Virus: Anomalie nel Conteggio dei Decessi, il 98% Muore per Altra Causa. La Denuncia.
14 Maggio 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra opportuno portare alla vostra attenzione questo articolo di qds.it, che ringraziamo per la cortesia, che mette in luce un’altro aspetto della pseudo-pandemia scatenata contro il Paese, con la complicità di politici – tutti, o quasi – personale sanitaria e con l’apporto e la complicità dell’informazione di regine, giornali e tv, senza i quali tutto questo non sarebbe potuto accadere. Buona lettura, e indignazione.
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Ogni sera, il bollettino Covid segnala quanti sono in Italia i nuovi positivi giornalieri, quanti i nuovi ricoveri e i nuovi decessi. Puntando i riflettori sui decessi, questi da mesi non scendono mai sotto le cento unità. Il Covid, però, grazie soprattutto alle vaccinazioni e a una Omicron 1, 2 e 3 più blanda, ha permesso agli italiani di riassaporare la libertà, liberandoli anche dalle mascherine. E allora la domanda che sorge spontanea è: ma siamo sicuri che tutti questi decessi siano causati da nuovi malati di polmonite bilaterale Covid? Insomma, per dirla nel gergo tecnico, le morti di queste settimane interessano pazienti col Covid o sono per il Covid?
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Covid: il nodo tamponi di accesso
E qui torna in auge un vecchio problema sollevato a Catania alcuni mesi fa dai primari di Malattie infettive di tutti gli ospedali cittadini. Il nodo adesso non sono più i veri malati Covid, ma quei positivi spesso asintomatici che finiscono in ospedale per altre patologie – infarti, ictus, traumi ortopedici, malattie tumorali… e poi, risultando positivi ai tamponi di accesso, finiscono in reparti Covid non ricevendo anche assistenza appropriata. Così alla fine, alcuni di questi pazienti – che, se sono anziani, ci mettono addirittura anche molti mesi prima di negativizzarsi, nel frattempo decedono in corsia per le loro patologie, ma siccome erano ancora positivi, vengono annoverati come morti Covid.
Decessi Covid: Iacobello segnala anomalie
L’ipotesi, che si basa si una verifica reale su campo, arriva da molti esperti, soprattutto dai direttori dei dipartimenti di Malattie infettive del Cannizzaro e del Garibaldi Nesima, Carmelo Iacobello e Bruno Cacopardo, che invitano a fare chiarezza. “Vuole la mia risposta? – esclama Iacobello -. E allora le dico che la stragrande maggioranza delle morti che si registrano in queste settimane negli ospedali non è causata da patologie correlate col Covid, ma da altre malattie. Si tratta spesso di pazienti anziani che quando risultano positivi stentano a tornare negativi e quindi rimangono nei reparti Covid. Durante la loro degenza, però, decedono a causa delle loro malattie, ma vengono conteggiati tra i deceduti da Covid. Si tratta di una anomalia che andrebbe corretta per fornire una realtà della pandemia completamente differente da quella che viene rappresentata oggi.
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“Su 100 decessi, non più di 2 per il Covid”
Il direttore di dipartimento del Garibaldi, prof.Bruno Cacopardo, si sbilancia ancora di più: “Su 100 deceduti catalogati come Covid forse soltanto due sono morti davvero per il virus. Quindi il bollettino veritiero giornaliero dovrebbe indicare tot positivi, tot ricoveri, due decessi”. Per il docente dell’università catanese bisogna chiarire questo punto a livello ministeriale e dare all’opinione pubblica una giusta ed equa informazione sull’andamento pandemico di quest’ultimo periodo. “La mortalità – spiega il professore – dei pazienti per patologie diverse è divisa in due varianti: c’è la mortalità cosiddetta “cruda” che è quando si muore non per la malattia per cui si è affetto, ma per altre condizioni o eventi, come un soggetto malato di tumore che muore investito da un’auto. E poi c’è una mortalità che si chiama “attribuibile”, che è invece collegata direttamente alla patologia. Cioè il soggetto è morto della patologia cui era affetto. Ora – continua Cacopardo – se io voglio dare il numero esatto di morti Covid, ma dò un numero di morti totale che include anche i decessi per mortalità “cruda” avrò una immagine falsata. Se io, al contrario, voglio dare il giusto numero di decessi Covid dovrei dare solo il dato delle cosiddette morti “attribuibili””. Appare quindi chiaro dalle parole dei due esperti infettivologi che le morti attribuite oggigiorno da Covid non sono affatto quelle reali perché il dato dei decessi contiene anche quei decessi che vengono causati da patologie che nulla hanno a che vedere con il dato in generale.
