Korazym.org: il Governo Italiano si Inchina al Dittatore Aliyev, Flagello degli Armeni.
14 Maggio 2022
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, mi sembra giusto e opportuno rilanciare questo articolo apparso su Korazym.org, che ringraziamo per la cortesia, che tratta di un problema che il governo italiano – e con lui molti media di regime – preferiscono ignorare. Buona lettura.
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L’altro popolo oppresso ignorato da tutti. Come credete che userà i vostri euro il dittatore dell’Azerbajgian Aliyev, flagello degli Armeni?
I ministri italiani hanno stretto fiduciosi la mano al padre-padrone di Baku: sarà il gas azero a sostituire quello russo. Insomma l’aggressione dell’Azerbajgian all’Artsakh è già stata dimenticata. Chi teme la continuazione del genocidio armeno con altri mezzi e sventolando altre bandiere, non è un folle. Ben difficilmente, dato questo tragico assetto del mondo, arriveranno a salvarci i nostri con gli stemmi della Nato.
«Consolati e consolami», mi scrive da Padova Antonia Arslan, la grande scrittrice della Masseria delle allodole, il romanzo-verità che ha fatto conoscere, più di quanto potessero fare cento volumi di professoroni, la realtà del genocidio armeno del 1915. E come posso consolarmi e consolarti? Questa guerra cominciata il 24 febbraio con l’invasione russa dell’Ucraina, ha una vittima designata che il mondo, così gonfio di (finti) buoni sentimenti, ignora: siamo noi Armeni. L’incertezza sembra divorarci il futuro. Che ne sarà di noi Molokani e dei nostri fratelli Armeni di Yerevan e di quelli che ancora resistono in Artsakh, la repubblica indipendente occupata a metà, vessata e privata del gas dall’Azerbajgian? Alcuni tra noi sono certi di un nuovo genocidio. Io non mi rassegno, ma, cara Antonia, maestra mia di scrittura e di ideali, come posso consolarmi? Insegnamelo!
Prima però una avvertenza. Chi teme la continuazione del genocidio armeno con altri mezzi e sventolando altre bandiere, non è un folle. Ben difficilmente, dato questo tragico assetto del mondo, arriveranno a salvarci i nostri con gli stemmi della Nato. Lo dicono i fatti. Leggo che voi Italiani siete tutti felici perché i vostri ministri hanno stretto fiduciosi la mano al padre-padrone di Baku: sarà lui a garantire la sostituzione per le vostre caldaie del metano russo, sporco di sangue ucraino, con quello azero. Come credete che utilizzerà i vostri euro il dittatore Ilham Aliyev, che ha scelto per sua Vice la moglie con la quale, in divisa militare, ha rivendicato l’aggressione vittoriosa dell’Artsakh (che i manuali chiamano Nagorno-Karabakh)?
La parola “genocidio”
Un nemico per volta, voi direte. Il problema è che per noi non muoverà un dito la gloriosa alleanza occidentale, quando Aliyev completerà l’opera, sottomettendoci con l’aiuto di una Turchia che adesso mostra il volto dolce della mediazione, ma si candida a sostituire una Russia indebolita come superpotenza caucasica. Se siamo vivi è perché cinquemila soldati russi si sono messi in mezzo per impedire un massacro, ordito contro i vostri fratelli (?) Armeni con l’aiuto di mercenari jihadisti spediti lì, insieme ad armi potenti e droni assassini, dal sultano Erdogan. Finora erano state le truppe di Putin a tutelare l’esistenza di una fetta di territorio dell’Artsakh sotto la sovranità di questo antico popolo cristiano. Questi militari benedetti saranno richiamati per un conflitto che mentre scrivo – è fine aprile – si sta allargando, lasciandoci soli e in balia degli Aliyev.
Lo so che considerando le forze in campo il governo armeno non poteva che accettare un accordo con gli Azeri. Pura saggezza. Primum vivere. La responsabilità del leader di una nazione è di garantire almeno la vita. Ma durerà? E il vostro ministro Luigi Di Maio, per mostrare equanimità, dopo aver stipulato accordi con Aliyev per il gas, ha voluto onorare la memoria dell’eccidio armeno, e per la prima volta – dopo che il Parlamento l’aveva già fatto nel 2000 – ha usato in un comunicato il termine “genocidio” evitando di scegliere la parola moralmente neutra “Medz Yeghern” (Grande Male). Era ora. Ma la memoria e i memoriali vanno bene. Ma non lasciateci soli adesso, in questo presente.
A rischio cancellazione
Tutto questo lo sa bene Antonia Arslan. Eppure mi ripete: «Consolati e consolami». Vai in Artsakh e compra per strada o bussa a una porta e prendi tra le mani il Zhingyalov hats. Mi sono mosso dal mio villaggio di Molokani, vicino al lago di Sevan, dove penetrano di tanto in tanto soldati azeri, e sono andato a Stepanakert, la capitale del Nagorno-Karabakh. Come descrivere simile meraviglia. Si tratta di pane, il nostro pane non lievitato, reso sottilissimo, che si richiude contenendo un ripieno di erbe selvatiche. Secondo Antonia la perfezione vorrebbe che siano di 34 specie. La signora che me l’ha venduto si vergognava, perché aveva potuto raccogliere – causa i pericoli – solo sette tipi di erbe, e temeva di aver commesso sacrilegio. Cerfoglio, ortica, timo, qualcosa di amaro, e poi di fiorito.
