Basta Terrore, Basta Emergenza. Adinolfi: “Omicron non la Giustifica”.
27 Dicembre 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, abbiamo ricevuto questo comunicato che ci sembra estremamente di buon senso. Lo pubblichiamo, di conseguenza, anche se questo potrà spiacere al regime del terrore, e ai suoi attivi propagatori, sulle televisioni – senza distinzione, anche quelle che avrebbero dovuto essere contraltare alla bulgara TV di Stato per probabile interessi economici e politici dei loro proprietari spargono paura ogni secondo – e dei giornali, in mano a persone che evidentemente hanno interessi politici, economici, finanziari e…? con i registi della Paura H24. D’altronde gli applausi – veri applausi, non metaforici – dei giornalisti al Commissario Lucertola sono un segno tragico de livello di zerbinaggio della categoria. Non accadrebbe in nessuna altra parte del mondo, e fino a qualche anno fa non sarebbe successo nemmeno da noi. Si sono persi ogni dignità e ritegno. Buona lettura.
§§§
Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia (PdF), chiede al premier Mario Draghi di annunciare per fine marzo la fine dello stato d’emergenza per il Covid:
“Alcuni dati sono ormai evidenti. Arriveremo rapidamente oltre i 200mila contagiati al giorno, perché Omicron si diffonde molto più rapidamente di Delta.
Ma fa molti meno danni di Delta, pochissime le polmoniti.
Il Sud Africa ha deciso la fine del tracciamento, ha un tasso di vaccinati bassissimo (26%), ma ha scelto di far circolare il virus: quarantena solo per i positivi con sintomi ‘altrimenti si ferma il Paese’. Scelta analoga viene presa dall’Inghilterra, Omicron per i sintomi che comporta non giustifica il blocco della società inglese.
Più o meno quello che stanno dicendo medici come Bassetti e Zangrillo, chiedendo di modificare le norme e chiudere la stagione dell’allarmismo.
È arrivato il momento della pacificazione nazionale in Italia (tasso di vaccinati: 90%) e chiedo al premier Mario Draghi di annunciare la cessazione definitiva dello stato d’emergenza al 31 marzo 2022 con conseguente decadenza degli strumenti emergenziali quali il green pass e relative limitazioni, raccomandando per chi vuole la scelta vaccinale periodica secondo gli schemi già attuati con la vaccinazione anti-influenzale (auspicabile per i soggetti fragili) e investendo risorse pubbliche nei monoclonali di seconda generazione e nei medicinali anti-Covid già pronti ad essere immessi sul mercato.
Con lo scadere dello stato d’emergenza saranno reintegrati sul posto di lavoro tutti i sospesi in via cautelativa perché sprovvisti di green pass, senza eccezione alcuna. Si proseguirà il monitoraggio della diffusione del Covid per verificare che non ci siano concreti rischi di difficoltà per la tenuta delle strutture ospedaliere, che saranno però restituite alla funzionalità ordinaria.
Il governo varerà una campagna sui comportamenti da adottare (mascherine al chiuso, igienizzazione e distanziamento) per una transizione prudenziale verso la normale convivenza anche con il Covid, una delle malattie che è bene non contrarre.
Ma se (dati al 26 dicembre 2021) a fronte di 517mila italiani infetti ho 1.089 letti di terapia intensiva occupati, vuol dire che è una delle malattie che il nostro sistema sanitario nazionale può affrontare (perché nel 99.75% dei casi non porta a gravi conseguenze) fuori da uno stato emergenziale.
Che va definitivamente chiuso per liberare finalmente il Paese da terrorismi e angosce, che sono per l’Italia non più solo inutili ma evidentemente dannosi.
Basta file chilometriche alle farmacie, basta impaurire la popolazione, basta deprimere l’economia, basta ledere i diritti fondamentali e costituzionali delle persone, a partire dal diritto al lavoro: tuteliamo i più deboli senza costringere l’Italia ad affondare in un inutile terrore.
