Laporta: Biden Applica i Piani di Trump, ma Senza Putin non Funziona…

12 Novembre 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici nemici di Stilum Curiae, il generale Piero Laporta ci offre questa riflessione in tema di geopolitica, prendendo spunto da un articolo apparso sulla rivista Atlantic. Buona lettura.

§§§

 

Ho letto questa analisi di Atlantic; proprio non mi convince nel merito e nel metodo. Atlantic, una rivista altrimenti prestigiosa questa volta proprio non mi convince.

Venti anni fa Economist assicurava che la Russia sarebbe scomparsa perché aveva il Pil dell’Olanda, la popolazione alcolista e il tasso di natalità negativo. La Russia ha certamente problemi enormi ancora irrisolti; sta tuttavia risalendo, lentamente e costantemente. Perché? Come ha fatto?

Putin se ne frega del generale Claudio Graziano e del manifesto di Ventotene su cui salmoneggia senza averlo letto.

Putin ha messo su una nazione – sì, proprio una nazione – che non si autoflagella per il patriottismo e il proprio nazionalismo e, udite, udite, per il proprio sovranismo.

Chi altri fa così al mondo. La Cina. Per la quale quanti pifferano per il sovranismo sono i benvenuti purché i pifferi siano cinesi e se imbecilli è meglio.

Il sovranismo?… Putin, spiazzando tutti, a Davos s’è permesso di sussurrare nell’orecchio statunitense: «Tocca l’Ucraina e scateno l’inferno nucleare e non farti prendere per i fondelli da Xi, è più debole di quanto ti dicano i tuoi sgangherati servizi. Xi ha disgregato il modello stalinista di Stato, quello che ha retto per oltre 70 anni e ha fatto uno Stato oligarchico, che imploderà presto. L’Armata Popolare Cinese ha la miccia corta». È andata proprio così; c’era un mio amico presente; si è molto divertito.

Quelle di Atlantic sono quindi nient’altro che un mucchio di supposizioni e di sentimentalismi. L’analisi strategica deve avere tre punti fermi, i primi due più importanti: 1) rapporti di forza militari; 2) rapporti di forza economici; 3) rapporti di forza demografici.

Fattori fluidi, mutando nel tempo e nello spazio. I cinesi sono stati abili, molto, al contrario di americani e russi (Trump e Putin esclusi) a creare rapporti di forza a loro favorevoli, entro teatri geografici limitati. La Corea è un classico esempio.

Essi conoscono bene il principio cardine della strategia: il dominante vuole lo status quo, lo vuole immutabile perché lo domina. In altri termini il dominante è pacifista. Il grottesco Joe Biden oggi che cos’è? Questo dubbio aleggia dai tempi del premio Nobel p, er la paceHussein Barak Obama. Questi ha lanciato letteralmente più missili di Clinton e Trump messi insieme; egli è tuttavia per niente scemo al contrario di Biden. In quanto a capacità strategiche, ambedue hanno messo gli Stati Uniti ai piedi di Pilato, a furia di subire le spallate cinesi militari ed economiche, da ultimo anche quelle biologiche. La commedia del gigante pacifista da tempo non ha più respiro.

Gli americani presumevano fino (a Trump) di utilizzare la strategia del bullo (brinkmanship), per intenderci, quella applicata nella crisi di Cuba: sono infatti rimasti a Cuba, senza fare progressi. La strategia brinkmanship consiste nel mettere l’avversario di fronte al rischio d’un conflitto totale e poi ritirarsi un attimo dopo di lui. È una strategia che ha senso se il tuo avversario sa che sei di gran lunga più forte e non è disposto a rischiare.

Arrivato Trump, le cose cambiarono, quando egli comprese l’importanza di un accordo con la Russia, sfruttando l’incapacità di Mosca a difendere con armi convenzionali gli indifendibili 4mila km di confine comune con la Cina.

