Kath.net, Card. Müller: Esigere l’aborto come un diritto umano non ha eguali nel cinismo.
19 Marzo 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questa intervista al card. Gerhard Müller, realizzata da Lothar Rilinger per kath.net, che ringraziamo per la cortesia, nella mia traduzione. Buona lettura.
§§§
Card. Müller: “Esigere l’aborto come un diritto umano non ha eguali nel cinismo”.
Vaticano (kath.net) L’immagine cristiano-umanista dell’uomo sarà sostituita da quella ateo-evoluzionista. Questa immagine dell’uomo rappresenta un dualismo secondo il quale il corpo e lo spirito sono separati. Il corpo è visto come una cosa, come un oggetto giuridico, così che l’essere umano diventa portatore di diritti solo quando ha lo spirito – solo allora l’essere umano diventa un soggetto giuridico che può disporre dei diritti, specialmente dei diritti umani. Questa scissione dell’essere umano in oggetto giuridico e soggetto giuridico ha conseguenze sul diritto umano alla vita che devono essere viste come un cambiamento di paradigma nella visione della vita dell’essere umano. Non è più l’essere umano in sé ad essere protetto dalla legge, ma solo lo spirito umano, che si manifesta nell’autoriflessione e nell’autodeterminazione formale. Vogliamo avvicinarci a questo cambiamento e fare luce sulle conseguenze nel diritto dell’aborto di “ammassi di cellule” o “tessuto gestazionale”, come vengono chiamati gli esseri umani non nati nella visione ateo-evoluzionista degli esseri umani. Abbiamo chiesto al cardinale Gerhard Ludwig Müller, che Papa Francesco ha recentemente definito un “maestro dell’insegnamento cattolico”, un commento.
Lothar C. Rilinger: La concezione ateo-evoluzionista dell’uomo si basa sul dualismo di corpo e spirito. Si può accettare questa visione dell’uomo da una prospettiva cristiana?
Cardinale Gerhard Ludwig Müller: Il rigido dualismo della mente come cosa pensante (res cogitans) e il corpo come cosa estesa (res extensa) risale in questa forma al filosofo francese René Descartes. Non si considerava affatto un ateo e presentava persino prove impressionanti dell’esistenza di Dio, che come idea necessaria risulterebbe evidentemente dalla nostra autocoscienza.
Solo con i materialisti dell’Illuminismo popolare, come il barone d’Holbach, Helvetius o La Mettrie, l’uomo fu ridotto alla materia. L’uomo, sostenevano, non era altro che una macchina che poteva essere spiegata interamente dalle leggi della meccanica. Oppure l’uomo era solo la somma delle sue condizioni sociali, come dicevano Comte e Marx, e quindi doveva prima essere creato in un uomo nuovo attraverso il miglioramento.
L’ateismo della critica alla religione nei secoli XIX e XX di Max Stirner e Feuerbach, in combinazione con l’evoluzionismo darwiniano, non poteva più riconoscere alcuna differenza di essenza tra gli animali e gli uomini. Per Nietzsche, l’uomo era “l’animale non ancora stabilito”, che si era sviluppato in un “uomo superiore” solo in pochi esemplari, mentre le grandi masse rappresentavano un “surplus di disadattati, malati, degenerati, infermi, necessariamente sofferenti”. Nietzsche – questo filosofo del nichilismo e araldo della “morte di Dio”, al quale si riferivano, a torto o a ragione, gli eugenisti e i razzisti del XX secolo – rimprovera al cristianesimo il “deterioramento della razza europea” attraverso la “rivalutazione” dei deboli in forti e il disprezzo dei sofferenti in compassione per loro nel suo scritto: “Al di là del bene e del male” (cfr. § 62). L’uomo era solo il pezzo intermedio tra l’animale e il prossimo “superuomo”, che era così “caro al cuore di Nietzsche”. L’attuale transumanesimo o postumanesimo segue il canto delle sirene del suo folle profeta: “Addio! Addio! Voi umani superiori! – mentre gridava – Solo ora la montagna del futuro dell’uomo gira. Dio è morto: ora vogliamo – che il superuomo viva”. (Friedrich Nietzsche, Also sprach Zarathustra, Parte IV, Vom höheren Menschen, 2, (Leipzig 1923), 418). In questo, l’élite globalista di oggi si sente indirizzata, indulgendo in tutti i privilegi e prescrivendo alle masse ottuse di miliardi, chiamate “marmaglia” da Nietzsche, la cura da cavallo dell’autodecimazione e al resto dell’umanità la felicità delle vacche al pascolo (cfr. Klaus Schwab e Thierry Malleret, La grande narrazione. Per un futuro migliore, 2022). “Ma mentre l’uguaglianza davanti a Dio era quella che spronava allo sforzo, l’uguaglianza degli ‘ultimi uomini’ è quella di una famigerata consolazione, perché non c’è più niente che valga la pena di sforzarsi, né c’è più nessuno che la rivendichi”. (Herfried Münkler, Marx – Wagner – Nietzsche. Welt im Umbruch (Berlino ³2021) 222).
