giuda può essere strumentalizzata per un “liberi tutti” che equipari gli apostoli a chiunque. Per me è ovvio che gli apostoli potessero/dovessero toccare con le mani il Santissimo, per i comuni fedeli non credo sia automaticamente lo stesso.
            Tengo a precisare che “specioso” non l’ho detto al testo delle Sacre Scritture, ma ad un argomento che ritengo inconsistente, anche se di presa immediata in particolare sui meno catechizzati.
            Bene parlavi degli abusi derivanti dalla ricezione sulla mano, ma meglio ancora dovresti ripercorrere l’iter con cui ci si arrivò: una percorso esso stesso lastricato di abusi e di pretesti poco limpidi.

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      L’hanno degnata di una risposta. Incredibile!!!!

    • Giovanna ha detto:

      Cercate la S.Messa tradizionale in latino, c’è ancora e non avrete di questi problemi. Dio vi benedica.

  • salvatore musmeci ha detto:

    Purtroppo non ci vogliono sentire. Forse l’unica cosa che capiscono sono i soldi, quindi ricordarsi della destinazione dell’8×1000 da destinare NON alla Chiesa Cattolica , a questa Chiesa che si dice cattolica. Ai singoli sacerdoti anche il cuore, ma NIENTE 8×1000.

    • Paolo ha detto:

      Sto pensando seriamente di non dare 8 per mille a CC, anche perché anche io recentemente sono stato costretto a Comunione in bocca ( ho informato di ciò il mio Vescovo, non ho ancora ricevuto risposta) Il mio problema è: a chi dare 8 per mille? Allora Stato? Scegliendo fame del mondo o edilizia scolastica (no cultura, si rischia di finanziare tansgender)?Oppure meglio non scegliere nulla, mostrando così di non gradire alcuno dei soggetti proposti?

    • FF ha detto:

      Sto pensando seriamente di non dare 8 per mille a CC, anche perché anche io recentemente sono stato costretto a Comunione in bocca ( ho informato di ciò il mio Vescovo, non ho ancora ricevuto risposta) Il mio problema è: a chi dare 8 per mille? Allora Stato? Scegliendo fame del mondo o edilizia scolastica (no cultura, si rischia di finanziare tansgender)?Oppure meglio non scegliere nulla, mostrando così di non gradire alcuno dei soggetti proposti?

  • acido prussico ha detto:

    Carissima Amante di Cristo,
    Lei faccia come me.
    Mi posiziono all’ultimo.
    Quando giungo al traguardo del “dispenser robot” caccio la lingua e vi spruzzo sopra un po’ di idrogel mostrando l’etichetta.
    Il “dispenser robot” rimane rassicurato e un po’ disorientato per l’insolita scena fuori del suo “meccanismo automatico” mi piazza sulla lingua la “ciambellina” che dicono hanno “consacrato”.

    • Luigi ha detto:

      Gesù ha detto : prendete a mangiate….non ha chiesto la bocca ai Discepoli….prendere l’ Ostia nelle mani è un atto d’amore , anche nei confronti del suo Corpo Santo ….non fate i talebani integralisti….Luigi

      • Adriana 1 ha detto:

        Mi chiarisca, per favore, il motivo per cui definisce ” talebano ” chi reclama il suo diritto a ricevere l’Ostia in bocca, dato che tale diritto esiste ed è stato anche messo per iscritto. Talebani saranno, semmai, quei ” dipendenti ” ecclesiastici che, con la Santa Comunione, si comportano come certi ” dipendenti” medici, imponendo l’obbligo di un “vaccino” che va assunto ” per libera scelta “.

      • Donna ha detto:

        I motivi per cui la Chiesa ha sempre indicato l’importanza di accostarsi al Santissimo Sacramento ricevendolo sulla bocca e non sulla mano è per:
        Assicurare il rispetto per il Santissimo Sacramento;
        Stare attenti alla minima particella;
        Evitare ogni profanazione,
        ma sopra ogni cosa esprimere la fede della Chiesa nella Presenza Reale di Cristo.
        Non un pane qualsiasi, ma Il “Pane di Vita”,da ricevere con il massimo del rispetto.
        Purtroppo, e non certo solo a causa della “pandemia” , si è perso,anche da parte di molti pastori, il senso del sacro e invece che aiutare gli uomini a elevarsi verso Dio,si è preferito abbassare Dio, mostrare il suo volto umano ma mettendo in secondo piano,se non addirittura eliminando il Divino .
        Grande esempio diede San Giovanni Paolo II che, nonostante fosse minato dalla pesante malattia,volle ,fino a che le forze glielo permisero,ricevere Gesù in ginocchio e direttamente sulla bocca,perché davanti a lui non c’era un semplice pane,ma Cristo stesso.

      • Gaetano2 ha detto:

        “è un atto d’amore”

        Questa l’ho già sentita…

      • Rita Rusconi ha detto:

        Buon giorno personalmente ritengo che si potrebbero evitare chiacchere davvero inutuli, Gesù stesso quando ha istituito l’Eucaristia ha detto prendete e mangiate ! Prendete e bevete ! Non ha detto aspettate che vi imbocco !! Davvero evitiamo chiaccere inutili . A proposito della foto che ritrae Giovanni Paolo Secondo al ricevimento della cominione in bocca , ricordo che a causa del morbo di Parkinson aveva tremore alle mani !!!

