Cannarozzo: Falsità e bugie storiche sulla ‘Santa inquisizione’. Parte Terza.
12 Novembre 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae con questo articolo siamo giunti alla fine del lavoro che Antonello Cannarozzo ha compiuto, e ci ha offerto, sulla realtà storica dell’Inquisizione. Buona lettura.
§§§
Alimentate dall’odio verso la Chiesa di Roma
Falsità e bugie storiche sulla ‘Santa inquisizione’
(Terza parte)
Antonello Cannarozzo
La verità sulla tortura
Nel 1252, papa Innocenzo IV con la bolla ‘Ad extirpanda’, autorizzò l’uso della tortura durante i processi della Santa Inquisizione, ma il suo ricorso da parte dei giudici ecclesiastici, doveva avvenire in rare occasioni e sempre sotto la supervisione di un inquisitore preposto che aveva l’ordine di evitare danni permanenti all’inquisito e sempre con alla presenza di un medico, a differenza della tortura praticata dall’autorità civile nel resto d’Europa, quella sì veramente crudele, come riportato in sintesi nel libro già citato‘Storia dell’Inquisizione in Italia. Tribunali, eretici, censura’, dello storico Christopher Black.
Ricordiamo che all’epoca la tortura era uno strumento comune nella procedura giuridica ‘civile’, mentre le istruzioni degli inquisitori generali imponevano di utilizzarla con la più grande moderazione come la famigerata “prigione perpetua” che durava in genere cinque anni e quella “irremissibile” solo otto.
Le carceri dell’Inquisizione, considerate vere torture nella letteratura scandalistica, erano invece migliori, ovviamente rispetto all’epoca in cui furono istituite, tanto che la moderna giurisprudenza a favore dei detenuti, si rifà all’Inquisizione spagnola come, ad esempio: gli arresti domiciliari o in convento dei detenuti anziani e ammalati, così come la semi-liberta che permetteva all’imputato di lavorare.
Galileo, tra l’altro, usufruì di questi benefici, tanto che poteva ricevere nella sua villa ad Arcetri i suoi discepoli, tenere lezioni e intrattenersi con gli ospiti, altro che tortura.
Inoltre, riportiamo una breve allocuzione di papa Paolo V in merito al pasto dei detenuti che non doveva costare più di sette baiocchi e mezzo e doveva essere composto: “da buon vino et bastante, et almeno di una libbra di carne il giorno con la minestra “; inoltre era proibito tenere in cella “maggior numero di persone di quello che sarà scritto dà Superiori delle Carceri “, tutto questo quando nelle restanti carceri civili era già molto di poter avere una brodaglia e del pane raffermo, oltre ad un trattamento assai discutibile dei carcerati.
Gli strumenti di tortura medievale, specie quelli attribuiti all’Inquisizione suscitano da sempre un grande interesse del pubblico, ma molti sicuramente che hanno visitato i Musei della tortura, si saranno chiesti la veridicità storica degli oggetti esposti.
In realtà si tratta di oggetti senza alcun valore storico, quasi tutti oggetti miseramente falsi, senza parlare delle mitiche cinture di castità, una vera grande bufala: fino ad alcuni anni fa al Museo d’arte medievale di Cluny a Parigi, si ne poteva ammirarne una che si diceva appartenuta nientemeno alla regina di Francia, Caterina de’ Medici: peccato che fosse una patacca dell’ottocento ed oggi fortunatamente gettata via.
La nascita della modernità e il secolo dei Lumi
La nascita dell’Inquisizione vide di lì a poco meno di un secolo, il sorgere di una nuova filosofia che separerà l’uomo da Dio, dando vita a ciò che non era mai esistito nella civiltà passate: l’ateismo e con questo buio dell’anima osano chiamarlo ancora il secolo dei Lumi, periodo che dette vita, anni dopo, alla crudele Rivoluzione Francese, vista niente meno come l’inizio del progresso dell’umanità per non parlare poi dall’ottuso e saccente Illuminismo che tutto spiegava senza spiegare nulla.
In questo contesto intellettuale, anti cattolico per eccellenza, tutti gli strumenti furono usati per infangare l’universalità di Roma, sostenendo di fatto la propaganda protestante ed anglicana con accuse sempre più calunniose su di essa.
Anche se, va ricordato, che in appena tre anni di glorioso “Terrore rivoluzionario” che costò alla Francia decine di migliaia di vittime innocenti, altro che inquisizione, non solo ghigliottine, se si conta anche l’eroica rivolta della Vandea, allora i morti sono certamente molti di più e che dire, poi, dei tanto amanti della libertà di pensiero che erano gli Stati tedeschi che massacrarono in pochi anni decine di migliaia di fedeli Anabattisti, nati, per giunta, nati proprio da una ‘costola’ del luteranesimo?
Purtroppo, persino i cattolici, condizionati da questi pregiudizi e falsità storiche, si sono sentiti in dovere di chiedere scusa addirittura attraverso un papa per i misfatti della Chiesa che in verità non aveva mai compiuto, ma il ‘mondo’ lo richiedeva e così fu fatto.