Questa è precisamente la linea di faglia tra la visione dell’uomo come immagine e somiglianza di Dio (Genesi 1:27; Salmo 8:6; Romani 8:29) e la riduzione naturalistica dell’uomo al prodotto accidentale dell’evoluzione, la sociologia e l’essere umano geneticamente arricchito come futuro ibrido di organismo biologico e intelligenza artificiale, l’homunculus o cyborg. Per noi vale la verità rivelata sull’uomo: “Perché anche la creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione nella libertà e nella gloria dei figli di Dio”. (Romani 8:21).
Rilinger: È eticamente giustificabile descrivere una creatura di Dio, come viene considerato anche un bambino non ancora nato, come una “cosa” o “cosa”, che dopo tutto deve essere velata dalla qualifica di “mucchio di cellule” o “tessuto di gravidanza”, per non permettere ovviamente che la piena verità sia rivelata alla popolazione?
Card. Müller: Ogni essere umano deve la sua reale esistenza fisica all’essere stato generato e concepito da suo padre e sua madre. I genitori non producono un tessuto che poi accidentalmente effettuerebbe una sorta di trasformazione dell’essere in un essere umano. Dall’inizio del concepimento, ogni essere umano possiede un DNA distintivo come base fisica della sua identità personale. Ogni essere umano, in quanto persona di natura spirituale-corporea, è dall’eternità voluto, amato e destinato da Dio alla salvezza, alla comunione con Lui senza fine; “… perché chi ha conosciuto in anticipo, ha anche predestinato in anticipo ad essere reso partecipe della natura e della somiglianza del suo Figlio …” (Romani 8:29)
Rilinger: La gravidanza è ovviamente considerata come una malattia nella nuova concezione dell’uomo; il termine “salute riproduttiva” come sinonimo di aborto non può essere inteso altrimenti. Si può considerare la gravidanza come una malattia e quindi l’aborto come il ripristino della salute?
Card. Müller: La gravidanza non è altro che la simbiosi corporale del bambino concepito da un uomo con la donna che è e resterà sua madre fino alla morte.
La gravidanza offre al bambino la culla della vita e la sua crescita fino al giorno in cui il bambino vede la luce del giorno nella nascita. La malattia, d’altra parte, significa la limitazione e la minaccia alla vita, alle funzioni corporali o all’integrità mentale e spirituale. La procreazione di un bambino, la gravidanza, la nascita, la cura del neonato, il suo nutrimento con il latte materno, i baci e le lacrime della madre, la cura per la crescita sana del bambino sono tutt’altro che un incidente che chiama in causa il funzionamento di un “prodotto” tecnico.
La procreazione di un nuovo essere umano nel grembo materno non è una riproduzione di un oggetto di piacere o un oggetto d’uso, ma una partecipazione dei genitori al piano di creazione e di salvezza di Dio. Gesù, il Figlio di Dio, ha mandato a chiamare i bambini per benedirli e per raccomandarceli nella loro semplicità e incorruttibilità come esempio della nostra figliolanza con Dio. (Mt 18, 1-4). Egli è quindi l’archetipo della bontà di Dio verso i bambini. Ci dà uno spunto di riflessione quando dice: “Quando una donna sta per partorire, piange perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non pensa più alla sua angoscia sopra la gioia che un essere umano è venuto al mondo”. (Giovanni 16:21).
Rilinger: Poiché la sessualità è spesso staccata dalla procreazione di un essere umano e quindi non serve alla continuazione della società, ma piuttosto al guadagno di piacere dell’individuo, la gravidanza è talvolta vista come una menomazione del guadagno di piacere. Questa menomazione potrebbe essere considerata come una malattia?
Card. Müller: Non tutte le unioni sessuali tra uomo e donna portano alla gravidanza. Ma non si deve nemmeno separarle fondamentalmente da essa per “usare” il mero piacere sessuale – senza amore personale – come una droga contro l’esperienza dell’insensatezza dell’esistenza o come una mortificazione o un aumento dell’autostima.
Il matrimonio è un’unità olistica dell’uomo e della donna nell’amore che porta i due partner oltre se stessi nell’esperienza dell’amore incondizionato di Dio, che è la nostra felicità eterna. “L’atto coniugale è meritorio in vista del premio della vita eterna e senza alcuna colpa, pesante o leggera, se rimane ordinato alla procreazione dei figli e alla loro educazione al culto di Dio” (Tommaso d’Aquino, Commento a 1 Corinzi, cap. 7), anche se de facto – senza l’intenzione escludente dei genitori – non nasce nessun nuovo essere umano.
Rilinger: Nella nuova concezione dell’uomo, l’essere umano non nato è considerato come una cosa. Questa qualificazione giuridica di un essere umano non ancora nato come una cosa ha lo scopo di ottenere la possibilità di poterlo uccidere fino all’ultimo secondo logico di gravidanza senza un reato di omicidio?
Card. Müller: Una cosa è un essere inanimato come un libro, una macchina, un computer. Ma un essere umano nello stato embrionale del suo sviluppo è un essere vivente con gli organi umani che gli permettono di pensare e agire in modo veramente umano.
Anche una donna non partorisce una cosa, ma un bambino, che spera di poter tenere tra le braccia sano e vivo.
