Viganò a Liberi in Veritate. Chi si Vergogna della Verità si Vergogna di Dio.
29 Marzo 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra opportuno portare alla vostra attenzione questo messaggio che l’arcivescovo Carlo Maria VIganò ha rilasciato al Convegno di Liberi in Veritate, svoltosi il 26 marzo scorso a Milano. Un intervento estremamente lucido, un’analisi profonda delle radici e delle manovre che hanno portato alla situazione attuale, alla pseudo pandemia, alla limitazione delle libertà fondamentali. Buon ascolto, e buona diffusione.
Questo il collegamento al video.
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Tag: colpo di stato, liberi in veritate, vigano
Categoria: Generale
Ringraziando vivamente per il suo intervento in questo periodo storico così delicato, volevo dirle che credo sia lei il Vescovo di un riassunto che ho ritrovato in un quaderno dell’ultimo tema di 5 elementare intitolato “il fanciullo martire”; in cui un bambino era incaricato di portare in salvo delle ostie Sacre. E’ stato un percorso roccambolesco, incredibile, ma soprattutto Mistico ed ora sento dentro una energia potentissima e soprattutto mi sono riconnesso alla mia conoscenza sul chi ero, un essere Divino. Spero di riuscire a trasmettere il messaggio, che sia fatta la sua volontà come in cielo come in terra, che la luce della speranza di salvezza, possa schiarire un pò di persone in questo momento smarrite nell’oscurità, prima che vengano definitivamente risucchiate dalla marea e di riuscire a portare in salvo sul mi piccolo veliero turco a 3 alberi Maestri, qualche Giusto per portare a compimento la promessa di Vita Eterna.
Quando mi imbatto nei contributi di Mons. VIGANO’, che certamente condivido nella sostanza, non posso fare a meno di chiedermi perchè continui a fare citazioni in latino. Considero questo suo modo di fare una cosa davvero deprimente; sì, perchè se chi ha deciso di assumersi il gravoso compito di svegliare le persone assopite non arriva a capire che per ottenere questo egli deve parlare alle persone nell’idioma che queste possano comprendere, beh, allora direi che la nostra sconfitta sia ben più che certa, è già qui, siamo già sconfitti. Mons. VIGANO’ non ha bisogno di fare sfoggio di erudizione e di far sapere che conosce il latino, non è questo il suo ruolo, non è questo il suo compito; egli deve parlare chiaro e forte facendosi ben comprendere con facilità e immediatezza da chiunque lo ascolti, sia questi il massimo degli intellettuali, sia l’ultimo degli analfabeti; se Mons. VIGANO’ non arriva a comprendere questo, direi che non abbiamo speranza.
Sulle citazioni in latino… anche questo scrittore, Francesco Galgano ne usa nel suo libro scritto in maniera semplice ed esemplare, “il rovescio del diritto”, Abbiamo in ballo 2000 anni di storia, iniziata con la lingua latina… un conto è citare un altro sarebbe sermonare per tutto il tempo in lingua incapibile; la memoria per l’orientamento e la conoscenza è fondamentale, poi come diceva Gesù: chi crede in me guarirà! dunque alla base della curiosità, troviamo cura, perciò ognuno di noi potrebbe informarsi e curarsi, ma l’essere analfabeti oggi come oggi è diventata una moda per paura di imparare qualche cosa di nuovo “non consentito” dal pensiero conforme del gregge o probabilmente per vergogna appunto della Verità e farebbe di tutto pur di non venire accecato o convertito da essa, rifugiandosi nella più confortevole razionalità del capro espiatorio (…è colpa dell’altro) fino ad arrivare alla comodità (economico/sociale in primis) del diventare fascista e cioè appestato emozionalmente, privo di possibilità di evoluzione ed immerso completamente nella propria avidità di ego anche se inconscio. Abbiamo bisogno di tanta pazienza (etimologia: porto) e di tanta compassione verso chi è ancora preda della “trappola”.
Fa benissimo a usare il latino, lingua della tradizione cattolica romana. Potrebbe aggiungere la traduzione italiana, questo sì. Ma il riferimento alle Sacre Scritture nel latino della vulgata è una benedizione!!!
Ancora una volta Mons. Viganò fa lucidamente (e lungamente) cenno a disorganizzazione e gregge disperso, altrove parla degli italiani popolo mite, che si fa vaccinare come bestiame.
Per cui ben si può dire: dov’è questo fronte comune?
Cari 12300 spettatori del messaggio non vedo traccia di voi, fatemi sapere in quale catacomba vi riunite così che possa conoscervi!
