Un Prete in Cammino per Diritti e Libertà. Oggi da Ozieri a Berchidda.

4 Maggio 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, continua il pellegrinaggio di don Emanuele Personeni da Bergamo a Roma, toccando tutta l’Italia, in difesa di diritti e libertà negate da un governo di malfattori, contro la Costituzione, che nessuno si perita di difendere, tantomeno il cosiddetto garante. #camminaeascolta. E per far giungere al pontefice regnante una lettera firmata da molte persone a cui viene proibito di lavorare e avere una vita sociale. Ecco la tappa di oggi.

§§§

 

TAPPA da OZIERI a BERCHIDDA

circa km 33

MERCOLEDI’ 04/05/2022

in bicicletta.

Partenza ore 9.30

OZIERI (SS) -Parrocchia della Beata Vergine Immacolata

SAN NICOLA (SS) -Parrocchia di San Nicola da Bari

OSCHIRI (SS) -Parrocchia della Beata Vergine Immacolata

BERCHIDDA (SS) -Parrocchia San Sebastiano Martire

 

Piccolo cambiamento di programma: questa mattina la partenza a Ozieri sarà alle 9,30 (non alle 9) davanti alla Chiesa di san Francesco d’Assisi (non davanti alla Cattedrale). Buona giornata a tutti.

***

VANGELO DI MERCOLEDÍ 4 MAGGIO TEMPO DI PASQUA Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Commento Quando Gesù dice “Io sono il pane della vita”, si riferiva all’intera sua esistenza: al suo corpo, alle sue parole, ai suoi sentimenti, ai suoi gesti. L’eucarestia é il luogo simbolico che rinvia a tutte le dimensioni della vita di Gesù; perciò l’uomo può trarre vantaggio dalla comunione eucaristica a condizione che tutte le dimensioni della vita di Gesù trovino posto nel suo cuore. Per capire questa cosa dobbiamo osservare l’uomo. Di cosa si nutre un uomo? Che cosa lo fa vivere? É piuttosto facile constatare che a farci vivere non é semplicemente il cibo. Anzi, lo stesso cibo può svolgere la sua funzione di darci energia solo a condizione che l’uomo si nutra di altro. Ma di cosa precisamente? Immaginiamo per un istante la tavola attorno a cui gli amici si raccolgono per consumare insieme il pasto. Mentre si scambiano il cibo, si scambiano parole, raccontano storie, mettono in comune i propri desideri, sigillano la loro alleanza, si promettono a vicenda di prendersi cura gli uni degli altri, rinnovano il loro patto di amicizia che ha nell’atto di scambiarsi il cibo le sua espressione simbolica. Cosa sarebbe quel cibo se gli amici non si scambiassero parole, non avessero nulla da dirsi, non si promettessero nulla, non avessero alcuna intenzione di comunicare alla medesima amicizia? Quel cibo non nutrirebbe la loro relazione e dubito riuscirebbe a nutrire il loro corpo. Quando si mangia insieme, il cibo ha una funzione simbolica essenziale che ha nell’amicizia la sua radice e nell’amicizia rinnovata il suo compimento. Se tutto fosse nel cibo, una volta consumato, ci si alzerebbe da tavola e ciascuno se ne tornerebbe da dove é venuto. Invece succede regolarmente che finito di mangiare, le persone si intrattengono a tavola a conversare, come se fosse quello il vero scopo dell’aver mangiato insieme: stare insieme, godere della presenza degli altri, condividere il tempo, dedicarsi ascolto. Il senso del mangiare insieme é appunto la comunione. Il cibo eucaristico, non a caso, viene chiamato “comunione” poiché a quella tende, a renderci fratelli, grati gli uni degli altri, dediti insieme a costruire un’umanità fraterna. Perché questo accada é necessario riconoscere il corpo di Gesù nella sua totalità che abbraccia l’eucarestia, la cura del povero, l’ascolto dell’altro, la pietà, il perdono, l’ascolto della Parola di Gesù, la preghiera, la condivisione. L’eucarestia rinvia simbolicamente a tutte queste cose. Ed é naturale che non esenti dal praticarle, le richiede proprio per riuscire a portare frutto nella vita di chi se ne nutre. La Grazia della comunione eucaristica porta frutto a condizione che il credente aspiri a divenire una sola cosa con Gesù mediante l’ascolto della sua Parola, la difesa della sua giustizia, la carità verso gli ultimi, il perdono dei fratelli, la condivisione dei beni. L’unica forma con cui la presenza di Gesù prende corpo nella nostra vita é la conformazione a Lui nell’agire, nel sentire, nel pensare. Chi si nutre di Cristo, cioè si conforma a Lui, non sarà più assediato dalle preoccupazioni del mondo: che cosa mangerò? Che cosa vestiró? Che cosa berró? In questo senso non avrà più fame e sete. L’unica fame e sete che sentirá é la fame e la sete dei prigionieri, fame e sete di libertá.