Sia il 2022 l’anno del recupero della nostra serenità personale, familiare, collettiva.
Draghi attualmente somiglia alla Meryl Streep di Don’t look Up, sta affrontando l’emergenza con gli strumenti sbagliati che rischiano di portare l’Italia alla distruzione, in particolare sul piano delle fondamentali libertà costituzionali.
Ascolti chi gli chiede un’analisi più approfondita, premessa di un deciso cambio di rotta, ora è sulla strada sbagliata”.
§§§
SE PENSATE CHE
STILUM CURIAE SIA UTILE
SE PENSATE CHE
SENZA STILUM CURIAE
L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA
AIUTATE STILUM CURIAE!
*
Chi desidera sostenere il lavoro di libera informazione, e di libera discussione e confronto costituito da Stilum Curiae, può farlo con una donazione su questo conto, intestato al sottoscritto:
IBAN: IT24J0200805205000400690898
*
Oppure su PayPal, marco tosatti
*
La causale può essere: Donazione Stilum Curiae
Ecco il collegamento per il libro in italiano.
And here is the link to the book in English.
Y este es el enlace al libro en español
STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM
@marcotosatti
(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)
E ANCHE SU VK.COM
stilumcuriae
SU FACEBOOK
cercate
seguite
Marco Tosatti
SE PENSATE CHE
STILUM CURIAE SIA UTILE
SE PENSATE CHE
SENZA STILUM CURIAE
L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA
AIUTATE STILUM CURIAE!
*
Chi desidera sostenere il lavoro di libera informazione, e di libera discussione e confronto costituito da Stilum Curiae, può farlo con una donazione su questo conto, intestato al sottoscritto:
IBAN: IT24J0200805205000400690898
*
Oppure su PayPal, marco tosatti
*
La causale può essere: Donazione Stilum Curiae
Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto. Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.
Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.
L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto
Condividi i miei articoli:
Tag: adinfoli, draghi, emergenza, omicron
Nei miei “ricordi di condivisione” di oggi trovo:
Giovanni Spadolini
27 Dicembre 2020 ·
Si vuol soffocare la libertà di stampa (1956)
di Giovanni Spadolini – «Epoca», 16 dicembre 1956
Quando la Corte Costituzionale fu chiamata a pronunciarsi in merito all’art. 57 del codice penale, circa la «responsabilità obiettiva» del direttore di giornale, il suo giudizio fu di implicita condanna del sistema vigente e si accompagnò ad un solenne voto per una riforma legislativa aderente allo spirito della Costituzione democratica.
Non a caso la «responsabilità obiettiva», cioè svincolata da ogni riferimento alla «responsabilità personale», era una tipica eredità del regime fascista, corrispondeva alla trasformazione della stampa da arma di dibattiti e di discussioni in strumento della volontà del regime, equivaleva alla degenerazione del direttore di giornale da interprete della pubblica opinione a veicolo puntuale e disciplinato delle direttive impartite dall’alto. All’occhio attento e sensibile della suprema Corte, non sfuggiva l’insegnamento dell’età liberale, in cui il direttore politico era sottratto alle responsabilità penali attraverso l’istituto della «gerenza» proprio in vista di garantirne la maggiore libertà d’azione e di polemica sul terreno delle idee. E neppure sfuggivano i pericoli per l’intera libertà di stampa, collegati alla sopravvivenza della legislazione fascista e di quella legge dell’8 febbraio 1948 che ne aggravava pesantemente le sanzioni.
Cos’è accaduto al contrario? Il voto della Corte Costituzionale è stato interpretato in modo veramente singolare e aberrante dai «consultori» del governo incaricati di presentare il nuovo testo di legge. Il progetto che porta il nome del ministro Moro non solo non ripara alle assurdità e alle contraddizioni della legislazione passata ma introduce un tale inasprimento delle sanzioni per i reati di stampa, da rendere praticamente impossibile l’esercizio della professione di direttore di giornale e di creare le premesse per una totale paralisi del diritto di cronaca e di informazione.
