Renovatio 21: la Crudeltà delle Nuove Leggi Razziali.

9 Gennaio 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, alla vigilia di un giorno funesto per il paese, la Democrazia e la Libertà, ci ha colpito molto questo articolo apparso su Renovatio 21, che ringraziamo, così come ringraziamo la’utrice, Elisabetta Frezza, che offre un quadro lucido e veritiero delle nostre sciagure. Buona lettura. 

§§§

Pubblicato nottetempo in Gazzetta Ufficiale l’ennesimo decreto legge liberticida per fronteggiare un’emergenza fuorilegge: è l’ennesima esplosione di surrealtà logica e giuridica fabbricata per noi, senza tregua, nel premiato laboratorio dell’autocrazia.

Al di là dell’abuso conclamato, ormai canonico, della decretazione d’urgenza abbinata al voto di fiducia – meccanismo eversivo con cui l’esecutivo uno e trino sta imponendo ai sudditi ogni sorta di aberrazione senza alcun filtro parlamentare – è invalsa nell’uso un’altra pratica tanto assurda quanto, evidentemente, proficua: la diffusione di bozze che anticipano testi normativi fantasiosi e futuribili.

Così che tutti – pennivendoli, fruttivendoli, blogger, pensatori e passeggiatrici – si possano avventare sulla bozza (tempestivamente tradotta in specchietti colorati, a beneficio degli analfabeti) come cani intorno all’osso, commentarla ciascuno nella propria lingua madre, sì da offrire spunti veraci, come si suol dire «dal basso», al prolifico demiurgo statale: quello che ci vuole un bene dell’anima e che si affanna giorno e notte nelle stanze dei bottoni per la nostra salute e la nostra prosperità.

Il brainstorming diffuso va avanti fino a che, a un certo punto, tastati i polsi e captati gli umori, tac, il nuovo pacco arriva via Gazzetta Ufficiale. Sempre di notte. E, sempre, avendo aggiustato il tiro rispetto alla bozza esplorativa.

In sostanza, il popolo, da sovrano quale sta scritto dovrebbe essere, diventa consulente stabile e gratuito del tiranno in fase legislativa. Consulente contra se, si intende, ché gli spunti che elargisce servono al tiranno a infierire meglio, e di più.

La procedura innovativa di fabbricazione delle norme prevede anche il simpatico effetto collaterale del sovraffollamento di decreti in coda per la (finta) conversione: essi infatti nel frattempo si accavallano, si arruffano, litigano in una babele di disposizioni – espresse, implicite, rinviate, richiamate – che investono la medesima materia del contendere. Tutto sotto il segno dell’incertezza del diritto, altro principio guida fondamentale dell’ordinamento invertito.

Sono tante le belle trovate sfacciatamente incostituzionali del regime diversamente democratico che plasma le nostre vite e ne decide le sorti: acrobazie mai viste prima, miserabili, sadiche e a loro modo geniali, perfettamente inscritte nel nuovo libro liturgico (ai riti non si rinunzia) del manicomio a cielo aperto che porta il nome ITALIA come ragione sociale, batte moneta aliena e sventola abusivamente bandiera tricolore. La stessa, magica, terra, i cui siti più incantevoli sono già offerti in saldo stagionale ai magnati filantropi produttori e promotori di veleni. Ciò che si dice, un circolo virtuoso.

Ma, più di ogni altro sopruso in atto, a svelare il volto perverso dello strapotere al potere è la violenza con la quale il manipolo di pupazzi deformi, dotati di scettro finto e di manganelli veri, si avventa sui bambini e sui ragazzi, manifestando il senso di un programma che va ben oltre la criminalità.

O meglio, opera su di un piano altro, impermeabile alle categorie del diritto plasmate ad uso umano nel tempo ormai lontano della civiltà: quelle categorie destinate cioè, per loro natura, a creature fatte di carne e di sangue, di spirito e di ragione, vocate alla vita, alla convivenza sociale e all’edificazione personale e collettiva.

