Aupetit: “se il Papa Avesse Voluto, Avrei Potuto Difendermi”.
16 Dicembre 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’ex arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit, ha parlato della sua vicenda a Le Parisien, e ha parlato anche della causa che vuole aprire contro Paris Match, che aveva pubblicato alcune foto del prelato e di una teologa – vergine consacrata – che passeggiavano nella foresta di Meudon. L’ex arcivescovo afferma con chiarezza che non c’era nulla di men che decoroso nelle vicende che hanno portato alla sua rinuncia, e da cui, afferma, avrebbe potuto difendersi se il Pontefice glielo avesse chiesto. Non è stato così, e c’è da domandarsi perché il Pontefice che in altre occasioni (vedi per esempio il caso Zanchetta…) ha tenuto un atteggiamento ben diverso anche a fronte di accuse circostanziate in questa occasione sia stato così frettoloso. Ma non avendo potuto dimostrare la sua innocenza da arcivescovo titolare, vuole farlo adesso da emerito, per non lasciare ombre sul suo operato.
L’arcivescovo emerito ha affrontato direttamente le voci di una relazione, implicite nell’articolo di Paris Match, così come la causa che intende intentare.
“Questo non ha nulla a che fare con una relazione d’amore o una relazione sessuale. Si tratta di un’amicizia. A livello personale e spirituale, siamo sulla stessa lunghezza d’onda”, ha detto della sua relazione con Laetitia Calmeyn, docente al Collège des Bernardins e vergine consacrata.
Questa relazione è stata portata all’attenzione del pubblico da Paris Match, dopo che l’arcivescovo era già stato accusato di una relazione indecorosa qualche giorno prima da Le Point. Nelle foto, il prelato può essere visto camminare nella foresta di Meudon, accompagnato da Laetitia Calmeyn, una vergine consacrata. “Questo non ha niente a che vedere con una relazione d’amore o una relazione sessuale. È un’amicizia”, ha detto il vescovo Michel Aupetit a Le Parisien. “Trovo spregevole che sia stata infangata”, si è rammaricato. L’uomo ha annunciato che sta presentando una denuncia contro Paris Match. “Non posso accettare che il mio silenzio sia interpretato come un’ammissione di colpa”, ha detto.
Aleteia ricorda che la stessa Calmeyn ha parlato in un’intervista a La Croix: “Se fosse stato un uomo, un prete, al fianco del vescovo Aupetit, ci sarebbe stato lo stesso trattamento mediatico?”
Ha proseguito: “Le donne nella Chiesa devono essere ridotte a oggetti di sospetto, fantasia, gelosia o servilismo? Tutto questo significa che, nella Chiesa e agli occhi del mondo, una relazione tra un uomo e una donna vissuta in amicizia è impensabile?
Affrontando le insinuazioni fatte dal settimanale, Aupetit ha detto che il suo avvocato sta preparando una causa per diffamazione “Non posso accettare che il mio silenzio sia interpretato come un’ammissione di colpa”.
Calmeyn ha anche fatto riferimento alla prospettiva di una causa, dicendo che “gli avvocati stanno esplorando tutte le possibili vie legali. Ci sarà una denuncia. […] Dobbiamo evitare che questo accada di nuovo”.
Per quanto riguarda le insinuazioni fatte nell’articolo del Point pubblicato a fine novembre, Aupetit ha affrontato il tema dell’e-mail inviata a una donna quando era vicario generale. “Ho risposto a una lettera e la mia segretaria ha potuto leggerla, dato che condividevamo la stessa casella di posta”, ha detto.
“Non c’era nessuna relazione. Una volta, questa persona aveva mal di schiena. Le ho fatto un massaggio per darle sollievo. Vi ricordo che sono un medico”.
Questi dettagli, ha detto, non li ha mai nascosto alla gerarchia. “Non ho mentito al Papa. Era perfettamente consapevole”, dice.
“Se faccio il gioco della colpa, non sto più seguendo il Vangelo”.
È stato sorpreso dalla decisione del Papa di accettare le sue dimissioni? “Se me lo avesse chiesto, avrei resistito alla tempesta. Avrei potuto farlo”, dice l’ex arcivescovo. “Immagino che abbia sentito che la situazione poteva indebolire la diocesi”.
Ha usato il termine “cabala”, ma ha scelto di non entrare in una resa dei conti. “Mi sono state indicate delle persone, delle reti che hanno del rancore nei miei confronti e che hanno agito. Ma non ho prove. Ho pregato Dio di non mettere l’amarezza nel mio cuore e ho pregato per coloro che vogliono farmi del male”, ha spiegato. “Se faccio il gioco della colpa, non sto più seguendo il Vangelo”.
Durante un’udienza privata del 13 dicembre del Papa con la presidenza della conferenza episcopale francese, si è parlato della situazione di Aupetit.
“Ci ha semplicemente detto la sua tristezza per questa situazione e la decisione che ha dovuto prendere”, ha riferito il vescovo de Moulins-Beaufort.
