Il Vaticano Bombarda il Seminario di Tolone. Sospese (Perché?) le Ordinazioni.
3 Giugno 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante portare alla vostra attenzione questo commento di Le Salon Beige, che ringraziamo per la cortesia, relativo alla straordinaria misura imposta dai dicasteri romani al vescovo di Tolone. Sembra talvolta che a Roma (pensiamo al caso del seminario di Ciudad del Este, dove il vescovo – destituito da Bergoglio senza mai aver potuto parlare con lui – Rogelio Ricardo Livieres Plano, aveva una gran messe di seminaristi, nell’invidia dei colleghi. Analogie con la Francia? Vedete voi…Buona lettura.
§§§
Con stupore e sgomento ho letto il comunicato di Mons. Rey, vescovo di Tolone, che annunciava che Roma gli chiedeva di rinviare le ordinazioni previste per la fine di giugno. Questo comunicato è troppo laconico perché il lettore possa stabilire tutti i dettagli e, come semplice fedele, mi guarderei bene dall’entrare in una dolorosa polemica tra un vescovo e il Vaticano, di cui conosco solo una minima parte.
Ma posso dire chiaramente che questa notizia è catastrofica.
Prima di tutto per gli ordinandi. Bisogna essere davvero senza cuore per privare dei giovani, che si sono preparati per 6 o 7 anni, dell’ordinazione tanto attesa in modo così brusco e così vicino alla data fatidica – senza ovviamente offrire loro alcuna “alternativa”. Bisogna anche credere che la Chiesa in Francia possa permettersi di rifiutare nuovi sacerdoti. Le vocazioni vanno così bene nel nostro bel Paese, non è vero?
La notizia è calamitosa anche per l’ufficio episcopale stesso. Ancora una volta, vediamo che gli insegnamenti più chiari del Vaticano II vengono calpestati allegramente proprio da coloro che vogliono costringerci ad aderire alle dottrine nebbiose del “consiglio dei media”. Se il vescovo non ha la pienezza del sacerdozio per governare, insegnare e santificare nella sua diocesi, ci si chiede cosa abbia voluto dire la costituzione sulla Chiesa Lumen gentium! In questo caso, il fatto che alcuni confratelli – e persino alcuni apparati dei dicasteri romani – non abbiano apprezzato la “strategia” di evangelizzazione del vescovo Rey non legittima a privarlo della sua libertà e responsabilità apostolica. Abbiamo bisogno di vescovi liberi e coraggiosi, e da tutte le parti. Monsignor Rey è uno di loro e questo è senza dubbio uno dei motivi, forse addirittura il motivo principale, di questa dolorosa sanzione. Questo, ripetiamo ancora una volta, è il problema principale delle Conferenze episcopali: spingono per le mezze misure, per il minimo comune denominatore o, se si preferisce, per le insipide mozioni di un congresso radical-socialista. Ma le conferenze episcopali non fanno parte della struttura divinamente istituita della Chiesa, a differenza del papato o dell’episcopato. Dopo una tale sanzione, chi nell’episcopato oserà prendere decisioni coraggiose? Se tutte le teste che sporgono sono condannate ad essere tagliate, ci condanniamo alla tirannia della burocrazia clericale!
Ma c’è, se possibile, qualcosa di ancora peggiore. Mons. Rey è proprio il tipo di vescovo “tradizionalista”, che accoglie tutte le nuove comunità, dai carismatici ai tradizionalisti, compresa la comunità di Saint-Martin. È il pastore delle “forze vive” del cattolicesimo francese. E, ovviamente, i curatori della bancarotta della Chiesa di Francia trionferanno in occasione di questa “condanna”. Come ho già detto, le suddette “forze vive”, per quanto distanti tra loro in termini di liturgia, regole canoniche o “sensibilità”, sono collegate. Ciò che i modernisti odiano non è la tonaca o il latino, ma la Messa, la confessione, l’adorazione eucaristica, in una parola la fede ortodossa (essendo stato seminarista in un importante seminario francese, posso darne testimonianza personale). E così, leggendo il motu proprio Traditions Custodes, era ovvio che dopo i sacerdoti del Summorum Pontificum, gli sciacalli avrebbero attaccato la comunità di San Martino (come avevano attaccato quella di San Giovanni), poi quella dell’Emmanuele, e così via di seguito. Le iene dei media, ritenendo che il “lavoro” sia finito per i “tradis”, hanno già iniziato a denunciare la comunità di Saint-Martin come troppo “identitaria”. Temo molto che questa decisione di proibire a Mons. Rey di ordinare accelererà questa caccia alle streghe e quindi il crollo delle vocazioni e, più in generale, il crollo della Chiesa in Francia.
