Edmund Mazza. Il Tentativo di Dimissioni di Ratzinger: Lettera Aperta ad Andrea Cionci.
23 Maggio 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo dal dott. Edmund Mazza questa lettera aperta diretta ad Andrea Cionci, in risposta all’articolo che trovate a questo collegamento. Buona lettura.
§§§
Il tentativo di dimissioni di Ratzinger: Lettera aperta ad Andrea Cionci
L’11 maggio il giornalista e blogger italiano Andrea Cionci ha indirizzato una lettera aperta a me e ad Ann Barnhardt, dissentendo pubblicamente dalla nostra posizione secondo cui Papa Benedetto ha probabilmente commesso un errore sostanziale nella sua rinuncia del 2013, invalidandola così secondo il Canone 188 (e il Canone 332.2). Cionci ci ha invitato a esaminare la sua ricerca e ad adottare il suo punto di vista. Cionci, tuttavia, non ha affrontato nessuno dei miei argomenti, ma si è limitato a presentare i suoi. Egli sostiene che Benedetto non intendeva rinunciare a nulla, ma creare una sede impedita. Sostiene inoltre che Benedetto sta parlando con messaggi in codice per “coloro che hanno orecchie per sentire”.
Poiché sia San Paolo che San Tommaso insegnano in modo evidente che la correzione fraterna è un atto di carità verso il prossimo, spero che il signor Cionci accetti questa risposta pubblica con lo spirito con cui viene offerta. Nel dire questo, non pretendo di essere un “saputello”. Potrei sbagliarmi sull’invalidità delle dimissioni di Benedetto. Ho sempre sostenuto che sto solo presentando un’ipotesi.
Detto questo, a mio parere, le prove sono insormontabili che Papa Benedetto intendeva rinunciare a qualcosa. (Specialisti e non specialisti possono divergere su cosa fosse questo qualcosa e se sia riuscito nel suo intento agli occhi di Dio). )
Passiamo alle prove, iniziando dalla sua stessa testimonianza a Peter Seewald nel suo libro del 2016, Last Testament: In His Own Words:
Seewald: Lei dice di aver chiesto consiglio per la sua decisione. In effetti, con il suo capo ultimo. Come è andata?
Papa Benedetto: Dovete esporre tutti i vostri affari davanti a Lui nel modo più chiaro possibile e cercare di non vedere tutto solo in termini di efficienza o di altri criteri di rassegnazione, ma di guardarlo dalla fede. È proprio in questa prospettiva che mi sono convinto che la commissione di Pietro esigeva da me decisioni concrete, approfondimenti, ma poi, quando non mi era più possibile per il prossimo futuro, che il Signore non voleva più che lo facessi e mi liberava, per così dire, dal peso. Ho potuto dare le dimissioni perché la calma era tornata in questa situazione. Non si trattava di ritirarsi sotto pressione o di sentire che le cose non potevano essere affrontate.[1]
O ancora, Benedetto parla delle sue dimissioni nel contesto del ritiro curiale avvenuto dopo la consegna della sua Declaratio:
Papa Benedetto: … i ritiri sono luoghi di silenzio, di ascolto, di preghiera. Naturalmente faceva parte dell’intero piano delle dimissioni il fatto che fossero seguite da una settimana di silenzio, in cui tutti potessero elaborarle interiormente, o almeno i vescovi, i cardinali e il personale della Curia.
Seewald: Si è mai pentito delle dimissioni, anche solo per un minuto?
Papa Benedetto: No! No, no. Ogni giorno vedo che era giusto.
Perché Benedetto parla ripetutamente di dimissioni se questa non era la sua intenzione?
Poi abbiamo la sua testimonianza dell’ultima udienza generale del 27 febbraio 2013:
In questi ultimi mesi ho sentito le mie energie diminuire, e ho chiesto insistentemente a Dio nella preghiera di concedermi la sua luce e di aiutarmi a prendere la decisione giusta, non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo con piena consapevolezza della sua gravità e anche della sua novità, ma con profonda serenità interiore…
Permettetemi di tornare ancora una volta al 19 aprile 2005. La vera gravità della decisione era dovuta anche al fatto che da quel momento in poi ero impegnato sempre e per sempre dal Signore. Sempre – chi accetta il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e completamente a tutti, a tutta la Chiesa…
Il “sempre” è anche un “per sempre”: non c’è più un ritorno al privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, riunioni, ricevimenti, conferenze, ecc. Non abbandono la croce, ma rimango in modo nuovo con il Signore crocifisso. Non porto più il potere dell’ufficio [petrino] per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera rimango, per così dire, nel recinto di San Pietro. San Benedetto, di cui porto il nome come Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via di una vita che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio.[2]
Infine, abbiamo la stessa Declaratio di Benedetto:
… per governare la corteccia di San Pietro e annunciare il Vangelo, sono necessarie sia la forza della mente che quella del corpo, forza che, negli ultimi mesi, si è deteriorata in me al punto che ho dovuto riconoscere la mia incapacità di adempiere adeguatamente al ministero affidatomi. Per questo motivo, e ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, affidatomi dai Cardinali il 19 aprile 2005, in modo tale che a partire dal 28 febbraio 2013, alle ore 20:00, la Sede di Roma, la Sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato da chi di competenza un Conclave per eleggere il nuovo Sommo Pontefice.[3]
Benedetto parla di incapacità fisica di adempiere completamente al ministero petrino che gli è stato affidato e poi procede a “rinunciare al ministero di Vescovo di Roma…”. Parla anche di un “conclave per eleggere il nuovo Sommo Pontefice”.
Inoltre, nell’intervista con Seewald, Benedetto riconosce Francesco come nuovo Papa!
Papa Benedetto: Il nuovo Papa, però, è sudamericano e italiano, quindi rappresenta sia l’intreccio tra il nuovo e il vecchio mondo sia l’unità interna della storia.
È sicuramente anche un Papa di riflessione. Quando leggo l’Evangelii gaudium, o anche le interviste, vedo che è una persona riflessiva, che si confronta intellettualmente con le questioni del nostro tempo. Ma allo stesso tempo è semplicemente qualcuno che è molto vicino alle persone, che sta con loro, che è sempre in mezzo a loro.
O nel libro del 2021, Benedetto: Una vita:
Seewald: Il 23 marzo 2013 si è svolto a Castel Gandolfo il primo incontro tra il Papa appena eletto e quello dimissionario, una novità assoluta nella storia. Quali sono stati i suoi pensieri in quelle ore?