    • Don Pietro Paolo ha detto:

      x Acido velenoso: battuta di cattivo gusto

  • Monterappoli ha detto:

    Non ci credono più, son diventati protestanti, peggio rispetto ad alcune congregazioni.
    Alla S.Messa di ieri pomeriggio, l’anziano e ben formato celebrante che conosco da ragazzo, buona persona, all’omelia ha detto che bisogna augurarsi che presto anche una donna potrà proclamare il S.Vangelo e tenere l’omelia.
    Cosa fare? Sarebbe meglio non farsi più vedere?

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      1 – Affronti direttamente “l’anziano e ben formato celebrante”.

      2 – Cambi parrocchia (sempre che in zona ne trovi una ancora cattolica), con la speranza la sua assenza si noti e susciti degli interrogativi.

      3 – Scriva al Vescovo per informarlo e chiedere spiegazioni. Non credo riceverà mai risposta, se non è “del giro”. Ad ogni modo, ci si consola per aver fatto il fattibile, perlomeno.

      Personalmente, farei tutte e tre le cose.

      Cari saluti.

      • Adriana 1 ha detto:

        Encomiabile,
        ma, a che serve scrivere al dipendente quando il suo Capo va a complimentarsi pubblicamente e pubblicitariamente con la Vescova luterana , accasatasi con la compagna?

        • OCCHI APERTI! ha detto:

          Cara Adriana 1, lei forse è una pragmatica – e apprezzo molto mi richiami a star coi piedi per terra! – ma Dio non guarda al risultato. Guarda all’intenzione che ci muove. La Salus Animarum è affar di ciascun battezzato. E tacere perchè “tanto tutto è inutile” aiuta solo le cose a peggiorare.

          “Avete taciuto abbastanza. E’ ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo è marcito.”
          Santa Caterina da Siena

          Un saluto.

          • Adriana 1 ha detto:

            Saluti a lei,
            magari fossi una pragmatica, ma non lo sono affatto. Ritengo però che tenere gli occhi aperti/ chiusi sia, ormai, insopportabile. Il gesto della colomba è bello, ma senza l’astuzia del serpente è facile che sprofondi nelle fauci del nero corvo ( e senza costrutto ).

          • OCCHI APERTI! ha detto:

            Ha ragione. Dice, infatti, nostro Signore:
            “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.”

            Ma senza battaglia, non ci può essere alcuna vittoria…
            Santa Giovanna d’Arco docet.

  • Fulvia Lupi ha detto:

    Ciao Caterina, anche a me è stata rifiutata d un sacerdote la Particola in bocca, appena terminata la Messa ho chiesto spiegazioni e dopo una vivace discussione il sacerdote si è recato al tabernacolo ed ho potuto ricevere finalmente la Comunione.
    Ma è veramente assurdo dover lottare e discutere per ricevere degnamente nostro Signore! Fulvia

  • Enrico Nippo ha detto:

    Carissima Caterina,

    se non vuole sorprese spiacevoli cerchi di frequentare la Messa Tridentina.

    Il novus ordo, purtroppo, è inquinato dal più becero modernismo, ed è (male) affidato alla “creatività” del celebrante.

    • Maria Cristina ha detto:

      A Milano c’ e’ la Messa Ambrosiana Tradizionale ogni domenica in Piazza Cairoli alla Chiesa di Santa Maria della Consolazione all
      Ci sono due messe ogni domenica , la Messa bassa alle 8,15, E la Messa solenne cantata alle 9,30.
      Seguendo tali celebrazioni per tutta la durata della pandemia ci e’ sempre stato possibile comunicarsi con la comunione in bocca grazie all’ accorgimento dei sacerdoti di somministrarla con una pinzetta e non con le mani, come fanno anche in certe chiese orientali.

      • LUCIANO MOTZ ha detto:

        Alle celebrazioni vetus ordo cui partecipo non è mai stata usata la pinza da parte del sacerdote, nemmeno in tempo di covid: sempre in ginocchio sull’inginocchiatoio e con l’ostia posata a mani nude sulla lingua.

      • Stefano Torelli ha detto:

        La Santa Messa Ambrosiana cantata in rito antico presso la chiesa di Santa Maria della Consolazione al castello in realtà inizia alle 9:45. Per il mese di agosto verrà spostata ad altra chiederà destinarsi, come in tutte le ultime estati. Attualmente l’uso un po’ triste delle pinzette è stato abbandonato.

  • Adriana 1 ha detto:

    La protesta è giusta ( forse )…ma che ci fa a una messa N.O.? ( inoltre…lei non è il Marchese del Grillo ).

  • Carla ha detto:

    …a me e’stata rifiutata il 13 maggio in Trentino e oggi a Padova…
    Motivo? Solo un rifiuto

  • Roberto Donati ha detto:

    Carissima, ma che ci vai a fare da codesti merdosi?

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Caterina carissima,
    la sua accorata protesta – che non posso non condividere in quanto ho patito sulla mia pelle, sino a poco fa (e dovendo cambiare parrocchia!), con i miei familiari, la medesima sorte – ha ora massima visibilità da Stilum Curiae!

    Colgo l’occasione, però, da quanto scrive, per riflettere sul laico ministro straordinario dell’Eucaristia: aveva ragion d’essere? Il parroco stava poco in piedi e ha pensato di farsi aiutare nella distribuzione della Sacra Particola? La Chiesa era gremita e troppi i comunicandi in fila?

    Personalmente evito i ministri straordinari laici o religiose che siano, a meno che non sia chiara la loro funzione d’eccezione.
    Purtroppo sta diventando anche questo un abuso, a me pare. E protesto, cercando per la Comunione il Sacerdote!