Infine, ma non meno importante, per noi laici: Il vescovo Rey ha parlato coraggiosamente in passato per difendere i principi non negoziabili. Anche questo deve essere stato imbarazzante (per alcuni dei suoi confratelli e per i politici). Ora, tutti percepiscono che la GPA e l’eutanasia sono nel menu del nuovo quinquennio di Macron. Per l’oligarchia libertaria, un buon vescovo è, se non un vescovo morto, almeno un vescovo tirapiedi. Questo non è certamente il caso del vescovo di Tolone. Non so se c’era qualche pressione politica affinché Roma lo mettesse a tacere. Questo è già successo nella storia. In ogni caso, è certo che la decisione romana ha inferto un duro colpo ai cattolici convinti e alla nostra capacità di condurre una lotta pro-vita efficace e coerente in questo contesto.
Tuttavia, nessuno deve farsi illusioni: questo non ci impedirà di lottare – e di esprimere tutta la nostra ammirazione per il notevole lavoro che è già stato fatto nella diocesi di Tolone. Tra l’altro, attendo con grande interesse il prossimo atteggiamento di alcuni di coloro che ora si rallegrano per la decisione romana: la lotta che la cultura della morte ci imporrà presto dovrebbe segnare in modo netto la linea di demarcazione con i falsi fratelli, mentre si vedrà senza dubbio che ci vuole ben altro per mettere a tacere un vescovo coraggioso come Mons. Rey!
Guillaume de Thieulloy
PS: Ancora una parola per dire che le accuse che sento per spiegare la decisione romana non reggono. Sembra che il vescovo Rey sia stato sanzionato perché la formazione nel suo seminario “pone problemi”. Ma allora tutti i seminari in Francia dovrebbero essere chiusi – praticamente nessuno di essi rispetta la ratio studiorum romana! Si dice anche che accoglie troppi sacerdoti e comunità straniere, ma questa è una presa in giro quando sappiamo che, nella maggior parte delle diocesi, una buona parte dei sacerdoti sotto i 65 anni proviene dall’Africa, dall’Asia o dal Sud America! Che ci siano cose da migliorare nel seminario o nella diocesi di Tolone, non c’è dubbio. Che il modo giusto per migliorare sia quello di rompere tutto è molto più discutibile…
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Tag: salon beige, seminario, tolone
Categoria: Generale
Per quanto riguarda l’argomento descritto, stamattina la bussola quotidiana, giornale estremamente serio ed equilibrato ma guarda caso totalmente inviso ai rosiconi estremisti, ha pubblicato questo condivisibilissimo articolo
https://lanuovabq.it/it/diocesi-troppo-vitale-scatta-la-scure-della-santa-sede
Da 5 giugno 2022 sarà operativa la Riforma della Curia Romana varata da Bergoglio.
Le Congregazioni si chiameranno “Dicasteri”.
I Maliziosi dicono che era meglio chiamarli “Dicasterili”.
ha ha ha…
Er Prussico ed il NUCCIO VIGLIETTI ci tengono su il morale. Ottimo servizio, grazie (vale pure per sotto)!
Dopo questa riuscita “battuta di caccia al cinghiale” (… et dum Bergoglio regnat), il successore di Pietro cum servis suis cesseranno di chiamarsi “Pescatori” o “Pastori”.
Il loro officium sarà quello di “Cacciatori”.
Su questo link è possibile leggere una dettagliata Esortazione-Vademecum di questo officium:
(https://www.wildschwein-sanglier.ch/pdf/bewegungsjagd_i.pdf)
Possiamo dire con certezza
che la rabbia ingiustificata
di questo principino degli
apostoli dopo aver colpito
i preti a breve colpirà i
fedeli che non se la
sentono di abbandonare il
Signore Gesù per abitare
la chiesa di bergoglio .
Penso che il Sommo
Pontefice Benedetto XVI ,
nel dimettersi ci abbia
insegnato la via , di come
sia preferibile ubbidire a
Dio piuttosto che agli
uomini ,come disse San Pietro ,pur restando
nell’ovile Santo , ricordando
sempre che la Chiesa non
è proprietà del pontefice e
che esso è un sovrintendente ,e che come
dice il Vangelo ,se percuoterà
i servi , al suo ritorno il
Signore Gesù lo punirà
severamente ,per usare
un eufemismo .
Abbiamo visto tutti la mala
parata di abortisti e lgtbq+ e finanza
complottista in vaticano ,
ma non ha ricevuto in
udienza né il Card. Zen né
il Card. Burke , che poco
tempo prima lo aveva
deriso perché come
novax aveva preso il covid.
Ricordiamo bene , come
nel cielo , gli angeli
apostati abbiano seguito
uno che non era Dio , e
per questo condannati per
l’idolatria
all’ inferno ,stiamo attenti
che non ci succeda lo
stesso seguendoli nell’
adorare una creatura
vendicativa e rancorosa
invece di Dio ,che è la
nostra felicità .
