Obbligo Vaccinale. Memoria della Commissione Medico-Scientifica Indipendente alla Corte Costituzionale.

30 Maggio 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, mi sembra opportuno portare alla vostra attenzione due documenti di notevole importanza sulla questione dei cosiddetti “vaccini” e sull’obbligo vaccinale. Buona lettura.

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Memoria curata dalla CMSi per la Corte Costituzionale – 18 maggio 2022

18 maggio 2022

L’efficacia vaccinale a distanza di mesi dall’ultima dose declina fino all’aumento di infezioni rispetto ai non vaccinati.

La sorveglianza passiva comporta un’enorme sottostima delle reazioni avverse vaccinali, anche gravi.

Una memoria curata dalla Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi), inviata alla Corte Costituzionale dal Presidente di un Albo dei Medici Odontoiatri, presenta prove determinanti contro l’obbligo per questi trattamenti sanitari

Mentre una parte delle restrizioni antiCOVID-19 è stata alleggerita dal 1° aprile, restano alcune fortissime limitazioni, tra cui l’obbligo di vaccinazione per i sanitari, con sospensione dal posto di lavoro e dall’Ordine professionale per chi non vi si attiene.

Nel frattempo, il Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) per la Regione Siciliana (organo giurisdizionale di Regione Autonoma, di rango pari al Consiglio di Stato) a seguito di un ricorso ha sollevato la questione di legittimità costituzionale dell’obbligo di vaccinazione anti COVID-19 per il personale sanitario.

La CMSi, che ha fornito una parte delle argomentazioni scientifiche a sostegno della tesi del ricorrente, offre ulteriore supporto ai punti sollevati dal CGA della Regione Siciliana in una memoria, pubblicata sul sito www.cmsindipendente.it e qui allegata.

Tra i principali aspetti evidenziati nella memoria si cita:

  • La non sicurezza dei vaccini e la gravissima sottostima delle reazioni avverse, che deriva in pratica solo da segnalazioni spontanee/sorveglianza passiva, su cui si basano i dati di Eudravigilance (sistema europeo di farmacovigilanza dell’EMA, che raccoglie informazioni dalle farmacovigilanze nazionali). Per quanto pesantemente sottostimati, i dati della sorveglianza passiva hanno già fatto esprimere preoccupazione al CGA.

In realtà, confrontando le reazioni avverse per 100.000 dosi di questi vaccini dichiarate nel Rapporto annuale AIFA con quelle ai vaccini a mRNA pubblicate nei rapporti di v-safe dei Centers for Disease Control/CDC USA, che hanno invece impiegato sorveglianza attiva, le reazioni avverse nel Rapporto annuale AIFA 2021 risultano 640 volte meno. Quanto alle reazioni severe, per paradosso, la sottostima è ancora maggiore. La sottostima riportata nell’11° Rapporto AIFA, aggiornato al 26 marzo 2022, è ancora più grave, non solo rispetto a v-safe dei CDC USA, ma anche rispetto alla sorveglianza attiva attuata negli studi clinici randomizzati controllati che hanno portato alla registrazione di questi vaccini.

  • La protezione vaccinale dall’infezione, molto buona/buona trascorsi i primi 14 giorni dall’inoculo, però declina a distanza di mesi dalla 2a dose, fino ad azzerarsi e persino a invertirsi, nel senso che i soggetti completamente vaccinati diventano addirittura meno protetti dall’infezione rispetto ai non vaccinati. Tale paradossale evoluzione risulta accelerata con la variante Omicron, con i bambini e nei confronti degli asintomatici. il Dott. Alberto Donzelli, membro della CMSi, osserva: “La 3a dose fa risalire la protezione dall’infezione ai livelli iniziali, ma alcune ricerche mostrano che il declino successivo è persino più rapido, come ancor più rapido sembra quello che segue alla 4a dose o secondo booster”.

Inoltre, la serie dei dati inglesi di confronto in otto classi di età dei vaccinati con i non vaccinati (per 100.000) mostra che nella settimana 36 del 2021 i vaccinati con due dosi avevano nell’insieme meno infezioni (diagnosi di casi positivi) rispetto ai non vaccinati. In seguito, però, i tassi d’infezione nei vaccinati aumentavano, fino a superare nell’insieme quelli dei non vaccinati nella settimana 43. In un crescendo continuo, nella settimana 13 del 2022 i vaccinati con 3 dosi arrivavano a registrare nell’insieme 3,15 volte più infezioni dei non vaccinati. Limitando il confronto alle classi di età lavorative 18-69 anni (comprensive dei lavoratori della Sanità) i vaccinati con 3 dosi mostravano oltre 4 volte più infezioni dei non vaccinati, documentando la paradossale irrazionalità di un obbligo vaccinale per i sanitari, controproducente ai fini della “tutela degli assistiti”. A quel punto l’UK Health Security Agency ha interrotto le pubblicazioni della tabella che riportava la sequenza settimanale dei dati.