Sul piano dei principi, su quello che la Corte Costituzionale aveva additato all’attenzione del legislatore, nessuna revisione sostanziale è stata apportata. La presunzione di colpa per il direttore sussiste oggi come nel passato: al di là di ogni considerazione della struttura di un giornale moderno. Non solo: ma le sanzioni vengono infinitamente aggravate col risultato di favorire tutte le speculazioni e tutti i ricatti, ma soprattutto col rischio di creare un complesso di intimidazione e di pressione psicologica sufficiente ad annullare la libertà di informazione.
Accanto alle gravi pene, già contemplate dalla legge del ’48 per i reati di diffamazione (pene superiori all’omicidio colposo!), i limiti della responsabilità civile sono allargati fino alla stravaganza, e neppure il buon senso della magistratura basterà più a neutralizzarle (come era avvenuto fino ad oggi).
La responsabilità civile del direttore sopravvive anche in caso di assoluzione nel procedimento penale; la riparazione pecuniaria alla parte lesa viene elevata a livelli altissimi; la «provvisionale» sui danni dovrà essere concessa dal giudice, anche quando i danni stessi non siano stati dimostrati. Ma non basta. Sovvertendo un rapporto che è eminentemente di diritto privato, e tornando a delineare una concezione della stampa non lontana da quella dei regimi autoritari, si contempla la possibilità, in caso di recidiva, di interdire il direttore dalla «responsabilità» del giornale per un periodo da tre mesi a tre anni.
Pericolosa in ogni regime, in ogni periodo, anche con una magistratura libera come l’attuale, una norma simile diventa un’arma di oppressione in mano a chi non conosca gli scrupoli e le remore degli attuali governi democratici. È per questo motivo che un’alta protesta si è levata contro il progetto Moro da parte di tutti i settori più attenti e sensibili dell’opinione pubblica e del Parlamento: preoccupati non tanto della realtà attuale (chi dubita delle fede democratica di Segni o di Moro?), quanto della possibilità che un siffatto meccanismo legislativo possa favorire involuzione reazionarie e liberticide.
Siamo, per fortuna, in un governo di coalizione; siamo in un governo dove sono largamente rappresentate le forze storiche della democrazia italiana: e nessuno potrebbe sottrarsi ad una pressione politica ed ideale, che si richiama alle origini stesse della nostra formazione unitaria. Lo dimostra il fatto che il ministro guardasigilli abbia dato le più ampie assicurazioni ai rappresentanti della Federazione della stampa; lo dimostra l’impegno assunto dal governo a non prendere nessuna decisione senza il parere delle categoria interessate; lo dimostra soprattutto la tesi, già autorevolmente avanzata, di abbinare le disposizioni innovative sull’art. 57 alla revisione organica della legge stessa. Se qualcuno pensava di conseguire certi obiettivi politici e di «regime» attraverso lo schermo di una legge «tecnica», dovrà ovviamente ricredersi. Ci sono ancora nella società italiana forze «liberali» invincibili. In tutti i partiti, e non soltanto in quelli laici.
