I numeri non parlano da soli. E il Governo Gioca a Dadi con le Nostre vite
31 Dicembre 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’ing. A Zerbini ci ha inviato questo contributo, di cui lo ringraziamo di cuore, sui numeri e su come sia possibile dare loro un senso. E come vengano utilizzati per far dire loro cose assurde. Buona lettura.
§§§
I numeri non parlano da soli.
Così come per trasformare le singole parole in pensieri è necessario conoscere non solo il vocabolario, ma anche la grammatica e la sintassi, per trasformare i numeri in dati significativi per prendere delle decisioni è necessario conoscere la matematica in tutti i suoi aspetti.
Aderendo alla richiesta fattami da ARRENDERSI ALL’EVIDENZA in risposta ad un mio commento (che qui per facilità dei lettori ripropongo per intero ) completo l’esempio del dado allargandolo al caso che i dadi siano due.
I nostri governanti giocano a dadi sulle nostre persone.
Questa non è una riflessione per esperti. So benissimo che su questi argomenti c’è chi ne sa molto più di me. Ma ne esistono tanti che ne sanno molto di meno ed è a loro che la dedico .
Il dado oggetto del mio articolo https://www.marcotosatti.com/2021/11/03/le-statistiche-viste-da-un-esperto-il-certo-il-possibile-limpossibile-il-probabile/ ha ancora moltissime cose da dirci sulle statistiche bugiarde e fasulle che ci vengono propinate sui vaccini e sul covid.
La probabilità matematica (rapporto fra numero di eventi favorevoli e numero totale di eventi possibili) è calcolabile con certezza quando sono certi i due termini del rapporto. Se questo non è, si può procedere al calcolo di una probabilità statistica ricavata dal rapporto fra frequenza di prove con esito favorevole e totale delle prove. Ma qui sta il busillis : quante prove devo effettuare affinchè il calcolo dia un risultato il più vicino possibile alla realtà?
Chiediamolo al dado.
Nell’articolo citato, abbiamo visto che la probabilità che lanciando un dado esca un determinato numero è 1 (numero di casi favorevoli ) su 6 (numero di casi possibili) : 1*100/6= 16,67%.
Questa probabilità vale per ognuno dei sei numeri scritti sulle sei facce del dado.
Ora proviamo ad ottenere la stessa risposta mediante prove.
Supponiamo di fare dieci prove ottenendo la seguente sequenza di risultati : 4,6,3,2,2,6,3,5,2,3. Facciamo la tabellina delle frequenze :
4 freq. = 1
6 freq. = 2
3 freq. = 3
2 freq. = 3
5 freq. = 1
1 freq. = 0
Le corrispondenti probabilità statistiche (frequenza/ numero di prove) risultano essere:
1 Prob. = 0 ; 2 Prob. = 30% ; 3 Prob. = 30% ; 4 Prob. = 10% ; 5 Prob. = 10% ; 6 Prob. = 20%
Dopodichè vado in giro a dire che ho scientificamente provato che lanciando un dado, i numeri 2 e 3 hanno una probabilità di uscire 3 volte superiore a quella dei numeri 4 e 5 e 5 volte superiore a quella del numero 6 e che il numero 1 ha 0 probabilità di uscire. Si tratta di risultati nemmeno confrontabili con quelli ottenuti col calcolo della probabilità matematica e inutilizzabili per fare previsioni su quello che avverrà effettuando altri lanci. Ma non è finita qui.
Se riprovo facendo altri dieci lanci avrò 10 numeri completamente diversi , ad esempio : 3,2,1,4,1,5,6,3,4,1.
Per conseguenza saranno completamente diversi i risultati del conteggio delle frequenze e del calcolo delle probabilità statitistiche. Chi ne ha voglia, provi a farlo.