Un’argomentazione contro questo modo di pensare disumano nei confronti del bambino nel grembo materno è superflua, perché l’essere umano del bambino nel grembo materno è evidente e la sua negazione è la giustificazione del più efferato crimine contro la vita. Dichiarare un bambino nel grembo materno una cosa è altrettanto perverso che rendere schiavi degli esseri umani e poi dichiararli una cosa per giustificare questo orrendo crimine contro l’umanità.
Rilinger: Il Parlamento europeo ha approvato il cosiddetto Rapporto Matic nell’estate del 2021, secondo il quale l’aborto dovrebbe essere considerato un diritto umano. Potete immaginare che il rifiuto di osservare questo cosiddetto diritto umano appena inventato avrà conseguenze civili o penali?
Card. Müller: Quando questi atei e agnostici neopagani parlano di diritti umani e di valori europei, ammettono a malincuore che esistono norme etiche.
Anche se, nel loro disorientamento metafisico derivante dalla perdita di fede nel Dio onnipotente, nostro Creatore e giudice incorruttibile delle azioni buone e cattive, rifiutano norme morali oggettive e universalmente vincolanti, devono però almeno riconoscere come minimo etico il limite dell’autodeterminazione nel corpo e nella vita dell’altro essere umano.
Coloro che pensano che i potenti, i sani e i ricchi hanno più diritto alla vita dei deboli, dei malati e dei poveri, si condannano come discepoli del darwinismo sociale, che ha portato a milioni di vittime delle ideologie politiche nel XX secolo. Non basta invocare il proprio antifascismo e antistalinismo, bisogna piuttosto rinunciare ai loro principi disumani nel pensiero e nell’azione. Nonostante tutti gli appelli all’emancipazione dal decalogo, o gli appelli alle decisioni della maggioranza nei parlamenti, o al mutato senso del popolo, la legge morale naturale che brilla nella ragione e nella coscienza di ogni essere umano è ancora applicabile. Coloro che sono così criminalmente frivoli con le vite degli altri urlano più forte quando – come si può vedere nei processi per crimini di guerra – loro stessi lo prendono nel collo.
Nel decreto conciliare Gaudium et Spes, il Concilio Vaticano II esigeva il rispetto della persona umana con le parole: “Tutti, senza eccezione, devono considerare il prossimo come “un altro se stesso”, preoccupandosi soprattutto della sua vita e delle condizioni necessarie per una vita degna di un essere umano. Altrimenti assomiglieranno a quell’uomo ricco che non si preoccupò affatto del povero Lazzaro. Oggi, in particolare, siamo urgentemente obbligati a farci il prossimo per eccellenza di ogni essere umano e ad aiutarlo energicamente ovunque ci incontri, sia che si tratti di anziani abbandonati da tutti, o di un lavoratore straniero che incontra un ingiusto disprezzo, o di uno sfollato, o di un figlio illegittimo che soffre immeritatamente per un peccato che non ha commesso, o di un affamato che smuove la nostra coscienza ricordandoci la parola del Signore: In quanto l’avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. (Mt 25,40)”.
Esso afferma inoltre: “Tutto ciò che è contrario alla vita stessa, come qualsiasi tipo di omicidio, genocidio, aborto, eutanasia e anche il suicidio volontario; tutto ciò che viola la santità della persona umana, come la mutilazione, la tortura fisica o mentale e il tentativo di esercitare la coercizione psicologica; tutto ciò che offende la dignità umana, come condizioni di vita disumane, arresti arbitrari, rapimenti, schiavitù, prostituzione, traffico di ragazze e giovani, quindi anche condizioni di lavoro indegne in cui il lavoratore è trattato come un semplice mezzo di acquisizione e non come una persona libera e responsabile: tutti questi e altri atti simili sono di per sé una vergogna; sono una decomposizione della cultura umana, degradando molto di più chi fa il male che chi lo subisce. Allo stesso tempo, sono al massimo grado una contraddizione contro l’onore del Creatore”. (Vaticano II, Gaudium et Spes, 27)
Rilinger: Può – come è richiesto nella nuova immagine dell’uomo – essere vietato a un medico di rifiutarsi di uccidere un essere umano non nato contro la sua coscienza morale?
Card. Müller: Costringere una persona ad agire contro la sua coscienza è di per sé immorale. Punirlo per questo è il segno sicuro di una perversione della giustizia in una società totalitaria che ha perso la sua pretesa allo stato di diritto, anche se formalmente avrebbe ancora l’aspetto di una democrazia.
Rilinger: Il rifiuto di un medico di eseguire un’uccisione prenatale può essere considerato come una “violenza di genere contro le donne” come richiesto dalla visione ateo-evoluzionista dell’uomo?
Card. Müller: L’aborto è una violenza di genere contro una donna come madre e contro sua figlia o figlio.
Rilinger: È compatibile con il nostro sistema legale che ogni ospedale, incluso un ospedale cattolico, debba eseguire aborti?
Cardinale Müller: Non si può arbitrariamente-positivisticamente dichiarare giusto ciò che è eticamente sbagliato.