Cartesio, che nonostante le critiche , non può non essere annoverato fra i grandi maestri del pensiero, nel Discorso sul Metodo pone al primo punto di evitare la prevenzione e la precipitazione e di non dare per vero nulla che non sia provato essere vero.
Orbene, in tutto l’articolo e anche nel commento di Alessandro DS non mancano né prevenzione né precipitazione . Quello che appare essere vero si riassume in cinque punti:
-comunicato di Mons. Rey, vescovo di Tolone, che annunciava che Roma gli chiedeva di rinviare le ordinazioni previste per la fine di giugno.
-le conferenze episcopali non fanno parte della struttura divinamente istituita della Chiesa
-Mons. Rey è proprio il tipo di vescovo “tradizionalista”, che accoglie tutte le nuove comunità, dai carismatici ai tradizionalisti, compresa la comunità di Saint-Martin. È il pastore delle “forze vive” del cattolicesimo francese.
-Il vescovo Rey ha parlato coraggiosamente in passato per difendere i principi non negoziabili.
-è certo che la decisione romana ha inferto un duro colpo ai cattolici convinti e alla nostra capacità di condurre una lotta pro-vita efficace e coerente in questo contesto.
Sia l’autore dell’articolo sia Alessandro Ds affermano di aver avuto esperienze dirette in seminario. A detta loro sono state esperienze negative. E’ sufficiente questo per giustificare umanamente la presenza di pregiudizi nel discettare sul caso di Tolone.
Solo indagini serie e gli sviluppi della situazione (se ci saranno) potranno illuminarci su questo ennesimo episodio di maldestro governo della Chiesa da parte di coloro che oggi ne sono a capo.
Si, giusto. Infatti la Mia era solo un’ipotesi campata in aria, senza nessuna base a supporto. E’ Che per il modo Mel quale e’ stata illustrata la situazione sembra Che non sia il Vescovo ad essere stato messo in discussione, ma sembra piuttosto il seminario. Allora ho accampato delle ipotesi.
Ovviamente solo chi ha I verbali in mano conosce I veri motive.
Magari, magari, magari….Magari sarebbe utile e sacrosanto conoscere i veri motivi di tale decisione , motivi che, raramente e quasi mai, vengono rivelati!
Invece lei sa’ se il vero motive pup’ essere qualcosa di grave e serio, ma magari agli occhi di una persona buona e gentile come lei non salta subito all’occhio.
Il problema e’ il seminar io, non e’ il Vescovo. Probabilmente in questo seminario succedevano cose Che non andavano bene, e hanno deciso di bloccare tutto per un attimo.
Magari nel seminario I superiori o formatori si comportavano male, commettevano abusi di potere, abusi d’ufficio, facevano mobbing e vessazioni ai seminaristi Che non gli andavano a genio e facevano clientelismo e simonia con I seminaristi raccomandati. Consideri Che queste cose Che le ho elencato succedono in molti seminari purtroppo.
Io sto solo dando un alternative, un ipotesi, non dico Che sia cosi’, perche’ solo chi ha I verbali in mano conosce la verita’.
Ma a primo impatto sembra evidente Che il problema non e’ il Vescovo, ma e’ il seminario (di cui il Vescovo e’ responsabile).
Magari il Vescovo ha dato troppa fiducia e protetto formatori O superiori del seminario, anche dopo Che qualche ragazzo ha segnalato gli abusi di potere e le vessazioni O la simonia.
Il seminario in questione fosse stato come dice lei a Bergoglio sarebbe andato benissimo.
👍
A parte, Alessandro DS, le possibili altre cause che l’articolista, secondo te, evita di prendere in considerazione, però parla chiaramente di “libertà” dell’Ordinario diocesano, cioè il Vescovo successore degli Apostoli.
È chiaro che questa “libertà” è subordinata alla Verità, cioè al Potere della Verità, ma, le Chiavi della Verità, cioè il Depositum Fidei, sono state consegnate direttamente a Pietro da Cristo. Pertanto, diremmo, c’è una Verità che le fagocita tutte e per di più il Vescovo che La difende e custodisce è, in questo specifico campo della Fede e della Morale, “infallibile” per dogma.
Quindi cosa resta da capire? Il desiderio dell’eresia e/o dello scisma, proprio della libertà democratica, dove chi vince legifera, fa eseguire e giudica il popolo garantendo comunque, pena il fallimento del sistema, libertà di pensiero e di azione a tutti per una sempre possibile alternanza di vedute.
Dove stia quindi la Veritas Domini cristiana, cattolica ed apostolica è cosa da araba Fenice.