Giovanni Lazzaretti: Siamo nelle Mani degli Sceneggiatori.
18 Aprile 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante portare alla vostra attenzione queste riflessioni del prof. Giovanni Lazzaretti. Buona lettura, e meditazione.
§§§
Samizdat dal paesello
Nelle mani degli sceneggiatori
Dico una banalità: viviamo immersi in una narrazione continua. Volendo occuparci di fatti lontani, oppure di fatti vicini che richiederebbero un faticoso esame di dati, ci rassegniamo a farceli narrare.
Il narratore può essere un giornalista onesto che cerca di braccare la verità da vicino. Può essere il mediocre che si limita ad “allungare il brodo” dei rilanci ANSA et similia. Oppure può essere il farabutto mediatico, per il quale la verità è una fastidiosa appendice.
Quando si entra in un tempo di propaganda di guerra, anche le categorie dell’onesto e del farabutto spariscono: tutti gli operatori mediatici dipendono dagli “sceneggiatori”, un numero inimmaginabile di persone che selezionano e creano i fatti di guerra, nell’assoluta certezza di non essere smentiti perché l’avversario è stato mediaticamente zittito.
13 – Credi alla strage di Bucha? Certo che ci credo!
Mi hanno chiesto se credo alla strage di Bucha. Certo che ci credo. Ci credo come
- al massacro di Timisoara 1989
- ai bambini tolti dalle incubatrici in Kuwait 1990
- alla funzione umanitaria dei bombardamenti sui Serbi di Bosnia 1995 e sulla Serbia 1999
- alle Torri Gemelle organizzate da una caverna nell’Afghanistan 2001
- alle armi di distruzione di massa di Saddam 2003
- alle fosse comuni di Gheddafi 2011
- alle armi chimiche di Assad a Ghuta 2013.
Quante persone hanno creduto alle armi di distruzione di massa di Saddam? E quando, anni dopo, sia Colin Powell che Tony Blair hanno ammesso che erano stati “male informati” dai loro servizi di intelligence, nessuno si è posto il problema di denunciarli per crimine contro l’umanità: lo scopo distruttivo ormai era attuato, e l’Iraq col suo milione di morti non interessava più a nessuno.
Devo lodare l’attuale sobrietà di Wikipedia sull’argomento Bucha (mi salvo la pagina, prima che qualcuno la modifichi).
Durante l’invasione russa dell’Ucraina del 2022 si sono verificati alcuni combattimenti nella città, che è stata temporaneamente occupata dalle forze armate russe fino al 31 marzo, data in cui gli ucraini ne hanno rivendicato la riconquista. Il 2 aprile successivo il sindaco ha dichiarato che almeno 300 persone sarebbero state sepolte in fosse comuni e lungo una strada sarebbero stati rinvenuti 20 cadaveri di civili giustiziati, secondo gli ucraini, dalle forze occupanti russe. Il Ministero della difesa russo ha rigettato le accuse sostenendo che l’uccisione di civili a Buča non sia stata opera di militari russi.
La sintesi è questa. Ci sono due versioni. Noi ne sentiamo solo una. I morti di Bucha sono civili uccisi dai Russi? Oppure sono civili filorussi uccisi da milizie ucraine? Oppure sono morti di guerra generici messi in posa per una sceneggiatura? Non lo sapremo mai, finché la controparte non avrà diritto di parola. E la parte che ci sta parlando quotidianamente, l’occidentalismo a trazione USA, è purtroppo costituita da “mentitori seriali” che ci raccontano bugie da 33 anni ininterrottamente.
Perché mentono sempre? Perché dal 1989 hanno NECESSITA’ di mentire. Fino a quella data la presenza del blocco comunista li liberava da ogni incombenza. Ogni nefandezza da parte di USA & associati era comunque piccola cosa rispetto a ciò che gli Stati comunisti compivano quotidianamente sui propri popoli.
Ma il blocco comunista implode. E adesso dove le troviamo le motivazioni per fare la guerra? Perché uno Stato come gli USA che fa da solo 1/3 delle spese militari mondiali DEVE fare la guerra per forza. Deve svuotare gli arsenali, deve provare armi nuove sul campo, deve fare vetrina per vendere armi.
Del resto, è la mia storia personale. Nel 1983 ero ancora pro USA al momento dell’invasione di Grenada. Ne sono certo, perché in consiglio comunale difesi gli USA e descrissi le differenze tra l’invasione di Grenada e l’invasione sovietica dell’Afghanistan. Nel 1989 con l’invasione di Panama cominciavo a traballare. Con la pseudo liberazione del Kuwait 1991 per invadere l’Iraq ero diventato conscio del fatto che gli USA devono per forza fare la guerra. E quindi, non avendo motivazioni, devono creare bugie.