Trump fece una sceneggiata con Putin, mettendo Corea e Cina con le spalle al muro. Fino a Trump il vantaggio tecnologico militare degli Usa sulla Cina oscillava fra 10 anni nelle armi convenzionali e 20 per le armi ad alta tecnologia. Pochi giorni fa Pechino e la Corea del Nord hanno svelato di avere missili ipersonici.

Dove trovarono la tecnologia? Nelle stracolme casseforti di Pechino, in grado di coprire d’oro chiunque sia utile alla causa. Chi dubiti chieda a chi di Cina ne sa più di tutti noi: in testa Romano Prodi e Giancarlo Elia Valori, mentore di Matteo Salvini.

I cinesi si sono fatti i missili ispersonici mentre NSA, DIA, CIA e FBI avevano cose più importanti da fare; erano impegnate negli espedienti afghani?

Il piano di disimpegno di Trump era semplice, chiaro e perfetto, come deve essere un piano strategico.

L’arsenale smisurato lasciato ai talebani fu una sua idea. Russia e Talebani armati sarebbero stati una lancia nel fianco della Cina.

Lo stretto di Ormuz fuori dagli interessi talebani, protetto dalle alleanze coi sunniti e di questi con Israele. Infine costo dell’energia calmierato, come conviene al mondo produttivo e anche alla Cina dopo tutto.

Senza la Russia il piano di Trump non ha più senso. Non di meno il giulivo Biden lasciò un immenso arsenale ai Talebani. Nessuno può pensare che un tale smisurato arsenale sia rimasto lì per incapacità logistica o per sciatteria di comando. Non puoi dimenticarti 176 artiglierie, 8mila autocarri, 169 corazzati e 64mila mitragliatrici. Se così fosse, sarebbero cadute le teste di molti generali, tutte invece rimaste sui rispettivi colli, vuote ma al posto loro. Essi hanno semplicemente applicato quanto Trump aveva pianificato, avendo Putin alla sua destra. Ora Joe Biden ha applicato quel piano privo d’architrave russa. È scemo? Sì, senza dubbio.

Ora è il caos. Biden, fra una gozzoviglia e l’altra, aiutato da Xi e dagli scienziati di Wuhan, è entrato nella Casa Bianca. Biden però non vuole pagare il conto al cinese, a sua volta pressato dall’Armata Popolare Cinese – APC.

I generali cinesi sanno che il Covid, brevettato in USA con Obama, perfezionato e confezionato dai cinesi, ci delizierà per decenni, a meno che non gettiamo due salve termonucleari su Pechino e Wuhan, prima che Pechino raggiunga – entro cinque-dieci anni – la parità nucleare con Usa e Russia. I generali cinesi quindi vogliono prevenire una guerra che, lo sanno bene, è nella forza dei fatti. Prevenire come? Come sanno fare i militari, con un’altra guerra, cominciando da Taiwan. Perché? Lo vedremo dopo.

Nel frattempo se non facciamo nulla, un’altra salva di virus differenti ci coglierà, secondo la profezia dell’amico di Xi, quel Bill Gates che poco ha da invidiare ai gerarchi nazisti impiccati a Norimberga.

Taiwan produce il 70% dei chip del mondo e gli Usa non sono in grado di difenderla; la difenderebbero cioè come hanno difeso l’Iraq dall’Isis e l’Afghanistan dai talebani; la difenderebbero finché non ci fosse necessità di combattere su larga scala.

La Cina necessita di chip per HiTech nonché di cobalto e litio per le batterie. Russia, Congo, Australia e Cile hanno i giacimenti. Con la Russia, è noto, ci sono difficoltà. Solo il Congo, per ora, risponde in pieno alla Cina, per ora.

L’APC vuole la guerra, cominciando da Taiwan; Xi non è in grado di controllare i suoi generali. Se fai la guerra, dice giustamente Xi, a chi vendi le auto elettriche? L’Angelina Merkerl pensa alle sue industrie automobilistiche e annuisce. I generali cinesi non ci sentono. Ogni giorno è un susseguirsi di dichiarazioni bellicose.

