Scenari Economici. Zelensky e i “Panama Papers”: la Scarsa Memoria dei Giornali…
25 Maggio 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante portare alla vostra attenzione questo articolo di Scenari Economici, che ringraziamo per la cortesia, e che certamente non troverete nei giornali di regime né – tantomeno – sulle televisioni di propaganda. Buona lettura.
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Ringraziamo C.A. Mauceri per questo pezzo. Dato che si parla, giustamente, spesso delle malefatte dei vertici russi, ricordiamo qualcosa anche di ciò che ha fatto l’altra parte. Perché non c’è bisogno di tifosi, ma di persone informate
L’attenzione di tutti ormai è rivolta solo sul conflitto tra Russia e Ucraina (dopo che a vantare il titolo di “notizia del giorno” è stata la pandemia – ora non se ne parla quasi più – come se tutto fosse finito). Diciamolo subito: attaccare uno stato sovrano, iniziare una guerra non è MAI la scelta giusta. Se non altro perché, come insegna la storia, a pagare il prezzo più alto delle guerre non sono mai i leader, i piani alti del potere: sono sempre i più deboli. Da una parte e dall’altra.
I “capi”, i cosiddetti “leader”, quasi mai pagano per le loro colpe. Al massimo escono di scena e vanno a cullarsi in qualche paradiso fiscale con i soldi che hanno accumulato in modi non sempre chiari e trasparenti.
Tutte le guerre sono accompagnate da valanghe di falsità diffuse sui media e da verità taciute. La guerra in corso in Ucraina non è diversa. Ogni giorno i media riversano in rete fiumi di immagini della guerra a senso unico. Da parte dei media e dei governi è ferma la condanna del leader russo Putin (lo ripetiamo: attaccare un altro paese e iniziare una guerra è sempre una scelta sbagliata). Dall’altro lato, però, osannare in modo stucchevole e ripetitivo il presidente ucraino Zelensky in primo piano dovunque e dappertutto potrebbe non bastare più. Dopo oltre due mesi di conflitti, però, pare che la sua maglietta verde e le sue continue richieste di armi e soldi (e i suoi rifiuti di qualsiasi accordo) abbiano un stancato il pubblico. E allora, ecco scendere in campo la moglie. Presentata dai giornali come una santa, come la “prima donna” vittima della guerra.
Eppure su di lei ci sarebbe tanto da dire. Di lei i giornali avevano già parlato. E non durante la guerra: prima.
Alcuni anni fa, Pandora Papers, un’inchiesta giornalistica condotta da centinaia di giornalisti investigativi in centinaia di paesi del mondo (in Italia, collaborò il gruppo l’Espresso/Repubblica) fece emergere la prassi diffusa di personaggi famosi di portare i propri soldi in paradisi fiscali. Tra i politici di primissimo piano coinvolti c’era anche il nome del presidente ucraino Zelensky. Alcuni documenti dimostrerebbero che Zelensky (e i suoi amici della società di produzione televisiva, Kvartal 95), già nel 2012, avrebbero utilizzato una rete di società offshore con sede nelle Isole Vergini britanniche, a Cipro e in Belize. A ricoprire un ruolo chiave in tutta quella sporca vicenda proprio la moglie del leader ucraino. Al centro delle indagini dei giornalisti, una società, la Maltex, divisa equamente tra società di comodo riconducibili a Zelensky e a persone a lui vicine. Secondo i giornalisti investigativi, Zelensky, insieme alla moglie (la stessa che ora viene presentata come la prima vittima innocente del conflitto in Ucraina), possedeva un quarto di Maltex attraverso una società registrata in Belize chiamata Film Heritage. Nel 2019, nel pieno della campagna elettorale di Zelensky, Film Heritage trasferì la proprietà di Maltex a un’altra società, di proprietà di Serhiy Shefir, futuro assistente capo del futuro presidente ucraino. I documenti di trasferimento, preparati da un avvocato, Iurii Azarov, pare prevedessero che Maltex avrebbe continuato a pagare dividendi alla Film Heritage anche se non possedeva più alcuna partecipazione nella società (?). Dal 2019, secondo il registro online delle dichiarazioni patrimoniali dei funzionari, la moglie di Zelensky, Olena Zelenska, è l’unica titolare effettiva di Film Heritage, il che significa che tutti i pagamenti successivi sarebbero andati a lei. Alla persona che ora viene riportata affranta sulle prime pagine dei giornali per non aver visto il proprio marito per due mesi se non in video conferenza (in pratica, che fanno tutte le mogli i cui mariti imbarcati su navi commerciali o da crociera o al lavoro sulle piattaforme o all’estero mandare un pezzo di pane a casa).
