Iustitia in Veritate. Studenti Russi Cacciati. Università, un Feticcio Superfluo.
21 Aprile 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e volentieri pubblichiamo questo comunicato di Iustitia in Veritate. Buona lettura.
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Università & Guerra
COMUNICATO
La disgregazione della nostra civiltà procede al galoppo. La distruzione del diritto è cosa fatta e la salute collettiva è ormai garantita. Salus populi suprema lex è stata assicurata da un cumulo di disposizioni normative puntigliose, la cui giustificazione, ormai sembra chiaro, è l’educazione del popolo bue alla volontà del potente di turno. L’educazione a cosa? All’odio e alla menzogna. Nessuno si può sottrarre non semplicemente alla sottomissione gioiosa al cielo, un po’ strano, del mondo nuovo ma deve farlo suo con convinzione, diffonderne attivamente le leggi sacrosante e difenderle con zelo. Non a caso ormai abbiamo tutti sul petto la stella da vicesceriffo, stella ovviamente verde, che dà un frammento dello sconfinato potere di estendere senza limiti lo spirito della legge. Quale spirito? Quello che dà un briciolo di potere arbitrario esercitato sul primo malcapitato, con i molti retrogusti dolceamari che questo dà. Il prezzo pagato per entrare in questa nuova era, in cui “nulla sarà più come prima”, è stato la fondazione della città dell’odio; molti, però, lo considerano un premio! Il capolavoro del potere è stato l’aver ipnotizzato il popolo, quello che ne restava, ed averlo reso proprio convinto seguace e servitore, in molti casi proprio complice. E il tanto decantato bene comune, sempre e comunque necessario per giustificare una qualsiasi legge? Il bene comune si è tuffato, con un doppio salto mortale carpiato e avvitato, in un buio stagno di menzogne; poiché lo stagno è in larga parte “virtuale”, non si è sentito quando ha sbattuto la testa sul fondo roccioso della realtà e si è rotto l’osso del collo. Per il potere ebbro di droghe psichedeliche così va bene, anzi è proprio quello che voleva. Così potrà ripescare il cadavere del bene comune e usarlo per qualsiasi ulteriore scopo propagandistico: il fantasma è pronto e può tornare quando vuole nei nostri incubi. La guerra è il nuovo puparo e la pandemia può riposarsi, almeno per ora.
L’Università cosa c’entra? La notizia che una prestigiosa università italiana abbia trattato in maniera palesemente differente studentesse russe e studentesse ucraine non può essere considerata una discriminazione, ma l’applicazione “proporzionata” dei principi della nuova civiltà del diritto: tutelare le vittime per universale spirito di umanità e punire i malvagi per altrettanto universale sentire; insomma al principio basilare per cui la responsabilità è strettamente personale, mai collettiva, e al collegato principio per cui nulla poena sine lege, si è sostituito il rozzo schema per cui l’appartenenza ad un popolo, di uno Stato con cui non sì è nemmeno formalmente in guerra, significa l’essere cancellati dalla vita universitaria e privati dei minimi mezzi di sopravvivenza. Si ripete la farsa sanitaria: chi non ubbidisce al potere perde lo status di soggetto giuridico e prima di essere umano. D’altra parte, cosa ci si poteva aspettare da un popolo che ha chiesto il green pass ai poveri per avere un pasto caldo e per passare le notti invernali al riparo?
L’università ha dimostrato, così, di essere ormai un feticcio superfluo. D’altra parte il nuovo mondo digitale non ha bisogno dell’università, ma di agenzie di formazione del tutto impersonali, appiattite sugli automatismi e sui dogmi di un sapere tecnico ed applicativo. Per trasmettere ed acquisire un tale sapere, di cui l’essere umano è solo un’appendice riplasmata ad immagine e somiglianza di quel sapere, l’università non serve, è solo una macchina pesante e costosa.
Che i docenti universitari abbiano perso il senso della grande responsabilità e dignità che hanno nel custodire, coltivare, accrescere il sapere e trasmetterlo con passione alle nuove generazioni, è solo uno sconfortante corollario. Prima di diventare il gruppo mediamente più conformista e meno coraggioso, i docenti universitari hanno perso il senso e l’amore per il sapere. Lo hanno perso perché imbevuti di una concezione riduttiva, ultra positivistica e perciò non positiva, del sapere e, di conseguenza, hanno perso l’amore per la verità, per la sua folgorante bellezza.
Non potevano non perderlo, quell’amore, perché hanno rinnegato la verità, considerata, anche questa, un mito del passato se non un’arma reazionaria. A quel punto, cosa rimane? Un linguaggio vuoto di senso e semplice strumento di potere tecnico, sociale e politico. Il sapere senza verità ed il linguaggio senza contenuti, pura forma, rende ciechi, nel senso che elimina l’idea stessa che si possa vedere qualcosa e ci sia da vedere qualcosa di interessante e di importante, in primo luogo i propri simili, magari nel momento in cui sono più esposti all’aggressione viscerale dei propri nemici.