La frase che dovrebbe accompagnarci in tempo di guerra è: «Non possiamo consentire che la narrazione fatta da consolidati “mentitori seriali” vada a interferire con la nostra logica, con la nostra memoria storica, con i nostri dati d’archivio, uniche armi di conoscenza “solida” che ci sono rimaste».
I “mentitori seriali” sono anche sceneggiatori stanchi: ripropongono sempre le stesse cose. Bambini, efferatezze sui civili, stupri di massa, armi chimiche, torture, fosse comuni, ospedali presi di mira. Ogni tanto fa bene andare a rivedere le foto della prigione di Abu Ghraib per ricordare come lavorano “i buoni”.
14 – Pace o aria condizionata
Tra i compiti degli sceneggiatori c’è anche quello di coniare gli slogan giusti.
Prendiamo ad esempio Zelensky che parla all’ONU, sempre con la barba lunga e la felpa da guerra (look creato da sceneggiatori). Il suo intervento viene sintetizzato così dal Fatto Quotidiano.
«Se avete solo parole vuote e non potete fare niente per noi», allora «l’opzione è smantellare le Nazioni Unite». L’invito di Zelensky è quello di escludere dal consesso la Russia che «non può» bloccare le decisioni che riguardano la propria guerra. «Il diritto di veto non può significare diritto a uccidere», dice apertamente prima di accusare di Mosca di voler trasformare l’Ucraina «in una terra di schiavi silenziosi».
Discorso preparato da sceneggiatori, e pronunciato da un attore. Ha una sua suggestione, ma dice delle bestialità.
Innanzitutto perché, rispetto alla Russia, gli USA fanno ben di peggio dell’uso del diritto di veto “pro domo sua”: hanno dimostrato in passato che attaccano tranquillamente anche senza mandato dell’ONU (vedi Iraq 2003), oppure interpretano i mandati ONU fuori dalle righe (vedi Libia 2011). Togli il diritto di veto, ed ecco che l’ONU diventa l’organo che ratifica a maggioranza le decisioni degli USA.
La Russia può certamente bloccare decisioni che riguardano “la propria guerra”. Perché non è “la propria guerra”. È l’ultima chance di difesa del Donbass dopo il colpo di Stato ucraino del 2014 e prima che l’Ucraina finisse per entrare nella NATO. La “terra di schiavi silenziosi” esiste già: è l’Ucraina di oggi che parla con la voce degli USA, finanziata dagli USA, depredata dagli USA, strumentalizzata dagli USA, e con quel macigno della presenza neonazista completamente occultata (1).
Anche il nostro Draghi segue la sceneggiatura: «Volete la pace o il condizionatore sempre acceso?» È uno slogan che l’ha messo in ridicolo, scatenando battute su Internet. Ma non dobbiamo pensare che sia una frase mal fatta che gli è scappata detta per caso. Non è così, fa parte di una sceneggiatura accuratamente pensata.
Per l’uomo comune, Draghi dice una sciocchezza. L’uomo comune sa che la pace e l’aria condizionata si sovrappongono, non sono in antagonismo l’una con l’altra. Fate la pace, ridateci il gas russo, e l’aria condizionata è salva.
Ma Draghi non sta descrivendo la pace come noi la pensiamo, ossia quella situazione in cui i due contendenti si mettono a un tavolo e trovano un accordo, semmai col coinvolgimento di Stati che siano buoni mediatori. Sta invece descrivendo in due parole la “pax americana”, che funziona in un altro modo.
- Prima c’è la distruzione del nemico.
- E solo allora c’è la pace.
Quindi prima bisogna distruggere la Russia: le sanzioni sono necessarie per la distruzione economica, e noi (popolo italiano, non cittadini USA) pagheremo con la mancanza di gas e di energia elettrica.
Poi, a Russia distrutta, c’è la “pace”, e il gas ce lo fornirà qualche fondo d’investimento americano che si sarà opportunamente installato nella Russia destabilizzata, dopo aver impiantato in Russia un generico governo “democratico” stile Afghanistan 2001 o Iraq 2003.
La frase di Draghi dice molto sulla sua sudditanza totale alla finanza USA (veri gestori della guerra). Del resto noi siamo gli unici con lo stato d’emergenza, e siamo solerti e unanimi sull’aumento delle spese militari e sulla fornitura di armi. Una lode speciale ai pochi parlamentari che votano contro, uniche voci rimaste nella “terra di schiavi silenziosi” che siamo diventati.
Draghi prosegue il suo iter per la distruzione della piccola e media impresa in Italia, secondo i dettami del neoliberismo. Ha già fatto ampia azione col covid, farà ancora meglio (peggio) con la guerra.