Papa Benedetto: Conoscevo Papa Francesco dalla sua visita Ad Limina e da vari contatti epistolari che la mia Congregazione aveva avuto con lui. Sapevo anche che aveva cercato di chiamarmi subito dopo l’elezione, prima di mostrarsi alla gente dal balcone della Chiesa di San Pietro. Ero quindi impaziente di incontrare il mio successore e sapevo per fortuna che sarebbe stato un buon incontro tra fratelli. Tra l’altro, naturalmente, ho valutato attentamente cosa dirgli senza perdere troppo tempo. Così questo primo incontro rimane come una buona luce nella mia memoria. Come sapete, l’amicizia personale con Papa Francesco non solo è rimasta, ma è cresciuta.[4]
Potrei citare molti altri esempi, ma questi dovrebbero essere sufficienti.
In conclusione, mi appello a lei, signor Cionci, affinché consideri quanto sia difficile credere che Benedetto non intendesse dimettersi. È inimmaginabilmente più difficile sostenere che non solo non intendeva dimettersi, ma che ci sta inviando messaggi criptici per confermarlo.
Ora che l’arcivescovo Carlo Maria Vigano chiede un’indagine sulla rinuncia di Benedetto e sull’elezione di Francesco, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è perdere credibilità proponendo teorie che ci aprono così facilmente al ridicolo e alle accuse di gnosticismo.
In Gesù e Maria,
Edmund J. Mazza, PhD
19 Maggio 2022, Festa di San Celestino V, papa dimissionario.
***
[1] Peter Seewald, L’ultimo testamento: In His Own Words, (Bloomsbury Continuum, 2016).
[2] https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/en/audiences/2013/documents/hf_ben-xvi_aud_20130227.html
[3] https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/en/speeches/2013/february/documents/hf_ben-xvi_spe_20130211_declaratio.html
[4] Peter Seewald, Benedetto: Una Vita, (Bloomsbury Continuum, 2016).
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Categoria: Generale
Egr. prof. Mazza, … tempo sprecato. Non c’è cosa più brutta del parlare a chi si è fa sordo e non vuol sentire. Stia certo che la replica di Cionci sarà un nuovo spot -come suo solito, in modo ripetitivo- che farà pubblicità a quello (un romanzo) che partorito dal signor Minutella e allevato da lui, fra qualche tempo lo si vedrà in libreria. Non gli dia conto…è inutile
QUANTA CATTIVERIA!!!
Se lei è un teologo o uno scrittore di grido citi qualche suo best sellers.
Di sicuro lei sul comodino preferisce tenere gli scritti eretici dell’ex priore di Bose, de gustibus non est disputandum.
..Se questo è un pastore …povero gregge!
A differenza di lei, che si nutre di false rivelazioni dettate da altrettanti millantatori e ingannatori, sul mio comodino c’è la Bibbia e il Catechismo della Chies CATTOLICA
Sono stupito dalla risposta del signor Mazza. Perche non capisco la sua posizione. Perche à me sembra che dice che il Papa è Francesco.
Ma l’ascoltai un anno fà, intervistato dal Dr. Taylor Marshall è non mi sembra que questa fu la sua opinione à quell’epoca. L’ho riascoltato oggi per esserne certo ma mi sembra che non sono li stessi argomenti di oggi.
Metto il link per quelli che capiscono l’inglese https://youtu.be/iK1Zg1WyKI4
Infatti si parla di papa Benedetto, di rinuncia e di katechon. Si parla di sede Petrino e signor Mazza pare di sostenere la tesi di Jure ecclesiæ (in parole povere il papa è papa se è vescovo di Roma nello stesso tempo), al contrario della tesi di Jure divino.
Ma il piu intéressante vienne a 115° minuto (1h45) dove parla di “necessitas legem non habet” (citando Agamben) et della benedizione apostolica che Ratzinger continua à dare anche se per sè sarebbe un pecatto in tanto che prerogativa del solo Papa.
Pero lui ritienne che Ratzinger e il katechon.
Per quelli che capiscono l’inglese dovrebbero ascoltare questa intervista.
Corrego : 105° minuto (1h45)
uesti signori non possono guidare un gregge di pecore ,
ma solo di asini , radioattività permettendo-
un credente confuso.
Secondo il mio modesto parere, continuare a disquisire sula questione dei due Papi non solo è inutile, ma fa perdere semplicemente un mucchio di tempo ed energie. Il neo eletto ha un merito; ha tolto il velo (Apocalisse significa “rivelazione”) sullo stato di cose nella Chiesa Cattolica. Se è lì, bisogna credere fortemente che Dio attraverso i suoi metodi stravaganti, ce l’abbia messo a bella posta. A noi il compito di resistere. «Quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc. 18,8). Questo è quello che ci viene richiesto.
Esattamente.
Ahahah c’è uno che ha scritto che solo 120 cardinali possono votare e se ce ne sono di più quelli “giovani” devono stare a casa ahahahah. Ai tempi di Wojtyla i cardinali elettori erano 135. Il Papa ha il potere di nominare tutti i cardinali elettori che vuole e derogare al numero di 120, non c’è scritto da nessuna parte che se sono di più, quelli più “giovani” non possono entrare in Conclave. Come sarebbe bello se ognuno facesse il suo mestiere e lasciasse che Papi, Vescovi e preti facessero il loro. Da quando è stato inventato internet si sentono tutti in dovere di dire la loro sulla qualunque e si credono tutti esperti di medicina, politica internazionale, strategia militare, epidemiologia, economia, teologia, liturgia, giurisprudenza, cinema, ufologia ecc. La lettera di questo Mazza, in un mondo normale non avrebbe neanche avuto bisogno di essere scritta, tanto sono ovvie e banali le cose che scrive, ma in un’epoca in cui su ogni argomento devono spuntare fuori quelli che giocano a scoprire i complotti, perché hanno capito tutto loro mentre il resto del mondo non ha capito niente, ci vuole Mazza a ricordare l’ovvio. Dice bene l’autore in fondo all’articolo: “teorie che aprono così facilmente al ridicolo”.
La tua ignoranza è disarmante.
