La preghiera di intercessione. Storia di una conversione. Testimonianza.

21 Novembre 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Veronica Cireneo ci offre questa testimonianza personale di una storia vissuta, di una conversione, una storia d’amore. Buona lettura.

§§§

Testimonianza n. 2: La preghiera di intercessione.

Storia di una conversione.

Mio padre si dichiarava ateo e lo era.

Figlio di atei da generazioni, odiava Cristo, il Papa e la Chiesa.  Se gli capitava di parlare dei sacerdoti diceva:”Io ai preti gli voglio così tanto bene, che di ognuno ce ne farei due”. Così li avrebbe moltiplicati: sezionandoli!😀

Come sia uscita fuori io, così fervente, solo Dio lo sa. Appunto. I miei fratelli invece, presero la piega di lui.

Mia madre no. Ella era stata educata nel collegio delle orfanelle dove aveva imparato, a leggere, a scrivere, il ricamo e la fede, fede che per non far innervosire il babbo, dovette nascondere per una vita.

A tutto rinuncio’ il babbo (mai un cinema, un ristorante, un viaggio permise a sé stesso) per lasciarci, col duro sudore della fronte, una casa a testa, oltre a un bel gruzzoletto per ciascuno dei 3 figli e al primogenito anche un paio di ettari di fertile terreno agricolo, tuttora coltivato.

Ma guai erano a tavola per chi si faceva il Segno della Croce, prima del pasto. Proprio non lo sopportava!

Un giorno, a pranzo, rivolgendosi a me che mi stavo segnando così inveì:

“Cos’è quel segno che fai? A cosa ti serve? ”

“Babbo, è il segno della Croce, con cui ringrazio Dio per il cibo quotidiano”.

Ancora più alterato, riprese:

“Ah, ringrazi Dio per il pasto, anziché me che te lo fornisco? Se intendi fare così, da domani non ti presenterai più alla mia tavola e andrai a mangiare dal tuo Dio”.

(Così, di necessità virtù, facevo il Segno della Croce, prima di entrare in cucina) .

Concluse :”E non ti azzardare a pregare per me, che io con gli amici tuoi, non voglio averci niente a che fare, chiaaaaarooooo?!?!”

Sono disobbediente per natura agli ordini fuori luogo, così proprio da allora cominciai a pregare per lui.

Di nascosto!

Egli sapeva che pregavo, ma non sapeva che il Cielo lo imploravo per la sua conversione.

Sì, pregavo, ma… non succedeva nulla!

Il babbo era anaffettivo. Cresciuto a suon di bestemmie non aveva ricevuto affetto e non lo dava.

Riteneva grave spregio e debolezza dare importanza ai sentimenti, ai sorrisi, agli abbracci, alle carezze, alle parole gentili. Nulla ricevette di tutto ciò e nulla, ovviamente, poté dare.

Chiunque lo riteneva un burbero. Un duro. Sempre  serio, severo, freddo, rigido non aveva paura di nessuno il babbo e nella maggior parte dei casi a qualunque richiesta (specie di moglie e figli) rispondeva con un: “NO!” secco, ma non sempre erano veri quei no.

Al momento opportuno sapeva stupire con eclatanti colpi di scena, come quando dopo avermela negata per mesi, il giorno in cui presi la patente, la macchina tanto desiderata, a sorpresa, me la regalò eccome.

Mi prese un colpo! Non credevo ai miei occhi, quando dalla finestra del nostro appartamento al terzo piano, mi indicò essere mia quella Fiat 500 rossa, che dal concessionario aveva fatto parcheggiare sotto casa nostra. Davvero non me l’aspettavo affatto, dopo il categorico “no” che avevo ricevuto alla mia richiesta e tutti quegli altri con cui rispose alle mie ripetute insistenze.

Ancora più eclatante fu il regalo del giorno della laurea.

Quando seppe che avrei avuto intenzione di iscrivermi all’università mise subito le mani avanti dicendo:

“Fai come vuoi. Da me non avrai una lira!  Se ci tieni, andrai a lavorare. Volere è potere! (Era il suo motto!) Se poi riuscirai a laurearti, il babbo ti farà un bel regalo”.

Così feci io e così fece lui.

