Arrendersi All’Evidenza, i Booster: ma Davvero Stiamo Aiutando i più Fragili?

7 Giugno 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Arrendersi All’Evidenza offre alla vostra attenzione questo articolo estremamente documentato e interessante sull’uso dei vaccini, e soprattutto sugli effetti che eventuali “richiami” possono causare. Buona lettura e diffusione.

§§§

 

MA DAVVERO STIAMO AIUTANDO I PIU’ FRAGILI? 
 
Che cosa hanno in comune un vaccinato e un non vaccinato che è risultato positivo al Covid?

Che hanno nel sangue la presenza di anticorpi neutralizzanti l’antigene, la proteina spike del virus.

I vaccinati (se non hanno preso anche il Covid) li hanno per aver prodotto la proteina spike tramite l’istruzione mRNA.

I non vaccinati che si sono contagiati, anche in modo asintomatico, li hanno attraverso la risposta immunitaria naturale.

Dopo due anni di diuturne disquisizioni, neppure l’OMS ha stabilito i livelli di anticorpi che garantiscono una protezione.

Non c’è un test sierologico che permetta di dire che una persona è protetta dal contagio perché ha un certo titolo anticorpale.

Gli anticorpi IgM sono quelli della prima risposta all’infezione (protezione a breve termine): il loro livello aumenta nelle primissime settimane e poi diminuisce quando subentrano gli anticorpi IgG (ce ne sono quattro sottoclassi e costituiscono circa i tre quarti delle immunoglobuline nel sangue) che aumentano pian piano per poi stabilizzarsi.

Le IgG mantengono la memoria dell’antigene.     

Le IgA sono circa un sesto delle immunoglobuline nel sangue, ma sono anche nella saliva e nelle altre mucose dove danno protezione dalle infezioni. La somministrazione del vaccino elude le mucose e quindi non sfrutta questo tipo di protezione che appartiene alla risposta immunitaria naturale.

Vediamo invece che cosa non hanno in comune i vaccinati e i non vaccinati.

Mentre chi si contagia con la variante virale circolante ha una risposta anticorpale aggiornata, i vaccinati hanno istruito il sistema immunitario con l’istruzione genica della spike della sola variante alfa.

In uno dei rari studi pubblicati in materia sono stati eseguiti prelievi sanguigni nel tempo comparando 100 persone vaccinate con due dosi di Pfizer o Moderna e 40 non vaccinati che si sono contagiati. 

Gli anticorpi neutralizzanti ricercati nei vari prelievi erano IgG per il recettore della proteina spike. Sono comunque state dosate anche le IgM e le IgA. Per evitare “rumore di fondo” ed escludere situazioni sperimentali inadatte, nei vaccinati sono state cercate anche le IgG anti-N che potessero far pensare a precedenti infezioni. 

I ricercatori hanno constatato che i vaccinati giungono in poche settimane ad avere nel sangue un titolo anticorpale IgM e IgA (però nel sangue e non sulle mucose) tre volte più elevato di quello di chi si contagia naturalmente. Non è detto che sia un bene avere così tanti anticorpi: significa piuttosto che la stimolazione promossa con l’inoculo è stata forte e diffusa (essendo noto che il vaccino non resta nel sito di iniezione, ma è rapidamente circolante anche dove il virus non sarebbe mai arrivato). Inoltre la specificità neutralizzante dell’anticorpo è limitata in caso di infezione con nuove varianti virali. 

Lo stesso studio ha altresì verificato che, mentre il non vaccinato sviluppa anticorpi IgA più duraturi (i cui valori ematici risultano ancora elevati dopo 5 mesi dal contatto con l’antigene), il vaccinato con due dosi vede crollare rapidamente i propri anticorpi, tanto che dopo 5 mesi essi possono diminuire fino a sei volte rispetto al valore iniziale.

Le IgA del non vaccinato durano di più e soprattutto stanno anche dove devono (sulle mucose esposte al virus).

Le IgA del vaccinato durano meno e sono più numerose nel sangue, invece di esserlo sulle mucose.

Non deve sorprendere se poi un vaccinato con tante IgG si contagia… mentre chi ha le IgA presenti nelle mucose salivari e nasali rimane protetto lungamente.

Chi ha presentato gli studi di efficacia sul vaccino ha “dimenticato” di enfatizzare il ruolo decisivo delle IgA, puntando sulla massiccia (esagerata?) produzione di IgG e IgM, peraltro poco duratura.

E’ ormai dimostrato che i livelli di anticorpi di un vaccino responsabile di effetti collaterali deleteri e veicolato da eccipienti non privi di criticità, lascia scoperto il vaccinato in tempi molto brevi, esponendolo al rischio di contrarre l’infezione ben prima di quanto garantiscano i lasciapassare verdi assegnati da burocrati appassionati al controllo sociale.

In aggiunta la variazione del virus spiega perché siano meno neutralizzanti gli anticorpi indotti dall’istruzione genica vaccinale che presenta al sistema immunitario l’antigene del corona virus primitivo (l’alfa Wuhan).  

La strategia vaccinale adottata, scientificamente parlando, è minata alle fondamenta da questi riscontri.           

A questa lunga premessa fa riscontro un articolo comparso sulla prestigiosa rivista The Lancet, ripreso dal Virology Journal volume 19 dal titolo “Adverse effects of Covid-19 vaccines and measures to prevent them”.

https://virologyj.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12985-022-01831-0

L’autore, K. Yamamoto, spiega che uno studio ha evidenziato come i doppiamente vaccinati dopo 8 mesi dalla seconda dose dispongono di un’immunità inferiore ai non vaccinati. L’EMA è arrivata a sconsigliare un eccesso di richiami (booster) che possono indebolire l’efficienza del sistema immunitario.