  • La CMSi ritiene pertanto che venga meno il primo requisito che aveva posto la Corte Costituzionale nella storica sentenza 258 del 1994 per legittimare un trattamento sanitario obbligatorio: “che sia efficacemente diretto a preservare anche lo stato di salute degli altri”. A medio e lungo termine, vaccinazioni ripetute sembrano persino controproducenti a tale scopo.
  • In base ai dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità, inoltre, “si rileva una preoccupante associazione delle campagne vaccinali nei confronti di bambini e adolescenti con successivi picchi di casi gravi di COVID-19, sia nei maschi che nelle femmine italiani” segnala il Dott. Eugenio Serravalle, pediatra membro della CMSi.
  • La pressione a favore della vaccinazione dei guariti (protezione ibrida) va vista nella prospettiva del beneficio aggiuntivo, minimo in valore assoluto. Una ricerca su oltre 5 milioni di Svedesi ha mostrato infatti che la protezione da infezione naturale si mantiene molto buona per almeno 20 mesi. Il valore aggiunto di vaccinazioni successive (follow-up di 9 mesi) si limita a 1 caso di infezione in meno ogni 767 individui vaccinati con 2 dosi (Svezia) od ogni 2.000 individui vaccinati con una dose (Israele). Quanti soggetti a rischio medio riterrebbero vantaggiosa la somministrazione di 1.500-2.000 dosi di vaccino per risparmiare un’infezione?

Nell’era di Omicron le reinfezioni, anche dei guariti e dei vaccinati, risultano più frequenti che con le precedenti varianti, ma le infezioni da Omicron sono comunque assai più miti, anche nei non vaccinati, e nei guariti danno di regola luogo a casi lievi, più benigni rispetto alla prima infezione.

  • Queste e altre importanti informazioni, contenute nella memoria indirizzata alla Corte Costituzionale, rafforzano in parallelo la richiesta della CMSi di un tavolo di confronto scientifico, che era stata avanzata al CTS già nel 2021. Oggi che il CTS è stato sciolto, resta comunque la richiesta di un confronto scientifico urgente, rivolta al Ministero della Salute e ai suoi organi tecnici, a partire dai Presidenti dell’Istituto Superiore di Sanità, del Consiglio Superiore di Sanità e dell’Agenzia Italiana del Farmaco.

Per la Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi):

Dott. Alberto Donzelli – specialista in Igiene e Medicina preventiva, in Scienza dell’Alimentazione, già membro Consiglio Superiore di Sanità, Presidente Fondazione Allineare Sanità e Salute

Prof. Marco Cosentino – Professore Ordinario di Farmacologia all’Università degli Studi dell’Insubria

Prof. Giovanni Frajese – specialista in Endocrinologia, Professore Associato all’Università di Roma, Foro italico

Dott.ssa Patrizia Gentilini – specialista in Oncologia e in Ematologia, Comitato scientifico Fondazione Allineare Sanità e Salute

Dott. Eugenio Serravalle – specialista in Pediatra e Presidente dell’Associazione Studi Scientifici e Informazioni sulla Salute

e

Dott. Sandro Sanvenero – Presidente Commissione Albo Odontoiatri di La Spezia, già componente del Comitato Centrale della FNOMCeO

 

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Ed ecco il secondo  documento:

Le vaccinazioni obbligatorie impongono trattamenti sanitari a soggetti sani. La sentenza n.282/2002) “la pratica dell’arte medica si fonda sulle acquisizioni scientifiche e sperimentali, in continua evoluzione” richiede una continua rivalutazione critica di tutti i dati via via pubblicati nelle maggiori riviste scientifiche mediche mondiali (e non era mai accaduto che fosse imposto un trattamento sanitario obbligatorio preventivo, qual è la vaccinazione, con un farmaco che ha ricevuto “solo” autorizzazione condizionata; cioè con fase 2 e 3 della sperimentazione clinica durata pochi mesi, anziché durare 5-7 anni (circa 2 anni per la fase 2, 3-5 anni per la fase 3) https://www.aifa.gov.it/sperimentazione-clinica-dei-farmaci).

La CGA ha già rilevato un possibile contrasto della L. 76/2021 con i principi stabiliti nelle sentenze della Consulta n.282/2002 e 151/2009, secondo cui “la regola di fondo in questa materia è costituita dalla autonomia e dalla responsabilità del medico che, sempre con il consenso del paziente, opera le scelte professionali basandosi sullo stato delle conoscenze a disposizione… Autonomia del medico nelle sue scelte professionali e obbligo di tener conto dello stato delle evidenze scientifiche e sperimentali, sotto la propria responsabilità…” Nel frattempo, però, nuovi dati pubblicati hanno modificato la materia.

