Laporta: Buon Natale ai Martiri del Nuovo Martirio. Senza Paura, Preghiamo!

24 Dicembre 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il generale Piero Laporta ci augura Buon Natale. Con il suo stile inconfondibile. Buona lettura.

§§§

Quanti vollero cancellare “Santo Natale”, ricorrendo a proibizioni variamente confezionate, fallirono. Le maestrine e i parroci bergoglianti fallirono. Persino i beceri dell’Unione Europea, nonostante la mostruosa, antidemocratica potenza costrittiva, fallìrono, misurando zucchine e piselli, presumendo di vietare “Santo Natale”.

Eppure da due anni, nei giorni durante i quali i massoni celebrano il solstizio d’inverno, come i bantù il sorgere del sole, negli ultimi due anni il Santo Natale retrocede nelle pagine di cronaca, scompare dalle menti dei credenti. Tale involuzione si chiama in vari modi: virus, covid, vaccino, bigpharma, virologi (saltinbanchi e non), nuovo ordine mondiale, dittatura, immunità, grinpas… I credenti, blaterano di questo ma non del Santo Natale, accantonano l’evento inviato a ribaltare la storia di ciascuno di noi.

È curioso trovare tra costoro i più accaniti critici di Bergoglio, addirittura tacciandolo da “eretico”, dimenticando di seguirne così l’esempio. Costui infatti, da gesuita qual è, non ha mai offerto una teologica riflessione, che sia una sola, sul Santo Natale, piuttosto preferendo le intemerate su immigrazione, accoglienza (in casa altrui) e da ultimo sulla “proprietà non più diritto primario”. Non pochi, invece di pregare almeno per riparare a tanta stupidità, si lanciano in intemerate, cariche d’odio, inutilmente divisive. E dimentichiamo il Mistero.

Chi scrive non è all’altezza di porgere una riflessione sul Bambino, partorito dalla Santa Vergine, da Lei avvolto nelle fasce e deposto nella mangiatoia, il Figlio di Dio. Ripropongo quindi quanto disse S.S. Benedetto XVI il 21 dicembre 2011.

«Con la liturgia natalizia la Chiesa ci introduce nel grande Mistero dell’Incarnazione. Il Natale, infatti, non è un semplice anniversario della nascita di Gesù, è anche questo, ma è di più, è celebrare un Mistero che ha segnato e continua a segnare la storia dell’uomo – Dio stesso è venuto ad abitare in mezzo a noi (cfr Gv 1,14), si è fatto uno di noi -; un Mistero che interessa la nostra fede e la nostra esistenza; un Mistero che viviamo concretamente nelle celebrazioni liturgiche, in particolare nella Santa Messa. Qualcuno potrebbe chiedersi: come è possibile che io viva adesso questo evento così lontano nel tempo? Come posso prendere parte fruttuosamente alla nascita del Figlio di Dio avvenuta più di duemila anni fa? Nella Santa Messa della Notte di Natale, ripeteremo come ritornello al Salmo Responsoriale queste parole: «Oggi è nato per noi il Salvatore». Questo avverbio di tempo, «oggi», ricorre più volte in tutte le celebrazioni natalizie ed è riferito all’evento della nascita di Gesù e alla salvezza che l’Incarnazione del Figlio di Dio viene a portare. Nella Liturgia tale avvenimento oltrepassa i limiti dello spazio e del tempo e diventa attuale, presente; il suo effetto perdura, pur nello scorrere dei giorni, degli anni e dei secoli. Indicando che Gesù nasce «oggi», la Liturgia non usa una frase senza senso, ma sottolinea che questa Nascita investe e permea tutta la storia, rimane una realtà anche oggi alla quale possiamo arrivare proprio nella liturgia. A noi credenti la celebrazione del Natale rinnova la certezza che Dio è realmente presente con noi, ancora “carne” e non solo lontano: pur essendo col Padre è vicino a noi. Dio, in quel Bambino nato a Betlemme, si è avvicinato all’uomo: noi Lo possiamo incontrare adesso, in un «oggi» che non ha tramonto.