Perché lo fa? Perché le élite globaliste, dobbiamo ricordarcelo, odiano l’umanità. La frase del ministro Cingolani sul mondo progettato per 3 miliardi di persone è significativa al riguardo. Noi siamo di troppo. Serve un mondo di super-ricchi, un’ampia fascia di devoti ben pagati, e una platea di paria con una vita di pura sussistenza. Non troppi paria, però: 4 miliardi di paria sono di troppo e possono sparire. E cosa c’è di meglio per farli sparire se non la triade malattia – fame – guerra?
«A peste, a fame, a bello libera nos Domine!». E liberaci presto, perché il denaro non ha più bisogno degli uomini, e i servi di Mammona hanno ormai una fretta maledetta.
Giovanni Lazzaretti
NOTE
(1) Nel Samizdat 24 ricordavo che USA e Ucraina sono sempre insieme a votare contro le risoluzioni antinaziste dell’ONU, insieme e da soli.
15 aprile 2022, Venerdì Santo // 16 aprile 2022, Sabato Santo
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Tag: lazzaretti, samizdat, sceneggiatori
Categoria: Generale
Sofia Goggia è una nostra sciatrice, una sportiva di quelle che con il talento e l’impegno raggiungono i vertici mondiali; una anche messa alla prova nelle sue certezze, infortunatasi prima di poter gareggiare ai giochi olimpici.
E’ una di quelle che canta a squarciagola l’inno di Mameli sul podio, con siparietto retorico in tutti i TG che danno notizia del suo ennesimo successo.
Un orgoglio italiano.
Adesso è finita nel mirino dell’esecrazione pubblica di un altro orgoglio, perchè ha detto che tra i colleghi sciatori maschi non ritiene presenti gender differenti dal maschile standard, specialmente pensando alla Streif di Kitzbuhel.
Per chi non lo sapesse la Streif è la pista sulla quale viene disputata la discesa libera della nota località alpina austriaca. E’ qualcosa di davvero forte anche per gli uomini jet: ci sono punti con la pendenza al 85%! In certi passaggi si sfiorano le reti di recinzione, altri in contropendenza, c’è un attraversamento della pista in diagonale a velocità altissima e un lungo salto finale.
Insomma, per scendere di lì ad oltre 140 Km/h ci vuole un certo fegato. La Goggia con un filo di ironia dichiara di poterlo trovare solo in chi ha le idee non confuse. Apriti cielo! Altro che inno di Mameli, retorica patriottarda e complimenti al suo coraggio femminile! L’isteria arcisuscettibile l’ha travolta e ha dovuto anche scusarsi… Non voleva discriminare.
La sceneggiatura impone anche questo. A Kitzbuhel hanno già in mente di organizzare un gay-straif riparatorio. A giugno, sul prato.
«una di quelle che canta a squarciagola l’inno di Mameli»
Estrapolando questa frase dal commento che condivido nel suo complesso… sì, da un po’ di anni (anzi molti), è invalsa la cattiva abitudine di “cantare” l’inno nazionale “a squarciagola”. Il che fa sembrare i “cantanti” una massa di avvinazzati più che un popolo amante della propria patria. Lo si vede soprattutto in occasione di gare sportive dove sono impegnate le rappresentative di vari Stati che erroneamente vengono chiamati “Nazioni”. Così come erroneamente quelle rappresentative sono chiamate “Nazionali”; per gli elementi che le compongono sarebbe semmai più corretto chiamarle “Internazionali” (la micidiale confusione che si fa – appositamente – è di confondere la “cittadinanza” che fa appartenere un individuo ad un determinato Stato, ed è quindi un “atto amministrativo”, e si può dare o togliere, con la “nazionalità”, che non è accertata da nessun atto legale essendo una condizione ontologica, e coloro che la possiedono potrebbero anche appartenere a Stati diversi, e non la perderebbero anche se venissero espulsi dallo Stato di appartenenza).
Un tempo, ma non secoli fa, solo decenni, diciamo poco più di mezzo secolo, quando tra il popolo (non dico tra le classi dominanti, tra il popolo) c’era ancora un minimo senso di appartenenza ad una Nazione che veniva chiamata Patria, l’inno nazionale non veniva “cantato a squarciagola”, se ne ascoltava le note ponendosi istintivamente in piedi ed in posizione corretta, quasi sull’Attenti, senza gridare e senza stravolgere le parole di cui oggi chi le grida non conosce nemmeno il significato («stringiamoci “a corte”»…). In silenzio per non turbare l’armonia delle note e dare solennità alla cerimonia. Certamente ognuno le note le accompagnava dentro di sé con le parole dei versi, ma restava in rispettoso silenzio, e a più di qualcuno scendeva pure una lacrima di commozione.
Ovviamente non ce l’ho con la Goggia, lei segue la turpe moda; semmai dovrebbero essere i dirigenti, ed ancor più i supremi capi dello Stato ad imporre che si onorino i simboli della “Nazione”, se in essa si crede, in modo almeno composto. Ma cosa possiamo pretendere da costoro che non si sono nemmeno sdegnati quando quella gente, in rappresentanza (anche se sportiva) di una Nazione si è inginocchiata… davanti a cosa? Davanti a Dio forse? Macché! “contro il razzismo”, viene detto dagl’infami menzogneri, che invertendo le parti non specificano che il razzismo da troppi anni ormai è praticato alla grande proprio contro coloro che masochisticamente si pongono in ginocchio.