I generaloni dicono: «Se attacchiamo Taiwan, di certo gli Usa piombano in un caos istituzionale, d’altronde non hanno truppe combattenti; quando le hanno avute le hanno impiegate malissimo» concludono i generaloni «Se cade Taiwan, Cile e Australia saranno a portata di mano». Non hanno tutti i torti. Gli Usa sono su un binario da incubo. Partono facendo una figura da cioccolatai, come Biden quando cadde tre volte, perdendo il proprio ruolo di numeri uno al mondo. Se il treno Usa non si ferma, li attende un’implosione di tipo sovietico o forse più drammatica, persino più inattesa come il crollo imprevisto delle Twin Towers. Se il treno Usa si ferma è lo stesso.

Viviamo in un mondo cinico e crudele. Il leone è ferito a morte e le belve si avvicinano per finirlo. Il Fatto Quotidiano riferisce stamane:« Mentre la popolazione di etnia serba cerca di smantellare gli accordi di pace di Dayton, come ritorsione contro la risoluzione che vieta la negazione del genocidio di Srebrenica, anche i leader croati, appoggiati da Zagabria, mirano a ritagliare una propria autonomia interna. Tutti ostacoli alla necessaria riforma della legge elettorale. “Il problema è che in questo Paese il nazionalismo, l’odio, la preparazione al conflitto rientrano in un progetto politico portato avanti dai leader di tutte e tre le parti”». Ma come? E tutti gli sforzi fatti dalla diplomazia Usa per la nostra sicurezza? Suvvia, si ricomincia.

Siamo nelle mani di imbecilli; non di meno siamo tutti nelle mani di Dio, come sempre; speriamo non applauda e abbia pietà.

www.pierolaporta.it

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21 commenti

  • giovanni ha detto:

    Nelle valutazioni geopolitiche del Generale non mi permetto di entrare, poiche’ il ruolo ricoperto ne’ fa’ sicuramente un esperto. Pero’ su tre cose posso concordare perche ‘ evidenti / sulla figura e sulle figuracce di sleepy joe, sul ” abbandono ” dell’arsenale bellico in Afganistan ed infine, sul paragone fra siringa bill e i peggiori
    ”pezzi pregiati ” del regime nazista, saliti sul patibolo.

  • Paoletta ha detto:

    finora Israele ha tirato avanti sotto l’ombrello degli USA. Ora che USA sono prossimi al declino, anche quella zona si trasformerà facilmente in una polveriera.

    • Zenobia ha detto:

      Israele vive da sempre in posizione di difesa.
      L’Iran vuole la distruzione di Israele. In questo quadro l’Iran opera su due fronti : da un lato procede all’arricchimento dell’uranio per giungere alla bomba atomica dall’altro trasporta armamenti potenti in Siria per usare la Siria stessa come base per colpire Israele.
      Israele ha dal canto suo potenziato le incursioni sul territorio siriano per distruggere gli armamenti ivi collocati dall’Iran.
      E questo mi sembra il primo atto di una possibile guerra.

  • Per cris ha detto:

    Puoi aspettare se hai la possibilità di uscire di casa e respirare aria pulita. Ma a Pechino questa possibilità non c’è.

    • Cris ha detto:

      Immagino lei si riferisca all’Inquinamento di Pechino? Mi sfugge il nesso con le strategie per gestire l’ascesa e il declino di questa o l’altra potenza.

      • Per cris ha detto:

        Qui in Italia vengono diffusi dati discordanti sul nostro stato. Qualcuno afferma che è cresciuta la ricchezza perché sono aumentati i depositi bancari, qualcun altro afferma che sono cresciute le famiglie che si rivolgono alla Caritas. Ma ben pochi italiani avrebbero voglia di impegnarsi in un’avventura bellica.
        Invece se io fossi un cinese e mi si dicesse di andare a combattere per raggiungere un cielo pulito forse lo farei in obbedienza al mio capo Xi. E per il desiderio innato di vedere il cielo azzurro come è stato creato.

