Laporta, Referendum. La fine della democrazia è la madre della violenza.
13 Giugno 2022
Marco Tosatti
Dopo lo scandaloso. e purtroppo prevedibile, del referendum sulla Giustizia, un altro passettino verso la fine della democrazia, anche formale, nel nostro sciagurato Paese, il generale Piero Laporta ci ha inviato questa riflessione, che offriamo alla vostra attenzione. Buona lettura.
§§§
I lettori di SC conobbero il mio orientamento di voto: “No” all’abrogazione della legge Severino, “Sì” a tutto il resto «Se mai andrò a votare per i referendum» aggiunsi. Non votai, superfluo il contrario.
L’affluenza al 6,63% a mezzogiorno garantì l’impossibilità della “metà più uno dei votanti”. Inutile l’urna dopo la Santa Messa serotina.
Un indignato speciale, uno fra tanti, mi incitò al voto nonostante tutto: «Vergogna! È chiaro: la trappola del quorum scatterà. Come per gli altri referendum i Sì vinceranno, ma la consultazione non sarà valida. Non è vero che il popolo è migliore dei suoi governanti. Ha quello che si merita!»
I governati, in Italia, sono sempre migliori dei governanti. Il primo delitto contro la democrazia è non riconoscere tale dato di fatto. Fu a causa d’una malattia ereditaria, di cui parleremo un’altra volta, grazie alla quale la selezione della classe dirigente da almeno 40 anni è in cammino inarrestabile verso la catastrofe attuale e quella ancor peggiore in futuro.
Il mio indignato amico andò a votare. Come altri non lo sfiora il dubbio che i radicali di Georgy Soros e il Salvini Matteo abbiano dissipato ogni credibilità. Troppi fra i piccolo borghesi non comprendono quanto controproducente sia sparare nel mucchio dei magistrati. Il popolo sa delle storture della Giustizia italiana e sa pure dell’impossibilità di risolverle con le campagne radical leghiste, non più efficaci e legittime di quelle radical chic, figuriamoci.
A me piace pensare, sentiti i miei vecchi amici in piazza, pensionati alla fame, si sia in attesa di cose più serie di fregole radicali e leghiste.
Questo referendum conferma, semmai fosse necessario, quanto preconizzò Pasolini nel 1967: «Per carità. Penso impossibile una collaborazione con la tv a livello civile. Invece di fare le marce per la pace, io ne proporrei una per il rinnovamento della tv. Essa è più terribile della guerra nel Vietnam, della bomba atomica. È pernicioso, ed irriducibile, il suo paternalismo, la falsa democrazia, il moralismo, il voler considerare tutti gli spettatori come piccolo-borghesi, di una misura media ed astratta, ignorando che in Italia ci sono anche i contadini, gli operai, gli intellettuali e, soprattutto, le persone intelligenti». Fin quando la tv riuscirà a controllare i canettiani meccanismi di massa e potere? A me pare vicino un epilogo, in un senso o in un altro.
Oggi a Pasolini suggerirei solo di togliere la parolaccia, “intellettuali” (mi induce a uccidere, che farci?). Quanto rimane dopo 55 anni arriva ai giorni nostri, fresco e fragrante come pane appena sfornato. Complimenti a Pasolini. Una conferma di più per quanto mi concerne, della funzionalità del suo omicidio alla preparazione dell’omicidio di Aldo Moro. Non divaghiamo.
Il mio amico referendario s’inalbera perché m’appello al popolo: «So leggere e scrivere e non mi faccio coartare o rappresentare da nessuno. Non è importante chi e perché ha promosso i quesiti referendari. È importante il merito dei quesiti. Io le domande me le faccio da solo e da solo mi do le risposte. Il non raggiungimento del quorum che rispecchia la sfiducia della gente nelle istituzioni, sarà invece letto e spacciato per un atto di approvazione nei confronti del governo e delle sue politiche.» e conclude con Edmund Burke: «Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione».
Dov’è la differenza? Su un versante un referendum radical leghista; sull’altro egli allude a un’«azione» non si capisce spinta fin dove. Prudenza? Non solo.
Il bracciante a mille euro al mese (quando va bene), il pensionato alla fame, la madre coi bimbi e senza risorse non hanno né diritto di pensare né quello di esistere (“mangiatori inutili”, li definiscono così), se non sono funzionali a cancellare la civiltà cristiana. Fanno dunque molto male, i piccolo borghesi del mio stampo, a ignorare le pene di quel popolo, il nostro confine sul baratro. Fan quindi bene quanti esultano per l’esito del referendum: è un altro passo verso una dialettica che additi la libertà.
Occorre uscire dalle nebbie maleodoranti emanate da un fetido simulacro di democrazia.
L’attrito per la ridistribuzione della ricchezza è una costante nella storia umana. Maria Antonietta distribuendo brioches alla gente affamata, non fece meglio di chi gabella referendum. I risultati potrebbero essere analoghi oppure persino peggiori. Vestiamoci di umiltà e ascoltiamo il popolo.
