Se i “Buoni” in Parlamento Dormono, La Dittatura Gender Striscia in Avanti…

6 Novembre 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante riportare questa riflessione fatta da Jacopo Coghe, Vicepresidente di Pro Vita & Famiglia, a proposito dell’ultimo trucco strisciante per censurare in pubblico chi sia contrario all’Utero in Affitto e ad altre nefandezze del genere. Un trucco che ha funzionato, grazie a un piccolo emendamento, proposto da due parlamentari del PD. E di cui chi sostiene a parole di voler difendere vita famiglia e altri bei valori, non si è accorto. Proprio vero che “I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”…Buona lettura, e svegliamoci.

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IN PARLAMENTO QUALCUNO HA DORMITO MENTRE IL GENDER PASSAVA INDISTURBATO
Quando, lo scorso 27 ottobre, votando la «tagliola», il Senato ha affossato il ddl Zan, da parte del mondo pro family italiano – insieme alle parole di grande gioia – è arrivato anche un ammonimento forte e chiaro: quello a non abbassare la guardia.
Occhio, si era detto, perché la guerra è ancora lunga. Ora, vuoi per i troppi festeggiamenti per la morte politica della legge contro l’omofobia, vuoi per distrazione, quell’invito a restar lucidi e vigili non è purtropo stato ascoltato. E non lo è stato neanche nei mesi scorsi a quanto pare.
Solo così si può spiegare quanto avvenuto con il decreto legge 10 settembre 2021, n. 121 – più noto come decreto Infrastrutture -, che, nel corso dell’esame alla Camera dei Deputati prima e successivamente in Senato (proprio ieri), ha visto, tra le modifiche introdotte, un emendamento – il numero 1294 – proposto dal Pd ed approvato senza illustrazione né discussione, che strizza l’occhio al mondo arcobaleno.
Come già Pro Vita & Famiglia ha avuto modo di denunciare, infatti, esso vieta espressamente «sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga» dei «messaggi lesivi» in tema di «diritti civili» o in ordine «all’identità di genere». Già, si tratta della stessa identità di genere di cui parlava la lettera d) dell’articolo 1 della legge contro l’omobilesbotransfobia.
Per questo serpeggia un certo malcontento tra chi ha sempre difeso la famiglia e la libertà di pensiero e per questo, vista ormai l’impossibilità di togliere quella polpetta avvelenata inserita nel decreto Infrastrutture, un dubbio sorge: dov’erano i politici che hanno a cuore i valori non negoziabili, quando il Pd preparava e serviva quell’emendamento gender? Perché, soprattutto alla Camera dei Deputati, si sono così alacremente distratti e non si sono accorti di questo “piccolo” dettaglio?
Al Senato, lo si è già detto, grazie ad oltre un anno di campagne informative e manifestazioni che hanno visto Pro Vita & Famiglia in prima linea il ddl Zan è stato fermato. Bene, anzi benissimo.
Quanto accaduto col Dl Infrastrutture dimostra però che questo, da solo, non può bastare. I politici di centrodestra e quanti, in generale, hanno a cuore valori come la vita, la famiglia e la libertà educativa, non possono cioè sperare che ci si sia sempre qualcuno che spieghi loro cosa fare. Devono combattere anch’essi, prepararsi, rimboccarsi le maniche, studiare; e, soprattutto, prestare attenzione a ciò che accade attorno a loro.
Da questo punto di vista, inutile negarlo, tanta parte della sinistra, dei radicali e della galassia Lgbt ha ancora parecchio da insegnare: per determinazione, combattività e costanza. Già, la costanza è probabilmente quello che maggiormente ancora manca, nelle istituzioni, a quanti hanno a cuore i valori non negoziabili. Il che, beninteso, non è un problema solo, si fa per dire, per quanto accaduto per il decreto Infrastrutture.
Dall’eutanasia all’utero in affitto, dalla cannabis legale alle adoziono omogenitoriali, dal «cambio di sesso» per i minori alla minaccia alla libertà educativa, sono infatti molteplici le sfide che ci attendono.
Il punto è che per continuare questa battaglia, a livello politico, non basta più essere – con tutto il rispetto – brave persone. Che è un requisito fondamentale, ovvio: ma non sufficiente. Occorrono anche la capacità di studiare ogni singolo provvedimento, di setacciarne le pieghe, nonché quella di proporre iniziative e atti che possano aiutare la vita, la maternità, la famiglia, i malati, i disabili, la libertà educativa ma anche religiosa.
Tutti temi di enorme spessore antropoligico che però, si badi, non ammettono improvvisazione né distrazione. Cioè quello che si è verificato alla Camera con il Dl Infrastrutture e che ha portato lo stesso decreto ad arrivare “blindato” al Senato.
Risultato: l’ideologia gender, pur non è entrata nelle scuole di ordine e grado, come voleva il ddl Zan, ora è libera, ahinoi, di circolare «sulle strade e sui veicoli». E tutto ciò grazie ad una svista che no, non deve più ripetersi, soprattutto per le sfide che ci attendono.