Grazie, Monsignore, per ridare dignità all’episcopato italiano (con il già dimenticato mons. Giovanni d’Ercole) e a questa nostra povera, amata Patria, cavia da esperimenti, come nessun’altra nazione!
Possa “Liberi in Veritate” esser davvero lievito in ogni ambito sociale, espandersi con la benedizione di Dio e con gli uomini di buona volontà che in questa associazione opereranno santamente!
A.M.
Grazie di cuore carissimo CARLO MARIA VIGANO’
Che il Signore e Maria SS.ti siano vicinissimi sempre e in ogni tua iniziativa
Carlo D.Agosto
Ancora una volta grazie…
Mentre mons. Viganò parlava della Verità mi veniva in mente Romano Guardini che ne “Il Signore” scrisse: “La verità rappresenta la base dell’esistenza e il pane dello spirito; eppure nell’ambito della storia umana essa è superata dalla potenza. La verità vale; la potenza costringe. Alla verità fa difetto la forza immediata, e ciò tanto più quanto più essa è nobile. Le verità limitate hanno ancora forza in quanto sono convalidate dall’istinto e dalla necessità: basta pensare a quelle che toccano le nostre esigenze immediate dell’esistenza. Quanto più elevato è il grado a cui la verità appartiene, tanto più fragile è la sua forza nell’indurre ad una convinzione immediata; tanto più lo spirito deve schiudersi in libertà. Quanto più la verità è nobile, tanto più facilmente può venir messa da parte da realtà banali o posta in ridicolo; tanto più deve fondarsi esclusivamente sulla bellezza spirituale”…E dunque forza Davide, abbatti il tuo Golia con la fionda della Verità, i sassi della fede, della speranza, della carità, della preghiera devota del Santo Rosario, dei Sacramenti…
Ribadisco TUTTA la mia personale stima, ammirazione e devozione a Mons. Viganò a cui mi sento profondamente grata per il bene immenso che ha fatto e svolge nella Chiesa Cattolica nel momento più buio della sua storia. Non è superfluo ribadire che, oggi, è necessario che egli confermi con chiarezza la sua fedeltà a Pietro riconoscendo apertamente che Francesco è il Papa. Il gruppo , di cui fa parte il Prof. Lamendola, Viglione, spesso nega a Francesco il ruolo di Pietro, non scherziamo! Dare a chi, sulla base di pettegolezzi, calunnie e diffamazioni reiterate la patente di portatori della Verità equivale ad ammettere una bestemmia sulla bocca del Buon Pastore. Ho già chiarito che la risposta al Nuovo Ordine Mondiale che la Chiesa Cattolica deve opporre è l’unità dei cristiani mediante il rientro dei cristiani ortodossi nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Se i Patriarchi di Mosca e Costantinopoli ritorneranno nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana Fatima avrà vinto, il Cuore Immacolato di Maria Corredentrice trionferà e l’ateismo Comunista evaporerà da oriente ad occidente. Non sarà nostra salvezza mandare gli eretici apostati scismatici filosocialisti e filocomunisti alla maniera di Toscano, Lamendola o Fusaro
Segue ..in Parlamento!
…..(dobbiamo) prestare poca o, meglio, nessuna attenzione alle notizie o commenti presentati dai vili media occidentali, dato che, per colpa dei popoli occidentali, sono quasi tutti finiti sotto il controllo dei nemici di Dio e dell’umanità, fautori del Nuovo Ordine Mondiale empio e Comunista.
Questi media faziosi e partigiani hanno deliberatamente provocato, sin dal 2014, lo scontro tra Russia e Ucraina, quando la diplomatica americana Victoria Nuland progettò la caduta del Presidente dell’Ucraina democraticamente eletto, reo di non essere abbastanza favorevole al Nuovo Ordine Mondiale. Questi media “mentono sapendo di Mentana”. Quindi, butta la televisione dalla finestra, e dopo che leggi i giornali con le dita, lavatele! …–come dovrei giudicare le nazioni impegnate in combattimento? Dai loro frutti (Mt. VII, 17–19). Quali sono i combattenti che si prendono cura degli interessi di Dio Onnipotente, di Gesù Cristo e della Sua Chiesa Cattolica, e quali sono i combattenti che ignorano o perseguitano tali interessi? Ed ecco un altro errore in cui è facile cadere per gli occidentali: “L’America è buona, la Russia è cattiva”. Ciò potrebbe essere stato ampiamente vero fino agli anni ‘50, quando l’America era ancora Cristiana di nome mentre la Russia era ancora completamente Comunista, ma se con l’apostasia del Vaticano II, a partire dagli anni ‘60, il materialismo ateo cominciava a dilagare in America, invece dalla caduta del muro di Berlino nel 1989 in poi, i Russi hanno cominciato a ricostruire migliaia di chiese distrutte sotto il Comunismo, comprese, pietra per pietra, alcune delle chiese più centrali e importanti di tutte. E questa rinascita della religione in Russia è promossa positivamente dal presidente Putin. Quindi oggi non potrebbe essere più vero dire: “La Russia è buona, l’America è cattiva”?