Al pranzo di laurea, trovai un mazzo di chiavi vicino alle posate, quelle del bilocale che aveva acquistato per me, ma per i 5 anni del corso di studi, neanche un caffè, neanche a Natale o il giorno del compleanno. Zero!

Chi se lo sarebbe mai sognato, dopo tanta astensione collaborativa una ricompensa così!

Ah, se sapeva tenere i segreti il babbo!

E come teneva fede alla parola data! ❤️

Alla durezza del suo cuore, non ci ho mai creduto.

Inutile che faceva il serio, che ridicolizzava e rifiutava gli abbracci. No. Non ci ho mai creduto che fosse così duro il suo cuore. Mia madre ci credeva ed anche i miei fratelli. Io no. Mai ci ho creduto!

Era un cuore tenero il suo, che non sapeva come esprimersi, incatenato da un’educazione e da un contesto familiare che non gli dettero scampo.

E pregavo per la sua conversione, ma… niente!

Questo cuore, per quello che era si rivelò quando per motivi professionali mi allontanai di circa 700 km dalla casa paterna.

Il babbo era ormai anziano.

Qualche acciacco serio lo aveva già avuto.

Con la separazione geografica, comincio’ a cercarmi.

Anche 3 o 4 volte al giorno mi telefonava.

E pensare che in casa era difficile che rivolgesse la parola a qualcuno di noi. Muto se ne stava.

La malattia cominciò a prendere sempre più possesso delle sue forze. Si sentiva solo, impotente.

Era stato un leone il babbo e questa cosa qui me l’ha attaccata. Io ero e sono, molto fiera di mio padre!

Continuavo a pregare, con audacia, insistenza e perseveranza per la sua conversione, ma… niente!

Quando morì erano trascorsi 3 anni in cui avevo pregato, (sempre di nascosto) 3 rosari al giorno per lui.

Una volta, in uno dei miei rientri nell’abitazione paterna, ero in ferie, lo trovai abbattuto,curvo sulle spalle, dimagrito. Ammansito, triste, solo. Grave!

Avvicinatami, gli detti un bacio.

Fu la prima volta che non si ribello’.

Normalmente lo respingeva.

Sorprendentemente mi chiese: “Dimmi, figlia, cosa ti dà Gesù? Perché Lo pensi da cosi tanto tempo?”

Era la prima volta che nominava il nome di Dio:

aveva 85 anni!

Risposi:”Babbo! Io con Gesù non mi sento mai sola!”

Fece un sorriso interrogativo e molto stupito mi sembrò come se stesse pensando che allora Gesù Cristo poteva essere la soluzione anche per la sua di solitudine, che da malato, né senti’ il morso eccome, non uscendo più di casa da tempo, con la conseguente interruzione di ogni rapporto sociale.

Finiscono le vacanze. Rientro al lavoro. Continuano le telefonate. Stavolta chiama anche mamma, verso fine novembre, e dice che è il babbo è gravissimo.

Continuano i miei rosari ai quali si aggiunge la richiesta specifica che il babbo restasse vivo fino alle prossime vacanze natalizie, quando lo avrei raggiunto di nuovo, dalla Lombardia, dove insegnavo.

“Non portartelo via prima che lo riveda, Gesù!

Lasciacelo fino a Natale, anzi fino all’Epifania”.

Gesù acconsenti’ e così fu. Grazie.

Morì il 14 gennaio 💔

Arrivano le vacanze di Natale e lo raggiungo.

È in casa, molto grave, ancora per qualche giorno, poi fu ricoverato in ospedale.

Monitorato il cuore, ossigeno fisso, flebo, aghi e tubi vari, con un filo di voce, dal suo letto, mi dice:

“Figlia, non te l’ho mai detto, ma il babbo ti ha sempre voluto tanto bene.Te lo dico adesso, perché so che me ne sto andando!”

Fu la prima e l’ultima volta che mi dichiarò verbalmente il suo amore, e fu così immensa la potenza di questa frase che in un attimo mi sentii amata da lui, da sempre e per sempre e fu come se me lo avesse sempre detto colmando ogni debito d’amore pregresso.

Avevo preparato da tempo la risposta a questa frase, che mi aspettavo,cosi gli risposi:

“Babbo! Prima cosa se te ne vai tu vai in Paradiso, perché sei l’amore mio ed io lassù ho più di una conoscenza!