Rilinger: Nel caso della gravidanza, i diritti umani della madre e del nascituro possono collidere se la vita della madre è messa in pericolo dalla gravidanza. In questo caso, si deve fare un bilanciamento di interessi, per cui il medico deve decidere tra la vita della madre e quella del nascituro?
Card. Müller: Nessun medico ha il diritto di disporre della vita e della morte di un altro essere umano. Piuttosto, il suo compito è quello di salvare delle vite. In un caso estremo, quando solo una vita può essere salvata a spese di un’altra vita, nessuno può decidere dall’esterno. Qui inizia una logica di “amore più grande, in cui uno dà la sua vita per i suoi amici”. (Gv 15,13). Conosco donne che hanno osato vivere per il loro bambino in quest’ora, che sono morte nel processo, e altre che sono sopravvissute nonostante le previsioni dei medici e che oggi ringraziano Dio per questa grazia.
Rilinger: Gli aborti per qualsiasi motivo devono essere inclusi nel catalogo delle prestazioni delle compagnie di assicurazione sanitaria e degli assicuratori sanitari. Ci si può aspettare che la comunità degli assicurati paghi per aborti che non sono indicati dal punto di vista medico e hanno il carattere di contraccezione generale?
Card. Müller: Dal punto di vista della legge morale naturale e della concezione cristiana dell’uomo, la partecipazione obbligatoria a qualsiasi forma di aborto, eutanasia e altre forme di eliminazione della presunta “vita non più degna di essere vissuta” è da respingere con ogni enfasi e a ogni condizione. Naturalmente è un fatto che nelle dittature totalitarie e anche negli stati dell'”Occidente democratico” certi gruppi ideologici – fino ai partiti rappresentati in parlamento – costringono i concittadini a collaborare finanziariamente all’uccisione di persone innocenti. I cristiani sono spesso diffamati pubblicamente, discriminati e persino perseguiti per questo.
Rilinger: Il rapporto Matic non ha conseguenze giuridiche, perché il Parlamento europeo non ha competenza legislativa per la legge sull’aborto. Tuttavia, questo rapporto ha un impatto nel discorso politico. Questa decisione ha lo scopo di mostrare quali sono i valori europei da considerare, in modo che, come ha già chiesto il presidente Macron, la Carta europea dei diritti fondamentali debba essere modificata?
Cardinale Müller: Esigere l’aborto come un diritto umano non ha eguali nel suo cinismo disumano. Questo è ciò che Papa Francesco dirà al presidente francese che afferma pubblicamente di essere suo amico.
Rilinger: Eminenza, grazie mille!
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Tag: kath.net, mueller, müller
Categoria: Generale
Ogni essere umano, in quanto persona di natura spirituale-corporea, è dall’eternità voluto, amato e destinato da Dio alla salvezza, alla comunione con Lui senza fine; “…
La penso cosi.
Miserere 2, e fai bene a pensarla così! Io invece che ricordo ancora adesso quel canto penitenziale con lugubre melodica cadenza: miserere mei Deus secundum magnam misericordiam tuam…… et in peccato concepit me mater mea…., che inibì inconsciamente la mia mente già all’età di cinque anni, non credo proprio che la mia dolcissima e bellissima mamma mi abbia concepito nel peccato trasmessomi dal mio atletico papà. Non credo che “per viam seminis” si trasmetta peccato alcuno! E men che meno quello che Eva fece col suo serpente.
Anzi ti dirò di più e va a controllare se riporto il vero o il falso. Rosmini (ora mi pare fatto beato, ma una volta….) ha elaborato una magnifica teoria teologica che ha del fantastico ilarante per spiegare l’Immacolato Concepimento della Vergine Maria da parte di Sant’Anna, visto che il dogma di fede recita che la trasmissione del peccato originale avviene “per viam seminis” (Concilio dogmatico di Calcedonia). Scrive il Rosmini che una goccia di sperma di Adamo prima che peccasse si è conservata vitale fino ad arrivare direttamente nelle cellule di San Giocchino e da qui fecondò senza contaminazione alcuna di peccato un ovulo di Sant’Anna e quindi lo zigote fu esente da ogni tipo di peccato fin dal primo millisecondo di sua vita.
La vita, tra tante miserie multiformi, ha questo di bello: che ognuno è libero di pensarla come vuole, cambiare idea guardando alla propria vita e ampliando gli orizzonti dello scibile, oppure stare come torre ferma che non crolla mai la cima per lo soffiar del venti. Ma tu credi davvero che la torre sia più forte dei venti del pensiero? Può darsi, ma il pensiero è proprio dell’uomo che ricerca. Considerate vostra semenza, fatti non foste come…
E dato che sono in argomento, mi viene in mente anche Rutilio Namanziano. Perseguitato da Teodosio poiché non voleva rinunciare al suo libero pensiero pagano, fuggendo da Roma, annotò nel “De reditu suo” che la maga Circe trasformò il corpo dei compagni di Ulisse in porci, ma il cristianesimo anche le menti. Esagerato certo. Ma se penso che anche Jehoshua disse: ma non avete un cervello per valutare? In libertà, rispetto, pace.