Universi Dominici Gregis. Art. 33 – Il numero massimo di cardinali elettori non deve superare i 120. -……
Il numero dei cardinali elettori è limitato a 120 dalla costituzione apostolica Romano Pontifici Eligendo (II, I, 33) di papa Paolo VI (1º ottobre 1975), confermato su questo punto dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis (II, I, 33) di papa Giovanni Paolo II (22 febbraio 1996) .
Ovviamente il Pontefice può cambiare la legge quando vuole, fino a non molto tempo fà potevano votare anche i cardinali ultra 80enni.
Ma non può “derogare” Una singola persona. Deve cambiare il decreto. Non può fare leggi ad personam, la legge deve essere per tutti. E lo deve fare prima dell’inizio del Conclave.
Infatti Benedetto XVI per fare dei piccoli cambiamenti per permettere ai cardinali di accorciare i tempi di attesa, modificò la legge, non fece una deroga.
Non so se ti è sfuggito il fatto che non stavamo parlando di ciò che può fare o non può fare il Pontefice. Ma che stavamo spiegando quali requisiti ci vogliono per poter avere la protesta d’ufficio dell’elettorato in Conclave.
1) essere cardinale; 2) avere meno di 80 anni; 3) essere nei 120 e non 121; 4) non essere stato deposto come Becciu’ (che troverete nella lista della Santa Sede insieme ai cardinali non elettori ultra 80enni; 5) essere un membro della chiesa e in comunione con essa.
Per chi è interessato di approfondire, c’è uno studio di un noto canonista, che per omaggio a Mons. Arietta (vice Presidente dicastero testi legislativi) ha fatto uno studio. Dove parla ampiamente di questo. Specialmente del caso di Becciu’.
https://www.ascait.org/alcune-considerazioni-sulla-dignita-cardinalizia/
Spiega benissimo la differenza fra dignità di cardinale e ufficiodi elettore.
Ah, fra l’altro nel Conclave di Giovanni Paolo II hanno preso parte 111 cardinali elettori,e non 135 come hai detto tu. Fosse stato co. E dici tu, sarebbe stato il Conclave più invalido degli ultimi secoli 😄😄😄.
La comprensione del testo, innanzitutto: non ho scritto che nel conclave che elesse Wojtyla c’erano 135 elettori, ma che “ai tempi di Wojtyla” erano ad un certo punto 135, c’è un articolo di Repubblica su un Concistoro che aveva portato il numero di elettori a 135; può darsi che in altri periodi fossero anche di più, non ho voglia di cercare. Poi è vero che in UDG c’è scritto che il numero massimo è 120, ma non c’è scritto da nessuna parte che se sono di più, qualcuno debba stare a casa. Come si legge nel sito conclave.it a cura di don Ivan Grigis, che sul Conclave ci ha fatto una tesi di laurea, “ogni qual volta (il Papa) crea uno o più Cardinali aventi diritto di voto attivo in numero tale da superare il numero di 120 Cardinali elettori totali, de facto deroga a quanto dispone il n. 33 della UDG”. Se il Papa di sua volontà decide di nominare più di 120 cardinali elettori, è ovvio che voglia che essi partecipino al futuro conclave, sennò non avrebbe senso che li nominasse, aspetterebbe che qualcuno superasse gli 80 anni per nominarne di nuovi. E dopo la morte del Papa, nessuno ha il potere di impedire a dei cardinali elettori di entrare in Conclave, a meno che tale diritto non sia stato tolto a qualcuno dal Papa, come nel caso di Becciu. Non c’è scritto da nessuna parte che qualcuno possa dire a un cardinale “siccome tu sei stato nominato per 121esimo devi stare a casa”, perché nel momento in cui il Papa lo ha nominato ha deciso di derogare alla norma dei 120. Guarda, non ci provare a darmi dell’ignorante in queste materie, perché con me non attacchi🙂
“Il Conclave, La Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis” (Roma 2004) è la tesi di dottorato in Utroque iure, presso la Pontificia Università Lateranense, di don Ivan Grigis: lo scrive lui, non io, che quando il Papa nomina più di 120 elettori deroga alla norma di UDG e quindi possono tutti entrare in Conclave anche se sono più di 120; prima di dare dell’ignorante a qualcuno, sarebbe bene informarsi e pensarci bene.
Ho letto anche io da qualche parte ciò che afferma lei, sulla deroga de facto, ma non è una legge scritta, è un opinione.
Da altre parti ho letto altre opinioni di altri canonisti discordanti sulla questione. Ciò lascia dedurre che non esiste una legge precisa che regola una situazione del genere è che la giurisprudenza è divisa sull’argomento.
Per la legge, quando si ha un dubbio su una interpretazione, per capire la volontà del legislatore che ha scritto la legge -Paolo VI in questo caso – bisogna andare a leggere i verbali di discussione che hanno portato alla stesura della legge, per capire quale era la vera volontà del legislatore nello scrivere quelle parole.
In Mancanza di verbali da studiare, si deve valutare “l’analogia legis”, ovvero, il legislatore in passato in un caso simile come si è comportato, e ciò che ha deciso in passato ha valore di legge autentica (perche il legislatore è un pontefice).
Dal momento che non ci sono situazioni analoghe da paragonare, non essendoci ne verbali ne analogie, si devono interpretare strettamente le parole della legge.
Lei capisce da solo che non ha un senso logico mettere un tetto di 120 elettori se poi ne faccio votare 200, no?
Non ha senso fare una legge mettendo delle restrizioni, ma poi quelle restrizioni non valgono niente, no?
Se fosse come dice lei, la legge avrebbe detto “tutti i cardinali sotto gli 80 anni possono tutti votare, senza precisare il numero”. Se invece è stato messo un tetto massimo, è segno che il legislatore ha voluto proprio mettere un limite.
Ciò non toglie che il Pontefice tramite decreto può cambiare la regola. Ma ciò non può avvenire tacitamente.
Se poi voi avete in mano un decreto o una legge che supporta la vostra tesi, mostratemela, io sono sempre contento di imparare cose nuove. Ma non credo che esista.
Ma a parte questa storia dei 120 cardinali – che ci ha fatto allontanare dal uscire fuori centro del discorso – è che per poter entrare in conclave come elettore non basta più semplicemente essere cardinale, servono anche altri requisiti. Dopo il 1970 la dignità di cardinale e l’ufficio di elettore sono Stati scissi da Paolo VI tramite decreto Romani Pontifici Eligendo. E chi non è membro della chiesa o non è in comunione con essa non può avere nessun ufficio nella chiesa, compreso l’elettorato. E su questo il Pontefice non può interferire, perché è una questione di diritto Divino.
