Aspettando un Éric Zemmour italiano. Ce ne Sarebbe un Bisogno Disperato.

4 Novembre 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Leggendo le cronache che provengono dalla Francia, su Éric Zemmour, scrittore ebreo di radici nord-Africane, i famosi “, e – forse – candidato alle presidenziali contro Macron, non si può non provare un po’ di invidia. Non so se Zemmour si candiderà e se riuscirà nell’impresa di battere il candidato delle banche, dei poteri finanziari e del globalismo internazionale, il presidente in carica; ma intorno a lui si stanno coagulando persone, idee, sentimenti – e forse politiche – che vorremmo vedere nel nostro sciagurato Paese. Dove non ci si stanca di passare da tradimento a tradimento (vedi l’astuta operazione di drenaggio dello scontento fatta con i Cinque Stelle, ricondotti poi ad appoggiare gli Ascari di Francia e Germania qui da noi), e in cui le speranze di un ritorno alla normalità civile e costituzionale, fra un idrante e un obbligo vaccinale (abbastanza inutile) stile ricatto mafioso sarebbero affidate a SalvinGetti o MelonSetto. Con i risultati che vediamo, e viviamo.

Un livello di inefficacia tale che dopo quasi due anni di psicopandemia ci vuole un gruppo di portuali per lanciare l’idea di un Comitato Scientifico indipendente che valuti in maniera indipendente la realtà della situazione sanitaria. Due anni in cui i presunti “oppositori” hanno subito in maniera pedissequa la narrazione dominante, quella dell’Oms (in mano alle multinazionali), di Speranza, e di tutta la galassia dominata da conflitti di interessi mai dichiarati, senza neanche cercare di reagire, e alimentando così i peggiori sospetti anche sul loro campo. E si affannano a lisciare il pelo del Grigio Commesso dei Poteri che stanno dietro questa operazione di cui sono chiari i motivi finanziari; e meno chiare le altre molle, che stanno però giocando nel comprimere vita e libertà.

Nei giorni scorsi abbiamo letto diversi articoli sulla stampa internazionale. E ci sono sembrate particolarmente interessanti alcune delle ragioni alla base del successo dello scrittore sintetizzate da François Billot:

Sappiamo dai sondaggi che si susseguono da anni che la stragrande maggioranza dei francesi  (leggi italiani) non sopporta più la classe politica nel suo insieme: si aspettava un uomo provvidenziale, non appartenente all’élite, ed è arrivato nella persona di Éric Zemmour.

Per decenni, la maggioranza dei francesi (leggi italiani) ha convenuto che il sistema politico e mediatico mente nella buona e nella cattiva sorte, dice tutto e il contrario di tutto, dice e non fa, fa senza dire, ecc. Per anni, Zemmour non ha mai variato nel suo discorso o nei suoi scritti, dice le cose come stanno, dice la verità. A questo proposito, è interessante rileggere i suoi libri, scritti nel corso degli anni o più recentemente, tra i quali è impossibile trovare contraddizioni, smentite o bugie.

Da molti anni, un gran numero di francesi (leggi italiani, modificando i nomi dell’oggetto della vergogna) si vergogna di essere rappresentato e guidato da Sarkozy, Hollande o Macron, che non hanno una cultura solida, una vera visione della Francia, una vera vicinanza al popolo francese.

“Zemmour è il risultato di una serie di crepe che a un certo punto si cristallizzano. La Francia ha passato vent’anni senza affrontare le questioni dell’immigrazione e dell’Islam”, dice Jean-Yves Camus, co-direttore dell’Osservatorio delle Radicalità Politiche. Possiamo dire qualche cosa su questo soggetto, con la Ministra dell’Invasione che ha fatto totalizzare al nostro Paese, quest’anno, un record di sbarchi di clandestini (credo che siamo ben oltre le 70mila unità!) da Paesi non in guerra, non vittime di catastrofi, in schiacciante maggioranza giovani, maschi e islamici?

Eric Zemmour, sessantatré anni, questo giornalista nato a Montreuil (Seine Saint-Denis) da un padre autista di ambulanze e da una madre casalinga, entrambi ebrei francesi rimpatriati dall’Algeria, ha lavorato in diversi giornali francesi: Le Quotidien de Paris, Marianne, Valeurs actuelles, e soprattutto Le Figaro. Ma è alla radio (RTL, per una decina d’anni) e soprattutto in televisione (da On n’est pas couché, nel 2006, su France 2) che è diventato noto al grande pubblico. È uomo di grande cultura, ha scritto numerosi libri – fra cui Suicidio Francese – e un suo colloquio al Palais des Congres con il filosofo Michel Onfray, 3700 paganti (da 24 a 44 euro) si è concluso con una Marsellaise corale e al grido di “Zemmour président”.

