Un Prete in Cammino per Diritti e Libertà. Ultima Tappa, da Monterotondo a Roma.
11 Maggio 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, si conclude il pellegrinaggio di don Emanuele Personeni da Bergamo a Roma, che ha toccato tutta l’Italia, in difesa di diritti e libertà negate da un governo di malfattori, contro la Costituzione, che nessuno si perita di difendere, tantomeno il cosiddetto garante. #camminaeascolta. E per far giungere al pontefice regnante una lettera firmata da molte persone a cui viene proibito di lavorare e avere una vita sociale. Ecco la tappa di oggi.
E oggi mercoledì 11/05/2022 ULTIMA TAPPA da MONTEROTONDO a VENA D’ORO
km 15 a piedi.
Partenza ore 9/9,15 circa.
MONTEROTONDO (RM) -Parrocchia di Santa Maria Maddalena
MENTANA (RM) -Parrocchia San Nicola di Bari
CASALI (RM) -Parrocchia Santa Maria degli Angeli
TOR LUPARA (RM) -Parrocchia di Gesù Maestro
VENA D’ORO (RM) -Parrocchia di San Remigio
***
VANGELO DI MERCOLEDÍ 11 MAGGIO
TEMPO DI PASQUA
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Commento
Anche l’autorità legittima comporta un potere e il potere difficilmente non intacca l’innocenza. La tentazione di approfittarne e di prevaricare nasce dalla facilità con cui chi riveste una qualche autorità tende a sentirsene proprietario e dunque in diritto di far valere il proprio volere anche oltre il perimetro della legittimità stessa. In questa tentazione rischiano di cadere anche coloro che ricoprono cariche transitorie come quelle del politici nei regimi democratici. La temporaneità del potere, cioè il fatto che l’incarico ha una scadenza, servirebbe ad evitare che chi viene investito dell’autorità corra il rischio di identificarsi con essa invece di considerarsi a servizio della società che glie l’ha consegnata. Invece accade spesso il contrario. La scadenza del mandato si trasforma per qualcuno nell’urgenza di trarre dalla posizione di superiorità momentanea tutti i vantaggi personali possibili e di escogitare sistemi al limite del legale per prolungarne la durata. Mi colpisce il sussiego frequente che cittadini provvisoriamente messi al governo sviluppano nei confronti dei governati e la tendenza a considerare reato di lesa maestà ogni protesta di questi ultimi, manco fossero il Re Sole. Perché parlo di queste cose? Perché il modo di Gesù di gestire la propria autorità legittima é esattamente il contrario. Gesù é Figlio di Dio, l’autorità che esercita nel mondo é quella di Dio, é la stessa autorità del Padre. Per questo dice: “chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato”. Di fronte alla possibilità che qualcuno possa rifiutarlo, Gesù avrebbe tutti i diritti di usare la forza poiché Lui é realmente Via, Verità e Vita. Da quando ha cominciato ad aprire bocca Gesù ha dovuto sopportare opposizioni di ogni tipo. Avrebbe potuto mettere a tacere tutti con un ordine, così come ha fatto col vento e la tempesta sul lago di Cafarnao e molte volte con i demoni. Invece con gli esseri umani Gesù ha sempre avuto l’eleganza di non respingere con irritazione proteste e mormorazioni, perfino quelle maliziose; avrebbe potuto esercitare la propria autorità di re dell’universo quando presuntuosi esperti di Legge gli tendevano agguati teologici usando spietatamente la vita dei poveri pur di incastrarlo. Avrebbe potuto usare il potere. Ma non l’ha fatto. Gesù fin dall’inizio ha utilizzato il proprio potere soltanto contro il male, mai contro nessuno e mai a proprio vantaggio. É stato tra gli uomini, compresi i nemici, da uomo; ha accettato le dispute teologiche rispettando le regole della discussione, sottraendosi ai trabocchetti con intelligenza, mai irritandosi per la mancanza di rispetto. Avrebbe avuto piano diritto di irritarsi poiché la sua é l’autorità di Dio. Eppure si é sempre comportato da signore anche quando i suoi avversari si sono comportati in maniera sleale. Colpisce il fatto che mentre gli uomini approfittano dell’autorità che viene loro data per farsi grandi, Gesù che é depositario originario dell’autorità divina, l’ha utilizzata per farsi piccolo, cioè servo.
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Categoria: Generale
Bravo Don Emanuele! Ogni giorno guardavo la tappa prevista. Io sono piccolino, ma sogno di diventare forte. Mi hanno spiegato che quando uno crede in qualcosa di giusto a volte fa grandi cose e che è importante anche l’esempio dato. Prego per te!
Era ora… così ora potrà dedicarsi completamente agli uffici della parrocchia, celebrare le tre Messe al giorno, quelle vere, organizzare le processioni e le rogazioni solenni, condurre il Santo Rosario quotidiano, curare i paramenti sacri e la chiesa, educare i bambini al Catechismo, quello vero, amministrare tutti i Sacramenti, portare personalmente la Particola agli ammalati, ammonire i fedeli al rispetto puntiglioso dei Comandamenti e di tutti i loro corollari, ricordare costantemente i Novissimi, accogliere con sollecitudine i fedeli che vogliono confessarsi, vestendo l’abito talare, ovviamente.
il commento aprirebbe un discorso immenso. Per esempio, si è parlato di cariche politiche, dell’esempio del Figlio di Dio, nostro Signore, nell’esercitare la sua missione. Ma che dire dell’autorità ecclesiastica? Che dire delle “cariche” nella gerarchia della Chiesa? perchè non affrontare il tema del clericalismo come evidente ipertrofia dell’Istituzione (e non come “mondanità spirituale”)?
Carissimo don Emanuele, grazie per quanto ha fatto. Ne avevamo bisogno. Grazie per i chilometri percorsi: ogni passo è stato faticoso ma ha tracciato un cammino. Grazie per le parole dette: aiuteranno chi le ha ascoltate e lette ad agire con rettitudine. Lei si ferma alle porte di Roma. Non manchi di benedire da lontano questa Città Santa e la Chiesa che è in essa assediata da forze demoniache. Chieda a Dio la liberazione dalle potenze del Male. Il Signore degli eserciti la accompagni sempre.
Evviva, ce l’ha fatta! Che tempra, complimenti e grazie! Ma la lettera, quando la consegnerà al pontefice regnante? Ci riuscirà oppure le alabarde delle guardie svizzere lo terranno lontano?