Dom Helder Camara Sarà Beato al Prossimo Sinodo? C’è Chi non lo Esclude.

14 Novembre 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo articolo del collega Mirticeli Medeiros, apparso su Dom Total, in cui si ipotizza la possibile beatificazione di dom Helder Camara al Sinodo sulla Sinodalità. Buona lettura.

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Sinodo sulla sinodalità in corso, e la domanda: Dom Helder Câmara sarà beatificato nel mezzo di una delle più grandi consultazioni ecclesiali pubbliche della storia? Francesco potrà presto elevare agli altari il vescovo brasiliano di cui lui stesso ha detto di ammirare la traiettoria?

 

La Scuola di Diritto Dom Helder e la Scuola Superiore EMGE promuovono la petizione per la beatificazione di Dom Helder
Conoscendo il modo di agire del pontefice, è probabile. Vi ricordate di Suor Dulce? È stata canonizzata all’apertura del Sinodo dell’Amazzonia, nell’ottobre 2019. E con questo riconoscimento, Francesco, in quel momento, ha sottolineato uno dei più grandi motti del suo pontificato: “una chiesa povera per i poveri”. Con questo, ha chiarito in quale direzione deve essere condotta quell’assemblea speciale.

Francesco non comunica solo attraverso i suoi discorsi improvvisati e il modo particolare in cui si presenta come Romano Pontefice. Ha una capacità unica di “incarnare” le sue parole. Crede nel potere dei simboli e dell’esempio. Ed è certo che i suoi riferimenti sono coerenti non solo con il suo stile di governo, ma con il modello di Chiesa che sogna.

È chiaro che il Pontefice dovrà seguire i protocolli dell’organismo competente per i processi di canonizzazione. Non intende dare a Dom Helder una “via privilegiata” perché sia beatificato. Tutt’altro. Ma può appellarsi alle leggi canoniche che sono a suo favore.

Ma, come capo della Chiesa cattolica, può, se lo ritiene opportuno, dichiarare qualcuno “beatificato (o santo) per acclamazione”, che in linguaggio tecnico si chiama beatificazione/canonizzazione equipollente. In questa modalità, quando si attesta che esiste un culto consolidato alla memoria della persona, il Santo Padre può rinunciare al miracolo attribuito all’intercessione di quella venerabile persona. In modo normale, secondo le regole della Santa Sede, la conferma di una guarigione inspiegabile dalla scienza è una condizione necessaria per riconoscere la santità di qualcuno. Francesco ha applicato questa eccezione alcune volte. Solo per citare alcuni casi, lo ha fatto con il gesuita José de Anchieta, copatrono del Brasile, e Papa Giovanni XXIII nel 2014.

Se tutto è fatto a tempo debito, senza una dichiarazione di equipollenza, sarebbe molto gradito a Francesco (senza dubbio!) fare santo qualcuno che ha incarnato gli ideali di una chiesa sinodale. Gli scritti di Dom Helder sono lì a dimostrarlo. Così come la sua vita. Per questo la stessa beatificazione, soprattutto pensando a questo Sinodo che è in preparazione, è qualcosa che si può ipotizzare senza paura.

E coloro che lo diffamano vogliono oscurare la sua importanza per la Chiesa brasiliana in un periodo travagliato della storia del paese. Più che combattere la dittatura, era un portavoce dei meno favoriti. Il ‘San Francesco d’Assisi della Terra della Santa Croce’, come alcuni si ostinano a chiamarlo. Generoso e facile alle lacrime, si commuoveva persino per le marce di carnevale che si cantavano nelle strade di Recife. L’immagine in cui appare visibilmente commosso, ripresa da una televisione francese e diffusa quest’anno su internet, mostra qualcuno che canta le lodi a Dio al suono del frevo del bloco ‘Bom São Sebastião’. Ben fatto Dom Helder. Quei pochi secondi di filmato lo rappresentano molto bene.

Dom Helder è stato uno dei grandi protagonisti del Concilio Vaticano II. Era molto rispettato da Paolo VI – che lo nominò vescovo – e anche da Giovanni Paolo II. Nella sua visita in Brasile nel 1980, Papa Wojtyla, nel salutarlo, lo chiamò “fratello dei poveri e mio fratello”. E, contrariamente alla credenza popolare, i due religiosi si ammiravano a vicenda.

Il vescovo dei poveri, la cui lotta in difesa dei diritti umani fu interpretata come “comunismo” dai sostenitori del regime militare, non era malvisto da Roma, contrariamente a quanto si dice. Non ha mai ricevuto alcun tipo di avvertimento dalla Santa Sede.

Dal 2019, spetta a Roma decidere sul futuro di colui che, per molti, è già considerato un santo. È stata addirittura la Santa Sede a chiedere che tutti gli scritti, comprese le lettere private e i programmi radiofonici che il prelato del nord-est teneva, fossero trasmessi alla Congregazione per le Cause dei Santi. Nell’agosto di quest’anno, il vice-postulatore della causa, frate Jociel Gomes, ha confermato che tutto il materiale è stato inviato per “busta diplomatica” attraverso la nunziatura apostolica in Brasile.

