VANGELO DI MERCOLEDÍ SANTO 13 APRILE
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
Commento
L’evangelista Matteo racconta il complotto di Giuda aggiungendo il particolare dei soldi, trenta monete d’argento. Una cifra che riportata ai valori odierni potrebbe aggirarsi attorno ai 2500 euro. Per così poco Giuda avrebbe venduto Gesù. La stessa cifra ritorna nel libro del profeta Zaccaria il quale chiedendo per conto del Signore che i capi religiosi retribuissero il servizio che egli offriva alla comunità, si era visto riconosciuto proprio trenta denari. Il Signore allora disse a Zaccaria: “Getta nel tesoro questa bella somma, con cui sono stato da loro valutato!”. Una somma quindi disonorevole. Possibile che Giuda abbia venduto Gesù per così poco? E se ci fosse dell’altro? Forse premuto dall’urgenza di concludere l’affare, Giuda non ha avuto tempo di trattare. Bisognava concludere in fretta e in gran segreto. Più si tergiversava più il disegno avrebbe potuto andare a monte. É probabile anche che Giuda abbia accettato senza discutere la proposta dei sacerdoti pur di raggiungere il proprio scopo. Ma quale poteva essere questo scopo? Se erano i soldi, Giuda fece sicuramente un cattivo affare. L’ipotesi tuttavia non può essere scartata. Sostiamo su questa cosa e chiediamoci cosa può esserci alla radice di chi per denaro é disponibile a fare qualsiasi cosa. Una delle ragioni é la convenienza. Come a dire: Gesù non ce l’ho con te, non é una questione personale, sono soltanto affari. Se il criterio generale che guida l’agire é il vantaggio personale, prima o poi si giunge a ignorare la giustizia, il bene e il male, la verità, la lealtà, l’onestà. E si badi, la convenienza non ha a che vedere solo con l’aumento degli utili ma con la crescita del potere, del consenso, del peso politico e via dicendo. Quando la finanza diventa l’ago della bilancia della politica, possiamo star certi che i politici complici saranno disposti a vendere le persone, cominciando dai più deboli fino a giungere alle nazioni intere. Non é per cattiveria, risponderanno, lo richiede il mercato, lo spread, il PIL, la NATO, il debito pubblico. Sono affari, nient’altro. A proposito di potere, il denaro ne costituisce una delle forme più seducenti poiché rappresenta l’illusione di poter possedere il futuro oltre che il presente. Il denaro accumulato é il potere che pretende di allungare le mani sul tempo, sul destino, sulla vita tutta, la propria, quella degli altri, sulla vita del mondo intero. Perfino su quella di Gesù Cristo. Non é però da escludere la possibilità che Giuda abbia tramato l’arresto di Gesù allo scopo di costringerlo a usare la forza per imporre il suo regno. L’ipotesi é realistica. Deluso da un Gesù che non si decideva a fare il Messia come si deve e si attardava in discorsi di pace e misericordia, é possibile che Giuda abbia deciso di metterlo nelle condizioni di dover usare le maniere forti.
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