Seconda cosa, mi saluti tutti quelli che conosciamo: zio Spartaco, zio Gino, zia Michelina, la nonna ecc.

Terza cosa mi prepari un posto, perché dopo un po’ vengo su pure io”.

Fece un sorriso smagliante da orecchio a orecchio. Era felice. Fu pieno di gioia.

E la verità rende felici, anche i cuori duri.

E continuavo a pregare per la sua conversione, ma…niente!

Il suo stato era così grave che dopo un po’ andò in coma.

Chiamai un sacerdote per l’estrema unzione.

Mia madre e miei fratelli non erano d’accordo che venisse il sacerdote, perché dicevano che questo contrastava con la sua volontà.

Dovetti di nuovo agire di nascosto per non contrastare la Volontà di Dio. L’unica che conta sul serio.

Il sacerdote accettò di raggiungerlo in ospedale, ma dovetti prima informarlo che se il babbo fosse uscito dallo stato di coma, quando si fosse trovato davanti agli occhi un prete, avrebbe potuto, pur con le poche forze che gli restavano, prenderlo a botte.

Il sacerdote non si lasciò intimorire dalla probabilità e venne comunque alle ore 20 di un sabato sera, quando il turno di custodia parentale toccava a me e tutti i miei familiari erano a casa.

Agimmo come ladri di notte,io e il prete, per fornirlo del Sacramento.

In ospedale: io e mio padre, in coma.

Pregavo, pregavo, pregavo, ma… niente!

Arrivò il sacerdote. Con calma preparò gli occorrenti per impartirgli l’unzione degli infermi e cominciò una serie di preghiere e atti che compì con grande concentrazione, tranquillità e fervore, proclamando, più o meno, quanto segue:

“Oh, Padre Santo, guarda questo tuo figlio sofferente. Riconosci in queste sofferenze il Tuo Dilettissimo Figlio in Croce. Guarda come soffre, Padre. Assistilo e purificalo per il Sangue di Tuo Figlio! ”

E mentre ungeva con l’olio santo la sua fronte, gli occhi, le orecchie, le labbra, le mani e i piedi, disegnando segni di croce su ogni parte che di quel corpo toccava, pronunciando le parole:” Perdona tutti i peccati commessi nella sua mente, i peccati commessi con gli occhi, con le labbra, perdona i peccati commessi con ciascuna di queste mani e di questi piedi” concluse il rito, che il babbo ancora dormiva nel coma e all’apparenza sembrava non fosse successo nulla.

(Se non altro, il sacerdote fu salvo dall’eventualità di prendere le botte 😊) .

Terminato il sacro rito ci allontaniamo dal suo letto, dirigendoci verso la porta della sua stanza d’ospedale e gli domando:

“Don, quindi ora mio padre è purificato, come se si fosse confessato?”

Il don risponde di sì.

Incalzo: “Scusi don, come è possibile che sia stato purificato se non è nelle condizioni di intendere e di volere?”

Riprende:” Quando inzuppi uno straccio sporco in acqua e sapone, poco importa che lo straccio sia consapevole. Lo straccio si lava, eccome.

Così  succede all’anima messa in contatto con lo Spirito Santo.

E così è successo a tuo padre. Stai a vedere.

Poi mi dirai”

Non ebbi nulla da aggiungere e lo salutai, ringraziandolo di cuore, mentre faceva per andarsene.

Ritorno al suo capezzale.

Il babbo è sempre in coma.

Sembrava non fosse accaduto niente..

Continuai a pregare per tutta la notte.

All’alba vado a casa riposare, mentre mia madre si avvicendava nel turno di assistenza, la quale, da testimone, mi riferì poi quanto segue .

La mattina, che successe all’estrema unzione, era domenica.

Racconta la mamma che entrato nella stanza un sacerdote per la distribuzione della Comunione, il babbo esce dal coma e riprende l’utilizzo della favella che aveva perso già da qualche giorno.

Mentre il sacerdote invita gli ammalati ed i loro familiari ed assistenti a farsi il segno della Croce, mio padre, lentissimamente, perché intubato, porta la mano destra al centro della fronte.

La mamma pensa che si stesse grattando la testa.

Poi porta, lentissimamente per via dei fili delle flebo sulle braccia, la mano al centro del petto e la mamma pensa che si stesse grattando il torace.

