Antidiplomatico, il Gen. Fabio Mini: Negoziare, Basta Propaganda e Armi.
4 Maggio 2022
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, mi sembra opportuno offrire alla vostra attenzione questa intervista, realizzata da L’Antidiplomatico, che ringraziamo per la cortesia, a un generale di grande esperienza e carriera, sul conflitto fra Russia e Ucraina. Buona lettura.
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Negoziare, finirla con il pensiero unico e la propaganda, aiutare l’Ucraina a ritrovare la ragione e la Russia ad uscire dal tunnel della sindrome da accerchiamento non con le chiacchiere ma con atti concreti.” E’ il pensiero di Fabio Mini, generale di Corpo d’Armata dell’Esercito Italiano, già Capo di Stato Maggiore del Comando NATO del Sud Europa e comandante della missione internazionale in Kosovo. “E quando la crisi sarà superata, sperando di essere ancora vivi, Italia ed Europa dovranno impegnarsi seriamente a conquistare quella autonomia, dignità e indipendenza strategica che garantisca la sicurezza europea a prescindere dagli interessi altrui”, dichiara a l’AntiDiplomatico.
E’ stato scritto correttamente come le voci più sensate nel panorama della propaganda a senso unico siano quelle dei generali, di coloro che conoscono bene come pesare le parole in momenti come questi. Come l’AntiDiplomatico abbiamo avuto l’onore di poter intervistare uno dei più autorevoli.
L’INTERVISTA
Dal Golfo di Tonchino alle armi di distruzione di massa in Iraq- e tornando anche molto indietro nella storia – Generale nel suo libro “Perché siamo così ipocriti sulla guerra?” Lei riesce brillantemente a ricostruire i falsi che hanno determinato il pretesto per lo scoppio di diverse guerre. Qual è l’ipocrisia e il falso che si cela dietro il conflitto in corso in Ucraina?
Il falso è che la guerra sia cominciata con l’invasione russa dell’Ucraina. Questo in realtà è un atto nemmeno finale di una guerra tra Russia e Ucraina cominciata nel 2014 con l’insurrezione delle provincie del Donbas poi dichiaratesi indipendenti. Da allora le forze ucraine hanno martoriato la popolazione russofona ai limiti del massacro e nessuno ha detto niente. Per quella popolazione in rivolta contro il regime ucraino non è stata neppure usata la parola guerra di liberazione o di autodeterminazione così care a certi osservatori internazionali. E’ bastato dire che la “Russia di Putin” voleva tornare all’impero zarista per liquidare la questione. L’ipocrisia è l’atteggiamento della propaganda occidentale pro-Ucraina che, prendendo atto che esiste una guerra, finge di non sapere chi e che cosa l’ha causata e si stupisce che qualcuno spari, qualcun altro muoia e molti siano costretti a fuggire. Ipocrisia ancor più grave della propaganda è il silenzio omertoso di coloro che tacciono sul fatto che dal 2014 Stati Uniti e Nato hanno riversato miliardi in aiuti quasi interamente destinati ad armare l’Ucraina e migliaia di professionisti della guerra per addestrare e arricchire i gruppi estremisti e neo- nazisti.
Nella stampa occidentale si tende a definire Putin come “un pazzo che ha scioccato il mondo con la sua iniziativa”. Eppure in un video del 1997 l’attuale presidente americano Biden dichiarava come l’allargamento ai paesi baltici (non all’Ucraina!) della Nato sarebbe stato in grado di generare una risposta militare della Russia. Non crede che dal 2014 l’Europa abbia sottovalutato la questione ucraina?
Non credo sia stata sottovalutata, ma è stata volutamente indirizzata verso la trasformazione graduale del paese in un avamposto contro la Russia, a prescindere dalla sua ammissione alla Nato. Di qui la pseudo rivoluzione arancione “ (2004), il sabotaggio interno ed esterno di ogni tentativo di stabilizzazione, l’alternanza di governi corrotti, la pseudo rivolta di Euromaidan, il colpo di stato contro il presidente Yanukovich (2014) fino alla elezione di Zelensky. Quest’ultimo è passato da un programma elettorale contro gli oligarchi, contro la corruzione politica e la promessa di “servire il popolo” ad una politica dichiaratamente provocatoria nei confronti della Russia. E questo era esattamente ciò che volevano gli Stati Uniti e quindi la Nato dal 1997.