A Milano si scontrano popolani italiani e rom, gli uni accanto agli altri, come in un gulag, forzativi dal dem(#one) Beppe Sala, chiacchiere e profumo.
Si picchiano fra di loro, poveracci. Proseguiamo così: imponiamo convivenze, guerra, fame, crisi economica e persino vairus a go go, uno dietro l’atro, una processione di vairus e di vaccini, creando dipendenze e vagoni di guadagni, come fosse cocaina. Di questo passo qualunque analfabeta saprà dire dov’è il nemico. Magari sbaglierà un po’ direzione; certo vi si butterà con più entusiasmo che in una cabina elettorale, al contrario della Giorgia Aspen Meloni, mascherata da carnevale.
La fine della democrazia è la madre della violenza incontrollabile.
Gen. D.g..(ris) Piero Laporta
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Tag: laporta, referendum
Categoria: Generale
Do sempre,volentieri, un piccolo contributo ai generosi interventi del gen. La Porta.
Pare una affluenza intorno al 20% scarso. Su un tema così dibattuto !
Forse il dato veramente reale è la totale sfiducia nelle istituzioni.
E la situazione è, implicitamente, auto contraddittoria.
Da una parte è quello che davos vuole dall’altra è la conclamazione del fallimento di questa classe politica che ha distrutto una nazione e che non è più tollerabile tenere al potere anche solo per un secondo in più.
Analizzare cause origini ed, ohibò, rimedi ?
Non mi avventuro…
Ma offro uno spunto di riflessione sulla “selezione” della classe politica.
Riflettevo su una cosa.: i grandi potentati che installano i politici ora li cercano direttamente tra gli attori.
Prima si cercavano persone di autorità morale o rappresentativi di certi interessi e, con regalie e ricatti, li si piegava ai propri voleri.
Ora cercano direttamente dei pagliacci a cui affidare un copione da recitare. I grillini scelti ai casting di mediaset da un comico, l’attore zelensky ecc
Non vengono più dalla società ma da cinecittà…
È tutta una recita per fare divertire e tenere impegnato il popolo bue mentre si massacrano nazioni, si uccidono le costituzioni, si genocidiano gli abitanti.
Veramente il paese dei balocchi di Pinocchio. Ma al mattino ci sarà un brusco risveglio come racconta la favola.
Forse questo tipo di affluenza è un timido aprire gli occhi, che dire… sono un inguaribile ottimista!
Chi ha scelto la data per la tornata elettorale era perfettamente conscio che quella data avrebbe fatto fallire il referendum. Anche nelle città dove si svolgevano le elezioni amministrative l’affluenza non ha superato il 50%. Solo che per l’elezione di un sindaco non è necessario il raggiungimento di un quorum.
Ancora una volta i poteri forti hanno trionfato.
Sapendo bene che le spiagge sono molto più affascinanti dei seggi.
Che il popolo sia bue è la verità che sta alla base della Comunità Europea, per convincersene, basta leggere il Manifesto di Ventotene. Quindi, nessuna meraviglia per il non raggiungimento del quorum; mi sconforta, invece, il dato numerico dei votanti: speravo che le persone intelligenti fossero in numero maggiore. Evidentemente, alla maggioranza degli italiani stanno bene le cose come sono.
Questo è il primo pensiero che mi è venuto. Ma subito dopo mi è squillato un campanello che annunciava una secondo pensiero, che spero privo di fondamento.
Tutti sanno che nel vaccino anticovid sono stati trovati frammenti infinitesimali di grafene, che tali frammenti hanno la proprietà di aggregarsi, che il grafene è un eccellente conduttore, che tali aggregazioni potrebbero comporre un microchip. Poiché circa il 90% della popolazione risulta triplamente vaccinata, è possibile che in occasione del referendum sia stata sperimentata la coercibilità delle azioni personali?
No no… ma quale “coercibilità delle azioni personali”…
Semplicemente non sono andati a votare solo per il timore che respirando tutta quella grafite di matite (per i voti… addirittura 5 o 6), si potesse incrementare quella maledetta dose di grafene, già cosi abbondante.
Mica stupidi loro…
Ottima conclusione! Non ci avevo pensato.
L’affermazione dell’ex militare secondo cui la parola “intellettuali” desta in lui la voglia di uccidere echeggia la famosa affermazione di un altro, il quale diceva: “Wenn ich Kultur höre, entsichere ich meinen Browning”, “quando sento la parola ‘cultura’ metto mano alla mia Browning” (ci saremo aspettati una Lüger, anche da un dandy poseurs come Joseph Goebbels…).
👏👏👏
Sì, temevo d’essere accostato a Goebbels. Non posso farci nulla, il dandy aveva ragione. Credo pure Stalin fosse d’accordo. Non posso farci nulla.
A proposito di intellettuali, anche Stalin era in buona compagnia…con Mao e con Pol Pot.
Caro Generale, diceva nel suo articolo:
– la parolaccia “intellettuali” mi induce a uccidere, che farci? –
Goebbels??!
Altro che non può farci nulla!!