Infatti, per le argomentazioni scientifiche che seguono, si ritiene non rispettata neanche la prima delle condizioni definite dalla Consulta per la compatibilità costituzionale dell’obbligo, cioè: “se il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri”. Le prove accumulate negli ultimi mesi portano a conclusioni diverse da quelle del CGA della Regione Siciliana (per altro, essendo vaccino sottoposto ad autorizzazione condizionata, è naturale che le conoscenze evolvano velocemente). Come si vedrà, nel medio termine “gli altri” sarebbero all’opposto meglio tutelati proprio senza vaccinazioni universali della popolazione

Il CGA dichiara che la consapevolezza oggi affermatasi è una “scarsa incidenza della vaccinazione nel contrastare la trasmissibilità del virus – tratta dalla constatazione che soggetti vaccinati sono in grado di infettarsi e di infettare”. Dunque, per confermare la “razionalità complessiva della campagna di vaccinazione”, il CGA la dichiara “concepita, certo, con l’obiettivo di una rarefazione dei contagi e della circolazione del virus, ma anche per evitare l’ingravescenza della patologia verso forme severe che necessitano di ricovero in ospedale, obiettivo tuttora conseguito dal sistema preventivo in atto, il quale si avvantaggia, proprio grazie alla maggiore estensione della platea dei vaccinati, di una minore pressione sulle strutture di ricovero e di terapia intensiva. 17.4. Tale ragionamento è condiviso dal Collegio…”.

Invece, proprio i principi cui si ispira il CGA negano la compatibilità con la prima condizione posta dalla Consulta, quando le prove di seguito esposte saranno compiutamente acquisite. Infatti:

1) In primo luogo, varie ricerche hanno documentato (aspetto spesso ignorato) che i vaccinati risultano per paradosso più contagiosi negli 8-14 giorni dopo alla vaccinazione. Importanti prove di ciò erano già state pubblicate sul BMJ fino dal marzo 2021. Il grafico di (Hunter PR e Brainard J,

2021, Fig. 2, Israele) documenta che il numero di casi positivi raddoppia circa dopo la 1a dose fino all’8° giorno, ritorna in seguito ai valori iniziali, per poi continuare la discesa.
Una ricerca in Qatar (Chemaitelly H et al, N Engl J Med 7-10-‘21) conferma una minor protezione antinfettiva (-5,3%; da -9,0 a -1,7%) nei 14 giorni seguenti l’inoculo:

2) Soprattutto, la protezione dall’infezione, buona dopo i primi 14 giorni, declina però rapidamente nei mesi, quasi azzerandosi 5 mesi dopo la 2a dose, fino persino a invertirsi, con i soggetti completamente vaccinati meno protetti dall’infezione rispetto ai non vaccinati. Ciò risultava già dalla citata pubblicazione sul New Engl J Med relativa al Qatar (-11,4% al 5° mese, -20,6% al 6°, – 43,4% al 7° Chemaitelly H et al, 7-10-‘21), che pure interessa una popolazione giovane, con miglior risposta immunitaria:

Una ricerca di coorte basata sui registri dell’intera popolazione svedese ha confrontato coppie appaiate di quasi 843 mila svedesi vaccinati con 2 dosi con altrettanti svedesi non vaccinati, rilevando i casi d’infezione sintomatica e di ricoveri/morte dal 12-1 al 4-10-2021, con follow- up totale fino a 9 mesi. L’efficacia pratica del vaccino Pfizer contro l’infezione sintomatica è svanita nel tempo, passando dal 92% nei giorni da 15 a 30 dopo la 2a dose fino alla perdita di efficacia significativa a partire dai 7 mesi. La perdita di protezione è stata importante anche con il vaccino Moderna, cui però è residuata una protezione ancora significativa, e anche la vaccinazione eterologa. Invece la protezione del vaccino AstraZeneca è svanita ancor più in fretta

rispetto a Pfizer, con efficacia pratica negativa dai 5 mesi: -19% (IC 95% da -97 a 28) rispetto ai non vaccinati.

La perdita d’efficacia è stata in generale maggiore nei maschi, e più rapida in vecchi, fragili e persone con patologie. Il grafico a lato riportato mostra l’effetto generale a 9 mesi, con una tendenza alla negativizzazione (cioè: più rischi ai limiti della significatività nei vaccinati rispetto ai non vaccinati).

Lo stesso, relativo al periodo di dominanza della variante Delta, emerge da una pubblicazione italiana dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), di cui si riportano risultati di rilievo nelle slide che seguono.

Come si vede, nell’arco di 8-9 mesi anche nella media della popolazione italiana di età 40-59 anni la protezione dei vaccinati con 2 dosi scendeva appena sopra al livello dei non vaccinati, e dai 60 anni in poi addirittura sotto a quel livello.

La pendenza della curva di discesa fa

pensare che il declino della risposta immunitaria sia destinato ad accentuarsi in seguito.