Bravo.
Stringiamci “a corte” è per far posto a tutti nella tavolata finale? O è “accorte” perchè hanno fiutato la possibile fregatura? A “coorte” (corretto dai più puntigliosi come refuso) invece evocherebbe recinti e muri… Non sia mai!
Siam pronti alla morte però è vero: tra consenso informato, tachipirina e vigile attesa va proprio così.
Esiste un film del 1997, “Sesso e potere”, con Dustin Hoffman e Robert De Niro che descrive cinematograficamente ciò che il prof. Lazzaretti esprime in questo articolo.
È girato in forma di commedia, ma saepe ridendo dicitur verum.
Ne esiste un altro, tragico, del 1979 di Henri Verneuil con uno splendido Yves Montand che afferma lo stesso messaggio: I come Icaro.
Per non parlare dell’ultimo film di Kubrick “Eyes wide shut” o di uno del 1970 con Glenn Ford “La congiura”,
Se parli di queste cose con la gente “normale”, ossia assurfatta al sistema, ti dicono “Ma è un film!”, oppure “Sì, ma noi cosa ci possiamo fare”, “La verità non la sapremo mai”. Per molti, ciò che conta, ormai, è esclusivamente l’attimo presente, la “storia” su Instagram o la foto su Facebook.
Appiattimento totale, molto più grave di quello già prodotto dalla TV a partire dagli anni Settanta/Ottanta.
serve dunque una lunga lista di film per pervenire alla “realtà”??!
Voglio dire che una parte della cultura, quella del cinema – la più vicina ai servizi? – ha denunciato già decenni orsono ciò che stiamo vivendo oggi in modo palese (per chi è capace di vedere) e che già esisteva allora e prima di allora: Con la differenza che molta gente di quel tempo conosceva bene le insidie del potere ed aveva una sana diffidenza per quanto dicevano i mass media, mentre oggi si tende ad accettare supinamente tutto e si taccia di complottismo qualunque voce fuori dal coro.
Dal momento che lei ha scelto come nickname “Occhi aperti”, ebbene certi film possono aiutare molto nella comprensione della realtà
Se vuole ci metta anche Capricon one e legga con attenzione l’ultimo capitolo del saggio di Blondet “Gli Adelphi della dissoluzione”, in cui a parlare altri non è che Giianni Collu.
Qualcuno giri questo Samizdat dell’ ing. Lazzaretti a p.Livio, che, citando papa Francesco, stamattina alle 09:00 ha ripetuto chiaro e tondo che “unca cosa e’ chiarissima e non va discussa: questa e’ una guerra di aggressione nella quale le parti sono molto chiare [Russia=aggressore]”. Anche per Bucha p. Livio ha le idee molto chiare, le ha lette sul CorSera, sono state scritte da un professionista (L. Cremonesi) che “(lui) [p.Livio] conosce e apprezza da tempo… sono 30 anni che commento i giornali”.
Dott. Tosatti, non voglio sembrare indiscreto ma Lei che ne pensa?
Non mi tenti….
Colonialisti, Guerrafondai e Umanitari ipocriti.
“Il primo ministro Boris Johnson ha annunciato il 14 aprile che le persone che entrano illegalmente nel Regno Unito, comprese quelle che attraversano la Manica su piccole imbarcazioni, potrebbero finire per essere reinsediate nel paese africano del Ruanda. Fonte: The Epoch Times in inglese”
https://es.theepochtimes.com/el-gobierno-britanico-defiende-plan-para-enviar-inmigrantes-ilegales-a-ruanda_983034.html
Nell’articolo una foto della ministra britannica degli affari interni Priti Patel ( a sinistra) e il ministro ruandese degli affari esteri e della cooperazione internazionale Vincent Biruta mentre si stringono la mano dopo aver firmato un accordo sulla “Migrazione e Sviluppo Economico” al Kigali Convention Centre, Kigali, Ruanda, 14 aprile 2022. (Simon Wohlfahrt /AFP via Getty Images) Fonte: The Epoch Times in inglese
QUARTO GIORNO NOVENA ALLA VERA ED UNICA DIVINA MISERICORDIA
PATER
AVE
CREDO
X 5:
Pater aeterne, offero tibi Corpus et Sanguinem, animam et divinitatem dilectissimi Filii Tui, Domini nostri, Iesu Christi, in propitiatione pro peccatis nostris et totius mundi.
Pro dolorosa Eius passione, miserere nobis et totius mundi. (decies)
In conclusione, ter dicitur:
Sanctus Deus, Sanctus Fortis, Sanctus Immortalis, miserere nobis et totius mundi.