http://www.unavox.it/Documenti/Doc1452_Williamson_19_marzo_2022.html
Difficile far comprendere che il comunismo è la strategia della presa del potere e non ha ideologie potendo servirsene di qualsivoglia, non ha morale potendone ostentare qualunque, non ha sentimenti potendone simulare a iosa.
20 anni fa la controinformazione aspettava l’ordine che calasse dall’alto. Oggi si è fatta fregare dallo scontro oriente-occidente. E’ bastata veramente poco…
Già l’inizio del video fa capire che Viganò consideri i cospiratori non solo gli agenti più esterni ma anche i soli occidentali.
Per il resto la retorica sui diritti fondamentali e sulla problematica economica fa ridere. Certo il fine nascosto è nefando ma l’economia ed i diritti attuali sono basati su truffe da sè essi stessi, e la depopolazione per ora improvata. Ma andiamo oltre…
Il Great Reset in sè è solo un programma alquanto scialbo del tutto scontato per chi si interessava a queste cose tempo fa. Esso però non è l’unico approccio, e più probabilmente è il tipico emblema da esporre per attirare gli strali d’occasione per depistare l’attenzione dalle altre manovre messe in campo.
Lo stesso dicasi per il modernismo che è accusato di tutti i mali. Non solo si confligge con ciò che il Concilio Vaticnao II riportò in auge dopo le distorsioni dei tradizionalisti del tridentino, facendogli dire e desumendo da esso cose improprie, ma appunto vedendone le derive apportate dai modernisti, si dimentica delle deviazioni che incorsero nella Chiesa dal barocco in poi proprio in chi se ne faceva più faresaico difensore.
La stessa società tradizionale di cui ciancia non esistette mai né nel medioevo ( volutamente arrivo fin qui per antecedere l’umanesimo ) né nell’alto medioevo ( o ci siamo dimenticati le invettive dei vescovi contro superstizioni ) né nel periodo del sacro impero romano ( il periodo dei primi secoli dove basterebbe un Crisostomo per sconfessare l’idea di una societas christiana ). Questo non per dire che le società di una volta fossero come l’attuale ci mancherebbe, ma per sconfessare la possibilità politica che i tradizionalisti nella loro deviazione hanno del favorire il Regno di DIO che in realtà contribuiscono ad occultare.
L’altra cosa altamente sospetta è questo fantomatico “fronte comune” che guardacaso quali armi dovrebbe apportare? Alla fine fronte politico e prettamente umano, informativo, giuridico, medico, economico e politico, per incidere nel mondo contraddicendo le sacre scritture secondo la fola della pseudo restaurazione proni a dubbie veggenze.
D’altronde tutto ciò si spiega con il riferimento al lievito fatto. Ora tralasciando che anche Viganò non coglie l’ironia del Teantropo Signore Gesù riguardo al regno di Beliar diviso in sè stesso ( d’altronde basti guardare la fine che farà la capitale dell’impero del male: Babilonia ) che nella sua disorganizzazione è opposto appunto all’organizzazione somma del Regno di DIO ed agli imperscutabili diseegni della Provvidenza in qusto mondo ferito, dicevo tal lievito che dovrebbe frappore una risposta “di campo” contro il supposto regno di tenebra che abbiamo davanti e le sue organizzazioni e potentati è quanto mai fasullo e strumentale.
I potentati demoniaci non sono uniti, sono uniformi. Gli stessi umani che dirigono, e parlo delle alte cerchie più occulte, hanno un progetto in cui credono di palingenesi apoteosica gnostica che è prettamente falso, non semplice sete di dominio che è fondatata sul disastro.
Asserire implicatemente che i sacerdoti satanici vogliano un ordine ed armonia mondiale a loro plasmazione è del tutto falso. I sacerdoti satanico vogliono il semplice sterminio e la dannazione eterna di noi tutti, comprese le alte cerchie occulte illuse. Dimenticando questo si dimentica il peccato di tutti i giorni, quel peccato che era accanto a noi ai tempi del Singore Gesù, ai tempi della Chiesa imperiale, ai tempi dei regni barbarici, del medioevo, del rinascimento, dell’era barocca e post illuminista, peccato sempre adeguato alle epoche.