Cari Veronica e Francesco, vi suggerisco la lettura anche di questi 10 volumi di KARLHEINZ DESCHNER, Kriminalgeschichte des Christentums, Reinbek bei Hamburg. In italiano: Storia criminale del Cristianesimo, Edizioni Ariele MI. Allora si potrà avere un’idea più equilibrata ed umana “di questo mondo alla rovescia in cui per permissione divina”, ogni credente usa Dio per I propri interessi così come ogni altro sceglie ciò che gli conviene e scarta ciò che gli costa qui e adesso. Certo, i tempi dell’evoluzione sono talmente incommensurabili per la mente umana che il concetto di trascendenza viene quasi spontaneo (Peter Sloterdijk) come qualsiasi altra fantasia per noi poveri animali di un giorno soltanto (Platone); ma se 2000 anni di cristianesimo non sono bastati a scrivere una storia migliore, a voi non resta che agognare il Paradiso (Nihil dulcius christiano quam cito mori, scriveva San Cipriano), a noi che il cristianesimo e tutte le religioni evolvano secondo la teoria darwiniana.
Qui si parla di aborto cioè di un bimbo mai nato perché ucciso. Se lo scopo della vita è il piacere della carne perché si vuol poi giustificare l’uccisione del frutto di quel piacere? Se è così vitale l’impulso sessuale perché poi si deve reprimere la vita che da quell’impulso procede?
E il peccato forse non è un’invenzione sacerdotale e la confessione uno strumento di controllo. Si è proprio sicuri che la ricerca del piacere non conduca a perdere il controllo su se stessi? E ad essere schiavi dei propri impulsi? Si è proprio sicuri che non sia Lucrezio Caro ad aver inventato qualcosa? L’uomo cerca il piacere ma la vita – e non le invenzioni dei preti – dà sofferenza. Misurarsi con la sofferenza rende forti, cercare sempre e solo il piacere rende deboli e manovrabili.
E se è vero che nella storia della Chiesa ci sono episodi che non le fanno onore, è pur vero che Dio continua a dare la sua grazia attraverso i sacramenti. E con la grazia Egli ridà dignità all’uomo, verità e infine libertà. Libertà dal peccato.
In questo consiste la vera evoluzione.
Caro Zefiro, a mio modo di vedere le cose, la pulsione naturale al piacere è eccentrica cioè va al di là rispetto al naturale istinto riproduttivo comune ad ogni vivente. Anzi il piacere è slegato dall’istinto naturale. Infatti il Peccato, invenzione sacerdotale, colpisce direttamente il piacere che precede, accompagna e segue l’atto dell’accoppiamento. Lo dimostra chiaramente certa prosopopea della morale dogmatica cattolica che le mogli e madri cristiane d’un tempo avevano ben condensato in questa preghiera prima dell’accoppiamento: ” Non lo faccio per piacer mio ma per dare un figlio a Dio “.
Chi ama la sofferenza, l’astinenza, la privazione di un piacere è perché prova piacere al pensiero che l’accettazione volontaria di questo “costo” è accettata come prezzo di una convenienza che ne deriverebbe in seguito.
Io, come laico, non proibirei mai ad un cattolico la sua scelta, ma neppure un cattolico può impormi la sua morale in ambito sociale col dire che la sua è una morale “superiore”. Bisogna distinguere tra reato e peccato. Il peccato dei credenti per altri può benissimo essere un piacere lecito, divertente, gratificante e che dà senso, seppur effimero, alla vita, dove in genere, per dirla con Darwin, le sofferenze -scarti evolutivi- sono di gran lunga più abbondanti, anche per quelle forme di vita che non hanno peccato.
Quanto all’aborto già Tommaso D’Aquino, il teologo e filosofo per eccellenza della chiesa cattolica, pensava che fino ai tre mesi non fosse un corpo degno di ricevere l’infusione dell’anima personale da parte di Dio. Comunque al di là di inutili teorizzazioni anch’io sono per la vita e possibilmente per la sua qualità.
Vorrei aggiungere qualcosa a proposito della citazione del pensiero di San Tommaso d’Aquino circa l’età del feto adeguato per ricevere l’anima da Dio. Nella mia vita ebbi sull’argomento un colloquio personale col grande moralista redentorista Bernhard Haring che mi sembrò far proprio quel pensiero per lasciar spazi…. Anni 70! Si sa però che questa grande mente finì per dimostrare anche che “la chiesa dei primi tre secoli non conosceva il termine clero, né la struttura ad esso corrispondente”. E arrivò perfino a negare l’istituzione del sacerdozio da parte di Gesù .
La “presidenza nelle celebrazioni eucaristiche” era affidata agli anziani. Si sa, uno può pensarla come vuole. Ma un edificio crolla perché, di fatto, sono al suo interno le famose portae inferi. Non esistono extra! O più concretamente perché il pensiero umano in libertà evolve. E lo spirito, pneuma, soffia dove vuole e nessuno sa da che parte venga o vada. Giovanni ha scritto che l’ha detto Gesù.
Caro Francesco, tu scrivi:”Confessare i propri peccati non è un optional, il sacramento della confessione è una potenza divina che entra in noi e toglie il veleno del peccato”.