        • Cris ha detto:

          Se è per questo, basterebbe andare in Tibet, a combattere sull’Aksai Chin. Taiwan è una piccola isola piena di fabbriche, ad inquinamento non stanno cosi tanto meglio.

          • Bastian contrario ha detto:

            Dal punto di vista commerciale, anche se piccola Taiwan è una concorrente. Conquistare la suddetta piccola isola significa eliminare un concorrente. Ma secondo Rampini il vero motivo delle azioni di Pechino contro Taiwan

          • Bastian contrario ha detto:

            Dal punto di vista commerciale, anche se piccola Taiwan è una concorrente. Conquistare la suddetta piccola isola significa eliminare un concorrente. Ma secondo Rampini il vero motivo delle azioni di Pechino contro Taiwan consiste nel fatto che Taiwan è considerata territorio cinese. Si è forse mosso l’Occidente contro lo scempio di Hong Kong.

  • Davide Scarano ha detto:

    In questo bel quadro, cosa sperano e cosa attendono coloro che, anche con l’inganno, hanno spinto Biden alla vittoria elettorale e ci stanno regalando “la civiltà del lockdown”? E, sull’altro versante, quale futuro morale e politico può avere chi serenamente accetta di cedere quote crescenti della propria vita alla tecnologia, che diviene strumento capace di assicurare forme di controllo capaci di pervasività ed efficacia ad oggi mai sperimentato? Forse è proprio vero che, riprendendo il celebre detto latino, coloro che Dio vuol perdere prima perdono la ragione.

    • piero laporta ha detto:

      Biden credo sia la dimostrazione della demenza d’origine divina

      • alessio ha detto:

        Caro Generale ,
        da analista qual’è , vorrei mi
        spiegasse perchè con biden
        sono venute fuori diverse
        criticità e manifesta democratica
        incapacità riguardo ad Afghanistan ,
        Russia ,Cina ,Israele e persino
        nella sua America ; mi pare
        pericoloso minacciare la
        Russia per l’ Ucraina in cose
        in cui non c’ entra nulla .
        Mi pare che si stia apparecchiando
        una nuova guerra , visto che
        l’ Italia armerà i droni ,gli U.S.A
        hanno messo in produzione
        nuove cluster bomb capaci di
        perforare la roccia dei bunker
        atomici iraniani, Israele è sotto
        pressione e la Turchia
        continua a fare la prepotenza .
        In tutto questo preferirei avere
        la Russia come alleato .
        Se mi risponde la ringrazio .

        • piero laporta ha detto:

          Grazie
          Le chiedo un pochino di pazienza perché la risposta è complessa e il mio tempo molto limitato.
          Grazie ancora

  • Cris ha detto:

    Armi lasciate ai Talebani volontariamente e non per sciatteria? Non sono convinto, il caos Afghano è proprio quello che ci si aspetta da una potenza in declino, in cui i posti di comando sono ormai occupati da yes-men certo non selezionati per capacità. Altrimenti perché andarsene via da Bagram nottetempo, lasciando saccheggiare la base, e lasciando scoppiare quel caos a Kabul? Abbiamo fatto una miglior figura noi lasciando ordinatamente Hera con le bandiere spiegate. Inoltre i Talebani avevano pure spedito una delegazione in Cina mesi fa, perché dovevano collaborare con i loro invasori piuttosto che con chi potrebbe ricostruirgli il paese? (Ricordiamo che gli USA stanno trattenendo miliardi di fondi degli afghani del precedente governo)
    Trump ci aveva provato a collaborare con la Russia, ma alla prova dei fatti non aveva pieno potere su tutti gli apparati dello stato. Negli USA pare che le varie agenzie statali (e pure gli enti privati) portino avanti la loro politica estera indipendente, a volte in direzioni opposte. Da qui viene il caos, perché oltre ad essere un leone ferito, pare anche bi- o tricefalo. Alla Cina basterebbe aspettare. A mio modesto parere, credo che, con la Russia, stiano cercando in tutti i modi di attutire la caduta, o meglio, la transizione ad un mondo multipolare senza scatenare una guerra mondiale. A tal proposito, ha fonti precise su questa spaccatura strategica tra Xi e APC?
    Grazie

    • PIERO LAPORTA ha detto:


      E lei come spiega che neppure un generale è stato destituito, neppure uno, per l’arsenale di Kabul?