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Questo è il collegamento alla petizione per chiedere di modificare il provvedimento.

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8 commenti

  • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

    Malattie come il colera o la malaria o l’impazzimento ideologico si debellano solo con bonifiche radicali.
    Un’opera di bonifica richiede organizzazione, pianificazione, mezzi adeguati e personale. Tutti uniti e finalizzati allo stesso scopo. La buona volontà e il volontarismo -pur apprezzabilissimi- se non vanno oltre valgono quanto il secchio che pretende di svuotare la palude.

    Se non vogliamo combattere eroiche e già segnate battaglie di retroguardia dobbiamo riappropriarci -nel modo e col segno giusto- di un concetto tanto importante quanto assolutamente nostro. Che qualcuno si era preso scordandosi poi da dove. Anche perché, a essere onesti, l’avevamo noi per primi nascosto sotto il moggio del padrone.
    Da soli non si va da nessuna parte. Forse davvero da nessuna.

    Termini come “socialità”, “collaborazione”, “cooperazione”, “comunità” (tacendo di “collettività”) hanno, per i noti usi e abusi e letture a fumetti importate da oltreoceano, acquisito una valenza negativa. O -l’altra faccia della medaglia- sono stati ridotti a contenitori colorati con tutt’altro dentro. Con l’ovvio risultato di indurre confusione e rigetto. E spianare la strada a chi sta frantumandoci in massa amorfa di individui-isola, deboli e incapaci di aggregarsi a fronte di un Potere che, com’è nell’ordine fisico prima che sociale delle cose, è inversamente proporzionale alla forza che gli si oppone.

    Dio O Mammona. Misericordia E verità. Il bene O il male. Il corpo E lo spirito.
    La scelta cristiana è personale ed esclusiva. Aut-aut. Le sue manifestazioni concrete fanno sempre riferimento agli altri. Et-et. Ferma restando la scelta.
    «Ama il prossimo tuo come te stesso» è un rapporto di relazione in cui il valore dell’io si afferma non in opposizione ma insieme a quello del prossimo.
    Gli eremiti in senso cristiano, che si isolavano dal mondo per guadagnarsi il Cielo, non sono mai stati concepiti né hanno mai concepito se stessi come spiritualmente separati dal resto dell’umanità, bensì come intercessori e oranti per i fratelli. “Fratelli” che non sono onusianamente e bergogliosamente “tutti”, ma in primo luogo quelli che lo vogliono essere nella fede. Quindi, e (-E-) nella chiamata evangelica universale, nell’immagine/somiglianza divina, nella via del Samaritano/Beatitudini, tutti gli esseri umani. Mai scordando che conoscenza e giudizio di ciò che c’è nel Santo dei Santi sono riservati all’Unico che vi può accedere.

    “chièṡa s. f. [lat. ecclēsia «riunione dei fedeli; luogo di culto», dal gr. tardo ἐκκλησία «id.» (nel gr. classico ἐκκλησία, der. di ἐκκαλέω «chiamare», significa «adunanza, assemblea»)]. – 1. La comunità dei fedeli, sia in senso mistico (ch. trionfante e sim.), sia come società organizzata (la ch. dei primi secoli).”
    https://www.treccani.it/vocabolario/chiesa/
    Dio -E- io -E- il prossimo.
    Se la nostra salvezza fosse solo un fatto individualistico saremmo tutti Robinson Crusoe nell’universo. Spazio e pianeti non Gli mancavano di sicuro.