Qui, in questo sito, molti vedono nel covid e nelle relative strategie nonché nelle nuove tecnologie di comunicazione un radicale controllo delle libertà individuali. Bene se dovessi trovare nella Storia umana un loro precedente modello, ti posso assicurare che non ne esiste uno migliore del cosiddetto sacramento della confessione. Anzi, questo sacramento costituisce il segreto di ogni più efficace controllo delle libertà individuali di pensiero, parola, azione ed omissione indolore che così efficace nessun’altra invenzione dell’uomo al mondo potrà mai eguagliare. Ma c’è ancora in esso qualcosa di più esecrabile che la Storia documenta. Conservo in originale un avviso sacro dell’Inquisitore per la diocesi di Brescia del 1754 che ingiunge di non impartire l’assoluzione dei peccati a quel penitente che non rivela il nome di sospettati di eresia a sua conoscenza. Ed era facile per il confessore indurre in tranello il povero penitente, come ben dimostra la fine di San Giovanni Nepomuceno confessore di una regina un po’ troppo scrupolosa.
E che dire della conta dei fedeli attraverso i santitini della comunione pasquale distribuiti come ricevuta dell’annuale obbligo soddisfatto! E non ti dico il resto. Se questo non è radicale controllo della più intima libertà e pertanto l’insuperato e l’insuperabile dei controlli perfetti, cos’altro è mai? Anzi ti dico che le strutture della società moderna sono nate su quelle della capillarità cattolica post tridentina. Tu la chiami Grazia di Dio, io invece il più iniquo freno al progresso umano ed il modello più perfetto della schiavitù di pensiero, di parola, di azione ed omissione che per arrivare a sradicare anche la più piccola radice della libertà del soggetto umano ha fatto di ogni peccato un delitto e dell’autentico delitto talvolta perfino un merito!
Solo Dio perdona per chi ci crede e non è neppure un diritto da reclamare, ma un piacere, una soddisfazione umana per chi sente il bisogno del prete. Un po’ come l’amico che trova l’amico o l’amica delle confidenze più intime e si lascia andare con fiducia tutto intero e senza riserve ma senza esserne stato obbligato da nient’altro che da sé stesso. Un peccato (im)puro naturale.
Parole sante! Bisogna combattere l’abominio dell’aborto e dichiarare apertamente la sua perversione e la sua disumanità.
Solemnity of St. Joseph
March 19, 2022 holylove.org message.
Once again, I (Maureen) see a Great Flame that I have come to know as the Heart of God the Father. He says: “Children, when you know My Commandments* and attempt to succeed in obeying them, then you are pleasing Me. It is not enough just to know My Commandments exist. You must fall under their command. Truly, I tell you, those who have never heard of My Commandments but try to live honest God-fearing lives, are in better shape spiritually than the millions who know My Commandments exist, but choose to ignore them.”
“Once introduced to My Commandments, the soul has the grave responsibility to understand them and their far-reaching effects on human existence. This is the way to please Me. Allow My Commandments to shape your lives.”
Read 1 John 3:21-22+
Beloved, if our hearts do not condemn us, we have confidence before God; and we receive from him whatever we ask, because we keep his commandments and do what pleases him.
+ Scripture verses asked to be read by God the Father. (Please note: all Scripture given by Heaven refers to the Bible used by the visionary. Ignatius Press – Holy Bible – Revised Standard Version – Second Catholic Edition.)
* To LISTEN or READ the nuances & depth of the Ten Commandments given by God the Father from June 24 – July 3, 2021, please click here: https://www.holylove.org/ten
A proposito del tuo e mio San Giuseppe, caro Slave, penso che tu abbia presente quell’ icona del Natale in cui a margine c’è Giuseppe che, raggomitolato su se stesso, è tormentato dal dubbio di chi abbia messo incinta la Vergine a lui affidata. Ebbene il suo tormento non consiste nel dubitare della Potenza di un EL ( Gavri-El ), ma che qualche giovane maschio camuffandosi da un EL (Dio), si sia approfittato della vergine. Così come Giuseppe Flavio narra della matrona romana Paolina che si è creduta incinta del Dio Marte, ma in realtà la burla costò l’ira di Augusto. E ciò è narrato a seguito del passo famoso del Testimonium flavianum, interpolazione o comunque passo manomesso come ben dimostra Origene che cerca nell’opera una testimonianza ma non la trova. Invece la trova Eusebio, il falsario!
Grazie per aver pubblicato questo importante intervento.
Basta aprire il catechismo per capire che l’aborto grida vendetta al cospetto di Dio, eppure in Italia ce ne sono già stati sei milioni. Un vero genocidio, secondo il prof. Matteo D’Amico pianificato:
https://www.coscienzamaschile.com/blog/leclissi-del-padre-matriarcato-e-distruzione-pilotata-della-civilta-italiana/
E’ impressionante l’adesione degli italiani (e delle italiane che dovrebbero generare e custodire la vita) al progetto del proprio annientamento. Ricordo un’intervista ad un’infermiera atea, diventata obiettrice di coscienza perché le donne abortivano “per la quinta volta” o “per andare in vacanza”.