Il regno di tenerba non ci ha mai abbondato, condensarlo in determinate cerchie di quest’ora è infausto!
Viganò si sta prestando ad un’opera di grande distrazione/dissuasione.
😱
E mo’ a chi si deve credere?
All’Unico Uno Tripersonale?
Visti i veggenti qua presenti, suggerirei: il Mago Otelma e, in subordine, Wanna Marchi.
Casca malissimo! Sono bellissima, intelligente e molto stimata.
Complimenti. E’ molto spiritosa.
Le società tradizionali sono esistite e società fondate su caratteristiche proprie degli assetti tradizionali esistono tuttora (India e, in parte, Giappone, tanto per citarne due molto rilevanti). Ma vero è che l’immagine di tali società confezionata dalla mitologia tradizionalista è, appunto, mitologica. Così come mitologica è l’immagine che il tradizionalismo, specie quello cattolico, si è formato della modernità. Caratteristica di tale impostazione è l’elevazione di discrimini che distinguano un prima edenico da un dopo decaduto. Si va dagli sproloqui sull’umanesimo e sul Rinascimento all’elogio dell’Ancien Régime o dell’impero austroungarico. Un tradizionalismo fatto di ricostruzioni fantasiose e unilaterali, di talebanismi, di improbabili nostalgie. *** Ciò detto: Monsignor Viganò non mi sembra appartenere affatto a questo genere di tradizionalismo. E sta svolgendo un’opera benemerita, indicando con chiarezza – e con coraggio – alcune delle principali fonti del disastro cui stiamo assistendo (fatto di pan/infodemia e crisi ucraina, ma anche di genderismo, sogni transumisti, babelismi da internet-delle-cose, ecc. ecc.). Se alcuni di noi sono da molto tempo al corrente di queste derive, dei loro meccanismi e dei loro ispiratori, ciò non significa che non valga la pena di additarli, spiegarli e stigmatizzarli. *** Certamente quello contro cui punta il dito Monsignor Viganò è UN fronte comune, non l’unico. Anche in questo caso il quadro è complesso e variegato. Ma non v’ha dubbio che esista una centrale, diciamo pure una cupola, un’accolita di cosche, cui è imputabile parte notevole della rapida degenerazione in atto. Ne esistono certamente anche altre. E altrettanto certamente all’interno della cricca additata da Monsignor Viganò non regna una stabile concordia cordium. Ma, per esempio, il fiume di denaro che ha letteralmente corrotto gran parte dei penniferi nostrani (intellettuali e media), incaricandoli catalizzare un certo état d’esprit, funzionale all’attuazione di un determinato progetto, ha una precisa connotazione una precisa origine. *** L’attuale congiuntura richiede massima prudenza. Investire Monsignor Viganò o chiunque altro, qualcuno qui sopra ha citato Francesco Toscano, del ruolo di inerranti paladini del Bene sarebbe una semplificazione. Ma non possiamo nemmeno negare a queste persone il merito di spendersi quotidianamente per promuovere la presa di coscienza di alcuni elementi chiave di cui gran parte della gente ignora a tuttoggi l’esistenza, nonché il merito di mantenere in vita una chiave di lettura che può contribuire alla demistificazione dei piani in atto. Vi sono momenti in cui le questioni di lana caprina devono passare in secondo, terzo, quarto piano, e in cui l’affermazione di una linea di resistenza e contrasto congiunta deve saper trascendere le differenze (e le puzzette sotto il naso: Lamendola e Nitoglia no perché sono tomisti, Fusaro e Mattei no perché sono socialisti, e via dicendo). Il tempo per operare i distinguo, più o meno bizantini, verrà. Ma non è ora. *** Quanto al tempo per meditare e per pregare, quello è sempre.
Trasibulo il problema è presto detto. Fatto conto che la teologia tradizionalista è deviante ( e non parliamo del tradizionalismo politico ) , e come lei pare convenire ovvianti il fatto che ci sono direzioni plurime e progetti plurimi di attacco al cristianesimo come infondo all’umanità, è altamente sospetto che Viganò fondi tutto il suo apparato critico su una sola parte del problema, prestando il fianco all’altra fazione principale.
Inoltre come faccio presente da un pezzo, miglior modo per spegnere ogni resistenza o meglio distrarre spiritualmente il popolo di DIO non è solo il buttarla in politica ma anche lo stesso spacciarsi per amici quando in realtà si è agenti.