Vorrei insistere su questo punto, perché l’uomo contemporaneo, uomo del “sensibile”, dello sperimentabile empiricamente, fa sempre più fatica ad aprire gli orizzonti ed entrare nel mondo di Dio. La redenzione dell’umanità avviene certo in un momento preciso e identificabile della storia: nell’evento di Gesù di Nazaret; ma Gesù è il Figlio di Dio, è Dio stesso, che non solo ha parlato all’uomo, gli ha mostrato segni mirabili, lo ha guidato lungo tutta una storia di salvezza, ma si è fatto uomo e rimane uomo. L’Eterno è entrato nei limiti del tempo e dello spazio, per rendere possibile «oggi» l’incontro con Lui. I testi liturgici natalizi ci aiutano a capire che gli eventi della salvezza operata da Cristo sono sempre attuali, interessano ogni uomo e tutti gli uomini. Quando ascoltiamo o pronunciamo, nelle celebrazioni liturgiche, questo «oggi è nato per noi il Salvatore», non stiamo utilizzando una vuota espressione convenzionale, ma intendiamo che Dio ci offre «oggi», adesso, a me, ad ognuno di noi la possibilità di riconoscerlo e di accoglierlo, come fecero i pastori a Betlemme, perché Egli nasca anche nella nostra vita e la rinnovi, la illumini, la trasformi con la sua Grazia, con la sua Presenza.

Il Natale, dunque, mentre commemora la nascita di Gesù nella carne, dalla Vergine Maria – e numerosi testi liturgici fanno rivivere ai nostri occhi questo o quell’episodio -, è un evento efficace per noi. Il Papa san Leone Magno, presentando il senso profondo della Festa del Natale, invitava i suoi fedeli con queste parole: «Esultiamo nel Signore, o miei cari, e apriamo il nostro cuore alla gioia più pura, perché è spuntato il giorno che per noi significa la nuova redenzione, l’antica preparazione, la felicità eterna. Si rinnova infatti per noi nel ricorrente ciclo annuale l’alto mistero della nostra salvezza, che, promesso all’inizio e accordato alla fine dei tempi, è destinato a durare senza fine» (Sermo 22, In Nativitate Domini, 2,1: PL 54,193). E, sempre san Leone Magno, in un’altra delle sue Omelie natalizie, affermava: «Oggi l’autore del mondo è stato generato dal seno di una vergine: colui che aveva fatto tutte le cose si è fatto figlio di una donna da lui stesso creata. Oggi il Verbo di Dio è apparso rivestito di carne e, mentre mai era stato visibile a occhio umano, si è reso anche visibilmente palpabile. Oggi i pastori hanno appreso dalla voce degli angeli che era nato il Salvatore nella sostanza del nostro corpo e della nostra anima» (Sermo 26, In Nativitate Domini, 6,1: PL 54,213).

C’è un secondo aspetto al quale vorrei accennare brevemente: l’evento di Betlemme deve essere considerato alla luce del Mistero Pasquale: l’uno e l’altro sono parte dell’unica opera redentrice di Cristo. L’Incarnazione e la nascita di Gesù ci invitano già ad indirizzare lo sguardo verso la sua morte e la sua risurrezione: Natale e Pasqua sono entrambe feste della redenzione. La Pasqua la celebra come vittoria sul peccato e sulla morte: segna il momento finale, quando la gloria dell’Uomo-Dio splende come la luce del giorno; il Natale la celebra come l’entrare di Dio nella storia facendosi uomo per riportare l’uomo a Dio: segna, per così dire, il momento iniziale, quando si intravede il chiarore dell’alba. Ma proprio come l’alba precede e fa già presagire la luce del giorno, così il Natale annuncia già la Croce e la gloria della Risurrezione. Anche i due periodi dell’anno, in cui sono collocate le due grandi feste, almeno in alcune aree del mondo, possono aiutare a comprendere questo aspetto. Infatti, mentre la Pasqua cade all’inizio della primavera, quando il sole vince le dense e fredde nebbie e rinnova la faccia della terra, il Natale cade proprio all’inizio dell’inverno, quando la luce e il calore del sole non riescono a risvegliare la natura, avvolta dal freddo, sotto la cui coltre, però, pulsa la vita e comincia di nuovo la vittoria del sole e del calore.