A proposito di sceneggiatori e serie tv, se non avete deciso che film vedere stasera, ecco alcune proposte :
https://twitter.com/i/status/1515978787070087171
https://twitter.com/i/status/1515978851947589632
Astenersi se privi di umorismo.
Condivido tutto, sia l’articolo del prof Lazzaretti, sempre conciso e densi, sia i commenti, pensosi e realistici.
Ma se da una delle due parti si recita a soggetto, davanti a spettatori distratti e in tutt’altre faccende affaccendati, ho l’impressione che dall’altra, cioè dalla parte della Russia, si faccia terribilmente sul serio e non solo per domare la ribelle vicina.
Giulietto Chiesa , in una delle sue memorabili interviste, riferì una risposta lapidaria di Putin a un giornalista che gli faceva notare il rischio di annientamento mondiale, nel caso di una guerra nucleare:
” Non mi interessa un mondo senza la Russia”.
Mi viene in mente spesso questa frase tremenda, puntuativa, davanti al mio piccolo mondo che in questo inizio di primavera incanta col viola e il bianco delle iris e l’oro dei lilium e l’olezzo dei glicini scapigliati e la superba bellezza fucsia dei cercis…
Se i guerrafondai , che fingono di aiutare l’Ucraina, riflettessero su questo messaggio non cifrato dell’ex colonnello del KGB , ora Capo della Federazione Russa, saprebbero che si trovano davanti a un novello Sansone , pronto a morire con tutti i Filistei.
Altro che Ucraina, confini, democrazia , impero e ciance vane di folli autocrati ingordi di potere, sesso e denaro .
Qui c’è una dignità sconosciuta ormai ai corrottissimi filisteuzzi di oggi.
Giocate pure, sembra dirci il signore d’oltre Urali: il gran salto lo faremo tutti quanti.
E amen.
Ho qui un articolo di Repubblica a firma Rosalba Castelletti. La data e’ il 26 Novembre 2017.
TITOLO : Nella fabbrica di bugie del fedelissimo di Putin.
SOTTOTITOLO : San Pietroburgo, in un grigio edificio centinaia di cybersoldati. Due ex blogger pentiti rivelano : “Così spacciavamo notizie false”.
Il grigio edificio marmoreo al numero 55 di ulitsa Savushkina stride con le colorate casette del quartiere Primorskij nella periferia settentrionale di San Pietroburgo.
Nadia, veterana della zona , ignora che l’anonimo complesso sia il cuore della moderna guerra di informazione della Russia all’Occidente, la famigerata fabbrica di troll che, dietro a falsi profili, disseminano internet di notizie false e zizzania. Etc. Etc.
Sembra che questa fabbrica di troll sia legata a Evgenij Prigozhin, fedelissimo di Vladimir Putin.
Sembra che una gentile signora si sia infiltrata sotto copertura per poterla indagare da dentro.
Ha resistito poco più di due mesi e poi li ha portati in tribunale , utilizzando come accusa il fatto che pagassero i dipendenti in nero.
Infatti in Russia non c’è una legge che proibisca la diffusione di notizie false.
Sceneggiatori e Spettacoli. Circo Romano. Populus.
Oggi la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) manderà in onda un Religion-Musical.
Luogo: Piazza San Pietro – Roma. Ingresso gratuito.
Ora: 17,30 UTC (Tempo Universale Coordinato).
Si esibisce i tatuaggissimo e reggisenato Blanco, vincitore del F.d.SanRemo 2022, che canterà ai previsti 57 mila spettatori ”Brividi” ed altri suoi successi.
Parteciperà come ospite d’eccezione il Papa Francesco.
Ai giovani è stato raccomandato di stare zitti e Mosca e Kiev durante l’esibizione dell’ospite d’onore.
Dopo si potranno intonare tanghi, milonghe e vals.
Evidentemente vuole rispondere alla disfida di Muccassassina che, a poca distanza della Via Crucis ne ha recitato un’altra di oscena blasfemia…una risposta che ha un sottotesto: ” Tranquilli! Siamo con voi…e come voi “.
Un dubbio : siamo certi che sia la guerra attuale così come alcune delle precedenti non siano delle vere e proprie guerre di religione combattute sulla pelle dei popoli contrapposti ?
Ieri Luca Steinman, uno degli inviati di Mentana in Ucraina faceva notare l’intensa attività missionaria del Patriarcato di Mosca. E sempre ieri su gloriatv qualcuno invitava i cattolici tradizionalisti italiani a far visita alle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia nella notte di Pasqua cioè la notte tra sabato e domenica prossime in segno di sostegno alla operazione militare russa in Ucraina.