Giovanni Spadolini
Ci fu un tempo in cui vigeva legge che puniva severamente reato nocivo assai per collettività… art. 658 procurato allarme…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Credo che ciò che è avvenuto ed è ancora in corso nel mondo dell’informazione possa ben testimoniare della situazione manicomiale in cui ci troviamo a vivere. Dunque l’altro ieri compare sul sito del Corrierone la notizia che da quando in Germania i non vaccinati sono stati messi “in lockdown”, praticamente chiusi in casa, la curva dei contagi ha preso a calare vistosamente. Boom! La notizia si diffonde alla velocità della luce nell’ambiente della Informazione Unificata: per fermare il diffondersi del contagio basta dunque rinchiudere in casa (qualcuno propone anche il carcere) i non vaccinati! Elementare Watson! Giornalisti, opinionisti, virologi, politici, tutti iscritti per l’occasione a Forca Italia, paiono strafelici: lo avevamo detto, noi, che per salvare la Patria i non vaccinati dovevano essere rinchiusi! Per la verità tempo addietro qualcuno in posizione di responsabilità aveva anche proposto per loro la prigione, un presidente di regione voleva simpaticamente ridurli alla fame, un sindaco di importate città aveva evocato la fucilazione come per disertori in guerra… Però, nel mentre che l’entusiasmo riempiva redazioni e studi televisivi, qualcuno contattava parenti e conoscenti in Germania e ne riferiva sui social: i contagi avevano iniziato a calare ben prima delle misure della Merkel, peraltro neppure severe coi novax come un Italia… Una bufala, un branco di bufale al galoppo nelle praterie mainstream italiane, per almeno una giornata. Già nelle trasmissioni serali di ieri si avvertiva sentore di retromarcia: è vero, sì, però, non del tutto, bisogna distinguere, adesso sentiamo l’inviato… La “notizia” ieri sera era già scomparsa dal sito del Corriere… Ma che peccato, potevamo risolvere il problema covid murando vivi i renitenti alla puntura, o magari addirittura sparandogli direttamente, per risparmiare le spese di mantenimento, sull’esempio della Grande Germania (quella di 90 anni fa però…): non era vero niente, cioè non è vero che si può salvare una Nazione sacrificando una parte dei suoi cittadini, quelli di serie B secondo la scientifica definizione di Bruno Vespa. E dire che sarebbe bastato a conduttori, opinionisti, virologi, cattedratici, contattare qualcuno colà prima di entusiasmarsi e stappare lo champagne, facendo una figura di…deiezioni organiche.
Lo scopo è la deflazione non l’immunizzazione.
La coda al tampone garantisce tanti positivi.
Così c’è ciccia per perpetuare la situazione.
Polmonite o starnuto la somma fa il totale.
Che sia alfa, omicron o delta non importa.
I sani son malati e i malati non curati.
Effetti collaterali non censiti o ben celati.
Si semina da mesi perchè poco si capisca.
Poco fa a IN ONDA Bassetti si è espresso contro questa mania che ha fatto diventare l’Italia un tamponificio.Dice Bassetti che il tampone dovrebbe essere prescritto da un medico e i risultati letti da un medico. E andrebbe prescritto solo in presenza di sintomi. Una cosa è il ricovero in ospedale di una persona con sintomi respiratori, febbre e polmonite e un’altra cosa è il ricovero di un signore che si è rotto il femore, che risulta positivo al tampone ma senza sintomatologia.
Dice che se si continui così il paese rischia di fermarsi con milioni di persone in isolamento, isolamento evidentemente non necessario.
Andrò all’inferno per la mia malignità (del resto il nick lascia ben poco spazio a dubbi 😀😀😀), ma dubito fortemente dell’ipervaccinista Bassetti…
Cambiare idea in una materia ancora soggetta a studio è possibile. Ammettere di aver cambiato idea dovrebbe essere doveroso.
https://gloria.tv/post/aS6AS7G2uWsa336ytFRHD9ywq
Il tempo in generale è galantuomo.
Mentre la Verità è inossidabile, la bugia ha sempre una data di scadenza.
Già, con Bacco, Tabacco e Femore il Covid non c’entra per niente. A meno che a parlarne non sia la scienza perchè allora dobbiamo tutti stare zitti.
E basta anche col terrore delle terapie intensive, confondendole ad arte con la rianimazione.
In terapia intensiva ci si va per non morire, in rianimazione ci si va da morti nella speranza di una risurrezione.
Io in vent’anni in terapia intensiva ci sono stato 5 volte. Tre volte d’urgenza, due volte in postoperatorio. E sono ancora qua a rompere le scatole e a dare lezioni di statistica a quelli che danno i numeri di regime per impaurire la gente.