Il tema dell’espansione Nato però è sempre stato tabù da noi…
L’espansione della Nato a est iniziata in quell’anno dopo una serie di prove di coinvolgere nella “cooperazione militare “i paesi dell’Europa orientale ( programma “Partnership for peace”) è stata una provocazione continua per 24 anni. Per oltre un decennio la Russia non ha potuto opporsi e la Nato, sollecitata in particolare da Gran Bretagna, Polonia e repubbliche baltiche ha pensato di poter chiudere il cerchio attorno ad essa “attivando” sia Georgia sia Ucraina. La Russia è intervenuta militarmente in Georgia e questo ha dato un segnale forte agli Usa e alla Nato, che non hanno voluto intervenire. Durante la crisi siriana del 2011 la Russia si è schierata con il governo di Bashar Assad e successivamente con la guerra all’Isis è intervenuta militarmente dando un contributo sostanziale alla sua neutralizzazione. Bashar Assad è ancora lì. Le operazioni russe in Siria ancorchè concordate e coordinate sul campo con la coalizione a guida americana, hanno disturbato i piani di chi voleva approfittare dell’Isis e delle bande collegate per destabilizzare l’intero medioriente. Un altro segnale del mutato umore russo è stata l’annessione della Crimea subito dopo il colpo di stato contro Yanukovic sostenuto dagli Stati Uniti e in particolare dall’inviata del Dipartimento di Stato Victoria Nuland e dall’allora vice presidente Biden. Dal 2014 in poi l’Ucraina con il sostegno degli Stati Uniti e della Nato ha assunto una linea ancora più ostile nei confronti della Russia e iniziato ad integrare nelle forze armate e nella polizia i gruppi neonazisti che si erano “distinti” negli scontri di Maidan. Gli stessi che ora organizzano la “resistenza ucraina” e coordinano i circa 16000 mercenari sparsi per il paese. Per tutto questo mi sento di dire che la Nato non ha trascurato l’Ucraina, anzi l’ha spinta con forza in un’avventura pericolosa per entrambi e soprattutto per noi europei.
In una recente apparizione in TV Lei ha detto di aver avuto modo di conoscere in prima persona i generali russi e ha definito quella russa “una guerra limitata per scopi limitati”. Quali sono gli obiettivi che i russi si sono posti sul territorio secondo lei?
In Kosovo avevo alle dipendenze anche il contingente russo di cui una parte garantiva sicurezza dell’aeroporto militare/civile di Pristina e un’altra schierata nel settore montano al confine con la Serbia. I rapporti con i generali russi erano quasi giornalieri e sempre molto corretti soprattutto nei miei confronti (in quanto italiano). Parlavamo di sicurezza collettiva e di futuro del Kosovo, una cosa alla quale nessuno nella Nato aveva pensato prima di andare in guerra. Parlavamo anche di operazioni militari e di dottrina. Vent’anni fa. La guerra limitata è una categoria prevista anche da Clausewitz e i russi sono sempre stati clausewitziani. All’inizio dell’invasione ho cominciato a vedere i segni non di una operazione speciale come l’ha definita Putin, ma di una serie di operazioni ad obiettivi limitati, unite dallo scopo strategico di impedire all’Ucraina di diventare il fulcro della minaccia militare alla Russia , ma tatticamente indipendenti. Le operazioni riguardavano la messa in sicurezza di territori del Donbass, la fascia costiera del mare d’Azov e del Mar Nero fino a Odessa e, se necessario, fino al confine con la Moldavia neutrale. L’avanzata su Kiev doveva essere l’operazione principalmente politica di pressione per i negoziati e l’eventuale instaurazione di un governo favorevole alla linea russa. Questa operazione non vincolata né al tempo né agli obiettivi: dipende dagli eventi. Se quelli diplomatici, politici e operativi evolvono in maniera soddisfacente l’operazione può essere interrotta. In caso contrario, dalla marcia d’afflusso le forze possono passare allo schieramento attorno alla città, e se ancora gli eventi sono negativi possono passare alla “preparazione” di fuoco poi al fuoco aereo e poi se e quando la città è allo stremo potrà iniziare la presa vera e propria della città. Questo tipo di operazioni con la tecnica del carciofo ha spiazzato tutti gli analisti della domenica che si aspettavano e forse cinicamente si auguravano di vedere la tempesta di fuoco alla quale ci hanno abituato gli americani in tutte le loro guerre. Ovviamente questa incredulità ha alimentato le speculazioni sull’effettiva potenza dell’apparato russo e sulla eroica resistenza ucraina che avrebbe arrestato l’invasione. L’apparato che vediamo in televisione dice però una cosa diversa: l’operazione è ancora intenzionalmente alla prima fase, in attesa di eventi. In questa situazione i vantaggi vengono soltanto dall’efficacia e credibilità della pressione. Gli svantaggi riguardano sia le provocazioni esterne (da parte della Nato) sia il rafforzamento della resistenza interna che non muterebbe il risultato dell’operazione ma farebbe molti più danni.