Mi sono consolato e spero di consolare anche voi: noi Armeni esistiamo, cuciniamo e offriamo il cibo più povero e sublime, l’unico credo che sia ammesso in Paradiso. Insieme al miele di queste montagne, non ne esiste di eguale. Quando la Bibbia parlava di terre dove scorrono latte e miele, o evocava miele di roccia come segno di massima benedizione per il popolo, era perché Dio aveva assaggiato il miele dell’Artsakh. Fate in modo che non ci cancellino. Se non in nome della pietà per i fratelli, almeno per gustare il Zhingyalov hats e il miele biblico.
Il Molokano
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di maggio di Tempi.
Foto di copertina: Il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev accoglie il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio durante il loro incontro a Baku, 2 aprile 2022 (Foto di Angelo Carconi/ANSA). «L’Italia è da anni il primo partner commerciale al mondo dell’Azerbajgian. Oggi ci collaborano oltre 100 aziende italiane in diversi settori come design, turismo, agroindustria, tecnologie verdi, connettività e logistica» (Luigi Di Maio – Twitter, 21 febbraio 2020). «Sono lieto di annunciare che oggi gettiamo le basi per un ulteriore rafforzamento della cooperazione fra Italia e Azerbajgian in campo energetico, che auspico conduca a un ulteriore consolidamento del nostro partenariato economico e commerciale» (Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio in visita a Baku – ANSA, 2 aprile 2022).
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Categoria: Generale
Il governo italiano si inchina a tutti i dittatori mica ad uno solo . E si mette contro chi difende la libertà nel mondo ( Trump con annesso complotto in Italia e Putin con sanzioni, armi ed insulti). Che vergogna.
NO. NO. NO. La prego non dica: “voi Italiani siete tutti felici perché i vostri ministri hanno stretto la mano…”. Gli Italiani felici oggi sono solo i dementi che ancora non hanno capito cosa sta succedendo nel mondo oggi; quanto poi ai “vostri ministri”, questi non sono ministri di nessuno perché non eletti siedono dove non compete loro e stanno agendo in spregio della Costituzione e della volontà della maggioranza, mi auguro, del Paese. Altrimenti io non sono più Italiana: non mi sono mai piaciute le cattive compagnie.
Condivido!
Il cuore è doppiamente dolorante…e comunque sono rari articoli così. Ne servirebbero di più per sensibilizzare, denunciare e strappare dal protagonismo mediatico temi fin troppo dibattuti e distraenti.
La vedo brutta. Il sultano di Ankara non è uno di noi. Per molti di noi Putin non è altro che la continuazione della guerra fredda della nostra lontana gioventù. Per molti di noi l’appartenenza dell’Italia all’alleanza atlantica era fonte di sicurezza. Anche l’appartenenza della Turchia all’alleanza era un fattore in più di sicurezza nei confronti dell’orso russo.
Ma le ultime dichiarazioni del sultano lasciano sbigottiti. E ci fanno riflettere sui fenomeni degli ultimi anni a cui abbiamo assistito come spettatori senza comprenderli.
Perché l’unione europea aveva così duramente perseguitato economicamente la Grecia ?
Perché frau Anghela doveva tenere buoni tutti i Turchi che abitavano in Germania. Ovvero non poteva avere i turco tedeschi come oppositori.
Ci era stato detto che i Greci avevano dilapidato i prestiti UE per assurde spese interne e per acquistare armi ovvero aerei da combattimento.
Certo c’era la nato. Ma la nato era anche nella nazione dall’altra parte dell’Egeo. E ieri sera il sultano, a reti unificate, ci ha informato di essere sempre stato contro l’ingresso della Grecia nella Nato.
Ma i greci conoscevano il loro dirimpettaio meglio di noi. Dirimpettaio che oggi si permette di obiettare contro l’ingresso di paesi tradizionalmente neutrali come Finlandia e Svezia nella nato. Quale scusa accampa ? Che in Svezia ci sono molti curdi a lui avversi.
Ovvero chi vede in Erdogan un pericolo per la sicurezza dell’Europa ha probabilmente ragione.
E le prime vittime di questa brama di potenza potrebbero proprio essere gli armeni CRISTIANI NON MUSULMANI.
Ho il cuore gonfio di amarezza per il popolo Armeno e purtroppo, con immenso dispiacere, devo ammettere che confidare in questi lacchè Atlantisti privi degli elementi caratteristici assimilabili all’essere umano, è perfettamente inutile. Domine auxilium Armenia.
Governo italico a tutti si inchina fuorché a coloro che mantengono… senza peraltro mai aver eletto…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/