Se l’osservazione di Luca Steinman è esatta, al contrario l’invito rivolto ai cattolici tradizionalisti mi sembra irricevibile : lo scopo dei veri credenti dovrebbe essere quello di pregare affinché le armi si fermassero e si arrivasse ad una tregua.
Nicola Zingaretti osò affermare quanto segue :
SE NON CI FOSSE STATA L’UNIONE SOVIETICA NON SAREBBERO STATE POSSIBILI LE LOTTE DEI PARTITI DEMOCRATICI E DI SINISTRA.
APRILE 1975
RISOLUZIONE DEL COMITATO CENTRALE DEL PCI IN FAVORE “DELL’EROICA RESISTENZA DEL POPOLO CAMBOGIANO E VIETNAMITA ”
(Ovvero in difesa di Pol pot)
Occorre sviluppare un grande movimento di solidarietà ai combattenti. Ogni democratico, ogni comunista, sia, come sempre e più di sempre, al loro fianco.
1956 INTERVENTO SOVIETICO IN UNGHERIA
L’intervento sovietico ha non solo contribuito a impedire che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, ma alla pace nel mondo.
GIORGIO NAPOLITANO DIXIT.
In mezzo alla selva di menzogne, sempre si può trovare qualche verità illuminante. Sulla falsa consacrazione della Russia, per esempio. In questa guerra creata in Ucraina dai ragazzi per distruggere l’Europa, l’occhio del ciclone è Mariupol, la città di Maria. Rovine e morte. Non sarebbe possibile un messaggio più chiaro di come la Madonna, Regina della Pace, ha ricevuto quel bell’omaggio da parte del Mentecatto.
“CREDERE – OBBEDIRE – COMBATTERE” questo è lo slogan che aveva coniato Mussolini per sottomettere gli Italiani e che pensavamo di esserci lasciati alle spalle ma che, nei fatti, è stato riportato in auge dalla politica sconsiderata di Mario Draghi. Gli Italiani devono CREDERE nel verbum bene oleato che, dal suo scranno, il nostro Presidente del Consiglio ci propina costantemente affinchè ci allineiamo ai suoi dictat e che il popolo, ormai “alla docilità avvezzo”, accoglie senza alcuna resistenza. OBBEDIRE è un must a cui gli Italiani devono adeguarsi, sottomettendosi acriticamente ai provvedimenti da lui assunti e che sono sponsorizzati da mass- media che cercano di convincere che chi si oppone è contro “la ragion di Stato” contro gli interessi individuali e nazionali. COMBATTERE: anche questo verbo è entrato nel vocabolario di Draghi, occorre lottare contro la Russia, il mainstream deve collaborare per convincere gli Italiani che la guerra contro la Russia è giusta, è la lotta contro chi opprime l’Ucraina, l’opposizione della democrazia contro la dittatura. Draghi afferma che nel combattere contro Putin dovremo fare dei sacrifici…. ” Preferite la pace o il condizionatore acceso?” I porti italiani non devono più accettare navi russe e per convincere meglio gli Italiani nel sostegno all’Ucraina, adesso LA 7 trasmette un film da cui Zelensky ne esce come il leader eroico ed assoluto in “ZELENSKY – Servant of the people” in modo che l’Italiano medio possa appoggiare, incondizionatamente, la guerra contro Putin.
Draghi aderisce, con l’entusiasmo del cobelligerante, agli ordini di Biden, pazienza se poi sono antitetici con quelli del nostro Paese: la stampa deve abbagliare i cittadini con le illusioni che l’ex Presidente della BCE somministra a piene mani, beatificarlo, esaltarlo.
Gli Italiani riusciranno, prima o poi, a risvegliarsi dal torpore a cui, ormai, sono stati educati?
ERRATA CORRIGE. Penultima capoverso – 1° riga sostituire con : “Pazienza, se poi sono antiteteci con gli interessi del nostro Paese”
“Gli Italiani riusciranno, prima o poi, a risvegliarsi dal torpore a cui, ormai, sono stati educati?”
Ma quale risvegliarsi, sono già in fila per la quarta dose!
”Perché uno Stato come gli USA che fa da solo 1/3 delle spese militari mondiali DEVE fare la guerra per forza.”
Sì, a malgrado delle sciocchezze che si sentono dire d’intorno a imperi economici e simili, posseduti da soggetti privati (c’è addirittura chi ha sostenuto che Zuckerberg è l’uomo più potente del mondo perché ha potuto bloccare Trump su Facebook e Instagram), è ancora il peso, che ha una nazione dal punto di vista militare, a decidere se essa possa oppure no svolgere il compito di potenza egemone.
«è ancora il peso, che ha una nazione dal punto di vista militare, a decidere se essa possa oppure no svolgere il compito di potenza egemone»
Giusto! Tranne la faccenda del «decidere». Gli «imperi economici e simili, posseduti da soggetti privati» non sono affatto sciocchezze, ma dati di fatto. Così come è un dato di fatto che Zuckerberg «ha potuto bloccare Trump su Facebook e Instagram».