Come hai detto tu, al Conclave di giovanni Paolo II i cardinali elettori erano 135, ma solo 111 hanno votato.
Non esiste la supposizione “de facto” Nella legge, deve essere dichiarato ufficialmente chiaro e tondo. Anche perché il fatto che egli crei il 121 cardinali non significa affatto che egli abbia automaticamente il diritto di elezione.
Ciò avveniva prima del 1970, dopo il 1970 Paolo VI ha separato le 2 questioni, e da allora il diritto di elezione non spetta a qualsiasi cardinale.
Leggi il link che ho messo, spiega benissimo la questione della separazione della dignità dall’ufficio. E parliamo di un team di canonisti legati a Mons, Arietta, il V Presidente del dicastero dei testi legislativi ( coloro che dicono a tutta chiesa co. E si interpretano autenticamente le leggi).
Ciò che dicono loro di quel dicastero ha valore vincolante per tutti, come le sentenze della Corte di Cassazione.
Doctor Mazza,
Papal papalmente le dico che non ha capito una “beata mazza” della tesi del Cionci. Lei non ha confutato una “beata mazza” la tesi del Cionci.
Con una premessa un tantinello tartufesca per darsi una patina di immodestia e “umiltà” (“Nel dire questo, non pretendo di essere un “saputello”. Potrei sbagliarmi sull’invalidità delle dimissioni di Benedetto. Ho sempre sostenuto che sto solo presentando un’ipotesi….”) ha preteso “dimostrare” che la tesi del Cionci è campata in aria. Flop.
Lui, il Cionci, dimostra e ridimostra la sua tesi…. e lei invece, doctor, sciorina testi di interviste di Benedetto rilasciate “a posteriori” per giustificare un atto “clamoroso” 700 anni inusitato in una sede pietrina. Un atto indigesto a tutti (anche agli “attuali” bergogliatri). Un atto che ha gettato nello scompiglio il gruppetto che ancora crede in Dio (i bipedi umanoidi credono solo ai vaccini e quindi non ne gliene frega un’acca di questa nostra tragedia…). Un atto che ha spalancato porta, portone e saracinesca della Chiesa non solo al fumo ma a tutto l’arrosto di Sat….)
Le interviste di Benedetto non sono “controprove”.
– Lei ha mai visto e udito un Papa che non fa appello al “trascendente” per far passare i suoi “messaggi” e i suoi atti?
– Lei ha mai visto e udito un Papa “criticare“ un altro Papa?
– Benedetto può “corregge fraternamente” un suo predecessore vivo e regnante senza tirarsi addosso l’ira di Giove, dell’Olimpo e delle vestali?
Le interviste di Benedetto non sono “controprove”. Sono dei “tranquillanti”: lo dimostra l’insistenza con cui vengono proposte per “addolcire” la bufera, una tempesta che ha portato la barca alla deriva.
Doctor, papal-papalmente le dico anche che lei è è un sprovveduto. Lei non ha imparato nulla dalla tecnica bergogliana della “non-risposta”. Lei ha fatto un gran favore agli anti-bergogliani, ha ridato fiato alle loro trombe. Cionci la ringrazia perché “il rumore” sveglia gli addormentati.
La sua “opinione” (ben detto, ben detto, doctor!) non ha convinto nessuno. Ha solo irritato Don Minutella. Ma ha ancor piú irritato i bergogliatri per convenienza e i semi-bergogliatri indispettiti che vorrebbero mettere questa polvere sotto il tappeto.
PS.
Doctor, doctor.
Invece di fare lo zelante con il Cionci, scriva lettere aperte o chiuse su queste notizie-fatti odierni:
1) “Il capo dell’episcopato tedesco confessa di essere “deluso” da Francesco”.(https://infovaticana.com/2022/05/23/el-jefe-del-episcopado-aleman-se-confiesa-decepcionado-con-francisco/)
2) “Il Vaticano conferma la partecipazione al Forum di Davos”.
(https://infovaticana.com/2022/05/23/el-vaticano-confirma-su-asistencia-al-foro-de-davos/)
…Mi limito a definire la lettera patetica e ridicola.
Le deduzioni di Andrea Cionci sono supportate da talmente tanti documenti, testimonianze e pareri che ne basterebbero solo alcune di queste per avere incontestabilmente ragione.
Pertanto ogni tentativo di delegittimare le medesime non può che ritenersi palesemente come una sterile iniziativa propagandistica dallo stile bergogliano ormai svelato e da sempre senza scrupoli!
Egregio Dottor Mazza , apprezzo il tentativo di riportare all’uso della ragione il suo “collega”, come vede però, vale per lui l’antico detto: ” a lavar la testa all’asino si perde acqua e sapone”. Ratzinger aveva “sognato” un Papa nobile con diritto divino alla pensione e si è autoproclamato “Emerito”. Come ha giustamente fatto osservare “non se n’è mai pentito”. Qualche avvoltoio sta speculando sulle sue dimissioni per avere notorietà e visibilità impensate, perché dovrebbe smettere? Se anche lei si mette a legittimare gli sproloqui e stagionalmente di quattro straccioni non farà che il loro gioco! Diranno sempre che nessuno gli ha risposto, che il Papa è Benedetto XVI, che Bergoglio è eretico perché il loro vero scopo è vendicarsi ( per alcuni) di non essere stati ammessi nel gruppo dei fedelissimi del Papa, per altri darsi e farsi un nome, e per i loro seguaci finalmente potersi giustificare per la libertà di non obbedire al Papa, ai Sacerdoti e finalmente non andare a Messa senza scrupoli. La Verità l’ha profetizzata lo stesso Benedetto XVI : è scappato per paura dei lupi con i quali si era bellamente attardato per mezzo secolo, lo sapeva perché a Fatima la Madonna lo aveva spiegato bene quale distruzione avrebbe arrecato alla Chiesa Cattolica il suo pontificato. Povero Papa Francesco , con quanta violenza e odio viene quotidianamente insultato, volutamente frainteso, sbeffeggiato! Pagheranno tutto ma è un dolore grande vedere la Chiesa ridotta in queste condizioni per mano di gente tanto squallida quanto interessata! Non gli dia una mano anche lei. Col demonio non si dialoga!