“Ha ripetuto quello che aveva detto sull’aereo [che lo riportava dalla Grecia, n.d.r.], cioè che aveva preso questa decisione sull’altare dell’ipocrisia e non della verità perché riteneva che il clima che si era creato non permettesse a Mons. Aupetit di governare serenamente la diocesi”.
L’arcivescovo di Reims ha poi confidato che il Papa ha ribadito “tutta la sua stima per l’azione pastorale di Mons. Aupetit”.
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Tag: aupetit, le parisien
Categoria: Generale
Sua Santità ha perso una occasione per dimostrare di essere il Capo di una Chiesa.
Così come non conosciamo la posizione del cardinale Pell riguardo alla chiesa dell’unificazione, così importante in Australia, nello stesso modo non conosciamo la posizione dell’arcivescovo di Parigi rispetto all’islam.
La presenza islamica è molto importante in Francia e il dibattito politico per le prossime elezioni presidenziali ha questo come uno dei temi principali. Quale sarebbe stata la posizione dell’Arcivescovo nella contesa elettorale ?
Gradita o sgradita a chi pensa di governare il mondo da Santa Marta ?
Ma cosa mi dite mai ? Il restauro di Notre Dame sembra che la voglia trasformare in un qualcosa di totalmente diverso da come era prima.
Come sappiamo la campagna elettorale in Francia è già iniziata : la rielezione di Macron sta a cuore a Bergoglio. Forse è difficile trovare un qualche altro ex alunno dei gesuiti che possa essere controllato altrettanto bene.
Sarebbe divertente poter dichiarare che “il clima che si è generato” all’interno della Chiesa non permette a papa Francesco di “governare serenamente” la Chiesa stessa.
Ai tempi di Benedetto XVI lo si diceva, coi ben noti risultati.
Monsignore, bergoglio ha fatto il favore a Macron. Lei si stava per caso ribellando a Macron riguardo Notre Dame?
Quello rema contrario, quello piccona la barca in tempesta, vuole farvi affondare tutti.
Si unisca a Mons, Viganò e mons. D’Ercole e consacrate Don Alessandro M. Minutella Vescovo.
https://youtu.be/ELQaxP9DQuk
che farneticazioni!!!
Ho frequentato le sacrestie.
Da giovane ho frequentato poche sacrestie, ma diversi sacerdoti
santi. Per questo i sacerdoti da me frequentati oggi, mi
provocano repulsione spirituale, non materiale.
A Don Pietro Paolo mi permetto di suggerire di meditare
il sudor di sangue di GESU’ nell’orto degli ulivi.
Alea iacta est!
Da par suo, come ha fatto con il card. Barbarin (che ha ringraziato pubblicamente nel corso dell’incontro con i “poveri”, nella giornata mondiale ad essi dedicata, quest’anno celebrata ad Assisi lo scorso 14 novembre) e con il card. Pell (al quale ha rivolto nella Biblioteca del Palazzo Apostolico il “grazie” – immortalato nel video relativo all’udienza – per la sua testimonianza durante i mesi di prigionia), probabilmente Bergoglio rivolgerà anche al neo dimissionato arcivescovo di Parigi una parola di apprezzamento, preferibilmente durante qualche evento pubblico.
Per ora, in privato – ma ben sapendo che sarebbe rimbalzata sui media; come è stato – ha esternato ai rappresentanti della conferenza episcopale francese, ricevuti in Vaticano lunedì scorso, “tutta la sua stima per l’azione pastorale di Mons. Aupetit”.
Stima che, evidentemente, non è stata sufficiente ad evitargli lo scivolone nel “chiacchiericcio” sull’ “altare dell’ipocrisia”, messo in luce in qualche articolo con l’elogio del silenzio, segnalato con compiacimento da bergogliani e bergogliosi che, però, saltano a piè pari quel particolare riferimento all’arzigogolata motivazione della decisione adottata in tutta fretta da Bergoglio e piovuta dalle nuvole solcate dall’aereo che lo riportava a casa di ritorno dal viaggio a Cipro e in Grecia.
Ai commenti che ho già pubblicato riguardo a questo “caso” increscioso – purtroppo uno fra i tanti ascritti al pontificato in corso – non mi resta che aggiungere il personale rallegramento per l’opportunità di difendersi – in altre sedi – che resta a mons. Aupetit, e di godere (spero) del dovuto risarcimento per i danni alla sua reputazione aggravati da “processi mediatici”, che – sempre sotto il regno di Bergoglio – hanno fatto registrare un forsennato incremento… in mancanza di operazioni di verità e giustizia nell’ambito di stretta competenza.
Nel contempo non posso, tuttavia, non ricordare con profonda amarezza che a qualche altra vittima del decisionismo di Bergoglio è stata negata ogni possibilità di legittima difesa.
E, con nonchalance si blatera di diritti umani da rispettare, Ma: da parte di chi???
Parole, parole, parole… Ricordo anch’io la canzone di Mina citata ad ogni piè sospinto da Bergoglio.