I Padri della Chiesa leggevano sempre la nascita di Cristo alla luce dall’intera opera redentrice, che trova il suo vertice nel Mistero Pasquale. L’Incarnazione del Figlio di Dio appare non solo come l’inizio e la condizione della salvezza, ma come la presenza stessa del Mistero della nostra salvezza: Dio si fa uomo, nasce bambino come noi, prende la nostra carne per vincere la morte e il peccato. Due significativi testi di san Basilio lo illustrano bene. San Basilio diceva ai fedeli: «Dio assume la carne proprio per distruggere la morte in essa nascosta. Come gli antidoti di un veleno una volta ingeriti ne annullano gli effetti, e come le tenebre di una casa si dissolvono alla luce del sole, così la morte che dominava sull’umana natura fu distrutta dalla presenza di Dio. E come il ghiaccio rimane solido nell’acqua finché dura la notte e regnano le tenebre, ma subito si scioglie al calore del sole, così la morte che aveva regnato fino alla venuta di Cristo, appena apparve la grazia di Dio Salvatore e sorse il sole di giustizia, “fu ingoiata dalla vittoria” (1 Cor 15,54), non potendo coesistere con la Vita» (Omelia sulla nascita di Cristo, 2:  PG 31,1461). E ancora san Basilio, in un altro testo, rivolgeva questo invito: «Celebriamo la salvezza del mondo, il natale del genere umano. Oggi è stata rimessa la colpa di Adamo. Ormai non dobbiamo più dire: ”Sei in polvere e in polvere ritornerai” (Gn 3,19), ma: unito a colui che è venuto dal cielo, sarai ammesso in cielo” (Omelia sulla nascita di Cristo, 6: PG 31,1473).

Nel Natale noi incontriamo la tenerezza e l’amore di Dio che si china sui nostri limiti, sulle nostre debolezze, sui nostri peccati e si abbassa fino a noi. San Paolo afferma che Gesù Cristo «pur essendo nella condizione di Dio… svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (Fil 2,6-7). Guardiamo alla grotta di Betlemme: Dio si abbassa fino ad essere adagiato in una mangiatoia, che è già preludio dell’abbassamento nell’ora della sua passione. Il culmine della storia di amore tra Dio e l’uomo passa attraverso la mangiatoia di Betlemme e il sepolcro di Gerusalemme.

Cari fratelli e sorelle, viviamo con gioia il Natale che si avvicina. Viviamo questo evento meraviglioso: il Figlio di Dio nasce ancora «oggi», Dio è veramente vicino a ciascuno di noi e vuole incontrarci, vuole portarci a Lui. Egli è la vera luce, che dirada e dissolve le tenebre che avvolgono la nostra vita e l’umanità. Viviamo il Natale del Signore contemplando il cammino dell’amore immenso di Dio che ci ha innalzati a Sé attraverso il Mistero di Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione del suo Figlio, poiché – come afferma sant’Agostino – «in [Cristo] la divinità dell’Unigenito si è fatta partecipe della nostra mortalità, affinché noi fossimo partecipi della sua immortalità» (Epistola 187,6,20: PL 33,839-840).  Soprattutto contempliamo e viviamo questo Mistero nella celebrazione dell’Eucaristia, centro del Santo Natale; lì si rende presente in modo reale Gesù, vero Pane disceso dal cielo, vero Agnello sacrificato per la nostra salvezza».

Noi siamo “il sale della Terra”, noi siamo la civiltà, noi siamo il presente e il futuro; noi non odiamo, non scimmiottiamo i radicali, tanto meno i comunisti. Noi preghiamo, ogni giorno in ogni momento in cui possiamo, eleviamo un Padre Nostro, che “non ci induca in tentazione”, un’Ave Maria al Suo Cuore Immacolato, alla quale siamo stati consacrati da san Giovanni Paolo II.