Poi porta la mano destra sull’omero di sinistra, allo stesso modo, ma quando con la mano piena di aghi e di fili raggiunge il proprio omero destro, la mamma capisce che si stava facendo il segno della Croce.

Non solo.

Il babbo chiese espressamente di ricevere la Santa Eucarestia, ma la mamma glielo impedì, perché non sapendo che aveva ricevuto l’estrema unzione e conoscendo che mai era stato in chiesa, né si era mai confessato, volle impedire che commettesse l’ennesimo peccato mortale.

Certo! Rimase stupita di quella richiesta e di quel segno di Croce fatto spontaneamente sul letto di morte, forse il primo segno di Croce della sua vita, dopo quello di rito nella circistanza della prima comunione, cresima e matrimonio.

Questo mi raccontò la mamma.

E mia sorella, in un’occasione futura mi mise a conoscenza che qualche ora prima di morire il babbo le confido di essersi dato via l’anima:”L’ho data a quello lì” disse, indicando con la mano il Crocifisso appeso alla parete di fronte al suo letto.

Quando morì, alle ore 20 di un 14 gennaio, ero appena arrivata il Lombardia.

Mio padre sapeva che sarei giunta a destinazione alle ore 20 ed egli a suo modo mi volle accompagnare per l’intero viaggio, prima di spirare.

La mamma disse che nel momento del trapasso aveva un sorriso sul volto, che neanche il giorno del matrimonio e per tutta la vita gli aveva visto fare.

Il prete disse che il babbo era andato in Paradiso. ❤️

Io e il babbo ci amavamo tanto

Ci amavamo con poche parole e tanti fatti.

Ed è stato bellissimo per me donare la vita spirituale ad un uomo che mi aveva fornito della vita carnale.

Continuate a pregate, anche quando sembra che con la preghiera non succede niente.

Perché non è vero.

Specie quelle finalizzate alle conversioni, Dio non può non esaudirle, dato che Cristo Stesso ha offerto la Sua Vita, la Sua Resurrezione e la Sua Passione per questo scopo ed in particolare le 3 ore di agonia sulla Croce, le volle sopportare proprio per le conversioni dell’ultimo istante di vita.

Come sei grande Signore!!! Grazie ti siano rese! ❤️

§§§




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37 commenti

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Buongiorno dottor Tosatti e fratelli che avete letto.
    Avete notato come in questo racconto le cose fondamentali sono state fatte di nascosto?

    Il segno di croce prima del pranzo, di nascosto.
    I rosari per il babbo, di nascosto.
    L’estrema Unzione, di nascisto.

    Tutto il bello di nascosto.

    Intanto, di nascosto, Gesù mi e lo convertiva.

    Tutto il bello lavora di nascosto, proprio perché la mentalità umana non si frapponga come ostacolo agli obiettivi santi.

    È solo per questo che il male sembra sempre imperare:Perché fa tanto rumore.

    E in quel frastuono non si accorge che verrà corroso dalle meraviglie del bene silenzioso, che prepara la sua disfatta con quelli che chiamiamo miracoli, mentre il miracolo è l’essenza stessa di Dio, che continuamente lavora fino a rendere manifesto agli occhi umani, solo il fatto compiuto.

    Lo Spirito Santo lavora. Anche adesso che vi scrivo.
    Alleiamici a Lui, ad ogni respiro ed intento.

    La SS Trinità è al lavoro per la vittoria finale!!!
    Ave Maria 💙

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    Amen. Testimonianza vera.
    Non come le cialtronate di funerali in chiesa oggi, che il paradiso (ma neanche chiamato col suo nome, soltanto luce) è per tutti a prescindere, e in particolare e in ispecie per il defunto anche se ha vissuto ed è morto come una bestia in compagnia di altre bestie. Non così tuo padre.

    • Veronica Cireneo ha detto:

      Buongiorno fratello. Ho pensato spesso ai danni che sono potuti accadere in questo tempo in cui gli ammalati sono stati abbandonati a loro stessi negli ospedali…

      Certo Dio può tutto, ma normalmente la collaborazione umana è fondamentale.
      Dio si serve dell’uomo per fare miracoli ed è bello farsi strumenti per le Sue Mani.