Un declino anche maggiore si è avuto nella popolazione ad alto rischio, con una discesa di un significativo -44% sotto al livello dei non vaccinati, a 8-9 mesi dalla 2a dose.

L’efficacia vaccinale declina ancor prima con la variante Omicron. Ad es. in Danimarca l’efficacia è un modesto 55% nel 1° mese dall’inoculo, a 3 mesi era vicina a zero, per precipitare a -76,5% tra i 3 e 5 mesi, confermando che nel tempo i vaccinati si contagiano più dei non vaccinati.

In Ontario (medRxiv preprint doi: https://doi.org/10.1101/2021.12.30.21268565) con Omicron, con 2 dosi di vaccino a mRNA la

protezione da infezione sintomatica rispetto ai non vaccinati, pur migliorata rispetto a un rapporto precedente degli stessi autori, è stata:

  • 36% dopo 7 giorni e fino a meno di 2 mesi
    • solo 12% tra 2 e meno di 4 mesi, e
    • circa nulla (1%) dai 6 mesi (ma quando il report aveva incluso anche i dati degli asintomatici, la protezione dopo pochi mesi dalla 2a dose era negativa rispetto ai non vaccinati).

Anche dati del Qatar pubblicati sul New England J Med documentano che la protezione da infezioni asintomatiche, pur suscettibili di trasmissione, diventa negativa dopo circa 6 mesi:

Un’enorme ricerca inglese, che non ha computato gli asintomatici, mostra che un richiamo riporta la protezione ai moderati livelli iniziali; ma già dopo pochi mesi è evidente un calo di protezione, sulla cui dinamica si tornerà esaminando i dati inglesi

pubblicati ogni settimana.

La protezione con Omicron e nei bambini di 5-11 anni declina ancor prima, come mostra una ricerca nello Stato di New York: dopo 45 giorni dalla 2a dose la protezione è già scesa a -41% sotto a quella dei non vaccinati.

Nei dati italiani riportati dall’ISS (https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/aggiornamenti) i bambini 5-11 anni vaccinati con 2 dosi nella settimana del 16 marzo si infettavano meno dei non vaccinati (-9%), ma nella successive sempre di più e in modo statisticamente significativo: +10%, +19, +21, +23, +25, +29, +33%.

Nella settimana 43/2021 (COVID-19 vaccine surveillance report – week 43 (publishing.service.gov.uk)) l’aumento di infezioni tra i vaccinati, distribuito in quasi tutte le classi d’età, è arrivato al sorpasso assoluto: +2,5%.

La negativizzazione dell’effetto è emersa con chiarezza anche dai dati ufficiali della Sanità pubblica Inglese, come sintetizzato nelle slide che seguono, che confrontano in ciascuna di 8 diverse classi di età 100.000 soggetti vaccinati con 2 dosi (e da metà gennaio 2022 con 3 dosi) e 100.000 non vaccinati. Nella settimana 36/2021 l’insieme dei vaccinati si infettava meno (-17%), ma vi è stata una continua progressione delle infezioni nei vaccinati rispetto ai non vaccinati.

Da quel momento è stato un crescendo che non si arresta.

Nella settimana 2 del 2022 l’eccesso di casi positivi tra i vaccinati è arrivato al 91%.

Nella settimana 3/2022 si è avuto un rallentamento, poiché l’UK Security Agency ha iniziato a limitare il confronto con i non vaccinati solo ai vaccinati con almeno 3a dose, ma ciò non ha invertito la tendenza a più infezioni tra i vaccinati, nei quali i casi positivi sono rimasti comunque in eccesso: +24%.

Nelle settimane successive è continuata la crescita di infezioni tra i vaccinati, con la seguente impressionante progressione: +32% +35%, +48%, +70%, +100%, +133%, +162%, +186%, +204%, +215% nella sett. 13; in seguito l’UK Health Security Agency ha scelto di non pubblicare più questa tabella.

Tra le ipotesi per spiegare l’inversione della protezione non pare sostenibile un “allentamento delle precauzioni per falso senso di sicurezza nei vaccinati”, anche perché non si capisce come mai tali “imprudenze” aumentano in modo smisurato nel corso dei mesi. Resta in campo l’ipotesi di un deterioramento del sistema immunitario (termine più appropriato rispetto a quelli di

anergia o paralisi immunitaria, che fanno pensare a qualcosa che non reagisce, sta fermo, non a qualcosa che peggiora in modo vistoso). Si tratta nel caso di capire se tale peggioramento sia reversibile cessando i richiami, oppure se sia persistente o persino progressivo. Che persista e sia progressivo, almeno nel medio termine, con importante incidenza negativa sullo stato di salute di chi è soggetto al trattamento, sembra purtroppo chiaro se si osserva in un’unica sequenza l’andamento in Inghilterra dei casi positivi “vaccinati vs non vaccinati” nelle settimane dalla 36/2021 alla 13/2022, già sopra esemplificato in modo più analitico:

L’immagine riportata a fianco per confronto mostra l’andamento per tutte le età dei vaccinati con tripla dose (linea rossa), che alla settimana 13/2022 è arrivato a superare di 3,15 volte i casi positivi segnalati tra i non vaccinati, e l’andamento relativo alle sole età lavorative (18-69 anni, linea marrone), in cui i casi positivi superano di almeno 4 volte quelli dei non vaccinati. Ciò mostra quanto sia paradossale l’obbligo vaccinale nei confronti dei sanitari, motivato da una presunta tutela degli assistiti. I dati reali mostrano invece che a distanza di mesi dall’ultima dose i vaccinati con almeno 3 dosi sono una fonte potenziale di infezione molto maggiore dei non vaccinati. Ciò mette per paradosso a maggior rischio proprio la platea di assistiti fragili che le leggi sull’obbligo si proponevano di proteggere. Le nuove acquisizioni scientifiche dovrebbero portare al superamento di un obbligo che appare ormai del tutto privo di supporto di evidence e di significato, in particolare proprio per categorie considerate a maggior rischio di trasmissione, e le strategie adottate sinora andrebbero decisamente modificate.

E comunque, per il principio di precauzione, si dovrebbe subito frenare la spinta a booster universali.

L’argomento che il vaccino comunque riduce la gravità della COVID-19 è reale, benché il beneficio sia inferiore a quanto narrato (la slide a fianco, da un articolo di Lancet, mostra che dopo 9 mesi dalla 2a dose o 3 mesi dalla 3a dose la protezione dai ricoveri non risulta già più significativa), e comunque transitorio (vedi le slide a pag. 8), ma:

  1. A) viene comunque meno il primo requisito costituzionale
    per la legittimità di un obbligo: la tutela degli altri; anzi
    l’argomento si rovescia nel suo opposto: nel medio
    termine gli altri sarebbero meglio tutelati proprio senza
    una vaccinazione universale della popolazione generale
    (la vaccinazione andrebbe invece riservata a chi ne ha da trarre un chiaro vantaggio personale)
    A’) quanto al vantaggio personale, nello stabilire un bilancio razionale tra benefici attesi e rischi va messo in conto che la pericolosità di Omicron si è molto ridotta rispetto a Delta, con in proporzione molti meno ricoveri, e comunque più brevi, accessi in terapia intensiva ridotti di molte volte, letalità ancor di più (sull’intera popolazione dell’Abruzzo la mortalità associata a COVID-19 è passata da 3% a 0,1% Acuti Mart-

ellucci C et al. Vaccines, 2022), mentre il carico di reazioni avverse vaccinali resta lo stesso, e si somma nei successivi inoculi (v-safe Team)

  1. B) Per paradosso, l’obbligo vaccinale dei sanitari è giustificato per legge (DL 44/21, convertito in L. 76/21; DL 52/21, convertito in L. 87/21) con la necessità di prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2”, ma l’argomento è infondato in base alle conoscenze scientifiche sopra documentate, poiché questi vaccini non prevengono l’infezione. Anzi, diventa persino

controproducente, perché nell’arco di alcuni mesi la protezione dall’infezione, buona all’inizio, poi

mediocre, poi nulla, arriva a negativizzarsi. Dunque:

i pazienti a rischio che accedono alle strutture sanitarie, lungi dall’essere meglio tutelati, sarebbero posti a maggior rischio proprio da sanitari vaccinati mesi addietro.

Per esemplificare in base a questo nuovo punto di vista, si pensi a un dentista. A differenza di altri medici, che di regola interagiscono con il paziente a una certa distanza e per un tempo limitato, può restare anche per un’ora a 30 centimetri dal volto di un paziente tenuto a bocca aperta. Sino ad oggi si è pensato alla vaccinazione dell’odontoiatra a tutela della platea dei suoi pazienti. Con le nuove conoscenze scientifiche sulla documentata progressiva perdita di protezione (accelerata dopo successivi richiami), fino al suo negativizzarsi, il non insistere con altri richiami si può vedere proprio nella prospettiva della tutela dei pazienti (fatto salvo l’uso di mascherine di protezione da parte del professionista), quanto meno sino a che il progresso delle conoscenze non avrà chiarito in modo definitivo la dinamica nel tempo della suscettibilità all’infezione.

La sequenza analizzata delle pubblicazioni settimanali inglesi mostra che anche dopo la 3a dose il rischio infettivo nel confronto con i non vaccinati procede inesorabilmente, e una 4a dose pare persino accelerare

la perdita di protezione.

  1. C) Lo stesso argomento usato per i sanitari vale in varia misura anche per le altre categorie oggi soggette all’obbligo.

Per chi ha superato l’infezione naturale, poi, il valore aggiunto della vaccinazione è minimo in assoluto e di dubbia durata (Nordstrom P, Lancet 2022), mentre il rapporto tra rischi e costi da una parte e i benefici attesi

dall’altra è del tutto a sfavore della vaccinazione.