Ritiene che le armi che l’Italia invierà e i mercenari che stanno influendo potranno incidere sulle sorti del conflitto? E se comunque possono essere causa di ulteriori rischi…
Credo proprio di no. Lo renderanno più sanguinoso e anche di livello operativo più elevato. In caso di squilibrio di forze tattiche , si tende a passare a quello strategico e allora potranno essere impiegate armi di livello strategico come bombardieri, missili e perfino armi nucleari tattiche: tutte cose che porterebbero ad uno scontro diretto fra Nato e Russia.
Ritiene che il pericolo che i jihadisti-mercenari possano affluire dalla Siria in Ucraina in gran numero? E che complicanze si creerebbero nel conflitto?
I Jihadisti mercenari saranno pochi e potranno influire sul livello di barbarie, alzandolo. Di mercenari ce ne sono tanti e sono anche ben pagati. Quelli per l’Ucraina con i soldi nostri e quelli per la Russia con i soldi russi. L’afflusso di mercenari ha però un lato interessante: smonta completamente la tesi dei volontari combattenti per la patria. Inoltre, le compagnie di mercenari o contractors non si accontentano mai della semplice paga per i soldati ma pretendono sempre grandi cose dagli stati che li assoldano. Vogliono anche potere, assetti nazionali importanti come miniere, industrie, infrastrutture sensibili. Non sono mai soddisfatti e sono caduti dei regni per mercenari insoddisfatti.
Sui negoziati in Bielorussia. La Francia e Germania sembrano orientate ad un approccio di maggior mediazione mentre il nostro paese, assente nel vertice franco-tedesco-cinese, sembra preferire una visione più oltranzista. Giudica le richieste della Russia una base di partenza valida per l’Europa e cosa si rischia prolungando l’attesa di un vero confronto?
Le richieste russe, come in qualsiasi negoziato sono la base di una discussione. Se non è soddisfacente, ciascuna parte deve finirla di dire cosa vuole e cominciare a pensare cosa può cedere. In genere il più forte è quello più disponibile a cedere perché ritiene di “concedere” e quindi mantiene il prestigio intatto. La parte più debole deve solo ridimensionare il livello di ambizione. In questo caso ogni minima riduzione dell’ambizione ucraina porterebbe una grande concessione: la salvezza del paese. Il nostro paese ha decretato unilateralmente, come se parlasse per tutti, la fine dei negoziati, fra l’altro con un atteggiamento bullistico. L’atteggiamento degli altri è molto meno arrogante. E questo li rende in sintonia. Ma anche nel bullismo non siamo fra i migliori. La Gran Bretagna e la Polonia ci battono.
Il governo polacco ha dichiarato di voler fornire i propri Mig alle forze ucraine, ma facendoli partire dalle basi tedesche. Gli Stati Uniti hanno poi frenato l’iniziativa polacca. Quanto è reale l’opzione di una No fly zone in Ucraina e quanto è probabile un futuro coinvolgimento militare della NATO?
La dichiarazione di No fly zone dei cieli dell’Ucraina sarebbe un modo per accelerare il disastro. Chi la sta chiedendo a gran voce vuole il disastro e dimostra la propria incapacità di controllare il proprio spazio aereo. Vuole un pretesto per trascinare in guerra tutta l’Europa. Non dobbiamo cedere a questa tentazione perversa, soprattutto nei momenti come questi quando un attacco aereo finisce per colpire un padiglione di ospedale e l’emozione soffoca la razionalità.
La narrativa occidentale cerca oggi di minimizzare (o censurare del tutto) la presenza di neo-nazisti nei battaglioni incorporati alle forze ucraine, nonostante decine di reportage (dalla Bbc al Time al Guardian) in passato avessero fatto luce sulla vicenda con toni giustamente inorriditi. Ritiene credibile Putin quando parla di denazificare l’Ucraina come uno degli obiettivi?
La denazificazione a cui si riferisce Putin non riguarda l’Ucraina, ma il suo apparato governativo in cui tali elementi si trovano anche in posizione di vertice. I reportage hanno tutti ragione e comunque non rendono l’esatto conto della presenza e dell’influenza di questi gruppi. Sono state proprio le forze di polizia e dell’intelligence ucraina ad opporsi all’inserimento di tali elementi nei loro ranghi. Hanno dovuto subire ma oggi la caccia al russo (o filorusso) potrà mutare in caccia al nazi e visti i numeri e la frenesia degli interessati non mi stupirei se domani l’Ucraina cadesse dalla padella della guerra contro la Russia nella brace di una guerra civile .