      Per questo Madre Teresa diceva di voler essere una matita nelle Mani di Dio.
      E Santa Teresina un giocattolo nelle mani di Gesù Bambino, perché Egli ne facesse ciò che avrebbe voluto .

  • Acido Prussico ha detto:

    Grazie per averci appassionati, convinti con la sua esperienza di Fede invidiabile e cocciuta. Ne abbiamo proprio bisogno in questi tempi di insegnamenti “fluidi” dei nostri pastori.
    Altro che le catechesi ideologiche di presunti Papi o la melassa di Cardinaloni sapientoni o le sterili iniziative “pastorali” di Vescovi o l’aria fritta di parroci ong!
    Grazie.

    • Veronica Cireneo ha detto:

      La cocciutaggine affiancata da Cristo, e da Lui utilizzata sempre a fin di bene, salva!

  • Enrico Nippo ha detto:

    Beata te, Veronica. Beata te!

    E beati voi, che confermate per esperienze simili. Beati voi!

    E’ vero: molti i chiamati pochi gli eletti!

    (E non sto scherzando!).

    • Veronica Cireneo ha detto:

      Beato chi crede a ciò che non vede dice Gesù.
      E sai perché lo dice, spadaccino?
      Perché chi crede in quello che non vede, ciò che non è visibile gli si manifesterà

  • Gabriela ha detto:

    Grazie Veronica per questa testimonianza di fede e perseveranza.
    Si, anch’io ho avuto modo di constatare che col sacramento dell’estrema unzione, amministrato per la seconda volta a mia mamma mentre stava morendo, come il sacerdote uscì dalla stanza, mia mamma riprese a respirare profondamente … e visse ancora per qualche giorno.
    Solo dopo che tutti della famiglia sono venuti a salutarla, è andata in cielo.

    Mi fa piacere conoscere che anche tuo papà, nel momento dell’incontro definitivo con Dio, ha sorriso con un sorriso come di beatitudine.

    È avvenuto anche con mio papà, il 27 novembre… Festa della Madonna della medaglia miracolosa.
    La Madonna ha mantenuto la promessa!

    Due anni prima mio papà, anche lui lontano dalla fede, quando mia mamma gravemente ammalata di diabete si svegliava tutte le notti per i dolori e lo chiamava al capezzale e gli chiedeva di recitare con lei le tre ave Maria.. lui sempre acconsentiva.
    E da dopo la sua dipartita non manco più alla messa la domenica né al rosario quotidiano.

    Grazie Veronica anche per le tue preghiere e quelle del tuo gruppo, che mi hanno ottenuto il grande miracolo di poter partecipare oggi ad una messa stupenda in comunione con papa Benedetto-XVI.
    Viva Cristo re!
    E viva la SS. Vergine di Guadalupe che in questi giorni, dal Suo santuario sta radunando a battaglia la Sua schiera vittoriosa, per l’ormai prossimo trionfo del Suo Figlio Gesù.
    Così come promesso il 5 dicembre 1994 ai sacerdoti Suoi figli prediletti.

  • FRANJO ha detto:

    Grazie della bellissima testimonianza, cara sorella Veronica! Proprio poco fa leggevo un passo dell’opera di Maria Valtorta: dice Gesù “Non potrete voi (rivolto agli Apostoli), e non potranno dire i sacerdoti futuri, di essere miei amici se la carità vostra non si volgerà tutta alla salvezza delle anime per le quali Io mi sono incarnato e per le quali patirò”,
    Ricordo anche la pratica delle 15 orazioni di Santa Brigida.
    E grazie ai tantissimi sacerdoti che sono altrettanti canali attraverso i quali si trasmette la Grazia di Dio! Questa è la cosa più importante, il resto viene abbondantemente dopo! Dio sia benedetto!

    • Veronica Cireneo ha detto:

      Sembra sia stato dai più dimenticato.
      Allora lo ricordiamo:
      “Chi salva un’anima, salva anche la propria”
      ❤️

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Ringraziamo anche lo spazio concessoci dal dottor Tosatti che si fa porta spalancata sulla via della Verità, per il tramite del Quale questo genere di testimonianze che sarebbe reato di lesa maestà contro Dio tenere nascoste, possono raggiungere quante più anime possibili.

    Benedizioni a Lei, dottor Tosatti.
    Grata

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Grazie a tutti fratelli che avete ascoltato e pianto con me, per uno dei miracoli a cui ho ambito di più nella vita.