Noi non siamo chiamati a combattere  il male bensì fare il bene e pregare. Il male divora se stesso, ci assicurò il grande san Giovanni Paolo II e lo dimostrò, distruggendo un impero senza sparare un colpo: «Non abbiate paura». Facile prevedere quanto ben presto accadrà:  i criminali oggi al vertice si uccideranno l’un con l’altro. Potrà pure accadere che il Male travolga tanti innocenti, così come quanti ricattati per lavorare, per vivere, per sentirsi omologati; deboli e martiri, d’un nuovo martirio, rinchiuso nel silenzio e nell’omertà, quando non nel dileggio, come accade e accadde con innumerevoli altre forme di martirio. Il Male ama la modernità dopo tutto e si rinnova. Noi cattolici, ben consapevoli di dover morire, non dovremmo scandalizzarci se Nostro Signore ci chiama al martirio. Altri dopo di noi potranno giovarsene, così come noi dovremmo giovarci degli esempi dei nostri padri, i quali ci direbbero che se davvero credessimo e pregassimo, se i sacerdoti avessero il coraggio di impugnare la pisside, portando Gesù nelle strade, nonostante la sconcia canea dei dannati, gli avidi delinquenti si disperderebbero come sabbia nel vento.

Persino Stalin fece volare l’icona della Madonna di Vladimir sulle linee di Leningrado. Possibile non si capisca?

Se ai massimi vertici della società abbiamo criminali, in confronto ai quali Hitler e Stalin sono terziari francescani, se questo accade è perché non preghiamo, non preghiamo con la Fede cui ci richiamano il Santo Natale e la Sacra Famiglia. Piuttosto confidiamo in feisbuc. Stolti.

Buon Natale di preghiera a noi e ai nostri cari. www.pierolaporta.it

Gen. D.g..(ris) Piero Laporta

§§§




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43 commenti

  • Davide Scarano ha detto:

    Rileggendo la riflessione del generale mi è caduto l’occhio sulla parola “liturgia” con il quale papa Benedetto XVI inizia la sua riflessione. Ciò mi ha fatto riflettere sulla scelta del papa di anticipare l’orario della messa Natalizia. Mi chiedo se sia nella sua disponibilità di vicario di Cristo “tradurre” l’orario della Messa per adattarlo alle necessità o piuttosto se tale comportamento significhi “tradire” un dato storico essenziale.
    Questo breve spunto si accompagna all’invito, rivolto a tutti i lettori, a leggere “l’Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta, che è disponibile gratuitamente in rete. Per quanto ho letto -sono a metà del prio librmo- mi sembra un racconto credibile ed insieme edificante.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Maria Valtorta, dcavvero un grande aiutoInno di Anna quando scopre di attendere Maria

      ✝«Gloria al Signore onnipotente che dei figli di Davide ebbe amore. Gloria al Signore!
      La sua suprema grazia dal Ciel m’ha visitata.
      La vecchia pianta ha messo nuovo ramo, ed io son beata.
      Per la festa delle Luci gettò seme la speranza;
      or di nisam la fragranza lo vede germogliar.
      Come il mandorlo si infiora la mia carne a primavera.
      Il suo frutto, sulla sera, essa sente di portar.
      Su quel ramo sta una rosa, sta un pomo dei più dolci.
      Sta una stella rilucente, sta un pargolo innocente.
      Sta la gioia della casa, dello sposo e della sposa.
      Lode a Dio, al mio Signore, che pietà ebbe di me.
      Me lo disse la sua luce: ” Una stella a te verrà “.
      Gloria, gloria! Tuo sarà questo frutto della pianta,
      primo e estremo, santo e puro come dono del Signor.
      Tuo sarà, e per lui venga gioia e pace sulla terra.
      Vola, o spola. Il filo serra per la tela dell’infante.
      Egli nasce! A Dio osannante vada il canto del mio cuor».✝

      Cristo Vince

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Spero che autorevoli lettori di Sc possano confermarmi che S.S. BVI abbia dato il suo placet a Maria Valtorta. Io, nel mio piccolo, la amo.

