Egemonia Culturale. Se la Chiesa Smettesse di Guardarsi i Piedi…

14 Febbraio 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il maestro Aurelio Porfiri ci offre questa riflessione sulla situazione culturale del nostro Paese, e su come la Chiesa potrebbe/dovrebbe cercare di reagire alla progressiva erosione dei valori cristiani Buona lettura.

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Chiesa e egemonia culturale

Il pensatore comunista Antonio Gramsci pensava che per conquistare l’egemonia sui popoli bisognava conquistare la cultura: “Negli scritti del carcere si assiste a una ulteriore dilatazione, quantitativa e qualitativa, del concetto in questione, che finisce per costituire «il filo conduttore dei Quaderni», come mostra una semplice rassegna degli usi di egemonia, egemonico, egemone e così via. Nei Quaderni, infatti, l’egemonia è politica, politico-intellettuale, sociale, politico-sociale, civile, intellettuale, morale e politica, politica e morale, intellettuale e morale, etico-politica, culturale, economica, commerciale e finanziaria. L’aggettivo egemonico si trova legato ai seguenti termini (in ordine alfabetico): apparato, atteggiamento, attività, azione, carattere, cerchia, costruzione culturale/ideologica, dominio, elemento, esponente, fase, fattore, forza, funzione, influenza, manifestazione, nazione, posizione, pressione, principio/principii, punto di vista, quistione, sistema, stato/stati, vita storica, cui si aggiungono, nelle Lettere, momento e unità morale” (Cospito, Giuseppe, Egemonia/egemonico nei “Quaderni del carcere” (e prima), International Gramsci Journal, 2(1), 2016, 49-88). Insomma, il ruolo dell’egemonia ha un significato importante nel pensiero gramsciano e l’egemonia culturale è di tutto rilievo in questa riflessione.

Ma il nostro Gramsci non aveva capito nulla di nuovo, aveva probabilmente applicato inconsciamente quello che la Chiesa cattolica aveva già praticato per secoli e secoli, non mendicando cultura ma essendone l’artefice. Purtroppo, il progetto culturale della Chiesa degli ultimi decenni sembra quello di accettare passivamente tutto quello che viene da fuori, accontentandosi al di dentro di controllare gli apparati attraverso un clericalismo che è forse molto peggiore di quello precedente al Concilio.

Stranamente quel clericalismo che tanto viene evocato per gli abusi, si dimostra mentalità troppo incistata nell’apparato ecclesiale che la alimenta di continuo, anche per quello che riguarda le politiche culturali. Una Chiesa che non sa più guardarsi intorno perché è impegnata a rimirarsi i piedi non può comprendere quello che di buono può ancora prendere da tanti cattolici che non sono parte integrante dell’apparato clericale.

Se l’interesse è solo quello di difendersi da una cultura profana ormai dominante e di comportarsi da cittadella assediata, malgrado le parole continue di apertura al mondo, non si va da nessuna parte. Ma questo è sotto gli occhi di tutti.

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4 commenti

  • acido prussico ha detto:

    La chiesa “cristiana” ( meglio la gerarchia ) ha cessato la sua funzione “vitale” di costruire e “tradere” la civiltà, la cultura e la fede cristiana dal 1964. Era moribonda, poi agonica in una lunga malattia, ora – dal 2013 – defunta.
    Cristiani di lingua e bocca, disprezzate questo necrologio?
    Ed allora ripassatevi queste parole di San Paolo, l’apocalittico profeta negletto:
    “… Conosco le tue opere; ti si crede vivo e invece sei morto.”

  • Gabriela Danieli crudelmente privata della VALIDA COMUNIONE EUCARISTICA CON CRISTO, celebrata in unione col Suo unico Vicario Benedetto ha detto:

    Egregio prof. Aurelio Porfiri, mi consenta di ribadire quella VERITÀ di fede che noi cristiani professiamo ogni DOMENICA durante il Sacrificio della S. Messa:

    “IO CREDO IN GESÙ CRISTO… E NELLA SUA CHIESA UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA ROMANA”.

    Quella Chiesa che Cristo ha promesso di governare in PERPETUO in modo “arcano” e “INFALLIBILE” attraverso “PIETRO”.
    Quella “PIETRA” che, una volta confermata da Cristo quale unico FONDAMENTO di UNITÀ della Sua Chiesa, sussiste perennemente nei Suoi legittimi successori.

    Quella Sposa Immacolata che Cristo, nella persona del Suo vicario Benedetto, sta oggi salvando attraverso la SUPREMA IMMOLAZIONE SULLA CROCE…di un “esilio forzato” dovuto all’ingiusta CONDANNA da parte di quelli che nella Chiesa ancora si ostinano a “NON RICONOSCERLO”!

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    I tutori della “cittadella”, più che difenderne i confini da un assedio tutto da verificare, mi sembrano impegnati nella difesa ad oltranza di interessi coltivati entro il proprio, invalicabile, recinto… privilegi compresi, per quanto sanciti formalmente.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Argomentone one one!