    A volte, quando prego per mio padre, mi sembra che dal cielo mi dica:”Figlia quanto ho sbagliato sul conto di Dio.
    Avevi ragione tu. Grazie figlia mia. Scusami!”

    Inutile dire che la sua conversione ha irrobustito la mia fede e se qualche dubbio sul conto di Dio ce lo avevo, mio padre a modo suo è stato il tramite di dissipazione del dubbio.

    Ti benedico babbo insieme al Nostro Padre Celeste e a Maria SS che tanto per noi ha voluto ed ottenuto.
    Ave Maria, benedictat tu in mulieribus 💙

  • rosa ha detto:

    Che bella e commovente storia che, seppure con tante differenze, sembra un pò anche la mia storia.

    • Veronica Cireneo ha detto:

      Grazie signora Rosa.
      Racconti queste differenze..
      La testimonianza è fonte di fede.
      Benedizioni a Lei

  • Rosa Rita La Marca ha detto:

    Io a quelli che ci vogliono tanto bene e per tutta la vita ci danno filo da torcere credo poco o nulla.
    Tanto è vero che i risutati sono “il sacerdote ha evitato le botte” ma con lo smile del sorriso. Insegnare ai figli che conta ottenere risultati mondani a prezzo degli affetti… curatevi in vita per amore vero dei figli e dei coniugi.

    • Veronica Cireneo ha detto:

      Perdoni signora ma questo commento, oltre a trasmettere astio che non si sa verso chi, forse verso chi la circonda, non è molto chiaro.

      Pur tuttavia meglio che si calmi.
      Sì affidi alla mediatrice di tutte le Grazie.

      È solo attraverso Nostra Signora che possiamo ottenere che Dio ci conceda innanzitutto la pace, poi tutto il resto..
      Coraggio!

      • Rosa Rita La Marca ha detto:

        😀 Certo che non si sa verso chi, non c’è. Ho dato la mia opinione, per altro sempre uguale nel tempo, presente anche qui in questo blog in altro commento riguardante l’educazione ai sentimenti ed al matrimonio cattolico; fatto qualche giorno fa. La sua testimonianza è da vera figlia cattolica, ma voglio precisare che la prepazione al sacramento del matrimonio deve prevedere anche questo avviso: l’altro, o gli altri, non sono pattumiere. Devi lavorare con loro, anche attraverso di loro, alla tua costante miglioria. Molti vanno alla ricerca della “donna cattolica”, sperando di chiudere le porte di casa, per rivelare il lato nero che vorrebbero nascondere al resto della società.
        Pertanto quando trovo ste storie presto molta cautela a mostrare facili entusiasmi. Creano precedenti…
        Voi avete fatto l’opera meritoria, ma io preferisco dire: il padre di famiglia deve essere una guida cristiana. Nè padrone, nè patrigno. Insegnare il rispetto agli uomini per la moglie e i figli.

        • Veronica Cireneo ha detto:

          Sarebbe un bel film

          Ma quando così non è che si fa?

          Ci prendiamo a botte?

          Una bella serata. Grazie

  • antonio ha detto:

    Cara Veronica,
    ho letto con le lacrime agli occhi la storia della conversione di Suo padre perché, a situazione rovesciata, sono io che prego da parecchio tempo Gesù Cristo per la conversione (a mio parere sempre più urgente e necessaria) dei miei due figli e dei miei due nipoti, non ricevendo (per ora) alcuna risposta da Lui in quanto non riscontro alcun cambiamento in meglio della situazione in cui vivono i miei consanguinei.
    Da quando ero giovane mi è stato insegnato che non bisogna mai stancarsi di pregare, in particolare se le nostre preghiere sono rivolte a Dio per ottenere la conversione spirituale di qualche persona cara, anche se abbiamo l’impressione di non essere ascoltati da Lui. Non è così. Dio ascolta sempre le nostre preghiere ma dobbiamo accettare il fatto che i Suoi tempi non sono i nostri tempi.
    Poche volte Egli ci esaudisce con prontezza (talvolta, perfino l’intercessione della Beata Vergine Maria e dei Santi in Paradiso deve attendere qualche tempo, prima di essere accolta ed esaudita). La storia della conversione del suo amato genitore ne è la prova.
    Io non dispero di essere esaudito e non metto al Signore alcun limite temporale. Per questo, confortato dal suo edificante esempio, pregherò per i miei cari fino a quando il mio cuore batterà palpiti d’amore.
    E se dovessi lasciare questa vita prima di ottenere le grazie richieste, continuerò ad intercedere (dal Purgatorio?) a favore della conversione dei miei figli e nipoti, fino a quando la vedrò realizzata.