Il radar della stampa di regime ha cominciato ad accorgersi di lui, e in questo senso si deve leggere l’articolo che qualche giorno fa gli ha dedicato il Corriere della Sera. Preoccupa, questo ebreo berbero profondamente francese.

Vediamo se Zemmour si candiderà alle presidenziali; e vediamo se sarà eletto. Nel frattempo, da qualche parte, uno Zemmour italiano riusciamo a trovarlo? Se non altro per tornare a parlare di argomenti diversi da vaccini e pandemie…

Ne avremmo un bisogno disperato.

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19 commenti

  • Enrico Nippo ha detto:

    «L’essere umano è molto primitivo. Abbiamo un cervello arcaico, rettile. Dobbiamo tenerne conto. A volerlo negare, creiamo generazioni di impotenti, di omosessuali e di divorziati.»

    (Zemmour a Radio Courtoisie, 26/3/2010)

  • Abate Busoni ha detto:

    Gli Italiani li descrisse perfettamente Montanelli in un’intervista ad Elkann degli anni ’90, facilmente reperibile su youtube. Nient’altro da aggiungere poichè, ad oggi, nulla smentisce quelle parole (come quelle sulla fine dell’Italia).

    Non mi aspetto nulla, non credo nei salvatori della patria dopo 30 anni di mediocrità assoluta e involuzione della rappresentanza politica (già di discutibile livello in precedenza). Sarebbe già consolante scoprire di aver toccato il fondo, a questo siamo ridotti.

    Consiglio anche le profetiche parole di Ida Maglia sul leviatano europeo, anche queste agevolmente reperibili su youtube.

  • Davide Scarano ha detto:

    Per sorridere: in fondo dovremmo essere lieti che in Italia si stia facendo la Storia. Del resto se il cristianesimo è divenuto tale sfidando Roma, cioè, fuor di metafora, l’ordinamento sociale e politico del tempo, da Roma deve ripartire il viaggio all’indietro, verso il dissolvimento dell’ordine esistente.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    E se mi candidassi io? 🙂

    • MARIO ha detto:

      Prima regola per candidarsi: un paio di scarpe statisticamente più eleganti…

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Dovrebbe rivelare il suo nome.. 😉 e poi alla sua età se la sente ancora di prendersi una grana così pesante? 😅

      • MARIO ha detto:

        Il suo nome e cognome?
        Manco a farlo apposta lo ha rivelato proprio ieri, pur mascherandolo un po’…. forse per non esporsi troppo all’inizio della campagna elettorale.
        Ma io non posso fare la spia… per non incappare nell’ennesima censura del moderatore.

  • Paoletta ha detto:

    Non vorrei che anche lui servisse al regime (che non e’ solo italiano, ma riguarda buona parte di quel che resta dell’Occidente) per drenare lo scontento. Si rischia che parta incendiario e finisca pompiere.

    • Forum Coscienza Maschile ha detto:

      Credo abbia ragione. Ha scritto libri eccellenti ma fonti francesi fanno dubitare che possa essere un oppositore credibile alle élite bancarie-liberali globali. Se lo fosse non sarebbe eletto: in Francia i governi sgraditi non cadono, non nascono neppure

      • bibliomane ha detto:

        Ha scritto libri eccellenti ? Ma sembra che la casa editrice francese che li aveva pubblicati, si sia rifiutata di pubblicare il suo ultimo libro. Pubblicato da uno dei piccoli editori esistenti.
        In quanto alla diffusione dei libri di Eric Zemmour qui in Italia dubito che possa essere stata consistente, visto che la casa editrice è praticamente sconosciuta.

