Scribi, Belve e Gesuiti. Indovina chi Sono i Più Misericordiosi…Rosso Porpora.
15 Novembre 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, colpevolmente abbiamo trascurato uno dei nostri siti preferiti, Rosso Porpora di Giuseppe Rusconi. Parzialmente facciamo ammenda, offrendovi questo commento a una spadarata fresca fresca. Buona lettura.
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Un commento a proposito di scribi – apparso su ‘il Fatto Quotidiano’ e a dir poco straripante – di padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica. Un interessante approfondimento di ‘Jesus’ 11/2021 sul dialogo ebraico-cristiano, con un’intervista al Rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.
E’ da qualche tempo che non ci occupavamo del Turiferario prezzemolo, al secolo padre Antonio Spadaro. E’ noto che il gesuita e bergogliano doc direttore de La Civiltà Cattolica tiene una rubrica domenicale su il Fatto Quotidiano (il cui direttore, Marco Travaglio, studente presso i salesiani, inizialmente collaboratore di settimanali diocesani, negli Anni Ottanta-Novanta ha un passato da cattolico di destra al ‘Giornale’ di Montanelli, non disdegnando neanche di scrivere su “il Borghese” e su “La Padania”). Ieri, domenica 14 novembre 2021, il Turiferario prezzemolo ha commentato il brano del vangelo di Marco 13, 24-32 (“In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte…”). Un invito a nozze per il direttore, consumato regista di atmosfere ‘forti’. Infatti l’incipit già incute paura a una prima lettura: “Il tono è cupo, sordo, basso. Si fa buio. Gesù parla ai suoi discepoli, e parla a lungo. Il suo sguardo si fa visionario e apocalittico…”.
Riandiamo però alla settimana prima, domenica 7 novembre 2021. E qui Spadaro commenta un altro brano sempre del vangelo di Marco, stavolta al capitolo 12, 38-44. Eccone la prima parte: (Gesù) “diceva ancora, durante il suo insegnamento: ‘Guardatevi dagli scribi, i quali amano passeggiare in lunghe vesti ed essere salutati nelle piazze, occupare i primi seggi nelle sinagoghe e sedere nei primi posti nei banchetti; divorano le case delle vedove e fanno finta di pregare a lungo. Riceveranno una più dura condanna”.
Come è noto nei Vangeli non raramente gli scribi (laici esperti della Torah, che avevano l’autorità di interpretarla e di spiegarne i precetti) sono associati ai farisei (gruppo d’élite di finalità politica e religiosa, che promuoveva una rigorosa osservanza dell’intera legislazione mosaica). Ambedue le categorie sono spesso oggetto di forti critiche (e anche invettive) da parte di Gesù, che tuttavia de facto ha con loro rapporti ambivalenti, accettandone ad esempio occasionalmente inviti a pranzo.
Il commento di padre Spadaro al brano evangelico non conosce sfumature. E il Turiferario prezzemolo ci mette del suo, dapprima con un lirismo languido e un po’ guardone da fine Ottocento. Leggete con noi: “Gesù si sofferma sul fatto che essi ‘passeggiano’. Lo sguardo passa dal movimento leggero delle gambe all’abito: indossano lunghe e vistose vesti. Subentra il sarcasmo: “Poi lo sguardo si allarga ancora di più alla loro vita tra sinagoghe e banchetti. Il sacro e il profano. La devozione e la degustazione. Che cosa hanno in comune? Il fatto che questi uomini amano i primi posti a sedere. Passeggiano onorati e siedono venerati”.
Ce ne sarebbe già abbastanza per spedirli senza ulteriore indagine nell’Inferno di Spadaro, già popolato di rigidi, ‘duri di cuore’, cultori della ‘Messa in latino’, ‘sovranisti’, ‘reazionari’ di ogni ordine e grado. Ma il Turiferario prezzemolo è colto da climax ascendente: “Gesù prosegue con un dittico metaforico tremendo, uno scatto fotografico: ‘Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere’ “. A questo punto il direttore de La Civiltà Cattolica straripa in un delirio anche cinematograficamente forsennato. Imperdibile il ritratto dei poveri scribi: “Vediamo le fauci grottesche, kafkiane. La metamorfosi di uomini in belve che mangiano case. Non palazzi sontuosi, ma povere case di povere vedove. E poi vediamo le mani giunte in preghiera di queste belve, le loro prostrazioni che durano a lungo in modo che siano ben visibili”. Conclude l’artista il suo climax: “Gesù predica con l’immaginario, esprime la condanna più severa dipingendo, a tratti ora barocchi ora preraffaelliti ora espressionistici, una fiera delle vanità. Una posa, uno stucco”.