Ricordiamoci che Trump era il Presidente della repubblica di quello Stato che ha un peso, dal punto di vista militare, tale da svolgere il compito di potenza egemone, giusto per ripetere quanto da Lei affermato. Il che significa che Zuckerberg, e suoi virtuosi soci, hanno il potere di fare del Presidente di quella potenza egemone ciò che vogliono: farli parlare o censurare i loro discorsi. E cambiarli come e quando vogliono. Quindi quelle “potenze egemoni” sono in mano loro. Sono loro che decidono, non le potenze egemoni, che sono solo un loro strumento.
Secondo il prof. Matteo D’amico Zuckerberg sarebbe una creatura dei Servizi. Si veda qui:
https://www.coscienzamaschile.com/blog/leclissi-del-padre-matriarcato-e-distruzione-pilotata-della-civilta-italiana/
Anche secondo Giovanni Pecoraro Carpeoro, che su queste cose è bene informato. E il motivo è semplice: molte notizie che prima la polizia e i servizi dovevano andarsi a cercare su idee, gusti, comportamenti delle persone ora vengono spiattellate sui social.
”Quindi quelle “potenze egemoni” sono in mano loro. Sono loro che decidono”
Furono, molto semplicemente, gli apparati federali a decidere che, di Trump, se ne aveva abbastanza e che andava ormai silenziato sui social per agevolare la transizione verso l’inevitabile Amministrazione Biden. Apparati federali (il ”deep state” di Viganò/Trump… In realtà, Pentagono, CIA, NSA, Dipartim. di Stato), con cui i Big Tech hanno il tacito, benché oramai abbastanza famoso accordo – un caso da manuale di segreto di Pulcinella – ”svelato” in passato da Snowden, ossia:
Voi, o Big Tech, pensate soprattutto al profitto e, comunque, vi impegnate altresì a non svolgere attività di spionaggio, che vadano contro gli interessi dell’Impero per cui lavorate e che vi arricchisce; noi, in cambio, non vi facciamo chiudere con un paio di leggi serie sulla privacy e sull’antitrust…
Le idiozie tipo condizionatore sono dette intenzionalmente, non sono errori, perché sanno di rivolgersi a un popolaccio di servi e analfabeti funzionali, e anche non pochi commenti di lettori su questo stesso sito lo dimostrano
Il trionfo di… Hollywood… speriamo presto bilanciato da rampante… Bollywood!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
QUESTO VERO E CORAGGIOSO GIORNALISTA SI TROVA LÀ: TRA RUSSIA ED UCRAINA:
GIORGIO BIANCHI 17.4.22
Kiev e il rischio concreto di una tempesta di fuoco
Oggi ho parlato con una fonte molto qualificata che mi ha lasciato letteralmente raggelato sulla sedia.
Dovete prendere in seria considerazione quello che sto per scrivere.
Il punto dal quale bisogna partire, prima di affrontare qualsiasi ragionamento sul conflitto in Ucraina è che in questa guerra, da parte russa, la sconfitta non è assolutamente contemplata.
Questo significa che la resa di Kiev potrà soltanto essere dolorosa, molto dolorosa, catastrofica, oppure, in ultima analisi, una disfatta epocale.
L’operazione speciale era l’ultima chiamata per una soluzione che rientrasse nelle prime due opzioni.
Dato il grado di irragionevolezza dei fantocci ucraini e di quelli europei, dato il livello raggiunto dalla propaganda e dalle sanzioni, dato il prezzo di sangue pagato dalla Russia in questo mese, giunti a questo punto, nell’ottica russa, non ha più senso combattere con le mani legate dietro la schiena.
Il rischio concreto in questo momento, è quindi che su quella martoriata terra si abbatta una tempesta di fuoco, come non se ne sono mai viste nella storia. Un qualcosa di così terribile, che sia di monito per tutti.
Un modo per far comprendere un concetto che a quanto pare è sfuggito ai più: la Russia ha fatto all-in e ha alzato la posta in gioco ad un livello colossale.
Il più alto concepibile.
In questo momento la Nato e Mosca sono le due automobili che sfrecciano verso il burrone nella “chicken run” di Gioventù bruciata.
Putin ha detto chiaramente che loro non premeranno il freno per primi. E se si conosce un poco la storia di quel paese c’è da credergli.
L’altra automobile, quella guidata dalla Nato, sembra intenzionata a condurre la Russia ad un passo da quel burrone per verificare se c’è veramente l’intenzione di andare fino in fondo.
Europa e Ucraina, intese come popolazioni, sono sedute sul divano posteriore di questa macchina e assistono attonite alla corsa, impossibilitate a saltar giù per via delle portiere bloccate.