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La seconda condizione della Corte Costituzionale perché una legge che imponga un trattamento sanitario sia compatibile con l’Art. 32 della Costituzione è:
se vi sia “la previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che per quelle sole conseguenze, che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiano normali di ogni intervento sanitario e, pertanto, tollerabili” (Sentenza n. 258/94).

Il CGA ha considerato i dati che emergono dalla banca dati europea (EudraVigilance), ritenendo che “la maggior parte degli effetti collaterali, elencati nel data base, evidenziano sintomi modesti e transitori”, ma che in “tale elencazione rientrano, evidentemente, anche patologie gravi, tali da compromettere, in alcuni casi irreversibilmente, lo stato di salute del soggetto vaccinato, cagionandone l’invalidità o, nei casi più sfortunati, il decesso. È, quindi, da dubitarsi che farmaci a carico dei quali si stiano raccogliendo segnalazioni su tali effetti collaterali soddisfino il parametro costituzionale sopra richiamato… il criterio posto dalla Corte costituzionale in tema di trattamento sanitario obbligatorio non pare lasciare spazio a una valutazione di tipo quantitativo, escludendosi la legittimità dell’imposizione di obbligo vaccinale mediante preparati i cui effetti sullo stato di salute dei vaccinati superino la soglia della normale tollerabilità, il che non pare lasciare spazio all’ammissione di eventi avversi gravi e fatali, purché pochi in rapporto alla popolazione vaccinata, criterio che, oltretutto, implicherebbe delicati profili etici (ad esempio, a chi spetti individuare la percentuale di cittadini “sacrificabili”).”

Condividendo il principio espresso dal CGA della Regione Siciliana, si segnala che il metodo della sorveglianza passiva (basato su segnalazioni spontanee) usato anche da EudraVigilance porta a una gravissima sottostima delle reazioni avverse realmente associate alle vaccinazioni. L’articolo “Il Rapporto annuale AIFA “sicurezza vaccini anti Covid” rileva sospette reazioni avverse centinaia di volte inferiori alla sorveglianza attiva CDC documenta ciò in modo certo, nel confronto con il programma v-safe dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) USA, una sorveglianza che l’AIFA stessa nel suo Rapporto annuale definisce per ben 10 volte come sorveglianza attiva (basata sul telefono cellulare del vaccinato, che riceve messaggi con invito a rispondere su possibili reazioni, quotidiani la prima settimana, poi settimanali fino a 5 settimane). Il confronto è impietoso: la sorveglianza passiva su cui si basa AIFA (salvo minime eccezioni non precisate) segnalava 109 sospette reazioni avverse x 100.000 dosi somministrate, mentre il sistema di sorveglianza attiva v-safe (table 5) riporta per i 2 vaccini a mRNA, x 100.000 dosi somministrate:

  • 600 reazioni avverse dopo la 1° dose e
  • 700 reazioni avverse dopo la 2° dose.
    Dunque il Report AIFA riporta ~640 volte meno segnalazioni di v-safe.
    Inoltre, la sottovalutazione delle reazioni gravi (severe), “con impatto sulla salute”, è ancor maggiore. Infatti, v-safe segnala l’11,9% di reazioni con impatto sulla salute dopo la 1a dose di un vaccino a mRNA e 32,1% dopo la 2a, per un totale del 44% di reazioni con impatto sulla salute per vaccinato con ciclo di base, cioè (44:2=) 22.000 reazioni severe x 100.000 dosi somministrate. Ciò significa che v-safe riporta ~1.250 volte più reazioni avverse severe rispetto al Rapporto AIFA.

[NB: oggi a queste si possono sommare le reazioni “con impatto sulla salute” rilevate da v-safe dopo la 3a dose: 23,6% se effettuate con richiamo del vaccino Moderna, 19,1% se con vaccino Pfizer, nel qual caso però le reazioni avverse che hanno richiesto assistenza medica sono aumentate di un significativo 50% rispetto a quanto riscontrato da v-safe dopo la 2a dose (email del 24-2-’22, disponibile a richiesta, del V-safe Team Co-lead COVID-19 Vaccine Task Force – CDC and Prevention)].

Ci si potrebbe chiedere se effetti avversi severi come quelli riscontrati in v-safe si siano rilevati anche nelle ricerche randomizzate controllate (RCT) di disegno valido, che hanno portato alla registrazione dei vaccini a mRNA. La risposta è , benché anche in quei casi a medici e popolazione siano state diffuse le conclusioni rassicuranti di abstract e comunicati stampa, senza verificare i dati delle reazioni avverse riportate nei supplementary materials. Come esempio si riportano quelle rilevate nel RCT del vaccino Moderna su adulti (pag. 26, Table S4).

