Müller: le Preoccupazioni dei Vescovi Polacchi sulla Germania sono Giuste.

25 Febbraio 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante offrirvi questo commento che il card. Gerhrard Müller fa alla presa di posizione dei vescovi polacchi in relazione al “Cammino Sinodale” tedesco e alle proposte rivoluzionarie che ne sono nate. L’articolo, apparso su Kath.net, che ringraziamo, ha il titolo: “Responsabilità polacco-tedesca per la verità del Vangelo”, ed è nella nostra traduzione, che ha cercato di essere il più possibile fedele all’originale. Buona lettura.

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“L’arcivescovo Gądecki esprime le preoccupazioni che vengono alla mente di ogni cristiano cattolico che si sente/pensa quando analizza attentamente le dispute e i processi della ‘via sinodale’ di Francoforte della DBK e della ZdK”. Di Gerhard Card. Müller

Vaticano (kath.net) Il presidente della Conferenza episcopale polacca, l’arcivescovo Stanisław Gądecki, ha scritto una lettera di portata ecclesiale universale al presidente della Conferenza episcopale tedesca in considerazione della millenaria comunità di fede e storia dei cattolici in Germania e Polonia (vedi link: lettera integrale). In esso, egli esprime le preoccupazioni e i timori che vengono alla mente di ogni cristiano che si sente e pensa cattolico (sentire cum ecclesia) quando analizza attentamente le dispute e i processi sulla “via sinodale” di Francoforte della DBK e della ZdK.

 

Rimane la speranza, contro ogni speranza, che i suoi attivisti e propagandisti, con rispetto per i polacchi che hanno sofferto più di ogni altro vicino europeo dall’arroganza tedesca, reagiscano almeno questa volta con argomenti oggettivi invece di attacchi personali.

 

Nelle riunioni permanenti dei compagni del cammino sinodale, le polemiche sulle note richieste individuali sono da distinguere dalla dimenticata ermeneutica fondamentale della teologia cattolica, cioè l’approccio fondamentale alla comprensione della rivelazione di Dio in Gesù Cristo nell'”obbedienza della fede”. Perché “lì l’uomo si arrende a Dio nella sua totalità in libertà, sottomettendosi pienamente con la mente e la volontà al Dio rivelatore e assentendo volentieri alla sua rivelazione”. (Vaticano II, Cost. dogm. sulla divina rivelazione, Dei verbum 5).

 

Con riferimento all’insegnamento e alla pratica della Chiesa fondata nella Rivelazione, l’arcivescovo di Poznan conferma l’infedeltà della “benedizione” e quindi l’approvazione ingannevole del desiderio e dell’azione sessuale extraconiugale (Mt 5, 28) (Mc 10, 11f), la negazione della doppia sessualità dell’uomo come uomo e donna, la richiesta del sacramento dell’Ordine sacro per le donne e l’ignoranza della corrispondenza interna tra il sacerdozio sacramentale e lo stile di vita celibe (Vaticano II, Chiesa presbiteriana, Vaticano II). Vaticano II, Presbyterorum ordinis 16).

 

Tutti questi errori di dettaglio sono possibili solo perché la sacramentalità della Chiesa, così enfaticamente sottolineata dal Vaticano II, è trascurata o addirittura negata. La Chiesa è ridotta alle sue organizzazioni esterne e ai suoi funzionari. E nel fare ciò, paradossalmente, ci si incontra con la mancanza di comprensione della Chiesa come “sacramento/mistero della salvezza del mondo in Cristo” da parte dei Nuovi Pagani e con la loro avversione per la (!) Chiesa come elemento politico secolare, che quindi perseguono con odio mortale perché contraddice la loro pretesa totalitaria di potere o la loro ideologia libertaria.

 

In uno scambio di lettere (datate 5 e 6 febbraio 2022) con me su Ireneo di Lione, recentemente dichiarato Dottore della Chiesa, Papa Francesco ha confermato i tre criteri essenziali con cui il maestro dell’unità della Chiesa (doctor unitatis) distingueva la verità dell’insegnamento cattolico e apostolico dalle posizioni eretiche e scismatiche: 1. il suo fondamento e la sua fonte negli scritti dell’Antico e del Nuovo testamento; 2. La fedeltà alla tradizione dottrinale degli apostoli; e 3. L’accordo di tutte le chiese locali nella dottrina, nella liturgia e nella vita con l’insegnamento ecclesiastico dei vescovi nella successione ufficiale degli apostoli – con a capo Pietro e Paolo, che con la loro testimonianza apostolica nella dottrina e lo spargimento del loro sangue stabilirono la posizione centrale della Chiesa romana (cfr. Adversus haereses III, 3, 2f).

 

Contro gli gnostici (cfr. Libro I, 10, 3), il vescovo di Lione formula: “La fede che ha ricevuto dagli apostoli è conservata con tanta cura dalla Chiesa diffusa in tutto il mondo come se vivesse in una casa, perché il contenuto della tradizione è ovunque uno e lo stesso, sia nelle Chiese di Spagna e di Gallia, ma anche in Germania” – si spera oggi anche a est del Limes.