      • Cris ha detto:

        E’ vero, gli US non sono l’Italia, in cui nessuno è mai colpevole (almeno finora). Ma questo implica la capacità di analizzare i propri errori e correggersi, cosa che un sistema ormai corrotto non puo’ fare. Percio’ non lo vedo come una prova, e adesso hanno altri problemi urgenti che trovare un capro espiatorio, perché significherebbe riportare tutta l’attenzione dell’opinione pubblica su questa debacle storica. Non è meglio minimizzare?
        Insomma, mi pare un po’ la storia della volpe e l’uva.
        Sulla Cina, deduco che non vuole rivelare le fonti :). Mi sta bene, pero’ la prego di intervenire piu spesso, perché tra Ucraina e Taiwan entrambi i fronti sono preoccupanti. Ed è qui che non capisco, sembra che gli US bi- tricefali vogliano affrontare entrambi le potenze rivali contemporaneamente.

        • piero laporta ha detto:

          No no no
          Le loro procedure sono rigide e implacabili; ancor più lo sono i generali a tergo,impazienti di prendere la poltrona dei decapitati

  • piero laporta ha detto:

    Ultim’ora
    Biden avverte la UE: la Russia potrebbe invadere l’Ucraina!
    E quindi??🤣

    • Anonimo verace ha detto:

      Mi preoccupa immensamente questa sua ultim’ora. Sappiamo tutti che la guerra in Ucraina è una guerra a bassa intensità nelle regioni del Donbass. Alcuni sanno anche che la situazione religiosa non aiuta. Abbiamo due capi religiosi uniti uno a Costantinopoli e l’altro a Mosca e che in barba all’amore cristiano si odiano visceralmente. Su gloriatv nei giorni scorsi Bartolomeo era accusato di essere andato in America per ottenere l’aiuto della CIA. Poi, da altro blog, più serio, è emerso che era in America per essere operato. Ma è difficile dire cosa desideri veramente il popolo ucraino solo leggendo qualche notizia sparsa qua e là.
      L’Italia ha, sbagliando, combattuto due guerre mondiali. La nostra posizione sullo scacchiere internazionale non è né chiara né definita.
      L’eventuale invasione dell’Ucraina non sarebbe mai e poi mai una guerra locale .

      • Anonimo verace ha detto:

        Non vorrei si trattasse di una fake news : ovvero che Biden amico sia di Bergoglio che di Bartolomeo abbia preso le lamentazioni di Bartolomeo come verità.
        Zelenski , il presidente ucraino, che nessuno pensava potesse arrivare ad essere presidente non appartiene né alla chiesa di Costantinopoli né a quella di Mosca perché sembra essere di religione ebraica.
        Ma se c’è un qualcosa che unisce le due ortodossie è un certo qual antisemitismo che deriva dritto dritto da alcuni padri della chiesa.
        Ora i russi Bianchi, cioè coloro che, persa la guerra civile quasi un secolo fa lasciarono la Russia avevano la loro chiesa indipendente che però alcuni anni fa si riunifico’ col Patriarcato di Mosca. Sul blog della chiesa ortodossa russa (patriarcale) di Torino ospitata dalle suore cattoliche del buon pastore negli scorsi giorni sono apparsi un paio di articoli che, pur usando termini scarsamente corretti comunicano notizie piuttosto esplosive nel mondo della diaspora ortodossa occidentale .
        Cosa sta in realtà accadendo ?

        • piero laporta ha detto:

          Le frammentazioni in questa fase sono la norma e si ramificano secondo gli interessi personali, imprevedibilmente quindi.
          Aspettiamo il.botto