    • Veronica Cireneo ha detto:

      La Mediatrice di tutte le Grazie, Nostra Signora e Madre, Maria SS non si fa sfuggire nessuna richiesta di conversione. Figuriamoci! è Colei che più di tutte cerca anime da portare a Suo Figlio, del Quale conosce la sofferenza per ogni anima che si perda eternamente.

      È per questo che supplichiamo il Cielo con le Ave Maria nel Santo Rosario.

      Certo i tempi non li conosciamo, ma di certo la Grazia si ottiene quando la preghiera personale ha fatto innanzitutto effetto su chi la recita.

      Questo ho capito in quei tre anni che recitai rosari per mio padre. Capii che quando avevo iniziato a pregare la mia fede era acerba.
      La grazia è arrivata, quando la mia fede era diventata matura.

      È come se Gesù usasse le nostre sane intenzioni, per salvare innanzitutto la nostra stessa fede.

      La conversione è comunque il miracolo più grande.. Quello per cui in cielo fanno festa, più che per 99 giusti.

      In paradiso sapremo chi è quanto aveva pregato per la nostra conversione. Ora ci è oscuro, ma di certo qualcuno ha pregato per noi la Catena dell’amore.

      La conversione dei giovani, interessati a tutt’altro della vita, può essere più lunga, oppure fulminante.

      Preghi, preghi. Sarà ascoltato.

      Ma una pia pratica voglio proporLe, che garantisce la salvezza di un’anima per ogni parola letta di un libro che parla della Passione di NSGS: quello da Lui dettato alla Luisa Piccarreta.

      Siamo un gruppo di una trentina di anime che meditano quotidianamente quella Passione, con un impegno giornaliero di circa 15 minuti al giorno.

      La invito ad aggregarsi, scrivendomi in privato per maggiori e più dettagliate info.
      capamoscia@gmail.com

      Grazie, babbo buono

    • Silvia ha detto:

      Caro Signor Antonio, capisco la sua pena, ma non perda mai la fiducia! Le vorrei consigliare di chiedere l’intercessione di Santa Monica, che tanto tanto pregò per la conversione del marito e del figlio Agostino. Il Signore ha i suoi tempi, fidiamoci sempre di Lui!

  • Lidia Vaccaro ha detto:

    Grazie Veronica per questa bellissima testimonianza; una commossa lacrima non può non sfuggirci davanti a questi toccanti racconti che ci richiamano a familiari ricordi in cui rivediamo dei nostri cari, non più qui con noi.Leggendo ho sentito più che mai sempre viva quella Speranza, che e’ Gesù Cristo sempre presente nella cara famiglia quando c’è qualcuno che prega.Anch’io sperimento che Dio ha i suoi tempi, che non sono i nostri, ma ascolta sempre le nostre preghiere. È molto bello ascoltare testimonianze così piene di Luce e Verità, specialmente in questi tempi bui dove la menzogna , la confusione, l’inganno e persino l’odio vogliono imporsi con violenza per uccidere la Bellezza ed oscurare la Luce.Ma le tenebre non prevarranno, e questi luminosi racconti ce lo testimoniano.Grazie ancora, cara Veronica.

    • Veronica Cireneo ha detto:

      Buonasera carissima Lidia.
      Sì. Togliare il più possibile i ponti col mondo è una grandissima opportunità.
      Quella che ci proietta nella direzione giusta, contro l’errata che il mondo vorrebbe imporci.

      Benedetto quel tempo in cui si può stare da soli.

      A scoprire chi siamo noi. Da dove veniamo e dove stiamo andando.

      Molti temono questo momento è tale circostanza, tanto è l’allontanamento che abbiamo prodotto dal centro del nostro cuore e da quello di Dio.

      Ma per noi che abbiamo ricevuto la Grazia di meditare le Ore della Passione, così non è.

