Vallesi. I Sandali coi Buchi. Omaggio agli Impavidi Over 50…

23 Giugno 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, per attenuare un po’ gli effetti della calura, e il peso delle notizie – antigene, in genere, direi – vi offriamo queste righe, precedute da un messaggio…buona lettura.

§§§

 

Carissimo dottor Tosatti,

chi sono questi impavidi over ’50 che hanno resistito così dignitosamente alla psiconarrazione pandemica?

Molti di loro, non corrispondono a coloro che tentarono di cavarsela, affrontando con lena, coraggio, spirito di sacrificio, allegria, temperanza e onestà,  insieme alle loro famiglie, figlie della guerra, le difficoltà economiche e tutte le altre? Difficoltà economiche che spesso ovviavano anche facendo calzare ai propri figli, quei famosi e popolari sandali blu con gli occhi.
Se li ricorda? Chissà che tra i Suoi lettori non ci sia qualcuno che li abbia indossati?!
Gli sblocchiamo il ricordo?
Dedico agli over ’50 questo breve racconto, tratto dal volume: “VAGABONDI DI POLVERE” per un’esilarante lettura sul tema.
Con simpatia. Grazie
Mariella Vallesi

§§§

I SANDALI BLU CON I BUCHI

Rammento poco o nulla dei miei primi dieci anni di vita.Possiedo solo un paio di ricordi e una decina di foto in bianco e nero dai contorni seghettati e un pò ingialliti.

Cercando tra le immagini di quella oscura era, mi vedo, bambina di quattro anni, salire imbarazzata la grigia scalinata dell’asilo delle suore, nel giorno in cui dimenticai di indossare le mutandine.

Il terrore che qualcuno, salendo dietro di me, potesse scorgere la nudità del mio minuto fondo schiena, mi costringeva a girare e rigirare la testa, che quasi capii il far della civetta.

Nello stesso tempo, schiacciavo alle gambette, come si fa con la carta da regalo intorno al pacco, l’ orlo un po’ sgualcito del mio grembiulino color avorio, ex – bianco ingiallito dall’ uso e dal bucato.

Un’ eco gelida e allora malcompresa, mi ricorda ancora ora: “Siamo poveri…overi…overi…. riii!!!”

Un’ altra nota di sapore oscuro che rischiara appena, appena quella lunga macchia nera che fu e resta la mia infanzia, è una scena solare nel giardino dell’ asilo.

Durante il tempo della ricreazione, gambette nude e voci giocose si intrecciavano, liete, fra loro, come voli di invisibili farfalle.

Ed io?!

Ero immobile, da un lato del giardino, io tutta sola a curiosare in chissà quali pensieri, già allora del tutto estranea alle regole del gioco e della vita.

Un altro giorno, ancora nel giardino, ma questa volta parliamo di quello prossimo a casa mia, casa…chiamiamola così, distrattamente giocando, caddi sul più appuntito sasso dell’ aiuola che bucò profondamente il mio ginocchio destro.

Possiedo ancora il taglio, remotamente cicatrizzato, a forma di grand’ occhio all orientale!

Quanto sangue per un gioco tanto semplice!

E che tempi, quei tempi innocenti! Macchie nere nell’ inconscio, domande a perdifiato, amarezze impercettibili alla massa…paazzza pazzza infanzia mia!!!

Ma quei sandali!

Che gioia incontenibile, che immensa meraviglia quei caldi, cari amati sandali blu con i buchi, con la fibbia d’acciaio che solo da poco ho saputo chiamarsi INOOXX!

Ne possedevo un paio quasi da quando iniziai a camminare.

Crescendo, cosa che a quei tempi appariva più una disgrazia che una grazia, mi ritrovavo di giorno in giorno i piedi sempre più lunghi!

Le nuove problematiche piante, non entravano più nelle vecchie suole ed i sandali erano ormai sufficientemente sgualciti da essere sostituiti, ma, anziché acquistarne un paio nuove, mia madre fu costretta, manco a dirlo, a tagliarli sulle punte tutte e due, per la ragione che spiegava la suindicata eco!

Inutile dire la sofferenza, provata per immedesimazione, quando i sandali, dalla punta mozza, persero tutta la loro originaria bellezza!

Prima dell’ operazione casalingo – calzaturistica, i buchi superiori dei sandali sembravano due grandi occhi ed io, lì sopra appollaiata, mi sentivo forte e certa di avanzare, perché sapevo di camminare su un paio di piedi che da soli sapevano dove andare.

