Un Prete in Cammino per Diritti e Libertà. Oggi da Montalto a Cosenza.
7 Aprile 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, continua il pellegrinaggio di don Emanuele Personeni da Bergamo a Roma, toccando tutta l’Italia, in difesa di diritti e libertà negate da un governo di malfattori, contro la Costituzione, che nessuno si perita di difendere, tantomeno il cosiddetto garante #camminaeascolta. E per far giungere al pontefice regnante una lettera firmata da molte persone a cui viene proibito di lavorare e avere una vita sociale. Ecco il programma di oggi.
TAPPA da MONTALTO UFFUGO a COSENZA
circa km
26 GIOVEDI’ 07/04/2022
in bicicletta.
Partenza ore 9
MOLTALTO UFFUGO (CS) -Parrocchia Immacolata Concezione
SAN SISTO DEI VALDESI (CS) -Parrocchia di San Michele Arcangelo
SAN VINCENZO LA COSTA (CS) -Parrocchia San Vincenzo Martire
QUATTROMIGLIA (CS) -Parrocchia di San Carlo Borromeo COSENZA -Parrocchia Santa Maria Madre della Chiesa
***
VANGELO DI GIOVEDÍ 7 APRILE
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Commento
La discussione finisce così, con i Giudei che cercano di lapidare Gesú che si vede costretto a nascondersi. Del resto non puoi prendere la Verità a sassate e pretendere di trovarla ancora. Non siamo ancora all’ultimo atto ma tutto lascia pensare che le cose andranno a finir male. A dire il vero non erano neppure cominciate bene con Gesù che aveva già rischiato di essere ucciso all’inizio del suo ministero, a Nazareth, quando i compaesani avevano tentato di buttarlo giù dal monte. La buona notizia, nei cuori asserviti al male, invece di suscitare gioia e festa, suscita evidentemente invidia, ostilità, fastidio, odio. C’è poco da fare, il vangelo attira il male, fa venire a galla le cose migliori dell’uomo ma anche le peggiori. E questo semplicemente perché costringe a fare verità, mette in luce le tenebre e impone una scelta, a favore della vita o della morte. É di vita e di morte infatti che Gesù parla oggi. A far perdere il controllo ai Giudei é quando Gesù dice: se uno osserva la mia parola non vedrà la morte in eterno. É una buona notizia. Eppure scatta la polemica. Per i Giudei la morte é inevitabile. Lo é stata anche per Abramo e per i Profeti. Evidentemente i giudei non sanno con chi stanno parlando, col Signore della vita. E non sanno di cosa Gesù sta parlando. Egli parla della morte come condizione di lontananza irrimediabile da Dio, come chiusura al suo sguardo d’amore, come incapacità di gioire per la vita del fratello. Questa morte può insediarsi nell’uomo mentre egli é ancora vivo. É la morte dello spirito, della verità, della giustizia, dell’umanità. Se uno segue il Signore Gesù questa morte non la conoscerà mai, non la conoscerà per l’eternità, non ne sarà mai prigioniero, ne sarà libero per sempre. Neppure la morte fisica potrà nulla. La morte fisica ferisce i legami ma non l’attesa del loro compimento. La vita é una promessa che non viene meno con il tramonto dei giorni. Il crepuscolo ne riaccende spesso le tinte forti e ne preannuncia l’alba. Quando uno é passato dalla morte alla vita é libero di fare della propria vita un dono. É libero dalla paura di morire, dalla paura dei potenti, dalla paura per i propri peccati, dalla paura che l’oggi non basti, che domani potrebbe mancare qualcosa o qualcuno. Vive il tempo come anticipazione di eternità. Gesù parla di essere liberi dalla morte e dalle mille paure che genera e i Giudei pensano parli di un’esistenza senza declino biologico e storico. Gesù parla di Vita e quelli hanno la testa nel diabete. Come potrebbero d’altra parte comprendere la Vita che viene da Dio dal momento che sono morti dentro? Soltanto l’accenno al fatto che il padre Abramo ha avuto un rapporto felice con Dio li nana su tutte le furie. Loro infatti non si sentono amici di Dio e tantomeno sentono Dio amico, figuriamoci un Padre. Non sopportano che Gesù parli di Dio con la confidenza di un familiare.
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Suggeriremmo ad encomiabile don Emanuele… provvidente capatina in no lontana Potenza onde benedire ripetutamente infausta urbe natale di tre tristi personaggi di nostri tempi… Speranza Lamorgese Figliuolo… tre autentiche iatture per nazione tutta…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/