E cosa dice delle citazioni dello stesso Ratzinger? Le ignoriamo preferendo le argomentazioni indirette di Cionci?
Non colgo il riferimento allo “gnosticismo” nell’ultima frase (“l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è perdere credibilità proponendo teorie che ci aprono così facilmente al ridicolo e alle accuse di gnosticismo”): in che modo le tesi di Cionci cadrebbero nello gnosticismo ?
Sono particolarmente grato al Prof. Mazza per aver citato i miei passi preferiti da Ultime conversazioni (e non solo), vere pietre miliari nella scoperta del “Codice Ratzinger” che rivelano esattamene l’opposto di quanto possa sembrare a una lettura iniziale. Domani, o al massimo, dopodomani, chiederò all’amico Tosatti di ospitare una mia puntuale risposta. Nel frattempo, vi riporto quella pubblicata oggi a Mr. Docherty, almeno per quanto riguarda alcune contestazioni di carattere più generale. Ben vengano le obiezioni di questi intellettuali cortesi e dialogici. https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/31706609/mr-docherty-il-codice-ratzinger-svela-benedetto-xvi-papa-legittimo-contemplativo-francesco-illegittimo-attivo.html?fbclid=IwAR2qhuiQopw9BlV40-EVFZKPxiknmJw99tkcr8h7L2qQjiinEcEGNi0sa3w
Riassumendo per il cattolico medio.
Benedetto XVI dava fastidio a molti, nel mondo e nella chiesa arresasi al mondo.
Bergoglio è risultato da subito graditissimo al mondo.
Nella rinuncia di Benedetto XVI e nei successivi comportamenti ci sono stranezze formali e logiche che fanno pensare a una volontà non del tutto serena.
Anche negli atti di Bergoglio, a cominciare dall’elezione, traspaiono stranezze che mettono in dubbio la trasparenza dell’operazione.
Che sia un cavillo o che sia la cocciuta volontà di non vedere l’elefante, ma solo il moscerino, c’è qualcosa che non va.
Inutile parlare di forma, perché ci sono cose in cui la forma è anche sostanza e il papato è sicuramente una di queste.
Nell’omelia di ieri in parrocchia è stato tutto un tessere lodi sperticate a Francesco, che sta conducendo verso una novità che procede nel mondo, in cui noi siamo inseriti e che dovremo accogliere anche se non ce ne accorgiamo. Un elogio al primato della coscienza, all’aprirsi alla novità (c’entrava relativamente con le letture, ma l’afflato va dove lo porta il cuore). Lo Spirito Santo non è in libera uscita dalla Trinità e 1+1 continua a fare 2, anche se cambia tutto.
Tutti gli atti di Bergoglio verranno invalidati dal prossimo vero Papa, eletto dai cardinali ai quali compete?
Quindi si da’ per scontato che Bergogkio vincesse il conclave e non Scola come dicevano. Ho letto che Ratzinger rimase stupito dall elezione di Bergoglio e dalla sua cordialita’…
Originale:
https://lossegadoresdelfindelmundo.blogspot.com/2013/02/si-el-papa-huye.html
(E una cattiva traduzione):
SE IL PAPA SCAPPA…
Desidero che il lettore sappia capirlo e non prenda male questo scritto, ed è che come battezzato nella Chiesa cattolica uno ha anche il diritto di dire le sue sciocchezze.
Si chiama Joseph Aloisius Ratzinger Rieger, ma è più universalmente conosciuto come Benedetto XVI.
All’inizio degli anni ’70 sapevo di questo Ratzinger che era un prete della Germania non comunista, e che come esperto signore teologo aveva partecipato come assessore al Concilio Vaticano II. E dico di signore perché l’ho sempre visto in foto in abito e cravatta, o senza cravatta, ma con maglione e giacca. Devo anche confessare che ho provato a leggere alcuni dei suoi scritti, come il suo famoso libro Introduzione al cristianesimo, ma alle poche pagine ho rinunciato perché mi sembrava fastidioso.
Per quanto riguarda l’abbigliamento dei preti ho detto che contiene più di un semplice aneddoto, perché a questi ragazzi come il prete Ratzinger, quando si chiedeva loro perché non indossavano l’abito ecclesiastico, tonaca o collare, come più volte aveva implorato Paolo VI, Risposero che qualsiasi cosa il Papa avesse detto se ne erano andati, beh, rispondevano cinicamente e ipocritamente che essi obbedivano al loro vescovo, e che il loro vescovo dava loro il permesso di vestirsi come volevano. Mutavano immediatamente il maglione, la giacca o la cravatta in cambio del Potere, per cui non gli importava travestirsi e portare catena con croce, anello, fascia, cappuccino o qualunque cosa fosse necessaria, tutto per il Potere, Potere che essi denominavano e denominano ipocritamente “servizio”.
Siamo andati avanti e avevamo già Ratzinger travestito da papa quando proprio e casualmente un anno fa, il quotidiano italiano Il Fatto Quotidiano denunciava in prima pagina: “COMPLOTTO CONTRO IL PAPA ENTRO 12 MESI MORI” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/09/clusiva-fatto-quotidiano-complotto-uccidere-papa/190194/. http://www.elmundo.es/2012/02/10/internation/1328865559.html). E chi lo affermava era il cardinale arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, e dava persino il nome del sostituto.
Appena eletto Papa, nella sua omelia del 24 aprile 2005 (http:/www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2005/documents/hf_ben-xvi_hom_20050424_inizio_sp.html), Benedetto XVI parlando “delle caratteristiche fondamentali del pastore (…). “Pasci le mie pecore”, dice Cristo a Pietro, e anche a me (…)”, ha affermato: “Pregate per me, perché, per paura, non fugga davanti ai lupi”.
L’11 febbraio 2013, in una Declaratio datata 10, Benedetto XVI annuncia le sue dimissioni per il 28 febbraio: http:/www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2013/february/documents/hf_benxvi_spe20130211_declaratio_sp.html
A questo proposito raccomando al lettore due scarni articoli del polemista Salvador Sostres: Il raggio di Dio (http://www.elmundo.es/blogs/elmundo/guantanamo/2013/02/12/el-rayo-de-dios.html) e Alle otto del pomeriggio (http://quiosco.elmundo.orbyt.es/ModoTexto/salacolumnas.aspx%5Did=13308063&sec=Il%20Mundo&data=28_02_2013&pla=pla_11014_Madrid&tipo=5&d=1).