Interim public health considerations for the provision of additional COVID-19 vaccine doses

 

Interim public health considerations for the provision of additional COV…

This document aims to provide the target audience with interim public health considerations for the provision of…

 

La diminuzione dell’immunità è dovuta a diversi fattori che la stressano e la esauriscono: a) l’N1-metilpseudouridina presente nell’istruzione mRNA per sostituire l’uracile: essa attiva i linfociti T che mitigano la risposta immunitaria; poi b) l’eccesso di proteina spike circolante, che sappiamo persistere per circa 4 mesi dopo l’iniezione, raggiungendo tutti i distretti provocandovi fenomeni infiammatori; c) le nanoparticelle lipidiche che sono a loro volta altamente pro-infiammatorie e si accumulano nel fegato, la milza, ghiandole surrenali e ovaie; d) gli anticorpi generati innescano un meccanismo che attacca le cellule indotte a produrre le proteine spike che li generano; e) il fenomeno dell’ADE per attenuato effetto neutralizzante degli anticorpi; f) l’inadeguatezza provocata dalle varianti virali rispetto alle immunoglobuline presenti.

E’ stato osservato che le vaccinazioni favoriscono la riattivazione dei virus dell’herpes. Ma ogni potenziale minaccia, normalmente tenuta sotto controllo da un’immunità sana, può avere vita più facile a causa dell’immunodeficienza acquisita con questi vaccini sperimentali (mai sperimentati prima su ogni fascia di popolazione).

Morale: ulteriori booster andrebbero sconsigliati. 
I medici dovrebbero monitorare attentamente le date di vaccinazione e tenersele nella cartella clinica dei loro pazienti, come anche i vaccini antinfluenzali. Si tratta di valutare l’insorgere di infezioni, problemi vascolari o cardiaci, fenomeni di autoimmunità etc etc. Si tratta dal guardarsi dal prescrivere farmaci che abbattono difese immunitarie già indebolite (attenzione alla tachipirina!) o che comportano rischi di immunosoppressione (come il propofol… dato agli intubati!).

Prima di dire utile ed efficace un trattamento come questo vaccino, con queste premesse, ci vorrebbero ben altre cautele (e meno ideologia vaccinista). E’ tutto scritto nelle conclusioni dell’articolo tratto dal Virology Journal.     

In conclusione: la vaccinazione anti Covid-19 è un rischio di infezione per i malati già in condizioni critiche.

Stiamo veramente aiutando i fragili?      

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8 commenti

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Ora chi più dettagliatamente, chi meno, sa come stanno le cose.
    Ma in attesa di ricevere tali informazioni, mai pervenute dai mezzi ufficiali della comunicazione di massa, molti si sono sottoposti per senso civico, per paura, per non perdere il lavoro, per non essere discriminato all’attuale campagna vaccinale, spesso lasciandoci le penne.
    Che sono di sicuro più fortunati di quelli che hanno riportato infermità permanenti.

    Ma c’è un gruppo di persone, per grazia molti, tra i miei conoscenti, che si sono rifiutati subito di accettare questo trattamento sanitario, non appena sono venuti a conoscenza, e lo ritengo un grande miracolo segno di redenzione, che il siero brevettato col numero 060606 conteneva cellule di feti abortiti.

    A cosa poteva portare un farmaco costruito sull’ omicidio di innocenti se non alla catastrofe?

    NON UCCIDERE.

    I comandamenti di Dio salvano sempre chi ad essi si attiene.

    Sei grande Dio. Tu sia benedetto in eterno

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Grazie per questo articolo-conferma

  • Pavel ha detto:

    Lo studio evidenziato dall’ottimo Arrendersi all’Evidenza coincide con quello pubblicato “Nature” e segnalato, insieme ad altri studi, dal prof. Frajese in un convegno tenuto presso la Camera dei Deputati.
    Sono solo 10 minuti ma vale la pena ascoltarlo con attenzione:

    https://www.youtube.com/watch?v=wUh8ulZZdRQ

    Purtroppo i virostar se ne infischiano e già prospettano nuove vaccinazioni di massa per il prossimo autunno.
    https://it.notizie.yahoo.com/covid-crisanti-serve-vaccino-con-080636062.html

  • Paoletta ha detto:

    magari lo scopo di tutto non e’ aiutare i fragili ,ma farli fuori in modo da diminuire i costi ormai fuori controllo ed evitare il default del Paese.

    • Maria Giulia Scacchi ha detto:

      E’ proprio così!

      • miserere mei ha detto:

        Nella mente misericordiosa del nostro tempo l’aiuto è plurimo: renderti la vita fastidiosa e noiosa, ridurti i sostegni sociali, lasciarti solo, togliere senso al vivere e al soffrire, imbottirti di veleni mascherati di solidarietà, favorire l’eutanasia. Due cose non mancheranno: tanta retorica e l’ipocrisia dei buoni.

  • acido prussico ha detto:

    Sociologia di quelli che NON si arrendono all’evidenza.
    Chi NON si arrende all’evidenza o è cretino oppure è un omicida intenzionale.
    Alla prima categoria appartengono le amebe che “vogliono salvarsi” per continuare a fare una vita pressoché insignificante.
    Alla seconda i coscienti prezzolati spacciatori di notizie “emotive” e la genia degli uomini al potere (eletti o no dall’altra categoria).

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Molto interessante. Ottimo. Grazie