L’Inquisizione, come sappiamo, non decretava la morte, perché “non aveva il potere legale di eseguire il rogo degli eretici” come afferma Henningsen anzi, come dichiarano oggi gli storici, questo tribunale si richiamava al principio di trasparenza, di moderazione e, per quanto era possibile, dati i tempi, di forme di diritto giuridico che potremmo definire addirittura moderne.
“Di fatto – scrive ancora Henningsen – la popolazione cattolica non odiava, né temeva il Sant’Uffizioquanto molti storici hanno voluto farci credere. La gran maggioranza doveva considerare l’Inquisizione come un baluardo contro l’eresia che minacciava la società dall’interno e dall’esterno. Gli inquisitori non erano mostri, né torturatori, ma teologi e giuristi, spesso rispettati e stimati. In maggioranza erano religiosi che avevano preso gli ordini. Molti avevano iniziato la loro carriera come sacerdoti o monaci ed avevano alle spalle lunghi anni di studi teologici”.
In Italia, come in Spagna e Portogallo, la presunta ‘caccia alle streghe’ iniziò con moderazione a differenza, come abbiamo già sottolineato, dal resto d’Europa e molto presto, il sano scetticismo del Sant’Uffizio, divenne fortunatamente una barriera di regole giuridiche che riuscì a mitigare di molto, per poi bloccare quasi definitivamente, questa ossessione.
L’Inquisizione protestante
Purtroppo, nella propaganda ufficiale ormai secolare tra libri, film, documentari e quant’altro, l’Inquisizione è vista come qualcosa di terrificante, come già accennato, espressione di crudeltà e di ignoranza, ma, chissà perché, solo della Chiesa cattolica, il mondo protestante quasi non esiste.
Nulla di più errato di questo aspetto storico.
Gli uomini della Riforma furono specializzati soprattutto contro le cosiddette streghe, per le quali avevano una vera e propria ossessione, ma in questo modo si colpivano anche i nemici, gli oppositori e ovviamente i cattolici che ancora resistevano alla persecuzione dei protestanti.
Un caso su tutti è il giudice inquisitore tedesco, Benedikt Carpozov che nella sua carriera decennale firmò ben 20.000 sentenze capitali nei confronti di streghe e stregoni e nel 1589 nella cittadina di Quedlingburg ne furono messi a morte 133, decimando di fatto il territorio, ma non contento ancora nel 1613 ne mise a morte ben 300 presso la città di Westernstretten, vicino Stoccarda, ma questo non era certo un caso isolato.
Gli Stati legati alla Riforma furono tra i primi ad usare sia la tortura che i famosi roghi e, stando ai documenti dell’epoca, sembra proprio che siano stati molto più spietati e crudeli non solo verso le streghe, ma anche verso i cattolici.
Forse per questo i protestanti, soprattutto inglesi, opprimevano i ‘papisti’, coloro che fedeli al papa di Roma, inventando congiure, atti di ribellione, e così avevano la giustificazione per torturarli e ucciderli senza pietà, tanto che nel 1673 in Inghilterra riprese la persecuzione anticattolica, ma ci vorrebbe forse uno o più volumi per raccontarlo.
Le persecuzioni anticattoliche
Tornando nella ‘civile’ Inghilterra, la differenza tra papisti, e le streghe non c’era grande diversità, tanto da essere impiccati o messi al rogo insieme e l’ultimo di queste sentenze avvenne nei confronti di un cattolico arso vivo nel 1689.
Le condanne a morte verso i cattolici da allora vennero ridimenzionate, ma una vera discriminazione civile nei loro confronti, durò purtroppo fino all’intero ottocento. (Tutt’ora non può essere eletto un primo ministro un cattolico in Gran Bretagna Ndr).
Eppure, nel mondo della Riforma, torniamo al XVI secolo, non mancavano, almeno agli occhi del popolo, figure di intellettuali importanti come Jean Bodin ideatore dello Stato moderno e della tolleranza religiosa tuttavia questa mente così aperta, fu l’autore de ‘la Démonomanie’, un manuale giudiziario per la tortura e lo sterminio delle streghe che a differenza del già citato Bernardo Gui, esempio per l’epoca di dottrina giuridica che poneva le basi per la difesa dell’imputato, in questo testo, invece, non c’è alcuna misericordia per chi viene arrestato con l’accusa di stregoneria.
Nella famosa ‘Guerra dei contadini’ nella Germania nel XVI secolo i poveri agricoltori e allevatori che chiedevano più giustizia sociale in nome proprio della nascente Riforma, furono traditi da Lutero e massacrati con i corpi disposti lungo le strade come ammonimento contro ogni tentativo di affrancamento da una vita di miseria.
Si contarono, almeno secondo le cronache dell’epoca, almeno 100 mila morti tra le file degli insorti e altrettanti imprigionati o esiliati.