Tutto ciò premesso, mi pare evidente che utilizzare le frequenze dei non vaccinati, dei semi vaccinati, dei totalmente vaccinati, dei vaccinati scaduti, rilevate in determinate situazioni come positivi, ricoverati in reparti normali, in terapie intensive, in camere mortuarie o in una farmacia dove si effettuano i tamponi, e poi utilizzarle per calcolare delle probabilità statistiche e ricavarne dei rapporti per calcolare indici di rischio di positività, di necessità di ricovero e addirittura di morte per le diverse categorie, sia un esercizio del tutto inutile per non dire pericoloso e offensivo per l’intelligenza della gente. Senza contare che i campioni utilizzati sono troppo piccoli per dare risposte attendibili, che i valori di frequenza rilevati sono continuamente variabili di giorno in giorno, che errori di calcolo sono sempre possibili. Eppure ancora ieri sera ci siamo sentiti autorevolmente dire che un ultra ottantenne non vaccinato ha una probabilità di morire di covid 80 volte superiore a quella di un vaccinato. Forse questo potrà servire per giustificare l’ingiustificabile moria di anziani avvenuta soprattutto nei primi mesi di pandemia nelle RSA, grazie all’incuria con cui la loro salute è stata seguita.
La lezioncina del dado però non finisce qui.
Se la probabilità matematica che esca un determinato numero è uguale a 1/6 qual è la probabilità che uno stesso numero esca due volte di seguito? La semplice esperienza ci dice che tale probabilità è sicuramente più piccola di 1/6 e la matematica che cosa ci dice? La risposta matematica è che trattandosi di una probabilità composta il suo valore è uguale al prodotto delle due probabilità singole. In questo caso il risultato è 1/6 * 1/6 = 1/36 = 2,78 % .
Applicando tale procedimento possiamo calcolare quale sia la probabilità per una stessa persona di ammalarsi due volte di covid. Se la probabilità di ammalarsi una volta è 2/100.000 quella di ammalarsi due volte è 4/10.000.000.000, ma non è per merito del vaccino!!!!!!!
E se i dadi invece di essere uno fossero due?
In questo caso il discorso si fa molto più complicato sia per la probabilità matematica, sia per la probabilità statistica.
Qual è la probabilità matematica che lanciando i due dadi diano entrambi lo stesso numero? Trattandosi di una probabilità composta la probabilità è P= 1/6 *1/6 = 1/36 esattamente uguale a quella di ottenere da un solo dado lo stesso numero per due volte consecutive.
Ma se consideriamo la somma dei due numeri, la probabilità che esca un determinato valore_ somma è ancora uguale a 1/36? Magari qualcuno penserà che sia proprio così, ma sarebbe completamente sbagliato, salvo che per due valori : 2 =1+1 e 12 =6+6 . Ma per tutti gli altri numeri >2 e <12 che cosa succede?
Succede che fa capolino il calcolo combinatorio, come vedremo dagli esempi che seguono.
Iniziamo col dire che la serie dei numeri possibilmente ottenibili come somma dei due dadi è la seguente : 2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12 (in totale 11 numeri) . Col calcolo della probabilità matematica semplice uno potrebbe pensare che la probabilità che in un lancio la somma sia per esempio = 5 è data dal rapporto 1/11 = 0,0909 = 9,09 % . Ma sarebbe SBAGLIATO. E perché? E qual è il ragionamento corretto per arrivare alla risposta giusta?
Qui di seguito c’è la tabellina di alcune delle 6 combinazioni possibili e la somma (S) dei due valori ottenibili col lancio di due dadi (chiamiamoli A e B)
Somma =1
Nessun caso
Somma =2
A = 1 e B = 1 un solo caso
Somma=3
A=1 e B=2 ; A=2 e B=1 due casi
Somma =4
A=1 e B=3 ; A=3 e B=1 ; A=2 e B=2 tre casi
Somma=5
A=1 e B=4 ; A=4 e B=1 ; A=2 e B=3 ; A=3 e B=2 quattro casi
A questo punto arriva il saputello di prima e dice: ho capito! La probabilità che in un lancio la somma sia uguale a S è data da (S-1) /36 !!!!! Invece se continuiamo vedremo che questa regola è vera fino ad S= 7 dopodiché il valore della probabilità continua a decrescere . Ad esempio per S=7 le possibilità sono :
A=1 e B=6 ; A=6 e B=1; A=2 e B=5 ; B=2 e A=5 ; A=3 e B=4 ; B=3 e A=4 e non sono 7 ma 6 e la probabilità non è 7/36 ma 6/36=1/6= 0,167= 16,6% !!!
per S=8 le possibilità sono 5
A=2 e B=6 ; B=2 e A=6 ; A=3 e B=5 ; B=3 e A=5; A=4 e B=4
E se fosse S=10 le combinazioni sarebbero solo tre : A=4 e B=6 ; B=4 e A=6 ; A=5 e B=5 con una probabilità P=3/36=1/12= 0,083= 8,3% cioè la metà della probabilità della somma S=8 .