La logica intrinseca, la ragionevolezza che per definizione innerva le maglie della Legge non appartiene più alle leggi divenute grida demenziali e disarticolate, vomitate a fiotti nel circo dei bravi, dei nani e delle ballerine.

Vogliono prenderseli tutti, i nostri figli, e sfilare loro la vita dalle mani, per sostituirla, in cambio di un marchio a scadenza, con una sua imitazione, più che sbiadita, oscenamente snaturata.

Vogliono espugnare di questi figli l’anima e il corpo e farne automi invertebrati che si muovono in banchi, pilotabili a distanza con le leve di un telecomando truccato. Cavie, prede, giocattolini da testare, manipolare, smontare, programmare, aggiornare, hackerare, alla fine da rompere e buttare via, nell’orgia tecnologica che punta a travolgere ogni residuo di umanità per venerare solo l’artifizio e la morte.

Nessuno, insomma, deve sfuggire alla morsa della follia scandita giorno dopo giorno a suon di sproloqui d’urgenza, emessi sempre col favore del buio e anche nei giorni delle feste più belle. Soprattutto nei giorni delle feste più belle: alla vigilia del Natale, dell’Anno Nuovo, dell’Epifania di Gesù bambino. Un compiacimento blasfemo accompagna le sortite degli orchi – mai sottovalutare i simboli e il loro uso beffardo.

Gli orchi in outfit formale alternano forza bruta e ricatti infami per guadagnarsi la condiscendenza delle vittime; ottengono dalle vittime un’obbedienza artificiale e in buona parte inconsapevole che, come effetto avverso diffuso, genera malattia, alienazione, lacerazione e dolore. Tanto dolore. Negli individui, nelle famiglie, nelle comunità di intenti e di valori.

Retate periodiche assicurano al vivaio nuovi rifornimenti di carne fresca. Da tempo funziona, a mo’ di basso continuo, l’intimidazione psicologica, indefessa e incombente.

È dall’inizio dell’anno che nelle scuole di ogni ordine e grado si promuove la separazione tra i buoni e i cattivi – civili e incivili – secondo il criterio unico sanitario che ha soppiantato tutti gli altri, con buona pace delle norme europee sulla riservatezza dei dati personali con cui ci hanno fatto per anni una testa così. E con buona pace, anche, dei ritornelli beoti sull’inclusione e sull’accoglienza, e dei giochi di prestigio sul bello dell’uguaglianza in alternanza al bello delle diversità.

L’apartheid è sdoganata, anzi incentivata, dalla pletora di protocolli ministeriali che delle fonti pregresse, sopraordinate, possono farsi un baffo, prevedendo impunemente discipline differenziate per gli scolari marchiati (da premiare) e quelli non marchiati (da punire).

I presupposti su cui si fonda la disparità di trattamento tra i due gruppi sono del tutto pretestuosi, arbitrari, ridicoli: l’obiettivo è semplicemente quello di esporre i reietti alla gogna, al fine di scavarne sempre più a fondo la segregazione. Proprio come si conviene a un ambiente che si dice educativo, avvezzo a celebrare compulsivamente giornate delle memorie, per non dimenticare.

Ma al Moloch famelico il bottino non basta mai.

Vuole rastrellare i superstiti disobbedienti e così colpisce i trasporti (treni, autobus, corriere), lo sport (campi da gioco, impianti, società sportive, competizioni), la musica (conservatori, scuole di musica, concerti), la cultura (atenei, musei, biblioteche, teatri), lo svago (cinema, locali, luoghi di ritrovo), i viaggi. Nulla deve essere più accessibile ai giovani privi del sigillo di Stato, condannati senza processo alla morte civile.

