UK: i Bambini Inoculati Rischiano di Morire 52 volte di Più degli Altri.

5 Febbraio 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra giusto offrire alla vostra attenzione, nella mia traduzione, questo articolo apparso su Life Site News, e relativo all’inoculazione del siero genico sui bambini; cioè categorie di persone che corrono pochissimi rischi dalla Sars Cov 2, come potete vedere in questo collegamento. Sono dati che dovrebbero osservare con attenzione quanti, come il nostro governo, vogliono spingere e obbligare i genitori a “vaccinare” i propri figli, minacciandoli con l’isolamento sociale e scolastico. Buona triste lettura. 

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LONDRA (LifeSiteNews) – L’ufficio britannico per le statistiche nazionali (ONS) ha pubblicato dati che indicano che i bambini che hanno ricevuto il vaccino COVID-19 hanno subito un tasso di mortalità 54 volte superiore a quello delle loro controparti non vaccinate.

A dicembre, l’ONS ha pubblicato dati standardizzati per età sui tassi di mortalità degli individui in gruppi di 5 anni in Gran Bretagna, raggruppati in base al loro stato di “vaccinazione” per i vaccini COVID-19. I dati riguardano il periodo dal 1° gennaio al 31 ottobre 2021.

L’ONS ha tabulato “Tassi di mortalità mensili standardizzati per età e stato di vaccinazione per i decessi con COVID-19, per 100.000 anni-persona”, ma ha presentato i dati solo per i 18 anni e oltre. Tuttavia, i vaccini sono disponibili per i bambini a partire da 12 anni, e questi bambini sono autorizzati a ricevere l’iniezione contro la volontà dei loro genitori. In casi limitati, ai bambini di 5 anni è stato dato un dosaggio ridotto delle iniezioni.

Tuttavia, come notato da The Exposé, una tabella separata che delinea “morti e anni-persona per stato di vaccinazione” include gruppi di 5 anni di età dai 10 anni in su. Dai dati forniti, si può fare un calcolo del tasso di mortalità per 100.000 persone-anno.

La delimitazione del tasso per 100.000 anni-persona è usata di preferenza rispetto al più semplice calcolo per 100.000 persone per rappresentare meglio i tassi di mortalità in un determinato periodo di tempo, poiché le persone in un gruppo di “vaccinazione” – come quelle non vaccinate, con un solo vaccino e quelle con due vaccini – passano presto al gruppo successivo.

La tabella 9 del rapporto ONS mostra i “decessi e gli anni-persona per stato di vaccinazione e gruppo di età di cinque anni” per l’intero periodo di dieci mesi. Secondo il rapporto, il gruppo 10-14 anni non vaccinato rappresenta 2.094.711 anni-persona, e il gruppo 15-19 anni 1.587.072 anni-persona nello stesso periodo.

Dalla tabella di cui sopra può essere fatto il calcolo dei 100.000 anni-persona, con il gruppo più giovane che esce a 20,9 non feriti per 100.000 anni-persona e il gruppo più vecchio a 15,9. In seguito, il tasso di mortalità per 100.000 anni-persona viene calcolato dividendo il numero di morti all’interno di ogni gruppo per il calcolo dei 100.000 anni-persona.

Il risultato è che per il gruppo 10-14 anni, la mortalità senza ferite per 100.000 anni-persona è 4,6 mentre il tasso di mortalità senza ferite per 100.000 anni-persona per il gruppo 15-19 è 10,1.

Usando lo stesso set di dati e lo stesso calcolo, il tasso di mortalità per i 10-14enni che hanno ricevuto una dose del vaccino ha subito un 45,1 per 100.000 anni-persona, mentre i 15-19enni con un vaccino hanno subito 18,3 morti per 100.00 anni-persona.

Tra coloro che hanno ricevuto due dosi del vaccino COVID in entrambi i giovani gruppi di età, i tassi di mortalità erano ancora più alti, con 32,9 morti per 100.000 anni-persona tra i 15-19enni e un impressionante 238,4 morti per 100.000 anni-persona tra i 10-14enni nel Regno Unito.