      • FRANJO ha detto:

        Credo che Benedetto XVI – da Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede – non si pronunciò contro l’opera della Valtorta ma si preoccupava dell’effetto che avrebbe potuto avere nei confronti di lettori poco attrezzati. Strano, perché sembra scritta proprio per cristiani “diversamente adulti” :)).
        La lettura è inoltre un potente stimolo ad approfondire la geografia dei luoghi santi e l’Antico Testamento.
        Padre Pio, ad un fedele che gli chiedeva se potesse leggerla, rispose: “Non puoi: devi!” Anche Pio XII ne riconobbe l’importanza. Nei dialoghi si colgono gli eterni conflitti e le ricorrenti tendenze dell’animo umano. “L’Evangelo” è perciò un potente strumento per un esame di coscienza serio ed illuminante. Alcuni protagonisti, poi, restano scolpiti nel mio cuore. Ne cito uno:Giovanni di Endor. La vicenda di Giuda è descritta con uno spazio amplissimo, come ad ammonimento per alcune periodiche illusioni “iperbuoniste” sul suo destino.
        Ritengo una grazia avere avuto l’occasione di leggerla.

      • Raffaele Vargetto ha detto:

        Generale La Porta, come spiega che non pochi che si presentano “tradizionalisti”, lefebvriani o no, rifiutino sprezzantemente la grandiosa opera ispirata della Valtorta, che, se letta da molti di più, contribuirebbe alla salvezza eterna di tante anime?

  • claudio buzzi di marco ha detto:

    Buon Natale

  • giovanni ha detto:

    I Suoi articoli grondano fede in Cristo. Un grande antidoto per pacificare l’anima rattristata dagli eventi che si susseguono incessantemente in questi tempi apocalittici.
    Buon Natale a Lei e ai Suoi Cari. Cristo vince.

  • Virro ha detto:

    Caro Gen. infatti il tempo che viviamo è una grande dittatura, non basata su una oppressione di popoli, ma opprimere i popoli per l’avidità lucrosa di lucifero:
    “l’oro è nostro”.
    Ebbene ciò che appare non è realtà, questi mascherati ci fanno credere di essere interessati alla nostra salute, .. distanziamenti, mascherine, tamponi, vaccini,..
    ma dietro tali teatrini c’è sempre satana quale direttore con i suoi adepti, che sono i veri responsabili.
    Vogliamo ricordare “il Decamerone”?
    Anche bergoglio con le sue bergoglionate si impone su tutti sapendo che egli E’ il disobbediente per eccellenza – vedi la sua Regola -.
    Vero, grido anch’io, Hitler…..rischiano di essere benefattori davanti a tanta falsità, omicidi e avidità di questi EMPI (i salmi ce li descrivono).
    Forse questi bugiardi/ladri/assassini pensano di ingannare Dio come ingannano i popoli, ma la scelta che hanno fatto, la dovranno rinnegare all’ultimo passaggio della loro vita, il Vero Dio non si compra né Egli si vende, come i governi mondaroli – onu, eu.
    Questi omini ci impediscono di fare, andare, dire
    ma non potranno mai impedire alla nostra mente di cercare Gesù, di adorare Gesù, di ringraziare Gesù,
    Noi saremo vincitori con la nostra libera preghiera, contro la loro violenza e falsità.
    GESù E’ IL SIGNORE DEI VIVI

  • Iginio ha detto:

    Il problema non è fare polemiche (a essere ideologici e divisivi sono Bergoglio e i suoi corifei, anche se lui accusa gli altri di esserlo, attribuendo agli altri i difetti propri). Il punto è che a molta gente va bene la mediocrità generale: azione “cattolica”, santegidini, suorine accoglienti e rock, parrocchie “di periferia”, “volontariato”, divorziati risposati, frequentatori di messe una volta l’anno, elettori del PD… A tutta questa gente va bene così, ma anche perché non conoscono alternative. La loro normalità è questa e si ammanta di retorica “umanitaria” e “progressista”.
    Sarebbe invece ora di chiamare le cose col loro nome e dire pane al pane e vino al vino. Non è polemica: è verità e giustizia. C’è chi non può vivere senza di esse.