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2 commenti

  • maria ha detto:

    Io fatico a credere che la Madonna abbia parlato di divise. È proverbiale che l’abito non fa il monaco. Coi veggenti bisogna andare coi piedi di piombo. Nostro Signore non ebbe nessuna divisa e la Madonna neanche. San Pietro nella sua lettera invitava a vestirsi di virtù. Ma poi il sacerdote in questione sta viaggiando e deve essere sportivo. In chiesa e nelle celebrazioni certo che indossa i paramenti sacerdotali.

  • Claudio Gazzoli ha detto:

    Messaggio della Madonna a don Stefano Gobbi, rivolto ai sacerdoti:
    febbraio 1986
    È Volontà di Dio che voi adempiate con perfezione agli obblighi del vostro stato sacerdotale.
    È Volontà di Dio che voi diate uno spazio importante alla vita di preghiera e di profonda unione con Lui.
    Per questo Io vi conduco ad una scrupolosa osservanza delle vostre pratiche di pietà: l’ufficio divino non venga da voi mai tralasciato; la vostra meditazione quotidiana sia fatta con calma ed amore; il Rosario ogni giorno sia da voi recitato con Me; la Santa Messa, da voi celebrata e vissuta, diventi il punto di riferimento di tutta la vostra giornata.
    È Volontà di Dio che anche nella vostra azione apostolica seguiate le norme per voi emanate dalla Chiesa.
    Non partecipate mai a profani spettacoli; non andate in quei luoghi che non sono adatti alla vostra dignità di Ministri di Dio; sappiate proteggere e difendere il carattere sacro della vostra persona.
    Voi siete nel mondo, ma non siete del mondo.
    Non vergognatevi di dare a tutti questa pubblica testimonianza. PER QUESTO VI DOMANDO DI PORTARE SEMPRE IL VOSTRO ABITO ECCLESIASTICO, PERCHÉ SI VEDA OVUNQUE CHE VOI SIETE SACERDOTI DI DIO E MIEI FIGLI PREDILETTI.
    QUANTO ADDOLORA IL MIO CUORE IMMACOLATO IL VEDERE CHE MOLTI SACERDOTI, ED ANCHE DEI VESCOVI, VESTONO COMPLETAMENTE IN BORGHESE, DISOBBEDENDO APERTAMENTE ALLE LEGGI CHE LA CHIESA HA EMANATO PER VOI!
    È Volontà di Dio che voi ardiate di grande zelo per la salvezza delle anime, e siate perciò sempre pronti al grave compito che vi è stato affidato come ministri della riconciliazione.
    Ormai in grande parte della Chiesa questo sacramento così necessario sta disparendo, proprio perché molti Sacerdoti non vanno più nel confessionale a disposizione delle anime che hanno estremo bisogno di questo sacramento della divina misericordia.
    È Volontà di Dio che siate sempre disponibili a tutte le necessità spirituali e materiali del vostro prossimo. Il vostro cuore sacerdotale sia aperto, generoso, sensibile e misericordioso.
    Solo così adempite alla Volontà che il Signore ha su ciascuno di voi e percorrete il cammino verso la santità.
    Per questo Io vi conduco ogni giorno sulla via della perfetta attuazione della divina Volontà, affinché, nel Tempio santo della vostra vita sacerdotale, la Santissima Trinità possa ricevere da voi oggi la sua più grande gloria».