Non bastavano le invettive di Gesù). No, l’ umile ‘misericordioso’ ha voluto aggiungere a quelle evangeliche le sue di legnate a quelle ‘belve’ di scribi dalle ‘fauci grottesche’, che erano perdipiù tra gli ebrei più colti. Chi ci legge difficilmente potrà sottrarsi a qualche riflessione spontanea sul commento vergato dall’autore in qualità – e va sottolineato – di direttore de La Civiltà Cattolica.
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Tag: rosso porpora, rusconi, spadaio
Categoria: Generale
Certamente no gesuiti!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Extraterrestre portati via
tutta intera la di Bergoglio Compagnia
Pd e simili vieniti a pigliare
e il più lontano possibile valli a scaricare
Extraterrestre se ci vuoi bene davvero
pure i giornalisti quasi tutti portati lassù
poi apri le stive su un bel buco nero
che sui faraglioni non ci tornino mai più
Extraterrestre se stanotte ci fai ‘sto favore
domani mattina Italia e Chiesa sono due giardini in fiore
(e se la rima vi pare alquanto esagerata
la disgrazia là fuori non avete considerata)
Chapeau! Fantasma di Flambeau,
per me: non è affatto esagerata la rima. È sgangherata la pantomima.
…Tutta una finzione sulla via della perdizione…
In prosa o in rima, cara signora Petti
i suoi interventi sono sempre puntuali, oserei dire perfetti. 🌹
Ho riletto, da spadaccino, il commento spadarolo:
“Gesù si sofferma sul fatto che essi (gli scribi) ‘passeggiano’. Lo sguardo passa dal movimento leggero delle gambe all’abito: indossano lunghe e vistose vesti. Poi lo sguardo si allarga ancora di più alla loro vita tra sinagoghe e banchetti. Il sacro e il profano. La devozione e la degustazione. Che cosa hanno in comune? Il fatto che questi uomini amano i primi posti a sedere. Passeggiano onorati e siedono venerati”.
Dov’è lo scandalo? Non era e non è così?
Ma codesto Spadaro, quanto “scribe” contro gli scribi !
Eppure le sparate spadare qualche motivo serio di riflessione lo porgono.
Come al solito: non guardare a chi l’ha detto ma a ciò che è detto.
“Riflessione”.
“… quella rinviata da uno specchio…” o dalla fonte di Narciso verso gli Spadaro e gli spadaccini che … riflettono.
“Come al solito: non guardare a chi l’ha detto ma a ciò che è detto.”
Uhi.. Uhi…
“Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male» (Genesi…)
Uhi.. Uhi… “… non guardare a chi l’ha detto ma a ciò che è detto.”
Lei è veramente ACIDO caro PRUSSICO 😂
Il problema reale, caro Nippo che l’esegesi (sic) del signor Spadaro è il perfetto esempio di quello che non si dovrebbe mai fare : ” Ricordatevi che il testo NON deve MAI diventare un pretesto per “predicare” quello che pare a voi !” È stata la prima cosa che il mio professore di Esegesi di NT ha detto alla classe riunita. Calcando il tono su NON e MAI, in modo che se fosse stato presente un sordo l’avrebbe capito pure lui. Si vede che al signor Spadaro non l’ha detto nessuno, visto che non fa altro. Sono passati alcuni decenni, ma questa è LA regola che ho cercato di non dimenticare mai. In fondo è la più utile, essendo un buon antidoto al “secondo me”, così pervasivo ed invasivo nella cultura moderna. Per cui la trasmetto anche a lei. Può esserle utile per ascoltare Nostro Signore, anziché fare commenti a vanvera, che è lo stesso che sputargli in faccia.
“ascoltare Nostro Signore, anziché fare commenti a vanvera, che è lo stesso che sputargli in faccia”.
Capisco che lei si senta smarrita e anche parecchio inc….ta, ma non le sembra di esagerare?
Sicura di non parlare mai “a vanvera”?
E poi quello “sputargli in faccia”, riferito al Signore! Ci vada piano.
Un menú emblematico, insidioso, ammonitivo?
“Il piatto forte del pranzo del Papa con i poveri sono gli strozzapreti al ragù”
https://www.agi.it/cronaca/news/2021-11-12/strozzapreti-ragu-pranzo-papa-poveri-assisi-14527552/
Bell’esempio di umorismo involontario!!!!!!
Ma no! Gli strozzapreti ai poveri… Lui ha preferito pranzare con le clarisse di Spello.
https://www.ansa.it/umbria/notizie/2021/11/12/papa-francesco-a-pranzo-in-monastero-clarisse-spello_4582e775-eb28-49d0-85b6-a794546d5f7e.html
Sì… Ma solo i preti che officiano in rito antico!
Niente di peggio che nominare il Nome di Dio invano.
E manipolare la Sua Parola trasferendo fuori dal contesto, per raggiungere scopi diversi, che non siano per la Sua Gloria e l’avvento del Suo Regno.
Tutto può essere vero, ma vero diventa ed è solo quello che Dio ritiene tale, guardando Egli al cuore dell’uomo e alle sue intenzioni.