Zanchetta, il Processo in Dirittura di Arrivo. Il Commento di Adista.
16 Febbraio 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo articolo, apparso su Adista, un’agenzia di notizie che certamente si colloca a buon diritto nell’ala più a sinistra del mondo ecclesiale, e che di conseguenza non è certamente a priori ostile al Pontefice regnante. Buona lettura e riflessione…
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In dirittura d’arrivo il processo contro mons. Gustavo Zanchetta, il vescovo di Orán (Argentina) accusato di aver abusato sessualmente di due seminaristi. Pare si apra il 21 febbraio, con 5 mesi di ritardo sulla data prevista (12 ottobre). È stato rimandato in attesa dei fascicoli del processo canonico del vescovo svoltosi nel 2019 presso la Congregazione per la Dottrina della Fede. Fascicoli mai arrivati, ma legittimamente previsti, in base al Rescriptum del 4 dicembre 2019 con cui papa Francesco ha stabilito che, come recita l’art. 1, «non sono coperti dal segreto pontificio le denunce, i processi e le decisioni riguardanti i delitti» anche in materia di abusi su minori. E allora, basta, si fa senza, hanno detto i giudici di Orán.
Zanchetta, dimessosi per “motivi di salute” nell’agosto del 2017, è accusato anche di non aver registrato la vendita di un’importante proprietà e di aver gestito fondi diocesani in modo discrezionale. Delle sue – per ora presunte – malefatte in Vaticano sapevano dal 2016 grazie a una denuncia inviata alla Nunziatura da cinque fra sacerdoti e vicari generali della diocesi di Orán (v. qui).
Per Zanchetta, nominato vescovo dall’“amico” Bergoglio nel 2013, è stata creata nel dicembre 2017 – 4 mesi dopo aver rassegnato le dimissioni – una carica apposita in Vaticano: “assessore” dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa). Non chiaro il ruolo nel quale è stato inquadrato, non è chiaro nemmeno quale sia stato il suo percorso lavorativo, che sarebbe terminato intorno al 10 del mese di luglio 2021, ma dal quale sarebbe stato sospeso nel gennaio 2019 in seguito all’annuncio dell’indagine canonica su di lui e poi reintegrato nel giugno 2020 . Tutto questo periodo l’avrebbe trascorso, a Roma, nel collegio Santa Marta, gomito a gomito col papa.
Troppa vicinanza di Francesco con un personaggio discusso? Una domanda alla quale ha risposto direttamente il papa quando è stato intervistato da Valentina Alazraki per la Tv messicana (28 maggio 2019). Su di lui «c’era stata un’accusa – ricorda – e, prima di chiedergli la rinuncia, l’ho fatto venire subito qui (…) e si è difeso bene. Allora, di fronte all’evidenza e a una buona difesa, resta il dubbio, ma in dubio pro reo. Dopo la denuncia alla Nunziatura (…) l’ho fatto venire qui e gli ho chiesto la rinuncia». «L’ho mandato in Spagna a fare un test psichiatrico. Alcuni media hanno detto: “Il Papa gli ha regalato una vacanza in Spagna”. Ma è stato lì per fare un test psichiatrico, il risultato del test è stato nella norma, hanno consigliato una terapia una volta al mese. Doveva andare a Madrid e fare ogni mese una terapia di due giorni, per cui non conveniva farlo tornare in Argentina. L’ho tenuto qui». Quando poi è arrivata l’indagine preliminare, aggiunge Francesco, l’ho letta, e ho visto che era necessario fare un processo. Allora l’ho passata alla Congregazione per la Dottrina della Fede, dove stanno facendo il processo». E si difende: «fin dal primo momento di questo caso, non sono rimasto a guardare. Ci sono casi molto lunghi, che hanno bisogno di più tempo, come questo, e (…) per un motivo o per l’altro, non avevo gli elementi necessari».
*Mons. Gustavo Zanchetta. Foto di dominio pubblico tratta da saltacomparativa.com.ar, immagine originale e licenza
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Categoria: Generale
Trasmessa dal Vaticano la documentazione richiesta dai giudici di Oràn , dove lunedì prossimo avrà inizio il processo a carico di mons. Zanchetta.
https://www.infocatolica.com/?t=noticia&cod=42715
“In dubio pro reo”.
Come sanno bene George Pell e Angeelo Becciu.
