VANGELO DI MARTEDÍ 5 APRILE
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Commento
Perché Gesù insiste tanto con persone che hanno già fatto la loro scelta? Egli sa bene che i farisei lo vogliono ammazzare e aspettano solo di coglierlo in fallo nei discorsi. Perché continua a intrattenersi con loro? La risposta é che li vuole salvare. Per sollecitare la loro conversione deve però essere franco: dove vado io, -dice Gesù- voi non potete venire. Dove va Gesù? Egli é diretto a Gerusalemme per testimoniare una nuova forma del rapporto tra gli uomini e il Padre, non basata sull’esecuzione di regole ma sulla libertà responsabile dell’amore. Su questa strada voi non potete venire -dice Gesù- fintantoché sceglierete come metro di misura del rapporto con Dio quello della Legge che condanna a morte invece della misericordia che dona vita. Che i farisei siano prigionieri della morte lo dimostra il fatto che alle parole di Gesù “voi non potete venire”, pensano che Gesù intenda suicidarsi. Insomma pensano che sia Gesù quello in pericolo, mica loro. Sono del tutto ignari di essere prigionieri del peccato. Ma cosa é il peccato? Per Gesù non é la trasgressione di una regola ma il tradimento del bene che lega gli esseri umani gli uni agli altri. Invece di chiederci quali regole abbiamo trasgredito, chiediamoci quale bene abbiamo mortificato, quale bene stiamo calpestando, quale valore stiamo bistrattando. Chiediamoci se stiamo o no coltivando umanità in noi e tra di noi. Se provassimo a dare un nome al bene concreto che ci permette di restare umani insieme, faticheremmo meno a dare un nome ai peccati della nostra vita, faticheremmo meno a comprendere come uscirne ed eviteremmo di favorirne la proliferazione con leggi inique e comportamenti degeneri. Ad un certo punto Gesù dice: “se non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati”. L’espressione Io sono, é quella con cui Dio si era fatto riconoscere da Mosé al roveto ardente, prima di mandarlo dal faraone a liberare il suo popolo. Come interpretare l’espressione IO SONO? Non significa semplicemente “Io esisto” ma “IO CI SONO”, cioè sono dentro, mi sporco le mani nelle vostre vicende, scendo in campo, non chiudo occhi, orecchi e bocca, ci metto la faccia. Gesù é Dio che ci mette la faccia, Gesù é la faccia di Dio. Mentre Mosè parlerà di Dio al popolo affinché non tema il faraone, Gesù é Dio che parla a ogni uomo affinché non tema nessun faraone. Il brano si conclude con un movimento apparente di speranza: molti credettero in lui. Quanto sarebbe durata questa adesione a Gesù? Di lì a pochi mesi si sarebbe squagliata come neve al sole.