L’unica possibilità di salvezza per loro, è pertanto quella di sottomettere il guidatore folle, prendere il controllo del veicolo e tirare con decisione il freno per prime.
L’alternativa è, nella migliore delle ipotesi, la distruzione dell’Ucraina.
Nella peggiore, la distruzione dell’Europa.
Tertium non datur.
Trovo questo articolo ineccepibile e ringrazio.
Scavo di tra le righe e mi chiedo però se il Mysterium Iniquitatis cui assistiamo non trovi la sua prima causa nel voltafaccia della Chiesa Istituzionale al suo compito di Katechòn. Se non fosse venuta meno la “cattolicità”, si sarebbero raggiunti in men che non si dica i livelli odierni, guerra compresa? Una Chiesa con la c minuscola, quella chiesa descritta dalla Beata Emmerick come non voluta da Dio e a cui gli angeli non partecipano, una deep church in totale simbiosi col deep state poteva non portare a simili abissi, molti dei quali si può pensare ci raggiungeranno a breve? In che modo “la recita” di una Consacrazione – pur importante – può invertire la rotta se da pentimento e conversione non ci lasciamo raggiungere ma anzi proseguiamo imperterriti in colpevole doppiezza? La recita è davvero “globale”…e lunga vita al “piccolo resto”, a questo punto!
E buon Lunedì dell’Angelo!
“In che modo “la recita” di una Consacrazione – pur importante – può invertire la rotta se da pentimento e conversione non ci lasciamo raggiungere ma anzi proseguiamo imperterriti in colpevole doppiezza? La recita è davvero “globale”…”
Tutto verissimo, specialmente la frase finale. Il mondo globale è un palcoscenico dove ognuno recita la parte di se stesso.
Mi aiuti a capire la sua interessante, condivisibile affermazione, sia gentile. Definiamo quel “se stesso”: si è davvero se stessi, trovando in Cristo la nostra vera identità. Siamo noi stessi unendoci alla volontà del nostro Creatore. Diversamente siamo caricature di noi stessi, storpiature di noi stessi, deviazioni di noi stessi, altro da noi stessi…
Per rientrare in noi stessi ed essere ciò per cui siamo chiamati alla vita occorre “innestarsi” sull’unica vera Vite. Essere se stessi non coincide allora con quel progetto di Dio che ognuno di noi è ab aeterno?
Grazie, un saluto.
La frase è di un utente del mio forum, autore degli articoli sul “ritorno al reale” di cui suggerisco di leggere almeno le citazioni in grassetto:
https://www.coscienzamaschile.com/blog/questione-maschile-ritorno-al-reale/
https://www.coscienzamaschile.com/blog/questione-maschile-reale-2/
https://www.coscienzamaschile.com/blog/questione-maschile-al-reale-3/
Recitare significa non essere se stessi, innestati sulla vite di Cristo, ma seguire un copione scritto dai poteri di questo mondo: “Tu fai la parte del modernista venuto dalla fine del mondo; tu l’intellettuale cattolico conservatore che gli si oppone; ma se un Arcivescovo prende posizione vaccini e guerra, unitevi nel criticarlo”.
Non c’è più verità nella vita della gente, forse neppure nel foro interno.
L’umanità di oggi è in fuga da se stessa e ogni gesto assume il carattere di un’evasione dalla propria missione terrena e dalle proprie responsabilità. Temo che persino la pratica cristiana possa essere per molti, per dirla con T. S. Eliot, una “distrazione dalla distrazione”.
ci sarebbe di cui parlare, in effetti. Impossibile in modo esaustivo. Ma ho apprezzato, senza condividere tutto (una punta di vittimismo maschile che stride con certa virilità, direi, ma forse solo una impressione dovuta alla non conoscenza del sito e ad una lettura veloce e poi un’accusa di deificazione della femminilità poco rispondente alla realtà, mi pare etc…). E apprezzo la sua risposta.
Grazie
Solo una nota: a causa di gravi sperequazioni gli uomini oggi sono sempre più in “sciopero” dalla società (realizzazione nel lavoro, matrimonio) e mettere questi problemi sotto il tappeto non giova a nessuno.
Si legga “Men On Strike” di Helen Smith.
Altro che vittimismo, è tutto l’opposto: questa musica dell’uomo che deve fare lo schiavo in silenzio nei cantieri per mantenere la ex moglie divorziata e il di lei nuovo compagno, dormendo in macchina e senza poter vedere i figli è uno scandalo, deve finire e subito!
Si veda Gli Equilibristi con V. Mastrandrea, non è solo un film
Grazie a lei per i suoi gentili commenti e un caro saluto
Il tempo scorre.
Le cose non procedono come avrebbero voluto.
Hanno fretta e devono accelerare.
Che cosa possiamo fare noi? Rallentare.
Li manda in bestia.
Siamo nelle mani degli sceneggiatori perché rifuggiamo la realtà e viviamo di intrattenimento