La crudeltà sottesa alle nuove leggi razziali, infatti, va ben oltre l’esclusione fisica dagli spazi inaccessibili: investe le amicizie di una vita, le compagnie e gli amori, i sacrifici fatti in anni di studio o di allenamento per vincere o per migliorare se stessi; costringe a dover scegliere tra il cedere il proprio corpo alla sperimentazione ripetuta, per un tempo indefinito e con un rischio che sicuramente sovrasta il beneficio, e il proseguire sulla rotta tracciata, e preservare quelle amicizie, quegli amori e quelle compagnie, sopravvivere nonostante tutto in una società che si sa essere malata terminale.

Il supremo garante della Costituzione, intanto, si appresta a consegnare al suo successore un Paese che dice «unito». Unito forse, questo sì, nell’obbedienza, più o meno cieca più o meno sofferta, a un sistema mostruoso.

Nella realtà, egli consegna un Paese ferito e piagato, ma non ancora sconfitto. I santi e gli eroi che nutrono per osmosi l’Italia migliore infonderanno all’Italia migliore la forza di resistere al male. Con l’onore e l’orgoglio che si addice a chi, libero in virtù della vera libertà, non intende controfirmare la menzogna.

Sia benedetto il popolo che, custode del seme della vita, terrà in vita l’uomo fatto a immagine somiglianza di Dio, aggrappandosi tenacemente al legno della Sua Croce.

Elisabetta Frezza

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9 commenti

  • Anonimo ha detto:

    Dunque se ogni cittadino in passato avesse rispettato la Costituzione e avesse provveduto a progredire non solo materialmente ma anche spiritualmente, non staremmo a questi livelli. I più hanno utilizzato l’avanzo di tempo non per elevarsi ma per abbrutirsi e le bestie poi si sa come ahimè vengono trattate. Infatti bisognerebbe cominciare anche a cambiare la politica verso gli animali che poi tutto torna indietro.

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Ogni dittatura che si rispetti (ed a Macelleria Italia è ormai da tempo conclamata) sempre si distinse come inesausta emanatrice di leggi leggine regolamenti codicilli et similia… tutti tesi a sottolineare ferrea volontà di dittatori di agire…. esclusivamente in punta di diritto… pure a sostegno di più aberranti disposizioni…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    L’articolo di Elisabetta (di cui è di esempio la tenacia nelle battaglie per la vita) è edificante ma, almeno per ora, non si vede questo sussulto di coscienza civile, ancor meno l'”eroismo e la santità” di un Paese abbrutito da decenni di secolarizzazione a tappe forzate. Sempre che “eroismo e santità” abbiano conseguito qualche vittoria dal 1861 in poi, dalle “Vandee italiane” alle battaglie contro aborto e divorzio.

    Uno dei problemi di noi cristiani (un po’ puerili, absit iniuria verbis) di oggi, è questa narrativa consolatoria, di evasione da una realtà completamente opposta.
    I primi cristiani non si facevano illusioni, e infatti ci vollero secoli per arrivare a Costantino.
    Più di recente, Thomas Eliot ha parlato di “secoli bui che ci stanno dinnanzi” e Marshall McLuhan di “dissipazione totale” della struttura amministrativa della Chiesa sulla Terra, che “sopravviverà per secoli in aree remote e arretrate”.
    Altro che santità dell’Italia… definita “nazione adultera” in alcune recenti rivelazioni private (o della Francia, sempre più islamizzata ma ancora creduta “figlia primogenita della Chiesa”).

    Tanto la tradizione biblica quanto quella greca mettono in guardia sul confine sottile tra speranza (mi riferisco a quella terrena) e illusione.
    Istruttivo il caso di Haiti, dominata da una religione diabolica, che ha diffuso “profezie” secondo cui il terremoto sarebbe stato una prova, dopo la quale l’isola sarebbe diventata il luogo più ricco della Terra. A nessuno sfugge la diabolicità grottesca e infantile di tali menzogne.