I dati mostrano un forte aumento dei decessi tra i bambini sia singoli che doppi rispetto alle loro controparti non inoculate. Per i ragazzi dai 15 ai 19 anni, il rischio di morte aumenta di quasi il doppio se prendono il primo colpo e di oltre tre volte se prendono il secondo.

I ragazzi tra i 10 e i 14 anni, invece, corrono il rischio di morire quasi di un fattore dieci dopo la prima dose, mentre la seconda dose porta un rischio di morte 51,8 volte maggiore che se fossero rimasti non vaccinati.

In media, ciò significa che i bambini tra i 10 e i 19 anni che avevano ricevuto almeno una dose del vaccino COVID avevano una probabilità 3,7 volte maggiore di morire tra gennaio e ottobre dello scorso anno.

Inoltre, secondo i dati dell’ONS sulla “media quinquennale dei decessi settimanali per sesso e fascia d’età” tra il 2015 e il 2019 tra i bambini di 10-14 anni, i decessi registrati sono aumentati del 44% rispetto alla media dei dati settimanali forniti dall’ONS per il 2021.

Il JCVI, un consulente indipendente del governo britannico sui programmi di immunizzazione, ha determinato in una dichiarazione del 3 settembre che “le prove disponibili indicano che i benefici individuali per la salute dalla vaccinazione COVID-19 sono piccoli in quelli di età compresa tra 12 e 15 anni”. Hanno aggiunto che qualsiasi beneficio garantito dalle iniezioni è solo “marginalmente maggiore dei potenziali danni noti”, pur riconoscendo che “c’è una notevole incertezza riguardo alla grandezza dei potenziali danni”.

Data l’incertezza dei rischi connessi con le iniezioni COVID, il JCVI ha considerato i benefici “troppo piccoli per sostenere il consiglio di un programma universale di vaccinazione di bambini di 12-15 anni altrimenti sani in questo momento”.

Inoltre, gli studi sulle iniezioni COVID non hanno mai prodotto prove che i vaccini fermino l’infezione o la trasmissione. Non pretendono nemmeno di ridurre l’ospedalizzazione, ma la misura del successo è nella prevenzione dei sintomi gravi della malattia COVID-19. Infatti, c’è una forte evidenza che i “vaccinati” hanno la stessa probabilità di portare e trasmettere il virus dei non vaccinati.

Molti cattolici e altri cristiani hanno rifiutato le inoculazioni COVID attualmente disponibili perché sono state sviluppate o testate utilizzando linee cellulari derivate da bambini abortiti.

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8 commenti

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    L’efficacia della vaccinazione anti Covid svanisce circa sei mesi dopo la seconda dose.
    Così si è giustificato il ricorso alla terza (per essere boosted). In più parti nel mondo i triplamente vaccinati contraggono il virus, finiscono in terapia intensiva e muoiono.

    Non bisogna però incolpare questo strano tipo di vaccino sperimentale, ma piuttosto il fraintendimento nell’uso che porta le autorità a misconoscerne gli effetti.

    Un vaccino serve a far riconoscere al sistema immunitario la minaccia prima che essa si palesi veramente, così da essere pronti contro il virus vero. La fiala fa produrre solo la proteina spike di un virus già abbondantemente mutato, soprattutto in quella sua parte. Quindi gli anticorpi che l’organismo produce (al lordo di tutti i problemi che questa reazione comporta) risultano imprecisi per lo scopo. Gli anticorpi servono per attivare tutto il resto dell’esercito immunitario.

    Purtroppo, a causa dell’inoculo, buona parte di questo esercito (soprattutto le cellule T deputate a distruggere l’invasore) risulta indebolito o disertore… La questione è grave: se in sei mesi dopo la seconda dose c’è bisogno della terza, vuol dire che il sistema immunitario si è infiacchito, non reggendo la normale conseguenza favorevole dell’istruzione genica impartita.

    Di solito un vaccino “normale” non prevede richiami così ravvicinati. Dunque, se due dosi hanno peggiorato le risposte del sistema immunitario, la terza non peggiorerà ulteriormente le cose?