Ora lasciamo da parte i numeri e cominciamo a ragionare .
Su tutto quanto detto sopra sarebbe enunciabile un preciso teorema ma non è questo il luogo per farlo. Si possono però trarre molte deduzioni logiche.
Se solo passando da uno a due dadi le cose si complicano in questo modo, che cosa succede passando da due a tre, a dieci, a cento, a mille o ad un milione di dadi?
Se al posto del dado mettiamo l’uomo che non è un semplice esaedro ma è un poliedro, con un numero immenso di facce diverse, di che percentuali, di che probabilità parliamo? Con quale spocchiosa arroganza diciamo che è scientificamente provato che in terapia intensiva ci va il 70 % dei non vaccinati e il 30% dei vaccinati? A parte che l’affermazione andrebbe fatta al contrario e detta così è una stortura , dove e con quale precisione sono stati rilevati i dati? Agli ospedali sentinella Fiaso: 11 strutture in tutta Italia per monitorare l’andamento dei ricoveri Covid?
Si tratta in fin dei conti di 11 ospedali in tutta Italia sulle centinaia (forse migliaia ) di unità ospedaliere sul territorio. Poi con una indicibile leggerezza si generalizza il dato a 59,3 milioni di italiani.
Ammesso che sia vero che l’80% degli italiani è vaccinato con almeno una dose e che il 20% non è vaccinato e che il 10,97 % è vaccinato con tre dosi, se io incontro due persone a caso le possibilità sono: che A sia vaccinato e B no; che B sia vaccinato e A no; che entrambi siano vaccinati; che entrambi non siano vaccinati; che entrambi siano positivi; che entrambi siano negativi; che A sia positivo e B sia negativo; che A sia negativo e B sia positivo. A questo punto come faccio a sapere se devo stare lontano da entrambi, posso avvicinarmi ad entrambi, posso avvicinarmi ad A ma non a B, posso avvicinarmi a B ma non ad A?
E se viene il corriere a portarmi un pacco devo chiedergli il green pass ? E se pur avendo il green pass fosse positivo? Allora il pacco lo ritiro o no? Lo apro o no?
Ora ecco la conclusione. La via per risolvere un problema complesso come quello del Covid non è quella delle statistiche numeriche, anche se come feedback siano molto importanti. L’unica via è quella della ricerca in laboratorio su come è fatto, come si riproduce, come si diffonde, e sugli ammalati per capire con quali meccanismi attacca l’uomo, lo fa ammalare, lo uccide e come e con quali farmaci si può neutralizzare. Tutto il resto sono solo chiacchiere.
§§§
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Categoria: Generale
Ma quante medie ci sono ? Servono? Che ne dice il dado?
Il dado dice di stare attenti, molto attenti di non farsi imbrogliare.
Lancio il dado sei volte e ottengo questa serie: 2,3,4,6,1,5
Calcolo la media : (2+3+4+6+1+5)/6 = 21/6= 3,5
Lancio di nuovo sei volte il dado e ottengo quest’altra serie:6,5,4,3,2,1.
Calcolo la media : (6+5+4+3+2+1) = 21/6= 3,5
Le medie sono uguali ma i fenomeni sono gli stessi?
Scarpe Grosse magari risponderebbe sì, ma Stilumcuriale Pitagorico dice assolutamente no!!!!!!!!!!!
Perché ?
Perché la prima è una serie con tendenza crescente (per chi se ne intende : y= 0,3143x + 2,4 ) mentre la seconda è una serie con una tendenza decrescente ( y = -0,942 +6,8).
Allora : confrontare una media settimanale o mensile di due anni fa con quella dell’ultima settimana o mese di quest’anno senza dare i dati relativi alla tendenza è una presa per i fondelli di Scarpe Grosse ma non di Stilumcuriale Pitagorico.
Mi correggo: manca una x nella seconda equazione che pertanto va letta così : y = -0,942x +6,8 e la seconda serie su cui è stato fatto il calcolo della tendenza è : 6,5,3,4,2,1.
Sarà colpa dell’età o della tastiera o di tutte e due?
… o più leggera, per via dell’ incavo in cui è posta la vernice.