Per il lettore che vuole crederlo e per l’elettore che non vuole crederlo, si deve affermare che nel capitolo 34 del profeta Ezechiele, come parola detta da Dio stesso, scrive sui cattivi dirigenti o pastori del popolo d’Israele, e il profeta Zaccaria 13: 7 che è anche raccolto nel Vangelo di Matteo 26:31 e di Marco 14:27 che condannano: “Il pastore è ferito e le pecore sono disperse”. In questo caso il pastore Benedetto XVI è stato semplicemente spaventato e l’uomo è fuggito. Povero gregge! a cui un “pastore stolto” (Zaccaria capitolo 11) guiderà l'”apostasia” (seconda lettera ai Tessalonicesi 2:3) verso il macello.
“È scritto”, e per alcuni è “parola di Dio”, e per lo scandalo di molti secondo Giovanni 1: 1 e 14: “la Parola era Dio, si è fatto carne e ha abitato in mezzo a noi”.
Non vorrei finire la mia lettera in modo duro, ma tanto meno sembrare uno sciocco che non sa nulla, quindi devo aggiungere la seguente cosa che penso sia importante.
Benedetto XVI nel suo ultimo Angelus del 24 febbraio 2013 ha detto quanto segue: “Il Signore mi ha chiamato a “salire sulla montagna”, per dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa”: http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2013/documents/hf_ben-xvi_ang20130224_it.html.
In breve, e secondo Ratzinger o Benedetto XVI, non fugge dai lupi, ma è il Signore che ora lo chiama ad abbandonare il ministero di Pietro… O è un bugiardo spaventato che fugge davvero dai “lupi” e perdona i veri fratelli lupi, oppure dice la verità quando afferma che il Signore lo ha chiamato ad abbandonare il ministero di Pietro. Ciò che è chiaro è che quando Dio chiama bisogna obbedire, non per paura ma per amore: “Egli ci ha amati per primo” -quest’ultimo è un puro gioco da ragazzi.
Alla fine si scoprirà che Ratzinger Dio lo chiamò ad essere prete di tonaca; poi lo chiamò a vestirsi in abito e cravatta; poi lo chiamò perito al Concilio; poi lo chiamò ad essere uno dei teologi e docenti che “tagliavano il merluzzo”; poi lo chiamò vescovo; Poi lo chiamò cardinale; poi lo chiamò grande Inquisitore (prefetto della Dottrina della Fede); poi lo chiamò papa; e infine lo chiamò a smettere di essere papa… Ora i lettori capiscono quello che alcuni lelos mistici hanno chiamato “silenzio di Dio”? Dio non è in silenzio, semplicemente che con alcuni comunica molto e con altri niente. Non è un rimprovero a Dio, Dio mi liberi! Dio sa quello che fa e lo fa bene, perché non dimentico la parabola dei lavoratori della vigna (Matteo 20:1-16), quella dell’occhio invidio, “occhio cattivo”.
Il tempo, o meglio, “i segni dei tempi” ci diranno, se Ratzinger fuggì dai lupi e scelse di essere un tranquillo vescovo in pensione; o se davvero Dio lo chiamò per l’ultima volta a incarnare “Vescovo vestito da Bianco scalando una montagna attraversando una grande città in mezzo alle rovine, pregando per le anime dei cadaveri che incontrava lungo la strada, e che fu ucciso da un gruppo”.
28 febbraio 2013.
Bergoglio è un eretico
Anticristo picconatore del cattolicesimo
Quando lo vedo mi irrita
CONTINUIAMO A CAVILLARE!
Il povero cattolico della strada, per sapere se deve riconoscere Bergoglio o no – secondo l’autore della lettera, il destinatario e molti commentatori del blog – dovrebbe anzitutto diventare un idolatra del CIC, studiandone tutti i recessi…
Come se Cristo ci avesse ammaestrato ad osservare i cavilli della legge, invece che i macroscopici frutti venefici di Bergoglio!
Il diritto canonico non sono regole inventate a tavolino da qualcuno che non aveva niente di meglio da fare.
L’80% del diritto canonico sono decreti ex cattedra dei sacri concili, encicliche, motu proprio, magistero ordinario.
Snobbare il CIC significa rigettare il magistero della Chiesa.
E quando si parla di magistero, non esistono cavilli. Sono proprio quei cavilli e quelle cose apparentemente piccole a fare la differenza nella fede cattolica.
Vero. Però non si possono ignorare le cose assurde, rispetto ai contenuti della fede cattolica, di questo pontificato.
Gli atti di volontà devono essere interpretati nella obiettività col significato che si evince dal documento scritto.
Sarebbe parso così inelegante parlare… di colpo di stato in Vaticano!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Dritto al punto…senza curve e senza soste…;-)!!! hahaha
Le tesi di Mazza non smentiscono Cionci. Nell’uno e nell’altro caso restiamo nel campo delle ipotesi, almeno fino a un chiaro atto positivo della Chiesa, di conferma o smentita
Il problema è che c’è una questione canonica che è ormai condivisa: la rinuncia non è valida. resta da capire se papa Benedetto non sapeva fare il suo mestiere o se, invece, non ha messo volontriamente a frutto la sua cultura e la sua intelligenza per scismare i nemici della Chiesa. E questa seconda ipotesi si può dimostrare attraverso la “statistica degli indizi”. Tre indizi fanno una prova, e io ne ho circa 250.
quest scritto di Mazza non aggiunge nulla di nuovo ,è la ripetizione di tesi lette decine di volte , persino imposte .
Tutto depone a favore delle tesi di Cionci. 1-La situazione creatasi da metà 2011 a fine 2012 , Soprattutto il ” misterioso caso ” IOR-Gotti Tedeschi . (alcune sue deposizioni negli interrogatori della Procura di Roma lasciano intendere la tesi di pontificato impedito ) . Molti messaggi di mons.Georg Ganswein . 2- le indiscrezioni sulle conclusioni della Commissione Herranz ( fondamentali per capire la decisione improvvisa di B.XVI) . 3- La nomina del successore e ciiò che è avvenuto dopo. Mi pare evidente che le tesi di Cionci siano talmente vere da preoccupare soprattutto gli artefici della decisione delle rinuncia e della nomina del successore ( che sia legittima o meno) .