Cosa dovrebbe fare il governo italiano in questo contesto e più in generale l’Europa?
Negoziare, finirla con il pensiero unico e la propaganda, aiutare l’Ucraina a ritrovare la ragione e la Russia ad uscire dal tunnel della sindrome da accerchiamento non con le chiacchiere ma con atti concreti. E quando la crisi sarà superata, sperando di essere ancora vivi, Italia ed Europa dovranno impegnarsi seriamente a conquistare quella autonomia, dignità e indipendenza strategica che garantisca la sicurezza europea a prescindere dagli interessi altrui.
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Tag: antidiplomatcio, mini, ucraina
Categoria: Generale
@Davide Scarano
È così, purtroppo. Ma vede, se fossimo stati vicini a Dio, se non avessimo approvato leggi anticristiche, Egli ci avrebbe donato il suo Spirito.
Spirito di intelletto, di consiglio, di sapienza …con cui avremmo intuito gli inganni, , scoperto le ipocrisie, avremmo opposto resistenza alle sirene omicide, alla tecnocrazia atea e al denaro che reifica le persone.
Invece abbiamo accettato tutto, come correttamente Lei sottolinea.
L’intruglìo covidico é fatto con o a partire da feti abortiti dietro pagamento: il libro ” Mors tua, vita mea ” a cura del prof. Viglione fa venire la pelle d’oca.
Un cattolico autentico avrebbe obiettato di coscienza, senza se e senza ma.
Poi avrebbe pensato anche alla pelle o ad altri inconvenienti. Invece…
Il guaio maggiore però, gentile Davide, deve ancora arrivare e si chiama transumanesimo.
Lo presenteranno come il traguardo nicciano del Superuomo, il percorso vedo l’immortalità e la libertà totale e vedrà che abboccheranno tutti, a partire dai giovani, dagli intellettuali, come hanno abboccato l’amo del covid, di Vladimir il Terribile, di Bergoglio il Misericordioso, della UE pacifista, del progresso illimitato della scienza che sconfigge la morte.
Poi si innamoreranno dell’Anticristo, il gran signore del mondo che, abolita la povertà, aprirà un’era di splendore.
A un patto però: che nessuno pronunci il nome di Cristo Gesù.
Spero di non esserci, in quel tempo
Hermann Goering in una Intervista si esprime sulla guerra. La tecnica funziona sempre, ieri come oggi…..
https://blog.tooby.name/2018/08/27/e-naturale-che-la-gente-non-voglia-la-guerra-secondo-goring/
Il Generale, competente ma prudente, che ringrazio per la pacata testimonianza della sua preziosa esperienza, teme qualcosa che non ha esplicitamente detto: la svolta nucleare della guerra.
Lo rivela però, con lapsus, in una frase: … ” e quando la crisi sarà superata, Se Saremo Ancora Vivi … ”
Già.
Se saremo ancora vivi.
Ebbene, Generale, se saremo ancora vivi, a mio avviso, saremo ancora più arroganti perché l’abbiamo scampata bella. Non usciremo dalla Nato e non cercheremo indipendenza e libertà.
Anzi saremo diventati ancora più atlantisti e filoamericani, perché i nostri giovani non si sentono realizzati se non hanno in tasca il master americano o inglese…Li abbiamo indirizzati all’uso americano non solo nel vestire e nel cibarsi, ma nell’acculturarsi e nel desiderio sfrenato di libertà. Ma anche e solo nel trovare lavoro.
Loro credono nel self made man, e forse hanno ragione, dato che i cialtroni che reggono questo nostro sventurato Paese, distruggendo la scuola e l’università e favorendo la corruzione ai vertici degli atenei con il reclutamento di docenti incapaci e disonesti, hanno reso difficile l’inserimento nella società dei nostri figli.
Inoltre gli italiani dipendiamo troppo dalla televisione.
Leggiamo poco e capiamo ancor meno la realtà dei fatti.
Ora poi che l’intruglio covidico offusca i cervelli, c’è proprio poco da sperare.