Non serve troppa immaginazione per sapere cosa farà il Signore di questa nazione, se non si converte.
Per ora gli unici rosari sono stati quello elettorale di Salvini e alcuni a Trieste, rimessi subito in tasca.
A Messa non si sente mai parlare della situazione morale e materiale del nostro Paese, né tantomeno di aborto (spiace dirlo, ma forse anche per questo non abortiscono solo le atee).
Si indicono preghiere di riparazione ma siamo anni luce dalle iniziative intraprese da tutto il mondo cattolico dei tempi di Pio XII
L’aborto grida vendetta certo, ma la pornografia che ne è la radice indiretta non si predica in Chiesa, i giovani sono in balia della pornografia (internet) ma la Chiesa tace e non riesce a contrastate il male e così ne viene travolta.
Purtroppo il progetto satanico di annientare la fede comincia da qui, dal peccato impuro che fa perdere la fede (Purtroppo molti giovani perdono la fede, perchè non riescono a essere casti, catechismo degli adulti pag.515 – 1082).
Se non si pone un argine a questa piaga si arriverà a distruggere la società e il mondo. La prostituzione è come la benzina e la pornografia in internet ne è il distributore gratuito per rovinare la vita a milioni di esseri umani, inoltre tale peccato direttamente in modo nascosto e misterioso produce e da forza spirituale e materiale al nemico di Dio e dell’uomo per produrre armi da guerra, potrei citare il capitolo 9,1-12 dell’Apocalisse e le famose locuste, sono loro, a forma di proiettili calibro 7,92, guardate la somiglianza con l’ovodepositore di una grande locusta del marocco, flagello dell’umanità, le locuste nascono nel deserto proprio come la prostituzione si forma nel deserto di valori morali, sono le regine del peccato e ne portano la corona, come il virus corona piaga contagiosa. (Potrei dire molto altro)
Si torni a predicare contro il peccato, radice di tutti i mali e in particolare il peccato impuro che era considerato in passato il peccato per antonomasia, togliendo questo si toglie forza anche al resto delle radici maligne e diaboliche che ostacolano la grazia di Dio per la conversione e la salvezza dell’umanità.
E’ questa la radice principale di tutta la guerra che il maligno fa all’umanità, a partire dal peccato e quello impuro in particolare, è necessario contrastarlo con rimedi drastici, allora si potrà parlare di pace di unità di progresso umano, diversamente ci sarà il ristagno della fede e dei valori morali, i quali consentono di praticare la castità, che dovrebbe dare la spinta al bene e accettare la vita in ogni sua età e quindi rispettare la vita nascente e poter costruire una famiglia che è la cellula base di ogni società, trovando la forza di accettare la procreazione.
Ovviamente ci sarebbe molto altro da aggiungere.
Dei danni della pornografia abbiamo parlato qui:
https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,33.0.html
Di quelli della promiscuità delle donne di oggi qui:
https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,1155.0.html
Sulla prostituzione le dico solo che è molto diffusa tra uomini sposati, lascio a lei riflettere sul perché.
Cenni in chiesa e altrove su queste piaghe sociali non pervenuti.
Negli spazi che si occupano di diritti maschili è diffusa l’opinione, che la società tenda a giustificare i comportamenti femminili, di cui sarebbero sempre responsabili altri, generalmente uomini.
Così, per esempio, l’aborto sarebbe colpa degli uomini che fanno uso di pornografia, come se a firmare la condanna del proprio figlio ci fosse un uomo
Condivido, ma mi permetta di aggiungere che se tutti sono più o meno responsabili del proprio peccato, una parte molto grande di responsabilita ce l’hanno sempre coloro che governano sia politicamente che moralmente.
E’ ovvio che se gli uomini si pervertono contro ogni regola morale perchè in qualche modo la società permette un po alla volta tutta una serie di libertà giustificandole sotto pretesti vari senza mai ritrarsi, si giunge in breve tempo al disfacimento del tessuto sociale morale e umano.
Ma il male del peccato non viene intaccato da argomenti politici, sociologici, psicologici, medici, o altro purtroppo viene solo accantonato, esso rimane un problema legato alla fede, non è un caso che mano a mano che è diminuita la fede è aumentato il peccato e viceversa, mano a mano che aumentano certi peccati diminuisce la fede e poi lo si vede chiaramente, (per chi lo vuole vedere naturalmente) nella società, sto parlando in particolare di questo tipo di peccato dimenticato dalla Chiesa, (peccato impuro, adulterio, fornicazione), che distrugge fin dalle fondamenta l’affettività, la volontà, il rapporto con gli altri e produce una serie incalcolabile di danni, fino a produrre guerra su scala planetaria.
Confessare i propri peccati non è un optional, il sacramento della confessione è una potenza divina che entra in noi e toglie il veleno mortale del peccato.
Sono i cristiani che hanno il potere di elevare l’umanità e la società, ma anche le persone moralmente sane, ma se non si coltiva la fede non si riesce a contrastare il male.