  • IM ha detto:

    Gesù, perché tu torni ancora nonostante la nostra ipocrisia? Al male che ti facciamo tu ci ricambi col bene immenso che nutri per noi e tu sai che ne abbiamo infinitamente bisogno! Noi cerchiamo la gioia fuori ma la troveremo solo dentro noi stessi quando ci faremo avvolgere dalla Luce che promana da te fino alle più recondite profondità. La gioia è patrimonio di Dio e solo da lui la potremo acquistare. Ai tempi di Erode la reggia fu sconfitta dalla stalla; chiediamo a Gesù che tutti i potenti di questo mondo, smaniosi di sottomettere l’umanità, possano trovare lo stesso esito di Erode. Cosa differenzia gli uni dagli altri? La bontà! Chi c’è l’ha sarà ricco fino all’eternità. Gesù, fa che per questo Natale la bontà aumenti nei nostri cuori ed allora sentiremo il canto degli angeli e anche noi potremo cantare con entusiasmo il nostro Magnificat e solo allora sarà veramente Natale. Tutto si trova dove ci si trova se proprio lì trovi Gesù. Cercalo e trovalo: questo è il più bell’ augurio che io possa farti!

  • Carlo Tommasi ha detto:

    Non ha detto GESÙ:

    《Dove due o tre sono riuniti
    nel mio nome
    (anche in modo virtuale, ndr)
    io sono in mezzo a loro》?
    (Mt 18, 20).

    Ergo,
    se lei, caro generale,
    ha aperto il suo cuore perseguitato,
    che ha fame e sete di Giustizia
    ed è pieno di Fede in CRISTO,
    e alcuni sono qua a condividere in toto
    la sua sofferenza spirituale,
    significa che DIO Padre vi ha attirati
    al Figlio Suo GESÙ
    e che GESÙ è in mezzo a voi,
    che la VERITÀ è in mezzo a voi!

    Ma il mondo,
    ci avverte GESÙ,
    odia la Verità,
    è assassino e menzognero
    perché il suo principe
    è il diavolo.

    Cosa devono fare allora gli Eletti?

    Devono rivestirsi dell’Armatura di DIO

    – Verità, Giustizia, Fede, Parola di DIO,
    Speranza, Annuncio –

    come dice San Paolo,
    e mettere nel conto
    anche una lotta cruenta.
    Ricorda la macina girata da asino,
    legata al collo dello scandalizzatore
    che deve essere gettato nel mare,
    di cui parla GESÙ?

    Nel link sottostante emerge
    la profonda amarezza spirituale,
    provocata ad arte
    dal falso profeta bergoglio,
    in un amico mio nella Fede in CRISTO:

    https://twitter.com/carlo_tommasi/status/1474384550394744833

    𝐌𝐨𝐥𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐭𝐢,
    𝐦𝐚 𝐩𝐨𝐜𝐡𝐢 𝐞𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢!
    https://carlotommasi-natipercredere.blogspot.com/2021/10/blog-post_14.html

    𝑵𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑪𝒊𝒕𝒕𝒂`𝒅𝒊 𝑫𝑰𝑶:
    https://carlotommasi-natipercredere.blogspot.com/2018/10/la-citta-di-dio.html

    𝐕𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐥’#𝐀𝐧𝐭𝐢𝐂𝐑𝐈𝐒𝐓𝐎.
    https://carlotommasi-natipercredere.blogspot.com/2021/12/vi-presento-lanticristo.html

    L’𝗜𝗻𝗳𝗲𝗿𝗻𝗼.
    https://carlotommasi-natipercredere.blogspot.com/2017/09/linferno.html

    Preghiamo DIO Padre
    perché faccia nascere
    il Bambino GESÙ
    nei cuori di pietra
    e LO faccia crescere
    secondo la Sua Volontà
    in coloro che hanno scelto,
    per Divina Grazia,
    di passare
    per la porta stretta
    e di camminare nella via angusta
    al fine di conseguire quella Perfezione
    che prelude alla Vita Eterna.