      Deo gratias e grazie a te, carissima Lidia

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    Il potere della fede perseverante, della preghiera e della grazia sacramentale. Bellissima testimonianza… Nel mio umilissimo servizio sacerdotale, chiamato al capezzale di morenti o in coma, posso testimoniare che parecchie volte questi prossimi alla morte sono usciti dal coma, (addirittura una signora dopo diversi anni che non comunicava con l’esterno) si sono confessati, hanno ricevuto i sacramenti per poi, di li a poco, spiccare il volo tra le braccia paterne e amorose di Dio

    • Veronica Cireneo ha detto:

      Buonasera reverendo.
      È la prima volta che siamo d’accordo sui temi della fede.
      Molto felice delle Sue parole.

      Voglia Dio che ogni morente possa incontrare un sacerdote nella sua agonia.

      Praticare i nove venerdì del mese lo garantisce.

      Parlate dal pulpito ai fedeli dell’importanza dell’estrema unzione.

      Grazie don.

      Dio ci benedica e sia benedetto ora e sempre

  • luca antonio ha detto:

    Grazie, testimonianza commovente e istruttiva.

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    Racconto-testimonianza di un “miracolo” dell’amore, dono di Chi ha donato Sé stesso per amore. Dono prezioso che soprattutto nella sofferenza si riesce ad apprezzare e conservare con amore. Amore che lega la creatura al Creatore, il figlio alla madre e al padre, in un rapporto che si alimenta della sua essenza e si trasmette nella reciprocità che parla un linguaggio tutto suo: il linguaggio dell’amore, appunto, che si traduce in gesti essenziali, non necessariamente in esternazioni e manifestazioni convenzionali.
    L’amore ricevuto e capace di donarsi alberga in cuori “di carne” che ha sostituito quelli “di pietra”: cuori “nuovi” grazie allo “spirito nuovo” messo dentro di noi, per farci osservare e mettere in pratica le Sue leggi (cfr. Ez 36, 26-27), per non far vacillare in noi la certezza che a chi chiede sarà dato, a chi bussa sarà aperto e che chi cerca troverà. Senza cedere alla disperazione nei momenti di abbandono, quando può sembrare che Dio si sia addormentato, lasciandoci in balia della tempesta come quella barca che ai discepoli parve sul punto di affondare.
    «Gli antichi dicevano che pregare è respirare – ricorda Kierkegaard – Qui si vede quanto sia sciocco voler parlare di un “perché”. Perché io respiro? Perché altrimenti morrei. Così la preghiera».
    È respiro dell’anima che vive oltre la vita terrena. La vita ci riserva e ci sorprende con momenti di inattesa meraviglia, con esperienze incredibili, nelle quali non riusciamo a cogliere di primo acchito un intervento soprannaturale che siamo soliti riconoscere in quelli che vanno sotto il nome di “miracoli”.
    Sono testimonianze come questa a fornirci la risposta convincente al “perché” pregare. Grazie, Veronica!

  • Milly ha detto:

    Confesso, mi sono commossa a leggere questa bellissima testimonianza! Grazie Veronica! Pregare sempre senza stancarsi mai!

  • Marco Matteucci ha detto:

    Oggi è Domenica il giorno del Signore, un giorno di gioia.
    …PERCHÉ DEVO PIANGERE!?

    • Veronica Cireneo ha detto:

      Perché gioia, fede e miracoli passano anche dalle lacrime. ❤️

    • Stefania ha detto:

      Grazie che bellissima testimonianza, sembra che le preghiere non facciano e invece i miracoli poi si vedono..

    • Santa Martino ha detto:

      Meraviglioso questa esperienza di conversazione, ci fa riflettere parecchio, dovremmo prenderla come esempio per la nostra vita.

    • Laura ha detto:

      Questa testimonianza mi dà la forza per continuare a pregare per la mia famiglia. Sono anni che prego e non succede nulla. Spero che anche per me possa avverarsi un miracolo così grande. Grazie Signore Gesù che ci ami e non ti stanchi mai di cercarci. Grazie Signore Gesù che compi meraviglie

      • Veronica Cireneo ha detto:

        Certi cuori sono più duri di altri.
        Specie se tiepidi.

        Avanti, quindi! Sempre armati.
        Anche per la nostra personale difesa 💙📿

    • Andrea ha detto:

      Bellissima testimonianza, grazie!