Non mi interessa stabilire chi sia Viganò in realtà ( e non è uno sprovveduto giacché nunzio apostolico USA e segretario generale del governatorato vaticano ) ma le sue uscite sono quanto di più scontato e “imboccato” uno possa aspettarsi, perché tendoziose e in realtà farlocche.
Lei scrive: ” non possiamo nemmeno negare a queste persone il merito di spendersi quotidianamente per promuovere la presa di coscienza di alcuni elementi chiave di cui gran parte della gente ignora a tuttoggi l’esistenza, nonché il merito di mantenere in vita una chiave di lettura che può contribuire alla demistificazione dei piani in atto” la qual cosa è un non senso. Innanzitutto non si può scusare chi pone faziosità e rispetta uno stilema, uno script altamente collaudato cavalcando una teologia distorta mascherandosi dietro l’accusa dell’altra sponda. E se intendeva solo i giornalisti, quelli che ha citato non ci campano, ma propongono progetti. Quella frase può scusare me, lei, chi fa da sè un video e non ha seguaci.
La chiave di lettura di tutti gli epigoni che cita è parzialista, depistante, è calata al “momento giusto”. Che li si lodi per una informazione anch’essa parziale ma almeno alternativa, sono totalmente con lei.
Eppure dei nomi che ha citato l’unico trasparente ed onesto è il dottor Mattei. Non si tratta di no o di si relativamente a chi si è, ma di come le proprie retoriche servano disegni altrui per giunta involontariamente visto che la corruttela non esige pagamenti , anzi.
Il dietrologismo anti-gnosticista paga sempre dai tempi di Augutin Barruel , il primo venduto complottista della storia, nel senso di asservito a certe dinamiche come più o meno furono i circoli controinformativi gestiti dalla CIA nel post II guerra mondiale.
E’ una carta sempre verde, talmente inflazionata che non se ne scorge la strumentalità.
O le debbo fare l’esempio del caso Taxil o del caso Prainaitis che il tradizionalista medio ama ricordare?
Li critichiamo con le loro armi, per questo non posso credere che Viganò sia talmente stupido, preferisco pensarlo come parte integrante del gioco, ma questa frase non la capirà chi crede al complotto gnostico perché evidentemente dimentica i travestimenti di Beliar oltre al fatto che l’obiettivo finale non è alcun governo mondiale ab chaos.
Facciamo così, tagliamo la testa al toro: pure l’uomo medievale era inclinato al male per via della ”original colpa” (proprio come quello moderno e post-moderno); ma, per esempio, un Brunetto Latini (messo – beffardamente? – da Dante ad arrostire tra i sodomiti) non avrebbe mai scritto nel suo Tesoro che l’atto del sodomita è bello. O lecito. E, infatti, lo condanna, esso atto (mentre, a proposito di lecito, nelle attuali società occidentali, come si sa, due uomini possono sposarsi).
(Ah, ovviamente, secondo la mentalità liberal d’oggidì, il Latini era un represso, anzi un omofobo represso e ipocrita che invece avrebbe dovuto fare coming out…)
Si può anche concordare ma per sostenere cosa? Ogni epoca ha il suo hic et nunc, allora a converso molte cose che oggi si fanno, cose abominevoli, si potrebbero proprio alla luce del medesimo ragionamento comprendere ( mai scusare ) proprio perché oggi sono comuni e coestensive al dato spazio-tempo di riferimento mentre ieri lo erano affatto.
Vero. Non solo nell’Europa medievale, ma in nessuna delle civiltà “tradizionali” la sodomia era istituzionalizzata. Il punto è soprattutto questo: non tanto, o non solo, la stigmatizzazione (vi furono società “tradizionali” in cui l’omoerastia era tollerata, sia pure entro certi confini), ma l’istituzionalizzazione, che è invece il tasto sul quale spingono i mondialisti postmoderni. Occorre però, per correttezza, che in certi casi i vale il contrario: nella società “tradizionale” dell’Europa cristianizzata la tortura era una prassi non solo accettata, ma anche istituzionalizzata, mentre nel grosso delle società moderne non lo è (sebbene sia praticata di straforo: Abu Ghraib è solo un esempio fra tanti). Quindi la tesi “tradizionalista” che fantastica di uno ieri meraviglioso contrapposto a un oggi orrendo è in buona parte, come si diceva, un mito. Ciò non toglie che sarebbe cosa di grande intelligenza serbare il buono di quello ieri (e ce n’è molto) per migliorare l’oggi. Al solito si fanno lanci di bambini con l’acqua sporca, ed è, in tutti i sensi, un peccato (P.S. Il rilievo non è rivolto a Lei, Signor Brega, che ha fatto, anzi, una giusta puntualizzazione).