VANGELO DI SABATO OTTAVA DI PASQUA 23 APRILE
Dal Vangelo secondo Marco
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».
Commento
Gesù aveva scacciato sette demoni da Maria Maddalena. Il numero sette indica la totalità, quindi il fatto che questa donna era stata interamente prigioniera del male, un male multiforme, con molti volti, con aderenze in ogni parte dell’esistenza. Non c’era spiraglio nella sua vita finché Gesù non squarciò la tenebra in cui era tenuta prigioniera. É questa la donna a cui per prima Gesù ha consegnato la testimonianza della sua Resurrezione, la prima a cui é apparso. Dobbiamo considerare che ai tempi di Gesú la testimonianza di una donna non era considerata attendibile. Nessuna donna sarebbe mai stata chiamata a deporre in un tribunale per dirimere una contesa qualsiasi, figuriamoci per sostenere la veridicità di un evento strabiliante come la Resurrezione. Trattandosi inoltre di una donna segnata in passato da impurità era del tutto inimmaginabile che gli undici avrebbero potuto prestare fede alle sue parole. Eppure il Risorto ha consegnato proprio a lei per prima la buona notizia. Evidentemente il Risorto non è succube di ottusità culturali né imprigiona le persone nel loro passato, non le giudica per ciò che sono state ma le guarda per ciò che sono e per ciò che possono diventare. Il Risorto guarda le persone con lo sguardo di Dio allorché dopo le creazione si posò per la prima volta sull’uomo e sulla donna e vide che erano cosa molto buona. Maria Maddalena dunque ha potuto credere in Gesù perché anzitutto Gesù aveva creduto in lei. Forse passa di qui la possibilità per l’uomo di diventare nuova creatura: che qualcuno lo guardi credendo fermamente nella possibilità che si apra alla vita con la stessa cocciutaggine di Dio. Qualcuno insomma che non si stanchi di cercarlo, di volergli bene, di invitarlo a conversare. A ben guardare tuttavia, l’incredulità degli undici non é dipesa (soltanto) dal fatto che la Maddalena fosse una donna, per di più peccatrice. Lo prova il fatto che non hanno creduto neppure ai due discepoli tornati da Emmaus dopo aver riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Evidentemente ogni pretesto é buono quando non si vuol credere. Di qui il rimprovero di Gesù per “l’incredulità e la durezza di cuore”. Si tratta di una diagnosi sottile. A impedire ai discepoli di credere non é stata soltanto l’incredulità, attribuibile alla fragilità umana. É stata anche la durezza di cuore. Di cosa si tratta? La nostra coscienza é collocata su un piano inclinato. In mancanza di una lotta consapevole per rimanere aggrappata al bene e al Signore, finisce per scivolare impercettibilmente ma inesorabilmente verso il basso, diventa facilmente preda di suggestioni e ossessioni quali l’autoaffermazione, la brama delle cose, l’avidità, idolatrie di ogni tipo. Il libro di Genesi aveva già scritto di questo: il peccato è accovacciato alla porta del nostro cuore, verso di noi è la sua brama. Il nostro compito é dominarlo (cf. Gen 4,7). I discepoli sono malati di sclerocardia, cioè durezza di cuore. La diagnosi potrebbe sembrare scoraggiante. E invece la sorpresa: Gesù manda proprio questi duri di cuore ad annunciare la buona notizia. Ancora una volta, prima di essere loro a credere in Gesù é Gesù a credere in loro. Sarà questa disarmante fiducia di Gesù ad averla vinta alla fine.
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se nessuno si ribella a questo governo e a bergoglio a cosa servono le chiacchiere