Stranamente, di tutto questo, i giornali che hanno pubblicato le foto della first lady ucraina distrutta e dispiaciuta non hanno parlato. Così come non hanno detto che Zelensky avrebbe dimenticato di menzionare la Maltex nelle sue dichiarazioni patrimoniali pubbliche, inclusa quella presentata per il 2018, quando possedeva ancora il 25% della società. I documenti nei Pandora Papers contengono dettagli che combaciano con accuse più ampie di macchinazioni offshore mosse contro Zelensky e i suoi partner durante le elezioni del 2019. Ma anche di questo nessuno pare voler parlare quando citano l’ “eroe” ucraino.
Durante quella campagna elettorale (in tempi ben lontani dall’invasione da parte della Russia), un membro del Parlamento ucraino della fazione opposta a quella di Zelensky, accusò lui e i suoi partner di essere beneficiari di una rete offshore di società che hanno ricevuto $41 milioni di pagamenti provenienti da Privatbank, l’istituto finanziario ucraino che l’oligarca Kolomoisky avrebbe saccheggiato. Lo fece presentando un grafico (finito anche su Facebook) che mostra la complessa rete di transazioni tra strati di società con sede in paradisi offshore tra cui BVI, Cipro e Belize. Il grafico mostrava che il denaro scorreva dalla banca attraverso una serie di apparenti entità di copertura a società che si presume fossero di proprietà di Zelensky. La conferma che questa era la verità venne ancora dai Pandora Papers: almeno 10 delle società che avrebbero ricevuto il denaro sarebbero appartenute a Zelensky e ai suoi partner.
Nel 2019, per mostrare di essere “pulito”, Zelensky nominò procuratore del paese Ruslan Ryaboshapka. Fu rimosso dall’incarico all’inizio del 2020 dopo aver dichiarato all’OCCRP che “un presidente non dovrebbe possedere società offshore. In generale, le società offshore sono cattive, indipendentemente dal fatto che siano di proprietà di un presidente o meno”. Secondo Ryaboshapka, il trasferimento di denaro offshore “una vecchia tradizione” in Ucraina, perché il paese era percepito come un luogo pericoloso senza “stato di diritto”. Tuttavia, l’uso di tali società oggi solleva bandiere rosse di “evasione fiscale o legalizzazione del denaro sporco”.
Secondo Forbes, l’affranta Olena Zelenska e il marito avrebbero un conto bancario con circa 2 milioni di dollari (tra contanti e titoli di stato), auto e gioielli per un milione, e immobili che, sempre secondo Forbes, varrebbe circa 4 milioni di dollari. Non male per chi governa uno dei paesi più poveri d’Europa e del mondo. Secondo quanto riportato, a febbraio 2021 (vale a dire prima della guerra), dalla vicepresidente della Verkhovna Rada, Elena Kondratyuk, il livello di povertà in Ucraina era circa il 50%: erano circa 19 milioni i poveri. Già nel 2019, il rapporto annuale di Bloomberg metteva l’Ucraina era nella classifica delle prime 10 economie “più misere” del mondo, sulla base della disoccupazione e dell’inflazione. 8 pensionati su 10 vivevano al di sotto della soglia di povertà molti ucraini dovevano lottare per sopravvivere:un pensionato con una pensione equivalente a circa trenta euro al mese doveva spenderne un terzo per comprare il pane. Anche l’ex ministro dell’Economia ucraino Viktor Suslov aveva dichiarato che 9 cittadini su 10 rischiano nel futuro di andare sotto la soglia di povertà: “…L’Ucraina è sull’orlo di una grave crisi socio-politica a causa dell’impoverimento della sua popolazione…Una grave crisi ci attende. Colpirà non solo il settore finanziario, ma anche quello socio-politico… Ciò è causato dall’impoverimento della popolazione. Abbiamo il 90% della popolazione, che sarà presto al di sotto della soglia di povertà, e avremo il 10% di persone abbastanza ricche…Affronteremo una grave crisi socio-politica e ci sarà un’ulteriore crisi di stratificazione sociale” .