Ora dobbiamo aspettare. Se viene beatificato, una ragione in più per aggiungere questo Sinodo alla lista degli eventi storici. Sarà veramente un’assemblea con “l’odore del Consiglio”. E avere Dom Helder come “suo patrono”, se il Papa lo desidera, sarà molto gradito a molti.

 

*Mirticeli Medeiros è un giornalista con un Master in Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Dal 2009, copre il Vaticano per i media in Brasile e in Italia ed è editorialista di Dom Total, dove pubblica il venerdì.

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18 commenti

  • Gederson Falcometa ha detto:

    Il monaco brasiliano Marcelo Barros è un veneratore di Dom Helder. In una “omelia”, a proposito del brano del Vangelo che narra la storia della donna colta in adulterio (alla quale Gesù ha detto: “va e non peccare più”), inserisce in quello contesto, questo evento nella vita dell’eretico Hélder Câmara:

    “Questa scena del Vangelo mi ricorda un fatto accaduto nella vita di Dom Helder Camara, già anziano e arcivescovo emerito di Olinda e Recife. Un giorno, una donna bussa alla porta di Dom. Lui la accoglie e lei gli dice: – Dom Helder, sono una prostituta, ma amo molto Dio. Ogni Venerdì Santo, per amore di Gesù, nostro Signore, vado al penitenziario di Itamaracá e mi offro al prigioniero più solo e abbandonato che non ha nessuno che gli tenga compagnia. Lo faccio da diversi anni. Ma in questi giorni un’amica, una prostituta come me, mi ha detto che così facendo offendo Nostro Signore. Lei è molto ferito con me. Cosa ne pensi, Dom Helder, di questo? Gesù è arrabbiato con me?

    Il santo arcivescovo le risponde: – Non mia figlia. Gesù non è mai ferito con te.

    Si asciuga le lacrime e gli fa un’altra domanda: – Allora, cosa pensi che dovrei fare?

    Dom Helder risponde: – Segui la tua coscienza e sii in pace.

    La grazia e amore oltre la legge, Marcelo Barros – https://marcelobarros.com/blog/a-graca-e-o-amor-alem-da-lei/

    Passare del “va e non peccare più”, per il “vai e segui la tua coscienza”, si spiega solo con l’aggiornamento conciliare.

  • Iginio ha detto:

    Invece sentite qui: allarme allarme, oggi il papetto se l’è presa coi “restaurazionisti” che vogliono “una Chiesa tutta ordjnata, tutta rigida: ma non è quello che vuole lo Spirito”.

    Chi è che gli dice una buona volta di farla finita? O che lo Spirito Santo non è lo Spirito del Mondo né quello di Hegel?

    Certo però che il rimedio non è il plinianesimo o il lefebvrianesimo. La gente comune – che è poi quella che va evangelizzata – se ne impipa di come si celebra la messa o dei canoni, si preoccupa solo di mangiare e di tirare a campare, nel peggiore dei casi, o di spassarsela e godersela.E’ chiaro che a costoro un Papa (o un prete qualsiasi) che “non rompe le scatole” va benissimo. Il rimedio non sono certo i borborigmi dei leoni da tastiera autoelettisi commentatori.

    • Borghese pasciuto ha detto:

      Bergoglio, da buon gesuita e persona sveglia, non crede affatto alla baggianata dello spirito santo.

      • Zuzz ha detto:

        Puoi crederci o non crederci. Sei libero. Ma che tu ci creda oppure no, Lui esiste lo stesso, indipendentemente da quello in cui tu credi.

      • Iginio ha detto:

        Premesso che le bestemmie non sono argomenti, pensa a quante baggianate credi tu: persino a Lenin e Stalin (a proposito, come li pronunci: all’emiliana, con l’accento sulla i?). E a Che Guevara, Fidel Castro e Pol Pot. Più baggianate di queste…
        Che poi, i baggiani erano i contadini: il tuo commento gronda classismo e razzismo.

        • aaa ha detto:

          Bergoglio ha dimenticato che Nostro Signore ha fondato la Chiesa sulla roccia, non sull’acqua.

  • Iginio ha detto:

    Divertente, un articolo brasiliano di tono antipliniano… Il che non toglie che quanto riportato sia da approfondire.

  • GINO ha detto:

    Certo, che valore avrebbe una acclamazione da parte di una maggioranza di cattolici marchiati col marchio infame del siero malefico?
    Pensino a purificarsi per rendersi più tollerabili i castighi imminenti.