O nel RCT del vaccino Moderna su adolescenti: il gruppo placebo (1.243 ragazzi) ha mostrato 4 casi di Covid-19 sintomatica (0,32% dei partecipanti), che si potrebbero considerare «8» nel fare un confronto con i vaccinati (2.489), di numerosità doppia. Tra i vaccinati con le due dosi, però, si sono manifestate (2.482+2.478=) 4.960 reazioni avverse locali, di cui (170+220=) 390 gravi (v. Table S2, pag. 17), tutte da attribuire al vaccino, senza eccezioni, in quanto nel gruppo di controllo placebo non si sarebbero manifestate reazioni locali se non si fosse fatto nulla, evitando di iniettare una soluzione salina, di cui oltretutto il partecipante ignorava il contenuto. Inoltre si sono verificate (1.701+2.134=) 3.835 reazioni avverse sistemiche, di cui (72+315=) 386 gravi da attribuire al vaccino, oltre a 3 reazioni di gravità tale da richiedere un ricovero (v. Table S2, pag. 18). L’immagine di una bilancia con questi dati rende meglio l’idea del bilancio tra benefici e reazioni avverse di tale vaccino. Non si nega certo che – sui grandi numeri – la Covid-19 comporti ricoveri ospedalieri negli adolescenti, ma, se ci si attiene alle

migliori prove (evidence), bisogna ammettere che i ricoveri dopo vaccinazione siano di più.

Dunque la rappresentazione della sicurezza dei vaccini a mRNA offerta dal Rapporto annuale AIFA è lontanissima dalla realtà, con una sottostima di centinaia di volte delle reazioni avverse associate a queste vaccinazioni. Il CGA ha dunque espresso un principio molto condivisibile, ma supportato da una fortissima sottostima delle reazioni avverse effettive.

Si auspica che la Corte Costituzionale vorrà tener conto ad abundantiam delle prove più complete derivanti da quanto riportato da un sistema di sorveglianza idoneo, anche tenuto conto che v-safe è un sistema di sorveglianza attiva istituzionale vigente negli USA, e che in Europa, e quanto meno in Italia, non è stato attivato alcunché di confrontabile.

Con qualche argomento supplementare, questi ragionamenti valgono anche per i soggetti ≥50 anni. Infatti, pur consapevoli che per la COVID-19, come per quasi tutte le altre patologie, i rischi di conseguenze gravi aumentano con l’età:
1 – l’obbligo, con sanzioni fino alla perdita della libertà di movimento, della socialità, del lavoro e della

possibilità di sostentare se stessi e la famiglia, non vige né è mai stato neppure considerato per altri fattori di rischio individuali (pure in grado di gravare sugli ospedali, occupando posti-letto, anche in terapie intensive) come: sedentarietà, fumo, alimentazione povera di fibra alimentare, di verdura e frutta fresca e secca oleosa,… benché a ciascuno dei citati fattori sia attribuita una mortalità annua a carico della popolazione italiana non inferiore a quella da Covid-19; anzi spesso si tratta di fattori di rischio sottesi e necessari a un decorso grave della COVID-19

2 – i possibili benefici da vaccinazioni andrebbero pesati rispetto ai possibili danni, non solo per la somma di reazioni avverse comuni, anche severe, da dosi ripetute, di cui si è detto, ma anche per il rischio di danni al sistema immunitario, passibili di gravi conseguenze nel corso degli anni, per chi è destinato già per effetto dell’età a divenire più vulnerabile alle infezioni (polmoniti, sepsi…)

  1. D) Anche le vaccinazioni COVID pediatriche, oggi molto incentivate dalle istituzioni, insieme alle rigide misure invocate per evitare infezioni nei bambini, andrebbero del tutto ripensate non solo nell’interesse dei minori, ma proprio a tutela delle famiglie, dei fragili e della comunità. Questo sia perché

l’effimera protezione post-vaccinale rischia rapidamente di trasformarsi in un maggior rischio infettivo (e di conseguente trasmissione), sia perché la protezione da infezione naturale risulta in tendenza superiore a quella vaccinale anche rispetto alla variante Omicron, come dimostrato in Qatar. La slide riprodotta mostra infatti che la protezione verso Omicron conferita da una pregressa infezione risulta in tendenza migliore (Efficacia pratica

61,9%) rispetto a quella da vaccinazione (55,9%).