Ma tutto questo non riguardava il presidente e la gentile consorte. Quella che ora alcuni media presentano affranta e dispiaciuta, nascosta nella residenza di lusso in cui si è rifugiata.
Visto che la possibilità di far entrare l’Ucraina tra i paesi NATO, alcuni hanno pensato come soluzione alternativa di annetterla rapidamente all’Unione Europea. Ancora una volta una forzatura che non terrebbe conto dei fatti reali: non più tardi di settembre dello scorso anno, la Corte dei conti dell’UE ha pubblicato un documento nel quale affermava che “la grande corruzione e la cattura dello Stato”sono ancora diffuse in Ucraina.Press Release SR Grand corruption Ukraine (europa.eu)E che “di fatto, gli aiuti dell’UE avevano portato solo pochi risultati”. In tutti in settori. Anche dal punto di vista giudiziario dove “il sostegno dell’UE alla riforma giudiziaria non ha prodotto risultati sufficienti” e “i progetti dell’UE e l’assistenza allo sviluppo delle capacità hanno contribuito a riformulare la Costituzione ucraina”, “ma questi risultati sono costantemente a rischio, con numerosi tentativi di bypassare leggi e annacquare le riforme”. Un sistema dove la corruzione impera: “Le principali istituzioni anticorruzione che l’UE ha contribuito a creare stanno ancora lottando per far sentire la loro presenza”. Anzi, secondo la Corte dei Conti europea, lo stesso Ufficio nazionale anticorruzione “è costantemente minacciato”. In pochi mesi tutti questi giudizi, tutti questi fatti (e misfatti) sono finiti nel dimenticatoio.
Viene da domandarsi se, invece di chiedere “armi e armi e armi” (come ha fatto un delegato del governo alla Nato) e fare apparizioni in tutti gli eventi mediatici del pianeta, per i leader ucraini non sarebbe stato meglio chiedere pane per le decine di milioni di concittadini che muoiono di fame.
C.Alessandro Mauceri
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Tag: panama papers, scenari economic, zelensky
Categoria: Generale
Mi impressionano molto negativamente coloro che, sia in tempo di pace sia in tempo di guerra, dichiarano di preferire Paesi diversi da quelli in cui sono cresciuti.
Chi non ama la patria, non ama nessuno.
La patria é il luogo del cuore, dove stanno i sepolcri degli antenati, dove l’aria, il mare, le valli e i monti , persino gli animali, parlano la stessa lingua degli umani.
La patria é il luogo dove i poeti esprimono bene ciò che a te non riesce, pur guardando le stesse cose che tu guardi e provando le stesse emozioni che provi tu; dove i santi rendono venerabili i sentieri che percorri ogni giorno e te li fanno preziosi, scale d’oro per salire al Cielo…
La patria è il luogo dove desideri tornare dopo viaggi tempestosi…
Che significa voler migrare in Europa perché ” l’Europa è l Europa e la Russia é Siberia” se non avere un’idea commerciale, volgare, delle patrie?
Forse è vero che l’Ucraina è una nazione artificiale?
Costoro sono nomadi irreversibili. Pericolosi, perché non hanno rispetto per niente e per nessuno.