Anche ieri c’è stato il minimo domenicale di morti (81) . Oggi ricominceranno a spalmare i non registrati di ieri fino al massimo di mercoledì o giovedì, per poi ricominciare a diminuire in vista del minimo di domenica prossima.
E infatti i morti di oggi sono 142 contro gli 81 di ieri e i 144 di sabato. Quindi ieri, domenica erano -63 rispetto a sabato, oggi (lunedì) sono 61 più di ieri (domenica). Questo strano fenomeno si ripete ormai da 9 settimane. Strano questo virus con tanto di calendario e cronometro.
@Stilumcuriale Emerito,
consideri anche che vengono conteggiati come morti covid tutti coloro che sono risultati positivi pur essendo deceduti per infarto, ictus, tumore terminale, incidente stradale, patologie croniche…positivi ma senza sintomi di covid.
Basterebbe considerare quanti morti in meno ci sono stati in queste categorie rispetto agli anni precedenti, detrarli dai morti totali presunti per covid e si avrebbe una stima realistica dei veri morti per covid.
Oppure considerando che L’ISS ha certificato che i morti per covid senza altre patologie sono stati poco più di 3.100 in quasi due anni -non 130.000!-, aggiungiamo i positivi -con sintomi !- morti per il covid che ha peggiorato gravi patologie pregresse e avremmo una stima realistica dei veri morti per covid.
Se condiderassimo poi che le cure domiciliari precoci riducono le ospedalizzazione del 90 % e la mortalità tende a zero…
Considerando i numeri che vengono dati in pasto alla gente c’è da inorridire. Su una media di morti al giorno calcolata sugli ultimi 64 giorni ( 77,1) abbiamo avuto variazioni che vanno da un massimo di +92 a un minimo di – 56 . Se queste variazioni riguardassero una media di 1000 morti sarebbero anche accettabili. Ma qui si parla di una media di 77 !!!! ???
Lo scarto dalla media degli ultimi giorni è persino maggiore: se non ricordo male ieri un tg (forse rai, ma non c’è differenza con altri editori) parlava di 140 morti nel giorno precedente, presumo Natale.
Seguendo queste cifre crescenti: 140×30= 4.200 morti al mese. Anche considerando sottostimata la cifra dell’ISS sui morti per covid senza altre patologie in quasi due anni (3.100) perchè non considera i morti con sintomi covid con altre gravi patologie, il tot mensile è vistosamente sovrastimato, o calcolato malamente (chi muore per infarto, ictus, tumore, incidenti… costituisce la gran parte delle persone decedute, ma non è morto per covid anche se positivo).
L’appello sarebbe condivisibile, se non partisse da un presupposto sbagliato, e cioè che Draghi stia governando l’Italia per gli interessi dell’Italia e che stia facendo una politica sanitaria che è semplicemente sbagliata e non invece pervicacemente voluta.
Delle due, una: o Draghi è un perfetto cretino, o è un mascalzone che per conto terzi lavora per distruggere l’Italia, economicamente e moralmente. Guardiamo a quasi un anno di governo Draghi e cerchiamo di riflettere.
Chi si rivolgerebbe al rapinatore che entra in banca col mitra in mano per chiedergli, per cortesia, di ripensare al suo agire sbagliato e cortesemente riporre il mitra nella custodia?
50% il primo e 50% il secondo. Al 100% una calamità per gli italiani . Parere di un pensionato ex lavoratore.
Analisi perfetta! E poiché delle idiozie governative risponde in prima persona chi lo dirige, se Draghi ha un minimo di dignità dovrebbe togliere il disturbo, altro che candidarsi a presiedere la repubblica!
Ma va anche chiaramente detto che Draghi non è l’unico responsabile, ma ci sono pure i membri del governo, i consulenti interni ed esterni, nonché tutti i partiti, nessuno escluso, che lo sostengono.
Speriamo che venga ascoltato, ma non ci credo, perché mentono e sanno di mentire, sanno che noi sappiamo che loro mentono, ma contiuano a mentire !