  1. E) Inoltre nessuna reinfezione nei naturalmente immuni è progredita verso forme di Covid-19 critiche o fatali.
    F) A chi sostenesse che la “protezione ibrida”, da infezione naturale + vaccinazione, risulterebbe ancora migliore rispetto a quella da sola infezione naturale, si può rispondere con vari argomenti:

1 – anzitutto, e comunque, per avere una protezione ibrida bisogna lasciar acquisire anche un’infezione naturale …
2 – una reinfezione dopo un’immunizzazione naturale è di regola benigna, spesso asintomatica, e comunque più lieve della prima infezione

3 – la vaccinazione di soggetti naturalmente immuni darebbe in ogni caso solo una riduzione aggiuntiva di un evento (reinfezione in chi ha già superato un’infezione) molto piccola in termini assoluti, come già documentato da imponenti studi svedesi e israeliani già citati, ed è molto discutibile che ne valga la pena (per fare un esempio, imporre per una giornata 2 o 3 volte all’anno rigidi limiti di velocità urbani a 30 km/ora e a 80 km/ora in autostrada è probabile che ridurrebbe un poco gli incidenti, ma chi riterrebbe giustificato il disagio che ne deriverebbe?)

4 – la vaccinazione di soggetti con immunità naturale si associa a reazioni avverse più intense (Menni C, Lancet Infect Dis, 2021) e potenzialmente severe (Mathioudakis A, Life, 2021)
5 – dato che per la maggioranza delle persone l’infezione da Omicron comporta solo un mal di gola, senza compromissione polmonare, e in cambio aggiorna nel tempo la protezione immunitaria, non è detto che sia vantaggioso ridurre ulteriormente il rischio di nuova infezione vaccinando i naturalmente immuni, salvo che per soggetti fragili a rischio di evoluzione severa di nuove infezioni.

Conclusione

Si auspica che, quando la Corte Costituzionale esaminerà l’ordinanza di rinvio in questione, rilevi la non costituzionalità dell’obbligo vaccinale non solo per i validi argomenti sollevati dal CGA della Regione Siciliana e qui arricchiti, ma anche per la non compatibilità con la prima delle condizioni poste nella sentenza n. 258/1994 della Corte Costituzionale stessa, perché il trattamento non è efficacemente diretto anche a preservare lo stato di salute degli altri”, anzi nel medio periodo rischia di risultare controproducente a tale scopo.

Dott. Sandro Sanvenero

Dott. Alberto Donzelli Prof. Vanni Frajese Dott.ssa Patrizia Gentilini Dott. Eugenio Serravalle

 

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5 commenti

  • Slave of JMJ ha detto:

    Praise be to Jesus! Every country is different, but in the United States people simply just kept ignoring the vaccination laws and it went away. I know they tried to force everyone to get vaccinated in WA state, and the symphony orchestras; even outdoor laborers, but within the last few months all those threats, mask mandates, and fake-laws suddenly disappeared. There’s still signs that say “masks recommended” or even “required” but people stopped listening and do not care. For example you can ride the bus without a mask and the sign still says “masks required” but almost no one wears a mask, and almost everyone has gotten COVID and people stopped caring about the virus. People simply just ignored these laws, and it went away. I’m no expert on this, but maybe people in Italy can do similar? Sometimes it works and sometimes it doesn’t! Australia and China are getting hit very hard with these fake-laws. Mass and rosary! Prayer and sacrifice is our best defense. I will also pray for this intention: the salvation of Italy. PS Do NOT get the vaccine! It is bad; very bad!

  • giovanni ha detto:

    Ho visto il video dell’audizione presso la camera dei deputati del Prof. Frajese. Un documento agghiacciante che rileva non gia’ la frettolosita’ nel confezionare il ”vaccino ” sotto la spinta del covid, ma piuttosto la volonta’, in piena scienza e coscienza, di procurare danni financo alla morte. Un riverente inchino a tutti coloro che stanno faticosamente e al prezzo di sacrifici personali enormi, cominciando da Lei Dott. Tosatti, cercando di mostrare la verita’ , resistendo ad ogni tipo di brutale pressione da parte dei cd difensori dei diritti. Una labile barzelletta a cui ancora in molti ancora credono, nonostante tutto, in questo disastrato paese. Un paese simile ha sempre avuto bisogno di eroi, anche nel passato, eroi come Voi. Grazie.

  • Carlo Delfino AGOSTO ha detto:

    A.M. Grazie di cuore ( COME SEMPRE!!!!) carissimo MARCO per quanto comunichi.. Le tue pubblicazioni sono di valote eccezionale e TUTTI dovrebbero esserne GRATISSIMI ! Che il Signore ti benedica sempre e in ogni tua iniziativa

    Con gatitudine

    Carlo D.Agosto

  • Nicola ha detto:

    Goduria. Goduria. Goduria . Godo. Godo Godo.m7 miliardi di dosi MNRA di Pfizer non utilizzate nel mondo. Libidine….E loro rosicano….

    https://www.maurizioblondet.it/ammissioni-di-un-insuccesso/

  • Adriana 1 ha detto:

    In un popolo ” sveglio” basterebbe questo documento a procurare una forte ribellione o, almeno, indignazione.
    Dimenticavo…non è un popolo, è ” un volgo disperso che nome non ha ” ,o che prende a prestito – a seconda dei tempi- il nome di una qualsiasi squadra di calcio o squadra di altro…)