E senza nulla temere, da quei passi, mi lasciavo cullare!

Ora, però, con la punta tagliata, i miei sapienti Spiriti – Guida, avevano perso tutto il loro carisma e si erano trasformati in due orridi mostri: la bocca tanto larga da fare impressione a formiche, germogli e fili d’ erba.

Dov’ erano finiti i miei fedeli amici, i miei piedi intelligenti, autonomi, piedi liberi di correre e respirare, piedi che non si stancavano mai!?

Non avevo più fiducia in loro, ma a causa di forza minore, su quegli orripilanti mostriciattoli, dovetti continuare a fondare la mia vita.

Il passo si fece tentennante e tante strade sbagliate presero, da allora, per me quelle strane scarpe! Strade dalle quali sian dovuti tornare spesso indietro tutti e tre:io e loro. E ancora oggi, per quanto tenti di risalire al passato non riesco a sapere altro di quel tempo tanto vago, ma che di sicuro mi spiegò con arte che:

“Costi quel che costi, anche il piede vuole la sua parte!”

Mariella Vallesi

(tratto da “Vagabondi di polvere”)

Per ordinarne copie scrivere a mariellavallesi60@gmail.com

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25 commenti

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Ma il mio commento , anzi i miei due, dove sono andati a finire? C’era qualcosa che non andava?

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    A scanso di malintesi sempre possibili, soprattutto in questa strana selva di commenti, completo il mio pensiero.
    L’articolo, nella sua apparente inconsistenza ci dà una misura dell’immensità delle dimensioni dell’emotività umana. Ci si può commuovere anche nella semplicità del ricordo di un paio di sandali, con la stessa intensità con cui ci si può commuovere osservando la meraviglia di una notte stellata o contemplando l’immagine di un Dio che si è fatto uomo. Creando l’uomo Dio ha fatto una cosa grande, veramente grande. E di questo dobbiamo essergli grati.

  • Roberto ha detto:

    Mi ha fatto ricordare la mia di infanzia.
    Lei ha steso un velo di non-ricordo. Io, ahimè, ricordo tutto con perfezione.
    Sebbene scuro, questo ricordo , nel corso degli anni, è diventato fonte di profondissima comprensione e di luce.
    Le racconto un episodio di cui sono stato testimone oculare.
    Una piccolissima bambina ( non credo avesse 3anni) saltellava sui grossi sassi di una spiaggia dell’argentario. Sembrava una libellula che si spostava con leggiadria da un sasso all’altro.
    Volava non saltava.
    Un urlo sgraziato, quasi belluino, della madre ( preoccupata che cadesse) interruppe questo stato di grazia e di armonia.
    Con mia sorpresa la bambina non solo non volava più da un sasso all’altro ma traballava sulla sabbia fine come se avesse problemi neurologici.
    Basta poco per interrompere il naturale stato di grazia dei bambini.
    Pure sempre ad esso bisogna tornare…se non sarete semplici come bambini non vedrete il regno dei cieli
    Ora le scrivo per il libro, ma voglio lo sconto
    Con simpatia

    • Mariella Vallesi ha detto:

      Spero di aver capito male, la storia della bambina.

      Mai urlare in una, situazione di precario equi Rio, anzi!
      Prudente è il silenzioso operoso.
      La mamma doveva afferarla energicamente con presa ferrea stando muta.
      Mi dispiace tanto…

    • Mariella Vallesi ha detto:

      Mi correggo.

      Spero di aver capito male, la storia della bambina.

      Mai urlare in una situazione di precario equilibrio, anzi!
      Prudente è il silenzio operoso.
      La mamma avrebbe dovuto afferarla energicamente con presa ferrea, avvicinandosi muta alla bambina.
      Mi dispiace tanto…

  • Paola ha detto:

    Per me sono sempre stati belli….bianchi o blu indossati dai figli che li preferivano ai francescani perché non facevano entrare i sassolini. Mia figlia ora li mette ai suoi bimbi piccoli..