Regoletta valida solo se il “reo” è amico de noantri: in tal caso gli si inventa dal nulla pure un posto di lavoro, e guarda caso proprio in un settore nel quale è accusato di gestione non esattamente cristallina. Come mettere un topo a far la guardia al formaggio.
“e che di conseguenza non è certamente a priori ostile al Pontefice regnante”
Quindi c’è qualcuno che è ostile a priori al pontefice regnante non essendo di sinistra?
Ci sono indizi di colpevolezza, ben confezionati, che agli “illuminati” non insinuano alcun dubbio. E giù con condanne comminate senza nemmeno un processo a norma di leggi, senza nemmeno scrivere la sentenza.
E poi ci sono leggi da “interpretare” e, infine, applicate a favore del reo abile a suscitare dubbi e a convincere (più o meno) con prove insufficienti a chiarire la presunta colpevolezza…
È la regola in mancanza di ordinamento da Stato di diritto…
LA GIUSTIZIA AGGIUSTATA
Giove disse alla Pecora: – Non sai
quanta fatica e quanto fiato sciupi
quando vieni a raccontarmi i guai
che hai con i Lupi.
È meglio che stai zitta e li sopporti.
Hanno torto, lo so, non si discute:
ma i Lupi sono tanti e troppo forti
per non aver ragione. (Trilussa)
Mi pare di aver capito che
il poveretto sia stato
denunciato anche da
tre preti e due vicari della
sua diocesi anche con
prove audiovisive
innominabili.
Talvolta si difendono
gli altri per difendere
noi stessi .
Credo avessero inviato al Nunzio una lettera di denuncia.
A proposito di abusi sessuali del clero, posto un magistrale articolo di Rino Cammilleri
http://www.rinocammilleri.com/2022/02/salmo2/
Papa Benedetto ha parlato
degli abusi come crimini
irreparabili , quindi perché
non rinchiuderlo a CastelSant’
Angelo? Altro che psicologo
questi non solo altro che
maiali incontinenti .
Urge preghiera latina a
San Giuseppe ,altro che i
pensierini del pontefice.
Perché per la legge della chiesa sia alla vittima e sia all’abusatore deve essere dato supporto e aiuto, perché si presume che chi compie abusi a sfondo sessuale abbia dei problemi psichiatrici latenti che lo hanno portato a quel comportamento. E cercano di aiutarlo nella guarigione e nel recupero sociale. Ciò è indipendente dalla sentenza giuridica che poi avverrà.
Ovviamente se il dottore riscontra delle anomalia psichiatriche, la persona deve essere cacciata dalla chiesa. O al limite, se riconosciuto malato psichiatrico non può più avere uffici o incarichi, nemmeno votare nelle elezioni, perché viene riconosciuto incapace di compiere atti umani e scelte.
Perdonatemi se penso sempre male….
Ma perché mandarlo dallo psichiatra fino in Spagna, quando nella stessa diocesi di Roma ce ne sono di bravissimi in campo di disturbi della sessualità o altre disturbi di ogni genere?
Qualcosa non mi convince. C’è qualcosa che non è stato detto.
Uno prende un aereo per andare 5.000 km per una visita psichiatrica che poteva fare anche senza uscire dalla città?
Capite da soli che la storia puzza di zolfo.
Ma a Madrid parlano spagnolo come in Argentina !
Ma loro in diocesi hanno psicologi e psichiatri che parlano ogni lingua, anche il cinese, hanno solo l’imbarazzo della scelta.
5.000km fra andata e ritorno, tutti i mesi, solamente per una visita, beh mi sembra eccessivo. Il solo pensiero che una persona che si trova a Roma debba arrivare a Madrid per una visita, mi sembra una cosa assurda, fuori da ogni logica e non ragionevole. A meno che, in Spagna il dottore non fosse compiacente e scelto per fargli dichiarare che Zanchetta non ha problemi psichiatrici legati alla sessualità. Cosa che non si può dimostrare se la persona in cura non si apre sinceramente con un dottore.
Ovviamente Zanchetta non dirà mai al dottore che gli piacciono gli uomini, altrimenti sarebbe cacciato dalla chiesa. Quindi è normale che alle visite standard risulta non avere problemi se mente. Poi se il dottore ti costringe a fare una visita al mese, tutti i mesi, per 2 anni, tanto normale non sei. Lo psichiatra non è uno psicologo terapeuta.
Oppure, una volta arrivato in Spagna oltre alla visita non si occupasse anche di altri affari.