    I greci narravano la storia del vaso di Pandora; l’accolse lo stolto Epimeteo, e aprì il vaso dal quale presero il volo tutti i mali della Terra (pare di vedere certi volti illustri fare capolino dall’orlo). Tuttavia, aggiunge il mito, uno dei mali restò in fondo al vaso: la “speranza”. Quella dipende dall’uomo, il quale, se è saggio, la terrà chiusa là dentro e inoffensiva, evitando di lasciarsene contaminare.
    Quanto agli antichi ebrei, la loro lingua aveva un vocabolo che significava tutt’insieme speranza e inganno, e san Gerolamo lo tradusse genialmente: illusio.
    Nella speranza (ripeto terrena, non quella nella salvezza) esiste invece sempre una certa trepidazione nascosta che si tenta d’invertire in coraggio, un’ansia che si procura di placare mediante esortazioni retoriche. Vi trovi un affidamento, una fiducia concessa senza un troppo stretto esame dei motivi razionali di credibilità. Chi spera fischia nel buio e invoca i genitori: si spera sempre per disperazione.

    Se mai la Divina Provvidenza vorrà abbreviare queste prove, sembra probabile che si servirà , come ha osservato lucidamente Alessandro Meluzzi, tramite l’opposizione di interessi costituiti che non condividono il piano di questi poteri forti.
    Ché se la vittoria dipende dalla santità del popolo italiano, stiamo freschi.

  • Pio g. ha detto:

    La Meloni ha parlato di estorsione di Stato perpetrata dal governo dei Migliori.
    In effetti, il “sistema” degli Illuminati nasce storicamente e si sviluppa secondo modelli essenzialmente mafiosi.
    L’Italia, come ha “brillantemente” sostenuto Brunetta è oggi un modello per l’Europa, un paese dove i meccanismi mafiosi sono talmente ben oliati che può esportarli.
    Il fatto è che la Meloni dovrebbe anche “mordere”, non solo abbaiare.

  • Giovanni B. ha detto:

    Mah, penso che ci sia qui, in questo provvedimento con cui si pretende di alleggerire gli ospedali, adesso, con misure che potrebbero avere forse qualche effetto tra mesi, c’è anche la voglia di accontentare, gettando loro un bel pezzo di carne, il canile mediatico che da tempo abbaiava nel senso dell’ “obbligo”. Mesi di caratteri cubitali in prima pagina, lo schermo nel corso di tg e talk sovrastato dalla scritta “si va verso l’obbligo”, questo, ripeto, da mesi…L’impressione che il premier abbia voluto accontentare i suoi tifosi, le squadracce mediatiche che spingono il capo sempre più verso l’estremo. Verso l’abisso.

    • Valeria Fusetti ha detto:

      No, la cosa è un pochino più complessa. Ma non troppo
      Ricordiamoci che i giornali e le TV sono pagate direttamente dal Governo. Sin dall’epoca Conte. Ai direttori, uno dei vari segretari di Draghi, suggerisce quali sono gli argomenti su cui impostare articoli e trasmissioni, per 3 o 4 mesi. Finalmente, un bel di’ il Presidente Unico ed Unico Membro Decidente si sveglia, desideroso di soddisfare i suoi devoti e, con il plauso del parlamento vara, con il favore delle tenebre, un nuovo capitolo delle NLV (Nuove Leggi Vaccinali). Felice e contento come un fringuello spedisce il tutto al Garante-Che-Non-Garantisce (nuova e più moderna formula della precedente, ormai obsoleta), per il SS (Sacro Sigillo), che rende il tutto CC ( Conforme alla Costituzione). O forse non le rende ma francamente : Chi se ne frega ? Che si aggiustino !

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Italia 1938-39. Per iscriversi ad una scuola, esercitare una professione o un lavoro da dipendente fisso (banca, municipio, fabbrica, azienda commerciale, uffici statali, ferrovie ecc. ecc.) erano necessari : tessera PNF e certificato di razza ariana. E questo fu solo l’inizio, poi venne tutto il resto. Le facce sono cambiate ma i metodi sono sempre gli stessi.