Un Prete in Cammino per Diritti e Libertà. Oggi da Fordongianus a Ghilarza.

30 Aprile 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, continua il pellegrinaggio di don Emanuele Personeni da Bergamo a Roma, toccando tutta l’Italia, in difesa di diritti e libertà negate da un governo di malfattori, contro la Costituzione, che nessuno si perita di difendere, tantomeno il cosiddetto garante. #camminaeascolta. E per far giungere al pontefice regnante una lettera firmata da molte persone a cui viene proibito di lavorare e avere una vita sociale. Ecco la tappa di oggi.

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TAPPA da FORDONGIANUS a GHILARZA

circa km 17

SABATO 30/04/2022

a piedi

Partenza ore 9.

FORDONGIANUS (OR) -Parrocchia di San Pietro Apostolo

GHILARZA (OR) -Parrocchia Maria Vergine Immacolata

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VANGELO DI SABATO 30 APRILE TEMPO DI PASQUA

Dal Vangelo secondo Giovanni

Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

Commento

Nella cultura biblica il mare é simbolo del male. Le sue acque possono inghiottire l’uomo e sottrarlo alla pietà dei suoi cari. Non é un caso che Gesù dica ai discepoli: “vi farò pescatori di uomini…”. É una metafora. Si tratta di strappare l’uomo al male. Ricorderete tutti il passaggio attraverso il Mar Rosso degli ebrei in fuga dall’Egitto. Dopo essersi spalancato per intervento di Dio, il mare ha richiuso le sue fauci sugli inseguitori egiziani uccidendoli tutti. La simbologia é chiara. Mentre Dio domina il male e spinge i suoi figli ad attraversarlo senza paura, i suoi nemici ci annegano dentro. Fuor di metafora, il male fa soffrire chi lo patisce ma rende certamente prigioniero soltanto chi lo compie. A meno di convertirsi, costui conoscerà la morte. E la conoscerà subito. Non dobbiamo però temere. Fin dalle origini Dio ha deciso di spiegare la potenza del suo braccio in favore dei suoi figli. Creando il mondo aveva già stabilito sulla terra (secondo il libro di Genesi) un limite alle acque. Donando a Israele la sua Legge, aveva insegnato agli uomini non solo ad evitare il male e la morte ma a scegliere il bene e la vita. Ora, attraverso Gesù, non solo invita a scegliere la vita ma invita a unirsi a lui in questa battaglia senza esclusione di colpi contro il male, a vantaggio di tutti, soprattutto di chi é caduto preda dei suoi abissi. Dio non vuole perdere nessuno dei suoi figli. Mediante la parola di Gesù, attacca il male direttamente sul suo terreno che é l’uomo. Per questo si é fatto uomo in Gesù. Per poter parlare al suo cuore, per poter camminare accanto a lui sempre, perfino sulle acque infide del male. Il fatto che Gesù cammini sulle acque mostra proprio che non c’è situazione così difficile nella vita dell’uomo da impedire al Signore di camminare accanto a lui. Dio non promette a nessuno una traversata tranquilla, ma promette a ciascuno che non farà mancare la sua presenza. Compresi coloro che del male sono divenuti prigionieri. Anzi, costoro prima di tutti. Gesù é venuto infatti per sottrarre alle grinfie del male quegli uomini che il male considera proprietà sua, vittime irredimibili, prigionieri senza possibilità di riscatto. Appena prima dell’episodio narrato oggi, l’evangelista racconta che Gesù se ne era scappato sul monte dopo la moltiplicazione dei pani perché aveva saputo che la gente voleva farlo re. La folla é fatta così: esalta quelli di cui può servirsi finché le servono ed esalta quelli che la dominano o le fanno paura perché a costoro serve così. Ora però che i discepoli sono in difficoltà sulle acque, ora che l’attraversamento del mare/male si fa pericoloso, Gesù scende nuovamente dal monte affinché possano giungere a riva sicuri. Ma perché i discepoli hanno paura vedendo Gesù camminare sulle acque? Anche questa é una metafora. Come reagirà il mare/male, si chiedono, vedendo che c’è uno che non ha paura di lui? Come reagiranno le forze del male vedendo che c’è uno che le affronta a viso aperto? É sempre così. La paura che il male incute porta a tremare di spavento cigni volta che qualcuno osa alzare la testa e opporsi alle sue prepotenze. Non abbiate paura, dice Gesù, sono io. Fidatevi di ciò che ho compiuto. Non bisogna avere paura. Per dedicarsi a chi é perduto e dare voce a chi é schiacciato é necessario fidarsi del Signore. C’è un solo modo per non temere il male e nel contempo affrontarlo: la fiducia nella parola di Gesù e del suo mandato.

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