Senza poter ancora esprimere un giudizio personale, trovo assolutamente opportuno – invece – un sano contradditorio, ora possibile, mi pare, grazie a questo dott. Mazza, di cui non sapevo.
Avendo recentemente appreso – sempre bazzicando “l’arena” (utilissima!) – che il dott. Cionci, confrontandosi con “oppositori” ben diversi tra loro, a tutti indistintamente ha rifilato l’accusa di essere pro-Franki, mi avvio a pensare che anche sul dott. Mazza peserà il medesimo giudizio.
Dott. Mazza, ce lo dica subito, lei è a favore del Regnante? Condivide il suo percorso “petrino”? Lo approva?
Nel caso felice io mi sbagliassi (niente giudizi trancianti, niente accuse di bergoglianesimo, niente trinceramenti dietro posizioni consolidate a priori) sarebbe bello che i contendenti, cristianamente, proseguissero in un sano confronto utile a far luce… Al di là di convincimenti personali! E’ chiedere troppo?
Mi chiedo anche, ma questa è altra faccenda,come mai nessuno tiri in ballo il “vecchio” testo molto interessante di Socci “Il segreto di BXVI”. O è stato fatto e mi è sfuggito?
Grazie a Tosatti per questo articolo “capitato” a fagiolo…
Per quanto riguarda il libro di Socci l’avevo letto quando era uscito nel 2018. Mi ricordo di averlo trovato interessante ma non ricordo il perché .
Comunque il sottotitolo è ” perché è ancora papa “.
@REMIGIO
Premetto: allora avevo già letto qualche testo del Socci, che stimavo, e benchè sostanzialmente mi piacesse, ho sempre trovato i suoi testi un tantino troppo commerciali per i miei gusti. Certamente non impegnativi e, tutto sommato, buoni per svagarsi un pò su tematiche d’attualità. Quindi, quando mi approntai alla lettura de “Il segreto di Benedetto XVI”, pensai ad un testo più che altro sensazionalistico, come da titolo. Dovetti ricredermi!
Trovai molto interessante la tesi del canonista Stefano Violi a proposito della Declaratio. Per esempio. E Socci nominò, forse per primo (solo lui??) – ma vado a memoria – “Normas Nonnullas”, una lettera apostolica del Santo Padre BXVI pubblicata in forma di motu proprio giusto il 22 febbraio 2013…Non mi sembra un fatto casuale. Ma non mi risulta qualcuno abbia indagato a fondo.
Mi auguro che la sollecitazione recente di Mons. Viganò ad una indagine seria includerà questo documento…
Aperto a caso il suddetto libro. E chi ti compare ? SAN BENEDETTO ! Sembra che il nostro santo abbia preferito trascorrere i suoi ultimi anni in eremitaggio piuttosto che in qualcuno dei monasteri da lui fondati perché sembra che i suoi confratelli cercassero di avvelenarlo…
Se si crede alla santità del proprio santo patrono , forse, Benedetto da Norcia potrebbe avere influito sulle decisioni di Joseph Ratzinger.
Concordo, Remigio.
D’altronde, senza questo “farsi da parte” di BXVI, forse non avrebbe avuto inizio lo smascheramento della deep church.
La controchiesa sotterranea è uscita allo scoperto…L’ora dell’impero delle tenebre, palesandosi, li ha resi audaci e certi della vittoria. Ma portae inferi non prevalebunt!
Molti risvolti susseguentisi alla decisione di papa Benedetto XVI sono emersi a poco a poco, tra l’altro. Ingarbugliando ancor di più i “giochi”.
Per parte mia, ciò che più mi rammarica è osservare come gli operatori d’iniquità siano molto coesi e solidali tra loro, assolutamente infaticabili e preparatissimi. Si potrebbe apprendere da loro come funzioni una vera squadra, perbacco! Sono in evidente unione di intenti, passandosi la palla con maestria!
I “cristiani cattolici”,invece, ripudiano nei fatti gli insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo, non amandosi per nulla, non accettando nè praticando un’umile correzione fraterna, non conoscendo affatto la Dottrina di Cristo; e gli uni contro gli altri – fomentati principalmente da spirito di orgoglio e lustro personale – si privano di ogni credibilità e, soprattutto, del merito di una testimonianza luminosa. Sale che non sala più…
“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. DA QUESTO TUTTI SAPRANNO CHE SIETE MIEI DISCEPOLI, SE AVRETE AMORE GLI UNI PER GLI ALTRI”. Gv 13, 34-35
Sembra che sia stato Socci a parlar per primo di quello che il dottor Cionci ha definito il codice Ratzinger.
Leggere le pagine del suddetto libro a partire da pag.131.
A pag. 133 troviamo la seguente frase :
…da una parte ci imbattiamo in qualcosa di indicibile per proteggere il quale Benedetto XVI dà risposte poco comprensibili, astruse o ironiche, dall’altra lo stesso papa emerito lascia sempre piccoli segnali che – per chi vuol intendere- fanno intuire qualcosa della verità.
Se rilegge il libro noterà che è ben ripartito. L’inizio è dedicato a inquadrare il panorama geopolitico in cui si svolge il pontificato del Santo Padre Benedetto, una parte centrale prende in esame il gesto della rinuncia e la figura del Papa in questione e il quadro conclusivo analizza la “profezia” di Fatima correlandola ai papi. Io l’ho trovato sorprendentemente molto ben argomentato.
Chissà che direbbe oggi Socci di questo suo lavoro: lo rinnega? ! Fatto è che è stato ingiustamente messo in ombra…
Personalmente ho trovato anche molto interessante e utile una riflessione proposta nel suo blog da Aldo Maria Valli, cui poi ne sono seguite altre.
Eccola:
https://www.aldomariavalli.it/2021/02/20/roma-senza-papa-ce-bergoglio-non-ce-pietro/
Per capire e far sì che la verità trionfi – e non uno spirito di contesa e rivendicazione – non resta che pregare però…
Solo nel “distacco” tutto si fa chiaro.
Mazza non entra minimamente nel merito delle tesi di Cionci.
Alle quali non risponde per nulla. Perciò mi sembra che, invece di smentirle, le confermi.
Purtroppo non si possono inviare fotografie nei messaggi dei commenti – oppure sono io a non esserne capace – , altrimenti avrei inviato 2-3 foto del libro di diritto canonico commentato, che spiega alla perfezione l’interpretazione giuridica dell’errore sostanziale. Dove spiega bene in quali limiti si può definire errore sostanziale e dove non si può più definire così, e dove spiega che dove c’è errore sostanziale l’atto viene ritenuto valido, almeno fino a quando Benedetto non lo impugna, ma i termini per l’impugnazione credo siano scaduti, ma non sono sicuro.