Covid: “Serve indagine epidemiologica”
C’è poi un tema a parte, sollevato da un medico di pronto soccorso di un ospedale della città. “Classici ricoveri da Covid non ne vediamo più da tempo, eccetto un settantenne non vaccinato – spiega il responsabile – . C’è un ampio dibattito sulla paternità delle morti attribuite al Covid. Onestamente, ritengo che queste siano ormai pochissime, ma non so dire con certezza se il Covid col passare del tempo possa accelerare il decesso principalmente delle persone fragili. Per fare un quadro quanto più veritiero possibile, bisognerebbe avviare una indagine epidemiologica facendo un confronto tra i decessi di adesso e quelli degli anni in cui il Covid non c’era, per appurare se esiste ancora oggi un eccesso di mortalità oppure se la mortalità è più o meno nel range di percentuale degli scorsi anni. Perché se la mortalità continuerà ad essere ancora più elevata rispetto agli anni precedenti, il dubbio che il Covid continui a mietere vittime sarebbe più che attuale”.
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Categoria: covid
Guardi, senza polemiche. Io vivo all’estero, per me Speranza é solo la seconda virtú teologale. I protocolli non so cosa siano. Qui si puo comprare senza ricetta di tutto : invermectina, azitromicina, hidrossiclorochina, anti inffiammatori, corticoidi, e vitamine di ogni tipo ma, nonostanbte l’ampio uso (a volte anche indiscriminato), il covid ha fatto strage di persone anche giovani e in salute. Non parlo di statistiche ma di conoscenti. Qundi dubito dei vaccini ma dubito anche di veritá annunciate como assolute ma che assolute non sono.
Mongolfiera covid gonfiata dismisura veleggia soave su stupefatta credulità di babbei…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Scrivevo qualche giorno fa del flop vaccinale, ma a monte c’è un colossale “indefinito pandemico”.
Lo riassumo schematicamente.
Il virus “naturale” desta fondati sospetti di essere stato pianificato, brevettato, ingegnerizzato e diffuso ad hoc.
La mortalità che provoca è, come qui descritto, bassa.
I tamponi che certificherebbero il contagio sono a loro volta sospetti per attendibilità e utilizzati con amplificazioni esagerate e non standardizzate.
A parte i falsi positivi, chi è positivo è in larga parte asintomatico.
Chi sviluppa sintomi per lo più non ne ha di gravi.
Chi ha sintomi più gravi sarebbe curabile efficacemente con i farmaci esistenti, ma è stato impedito.
I decessi sono stati provocati da cure ritardate e sbagliate in persone già affette da altre patologie.
Inoltre la gestione della pandemia ha ridotto visite e controlli, aggravando le altre malattie.
I vaccini sono inefficaci e chi li ha ricevuti si contagia e muore come e più dei non vaccinati: lo dicono le statistiche di più Paese; basta prendere i dati degli ultimi mesi, senza gonfiare quelli relativi ai non vaccinati pescando dai numeri di quando i vaccini non c’erano.
I vaccini stanno dando effetti collaterali gravi e mortali, specialmente nelle fasce di età che non avrebbero avuto problemi dal virus.
Le mascherine sono di dubbia utilità, anche in Italia se siamo rimasti tra i pochi credenti e praticanti l’uso.
Il virus ha uno sviluppo prevalentemente intestinale: i danni polmonari sono secondari. Il vaccino non aumenta le difese nelle mucose, ma fa produrre anticorpi alle proteine spike superate dalle attuali varianti virali, favorite paradossalmente proprio dalla vaccinazione a pandemia in corso.
Gli antibiotici, che tutti hanno definito inutili, sarebbero invece sensati per impedire al virus di svilupparsi grazie ai batteri intestinali. Le virostar TV non l’hanno detto.
La difesa immunitaria naturale è la più efficace e protegge meglio anche dopo il contagio: invece di spendere soldi in tamponi aspecifici, mascherine e banchi a rotelle, si sarebbe potuto fare una profilassi vitaminica o con oligoelementi, migliorando in genere la salute di tutti. No: con i vaccini abbiamo peggiorato il sistema immunitario del 90% della popolazione.
La farmacovigilanza passiva, dissuasa da minacce, è quanto di peggio possa esistere per capire gli effetti di un esperimento: i vaccini anti-Covid sono un esperimento e i cittadini le cavie.
Servirebbero indagini epidemiologiche ben fatte… Le può fare chi ha barato in tutti i modi possibili finora?
Concordo.
Concordo anch’io . Infatti nemmeno ascolto i dati truccati che diffondono ogni dì, per ” tenere in caldo ” la paura, ad uso e consumo dei tragugiatori teledipendenti, mascherati ad oltranza.
Ascolti, lei vende certezze basate sul nulla.
Un po’ come la premiata ditta Sileri&Speranza.