  • Sogno e realtà ha detto:

    L’articolista afferma che Bergoglio sogna di trasformare la Chiesa di Cristo nella sua chiesa. Non si tratta di un sogno , ma della realtà.
    Sto pensando agli ordini commissariati: riusciranno a sopravvivere al pontificato di Bergoglio ? O dopo questo pontificato tutto sarà stravolto per sempre ?
    Ora quella lotta che nell’indifferenza di molti si sta combattendo in tutto il mondo, si è combattuta in precedenza nelle plaghe, a noi praticamente sconosciute dell’America Latina.
    Ma se la teologia della liberazione avesse vinto Bergoglio non avrebbe bisogno di utilizzare la cattedra di Pietro per raggiungere i suoi obiettivi. A volte parlate di Plinio brasiliano, antidoto, evidentemente alla teologia della liberazione. Quindi è evidente che gli antidoti ci sono e forse si devono usare.

  • Bibliomane ha detto:

    Se si sfoglia il libro di uno storico autentico nonché cattolico autentico come Henry Sire, La maschera di Bergoglio, si può facilmente notare che, negli anni in cui Bergoglio fu cardinale in Argentina, provvide a perseguitare accuratamente tutti coloro che cercavano di professare la loro fede senza far riferimento alla nuova teologia della liberazione. Ora essendo papa può riuscire a imporre questa teologia a tutto il cosiddetto popolo di Dio.
    I gesti spettacolari non gli mancano : esattamente come le case dolciarie hanno inventato le feste dei fidanzati, della mamma, del papà etc. Così Bergoglio ha inventato la festa dei poveri con dei simil poveri da esibire in televisione. Ma non c’è una qualche domenica in cui si legga la parabola di Lazzaro e del ricco epulone ? Non era sufficiente la parola del Signore?

  • Complottista ha detto:

    Concordo con quanto affermato dai 3 illustri intervenuti. La probabilità che Helder Camara sia fatto santo, alla luce di quanto ci ha illustrato Mascarucci, è piuttosto alta. Se guardiamo Wikipedia troviamo un dettaglio in più : Camara fu, durante il Concilio Vaticano II, uno dei pochi firmatari del cosiddetto PATTO DELLE CATACOMBE , così chiamato perché firmato nel più gran segreto alle catacombe di Domitilla. Patto per una Chiesa povera.

  • Americo Mascarucci ha detto:

    https://www.cesnur.org/2008/mi_camara.htm…..credo possa essere molto illuminante questa biografia di Massimo Introvigne che non e’ un antibergogliano…anzi…..e racconta quanto sia lontano costui dalla santita’

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    “Preziosi” considera il papa i vaticanisti. Giornalisti non per mestiere, ma per scelta missionaria.
    «Vi voglio bene» ha detto tra l’altro, ieri 13 novembre, rivolgendosi alla “comunità di lavoro” che ha voluto omaggiare decorandone i decani, Valentina Alazraki e Philip Pullella, con le onorificenze di Dama e Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Piano.
    Incoraggiandoli a custodire e coltivare il senso della “missione” del giornalista, che è quello di “dare un senso alle notizie” senza lasciarsi “schiacciare” da esse, Bergoglio ha precisato il ruolo da “medico” che si sarebbero sentiti chiamati a svolgere: «perché nel mondo il male sia curato. La vostra missione è di spiegare il mondo, di renderlo meno oscuro, di far sì che chi vi abita ne abbia meno paura e guardi gli altri con maggiore consapevolezza, e anche con più fiducia… E, per favore, ricordate anche che la Chiesa non è un’organizzazione politica che ha al suo interno destra e sinistra come accade nei Parlamenti. A volte, purtroppo, si riduce a questo nelle nostre considerazioni, con qualche radice nella realtà…».
    … e: cura sia! Purché nello sforzo di “spiegare” il mondo per “renderlo meno oscuro” non si manipoli la verità e la si presenti nella sua oggettività per stimolare una corretta riflessione, evitando doverosamente di “schiacciare” – con il peso di notizie “spiegate” dal punto di vista personale del vaticanista (più che di un giornalista qualsiais) o da quello di fonti non verificate – persone coinvolte in un’impropria operazione… salvifica…

  • Americo Mascarucci ha detto:

    Dimenticavo….Giovanni Paolo II non lo ha mai voluto nominate cardinale

  • Americo Mascarucci ha detto:

    Non condivido affatto il tono elogiativo di questo articolo. Camara era a favore del divorzio, non disdegnava l’aborto, voleva I preti sposati ed e’ stato uno dei massimi esponenti della Teologia della Liberazione. La sua vita e’ piena di contraddizioni con un passato fascista e una carriera da vescovo progressista che nel Concilio Vaticano II fu ispiratore di gruppi di pressione internazionale che volevano rivoluzionare la Chiesa. E si puo’ anche contestare che godesse la stima di Giovanni Paolo II che nomino’ al suo posto un vescovo che si era opposto a Camara nell’arcidiocesi di Recife

    • Ormai tutto è possibile ha detto:

      Caro Mascarucci, sa che le dico? Che con tutte queste belle informazioni che ci ha dato, è scontato che Camara lo facciano Santo.