Consumano, sporcano e volano via, come le Arpie di virgiliana memoria.
Mi perdoni il Signore, ma non ho simpatia per gente simile.
Lo scoppio della guerra russo ucraina ha portato alla ribalta la finora sconosciuta Finlandia ed i suoi governanti.
Innanzitutto il buon Gennaro Sangiuliano ha sguinzagliato le troupe del suo telegiornale in quel meraviglioso paese noto fino a quel momento solo per le renne di babbo natale. E ci è stato detto che , con un vicino così ingombrante come la Russia, bisogna essere indipendenti dal punto di vista energetico. Ci hanno mostrato con orgoglio le loro centrali nucleari e hanno ridimensionato il problema delle scorie che i nostri sinistresi hanno costantemente esagerato negli ultimi decenni.
Successivamente è intervenuto nei nostri talk show un personaggio estremamente interessante, tal Alexander Staubb se ho capito bene, che , a quanto pare, sta lavorando come insegnante in una di quelle prestigiose università internazionali ubicate nei dintorni di Firenze. Ma che nelle sue precedenti cariche fu ministro di vari dicasteri nonché primo ministro di Finlandia. Chiarissimo nei suoi interventi tradotti dal solerte interprete simultaneo ma col sorriso sul volto perché forse, abitando a firenze qualcosa di italiano lo mastica. In un primo tempo ha cercato di spiegarci la necessità della neutralità con un vicino così ingombrante come la Russia, successivamente ci ha illustrato le potenzialità dell’esercito finlandese con tanto di cacciabombardieri sempre per lo stesso motivo.
Insomma una filosofia di vita ben diversa dal totale disarmo sia materiale che spirituale della nostra italietta.
Insegnerebbe il nostro a firenze se avesse capitali nascosti nei paradisi fiscali ?
Se già dal 2019 Bloomberg metteva l’Ucraina nella top ten delle economie più miserabili del mondo, come mai i suoi cittadini sono “tutti per Zelensky”? Non si sono accorti della miseria in cui vivono? E’ il caso di dire che hanno esattamente ciò che si meritano? Qualcuno potrebbe dire: “E allora voi in Italia? Vi meritate Draghi!”…In effetti…
Effettivamente a leggere le statistiche ci si immagine un’Ucraina ben diversa da quanto si è visto in televisione e che gli eserciti combattenti stanno cercando di trasformare in un mare di rovine. Bei palazzi (colpiti dalle bombe) macchine occidentali spesso diventate solo lamiere contorte, viali alberati, chiese e conventi ovunque, centrali nucleari che indicano un avanzato stato tecnologico.
Città come Kiev e Karkov con splendide metropolitane..
E non vi dice nulla il fatto che i soldati russi si siano abbandonati al saccheggio forse per uno stile di vita probabilmente inferiore ?
Per gli ucraini il divario tra il loro stile di vita e quello dei russi confinanti è probabilmente molto chiaro. Interrogate dai solerti giornalisti dei motivi per cui scegliessero di fuggire verso la Polonia e gli altri stati europei delle donne ucraine risposero così : “l’Europa è europa, mentre la Russia è Siberia !”
Più chiaro di così !
Banalmente : guerra è sinonimo di distruzione e morte.
Quindi la cosa giusta da fare è fare in modo che termini il più presto possibile.
Ma i 3 capi di stato in lotta sembra siano convinti del contrario.
Ragion per cui bisogna cercare di pregare il Signore affinché allontani tutti e tre gli pseudo statisti dal potere.
No a Biden
No a Putin
No a Zelensky.
”Diciamolo subito: attaccare uno stato sovrano, iniziare una guerra non è MAI la scelta giusta. Se non altro perché, come insegna la storia, a pagare il prezzo più alto delle guerre non sono mai i leader, i piani alti del potere: sono sempre i più deboli.”
Essì, ”è un mondo difficile” cantava Tonino Carotone or sono già più di vent’anni (come passa veloce il tempo! – altra ovvietà).