    Altro problema: quanto impiega il sistema immunitario, vuoi che sia confuso, vuoi che sia ridotto, a tornare efficiente come prima? Il fatto che sia deboluccio lo testimonia l’alta incidenza di contagiati e malati da Covid tra i vaccinati.

    Lo ripeterò ad nauseam, malauguratamente non c’è solo il Covid: se un sistema immunitario è poco efficiente, lo è in generale, per tutte le malattie che solitamente tiene sotto controllo.

    Allora le autorità, piuttosto di sfiancare elencando i problemi sanitari dei non vaccinati (che sono normali, non immortali e quindi suscettibili ad ammalarsi), dovrebbero accorgersi che costoro sono comunque più sani degli altri. Senza dimenticare che nel novero delle disgrazie contate tra i “non vaccinati” rientrano categorie quali i vaccinati da meno di 28 giorni (così i contagi fanno statistica per un po’ nell’altra categoria) e di coloro con l’esenzione da vaccino (e dunque, purtroppo per loro, sicuramente segnati da gravi problemi di salute).

    Resta il fatto che più si abbassa l’età dei vaccinati e più è chiaro che la vaccinazione aumenta i problemi di salute, con Covid, di Covid e non solo .
    Vaccinare i bambini è un’assurdità.
    E i genitori lo permettono. Anzi: firmano che se succede qualcosa sono responsabili loro!

    • Giovanni B. ha detto:

      “L’efficacia della vaccinazione svanisce dopo 6 mesi dalla seconda dose, così si è giustificato il ricorso alla dose booster” ma, a parte il fatto che all’epoca delle prime dosi Virologi&Co giuravano che queste sarebbero durate a vita o comunque molto a lungo (dissero poi che non sapevano, ma se non sapevano perché parlavano?) mi sembra di ricordare di un famoso studio svedese (e di un altro giapponese) secondo il quale la protezione data dal primo ciclo, allora definito “completo” ed oggi “incompleto”, inizia a calare nei casi migliori dopo 2,5-3 mesi dall’inoculo. Voglio dire che gli esperti-che-rassicurano in realtà nulla sapevano e nulla sanno oggi riguardo alla terza dose: vogliamo scommettere che all’arrivo della quarta dose, probabilmente già ordinata al produttore, si scoprirà che la terza oggi in corso valeva meno di quanto detto? (Non mi stupirò se il pass oggi “senza limiti” assumesse d’improvviso un preciso limite, “all’epoca non si sapeva” è ritornello che anche il premier ama usare…).

      • arrendersi all'evidenza ha detto:

        Sono d’accordo. Hanno un punto debole: che le frottole nel tempo non reggono. Durano di più (anche tanto) se riguardano fatti specifici, che avvengono in un momento. Ma quando si pretende di spalmarle ovunque per tanto tempo… I peggiori sono quelli che cercheranno di cambiare casacca in corsa, facendosi passare per chi l’aveva sempre detto.

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Beh un nugolo di “esperti” TV riterranno “del tutto ragionevole” rapporto rischi benefici di fronte a… “cumuli di bimbi morti per Covid in ogni parte di pianeta”!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

    • Giovanni B. ha detto:

      Hanno già iniziato, sono partiti in quarta: l’altra sera la virologa di Ottoemezzo sosteneva essere il Bambino Gesù di Roma “pieno” di bimbi malati di covid…Però BigMama ha già in produzione il rimedio…

      • Marco Tosatti ha detto:

        Grazie a Dio è stata smentita dall’ospedale stesso. Ma il livello di disinformazione corruzione complicità è altissimo. Sono dei criminali.

        • Giovanni B. ha detto:

          Penso che essendo la tipa bene inserita nell’ambiente ospedaliero fosse consapevole di sparare una bufala. Del resto tutti quei suoi colleghi che vanno in tv a dire, imperterriti, che le TI sono occupate “quasi esclusivamente” da non vaccinati…

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Per ogni fiala introdotta, sparisce una fetta percentuale di vita, sempre più larga, fino a cancellarla.