La sua “deformazione professionale” la induce ad una terminologia ad alto impatto ma non si nasconda dietro a un filo d’erba: per lei “intellettuali” non significa “chi sa fa, chi non sa insegna” e, meglio ancora, “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”??!!
Dica la verità, suvvia! Lo dica che ho colto nel segno!
La fede del centurione…che gran cosa!
“La sua “deformazione professionale” la induce ad una terminologia ad alto impatto ma non si nasconda dietro a un filo d’erba”. Roboante frase a scoppio. Si applica anche al Salmo 109 (108) ed altri ?
G.Vigni
Mi ricordo di un altro incauto, un Galileo: vae vobis legisperitis………
G.Vigni
More solito: i sudditi sono programmati, egregiamente, a fare il contrario di quello che loro servirebbe, anche parzialmente. Avrebbero dovuto disertare i seggi politico amministrativi e frequentare quelli referendari. Amen, pardon, inshallah .
G.Vigni
La rivoluzione non la fa mai il popolo. Maria Antonietta non fu abbattuta da affamati di brioche ma da un potere transnazionale. La stessa resistenza fu tutt’altro che corale e incontrollabile, fu decisiva una coalizione multinazionale formidabilmente equipaggiata.
Il minimo per far pendere l’ago della bilancia sarebbe uno schieramento col popolo di forze dell’ordine ed esercito, che per ora non si vede.
Vorrei tornare sulla previsione del Generale riguardante la futura violenza verso i cattolici: sicuramente non si manifesterà in modo aperto, ma sarà scaglionata e camuffata da tutela della salute (no vax) o lotta a inesistenti nemici pubblici, da additare con l’aiuto di operazioni sotto falsa bandiera.
Né penso che colpirà un gran numero di battezzati: la maggior parte dei cattolici nominali, conniventi e ammanicati non se ne accorgerà neppure, anzi collaborerà col nemico.
la Verita’ di oggi: una famiglia su quattro non ce la fa a pagare le bollette. E loro li’, a discettare di “ghei praid”.
Non credo manchi molto al redde rationem…Dio ci aiuti.
Da un commento su fb che condivido in pieno:
Il caos dei seggi a Palermo (ma, pare, anche altrove), con alcune sezioni chiuse per la “diserzione” dei presidenti nominati, è la perfetta proiezione dell’agonia di questo Stato (che mai fu?) democratico. Vanno in scena le esequie, fate suonare il requiem.
P. S. Col voto elettronico non sarebbe successo è già stato detto?
Caro La Porta, buongiorno.
Mi sorprende che uno come Lei, convintissimo della validità indispensabile della civiltà cristiana stia ancora qui a lamentarsi della “fine della democrazia”, quando invece dovrebbe esserne contento, visto che la civiltà cristiana (dico civiltà e non democrazia cristiana) nulla ha a che con la democrazia. E già: o libero pensiero o civiltà cristiana, o Roma Pryde o Processioni con la Madonna, tanto per dirne una. Non si può tenere il piede su due staffe. Se poi Lei è un tollerante democratico, nulla avrà da ridire:
D’altra parte, non è la prima volta che Lei si abbandona ad espressioni piuttosto violente e radicalmente anti democratiche, come questa volta in cui afferma che la parola “intellettuali” la “induce ad uccidere”.
“Occorre uscire dalle nebbie maleodoranti emanate da un fetido simulacro di democrazia”?
Ma che dice?
Ancora non si è accorto che la democrazia è in se stessa un fetido simulacro? E i “referendum”? Non sono un mezzo di presa per il fondelli del popolo per dargli la guazza della “sovranità”? Ancora non si è accorto che il popolo non conta e non ha mai contato una mazza?
La dittatura del libero pensiero: questa è la democrazia di cui i campioni (con le pezze al culo) sono gli “americani”.
La “statua della libertà”: monumento al Caos.
Enrico,
assieme all’occhio sula Piramide capitozzata che sorveglia la ” felicità” dei suoi servi.
Sulla
Grazie. Sono stato poco chiaro e faccio ammenda.
Non ho trattato delle cause del non voto, pur confermando l’insensibilità assoluta verso le cabine di taluni miei paesani scannati. Un paio più anziani di me non vi mettono piede dal secolo scorso, dal famoso Muro crollato. Uno guarda il Quirinale, palazzo Chigi e Viminale, come si fa a dar loro torto?
Io volevo attirare l’attenzione sulla violenza montante. Questo a mio avviso il punto su cui soffermarsi ma ne sono interessato senza troppa enfasi. Non è un fenomeno da me/noi governabile.
Tutto cambia, oggi più rapidamente che mai.
Progresso e violenza sono i fattori di più forte momento, in apparenza. In realtà credo di più nell’armonia degli sforzi individuali e indipendenti; armonia diretta da una infallibile Bacchetta. La fratellanza del Bene e le separazioni del Male. Un referendum, in un senso o nell’altro, non basta a modificare queste forze.
Non capisco cosa abbia voluto comunicare l’autore dell’articolo.
Mi pare abbia parlato di tutto, ma quali sarebbero le conclusioni?