    Auguri in CRISTO a lei e ai suoi cari,
    generale.

  • Carlo ha detto:

    Belle riflessioni del sempre lucido generale. Ma non capisco una cosa. Se non dobbiamo combattere il male, perché l’esercito? Non basterebbero le suore della Misericordia? Santo Natale a tutti.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Qui occorrerebbe un trattato
      Vado in sintesi estrema.
      La violenza si determina autonomamente perchè le forze del Male entrano in contraddizione fra loro e, nello stesso tempo, insidiano tutti gli uomini indistintamente. Tutti abbiamo il diritto di difenderci. Tutti abbiamo il dovere di perdonare chi arreca a noi personalmente del male. Se lei mi uccidesse, io avrei il dovere di pregare per lei mentre affonda il coltello.
      Non è tuttavia mio diritto perdonare lei se uccide altri. Qui è la stortura sattanica dell’accattocomunismo e degli imbecilli che perdonano i terroristi assassini dei loro padri. Essi hanno tutt’al più il diritto di perdonare in privato gli assassini per il doloro inferto a loro personalmente. E’ un abominio il perdono in pubblico, a giustificare così un delitto.
      Se lei attenta alla vita altrui, se io posso intervenire, io devo intervenire e, se occorre, ucciderla. Se uno attenta a un bambino, io devo inetrervenire e, se occorre, ucciderlo. Altrimenti che faccio? Porgo un altro bambino?
      Da qui la necessità di uomini in armi.
      E’ un errore la guerra, disse un mio amico, ma il dovere dei soldati è vero.
      https://www.pierolaporta.it/wp-content/uploads/2021/12/Preghiera-a-Maria-di-San-Giovanni-Paolo-II.mp3

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Caro Carlo, ho accolto volentieri la sua intelligente osservazione e mi sono sforzato di dare una risposta tanto sintetica quanto convincente. Mi piacerebbe sapere che cosa lei ne pensa e confido che Marco Tosatti le faccia pervenire questa mia corftese sollecitazione.

  • FRANJO ha detto:

    A proposito dei tentativi di abolizione del Santo Natale, ho notato che, nonostante il vergognoso documento della Commissione UE sia stato (momentaneamente) ritirato, sto ricevendo una serie di messaggi autocensurati: “Buone Feste” (quali?) “Tanti auguri” (di che?)
    E’ interessante e triste notare come in tantissimi si siano adeguati spontaneamente al diktat impartito, aiutati e guidati in questa volontaria “sottomissione” dai giornaloni del potere, specie nelle loro versioni online.
    Buon Natale a tutti, la Luce di Betlemme ci dia il coraggio di non cedere al nemico.

  • acido prussico ha detto:

    È noto che per la liturgia cattolica l’anno è un percorso circolare, un circuito.
    Nel “giro” ora siamo nella curva “Natale”.
    Come in ogni corsa del “circuito” le auto si fermano per un pit-stop.
    Quest’anno i tecnici dei boxes hanno notato queste soste:
    – I tradizionalisti perché la “Fiat” gli ha trasformato il motore in “motore-a-iniezione” che picchia intesta e perde giri.
    – I bergogliani perché hanno il motore che brucia olio, il tubo di scappamento fa fumo e inquina l’atmosfera.
    – i sincretici – che hanno due box – per tarare i due computers di bordo.
    – i cenonisti per riempire i serbatoi di “benzina” ed arrivare al traguardo del 31.
    …..
    Al Generale, al Comandante di questo vallo, ai Militi noti e mimetizzati della trincea, ai feriti che vi si rifugiano… i miei auguri di Buona Resistenza con lo stendardo de “Los Cristeros”.