La probabilità matematica è il rapporto fra numero di eventi favorevoli e numero totale di eventi possibili purché siano MANIFESTAMENTE EQUIPROBABILI !
La precisazione è assolutamente fondamentale, altrimenti la “Legge dei grandi numeri” cade in difetto e, anche aumentando a dismisura il numero di prove, la frequenza empirica non si avvicinerà alla probabilità “a priori”.
E perfino un dado “perfetto” può non rispettare l’ipotesi di equiprobabilità delle sei facce: la vernice usata per segnare i punti rende la faccia del 6 più pesante delle altre. In un milione di lanci questo può fare la differenza…
Le cose sono ancora più complicate, dunque, e la narrazione della banda governativa è ancora più lontana dalla verità.
Karl Popper docet ! Nunc et semper .
I giornalisti che dovrebbero essere il contropotere applaudono Draghi prima che cominci la conferenza stampa. Ecco perché. Con questi media è ovvio che non criticheranno mai il regime anzi lo incenseranno…Siamo soli ( con il Cielo dalla nostra parte) contro tutti.
https://www.ilfoglio.it/economia/2021/11/20/news/cosi-il-governo-ha-avallato-la-doppia-irresponsabilita-dell-inpgi-3385341/
Per Stilumcuriale Emerito.
Che poi non è vero che Buddha non parla di numeri.
Nel Lalitavistara Sutra , un testo in sanscrito che risale a non prima del IV secolo, il Buddha, sfidato a esprimere numeri superiori a cento koti (1 koti= 10 milioni), cosi risponde: Cento koti sono detti ayuta, cento ayuta fanno un niyuta, cento niyuta fanno un kankara, cento kankara fanno un vivara, cento vivara fanno un kshobhya, cento kshobhya fanno un vivaha, cento vivaha fanno un utsanga, cento utsanga fanno un bahula, cento bahula fanno un nãgabala, cento nãgabala fanno un titilambha, cento titilambha fanno un vyavasthânaprajnapati, cento vyavasthânaprajnapati fanno un hetuhila, cento hetuhila fanno un karahu, cento karahu fanno un hetvindriya, cento hevindriya fanno un samâptalambha, cento samâptalambha fanno un gananâgati, cento gananâgati fanno un niravadya, cento niravadhya fanno un mudrâbala, cento mudrâbala fanno un sarvabala, cento sarvabala fanno un visamjnagati, cento visamjnagati fanno un sarvjna, cento sarvajna fanno un vibhutangamâ, cento vibhutangamâ fanno un tallakshana.
Proprio come nell’India contemporanea il Buddha procedeva per multipli di 100. Poiché un koti è 10 milioni, il valore di un tallakshana è 10 milioni moltiplicato 23 volte per 100, il che equivale a 10 seguito da 52 zeri. E’ un numero di grandezza fenomenale, cosi grande, in effetti, che se si misura l’intero universo da un capo all’altro in metri e poi lo si eleva al quadrato, si ottiene più o meno 10 alla 53-
Ma Buddha non si era fermato li…l’ultimo numero da lui nominato fu l’equivalente di 10 elevato alla 421.
Vale la pena fare un bel respiro e provare a farsi un’idea. Si stima che nell’universo ci siano 10alla 80 atomi. Se prendiamo il più breve intervallo di tempo misurabile, noto come il tempo di Planck- un secondo diviso 10 alla 43 parti- ci sono state 10 alla 60 unità di tempo di Planck dal Big Bang. Se moltiplichiamo il numero di atomi nell’universo per il numero di tempi di Planck dal Big Bang- il che ci da il numero di posizioni uniche di ogni particella dall’inizio del tempo, siamo ancora a 10 alla 140, che è di gran lunga più piccolo di 10 alla 421. Il grande numero di Buddha non ha alcuna applicazione pratica, quanto meno per contare cose che esistono.
