Cristianesimo, Proprietà e Great Reset. Breve Esame del “Mondo Nuovo”.
22 Febbraio 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e ben volentieri pubblichiamo la presentazione di questo libro, pubblicato da Radio Spada Edizioni. Buona lettura.
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Ciò che a prima vista appare come un progetto inteso alla ridistribuzione della proprietà è, in realtà, un tentativo di sostituirla con l’uso precario dei beni “benevolmente” concesso, non in forma gratuita, dai padroni transnazionali del mondo che, in cambio, promettono all’umanità un avvenire di “giustizia ecologica”. Un esproprio universale di ogni proprietà, da parte del potere capitalistico finanziario mondiale. Siamo ancora al “Sol dell’avvenire”, ma in salsa capitalista.
(da Cristianesimo, proprietà e Great Reset – Breve esame del “Mondo Nuovo” tra distopia e Tradizione)
Con la Prefazione del Presidente aggiunto onorario di Corte di Cassazione, F. M. Agnoli e con una Nota Editoriale del Presidente P. Seveso, ecco che finalmente arriva Cristianesimo, proprietà e Great Reset – Breve esame del “Mondo Nuovo” tra distopia e Tradizione. Un libro coraggioso, ma serio e ponderato, su uno degli argomenti più attuali e scottanti di questa fase storica. Lo presentiamo riportando le parole di P. Seveso in apertura del volume.
Per vedere l’indice e avere informazioni ulteriori, oltre che eventualmente per ordinarlo, è sufficiente cliccare sul collegamento, oppure rivolgersi a noi attraverso edizioniradiospada@gmail.com, o un messaggio su Whatsapp al numero 366 2949035 o su Telegram @edizioniRS.
Sovente in questi anni abbiamo percepito attorno alla nostra attività editoriale, accanto all’incoraggiamento inesauribile e fecondo di amici ed estimatori, i pur legittimi e smarriti interrogativi di alcuni riguardo l’uragano del Coronavirus, lo spaesamento, l’ira (talvolta smodata, più spesso composta) di fronte alle grandi mutazioni, variazioni e vessazioni di questo biennio pandemico. In qualche caso abbiamo persino avvertiti mugugni, mormorii, grida a mezza voce di chi ci avrebbe voluto pronti a nuove crociate contro la dittatura sanitaria mondiale, al seguito di nuovi Raimondo di Tolosa, Pietro l’Eremita o – più modestamente – Brancaleone da Norcia.
Radio Spada, però, malgrado i grandi disagi e in taluni casi orrori che abbiamo personalmente vissuto, ha deciso di conservare la missio(n) editoriale di fornire a tutti adeguati antidoti dottrinali, apologetici, devozionali e in senso più lato poetico-letterari per affrontare il “cangiamento generalissimo” di ameriana memoria, che stiamo vivendo da tanti e tanti anni nel mondo ecclesiale cattolico.
In tutto questo la pandemia e le sue conseguenze dirette e indirette, sia transeunti sia permanenti, sia contingenti sia rinormative, mi e ci apparivano come cosa remota, come un annoso contrattempo, come un tedioso diversivo di fronte al perimetro carcerario e claustrofobico ma tanto decisivo, irto di battaglie e sanguinosi contrasti, del nostro piccolo mondo ecclesiale.
Ma in una di queste sere mentre rientravo a casa, attraversando le periferie meno ecclesiali e più “concrete”, gli scenari urbani silenziosi e sfigurati dal virus, ripensavo al quadro tracciato dal Nostro Autore con lucidità e attenzione, con afflato insieme pragmatico e mistico, non privo di quell’azzardo tipico di chi legge la contemporaneità senza cedere a facili fascinazioni.
“E se avesse ragione Copertino?”
Se davvero il mondo come l’abbiamo conosciuto sinora si apprestasse a cambiare definitivamente ed irrevocabilmente, in un senso ulteriormente negativo? Questo cambiamento come potrebbe interrogare un cattolico che volesse mantenere, anche in un ambito più schiettamente temporale e sociale, l’integralità della propria professione di Fede? L’autentica Dottrina Sociale della Chiesa, che vorremmo finalmente proclamata da una Sede da troppi decenni afona, quali indicazioni dà allo spaesato gregge cattolico (ammesso ne sia rimasto uno)? Come discernere in questo marasma le voci integralmente cattoliche dalle grottesche contraffazioni, dalle volgari sirene? In quali termini, con quale lessico intraprendere la nostra apologetica su tematiche intricate, ostiche, per certi versi inedite?
Ben volentieri diamo quindi alle stampe il saggio intenso, appassionato, drammatico e solenne di Luigi Copertino, dedicato ai funesti anni pandemici e al “Grande Reset”, una pubblicazione che si incastona naturalmente e, aggiungiamo, meritoriamente nella nostra collana dedicata alle vicende politiche e temporali quale è La Spada dell’Arcangelo.
L’Autore si sforza di dare risposte il più possibile adeguate e lungimiranti ai quesiti di cui sopra, pur attraverso i fumosi e magmatici scenari che stiamo traversando; e vi aggiunge fondamentali caveat, suggestioni preziose, accostamenti arditi e geniali, grimaldelli apologetici.
Anche solo la sincera dedizione e la penna ubertosa di Copertino, che abbiamo imparato ad apprezzare dalle fortunate pagine de L’idolatria finanziaria, rendono il libro che avete tra le mani appetibile e necessario. Il tempo, il fluire inesorabile dei fatti e della Storia saranno poi promotori, ridimensionatori o giustizieri di tutte
le nostre analisi, delle nostre supposizioni, delle nostre pur fondate certezze.
D’altronde, la sovrannaturale certezza del Non praevelebunt rimane come orizzonte supremo della storia della Redenzione del genere umano.
Complimenti all’Autore e, a Voi tutti, buona lettura!
Piergiorgio Seveso
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Tag: great reset, proprietà, radio, spada
Categoria: Generale
Fa piacere constatare che non sono l’unico a dirlo: non c’è più la Sede ma neanche i fedeli, rari nantes in gurgite vasto.
Sarebbe interessante sapere se il libro affronta il tema del lavoro, diventato in molti casi inutile perché sempre più svolto da macchine o calcolatori. In realtà carriere, titoli ed onori cui le donne (più che altro in Italia) sono così sensibili hanno l’unica funzione di parcheggiarle in un ufficio fino ai ’40 provocando denatalità e favorendo gli allevamenti di animali domestici.
Jane Jacobs in Dark Age Ahead diceva che l’unica funzione oggi dell’unviersità è selezionare tipi docili e conformisti, per lavori non più essenziali di quelli del criceto sulla ruota.
Non è un fenomeno recente, già nel 1970 Ivar Berg, nel suo The Great Training Robbery oggi ristampato, spiegava come l’istruzione fosse divenuta un’industria a sé stante del tutto slegata dalla domanda di lavoro. Non mi riferisco chiaramente all’istruzione classica quasi più a rischio della Messa Vetus Ordo, con la consueta scusa che non sarebbe al passo coi tempi.