Come preannunciato ieri da MiL, che sin dal 15 dicembre scorso aveva anche anticipato il contenuto della riforma, con il Motu Proprio «Fidem servare», pubblicato oggi (ved. qui e qui), il Sommo Pontefice ha modificato la struttura interna della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF).
Se consideriamo l’importanza della materia, la Lettera Apostolica pare un testo piuttosto smilzo, che potrebbe quasi passare inosservato, o ritenersi una mera anticipazione dell’attesa e mai realizzata riforma complessiva della Curia romana.
Tuttavia, ad una prima e veloce lettura almeno un passaggio può attirare la nostra attenzione. Si tratta di questo (è il punto 2. del Motu Proprio): «La Sezione Dottrinale, attraverso l’Ufficio dottrinale, si occupa delle materie che hanno attinenza con la promozione e la tutela della dottrina della fede e della morale. Essa, inoltre, favorisce gli studi volti a far crescere l’intelligenza e la trasmissione della fede al servizio dell’evangelizzazione, perché la sua luce sia criterio per comprendere il significato dell’esistenza, soprattutto di fronte alle domande poste dal progresso delle scienze e dallo sviluppo della società».
Alla “nuova” CDF, dunque, compete un’attività in qualche modo promozionale (“favorire gli studi”), in particolare nel senso precisato dal Motu Proprio: la Lettera Apostolica sembra indicare ai teologi lungo quali linee orientare la riflessione scientifica, segnalando altresì quali siano le questioni che si ritengono meritevoli di particolare approfondimento, a servizio dell’evangelizzazione. A tal proposito, colpisce, in particolare, la volontà di far crescere l’intelligenza e la trasmissione della fede per comprendere il significato dell’esistenza (sic) soprattutto (si badi: soprattutto) di fronte alle domande poste dal progresso delle scienze e dallo sviluppo della società.
A fronte di tutto ciò, pur senza trascurare il taglio inopinatamente esistenzialistico dell’assunto, quasi che la miglior intelligenza della fede serva più che altro per sentirsi a proprio agio nella condizione esistenziale in cui ci si trova, piuttosto che a conseguire la salvezza acquistataci dal Signore col sacrificio redentivo della Croce, non ho potuto non pensare a quanto leggevo lo scorso 10 febbraio sul blog di Sandro Magister, che menzionava la seguente dichiarazione del Card. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo (con sottolineature mie): «Le posizioni della Chiesa sulle relazioni omosessuali come peccaminose sono sbagliate. Credo che la fondazione sociologica e scientifica di questa dottrina non sia più corretta. È tempo per una fondamentale revisione dell’insegnamento della Chiesa e il modo con cui papa Francesco ha parlato dell’omosessualità può condurre a un cambiamento nella dottrina».
È esagerato il timore che il richiamo “alle domande poste dal progresso delle scienze e dallo sviluppo della società”, inserito proprio nell’atto riformativo della Congregazione per la Dottrina della Fede, possa preludere ad un allineamento alle pretese teorie scientifiche circa la normalità dell’orientamento omosessuale, e, così, alla tanto attesa disapplicazione, in nome di una rinnovata dottrina science-friendly, degli scomodissimi insegnamenti paolini sulla sodomia?
È sempre Magister a ricordare che in una recente conferenza stampa, il vescovo di Limburgo e presidente della conferenza episcopale tedesca, mons. Georg Bätzing, ha riferito che «dopo un incontro avvenuto in Lussemburgo tra lui, Hollerich e il cardinale maltese Mario Grech, segretario generale del sinodo dei vescovi, è stato ricevuto in udienza da papa Francesco, che avrebbe incoraggiato la creazione di un gruppo di lavoro su come conciliare il sinodo tedesco con quello della Chiesa universale».
Sto formulando un giudizio temerario, se ipotizzo che la riforma della Congregazione della Dottrina della Fede sia stata pensata per arrotondare gli spigoli dottrinali che rendono difficile la fase attuale del pontificato, e consentire un qualche assorbimento del sinodo tedesco, anche a costo di adattare la dottrina agli aneliti fieramente eterodossi dell’episcopato teutonico? Ed è plausibile domandarsi quali ulteriori magnifiche sorti e progressive potranno essere aperte alla miglior comprensione della fede in base allo sviluppo scientifico e sociale, oggi particolarmente sensibili all’ambientalismo più radicale? Non è forse questo ciò che auspica da sempre il modernismo: la permanente riformulazione della dottrina al seguito dell’inarrestabile mutare delle teorie scientifiche e sociologiche?
Si tratta di preoccupazioni destinate ad acuirsi, se mai risultassero confermate le indiscrezioni che circolano circa i nominandi nuovi Prefetto della Congregazione e Segretario della Sezione Dottrinale (ved. qui). Da parte mia, sarei davvero felice se le mie considerazioni potessero rivelarsi sbagliate; in ogni caso, mi permetto di suggerire di aggrapparci al Rosario. Il Motu Proprio reca la data dell’11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes: possiamo essere certi che la Madre della Chiesa non permetterà che vada a buon fine nessun tentativo di associarLa a qualsivoglia attentato all’integrità della dottrina.