 

La Parola di Dio per noi esseri umani è sempre entrambe le cose allo stesso tempo: (1. ) la connessione positiva alle questioni umane fondamentali e quindi l’elevazione e la perfezione della natura spirituale-corporea dell’uomo nell’amore per Dio e per il prossimo, ma anche (2.) la critica della società e la liberazione della nostra esistenza individuale e della nostra forma di esistenza sociale dal peccato, che ideologicamente impantana il nostro pensiero e trascina la nostra volontà dal bene al male.

 

 

Dai Padri della Chiesa e dalla Scolastica fino ad oggi, la teologia cattolica ha lavorato in ogni momento ad una sintesi spirituale aggiornata della verità rivelata e del pensiero e delle conoscenze naturali della filosofia e delle conoscenze empiriche che si sviluppano costantemente attraverso prove ed errori.

 

Una contraddizione tra la verità rivelata di Dio e la verità sul mondo della sua creazione riconosciuta dalla ragione naturale può esistere solo quando la conoscenza di quest’ultima è interpretata in modo errato da pregiudizi ideologici o utilizzata in modo scorretto per scopi di dominio innaturale e senza Dio degli esseri umani sugli esseri umani. Dal XIX secolo, la sociologia e la psicologia sono state utilizzate dai pensatori agnostici-atei e nichilisti per costruire un “umanesimo senza Dio” o un’utopia transumanista del nuovo essere umano socialista o consumista contro l’immagine cristiana dell’uomo – fino alla distruzione propagandistica e alla sanguinosa persecuzione reale della Chiesa e dei credenti in Cristo.

 

È compito di tutta la comunità dei credenti, dei loro pastori nominati da Cristo e di tutti i cristiani con i loro talenti naturali e doni carismatici, percepire e analizzare “i segni dei tempi”, cioè la situazione spirituale, sociale, culturale, politica del presente, ma “interpretarli alla luce del Vangelo” (Gaudium et spes 4).

 

La Chiesa di Cristo nel pellegrinaggio terreno non deve essere il riflesso fedele o distorto della sua epoca, ma deve contemplare, convertire e rinnovare se stessa e gli uomini alla luce di Cristo.

 

Poiché “Cristo è la luce delle nazioni” era “il desiderio di questo Sinodo riunito nello Spirito Santo” (del Concilio Vaticano II) “di illuminare tutti gli uomini con la sua gloria, che risplende sul volto della Chiesa, annunciando il Vangelo a tutte le creature.” (Dog. Cost. sulla Chiesa, Lumen gentium 1). Nonostante tutti i cambiamenti nelle condizioni spirituali e pratiche della vita, le domande esistenziali fondamentali sul significato dell’essere umano nel vivere e nel morire, nel soffrire e nel sperare, rimangono al di là dei nostri limiti terreni.

 

E la parola del Dio Trino come origine, significato e scopo di ogni essere umano distingue la Chiesa di Cristo dagli scopi transitori di tutte le istituzioni mondane: Questa è la sua convinzione “che Cristo, morto per tutti e risorto, dà luce e potere all’uomo attraverso il suo Spirito, affinché possa compiere la sua più alta vocazione”. (Vaticano II, Gaudium et Spes 10).

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3 commenti

  • monica ha detto:

    Bravo il vescovo polacco! Ma l’altro vescovo, quello vestito di bianco, non ha nulla da scrivere a certi ecclesiastici tedeschi? Ci vorrebbe una Exurge Domine 2. Ma davvero. Affinché sia netta la differenza fra la fede cattolica e una visione umana, temporale, non trascendente della Chiesa. Deve essere chiaro, come al tempo di Lutero, che tali posizioni sono extra ecclesia, slegate dalla tradizione e dalla scrittura.

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    Meno male che qualche vescovo in qualche parte del Pianeta ancora c’è! All’apprezzamento per l’intervento – ignorato dalla “grande” stampa – si accompagna la speranza che faccia da traino ad una vasta operazione-coraggio.
    Anche lo scambio epistolare (5-6 febbraio corrente mese) su Ireneo di Lione, di cui veniamo informati soltanto dal card. Müller- non ha interessato i media, solitamente diffusori a getto immediato di notizie relative a corrispondenze di “amorosi sensi”, via telefono e missive varie. Chissà perché in questo caso sia stata preferita la via del “silenzio”, abitualmente percorsa … per un qualche interesse! Eppure: una comunicazione sia pure ufficiosa sarebbe tornata utile a dimostrazione della disponibilità all’ascolto e al dialogo del papa con qualche membro del collegio cardinalizio, almeno su qualche argomento di interesse generale … non generalista…

  • Giustino ha detto:

    Alienati sunt peccatores a vulva, erraverunt ab utero: locuti sunt falsa (Psal. LVII, 4).