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    O.T.
    Nel pomeriggio di oggi il card. Pell presenterà in Senato il suo “Diario di prigionia”. Ieri, in un colloquio – di cui riferisce “La Stampa” – con un gruppo di giornalisti, ospitati nell’appartamento privato, ha affrontato l’argomento degli scandali finanziari, svelando anche alcuni particolari riguardanti il ruolo di Prefetto della Segreteria per l’Economia ricoperto fino al giugno 2017, incominciando col ricordare che con i suoi collaboratori aveva «scoperto un miliardo e 300 mila euro sparsi» in vari uffici. Ha smentito la voce messa in giro che il Revisore dei conti non avesse «autorità di entrare in Segreteria di Stato» e dichiarato che, pur avendo facoltà di controllo sulla medesima SdS, «ce lo hanno impedito».
    Passando ad un altro tema, segnalo una “nuova” letta ieri, che mi ha sì un po’ turbata, ma non sorpresa.
    Dopo il cambio di destinazione d’uso (improprio) delle chiese, ormai scarsamente frequentate da fedeli praticanti, di cui si è già a conoscenza – per gli allestimenti di passerella per sfilate di moda e di set per registrazioni di video tutt’altro che per educande, in altre città europee – dalla Germania è giunta notizia di un’altra geniale iniziativa. Qualche settimana fa, in una chiesa di Francoforte sul Reno, un artista-tatuatore di Stoccarda ha dato il via alla campagna “Tätowieren vor dem Altar” («Tatuare davanti all’altare») – organizzata da un organismo educativo collegato agli organi ecclesiali – con l’immancabile benedizione degli utensili necessari impartita dal frate cappuccino responsabile del convento locale.
    Ma, non è tutto. L’informazione è stata ripresa da un articolo de “L’ Osservatore Romano” con la tranquillizzante precisazione che «non può essere considerato un atto di profanazione» effettuare davanti ad un altare un tatuaggio, fin dall’antichità «una caratteristica dei cristiani». D’ altronde, lo aveva ammesso lo stesso papa, sconsigliando soltanto l’esagerazione, in una risposta in merito ad un seminarista di Leopoli, riportata dall’Agenzia SIR in un articolo del 19 marzo 2018.
    https://gazzettadelsud.it/foto/societa/2021/11/03/il-vaticano-sdogana-i-tatuaggi-non-sono-anticristiani-ne-farli-in-una-chiesa-e-profano-ccab550d-7baa-46cb-869b-69a69bac289d/1/

  • Remo Nardini ha detto:

    Si, ce lo abbiamo, se fosse disponibile: il prof. Ettore Gotti Tedeschi.

  • Ramon ha detto:

    É abortista e pro matrimonio gay.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Ah sì? Da quando?

      • Belzunegui ha detto:

        Hace una semana nos hacíamos eco de un artículo de opinión en Valeurs Actuelles sobre si un católico podía votar a Eric Zemmour, el polemista francés que está escalando en las encuestas a pasos agigantados en vistas a las elecciones presidenciales que se celebrarán en Francia en 2022, a pesar de que aún no es candidato oficial.

        En el citado artículo, el autor afirmaba que “si el objetivo de Zemmour es devolver el orden, la fuerza y la identidad al lugar que les corresponde, no hay razón para que un católico no se sienta satisfecho. Y, si lo desea, abrazar su causa”.

        “Nada impide pensar que, entre los distintos proyectos que hay sobre la mesa, el de Zemmour es el más beneficioso para el bien común. O el menos imperfecto”, concluía el artículo.

        Sin embargo, después de su publicación, Zemmour participó en el programa Le Grand Jury el pasado domingo 24 de octubre, donde aseguró que, si llegaba a la presidencia, no tenía pensado abolir el aborto o el matrimonio homosexual.

        Lo que si manifestó, según Le Figaro, es su voluntad de bloquear la posibilidad de recurrir a la reproducción asistida con la ausencia de un padre.

        Haciéndose eco de su paso en el programa, el propio Zemmour escribió en sus redes sociales que el aborto “es una tragedia para toda mujer que recurre a él”, pero “es un derecho”, y que no quería volver en “absoluto” sobre esa cuestión.

        No sabemos si el autor del artículo seguirá pensando lo mismo tras las declaraciones de Zemmour; ahora bien, viendo los candidatos que podrían gobernar Francia a partir de 2022, véase una repetición de Macron o una victoria de Marine Le Pen, del Frente Nacional, no podemos decir que estén por la labor de cambiar la situación del aborto en Francia.

        https://infovaticana.com/2021/10/30/zemmour-el-aborto-es-una-tragedia-pero-es-un-derecho/

  • Maria Luisa Moriconi ha detto:

    Noi li avremmo gli uomini di cultura (Caccari, Fusaro, Giorgianni…) ma non siamo francesi, ci manca la coscienza nazionale da sempre. Gli italiani vogliono andare al ristorante, in vacanza e alla partita e finchè Draghi o chi per lui lo concedono, son disposti a farsi vaccianare fino alla morte (sic!)

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    Mi accontenterei anche solo di giornalisti e scrittori della sua portata… con la schiena dritta…