Per Mimma:
1) Nessuno sa come evolverà la Storia, nondimeno il Covid ha segnato un punto di non ritorno: ha dimostrato che molti, pur di salvare la vita sono disposti a perdere tutto il resto, cioè libertà, dignità, affetti, rispetto per i propri defunti. Chi di dovere avrà preso i suoi appunti. Anche la Chiesa ha contribuito a tale svolta: ai tempi di San Carlo Borromeo non scappava di fronte alla peste. Quanto all’economia ed alla politica non è solo questione di master: è stato favorito un sistema che ostacola il lavoro e la relazioni sociali “di prossimità” a favore della realtà mediata, ma forse dovrei dire fondata, sulla tecnologia, specie quella dell’informatica e della comunicazioni, e sull’intrattenimento.
2) Qualcuno ha già cominciato a capire oggi, qualcun’altro capirà quando inizieranno le tribolazioni derivanti dalla guerra e dalle azioni degli architetti del nuovo mondo. Come ho già scritto, il figliol prodigo, trovatatosi solo e senza cibo, tornò alla casa del Padre chiedendo perdono. Infine per chi ancora non avrà capito ci sarà il giudizio di Dio.
Comincia a circolare una voce insistente anche nei circoli liberal:
la politica estera diTrump non avrebbe permesso questa insensata guerra. La politica estera di Trump imponeva rispetto, sì verso gli USA, ma nesuna ingerenza nelle cancellerie anche alleate.
Grazie al democratico Biden, alla commissaria Von der Leyen , al nostro primo ministro Draghi, la Russia è stata messa nella condizione di guardare ad Est, di costituire un polo economico e militare di rilevante portata.
Speriamo torni in America (Nazione che amo profondamente) la Ragione!
I don’t think that will happen anytime soon. Check out the interview with Paul Craig Roberts at usawatchdog.com.
Forse si sono fatti 2 conti e cominciano a capire che forse è meglio per loro alzare la testa e la voce. Vittime come i medici, gli insegnanti del piano di vaccinazione coatto, quando il popolo già bue sarà definitivamente inquadrato nell’identità digitale che, se sgarri, ti “spegne” e tu non esisti più, hanno finalmente capito che anche loro saranno rottamati. A che serve infatti avere forze dell'”ordine” o costosissimi “eserciti”, quando con 1 pulsante posso estinguere qualsiasi minaccia? Buongiorno! Benvenuti nella nuova realtà anche a voi!
Sul giornale. it
Proviamo a inserire il link
http://www.ilgionale.it/news/mondo/fino-collisione- nucleare
Se sotto Azovstal si dovessero scoprire certi altarini nascosti dentro i cunicoli, non basterebbero interi battaglioni di disinformatia prezzolata per impedire l’onda di piena.
Mi permetta, generale, se chi soffia sulle fiamme della guerra sono i signori Biden e Nuland , non possiamo affermare che sia la guerra della Nato.
Qui si sapeva poco della situazione nel Donbass, non si pensava minimamente che qualcuno volesse ricongiungere la Crimea all’Ucraina.
Ma comunque, sotto la Presidenza Trump Putin non sembra aver avuto minimamente l’idea di attaccare
Cosa le fa credere ad una indipendenza della NATO da Biden e dalla distributrice di panini ?
Se cessasse la dipendenza della NATO dagli Stati Uniti (in questo periodo mal governato da Biden), la NATO – semplicemente – cesserebbe di esistere. Come dovrebbe essere da trent’anni a questa parte.
L’equilibrio e la razionalità del generale Mini, dovrebbero essere il bagaglio necessario per ogni leader politico che si consideri tale.
C’è la razionalità dei generali (non in servizio, peraltro…), e la stupidità, l’arroganza, l’ignoranza (anche avessero sette lauree), la corruzione, la sete di potere, l’infantilismo idiota di chi ama giocare alla guerra (attenendosi al solito principio: “armiamoci e partite”) di coloro che per nostra disgrazia e senza che nessun voto popolare (diretto o indiretto ) l’abbia consentito, sono arbitri dei nostri destini.
Forse sarebbe il momento che i Generali, quelli in servizio, incominciassero a recarsi al Quirinale e a Palazzo Chigi, magari accompagnati da qualche pattuglia di giovanotti a fare una visita “di cortesia” ai titolari di quelle sedi. Sarebbe un colpo si stato? E perché, quello iniziato dieci anni fa, e resosi sempre più evidente e producente effetti sempre più deleteri, che cos’é?
Sul sito di Maurizio Blondet idem con patate. Articolo: RIVOLTA DEI GENERALI ITALIANI. QUESTA NON È LA NOSTRA GUERRA, È DEGLI USA. E c’è un altra intervista ad un altro generale italiano che dissente ed avverte dei pericoli a cui andiamo incontro così facendo.