  • Milly ha detto:

    Condivido tutto caro Generale! Grazie di questa bella sintesi! Tanti santi Auguri anche a Lei!

  • Raffaele Vargetto ha detto:

    Bisogna pregare di più per sconfiggere il male. Nell’Italia di oggi si prega poco e vi sono molte bestemmie e blasfemie. Riguardo alla circolazione del virus, se si pregasse di più, in particolare il S.Rosario e la Coroncina alla Divina Misericordia, la pandemia cesserebbe. Come ha ricordato una persona molto vicina alla Madonna, è necessario pregare molti “rosari” perché il virus sia vinto.

  • Valeria Fusetti ha detto:

    Caro Generale
    grazie di tutto cuore. Che il Signore le conservi il suo mite spirito pugnace ed il suo desiderio di giustizia, e la nostra cara Madre guardi tutti noi, raccolti sotto il suo sacro Manto, in attesa della sua venuta. Nulla è più sicuro di questo.
    Buon e santo Natale a lei, a Tosatti ed a tutti gli stilum curialisti.

  • Davide Scarano ha detto:

    Condivido la riflessione del Generale, specie per quanto riguarda l’inutilità delle polemiche. Buon Natale a tutti coloro che contribuiscono, in vario modo, alle fortune di questo sito.

  • miserere mei ha detto:

    Stimato Generale (stimato ancor più dopo la pubblica ammenda sul Dragone) grazie per aver proposto le salutari parole del Santo Padre.

    Per quanto riguarda il Natale che umanamente stiamo per vivere in questo Oggi venato di transumanesimo, chiedo a lei che è un militare un breve commento a questo spunto.

    Il nemico va conosciuto. Ha i suoi interessi e combatte per difenderli. Il nemico attualmente non combatte con aerei, missili e carri armati: non ha alcun interesse a distruggere le proprietà che vorrebbe acquisire. Non ha nemmeno armate di soldati prestanti ed equipaggiati: si serve di parolai le cui armi sono persuasive. Il nemico difende una sua linea Maginot, che è la finzione finanziaria con la quale ha lucrato creando dal nulla soldi con i quali ha alimentato i meccanismi del debito, dell’interesse e delle leve finanziarie. E’ una linea indifendibile con l’inflazione per cui il virus è una strategia deflativa. Tutto concorre a chiudere, spegnere, limitare… Per tirare a campare senza l’inflazione che farebbe esplodere la bolla. Loro la vogliono sgonfiare, il pallone emette qualche scoreggia, la puzza del gas sulfureo di certe intenzioni è tanta, la mascherina non impedisce di sentirla. Intanto creano panico su panico, controllo su controllo, pilotando le vittime a consegnare l’oro per la patria, come già visto. O chiudendo in pseudo campi i poco resilienti, come già accaduto.
    Le pseudodemocrazie asservite ai pescecani della finanza e ipnotizzate dai loro scherani dell’informazione vantano di farci vivere in sistemi liberi, addirittura dicendo in linea con la Costituzione i suoi contrari più palesi. Il nemico è una grande menzogna. Il nemico è la menzogna. La menzogna è il contrario della libertà.

    Ecco: conosciuto il nemico, l’antidoto è La Verità.

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    Grazie! Signor Generale, per questo rigenerante respiro di spiritualità senza tempo, purtroppo oppresso dallo spirito bugiardo del nostro tempo. Oppresso ma non represso, per merito di un piccolo (a quanto pare) esercito di soldati di Cristo, fedeli sempre e solo a Lui, e del coro orante che ci auguriamo ben più fervente, presumo, noi frequentatori di SC senza subdoli intenti.
    Di cuore: Buon Natale nella letizia del Poverello di Assisi!

  • Mimma ha detto:

    Grazie , Generale.
    Buon Natale a Lei e ai suoi cari.