Il Buddha era capace di concepire non solo l’impossibilmente grande, era abile anche nella sfera dell’imposibilmente piccolo, spiegando quanti atomi c’erano nello yojana, un’antica unità di lunghezza pari a circa 10km. Un yojana diceva era equivalente a:
quattro krosha, ciascuno dei quali della lunghezza di
mille archi, ciascuno dei quali della lunghezza di
quattro cubiti, ciascuno dei quali della lunghezza di
due spanne, ciascuno dei quali della lunghezza di
dodici falangi di dita, ciascuno dei quali della lunghezza di
sette grani d’oro, ciascuno dei quali della lunghezza di
sette granelli di senape, ciascuno dei quali della lunghezza di
sette semi di papavero, ciascuno dei quali della lunghezza di
sette particelle di polvere sollevate da una mucca, ciascuno dei quali della lunghezza di
sette granelli di polvere alzati da un montone, ciascuno dei quali della lunghezza di
sette granelli di polvere sollevati da una lepre, ciascuno dei quali della lunghezza di
sette granelli di polvere portati via dal vento, ciascuno dei quali dalla lunghezza di
sette minuscolo granelli di polvere, ciascuno dei quali dalla lunghezza di
sette piccolissimi granelli di polvere, ciascuno dei quali dalla lunghezza di
sette particelle di primi atomi.
Era in effetti una stima piuttosto buona. Diciamo solo che un dito è lungo 4cm. I “primi atomi” di Buddha, perciò, sono 4cm diviso per 10 volte, cioè 0,04 m x 7 alla -10 o 0, 0000000001416m, che è più o meno la dimensione di un atomo di carbonio.
Mica male, eh? 😜
Sì ma un conto è parlare di numeri come espressione di quantità e di misurazioni di grandezze, e ben altra cosa è parlare di probabilità matematica e della problematicità legata alla sua applicazione in situazioni complesse e aleatorie come quella che stiamo vivendo con la pandemia da coronavirus.
Chiedo scusa … non voglio essere irriverente … ma credete veramente che al padre Eterno interessino questi giochini?
Padre Eterno
Un tantino ingeneroso… Chi sarà il padreterno che conosce con certezza che cosa interessa al Padre Eterno?
E perchè i giochini dovrebbero interessare al Padre Eterno, che con la Verità ha una dimestichezza intrinseca?
Si cerca solo di ragionare terra terra con chi viene temporaneamente ingannato da aspiranti padreterni sempre in scadenza…
Oggi c’è il Te Deum: ringraziamo il Padre anche per il dono del pensiero logico. Non è bello non farne uso, dissipandolo nel disordine e nell’insensatezza caro ai padroni del kaos.
Ricordi la favola della volpe e l’uva ?
– nondum matura est ! –
E così la volpe si consolò del fatto di non arrivarci.
Ma come ti permetti di chiamarli giochini ? E come ti permetti di tirare in ballo il Padre Eterno, per ogni sciocchezza che dici? Se di queste cose non ne sai nulla perchè Budda non ne parla, abbi almeno la compiacenza di stare zitto. Grazie!
Veramente neanche Gesù Cristo ne parla 😅
@Stilumcuriale Emerito: complimenti!
Quando ci vuole ci vuole. Speriamo in un 2022 con meno pedanterie. Buon anno a tutti.
Preciso: un 2022 con meno pedanterie sincretiste. Tanto non funzionano, al massimo insolentiscono.
Bisogna vedere chi è che insolentisce.
Chi ha studiato un po’ di statistica, ma anche di scienze sociali, sa che “il numero” non è “la Verità” pura ed assoluta ma, più semplicemente, è figlio delle ipotesi su cui è stato costruito quel certo modello, il quale, se privo di errori nell’implementazione, porterà ad un certo risultato. Ebbene: se pensiamo a certi resoconti giornalistici o a certi titoli di televideo possiamo affermare che la sintesi, cioè il numero salvifico, ha avuto la meglio sull’analisi, cioè l’affidabilità di quel risultato. Concludo augurandomi che il prossimo anno dia a tutti l’occasione di “alzare lo sguardo” e tornare ad una vita in cui la prudenza non sia l’unico metro per
organizzare il vivere civile, Ricordo infine che le relazioni sociali, anche se non sono oggetto precipuo di virologi, CTS e compagnia cantante, sono comunque incomprimibili, pena conseguenze non calcolate ed incalcolabili.
Molto intrigante…
Prima regola del biliardo: perchè un’analisi dia un risultato attendibile, non potendo analizzare tutto, il campionamento dev’essere significativo.
Dopo 10 lanci prova, illustrati nell’articolo, i media farebbero passare l’idea che il dado è truccato, essendo più probabile che escano il 2 e il 3… Se rifaccio i lanci, ma sempre solo 10, un altro “sperimentatore” arriverà a diverse conclusioni (errate anche quelle).