Un caso assai esplicativo di quei tempi è l’opera del francese Giovanni Calvino tra i grandi Riformatori, dopo Martin Lutero, insieme a Ulrico Zwingli e lo scozzese John Knox.
Nella Ginevra del 1545, sotto la sua influenza religiosa, dal 17 febbraio al 15 maggio ci furono contro le solite streghe, ben 34 condanne al rogo, con una crudele fantasia nell’inventare tormenti come, ad esempio, per chi fosse stato messo al bando dalla sua città e fosse tornato, per lui c’era la condanna di essere murato vivo fino a che, bontà loro, non avesse confessato la vera fede.
Non solo, ma il puritanesimo di Calvino non conosceva ostacoli, si narra dalle cronache che mandò a morte almeno una sessantina di persone per bestemmia, idolatria e adulterio ed inviò squadre di “santi controllori” ad ispezionare le case, fustigare gli oziosi e arrestare i peccatori.
Tra i casi più eclatanti, ho ritrovato in molte cronache e, dunque, penso sia verosimile, quella di un bambino di 10 anni, decapitato perché non aveva ubbidito ai genitori davanti ad altri bambini come esempio.
Dopo queste dissertazioni sulle vittime protestanti sarebbe ingiusto non citare anche quelle da parte cattolica e soprattutto italiane essendo la terra dei papi.
Leggendo alcuni siti protestanti come il sito Cristiani evangelici che pubblica con tanto di nomi e cognomi, partendo dal 1307 con la morte dell’eretico fra’ Dolcino sotto il pontificato di papa Clemente V per arrivare al 1868 con papa Pio IX con il triste elenco di almeno 700 persone, almeno di quelle pervenute fino a noi dai documenti, condannate dall’inquisizione e poi uccise dalla legge civile.
Per contestare la figura dell’ultimo papa re, Pio IX, in alcuni siti protestanti si leggono i 5 nomi degli ultimi condannati a morte per mano del tribunale dello Stato Pontificio e non dell’Inquisizione, è bene precisare, perché considerati dei criminali, ma dal loro punto di vista martiri della ferocia papale, infatti, leggendo le accuse contro questi protestanti non leggiamo che furono condannati per la loro fede o per le loro opere buone, ma riportiamo l’elenco: Romolo Salvatori, decapitato per aver consegnato ai Garibaldini l’Arciprete di Anagni il 10 settembre 1851.
Gustavo Paolo Rambelli, Gustavo Marloni, Ignazio Mancini, decapitati per aver ucciso tre preti il 24 gennaio 1854.
Antonio de Felici, decapitato per aver attentato al Cardinale Antonelli.
Insomma, al di là di come una la possa pensare, non erano quello che si dice degli ‘stinchi di santi’.
Infine, per omaggiare la liberazione di Roma da parte dei piemontesi con la Breccia di Porta Pia, continuo a leggere dal sito: “Quando i patrioti dell’unificazione italiana entrarono nelle carceri pontificie per liberare alcune decine di prigionieri che vi vivevano incatenati da così lungo tempo da aver perso la vista e l’uso delle gambe, trovarono in quei sotterranei mucchi di scheletri e di cadaveri in decomposizione in un misto di tonache di frati e di monache, di vestiti civili di uomini e di donne, divise militari e scarpe come quando furono liberati i campi di sterminio nazisti. Vi furono trovati anche giocattoli di bambini morti insieme ai loro genitori”.
Certamente sono storie che fanno accapponare la pelle per tanta crudeltà e salvando, ovviamente, la buona fede di chi ha riportato queste notizie, sarebbe interessante leggere le fonti documentate da dove tutto ciò è stato ripreso che, per quanto mi sia dato da fare e non solo su internet, non sono riuscito a trovare nulla di tutto questo in maniera attendibile, ma sicuramente è per una mia mancanza.
Conclusione
Potremmo continuare questo tragico viaggio per molte pagine ancora, ma credo di aver dato seppur con semplificazione e molte dimenticanze, spero ugualmente di aver dato un quadro accetto sull’Inquisizione cattolica, fuori dagli schemi oleografici di bassa ideologia che da anni riempie i mass media.
In conclusione, con gli occhi di oggi, la storia dell’Inquisizione cattolica è certo costellata da errori ed anche violenze di cui ognuno si prende la propria responsabilità umana, ma non è stata certo come istituzione quel mostro di crudeltà che per secoli e ancora oggi dobbiamo sorbirci.
Spero, infine, da cattolico, di aver dato qualche spunto a chi volesse approfondire la materia e ridare verità ad un periodo di grande fede, specialmente in questi tempi dolorosi dove la Chiesa è attaccata più duramente che mai nella sua lunga storia millenaria, ma questa volta, purtroppo, dal suo interno e, purtroppo, da chi invece dovrebbe difenderla.
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Tag: cannarozzo, inquisizione
Categoria: Generale
A quei tempi in senso strettamente proprio, di seguito in senso lato,e con particolare accentuazione più di recente, non accenna a morire la predilezione per la… caccia alle streghe.