Io invece vorrei porre l’attenzione su un altro particolare, che il dott. Cionci afferma, e che se fosse vero cambierebbe tutte le carte in tavola, mandando a farsi friggere pure la co tro tesi dell’errore sostanziale.
Sempre sul libro di legge, scritto da un team di canonisti e docenti universitari, e con la revisione e l’approvazione (l’approvazione è molto più importante di imprimatur, l’imprimatur non vale niente) dell’Ex Presidente del Tribunale di 1° Istanza di città del Vaticano, è scritto più che chiaramente che il Romano Pontefice può dare le dimissioni nel modo che egli ritiene più opportuno senza il bisogno dell’accettazione da parte di nessuno, e a che se le facesse in modo sbagliato, non esiste un autorità più alta della sua che gliele potrebbe contestare.
Tuttavia c’è un particolare importante, dal quale nemmeno il Romano Pontefice è esente. Ovvero, che le dimissioni per essere valide devono essere necessariamente fatte in 2 modi, o in forma scritta (ovviamente non sul promemoria che ha letto il giorno della dichiarazione, ma su un documento ufficiale) oppure può dare le dimissioni verbalmente, ma davanti a un notaio che erige un verbale che poi il Pontefice firmerà solamente e a 2 testimoni.
Dove è questo foglio scritto e firmato da Benedetto che nessuno in 9 anni ha mai visto?
Sul sito della Santa Sede c’è solo la copia del promemoria che Benedetto ha letto il giorno della dichiarazione, ma non c’è nessuna firma, quel figlio lo. Può aver fatto anche mio nipote.
Dove è questo foglio firmato che nessuno in 9 anni ha mai visto?
Questo lo ha già opportunamente rilevato il dott. Cionci.
Ha fatto bene a riproporre la questione!
Si, l’ho menzionato apposta. Infatti ho detto che è un particare fatto notare dal dott. Cionci, che se fosse vero cambierebbe molte carte in tavola. Questo foglio non lo ha mai visto nessuno. Il fatto che la Santa Sede abbia messo solo un testo, nemmeno firmato, e non la fotocopia del documento ufficiale, lascia supporre che questo documento non sia nelle loro mani.
Molti non sono al corrente che la rinuncia per essere valida deve essere necessariamente o scritta su un documento ufficiale, o fatta oralmente davanti a un notaio e 2 testimoni.
Molti pensano che basta quel foglio letto quel giorno, oppure basta che l’abbia detto Pubblicamente . Non è così.
Ho letto il suo commento in cui asserisce di poter dimostrare che un cardinale al conclave 2013 non doveva partecipare. Ne ha discusso con qualche giornalista? Che dice, Cionci, per esempio, su questa sua dichiarazione bomba?
Inoltre: non ho trovato commenti a “Normas Nonnullas”. Il che mi pare stranissimo. Conosce questo documento? Sa quando è stato promulgato?
Il problema è che questi cardinale che non poteva entrare in Conclave non è entrato solo nel Conclave 2013, ma anche in quello 2005 di Benedetto XVI. Si chiama card. Kasper.
Ci sono dei termini di legge per poter contestare un’elezione, quel di Benedetto XVI non può più essere contestata, perché sono passati più 10 anni dall’elezione e più di 3 anni da quando è cessato l’ufficio.
Mentre quella di Bergoglio può ancora essere contestata, perché i 10 anni dall’elezione non sono trascorsi e lui occupa ancora l’ufficio di Papa, fino a 3 anni dopo dalla cessazione dell’ufficio può essere contestata.
A molti non piace questa contestazione, perché accettare questa contestazione significa ammettere che le dimissioni di Benedetto sono valide.
E se non fossero valide la sua elezione a quel punto potrebbe essere contestata. Appoggiare questa contestazione farebbe cadere tutto il loro la di anni e la loro predicazione di anni.
Normas nonnullas sono solo alcune piccole modifiche che Benedetto XVI ha apportato al decreto che stabilisce le regole di procedura del Conclave, è entrato in vigore con il Conclave 2013. Ma non ha cambiato poi molto, piccole cose.
Su universi Dominici gregis è scritto più che chiaramente che solo i “cardinali elettori” Possono partecipare all’elezione.
Ciò che molti non sanno è che essere cardinale è una dignità, e che il diritto di voto per nel Conclave invece è un “ufficio”.
Questo ufficio non spetta di diritto ad tutti i cardinali, ma ci vogliono dei requisiti ben precisi per poter ottenere quel l’ufficio.
Ad esempio i cardinali con più di 80 anni non possono avere quel l’ufficio, oppure i cardinali giovani che superano il 120 posto, perché più di 120 cardinali in Conclave non posso o votare, e se sei il 121 non puoi avere l’ufficio anche se sei cardinale. E poi come in ogni ufficio nella chiesa, per poterlo occupare validamente te devi essere un membro della Chiesa in comunione con essa. Se non sei in comunione con la Chiesa non puoi avere nessun ufficio. È ciò è richiesto ex ipsa natura rei, per la natura propria dell’ufficio. È una questione di diritto Divino.
Vi basterà pensare al cardinale Becciu’, che è ancora cardinale ma non può più entrare in Conclave per votare.
L’ufficio di elettore non è un diritto del cardinale, ma è essere cardinale che è uno dei requisiti per poter avere quel l’ufficio, insieme ad altri requisiti.
Grazie del suo tempo.
Al di là della legittimità o meno del pontificato di Francesco – nonchè del gesto di rinuncia del Santo Padre BXVI – quel che resta evidente è che della Chiesa, della Dottrina, della Famiglia, della Traditio e del Depositum Fidei – e chi più ne ha più ne metta! – qualcuno ne ha fatto scientemente polpette…
Possano i dolori e le preghiere della Chiesa universale ottenerne il ravvedimento, per quanto inverosimile a noi possa apparire, tanto più che la maschera mi pare non sia ancora del tutto calata. Anzi.
A Dio soltanto ogni giudizio e ogni sentenza; agli uomini di Dio “instaurare omnia in Christo” per riportare l’ordine nella Chiesa e nel mondo secondo la Sua volontà!