    • Mariella Vallesi ha detto:

      Francamente non immaginavo che venissero prodotti ancora, ma ho saputo oggi di sì, perché una cara amica che ha letto questo racconto ed è morta dalle risate, mi ha chiesto il numero di scarpe, perché dice che vuole regalare e un paio.
      NUOVE!!!! 😃😃😃

  • acido prussico ha detto:

    Le donne, le fanciulle e le fanciulline moderne vestono Nike. Devono vestire Nike… In ufficio, in casa, per strada… (forse anche in convento perché sono silenziose). Eleganti… morbide… antiscivolo…
    https://www.nike.com/it/w/donna-scarpe-5e1x6zy7ok

    • Mariella Vallesi ha detto:

      Ho visto i prezzi del catalogo che hai postato..

      Non so se le vendi, tu, ma, sconsiglio assolutamente l’acquisto delle Nike che per la costruzione dei suoi prodotti, schiavizza minorenni di famiglie povere orientali.
      Non è la sola marca che lo fa, purtroppo.

      Assolutamente mai!

      • acido prussico ha detto:

        Non vendo scarpe. Regalo solo sfottò per le becere manie moderne: tutte/tutti/tuttu con calzature sportive orride e chiuse. Mi hanno tolto il piacere di sfilare le cedevoli “ballerine” e accarezzare piedini profumati.

        • Mariella Vallesi ha detto:

          😃😃😃
          Beh, insomma, pure le ballerine… come dire… lasciano il tempo che trovano.

          Tuttavia… De gustibus 👍😃

    • Casalinga disperata ha detto:

      Ma li ha visti i prezzi ?
      E i biglietti da 50 euri spariscono per magia dal Borsellino!

  • Anita ha detto:

    Grazie x il bellissimo articolo, profumo di gioventù che non torna, ma che rimpiango. Anch’io li ho usati, i sandali blu…
    Quando ci si alzava, alla domenica mattina x la “messa grande”, poi Panama metteva in tavolo il prosiutto, detto proprio così, da noi piemontesi che stavamo iniziando a staccarci dalla povertà
    E poi al pomeriggio andavamo alla benedizioni.
    Ed il di di.festa era stato onorato…

    • Mariella Vallesi ha detto:

      Ecco un altro sorcio! 🐁
      Coi sandali 👣

      Che bei ricordi, eh!

      Sembra un altro pianeta.

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Sandali con buchi sopra… avevano altra ricorrente quasi costante prerogativa… cartolina a tentare otturare abituale buco sottostante!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • paola caporali ha detto:

    Grazie, cara scrittrice, per avermi strappato un sorriso! Certo, faccio anch’io parte della schiera dei postcinquantenni non vaccinati, che calzarono con allegria i sandali coi buchi, o “a giglio”, come si diceva dalle mie parti. Li ho portati anche col taglio davanti, quando i piedi si erano fatti un po’ più lunghi, ma non tanto da giustificare un nuovo paio di scarpe; a me, però piacevano quasi di più, così tagliati. E li ho sfoggiati persino durante il mio primo scavo archeologico a Roma, nell’area antistante l’ospedale militare del Celio (ora vi si trova un parcheggio, ma sotto ci sono le tracce dell’incendio di Nerone, quello che costò la vita a tanti che hanno dato ben altra testimonianza, rispetto alla nostra – certo… loro avevano Pietro e Paolo)….scottandomi vergognosamente i piedi negli spazi corrispondenti agli “occhi”! Che bei ricordi! Grazie!
    Paola

    • Mariella Vallesi ha detto:

      Davvero usava i sandali mozzati, anche in quei lavori?! Audace! 😃

      Comunque lo sapevo che si rintavano anche in Stilum Curiae i sorci over 50!😃😃😃

      Bellissimo!

      • paola caporali ha detto:

        Certo!!!! Li avevo appunto ritrovati, taglia 37! Comodissimi, eleganti, perfetti per evitare l’ingresso della sabbia e dei detriti, ma sufficientemente aperti….i miei colleghi me li invidiavano molto, devo dire! fu un successone!
        Grazie ancora, carissima…ha risvegliato anche i ricordi del mio primo -ed ultimo, peraltro- giorno di asilo, un po’ differente dal suo, ma comunque imbarazzante.
        Un caro saluto!
        Paola

  • ex : ha detto:

    Quei sandali, usatissimi in Estate ed alla portata (pecuniaria) anche di chi non era abbiente, erano molto più comodi e sani (ed anche più eleganti) delle porcherie di plastica che oggi sono pagate a peso d’oro.

    • alessio ha detto:

      Forse a bergoglio glieli
      mettevano con i calzini
      traforati all’uncinetto .
      Ecco perché ce l’ha tanto con
      i merletti della nonna .