Enrico Roccagiachini
“soprattutto di fronte alle domande poste dal progresso delle scienze”, così argomenta il Motu Proprio. Mi chiedo però: ciò che offre “LaScienza” sono domande o “offerte che non si possono rifiutare”? Non posso non ricordare che a fronte della scoperta del “vaccino”, alcuni si sono fatte delle domande e, poichè la loro risposta era ritenuta scomoda o, più semplicemente, non conforme, hanno perso il lavoro. Ricordo paradigmaticamente il caso di quella guardia svizzera che ha dovuto rinunciare al lavoro per non essersi sottoposto al “vaccino”. Potremmo quindi dire che quelle proposte dall’attuale versione della “Scienza” come minimo sono domande ineludibili, più realisticamente sono uno strumento del “modello TINA (There Is No Alternative)”. E ancora: di fronte alle asperità della vita, è meglio il flautato “porsi domande” proposto dalla lettera o l’impervio “dare risposte” secondo colui che è “Via, Verità e Vita”. Quanto alla frequenza nel “farsi domande” nel Cattolico 2.0 desidero riportare il dialogo con un mio amico che, vedendomi con un cellulare di vecchia generazione, mi ha detto: “ma questo c’è da vergognarsi a mostrarlo!”, dimostrando così quanto sia diffuso il pensiero corrente che associa costantemente il più al meglio.
“… evangelizzazione alla luce… delle scienze e dallo sviluppo della società”?
Domande:
1) Ma non era stato vietato di evangelizzare per non offendere i tagliagole dalla lunga barba?
2) la scienza che chiama atto d’amore inocularsi veleni?
3) sviluppo sociale sarebbe la transumanizzazione nel NWO governato dall ‘anticristo?
O mi sono persa qualcosa?!
Chiedo per un’ amica
Un Motu Proprio al giorno toglie la noia di torno.
Oggi è la volta della seguente: Lettera Apostolica in forma di «Motu Proprio» del Sommo Pontefice Francesco “Assegnare alcune competenze” con la quale vengono mutate alcune norme del Codice di Diritto Canonico e del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, 15.02.2022
Che almeno i ritocchi fin qui apportati al CJC – se, soprattutto, miranti a un qualche perfezionamento – non si risolvano in mera operazione di facciata! https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/02/15/0109/00219.html
E’ sempre buffo che questa nuova chiesa cerchi di essere il più possibile ecumenica, tranne quando questo ecumenismo condurrebbe a conclusioni in netta contrapposizione agli imperativi della “modernità”. L’omosessualità, per esempio, è condannata da qualsiasi religione e dottrina metafisica autentica, dal Buddhismo all’Islam. Non ce n’è una che veda i rapporti omosessuali di buon occhio. In un ottica Cattolica genuina, questo fatto verrebbe spiegato con la distinzione tra natura (che è pervasa dal Logos) e rivelazione vera e propria. Proprio vero che qui l’obbiettivo è la creazione di una nuova religione, puramente umana.
È sempre divertente vedere i conservatori legittimisti arrampicarsi sui vetri per continuare a trattare le cazzate ereticali del Mentecatto come documenti pontifici autentici. In questi tempi bui, sono rare le occasioni di dare una bella risata. Grazie ragazzi.
Il Tossico pensa, dice e giudica.
Gli atti di Francesco PP non sono mai casuali.
Il Motu è “Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 11 febbraio dell’anno 2022, Memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, nono di pontificato.”
(https://www.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/20220211-motu-proprio-fidem-servare.html)
11 febbraio.
– Benedetto 16° ex-molosso della Congregazione in questione abdicò l’11 febbraio del 2013.
C’è un emblematico “cupio dissolvere” le glorie del suo predecessore.
Fatali assonanze.
“Fidem Servare”.
“Non serviam”.
Muovendo dalla notizia del giorno: la pubblicazione di questo 48.mo (!) Motu Proprio dell’era Francesco, una Nota apparsa ieri su “Il Sismografo” allarga lo sguardo sulla di là da venire “firma” della “Praedicate evangelium”, testo che dovrebbe costituire la “veste” della riforma della Curia, in gestazione da circa nove anni, ma che – tassello dopo tassello – è stata già concretizzata. Come ribadito dal papa, a settembre scorso, in un’intervista alla Radio spagnola COPE.
La dilatazione dei tempi per la pubblicazione della preannunciata Costituzione ha fatto sorgere il sospetto, dalle parti del sito para vaticano – tutt’altro che ostile al regnante – che ci si trovi in presenza di qualcosa paragonabile alla famosa “tela di Penelope”. Condividendo le precise osservazioni avanzate, che ritengo degne di piena approva<ione, ripropongo di seguito il link già segnalato ieri sera, a commento del Post su “L’ ambiguità che non fa bene alla Chiesa”.
Per inciso: ad un’attenta lettura di un altro pezzo apparso sul medesimo Sito, ho riscontrato un netto rifiuto dell’elogiata (da “Avvenire”) lettera di don Epicoco a Raoul Bova “sull’inutilità del prete”. E tanto mi è bastato per convincermi che le perplessità sulla medesima, da me manifestate in un altro commento su questo blog, non siano campate sul nulla o, semplicemente, su pensieri che coltivo in modo del tutto infondato e sbagliato.
Un virtuale “grazie!” per il provvidenziale aiuto… nella mia ricerca di chiarimenti.
https://ilsismografo.blogspot.com/2022/02/italia-e-se-la-praedicate-evangelium.html
Malta? Ah, beh…bel posto! Dove i festoni contra legem elettrici si accoppiano alle ruberie archeologiche e alle intromissioni Leonardasche…Di valido e ” sacro ” vi rimane solo la ” decollazione di S. Giovanni Battista ” del Caravaggio…il che è tutto dire…