L’autentico sapere, pur e proprio nella sua dinamica dialettica, è un fattore di autentica pace e di comprensione che l’unico conflitto ammissibile è quello tra avversari, non quello tra nemici irriducibili e mortali. Come dimenticare Socrate che dice al suo avversario, Gorgia, che troverebbe la stessa gioia nell’essere confutato, a ragion veduta, al pari di quella che si può provare nel confutare una tesi avversaria. Il docente universitario di oggi è ancora in grado di ascoltare questa lezione di un vero maestro? O è diventato cieco e sordo, cieco alla verità, esclusa per assioma, e sordo alle persone che incontra nel suo lavoro, nello svolgimento della sua missione? Poniamoci seriamente la domanda, che riguarda ciascuno di noi, non soltanto i chierici del“sapere” universitario. Forse potremo riaprire, con un po’ di fatica, i nostri occhi, le nostre menti e soprattutto i nostri cuori.
Per chiudere riporto un detto popolare: “Il muto disse al sordo: il cieco ci guarda! E lo storpio concluse: scappiamo, scappiamo!”.
Che sia questa la parola d’ordine del novus ordo saeculorum?
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Tag: in veritate, iustitia, università
Categoria: Generale
Quando in posti simbolo di libera circolazione come facoltà universitarie si accede ormai da parecchi mesi solo tramite esibizione vergognoso grinpaxxe… e giovani universitari accettano questo scempio fatto a propria libertà anziché rifiutarsi in blocco di pagare tasse universitarie… più che preoccuparsi c’è da prendere atto di loro ormai irreversibile predisposizione a sottomissione…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Mala tempora currunt. Drammatico messaggio del 19/04/2022 di Maria Santissima ad Anguera in Brasile. La pietra del Messaggio è Papa Benedetto XVI e tra le righe si fa capire che Benedetto sarà con noi ancora per poco , dopodiché il buio calerà sulla Cattedra di Pietro.
https://youtu.be/f2js5_3HNrc
PS ricordo che la Madonna anticipo nei suoi messaggi ad Anguera a) le dimissioni di Papa Benedetto b) la coesistenza di Benedetto e Francesco. Non dico altro.
Allora ci sarebbero dei docenti del Novus ordo saeculorum che scelgono tra studenti in cui mettere il segno dentro (= insegnare) delle regole della stessa schiavitù di cui essi sono schiavi e trasmettitori ad un tempo. Sicuramente è già un segno di ignorante schiavitù discriminare fisicamente gli studenti in base alla loro appartenenza a chicchessia.
Ma a seguire il docente cosa dovrebbe insegnare, visto che l’autore, cita Socrate e il suo oppositore Gorgia?
La via, la verità e la vita di cui potrebbe sentirsi in possesso oppure semplicemente la ricerca assieme alle giovani menti della via per una vita verso la conoscenza della realtà delle cose tutte così come stanno ed evolvono? Cioè senza dogmi prestabiliti. Giacché ciò è dolo comune di ogni Potere come Storia documenta. Sia sacra che empia.
Piena solidarietà con chi viene discriminato, anche se mia figlia per il solo fatto di non essere vaccinata è stata discriminata dall’Università La Sapienza e privata del suo diritto allo studio ( dopo aver pagato tutte le tasse universitarie che nessuno si sogna di rimborsarle ) molto prima di queste studentesse e senza l’indignazione di nessuno. E la cosa mi sembra un tantino più grave perché fatta per dei motivi ben più biechi ed inumani di possibili partigianerie fra due fazioni in guerra: è fatta contro il tuo stesso popolo, per mettere gli uni contro gli altri e fomentare l’odio tra fratelli.
Mio caro amico ricordati che la Verità’ non è serva ma Padrona! E prima o poi il Padrone arriverà e scaccerà annientando semplicemente la serva.
Caro Giuseppe, se dicessi di non sapere a quale Verità tu alludi nel tuo messaggio, forse non sarei del tutto onesto con me stesso. Infatti penso che tu ti riferisca a Gesù che avrebbe detto di sé: io sono la via, la verità, la vita.
A parte il fatto che niente dimostra che un Gesù ebreo parlasse ai suoi in greco, vien umanamente da pensare alla saggia norma giuridica quis quid per alium dixit sibi dixisse putatur.
Ma a parte ciò ed il fatto già messo in evidenza da Celso e Porfirio che con ciò ogni ricerca filosofica e scientifica non ha più senso e risulterebbe vana, inutile ed addirittura nociva; come faccio a pensare che annienti? Annienti chi: la non verità o l’uomo portatore della non-verità? Perché vedi la verità, almeno quella scientifica s’impone da sé anche se i suoi tempi sono lunghi più di una vita e non annienta, distrugge l’uomo che non ci crede, anzi prima o poi finisce per servirsene anche lui. Chi può asserire che Dio agisce diversamente annientando, distruggendo l’opera stessa delle sue mani? Spiegami bene, per carità, questa “V”. E Dio te ne renda merito.