Seconda regola del biliardo: non solo il campionamento dev’essere significativo, ma esso non va “pilotato”. Anche se stessi cercando di valutare quante sono le pecore nere nel gregge, le pecore campione le devo prendere al buio, altrimenti l’occhio cadrà da sé su quelle diverse. Vediamo due situazioni che alterano il campione:
-i non vaccinati devono fare il tampone ogni 48 ore e ogni tanto qualcuno è positivo. Ma non è che gli altri siano meno positivi, sono solo meno tamponati.
-oppure: il malato che arriva in ospedale e che viene tamponato (con un molecolare amplificato a Ct 40, che vede la polvere anche su un piano appena pulito) determina un incremento delle pecore nere (quello dei falsi positivi del tampone PCR è un problema noto).
Inoltre in ospedale si vax e no vax ci vanno per mille motivi. Ma dopo il tampone essi sono associati a quel solo motivo, la pecora nera.
Terza regola del biliardo: il protocollo sperimentale va definito prima di iniziare l’esperimento e non va cambiato. Nell’esperimento attualmente in corso si sarebbero dovute seguire alcune regole stabilite dalle case nel corso degli studi preliminari: ad esempio somministrare due dosi del vaccino X a distanza di tot giorni. Invece poi la macchina da guerra ha creato il mix vaccinale (prima X poi Y), una distanza di giorni variabile (non ce n’è più, ma l’altra va bene anche dopo due mesi, basta che la fai), il boost (la terza dose), senza trascura il fatto che molti ricevono la dose non nel muscolo ma in un vaso (i somministratori non hanno ricevuto istruzioni per evitare l’evento e statisticamente succede). Quindi la popolazione vaccinata adesso è suddivisa in tante sottopopolazioni (con solo due marchi sono queste)
X X X X X Y X Y X Y X X Y X Y X Y Y Y Y X Y Y Y
X X X Y Y Y Y X
con i vari sotto casi summenzionati.
Capire qualcosa tanto dell’efficacia quanto dei danni diventa molto complesso e richiede tanta onestà intellettuale e di bandire l’ideologia…
Quarta regola del biliardo: evitare di attribuire un effetto a una cosa (ad esempio il vaccino) quando essa è semplicemente effetto della matematica:
se la probabilità di ammalarsi una volta è 2/100.000 quella che una stessa persona si ammali due volte è 4/10.000.000.000, ma non è per merito del vaccino!!!!!!!
Le variabili in un poliedro (umano) non sono solo quelle di coloro che fanno sembrare la terra piatta…
Però si pone anche la domanda: possibile che alla gente basti appiattire tutto per farsi bucherellare di ignoto?
Alla terza regola del biliardo tra le X e le Y mancano gli spazi, per cui non si capisce.
Tra i triplamente vaccinati, restando solo ai vaccini Pfizer (X) e Moderna (Y), esistono queste sottopopolazioni:
XXX
XXY
XYX
XYY
YYY
YYX
YXY
YYX
Ai quali si sommano i doppiamente, nelle varie combinazioni.
XX
XY
YX
YY
Poi alcuni di questi hanno fatto anche l’antinfluenzale e anche quelli possono essere molto diversi tra loro.
Alcuni hanno ricevuto almeno un inoculo in un vaso
Alcuni hanno avuto un intervallo tra dosi e altri completamente diverso.
Poi ci sono quelli con Astra Zeneca e Johnson.
E magari qualche signore ha ricevuto solo il placebo.
Ma Lascienza sostiene di procedere con rigore…
Non troveranno nessuna correlazione con niente: sanno solo dire che è tutto sicuro!
Bravo!
E se poi aggiungiamo che ad ogni sottocategoria di casi diversi, oltre a quelli da te citati, ci sono migliaia di sottocasi ad esempio per l’età, le malattie pregresse, lo stile di vita, la professione, il tipo di mezzo utilizzato per andare al lavoro, la maggiore o minore frequentazione di locali pubblici, di manifestazioni sportive, l’assurdità dell’uso smodato dei numeri appare ancora più evidente.
Fin da inizio di artificiosa era pandemica ci avevano avvertiti… siamo in guerra!… ebbene è risaputo che prima vittima di guerre è… la Verità…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/