Certo poi si potrà studiare di più e meglio da parte di gruppi specializzati i veri problemi da affrontare per i singoli individui e le attenuanti eventuali, ma il peccato deve essere chiaramente evidenziato a tutti i costi come si fa con un tumore maligno, pena la morte spirituale, e una volta che giunge questa non c’è più nulla che si possa fare per l’uomo, solo pregare e sperare in un aiuto di Dio, qualsiasi altro discorso viene dopo.
Stiamo parlando di aborto e le responsabili ultime sono le donne, non i governanti o gli uomini. Lo sapeva che per la legge il padre non ha alcuna voce in capitolo se vuole che suo figlio nasca?
Parlando di castità, un bramino indù che pure non aveva la fede, col lume della sola ragione naturale aveva capito che “le donne sono le custodi della purezza di un popolo”.
Ciò include il debito coniugale, sconosciuto se non apertamente contestato dalle donne moderne, che hanno non poca responsabilità nel ricorso dei mariti alle prostitute.
Vorrei condividere qui, col permesso dell’amministratore, una tipica storia di una donna che ha abortito. Sono argomenti sensibili che neanche io vorrei sentire, ma tacere sempre fatti come questi significa ridurre la pratica cristiana a una pubblica menzogna di farisei.
Questa donna era una “rispettabile” quanto insospettabile insegnante di latino al liceo, cattolica praticante Novus Ordo ma educata in una scuola della Tradizione.
Fu con orrore che appresi, dopo molti mesi, che aveva abortito il figlio di un congolese con cui era stata… sette anni. Forse anche per questo leggiamo che il futuro del cattolicesimo è l’Africa.
Mi scioccò ancor più il modo in cui parlava di suo figlio ucciso prima di nascere: senza traccia di pentimento, come una sorta di giusta vendetta verso quest’uomo perché non aveva voluto sposarla.
In compenso, vagheggiava di farsi suora probabilmente anche a causa di problemi economici. Aveva modi equilibrati ed appariva molto pudica.
Un’altra insegnante (sempre Novus Ordo) che tedtimoniava persino della sua vita esemplare in radio cattoliche, aveva avuto una relazione con un tossicodipendente e anche con me cercò di comportarsi male. Paradosso del nostro tempo, in cui è l’uomo che deve custodire la fragile castità della donna.
Un mio amico, anche lui amministratore di uno spazio maschile ed ex dirigente di un noto movimento cattolico (non rivelo nulla di confidenziale, sono fatti disponibili in rete) purtroppo fece ricorso a prostitute perché la moglie non voleva sentir parlare di debito coniugale e ancor meno di capofamiglia. Gli ultimi anni del suo triste matrimonio si ridusse separato in casa, con tanto di fornello in camera.
Non sono casi isolati, negli USA i mariti sono confinati in garage o in cantina, come dimostrato dalla prof.ssa Smith in Men On Strike, dopo un anno di ricerche.
Per conludere, nella mia parrocchia vedo uomini intimiditi e rassegnati, e donne sulle loro, spesso accigliate, che guardano in cagnesco. Le poche coppie sposate sono molto giovani: come mai quando i figli sono grandi non vanno più a Messa insieme? Lascio al lettore la risposta.
In queste macerie morali e sociali, parroci e laici a un tempo parlano ancora di amore serafico, come se vivessimo nel Paese delle fate dove il 90% dei cattolici è felicemente sposato. Ma i sogni non hanno mai portato da nessuna parte. Dire la verità, per quanto sgradevole, è dovere di carità
Povere stolte menti umane – scriveva Lucrezio Caro quarant’anni prima di Cristo – come non capite ciò che la Natura grida in noi umani e cioè il Piacere di un corpo esente dal dolore unito ad una mente sgombra di preoccupazioni!
Questo libro è stato fatto sparire dai Preti e dai Frati, salvo conservarne una copia in un monastero. Copia manoscritta scoperta per caso da Poggio Bracciolini nel quindicesimo secolo. Per fortuna lo studioso fiorentino ne fece una decina di copie: infatti, manco a dirlo, il manoscritto scoperto, sparì. Miracolo.
Ma cosa vuol dire peccato impuro? E peccato impuro contro Natura? Insomma è il corpo fisico la cosiddetta materia grave? E perché mai Dio avrebbe creato il Piacere dei sensi insieme alle sofferenze? O il piacere separato dall’istinto riproduttivo? Per tormentarci e godersi Lui col gioco del gatto col topo? O per caso il Peccato è invenzione sacerdotale come materia prima necessaria per il loro lavoro, proprio come scriveva Einriche Heine? C’è poco di buono e piacevole da sperare: o si viene bombardati da una parte, o si viene bruciati dall’altra. Ma spero sempre nel buon senso della convivenza umana nel rispetto della dignità di ogni individuo, che consiste nella libertà e nel non fare all’altro ciò che non vorresti l’altro facesse a te.
Lei ha poche idee e molto confuse.
Quando poi dice “non fare all’altro ció che non vorresti l’altro facesse a te”, si riferisce anche all’essere umano che viene ucciso nel ventre della madre??
In questo mondo alla rovescia in cui, per permissione divina, il male e la menzogna imperversano con scadenza, ad ogni delitto è stato attribuito il nome di diritto.