    PS. Separare Gesù da Paolo è un’operazione di reductio ad Socratem che era già vecchia quando Paolo pigliava -giustamente- per il bavero Pietro. Se si facesse l’elenco, di tutti quelli che hanno provato a fare del Cristo un testimonial della propria scuola filosofico-ideologica, sarebbe appena meno lungo dell’enciclopedia delle confessioni protestanti.
    Intendiamoci: niente di scandaloso o per cui stracciarsi le vesti (anzi: Mc 9,38-40; ovvero, senza che tiriate subito su i deflettori: “le vie del Signore sono infinite”).
    Basta sia chiaro che una lettura a-paolina del cristianesimo c’entra con la fede cristiana quanto l’autocrazia di un banchiere davosiano con la Costituzione del ’48.
    Se Cristo è il Salvatore, la Via, la Verità e la Vita (“eterna”; l’alternativa sono/siamo i “sacchi di concime temporaneamente deambulanti”, magari per i cespugli di rose dell’Übermensch o Superman o Filantropo di turno), c’è un unico filo rosso che tesse l’arazzo della Storia. Che parte dalla Creazione, passa dal Roveto ardente e dal Sinai, ha in Lui il Centro, prosegue ininterrotto fino a oggi e arriverà fino alla Parusia e alla Gerusalemme Celeste.
    Questa è la fede. Che prevede anche i lasciapassare senza vaccino rilasciati su quel tal monte della Galilea (date retta, non si sa mai; se poi seguiste il consiglio di gioco di Pascal meglio ancora).

  • Davide Scarano ha detto:

    Nel Vangelo sta scritto “non di solo pane vive l’Uomo”, ma lentamente e progressivamente abbiamo accettato di vivere “di solo pane”. Dapprima abbiamo trovato normale accettare che il partito leader di centrodestra lasciasse “libertà di opinione” sui temi etici. Ma quale libertà di opinione possiamo chiedere a soggetti assurti al ruolo di rappresentanti del popolo per -si presume- la propria provata fedeltà? Se in pochi, a livello sociale, politico e religioso, combattono la guerra come stupirsi se, una dopo l’altra, le battaglie, anche le più distanti dal senso comune, vengono perse? Troppo tardi ci siamo resi conto di essere come pesci rossi dentro una bolla di vetro, a cui è permesso muoversi, ma “non più di tanto”.
    PS Aver riunciato alla libertà per un presunto benessere, penso in particolare alla retorica di “Draghi il salvatore dell’Euro”, ma, dico io, se vi è un salvatore, possibile che non vi sia un po’ di colpa in chi ha creato un progetto fallimentare? e per la sicurezza –penso alla Libertà divenuta evento affidato alla bontà ed all’intelligenza del leader di turno, divenuta evento da scoprire in diretta tv- porterà alla perdita dell’una e dell’altro.

  • cattolico ha detto:

    secondo me occorre raccogliere firme per inserire il diritto a nascere e a conoscere i nomi dei propri genitori nella costituzione

  • Anonimo verace ha detto:

    Non solo l’ideologia gender può essere pubblicizzata, ma, se ovviamente ho capito bene, la propaganda contro l’aborto, cioè quei cartelloni piazzati sui palazzi o sui camion pubblicitari in cui si dimostra che l’aborto è contro la vita nel suo inizio, potrebbero essere proibiti perché lederebbero un diritto acquisito.
    Forse bisognerebbe fare un piccolo esame di lettura e comprensione del testo a coloro che si candidano al parlamento.

    • Davide Scarano ha detto:

      O forse sarebbe opportuno regalare a coloro che hanno responsabilità politiche o lavorano nel mondo dei media dei piccoli specchi. Forse si ricorderebbero più facilmente appartenere allo stessa comunità a cui complicano, o, in alcuni casi, rovinano la vita.