Un Prete in Cammino per Diritti e Libertà. Oggi da San Pietro a Filadelfia.

9 Aprile 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, continua il pellegrinaggio di don Emanuele Personeni da Bergamo a Roma, toccando tutta l’Italia, in difesa di diritti e libertà negate da un governo di malfattori, contro la Costituzione, che nessuno si perita di difendere, tantomeno il cosiddetto garante #camminaeascolta. E per far giungere al pontefice regnante una lettera firmata da molte persone a cui viene proibito di lavorare e avere una vita sociale. Ecco il programma di oggi.

 

TAPPA da SAN PIETRO A MAIDA a FILADELFIA

circa km 18

SABATO 09/04/2022

a piedi PARTENZA ore 9.

SAN PIETRO A MAIDA (CZ) -Parrocchia di San Nicola di Bari

CURINGA (CZ) -Parrocchia Sant’Andrea Apostolo

FILADELFIA (VV) -Parrocchia di San Teodoro Martire

***

VANGELO DI SABATO 9 APRILE

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

Commento

I capi religiosi sono radunati nel massimo organo giuridico ebraico chiamato Sinedrio. All’ordine del giorno la questione “Gesú”. Quest’uomo compie molti segni, si dicono l’un l’altro. L’affermazione lascia intendere che i capi vedono bene che Gesù agisce in nome di Dio. Ma allora perché non aderiscono a Lui? Semplice, perché ciò che Gesù fa sovverte l’ordine costituito, il LORO ordine, quello dove LORO spadroneggiano e la gente é LORO prigioniera. I segni che avevano scosso maggiormente i capi erano stati tre. Il primo era stato la guarigione dell’uomo malato da trentotto anni. Gesù l’aveva invitato esplicitamente a trasgredire la Legge, ad alzarsi, a prendere la sua barella e a camminare. In giorno di sabato. Solo trasgredendo la Legge del sabato avrebbe potuto guarire. Il che ci porta a dire che quella Legge era lo strumento con cui i potenti tenevano prigioniera la gente convinta che essi agissero per conto di Dio. Ma ora arriva questo Gesù che mostra che dietro i potenti e dietro quella Legge non c’è Dio. Il secondo segno era stato la guarigione del cieco nato. Gesù l’aveva liberato dalla cecità fisica e da quella fondata sulla colpa. Nella convinzione diffusa infatti quell’uomo “NON DOVEVA VEDERE” proprio a causa delle sue colpe. Secondo questa convinzione la malattia era una punizione divina. Nulla di vero naturalmente, solo un modo dei capi per tenere le gente schiava della paura e soprattutto genuflessa ai loro piedi. Poi ti arriva questo Gesù che comincia a dire che la malattia non é affatto una punizione. Essa è certamente espressione di un male anche spirituale, di un male che però appartiene a tutti e del quale il cieco è solo testimone. Di fronte a questo male Dio interviene per guarire, altro che maledire. Se guarendo l’uomo paralitico Gesù aveva sferrato un attacco formidabile alla prima grande paura, quella di vivere, guarendo il cieco aveva sfidato la seconda grande paura, quella di agire e conoscere per timore della colpa, per timore del giudizio, per timore della verità. Con il terzo segno, la resurrezione di Lazzaro, Gesù aveva inferto un colpo letale alla paura più potente, la paura di morire, quella per cui l’uomo arriva a togliere la vita agli altri nella speranza di salvare la propria; e arriva a disperarsi di fronte alla morte dei propri cari perché teme di averli perduti. Gesù ha buttato all’aria queste tre paure: ha aperto gli occhi, ha rimesso in moto la vita, ha restituito all’uomo la libertà di vivere nell’amore e ha rivelato che lo Spirito trasforma la vita di altezza in altezza verso il suo compimento.

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