Legga queste belle spiegazioni che ho ripreso dal sapere della Dr.ssa Loretta Bolgan.
Siamo partiti con una definizione di Covid come di una malattia con sintomi simili a quelli di un’influenza, che normalmente parte con dei disturbi gastrointestinali più o meno importanti, oltre a sintomi neurologici che possono andare da una stanchezza molto forte, a dolori muscolari, ma anche legati a degli stati di ansia che possono diventare dei veri e propri attacchi di panico.
Ci sono state persone con quadri clinici neurologici legati ad un’ansia non solo dovuta al fatto che semplicemente la parola Covid generava paura, ma proprio perché la Spike va a interagire con dei recettori, a livello centrale, molto particolari, che possono essere fonte di questi disturbi.
Quindi anche l’aspetto neurologico (neuro-Covid) va tenuto presente e curato durante la fase acuta della malattia.
Sappiamo che nella maggioranza della popolazione, l’infezione o è asintomatica o ha sintomi da lievi a moderati che poi vanno a risoluzione senza ulteriori problemi.
In una piccola fascia della popolazione predisposta può progredire verso la malattia che chiamiamo Covid e che è la complicazione polmonare con coagulopatia.
Questo può sfociare anche in un esito fatale se non si interviene in tempi molto rapidi. È molto importante bloccare l’infezione nella prima fase, cioè nella fase virale, per evitare la complicazione in cui il virus non c’è già più perché è il sistema immunitario che attacca i tessuti dell’organismo causando una forte infiammazione.
In questo caso il danno è multiorgano e comprende il cervello, i polmoni, il cuore, i reni e tutti gli altri organi.
La precocità della terapia è l’elemento fondamentale per poter fermare l’infezione da subito, prevenire le complicazioni e salvare la vita alla persona. Quello che si era trascurato inizialmente era la gastroenterite che può manifestarsi con sintomi lievi, ma anche importanti a seconda dei disturbi che la persona poteva avere già a livello gastrointestinale prima di fare l’infezione.
In uno stato di disbiosi intestinale si è constatato che era più facile che la persona andasse incontro a delle complicazioni da Covid. Quindi, la disbiosi intestinale è un indicatore della predisposizione della persona verso un quadro più complicato. Dallo studio del percorso dell’infezione si è visto che il virus aveva un particolare tropismo per l’intestino dove si trova la maggioranza dei recettori ACE2;
successivamente si è visto che il virus non solo possiede un tropismo dei recettori delle cellule umane, ma tende ad infettare i batteri intestinali.
Questo comportamento, detto fasico, cioè tipico dei virus batterici, fa sì che questo virus possa diventare persistente nel nostro organismo proprio andandosi ad insediare dentro i batteri intestinali.
Studi fatti hanno permesso di dimostrare che il virus della Sars-Cov2 può venire eliminato attraverso le feci per diversi mesi dopo che il test molecolare a livello naso-faringeo diventa negativo. Una persona negativa continua a smaltire il virus attraverso i reflui. L’intestino dimostra di essere una sede favorevole per l’insediamento del virus.
Questo significa che la persona potrebbe andare incontro a un’infezione cronica. Questa cronicizzazione potrebbe essere ben tollerata dall’organismo e al manifestarsi delle disbiosi intestinali post-infettive si possono fare terapie per correggerle, ma ancora non sappiamo se il virus venga eliminato o rimanga latente a livello intestinale, pronto a riattivarsi di fronte a uno stimolo scatenante come una vaccinazione.
Questa infezione latente, purtroppo, in una parte di popolazione predisposta può portare dei danni multi-organo importanti, perché il virus se continua a replicarsi continua anche a produrre Spike.
Il Longcovid è sostanzialmente la conseguenza di una produzione continuativa di Spike: questa proteina stimola fortemente il sistema immunitario, non solo porta ad anticorpi in seguito alla malattia naturale protettivi verso l’infezione delle varianti, ma può stimolare il sistema immunitario anche in modo negativo.
La Spike contiene dei frammenti di aminoacidi che sono molto simili a frammenti che si trovano nelle proteine umane; questa somiglianza viene chiamata mimetismo molecolare e fa sì che gli anticorpi riconoscano la Spike, ma riconoscano allo stesso modo le proteine umane e si legano a loro.
Questi legami possono portare, nel tempo, all’attivazione di malattie autoimmunitarie multi-organo; quindi, l’attacco autoimmune è una delle conseguenze dell’infezione da Sars-Cov2.
Possiamo avere patologie neurologiche del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso periferico, possiamo avere l’attacco al sistema cardiovascolare e anche ad altri tessuti in cui si trovano queste proteine, simili alla Spike.
Andare a fare prevenzione dell’autoimmunità dovuta all’infezione è molto importante.