Erdogan Allunga le Mani sull’Armenia Passando per l’Azerbaijan.
20 Novembre 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il coordinamento delle associazioni e organizzazioni armene in Italia ci invia questo comunicato, che ben volentieri pubblichiamo:
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CONDANNIAMO LA NUOVA AGGRESSIONE MILITARE AZERA CONTRO L’ARMENIA
APPELLO DEL COMITATO PROMOTORE DEL COORDINAMENTO
DELLE ASSOCIAZIONI E ORGANIZZAZIONI ARMENE IN ITALIA
Oggi, alle ore 13,00 locali le forze armate dell’Azerbaigian hanno attaccato la Repubblica di Armenia, sono penetrate nel territorio sovrano armeno, attualmente occupano circa 41 km quadrati e hanno causato più di 15 morti, ci sono numerosi feriti e almeno 12 ostaggi.
Dallo scorso mese di maggio centinaia di soldati azeri stanno occupando porzioni di territorio sovrano internazionalmente riconosciuto di uno Stato membro delle Nazioni Unite. Le truppe azere sparano sui villaggi di confine, rubano bestiame, avvelenano sorgenti, mettono in atto provocazioni sia nel territorio della Repubblica di Armenia che in quello dell’Artsakh (Nagorno Karabakh).
Alla luce dei nuovi drammatici sviluppi:
– Chiediamo che le istituzioni italiane si adoperino per esercitare, in quanto l’Italia è Paese membro del Gruppo di Minsk, ogni azione utile a fermare l’aggressione militare dell’Azerbaigian;
– Auspichiamo iniziative parlamentari di sostegno e solidarietà alla repubblica di Armenia e al popolo armeno;
– Condanniamo l’attività di lobbying di alcuni membri del parlamento che in diverse sedi in Italia sostengono senza scrupoli il regime dell’Azerbaigian (Paese che secondo RSF è al 168° posto su 180 nazioni nella classifica del Freedom world press sulla libertà di informazione).
L’Armenia vuole la pace, l’Azerbaigian vuole l’Armenia.
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Nelle settimane passate il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è stato in visita per un giorno nella capitale azera Baku, dove ha riaffermato il suo appoggio agli azeri (la vittoria dei mesi scorsi delle truppe azere è stata possibile grazie alle forniture militari, in particolare droni di ultima generazione, di Ankara…) e ha affermato anche che la Turchia è pronta a stabilire rapporti normali con l’Armenia se questa chiude il contenzioso don Baku. Tornando in Turchia, Erdogan ha poi chiesto formalmente al Parlamento di Ankara l’autorizzazione per l’invio di truppe in Azerbaijan. Ufficialmente il motivo sarebbe una missione di monitoraggio dell’accordo raggiunto il 9 novembre scorso con l’Armenia sul cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh. L’accordo è stato negoziato e gestito dalla Russia; ma evidentemente Erdogan desidera contrastare l’influenza di Mosca nella zona. Le truppe turche inizialmente si fermeranno un anno nei territori del Nagorno Karabagh – Artsakh per gli armeni – invase dagli azeri nella recente guerra. I loro effettivi saranno stabiliti dallo stesso Erdogan. In questo modo – secondo alcuni – Ankara tornerebbe a un antico progetto a tenaglia nei confronti dell’Armenia, e rafforzerebbe il suo ruolo nella regione, guardando anche ai territori di etnia turca verso il centro dell’Asia.
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And here is the link to the book in English.
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Tag: armenia, azerbaijan, erdogan, nagorno
Categoria: Generale
Punti fermi : la Turchia è un membro della NATO. La Turchia non fa parte della comunità europea. Ancora prima che Erdoğan diventasse quello che è oggi, la Turchia cercò di entrare a far parte dell’unione europea. Qualcuno si accorse che un gruppo di parlamentari europei di origine turca avrebbe potuto costituire un gruppo filoislamico o meglio islamico che avrebbe potuto condizionare, viste le dimensioni , l’attività del parlamento europeo.
Sembra che Erdoğan faccia tutto il possibile per rendere difficile la vita all’Unione europea e agli altri stati cristiani. Non dimentichiamo i martiri italiani uccisi in Turchia come i sacerdoti Santoro e Padovese.
E’ con Erdogan che alle donne turche è stato …… consigliato ….di coprirsi il capo e di non ridere in pubblico e c’è stata la lenta trasformazione in Stato islamico. Quando ero a Efeso, avevo preso una guida turistica del posto, la quale vedendo che noi avevamo fatto il segno di croce davanti ai ruderi della chiesa che conteneva la tomba di San Giovanni Evangelista, ci aveva detto : ” Vi prego non fate gesti di fede cristiana in pubblico perchè il governo potrebbe togliermi il lavoro”. Del resto è noto il disprezzo della democrazia da parte di Erdogan
Alcuni anni fa sono stata in Armenia e ho potuto constatare come la maggior parte della popolazione si senta ancora legata alla Russia. Sono, in pratica, dei nostalgici, parlano ancora il Russo come seconda lingua, buona parte di loro emigra in Russia per motivi di lavoro in quanto, come ex Paese dell’URSS, l’Armenia ha la precedenza su altri. Gli abitanti mi dicevano che prima, quand’erano governati dalla Russia, nessuno era in stato d’indigenza, tutti avevano una casa ed un lavoro, mentre adesso essendo il Paese sprofondato in una crisi profonda, se vogliono sopravvivere devono emigrare in Russia.
Non mi meraviglia, quindi, che sia la Russia a gestire e vigilare sull’accordo tra l’Azerbaijan e l’Armenia sul ritiro degli Azeri: adesso tutto dipende dal rapporto di forza fra Putin ed Erdogan.
Ovvero si tratterebbe della consueta lotta tra Putin ed Erdoğan utilizzando , a questo scopo, la pelle dei malcapitati Armeni ?
Diciamo che l’Armenia, almeno ultimamente, ritiene la Russia come un potente tutore in grado di salvarla, dagli Stati confinanti che hanno mire su di lei ( Turchia e Azebaijan). Inoltre, da quando è diventata repubblica, ha dovuto arrangiarsi da sola: ognuno ha dovuto trovarsi un lavoro, pagare i propri studi scolastici, inventarsi un modo di vivere da indipendente artefice del proprio destino. Penso che la Russia, gestendo un accordo con la Turchia ( che tutela l’Azerbaijan) per il ritiro degli Azeri sia stata chiamata in campo proprio dall’Armenia in quanto impotente a fronteggiare, da sola, il temibile Stato anatolico.
Del resto per la Russia è sempre stato difficile abbandonare gli ex Stati dell’Unione Sovietica, lo si può vedere soprattutto con l’Ucraina e le Repubbliche Baltiche, ma mentre per questi la Russia può essere vista come una minaccia alla loro raggiunta indipendenza, per l’Armenia, invece, è considerata una difesa dagli Stati aggressori di sempre.